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Norvegia-Italia 3-0, il 'messaggio' di Adani: "Chi conosce il calcio aveva previsto match duro"

07 Giugno 2025
Adani

(Adnkronos) - "Chi conosce il calcio sa che questa era una partita difficile". L'Italia viene sconfitta 3-0 dalla Norvegia e Daniele Adani, alla fine del match commentato su Raiuno, sembra indirizzare una stoccata a qualche commentatore 'reo' di aver sottovalutato gli avversari degli azzurri. "E' una brutta lezione. Ma chi racconta il calcio in maniera seria, conosce i campionati, ha rispetto del gioco e controlla anche per professione il valore dei calciatori, sa e sapeva che questa era una sfida difficile", dice l'ex calciatore. "Chi conosce il calcio sa e sapeva che questa era una sfida difficile, mai avrei pensato ad una sconfitta per 3-0", aggiunge.  

 

A chi si riferisce Adani? Se si riavvolge il nastro, si torna alle dichiarazioni che il commentatore ha rilasciato a gennaio, facendo riferimento con toni 'discutibili' a Fabio Caressa, voce del calcio di Sky. "Chi studia il calcio sa che la Norvegia è una squadra forte. Sorloth, Haaland e Nusa sono forti", diceva Adani all'inizio dell'anno su Twitch. "Qualche coglione che non sa fare questo lavoro dice 'dobbiamo aver paura della Norvegia?'. Me lo hanno riportato, devo chiamarti col tuo vero nome, coglione...", le parole di Adani, che innescarono un botta e risposta a distanza. 

"Io sono Voldemort, colui che non può essere nominato", disse Caressa con un sorriso e riferendosi al fatto che Adani non avesse mai citato direttamente il suo nome. "Nel calcio non esistono nemici, ma avversari. Noi con il microfono trasmettiamo cultura, anche parlando sport. Si possono avere delle discussioni, anche accese, ma la rabbia, l'insulto non fanno parte di questo mondo. Perché come nello sport ci si confronta lealmente per provare a vincere seguendo il regolamento, allo stesso modo quando c'è una discussione ci sono delle regole di comportamento". 

"Serve rispetto, senza insultare. È importante parlare e ascoltare l'altro, non farsi riferire le cose ma ascoltarlo direttamente, e poi si può dire 'non sono d'accordo'. Arrivare a insultare perché una persona ha un'idea diversa da te è pericoloso, riporta a momenti molto bui", le parole di Caressa "l'insulto per chi non è d'accordo è veramente il buio. Bisogna stare attenti. Io non ho la pretesa di avere la verità in mano né di educare, ma trasmettere un messaggio senza violenza, anche verbale. Io continuerò con le mie idee sempre con rispetto, mai con maleducazione. E mai con violenza". 

 

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Referendum, da Obama a Civati: sul Jobs Act si discute (e ci si divide) da 10 anni

07 Giugno 2025
2014, sciopero nazionale e protesta contro il Jobs Act a Torino - Fotogramma

(Adnkronos) - "Abbiamo fatto una cosa enorme, cambia l'Italia". All'indomani del via libera definito al Jobs Act l'allora premier Matteo Renzi è raggiante. Il percorso della 'sua' riforma, finalmente legge, è stato tortuoso e il provvedimento si è rivelato divisivo. Una 'reputazione' che il Jobs Act ha mantenuto intatta se, a oltre 10 anni da quel dicembre 2014, il testo ancora fa discutere. Perché è al centro dei referendum abrogativi dell'8 e 9 giugno e perché il Pd continua a discutere e dividersi fino a votare diversamente sui quesiti referendari.  

Eppure il Jobs Act parte con il vento nelle vele. Nella primavera del 2014 Renzi ottiene l'endorsement niente meno che di Barack Obama. Dopo un lungo faccia a faccia a villa Madama, il premier indica il presidente Usa, sorridente al suo fianco, e scandisce: "Tutti sanno che Obama è fonte di ispirazione per me”. Il copyright Jobs Act, infatti, è dell'inquilino della Casa Bianca che così ha chiamato uno dei primi provvedimenti del suo mandato. Ma Obama lo cede a Renzi. Sembra fatta, la legge nasce sotto una buona stella. Ma non sarà proprio così.  

Da villa Madama al Nazareno la distanza non è tanta, ma lo scenario cambia completamente. A settembre Renzi riunisce la Direzione del partito e chiede un via libera formale alle sue riforme. Alla vigilia della riunione, le prime tensioni con l'allora vice segretario dem Lorenzo Guerini che suda le proverbiali sette camicie per sminare il campo. Renzi, al mattino, sale al Colle per 'spiegare' il Jobs Act a Giorgio Napolitano. Risultato? La Direzione approva la riforma ma con 20 no (compresi quelli di D'Alema e Bersani).  

Il dibattito in Direzione è tutto un incrocio di lame. Renzi, in modalità Castro, parla per 44 minuti: "A me è capitato di governare quando non c'è crescita. Il presidente D'Alema ha avuto una fortuna opposta". D'Alema, come sempre, non si lascia pregare: "Ho sentito una serie di affermazioni senza fondamento. Il fascino dell'oratoria qualche volta non si attiene alla realtà". La minoranza non concede nulla al segretario, sebbene si spacchi al suo interno con qualche astenuto. Ma i no fioccano: Pippo Civati, Stefano Fassina, Alfredo D'Attorre, Gianni Cuperlo, Cesare Damiano, Francesco Boccia. 

Se nel Pd l'accoglienza del Jobs Act è questa, figurarsi in Parlamento. E già in commissione qualcosina si intravede, anche per 'merito' dell'opposizione. Ma è in aula che succede il finimondo. A ottobre il Senato dà un primo via libera con la fiducia. Il testo approvato non è quello della commissione ma un maxi emendamento del governo. Il voto va avanti a fatica tra sospensioni, polemiche e scontri veri e propri.  

Il Pd deve guardarsi anche dal fuoco 'amico' di Sel. Il senatore dem Roberto Cociancich denuncia una aggressione da parte della capogruppo di Sel Loredana De Petris che, avventandosi contro i banchi Pd, colpisce la collega Emma Fattorini, visitata in infermeria per una contusione al polso. Cociancich, un passato da capo scout, cerca di ricucire. Ma De Petris è irremovibile: "Dal Pd ci hanno urlato 'vergogna' e 'fascisti'. Non ho aggredito nessuno, io stessa sono stata graffiata ma non so da chi". 

L'aula del Senato è in fermento e il presidente Pietro Grasso fatica a mantenere l'ordine. Tra i più esagitati il capogruppo della Lega Gianmarco Centinaio, che scaglia contro la presidenza un regolamento del Senato. Il senatori M5s sono una furia: tra urla e spintoni salgono in piedi sugli scranni sventolando un foglio bianco (la delega che il governo pretende). Il capogruppo Vito Petrocelli guadagna i banchi del governo e appoggia una moneta di 50 centesimi: "E' un'elemosina". Grasso lo espelle. 

A fatica, a mezzanotte, si arriva alla chiama. Ma le grane non sono finite. Perché intanto esplode il Pd. Il senatore dem Walter Tocci pronuncia diligente il suo sì alla fiducia ma annuncia le dimissioni da senatore. La minoranza dem mette nero su bianco le critiche al Jobs Act in un documento: "Se non cambia il testo, non lo votiamo", è la sintesi politica. In questa 'bella atmosfera' il provvedimento passa alla Camera, che a novembre lo approva con 316 sì e appena 6 no.  

Numeri 'bugiardi' perché l'opposizione non partecipa al voto. Ma anche una parte della minoranza Pd lascia l'emiciclo. Se Pierluigi Bersani dichiara il suo sì ma solo "per disciplina", Gianni Cuperlo come Bindi, D'Attore, Boccia e molti altri escono dall'aula. Pippo Civati e Luca Pastorino, invece, mettono e verbale il loro no.  

A dicembre arriva, dal Senato, l'agognato via libera definito al Jobs Act. I sì sono 166, i no 112 e 1 astenuto. Anche in questo caso, pur senza gli eccessi del passaggio precedente, le polemiche non mancano. A essere attraversato da una profonda spaccatura è sempre il Pd. I senatori Lucrezia Ricchiuti e Felice Casson non partecipano al voto. l'altro senatore dem Corradino Mineo pronuncia il suo 'no'. "Smantellano civiltà dei diritti del lavoro e lo chiamano Jobs Act”, dichiara il leader di Sel Nichi Vendola.  

Mentre il Senato approva la riforma, in diverse città d'Italia si scende in piazza. A Roma ci sono anche diversi momenti di tensione a due passi dal Senato, con cariche delle forze dell'ordine sui manifestanti. Gli scontri più accesi si registrano su via delle Botteghe Oscure, a due passi dalla vecchia sede del Pci e da largo Enrico Berlinguer.  

 

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Guerra Ucraina-Russia, la guerra di Putin tra strategia e problemi di risorse: l'analisi

07 Giugno 2025
Soldati russi (Fotogramma/Ipa)

(Adnkronos) - Vladimir Putin non si ferma, la guerra in Ucraina continua e la pace appare ancora lontana. I negoziati con Kiev non decollano, il campo di battaglia rimane la priorità per Mosca. Per la Russia, però, la guerra rischia di diventare una salita e il carburante - in termini di uomini e mezzi - non è infinito. Per questo il Cremlino, secondo le analisi di diversi osservatori, deve valutare il peso di perdite significative di equipaggiamenti e convivere con problemi logistici crescenti.  

"Nessuno può combattere per molti anni. La Russia ha molte risorse e molti uomini, ma ha anche limiti", afferma l'analista militare ucraino Ivan Stupak, citato dal Moscow Times, in un report che che ridimensiona il successo militare di Mosca al fronte e la capacità di sostenerlo sul lungo periodo, malgrado la trasformazione dell'economia russa in una economia di guerra permanente.  

Mosca ha perso più di 10mila mezzi militari, tremila carri armati e 250 aerei dall'inizio della guerra, emerge da un rapporto dell'intelligence del Pentagono citato dal Washington Post. Le riserve di mezzi corazzati di epoca sovietica, da cui le forze di Mosca hanno pesantemente attinto dall'inizio dell'invasione contro l'Ucraina, è quasi finita. L'attuale produzione annuale di carri - 200 l'anno, per alcuni anche solo 80 - non riesce a soddisfare le necessità al fronte. 

I soldati russi spesso caricano il nemico a bordo di mezzi civili, come un Suv Porsche Cayenne, come si vede in un video, pubblicato su Telegram. Mosca ha invece aumentato notevolmente la produzione, e l'impiego, di droni. Concentrano le forze, dispiegano i droni in massa e colpiscono obiettivi della logistica ucraina prima di spingere avanti, ha commentato un analista.  

Nelle ultime settimane è stata intensificata l'offensiva delle forze russe nel nord est e nell'est dell'Ucraina, in seguito alla richiesta di Putin per la creazione di una 'zona cuscinetto' lungo il confine: sono stati catturati insediamenti nella regione di Sumy, ci sono stati avanzamenti a Kharkiv e per circondare la città strategica di Pokrovsk, nella regione di Donetsk. A maggio le forze russe hanno organizzato una media di 184 assalti al giorno, il 19 per cento in più che non ad aprile, ha calcolato il sito di intelligence da fonti aperte ucraino Deep State.  

 

Mosca concentra le sue forze per colpire i punti deboli della difesa ucraina e fare breccia, spiega l'analista della Bbc, Pavel Aksyonov. "L'obiettivo delle forze russe è quello di esaurire le forze ucraine e impedire loro di inviare rinforzi a zone critiche. Ma la cattura della città di Sumy è improbabile. Non hanno abbastanza forza. Ora il fronte a Donetsk cede e la Russia ne sta traendo vantaggio. Stanno cercando di circondare Pokrovsk e Kostiantynivka e stanno trasferendo in questa zona altre forze", ha spiegato Stupak. Ma non è in vista una svolta in grado di ribaltare l'esito della guerra in corso.  

L'Ucraina è più vulnerabile in seguito ai combattimenti nella regione del Kursk. "Abbiamo subito pesanti perdite sia in termini di uomini che di equipaggiamenti. Abbiamo ridispiegato molte unità nel Kursk, incluse unità della regione di Donetsk. Ma per catturare solo l'intera regione di Donetsk, sarebbero necessari alle forze di Mosca, al ritmo di avanzamento attuale, fino a tre anni. E le rimanenti regioni già annesse, un tempo ancora maggiore, nuove risorse e altri massacri. E' vero che il Cremlino "è questione di sopravvivenza e legittimità", sottolinea l'esperto militare russo Pavel Luzin. "Le forze russe hanno disperatamente bisogno di una pausa nei combattimenti, ma non possono permettersela a livello politico. L'Ucraina non chiede la pace a ogni costo", conclude. Ed è armata per farlo. A fronte di un calo degli aiuti dagli Usa, proseguono quelli europei ed è aumentata la capacità di produzione interna.  

 

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Trump-Musk, il presidente corregge gli errori di Mr X: licenziamenti cancellati

07 Giugno 2025
Donald Trump - Afp

(Adnkronos) - Dopo il divorzio, la rimozione. Donald Trump e Elon Musk si sono scatenati in uno scontro durissimo che ha posto fine alla partnership tra il presidente e il magnate. Un eventuale riavvicinamento non sembra una priorità. "Non gli parlerò per un po', credo, ma gli auguro ogni bene. Non sto nemmeno pensando a Elon. Ha un problema. Quel poveretto ha un problema", dice Trump a Cnn e Abc allontanando l'ipotesi di una telefonata distensiva.  

Il divorzio è realtà e viene seguito da una retromarcia nei fatti, con la parziale cancellazione di provvedimenti varati dal Doge, il dipartimento per l'efficienza governativa creato da Musk. L'amministrazione si 'rimangia' il licenziamento di dipendenti federali, esibito da Musk come un risultato di rilievo nel processo di risanamento della macchina pubblica. Già da qualche tempo infatti, l'amministrazione Trump sta riassumendo persone che erano state costrette o incoraggiate a dimettersi dall'offensiva senza quartiere lanciata a colpi di lettere e ultimatum nei mesi scorsi dal Doge. 

Ancora prima quindi dell'uscita dall'amministrazione di Musk e del clamoroso scontro pubblico tra i due ex migliori amici, l'amministrazione ha iniziato a tornare sui suoi passi richiamando al lavoro funzionari esperti il cui allontanamento mette al rischio settori cruciali della gestione pubblica, dal Fisco al dipartimento di Stato e alla Food and Drug Administration. 

"Volevano mostrare che stavano tagliando il governo, ma non c'era nessuna riflessione riguardo a cosa mantenere", ha dichiarato al Washington Post una dipendente dell'agenzia per il controllo su alimenti e farmaci che è stata licenziata e poi riassunta. "Ora sembra che per loro fosse tutto un gioco", aggiunge.  

L'amministrazione sta cercando di richiamare non solo le persone licenziate - in favore delle quali erano arrivate anche sentenze dei giudici federali - ma anche quelli che avevano accettato la proposta di dimissioni volontarie.  

Il fatto è che alcuni di questi, specialmente quelli vicini alla pensione o chi ha già trovato un nuovo lavoro nel privato, appaiono non entusiasti all'idea di tornare al vecchio posto di lavoro. Così che in alcuni dipartimenti si stanno cercando modi per colmare i vuoti lasciati negli organici, chiedendo ai dipendenti rimasti di fare straordinari o sostituire colleghi andati via.  

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Abrego Garcia, deportato per errore in Salvador ritorna in Usa: verrà incriminato

06 Giugno 2025
Un cartello per Kilmar Abrego Garcia

(Adnkronos) - Due mesi dopo la deportazione nel carcere di massima sicurezza in Salvador, le autorità degli Stati Uniti riportano indietro Kilmar Abrego Garcia, come avevano ordinato diverse corti federali e dopo la pronuncia della Corte Suprema. Lo rivela Abcnews, secondo cui il cittadino salvadoregno è stato incriminato da un grand jury federale per aver aiutato migranti ad entrare illegalmente negli Stati Uniti.  

Secondo gli atti depositati presso una corte del Tennessee, l'uomo avrebbe partecipato per anni ad un'organizzazione che trasportava migranti senza documenti dal Texas nel resto del Paese. Le operazioni avrebbero riguardo anche membri delle gang salvadoregna Ms-13, che l'amministrazione Trump ha classificato come organizzazione terroristica.  

Abrego Garcia viveva con la moglie in Maryland fino allo scorso marzo quando è stato arrestato e deportato nella famigerata prigione Cecot in Salvador, nonostante un ordine del 2019 vietasse il suo rimpatrio nel Paese dove era a rischio di persecuzioni. L'amministrazione Trump lo ha accusato di essere un membro della Ms-13, accusa contestata dalla moglie e dai suoi avvocati.  

In una dichiarazione all'emittente americana, i legali del salvadoregno hanno affermato che "fin dall'inizio di questo caso una cosa è stata dolorosamente chiara: il governo aveva il potere di riportarlo a casa in ogni momento, invece hanno scelto di fare giochetti con i tribunali e con la vita di un uomo". "Noi non combattiamo solo per Kilmar, ma per assicurare che il diritto ad un giusto processo sia garantito a chiunque, perché domani questo potrebbe succedere a chiunque di noi, se ignoriamo la Costituzione", hanno aggiunto sottolineando che continueranno a combattere per garantire che Abrego Garcia riceva un giusto processo. 

Un giudice federale lo scorso marzo aveva ordinato all'amministrazione Trump di facilitare il ritorno negli Usa dell'uomo deportato per errore, una sentenza che ad aprile era stata confermata dalla Corte Suprema. Nonostante questo l'amministrazione Trump in questi mesi non ha fatto rientrare l'uomo, sostenendo da una parte che ormai ricadeva nella giurisdizione di un Paese straniero, e dall'altra che non avrebbe mai permesso il suo rientro. "Non tornerà nel nostro Paese, il presidente Bukele ha detto che non lo rimanderà, fine della storia", aveva affermato il 16 aprile l'attorney general Pam Bondi. 

Ora però l'amministrazione Trump fa rientrare l'uomo per processarlo in Tennessee, dove Abrego Garcia era stato fermato nel 2022 per un controllo stradale da due agenti che non gli fecero alcuna multa, nonostante avesse la patente scaduta, e che dopo discussero del sospetto che nove passeggeri che trasportava fossero migranti. Su questo i procuratori federali hanno inviato un'indagine che ha come teste chiave l'uomo a cui era intestato il furgoncino che guidava Abrego Garcia e che ora è in prigione in Alabama sempre per reati legati all'immigrazione. In cambio di un accordo di immunità, l'uomo ha testimoniato che dal 2015 Abrego Garcia lavorava con lui per trasportare migranti. 

 

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Norvegia-Italia, Nusa incubo azzurro: chi è il baby

06 Giugno 2025
Antonio Nusa

(Adnkronos) - Antonio Nusa fa impazzire l'Italia. L'esterno della Norvegia, 20 anni, protagonista assoluto nel match valido per le qualificazioni ai Mondiali 2026. L'ala di origine nigeriana, che milita in Bundesliga con il Lipsia, ruba l'occhio con l'assist per il gol di Sorloth e con la splendida rete del raddoppio. Il giovanissimo talento si propone sulla scena internazionale con una prestazione eccellente che impreziosisce il curriculum da record: ad ogni debutto, Nusa abbina un gol. 

Nusa è un prodotto del vivaio del Langhus e muove i primi passi nel calcio professionistico con lo Stabæk, con cui debutta nel massimo campionato a 16 anni nel 2021. Nell'estate di 4 anni fa passa al Bruges, in Belgio e nel 2022 diventa il più giovane marcatore nella storia del club. Nel 2024, il trasferimento in Germania, con la firma su un contratto quinquennale: gol all'esordio in coppa di Germania e gol al debutto in Bundesliga. Dal 2023, Nusa è nel giro della Nazionale. Anche con la maglia della Norvegia il gol arriva alla prima presenza, nell'amichevole del 7 settembre di 2 anni fa vinta 6-0 con la Giordania.  

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Terremoto Campi Flegrei, scossa 3.2 avvertita anche a Napoli

06 Giugno 2025
Scossa di terremoto ai Campi Flegrei (Fotogramma/Ipa)

(Adnkronos) - Nuova scossa di terremoto nell'area dei Campi Flegrei. Secondo quanto rilevato dall'Ingv, alle ore 19.31 c'è stato un evento sismico di magnitudo 3.2, a una profondità di due chilometri, nelle vicinanze della Solfatara di Pozzuoli. La scossa è stata avvertita anche a Pianura, Bagnoli e Quarto.  

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Norvegia-Italia 3-0, disastro azzurro. Spalletti: "Andiamo avanti"

06 Giugno 2025
Luciano Spalletti

(Adnkronos) - Disastro Italia, la Norvegia vince 3-0 nel match per il gruppo I di qualificazione ai Mondiali 2026. I padroni di casa si impongono con i gol di Sorloth (14'), Nusa (34') e Haaland (42'). La Norvegia domina nettamente una sfida senza storia e compie un passo decisivo verso la Coppa del Mondo, a cui approda direttamente solo la prima del gruppo. 

La Norvegia comanda la classifica del girone con 9 punti e una differenza reti di +10. L'Italia è a zero punti dopo il primo match e nella differenza reti, criterio determinante in caso di arrivo a pari punti, precipita a -3. La Nazionale, insomma, già vede i playoff. 

"Abbiamo preso il primo gol che poteva essere evitabile, negli spazi larghi hanno avuto un paio di individualità che ci hanno messo in difficoltà. Poi è stato più difficile. Dopo il 2-0 la Norvegia ha ripiegato e ci aspettava", l'analisi di Spalletti alla Rai. "La mancanza di giocatori che saltano l'avversario fa la differenza in queste circostanze", dice. Alla domanda sul 'progetto', che implica anche una riflessione sul proprio ruolo, il ct risponde: "Io vado avanti con questo gruppo qui, bisogna migliorare perché non possiamo concedere vantaggi come abbiamo fatto qui".  

A Sky, il ct fa riferimento ad imminenti riflessioni: "Farò la prossima partita contro la Moldova e poi parlerò con il presdiente Gravina perché c'è bisogno che ci parli delle intenzioni che ho e delle scelte che faccio. A livello individuale penso che si possa fare qualcosa in più. Io comunque vado avanti con questo gruppo perché penso abbia delle qualità", afferma Spalletti, 23 panchine con l'Italia con 11 vittorie e 6 sconfitte da settembre 2023. 

 

Nel gruppo I, oltre a Italia e Norvegia, ci sono anche Estonia, Israele e Moldavia. 

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Norvegia-Italia 3-0, disastro azzurro a Oslo - La diretta

06 Giugno 2025
Il gol della Norvegia

(Adnkronos) - Italia disastrosa a Oslo contro la Norvegia nel match per il gruppo I di qualificazione ai Mondiali 2026. I padroni di casa conducono 3-0 dopo il primo tempo. 

 

Nel gruppo I, oltre a Italia e Norvegia, ci sono anche Estonia, Israele e Moldavia. 

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Norvegia-Italia 1-0, azzurri iniziano qualificazioni per Mondiali 2026 - La diretta

06 Giugno 2025
Il gol della Norvegia

(Adnkronos) - Italia in campo contro la Norvegia a Oslo oggi, venerdì 6 giugno, per il match della prima giornata del gruppo I di qualificazione ai Mondiali 2026. 

 

Nel gruppo I, oltre a Italia e Norvegia, ci sono anche Estonia, Israele e Moldavia. 

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Risse, droga e malamovida, più controlli in centro a Cagliari

06 Giugno 2025
- RIPRODUZIONE RISERVATA
Vigilanza interforze con l'ausilio anche della polizia locale
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Report popolazione, in Italia calano i nati ma si vive di più

06 Giugno 2025
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Ai Pop Days il nuovo studio Aisp in collaborazione con UniCa
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Giovanni Brusca libero, il fratello del piccolo Giuseppe Di Matteo: "Lo Stato ha fallito"

06 Giugno 2025
Giovanni Brusca (Fotogramma/Ipa)

(Adnkronos) - Nicola Di Matteo, fratello del piccolo Giuseppe, il bambino strangolato e poi sciolto nell'acido su ordine, tra gli altri, di Giovanni Brusca, allora latitante e boss di San Giuseppe Jato, fa fatica a parlare. "Il fine pena mai è stato per mio fratello, per i giudici Falcone e Borsellino, per gli agenti di scorta, per tutti quelli che ha ammazzato. Sono stati loro a essere condannati per sempre - dice all'Adnkronos -. Lui, invece, è libero".  

Ci sono volute 24 ore per metabolizzare la notizia della liberazione del boia di Cosa nostra, tornato un uomo libero dopo aver scontato il suo debito con la giustizia. "Da fratello penso che sia un attentato allo Stato - aggiunge -, perché è inaccettabile vedere una persona responsabile di oltre 150 omicidi in mezzo a noi, tra la gente perbene. Certo, rispetto la legge, una legge che ha aiutato la lotta alla mafia, ma provo amarezza e dolore, gli stessi da 29 anni e che, penso, mi porterò dentro per sempre". 

E' diviso Nicola Di Matteo. "Da familiare di una vittima innocente dico che lo Stato ha fallito per l'ennesima volta. Da cittadino che quella legge sui collaboratori di giustizia ha consentito di scoprire tanto e ha dato frutti. Penso, però, che si potrebbe modificare e sono fiducioso che avvenga". Ieri, quando i messaggi sui social e sul cellulare si moltiplicavano con il passare delle ore, ha pensato a un errore. "Mi scrivevano 'ti sono vicino', 'un abbraccio' e io avevo creduto a un errore, un fraintendimento. Poi ho letto e sono rimasto senza parole", ammette. Lui e Giuseppe avevano un anno d'età di differenza. "Eravamo complici, giocavamo, litigavamo e poi di nuovo inseparabili. Insieme come due gemelli". Prova rabbia Nicola. "Una rabbia enorme verso questa persona", dice senza nominare Brusca. "Come si può uccidere un bambino, strangolarlo e poi scioglierlo nell'acido? Un bambino che lui conosceva bene, che gli portava da mangiare. E' il delitto più orrendo. E poi tutti quei giorni di prigionia, lo hanno annientato, ammazzato psicologicamente prima di farlo fisicamente. A volte, ancora oggi, mi fermo a pensare all'orrore vissuto da Giuseppe, è un dolore grande".  

Troppo anche per poter pensare al perdono. "Forse qualche familiare potrà perdonare questa persona, ma io no - dice -. Non lo farò mai. Mai. Quello che ha fatto per me è imperdonabile. Ho visto mia madre soffrire, portare dentro di sé un dolore immenso e darmi forza ogni giorno per andare avanti. Eppure, ancora oggi basta nominarlo, Giuseppe, per farle venire le lacrime agli occhi e Brusca per farla impazzire. E' una ferita aperta che non può rimarginarsi". Brusca dice di aver fatto un 'percorso' nei lunghi anni di detenzione. "Non posso saperlo, ma se è così stia lontano da questa terra bellissima e maledetta. Qui oggi ha più nemici che amici". Il suo auspicio è di non vederlo mai. "Mi auguro di non incontrarlo mai nella mia vita, ma se mai dovesse accadere lo guarderò negli occhi e chi chiederò come ha potuto ammazzare un bambino, come ha potuto fare una simile mostruosità, perché neanche gli animali ne sono capaci". (di Rossana Lo Castro) 

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Napoli, il calendario di Serie A 2025/26: esordio a Sassuolo, l'Inter all'ottava giornata

06 Giugno 2025
Il Napoli - Ipa/Fotogramma

(Adnkronos) - Svelato il calendario del campionato di Serie A 2025/2026 con il Napoli campione in carica di Antonio Conte che esordirà in trasferta al Mapei Stadium - Città del Tricolore contro il Sassuolo neopromosso. La prima al Diego Armando Maradona sarà contro il Cagliari, nel rematch della sfida dell'ultima giornata 2024/2025 che ha dato lo scudetto agli azzurri. 

Alla terza giornata primo test importante della banda di Conte contro la Fiorentina in Toscana, da cui proviene l'avversario del Napoli alla quarta giornata, il Pisa. Poi sfida a San Siro contro il Milan di Massimiliano Allegri mentre all'ottavo turno il Napoli ospiterà l'Inter. Tra l'11a e 14a giornata sfide contro Bologna, Atalanta, Roma e Juventus, mentre a gennaio doppia trasferta in casa dell'Inter e dei bianconeri. Ultima giornata contro l'Udinese il 24 maggio 2026.  

 

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Serie A, Atalanta-Milan e Milan-Roma i big match della nona e decima giornata

06 Giugno 2025
Serie A, Atalanta-Milan e Milan-Roma i big match della nona e decima giornata

(Adnkronos) - Durante la presentazione del calendario della prossima Serie A sono stati svelati i big match della prossima stagione: alla nona giornata si disputeranno Atalanta-Milan e Inter-Fiorentina. Alla decima giornata si affronteranno invece Milan e Roma. 

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Inter, il calendario di Serie A 2025/26: prima con il Torino, derby alla 12a giornata

06 Giugno 2025
Lautaro Martinez - Ipa/Fotogramma

(Adnkronos) - La corsa dell'Inter per il campionato 2025/2026 comincia a San Siro contro il Torino, poi Udinese e il derby d'Italia contro la Juventus alla terza giornata. L'ultima partita dei nerazzurri a Bologna mentre alla 36a giornata i nerazzurri ospitano la Lazio. 

All'ottava giornata la sfida contro l'ex Antonio Conte al Diego Armando Maradona di Napoli, contro cui comincerà il girone di ritorno dei nerazzurri, che avranno il derby contro il Milan al dodicesimo turno il 23 novembre 2025 e al ventottesimo turno l'8 marzo 2026.  

 

Di seguito il calendario dei nerazzurri: 1a giornata Inter-Torino, 2a Inter-Udinese, 3a Juventus-Inter, 4a Inter-Sassuolo, 5a Cagliari-Inter, 6a Inter-Cremonese, 7a Roma-inter, 8a Napoli-Inter, 9a Inter-Fiorentina, 10a Hellas Verona-Inter, 11a Inter-Lazio, 12a Inter-Milan, 13a Pisa-Inter, 14a Inter-Como, 15a Genoa-Inter, 16a Inter-Lecce, 17a Atalanta-Inter, 18a Inter-Bologna, 19a Parma-Inter, 20a Inter-Napoli, 21a Udinese-Inter, 22a Inter-Pisa, 23a Cremonese-Inter, 24a Sassuolo-Inter, 25a Inter-Juventus, 26a Lecce-Inter, 27a Inter-Genoa, 28a Milan-Inter, 29a Inter-Atalanta, 30a Fiorentina-Inter, 31a Inter-Roma, 32a Como-Inter, 33a Inter-Cagliari,34a Torino-Inter, 35a Inter-Parma,36a Lazio-Inter, 37a Inter-Hellas Verona, 38a Bologna-Inter 

 

Leggi tutto: Inter, il calendario di Serie A 2025/26: prima con il Torino, derby alla 12a giornata

Serie A, alla 6/a giornata 2025/2026 Juventus-Milan e Roma a Firenze

06 Giugno 2025
Telecamere allo stadio (Fotogramma)

(Adnkronos) - Due big match nella sesta giornata di Serie A 2025/2026, Juventus-Milan e Fiorentina-Roma. Poi: Atalanta-Como, Bologna-Pisa, Inter-Cremonese, Lazio-Torino, Napoli-Genoa, Parma-Lecce, Udinese-Cagliari, Verona-Sassuolo. 

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Serie A, derby tra Roma e Lazio alla quarta giornata. Milan-Napoli alla 5

06 Giugno 2025
Campo da calcio (Fotogramma)

(Adnkronos) - Durante la presentazione del calendario della prossima Serie A sono stati svelati i big match della prossima stagione tra cui il derby tra Roma e Lazio alla quarta giornata. Alla quinta giornata si disputeranno invece Juventus-Atalanta e Milan-Napoli. 

Leggi tutto: Serie A, derby tra Roma e Lazio alla quarta giornata. Milan-Napoli alla 5

Serie A, terza giornata 2025/26 con Juventus-Inter e Napoli a Firenze

06 Giugno 2025
Un pallone (Fotogramma)

(Adnkronos) - Primo big match della Serie a 2025/2026 alla terza giornata: c'è Juve-Inter. Poi anche Fiorentina-Napoli, oltre a: Atalanta-Lecce, Cagliari-Parma, Como-Genoa, Milan-Bologna, Pisa-Udinese, Roma-Torino, Sassuolo-Lazio, Verona-Cremonese. 

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Rissa vicino centro accoglienza, pm 'condannare i 13 imputati'

06 Giugno 2025
- RIPRODUZIONE RISERVATA
Procura Sassari ha chiesto pene da 4 a 7 mesi
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Mont'e Prama, Sinis più attrattivo e 60mln di impatto economico

06 Giugno 2025
- RIPRODUZIONE RISERVATA
Report della Human Foundation sulle ricadute nel territorio
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Referendum, l’ironia social sulle parole della Meloni

06 Giugno 2025
Referendum, l’ironia social sulle parole della Meloni

(Adnkronos) - Non solo Fiorello. Anche i social ironizzano sulla premier Meloni, che andrà a votare ai referendum dell’8 e 9 giugno ma non ritirerà la scheda (risultando così “non votante” e non contribuendo al quorum). Mentre lo showman siciliano a 'La pennicanza' su Radio2 ha scherzato dicendo Meloni va al seggio ma non vota, va a fare le analisi ma non ritira il referto, va al cinema ma non guarda il film, sui social si sono moltiplicati i paragoni umoristici. "Andare al seggio senza ritirare la scheda è un concerto di Vasco senza 'Albachiara'", scrive ThePeriod, che tra gli esempi possibili aggiunge anche: "E' come giocare a briscola con le carte di Uno".  

La pagina di storia gastronomica Doipodcast, invece, ha lanciato i paragoni culinari: "Andare al seggio e non ritirare la scheda è come mangiare un risotto alla milanese senza zafferano, è come mangiare una carbonara senza uova". Molti i commenti dello stesso tenore: "E' come sedersi al ristorante e non ordinare, è come ordinare una pizza da asporto e tornare a casa solo col cartone". D’altro canto, sin dalle ore immediatamente successive alla dichiarazione della presidente del Consiglio, lo stesso Maurizio Landini, Segretario generale della Cgil, sindacato promotore dei quattro quesiti sul lavoro, non aveva mancato di utilizzare l’ironia sui social network della stessa Cgil: "E' come se uno decidesse di andare al supermercato senza fare la spesa o di andare a Palazzo Chigi per non governare". 

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