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Stato di agitazione al Brotzu, Nursing up pronto allo sciopero

13 Giugno 2025
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Richiesta al prefetto di Cagliari la convocazione di un tavolo
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In Sardegna alla ricerca di microplastiche su fiori e insetti

13 Giugno 2025
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Studiosi impegnati del progetto BeeSafe di National geographic
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Rai, arriva Luciano Violante: da settembre divulgatore civico a 'Bellamà'

13 Giugno 2025
Rai, arriva Luciano Violante: da settembre divulgatore civico a

(Adnkronos) - Luciano Violante divulgatore civico per 'Bellamà'. E' il colpaccio messo a segno dal direttore del Day Time della Rai Angelo Mellone e dal conduttore Pierluigi Diaco per la nuova stagione del programma di Rai2, che tornerà in onda dai primi di settembre dalle 15.27 alle 17, dal lunedì al venerdì. In controtendenza col dibattito sul 'TeleMeloni', l'ex presidente della Camera ed ex magistrato, parlamentare dal 1979 al 2008 prima del Pci, poi del Pds, dei Ds e quindi del Pd, curerà "uno spazio di mezz'ora tutti i venerdì", come spiega lui stesso in un'intervista all'Adnkronos, in cui proporrà delle lezioni di educazione civica confrontandosi con le due generazioni protagoniste del programma di Diaco, la Generazione Z e la Generazione Boomer. 

"Che la tv pubblica dedichi mezz'ora del suo tempo all'educazione civica dei cittadini - sottolinea Violante - mi sembra importante. Spero di riuscire a comunicare i grandi valori della nostra democrazia". In ogni puntata al centro della 'lezione' di Violante, "ci sarà una parola chiave diversa: da Costituzione a Repubblica, a rispetto", anticipa. Alle parole di Violante seguirà poi un dibattito con giovani e meno giovani presenti in studio.  

"Ringrazio la Rai, mi sembra una cosa bella, spero di essere in grado di farlo bene", si schermisce l'ex presidente della Camera. "Sarà importante usare il linguaggio giusto per una platea che spero possa essere larga. Un linguaggio accessibile, facile, ma che non sia riduttivo", aggiunge. Il modello è Piero Angela? "Non andiamo troppo in alto. Piero Angela è inarrivabile. Ma sicuramente un grande esempio", conclude sorridendo Violante.  

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Referendum, l'analisi: un elettore del Pd su 4 ha votato no alla cittadinanza

13 Giugno 2025
Referendum 8-9 giugno 2025 - Fotogramma /Ipa

(Adnkronos) - Ai referendum dell'8 e 9 giugno scorsi, un elettore del Pd su 4 ha votato no al quesito sulla cittadinanza. A rivelarlo è un'analisi Youtrend. 

I flussi elettorali elaborati da Youtrend mostrano che gli elettori di centrodestra delle scorse europee si sono effettivamente astenuti in larghissima maggioranza (circa il 90%) ai referendum. Di contro, gli elettori di Partito Democratico e Movimento 5 Stelle hanno votato di più, anche se con differenze significative tra i due partiti.  

Al quesito sulle tutele crescenti l’86% degli elettori del Pd ha votato sì, mentre tra quelli del Movimento 5 Stelle la percentuale è più bassa (58%). Sul tema della cittadinanza, però, il consenso è stato meno compatto: solo il 63% degli elettori Pd ha votato sì, mentre una percentuale rilevante, pari al 26%, ha votato no. Anche tra gli elettori del Movimento 5 Stelle ci sono stati meno sì al quesito sulla cittadinanza (43%). 

Restando nel campo largo, gli elettori di Alleanza Verdi Sinistra hanno votato sì, in larga maggioranza, sia sul lavoro sia sulla cittadinanza (88% al quesito sulle tutele crescenti, 92% a quello sulla cittadinanza). Infine, gli elettori che nel 2024 hanno scelto Azione e Stati Uniti d’Europa si sono spaccati sui referendum: sulle tutele crescenti il 41% ha votato sì, il 17% no e il 42% si è astenuto; sulla cittadinanza il 49% ha votato sì, il 9% no e il 42% si è astenuto. 

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Hamilton, dubbi sul futuro in Ferrari? Lewis: "Sono qui per restare a lungo"

13 Giugno 2025
Lewis Hamilton - Ipa/Fotogramma

(Adnkronos) - Quale sarà il futuro di Lewis Hamilton alla Ferrari? Il pilota inglese è reduce da un inizio di stagione complicato con la Rossa, confermato anche nell'ultimo Gran Premio di Spagna, dove ha chiuso al sesto posto. Tifosi e appassionati si stanno quindi interrogando sulla scelta di affidare il sedile a fianco di Leclerc all'ex Mercedes, e negli ultimi giorni si stanno rincorrendo diversi rumors che vorrebbero il 7 volte campione del mondo lontano da Maranello. Ma sebbene l'esperienza di Hamilton in Ferrari fatichi a decollare, Lewis non ha alcuna voglia di mollare. 

"La situazione viene dipinta all’esterno in modo ben più negativo di quanto è in realtà, e per tutti quelli che scrivono su di me: ho appena iniziato, e sono qui per restare a lungo. Nessun dubbio", ha detto Hamilton nella conferenza stampa alla vigilia del Gp del Canada, in programma domenica 15 giugno, con le prove libere che inizieranno già oggi, venerdì 13. 

Hamilton ha anche commentato le voci che vorrebbero il team principal Frederic Vasseur prossimo all'addio: "Io adoro lavorare con Vasseur, è il motivo per cui sono qui e vogliamo proseguire insieme. Ha il mio pieno supporto". Poi un augurio per il Gp di Montreal: "Un buon weekend mi farebbe sicuramente bene, ma non sono disperato. Vogliamo solo tornare a vincere”. 

  

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Ostia, gestore stabilimento Venezia: "Sequestro lascia a casa 40 lavoratori"

13 Giugno 2025
Ostia, gestore stabilimento Venezia:

(Adnkronos) - Sequestro per lo storico stabilimento balneare Venezia a Ostia, dal 1956 il lido di tanti romani che sorge sul Lungomare Amerigo Vespucci. Amareggiato il gestore Ruggero Barbadoro. "Che cosa brutta, ripenso ai miei genitori, ai sacrifici che hanno fatto, alle migliorie realizzate un po' alla volta. Il sequestro, oltretutto per una cosa del 2002 già approvata, mi lascia sgomento", dice all'Adnkronos. 

"Premesso che ho già messo tutto in mano a un avvocato per la richiesta di dissequestro - spiega - non capisco perché fare un sequestro ora, a inizio della stagione balneare, e non a marzo o a ottobre. Chiudere uno stabilimento non danneggia solo l'immagine del territorio, ma lascia a casa, nel mio caso, 40 lavoratori. Senza contare il disagio per quanti hanno ormai già pagato l'affitto delle cabine per l'intera stagione".  

 

In una nota il presidente del municipio Roma X, Mario Falconi, pur nel massimo rispetto della magistratura e del lavoro degli inquirenti, esprime piena solidarietà agli oltre 100 lavoratori e alle loro famiglie, che rischiano il licenziamento, dopo un periodo di possibile cassa integrazione, se dovesse prolungarsi tale situazione. “Apprendiamo da fonti di stampa - si legge nella nota - che lo stabilimento balneare Venezia è sottoposto a un sequestro preventivo per presunti abusi e difformità edilizie. Il grave negativo impatto economico in un territorio che risente comunque di una grave crisi occupazionale, non va sottovalutato da nessuno. Confidiamo in una soluzione, la più celere possibile, per ridare serenità a lavoratori e imprenditori coinvolti in questa spiacevole vicenda, determinatasi per altro in piena stagione balneare”. 

 

 

 

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Mielofibrosi, speranze da nuovo farmaco che limita l'anemia in 2 pazienti su 3

13 Giugno 2025
Mielofibrosi, speranze da nuovo farmaco che limita l

(Adnkronos) - Il 66,5% dei pazienti affetti da mielofibrosi è indipendente dalle trasfusioni dopo 24 settimane di trattamento con momelotinib, un inibitore orale di Jak, recentemente disponibile anche in Italia: è il dato chiave emerso dallo studio clinico Simplify‑1, di cui al Congresso europeo di ematologia (Eha) in corso a Milano viene presentata un'analisi post hoc, che conferma il ruolo di momelotinib nel trattamento dell'anemia, una delle manifestazioni più gravi della malattia. Anche nei pazienti già trattati con altri Jak-inibitori, come evidenziato nello studio Momentum, il farmaco - riporta una nota - ha mostrato benefici significativi su anemia, splenomegalia e sintomi. La mielofibrosi è un tumore del sangue che colpisce circa 350 persone all'anno in Italia, con incidenza maggiore tra i 60 e i 70 anni.  

"La mielofibrosi - spiega Francesco Passamonti, direttore della Struttura complessa di Ematologia del Policlinico di Milano e ordinario di Ematologia all'Università degli Studi di Milano - può peggiorare più o meno lentamente nell'arco di diversi anni con modalità variabili a seconda del paziente. In genere la fase iniziale consiste in un danno alla struttura del midollo osseo. E' detta fase precoce, o pre-fibrotica, poiché non è ancora presente la fibrosi del midollo osseo". Nella fase avanzata, invece, compare la fibrosi midollare e si osserva una fuoriuscita di cellule staminali immature dal midollo osseo. "Queste cellule, attraverso il sangue - prosegue Passamonti - raggiungono la milza e il fegato, dove si accumulano. Solitamente, quando la malattia si manifesta, sono già presenti le alterazioni tipiche: oltre alla fibrosi, tra le altre, l'anemia e l'ingrossamento della milza. In alcuni casi (10-15 su 100) la mielofibrosi può evolvere in una patologia più severa: la leucemia mieloide acuta".  

Circa il 40% dei pazienti presenta un'anemia da moderata a grave già al momento della diagnosi, ma si stima che quasi tutti vi andranno incontro nel corso del tempo. Questa condizione richiede cure di supporto aggiuntive, in primis le trasfusioni. E, purtroppo, i pazienti che dipendono dalle trasfusioni hanno una bassa qualità di vita e una sopravvivenza ridotta. Nei casi in cui si riscontri una grave astenia o una splenomegalia importante, la mielofibrosi può impedire di compiere una serie di attività quotidiane 'normali': camminare, salire le scale, rifare il letto, fare la doccia, cucinare.  

"L'unica terapia ad oggi potenzialmente in grado di guarire - sottolinea Passamonti - è il trapianto di midollo, ma è riservato a una piccola percentuale di pazienti, in genere sotto i 70 anni, a causa della complessità e dei rischi ad esso associati. I pazienti non elegibili a trapianto vengono generalmente trattati con un Jak inibitore. Rispetto agli altri Jak inibitori già utilizzati, momelotinib, somministrato oralmente una volta al giorno ha dimostrato di avere un impatto favorevole su spenomegalia, sintomi e anemia, riducendo in modo significativo il carico trasfusionale". 

I nuovi dati presentati al congresso Eha - conclude la nota - rafforzano il ruolo del momelotinib come opzione terapeutica efficace per i pazienti con mielofibrosi e anemia, evidenziando l'importanza di intervenire precocemente sull'anemia per massimizzare i benefici clinici. In particolare, il raggiungimento di livelli di emoglobina superiori a 10 g/dL è stato associato a una maggiore sopravvivenza globale. Inoltre, i dati confermano un beneficio sulla prognosi del paziente, per quelli che raggiungono un'indipendenza dalle trasfusioni associata o meno al controllo della splenomegalia. 

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Mielofibrosi, ematologo: "Con uso precoce momelotinib maggiore sopravvivenza"

13 Giugno 2025
Mielofibrosi, ematologo:

(Adnkronos) - "Iniziare precocemente il trattamento con momelotinib", un inibitore di Jak, "può indurre un numero maggiore di pazienti a vivere più a lungo. Un dato assolutamente importante che cambia il nostro modo di approcciare alla mielofibrosi. Il messaggio è: iniziamo con momelotinib quanto prima nella storia naturale dei pazienti". Lo ha detto Francesco Passamonti, direttore di Struttura complessa di Ematologia del Policlinico di Milano e ordinario di Ematologia all'Università degli Studi di Milano, commentando i dati emersi dallo studio clinico Simplify‑1 e presentati al Congresso europeo di ematologia (Eha) in corso nel capoluogo lombardo.  

Migliorare l'emoglobina, e quindi ridurre l'anemia che "si accompagna a sintomatologia ingravescente e pericolosa per i pazienti", è un punto molto importante nella mielofibrosi. I risultati dello studio presentato all'Eha evidenziano "che la quota di pazienti che ottiene un emoglobina alta, cioè più di 10 g/dL - precisa l'esperto - è in quelli che iniziano più precocemente il trattamento con momelotinib". 

Gli studi clinici Simplify-1 hanno evidenziato che il momelotinib, recentemente disponibile anche in Italia, "induce grandi vantaggi rispetto agli altri Jak inibitori. Uno dei principali - rimarca Passamonti - è l'aumento della quantità di pazienti che diventano trasfusione-indipendenti con la conseguente riduzione del numero di trasfusioni e l'innalzamento delle "immunoglobuline a valori più alti". 

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Tumori, questionario GastroForm per screening stomaco 'cambia storia malattia'

13 Giugno 2025
Tumori, questionario GastroForm per screening stomaco

(Adnkronos) - Un questionario promette di cambiare la storia del tumore dello stomaco. Si chiama GastroForm, è formato da 79 domande e, a breve, sarà avviato uno studio per la sua validazione scientifica. Nel 2024 in Italia sono stati stimati circa 14.100 nuovi casi di carcinoma gastrico, ma meno del 20% è individuato in fase iniziale, con la conseguenza che la sopravvivenza a 5 anni è del 32% appena. Una netta differenza rispetto a Giappone e Corea del Sud, dove supera il 60%. In molti Paesi orientali, infatti, la gastroscopia rientra tra gli esami di screening anti-cancro garantiti dai sistemi sanitari nazionali, mentre ad oggi non esistono strategie di screening del tumore dello stomaco, non solo in Italia, ma in tutti i Paesi occidentali. GastroForm fa parte di Gastroscreening (www.gastroscreening.it), uno dei primi progetti in Europa che mira a identificare le persone a rischio di sviluppare il tumore dello stomaco grazie a un test di primo livello. Lo studio per la validazione scientifica del questionario è presentato oggi a Brescia, al convegno nazionale 'Road to Gastroscreening/3', con gli interventi di clinici, epidemiologi, anatomopatologi, biologi molecolari, istituzioni e associazioni di pazienti. 

"In Giappone e Corea del Sud l'adesione al programma di screening gastrico è elevata e supera il 70% - spiega Gian Luca Baiocchi, co-fondatore e responsabile scientifico di RicerChiAmo Onlus, direttore della Chirurgia generale dell'Asst di Cremona, ordinario di Chirurgia generale all'Università degli Studi di Brescia - In Italia, dove il tumore dello stomaco è meno frequente, non è possibile adottare il 'modello orientale', anche per le enormi differenze culturali che ostacolerebbero in Occidente l'adesione a un test invasivo come la gastroscopia. Inoltre, se questo esame nel nostro sistema sanitario fosse esteso a tutti i cittadini al di sopra di una certa età, non risponderebbe ai criteri di costo-efficacia, come invece avviene per la mammografia, per il test del sangue occulto nelle feci e per il Pap test o l'Hpv test utilizzati da tempo per la diagnosi precoce, rispettivamente, dei tumori del seno, del colon-retto e della cervice uterina".  

Per questo, continua lo specialista, "siamo partiti dalla necessità di individuare un esame di primo livello, non invasivo, a bassissimo costo e relativamente specifico per questa neoplasia per una valutazione iniziale della popolazione a rischio, a cui può essere poi consigliata la gastroscopia. Solo così è possibile aumentare il numero di diagnosi precoci. Nel 2022, abbiamo elaborato una prima versione di GastroForm, con 38 domande e la sua sottomissione a circa 5mila persone fra 40 e 80 anni. In base alle risposte, a più di 600 cittadini è stato consigliato di sottoporsi alla gastroscopia. La seconda fase del progetto ha visto il perfezionamento del questionario, grazie al coinvolgimento degli epidemiologi del'Istituto Mario Negri di Milano". Qui, prosegue Silvano Gallus, responsabile del Laboratorio di ricerca sugli Stili di vita del Mario Negri, "analizzando l'intera letteratura scientifica abbiamo aumentato il numero di domande di GastroForm, portandole a 79".  

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Sesso: lo psicologo, ‘complicato il rapporto dei giovani con il preservativo’

13 Giugno 2025
Sesso: lo psicologo, ‘complicato il rapporto dei giovani con il preservativo’

(Adnkronos) - “È complesso il rapporto tra giovani e preservativo. È caratterizzato da un mix di disinformazione, pressione socioculturale, insicurezza personale e mancanza di un’adeguata educazione sessuale ed affettiva”. Così Filippo Nimbi, psicologo clinico e psicosessuologo, commenta i dati principali dell’ultimo Osservatorio Giovani e Sessualità, realizzato nel 2024 da Durex in collaborazione con Skuola.net, che evidenziano una bassa percentuale di utilizzo abituale del preservativo (44%) e come 1 giovane su 4 non utilizza il preservativo perché lo percepisce come un ostacolo al piacere, in quanto ritiene che attenui le sensazioni e interrompa il momento. Queste barriere sono spesso frutto di un'insufficiente educazione affettiva e sessuale. L'imbarazzo (31,1%) e l'assenza di figure di riferimento (13,4%), derivanti dalla mancanza di dialogo in famiglia e a scuola, spingono molti giovani a cercare informazioni online (55,3%) per chiarire i propri dubbi, esponendoli al rischio di imbattersi in informazioni errate o fuorvianti. (VIDEO) 

 

“I dati dell’Osservatorio Durex, negli ultimi anni, tracciano una tendenza in evoluzione - spiega Nimbi – secondo cui I più giovani vivono sempre di più la propria sessualità come un’ulteriore area di performance nelle loro vite, come se fosse un esame da superare per piacere all’altro e sentirsi all’altezza delle aspettative”. In questo contesto, “alcune persone percepiscono il preservativo come un ostacolo al piacere, alla spontaneità o persino un elemento di ‘disturbo’ che può rendere più difficile l’erezione, tanto che la scelta più ovvia per alcuni potrebbe sembrare il non indossarlo. Ma stiamo parlando di falsi miti che circolano ancora in abbondanza sulla sessualità”. 

 

Il problema, secondo l’esperto, è che “questi falsi miti difficilmente vengono smontati perché manca un’educazione sessuale e affettiva adeguata, sia nelle scuole che in famiglia. I più giovani (e non solo) spesso non sanno e non si rendono conto che il preservativo può migliorare l’esperienza sessuale, offrendo maggiore sicurezza, serenità e dare più spazio all’esplorazione e al piacere. Troppo spesso viene ancora visto solo come un presidio sanitario e non come un alleato del benessere e del piacere sessuale. Inoltre - aggiunge Nimbi - per molti è ancora difficile parlare apertamente di sessualità, anche col proprio partner. E questa difficoltà di comunicazione alimenta l’evitamento del momento di confronto sul preservativo per non ‘rovinare l’atmosfera’ ed evitare ogni possibile imbarazzo. Proprio per questo, forse mai come oggi - sottolinea - abbiamo bisogno di uno spazio più sano di confronto sulla sessualità, dove i più giovani possano affrontare le proprie paure, confrontarsi fra loro e normalizzare esperienze che possono essere piacevoli e parti integranti del proprio percorso di crescita, alimentando il rispetto per il proprio corpo e la propria salute, oltre quella dei partner”. 

 

Proprio a partire dai dati dell’Osservatorio Giovani e Sessualità, Durex ha realizzato un nuovo prodotto in materiale ultra-sottile e aderente Nude Sensation, che garantisce una protezione affidabile e che è stato presentato a Milano, in occasione di un talk moderato da Marina Socrate, content creator e conduttrice, in un confronto sul tema della sessualità e dell’intimità tra i giovani. Il preservativo - informa l’azienda in una nota - non è solo uno strumento di protezione individuale. È uno strumento di libertà. Di rispetto. Di responsabilità. Per questo il brand ha scelto il claim ‘tutto ciò che senti è il tuo partner’ e la cantautrice Gaia come portavoce delle nuove generazioni. 

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Caldo e integratori, quali assumere e perché

13 Giugno 2025
Caldo e integratori, quali assumere e perché

(Adnkronos) - Con l'arrivo del caldo scatta la corsa agli integratori. Nel 2024, secondo un'elaborazione di Integratori & Salute - l'associazione che rappresenta il settore degli integratori alimentari in Italia ed è parte di Unione italiana food - su dati 'New Line' relativi al canale farmacia, i sali minerali e le vitamine conquistano il secondo e il terzo posto tra le categorie di integratori più utilizzati in Italia, subito dopo i probiotici. In particolare, le vendite di integratori a base di sali minerali nel 2024 hanno registrato un valore di 265,9 milioni di euro (+6,7%), pari a 14,9 milioni di confezioni vendute (+3,4%), mentre le vendite di vitamine hanno toccato quota 202,9 milioni di euro in valore (+4,2%) e 12,6 milioni di confezioni vendute, stabile rispetto all'anno precedente.  

"Alcuni nutraceutici possono aiutare l'organismo ad affrontare meglio le alte temperature, sostenendo la termoregolazione, il bilancio idrosalino e la difesa dallo stress ossidativo. Tuttavia, rimangono fondamentali misure come una buona idratazione, abbigliamento leggero e il riposo in ambienti freschi - spiega all'Adnkronos Salute Mauro Minelli, immunologo clinico e docente di nutrizione umana e nutraceutica presso l'Università Lum - Tra le sostanze più utili vi sono gli elettroliti (sodio, potassio, magnesio, cloruri), essenziali per reintegrare le perdite dovute alla sudorazione. Antiossidanti come la vitamina C e la vitamina E, se assunti in sinergia, possono ridurre i danni cellulari da calore. Adattogeni naturali come Rhodiola rosea ed Eleuterococco migliorano la tolleranza allo stress termico, mentre il coenzima Q10 favorisce la produzione energetica e la protezione cellulare, soprattutto in soggetti affaticati". 

"E' bene evitare sostanze stimolanti come caffeina e guaranà, che possono peggiorare la disidratazione", raccomanda Minelli che in generale precisa: "Chi è iperteso o assume farmaci, in particolare diuretici o antipertensivi, dovrebbe consultare il medico prima di ricorrere agli integratori. Infine, in presenza di sintomi gravi come febbre alta, nausea o confusione, è necessario un immediato intervento medico".  

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Ragioneria bacchetta Sardegna su legge stabilità regione

13 Giugno 2025
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Lettera al Mef. FI attacca, 'mancette del campo largo'
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Decadenza Todde, verso un secondo ricorso alla Consulta

13 Giugno 2025
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C.destra attacca, 'un blitz'. Attesa per udienza il 9 luglio
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Rissa vicino a centro accoglienza Sassari, assolti i 13 imputati

13 Giugno 2025
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La procura aveva chiesto condanne da 4 a 7 mesi di reclusione
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Caldo, pediatri: "Bambini a rischio tra colpi di calore e disidratazione"

13 Giugno 2025
Una bambina con il cappello per ripararsi dal sole (Foto )

(Adnkronos) - Aumenta la morsa del caldo sull'Italia. Oggi è previsto bollino rosso, l'allerta massima di livello 3, in 3 città: Bolzano, Campobasso e Perugia. E domani sarà anche peggio. A "rischiare di più come gli anziani" sono "i bambini, tra colpi di calore e disidratazione, quindi le parole d'ordine sono idratazione e protezione da temperature elevate e raggi solari". Lo afferma all'Adnkronos Salute Antonio D’Avino, presidente della Federazione italiana medici pediatri (Fimp), che richiama l’attenzione sulla necessità di "mettere al sicuro i piccoli dall'afa". Basta seguire alcune semplici regole. Innanzitutto "abbassare la temperatura corporea e idratare. E' fondamentale che i bambini nel corso della giornata assumano liquidi. La bevanda ideale è l'acqua. Devono bere poco ma spesso purché non si tratti di bevande zuccherate", avverte il presidente dei medici pediatri.  

Tra le mosse strategiche, anche "evitare di far uscire i bambini nelle ore centrali e più calde della giornata, dalle 11 alle 18, proprio come gli anziani e i fragili". Se questo non dovesse essere possibile, allora "è bene vestire i piccoli con indumenti leggeri, di colore chiaro e che consentano la traspirazione cutanea. Banditi dunque i tessuti sintetici - sottolinea D'Avino -. Ma la protezione deve riguardare anche gli occhi, la pelle e la testa. Quindi fondamentali occhiali con lenti adeguate all'età del bambino, filtro solare con fattore 50+ e cappellino".  

Tra gli effetti della tempesta di caldo sui bambini "sicuramente i colpi di calore e la disidratazione - fa notare il pediatra - L'organismo per abbassare la temperatura corporea perde liquidi attraverso la sudorazione. Vale anche per i più piccoli. Da qui la necessità di farli bere molto. Inoltre, l'esposizione prolungata alle alte temperature e al sole può causare colpi di calore. In tal caso è sufficiente mettere il bambino all'ombra, in un ambiente fresco e areato e idratarlo", conclude.  

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Iran sotto attacco, nuovo colpo all'economia globale: l'impatto della crisi

13 Giugno 2025
 (Photo by Atta KENARE / AFP) - AFP

(Adnkronos) - L'attacco israeliano all'Iran è un nuovo colpo per l'economia globale. L'atto di guerra si aggiunge alle pressioni già da anni consistenti, esercitate dal conflitto in Ucraina e dalle tensioni in Medio Oriente, con Gaza e la Cisgiordania in piena crisi umanitaria. Sale il livello di incertezza e aumentano i rischi per la crescita e la tenuta del sistema degli scambi commerciali, già penalizzato dalla politica di Trump sui dazi. Mai come in questa fase diventa il fattore geopolitico l'elemento di maggiore preoccupazione per le istituzioni internazionali, dalla Bce al Fmi e alla Banca Mondiale, che provano a prevedere e gestire l'impatto delle crisi che si stanno moltiplicando nel mondo.  

Se l'impatto della notizia dell'attacco all'Iran è stato subito evidente per i mercati finanziari , le ripercussioni sull'economia reale e per il tessuto produttivo saranno quantificabili con più precisione solo nel tempo. Partendo, però, dall'evidenza che si sommeranno alle fibrillazioni già in atto. 

Un altro fattore che va considerato è l'effetto spesso perverso delle sanzioni, che sono l'unico strumento possibile per esercitare una pressione su chi aggredisce un altro Paese, è il caso della Russia, o su chi non rispetta gli standard internazionali, è il caso dell'Iran. Nel caso di Israele, che ha legami forti con tutte le economie occidentali, le sanzioni si sono limitate finora a quelle personali, contro i due ministri Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich, da parte di Regno Unito, Australia, Canada, Nuova Zelanda e Norvegia. Il problema delle sanzioni, in generale, è sempre lo stesso: possono colpire un bersaglio ma si portano sempre dietro effetti collaterali che indeboliscono anche chi le impone.  

Quali sono, più in concreto, le conseguenze sul piano economico dell'escalation tra Israele e Iran? Se ne possono sintetizzare tre: l'aumento dei prezzi dell'energia, la contrazione dell’export, le tensioni sulle catene di approvvigionamento. Il primo tema, quello dell'energia, riporta in primo piano il livello di indipendenza dell'Italia dall'estero. Gli sforzi fatti per ridurre l'impatto della Russia nel mix energetico hanno contribuito a esporre di più il Paese su altri fronti. A oggi, quasi un terzo delle forniture di gas e petrolio arriva dal Medio Oriente. La salita del prezzo del petrolio, in particolare, ha conseguenze immediate sia sull'inflazione, e quindi sui prezzi al consumo, sia sui costi di produzione. Un problema ulteriormente aggravato dall'instabilità politica dei Paesi da cui arrivano forniture alternative, come quelli africani. 

Da un punto di vista commerciale, le imprese italiane che fanno import/export con Israele e Medio Oriente sono destinate a fare i conti con un aumento dei costi per la logistica e per la protezione assicurativa, oltre che con una domanda inevitabilmente in calo. Quando parliamo di logistica, non possiamo trascurare i costi per il trasporto delle merci. Le rotte commerciali mondiali sono state già colpite, sia per la guerra in Ucraina, sia per la crisi che ha interessato il Mar Rosso, con gli attacchi ai cargo da parte degli Houthi, sostenuti proprio dall’Iran. Oggi con i bombardamenti israeliani è facile prevedere che la tensione possa tornare a salire in tutta l'area. (Di Fabio Insenga) 

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Re Carlo e la passione per le corse dei cavalli, sarà a tutti gli eventi di Ascot

13 Giugno 2025
Carlo e Camilla - Fotogramma /Ipa

(Adnkronos) - Anche se, come è noto, domani re Carlo non arriverà al 'Trooping the Colour' a cavallo, il sovrano è comunque pronto ad andare a tutti gli eventi del Royal Ascot, dopo essersi reso conto di quanto ami questa ricorrenza. Lo scrive il Sun, secondo cui Charles sarà presente assieme alla regina Camilla a tutti gli appuntamenti che si svolgeranno per 5 giorni all'ippodromo a due passi dal castello di Windsor, nel Berkshire, per fare il tifo per i suoi cavalli dal palco reale, dopo aver ammesso di essere rimasto "sorpreso" da quanto amasse questa occasione. 

Carlo è stato un ospite fisso di Ascot nel corso degli anni, così come sua madre, la defunta Regina Elisabetta II, grande appassionata di corse di cavalli. Anche Camilla è una grande fan dell'evento. Da quando Carlo è diventato re, si è divertito a impegnarsi anche in questo ambito. E una fonte ha dichiarato al tabloid britannico: "Camilla è appassionata di corse di cavalli da molti anni, ma il re è rimasto sorpreso da quanto gli piacciano. È un'opportunità per incontrare gli ospiti e dimostrare sostegno al settore delle corse dei cavalli."  

Il re dovrebbe avere due cavalli che correranno all'ippodromo, anche se l'elenco completo dei partecipanti non è stato ancora confermato ufficialmente. Il suo cavallo, The King's Falcon, potrebbe rivelarsi una scommessa azzeccata nelle gare che si svolgeranno da martedì 18 giugno a sabato 22 giugno e che partiranno con il King Charles III Stakes, uno degli eventi più importanti della giornata inaugurale.  

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Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati saranno santi il 7 settembre

13 Giugno 2025
Carlo Acutis - Fotogramma / Ipa

(Adnkronos) - Papa Prevost, nel suo primo Concistoro ordinario pubblico, ha stabilito che Carlo Acutis, 'patrono' di Internet, e Pier Giorgio Frassati saranno santi domenica 7 settembre, con tutta probabilità in piazza San Pietro. 

Papa Francesco aveva inizialmente annunciato la canonizzazione del Beato Carlo Acutis durante il Giubileo degli adolescenti, in programma per il 27 aprile. In seguito alla morte di papa Francesco, la canonizzazione è stata sospesa. Papa Francesco aveva poi autorizzato la canonizzazione di Pier Giorgio Frassati, beato torinese, il 3 agosto durante il Giubileo della Gioventù a Roma. 

Carlo Acutis, morto a soli 15 anni sarà dunque il primo santo 'millennial'. Stroncato a 15 anni dalla leucemia fulminante nel 2006, è considerato il 'patrono di Internet' per la sua passione per l'informatica. Acutis aveva una fede profonda, anche a dispetto delle sofferenze procurategli dalla malattia che lo portò rapidamente alla morte. Ripeteva spesso: ''L'Eucaristia è la mia autostrada per il cielo''. Nel caso di Carlo Acutis è stata ritenuta miracolosa la guarigione di Matheus, un bambino brasiliano di sei anni affetto da pancreas anulare, una rara anomalia congenita del pancreas, evidenziata da un esame clinico nel 2012, che avrebbe potuto essere corretta solo con un intervento chirurgico. 

Pier Giorgio Frassati, morto a 24 anni, era un giovane studente torinese, terziario domenicano e membro di vincenziani, Fuci e Azione Cattolica, è uno dei più noti beati tra le nuove generazioni di cattolici, considerato uno dei santi 'sociali' italiani. Membro di una famiglia agiata, dedito alla preghiera e ai fragili, era anche un valido sportivo: 'Un alpinista… tremendo', lo definì Giovanni Paolo II che volle beatificarlo nel 1990. Il miracolo, riconosciuto dalla Chiesa al fine della beatificazione di Pier Giorgio, è la guarigione di Domenico Sellan, un friulano che aveva contratto, verso la fine degli anni trenta, il morbo di Pott. Questi, quasi in fin di vita, guarì repentinamente e senza un'evidente spiegazione medica, dopo che un suo amico sacerdote gli aveva donato un'immagine con una piccola reliquia di Pier Giorgio Frassati, al quale Sellan si rivolse con fiducia, supplicandolo d'intercedere per lui presso il Signore, secondo i principi della religione cattolica, per ottenere la guarigione. 

 

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Assofond, stretta fra dazi e costi energia industria fonderie è in morsa mortale

13 Giugno 2025
Fabio Zanardi presidente Assofond

(Adnkronos) - Dall’assemblea generale di Assofond, l’associazione di Confindustria che rappresenta le fonderie italiane, proviene un allarme drammatico sullo stato dell'industria. Il presidente Fabio Zanardi ha denunciato una crisi strutturale che sta mettendo in ginocchio un comparto strategico per l'intera manifattura italiana ed europea, con volumi produttivi ai minimi storici e prospettive fosche per il futuro prossimo. La situazione è di estrema urgenza, con molte aziende che rischiano la chiusura in assenza di un concreto cambio di rotta. Un contesto peraltro comune all’industria italiana nel suo complesso che, prima del leggero rimbalzo di aprile (+0,3%), era reduce da una lunghissima serie di 26 mesi consecutivi di calo tendenziale della produzione. L’assemblea, svoltasi a Soave, in provincia di Verona, ha visto la partecipazione, oltre che dei leader del settore, di esperti e rappresentanti istituzionali. La voce delle fonderie è stata rappresentata, oltre che da Zanardi, da Chiara Danieli (presidente Eff-European foundry federation): entrambi hanno chiesto risposte concrete sulle questioni più urgenti di politica economica all’on. Paolo Borchia, europarlamentare e membro della Commissione per l'industria, la ricerca e l'energia.  

Ad arricchire il dibattito, due voci che hanno chiarito il quadro geopolitico e regolatorio attuale: Gianclaudio Torlizzi (esperto di materie prime e consulente del Ministero della Difesa) e Massimo Beccarello (esperto di energia e docente all’Università degli Studi Milano-Bicocca). Il 2024 delle fonderie e le prospettive per il 2025 Nel 2024 la produzione delle fonderie italiane si è attestata a circa 1,6 milioni di tonnellate di fusioni, in calo del 12,3% rispetto al 2023, mentre il fatturato è diminuito del 12,8%. Per le fonderie di metalli ferrosi, il calo è stato ancora più marcato: -17,2% nella produzione, che ha raggiunto i livelli più bassi dal 1980, e -19,2% nel fatturato. Hanno invece mostrato qualche segnale di resistenza le fonderie di metalli non ferrosi, che hanno chiuso l’esercizio con un calo della produzione del 6,1% e del fatturato del 9,2%. Anche il primo trimestre del 2025 non ha invertito la rotta, registrando un -9,5% nella produzione e -8,7% nel fatturato rispetto allo stesso periodo del 2024. Questa contrazione non è un evento isolato, ma il risultato di una tendenza ormai di lungo periodo che compromette competitività e domanda globale delle imprese. La crisi energetica che prosegue Il settore è schiacciato tra una domanda in forte rallentamento e costi di produzione troppo elevati, in particolare quelli energetici, tra i più alti d’Europa e del mondo.  

"L'emergenza energetica - sottolinea il presidente di Assofond - che persiste dal 2021, non ha ancora trovato una soluzione. Anche se il 45% del mix energetico nazionale proviene ormai da fonti rinnovabili, il prezzo dell'elettricità in Italia rimane legato a quello del gas: una grave anomalia che penalizza le imprese e distorce il mercato. E mentre le fonderie lottano per la sopravvivenza, i fornitori di utilities registrano profitti record". Il presidente Zanardi ha poi sottolineato il rischio che, ancora una volta, le imprese energivore di piccole e medie dimensioni possano restare sostanzialmente escluse dai sostegni, essendo "troppo piccole per rientrare tra i grandi energivori, e troppo energivore per rientrare tra le pmi".  

Le fonderie italiane non sono tra le imprese più colpite direttamente dall’aumento al 50% dei dazi Usa su acciaio e alluminio. L’impossibilità di essere competitivi verso i mercati extra-Ue, proprio a causa dei costi di produzione troppo elevati, aveva infatti già portato negli anni precedenti a una forte riduzione della quota di export verso gli Usa (178 milioni di euro su 7,5 miliardi di fatturato totale nel 2024, -44% rispetto al 2023). Il problema è rappresentato però dagli effetti indiretti di queste misure, potenzialmente devastanti: la possibile invasione di fusioni provenienti dal Far East sul mercato europeo; il Carbon border adjustment mechanism (Cbam), che aumenterà il costo delle materie prime per le fonderie italiane, senza tassare le fusioni extracomunitarie che entrano nella UE; il rischio di nuovi dazi sui settori committenti (come l'automotive), che potrebbero ridurre ulteriormente la domanda di fusioni italiane.  

Serve una forte presa di coscienza e un intervento rapido a livello europeo per sostenere la manifattura continentale. La spinta verso la decarbonizzazione, pur fondata su obiettivi condivisibili, si scontra con la realtà della competitività. "Siamo all’ultima chiamata - ha detto ancora Zanardi - non c’è più tempo per i tentennamenti. L’Europa deve decidere se perseguire i suoi obiettivi di decarbonizzazione con un approccio pragmatico e aperto a possibili deviazioni, oppure con un approccio ideologico che porta dritti alla deindustrializzazione, con effetti potenzialmente disastrosi non solo in termini economici e occupazionali ma anche di dipendenza strategica da Paesi ostili o potenzialmente tali. Ridurre i costi energetici, semplificare le normative, garantire l’accesso alle materie prime critiche e sostenere l’innovazione delle imprese sono esigenze imprescindibili". Le strategie per il rilancio Ma quali sono, in concreto, le possibili soluzioni? "Le nostre proposte sono chiare - ha ribadito - in prima battuta bisogna concentrarsi sull’energia, e mettere innanzitutto mano con coraggio al disaccoppiamento del costo dell’elettricità da quello del gas. Un primo passo è stato fatto con l’Energy Release, che di fatto restituisce un disaccoppiamento per il 35% del fabbisogno delle imprese partecipanti per tre anni. Ma questa misura è ancora bloccata dai rilievi della Commissione europea e, in ogni caso, non è definitiva: è necessario trovare il modo di arrivare a un disaccoppiamento strutturale".  

L’altra leva possibile per ridurre i costi energetici è quella del credito d’imposta: "Quando è stato introdotto si è rivelato uno strumento rapido, efficace e mirato. Si potrebbe pensare di riproporlo, con le dovute modifiche e aggiornamenti al nuovo contesto, in attesa dell’auspicata riforma strutturale del mercato elettrico". Il tempo, però, è poco. «L’industria ha bisogno di un intervento immediato: la frustrazione è tanta, perché il problema è noto da tempo, ma nessuno fa nulla. E questo è mortificante. Perché, se almeno ci dicessero: 'non servite più', potremmo prenderne atto. Ma invece no: sappiamo che l’Europa ha bisogno delle nostre imprese. E troviamo ovunque conferme. Ma restiamo di fatto fermi, inermi di fronte a un declino che potrebbe diventare irreversibile. E ci nutriamo solo di speranze. Speranze che, quando ci ritroveremo senza lavoro, senza persone, con un pugno di impianti valorizzati al peso del rottame, non ci serviranno più a nulla". 

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Nadal, ennesimo record: racchetta venduta all'asta a 136mila euro

13 Giugno 2025
Rafael Nadal - Fotogramma/IPA

(Adnkronos) - Ennesimo record per Rafael Nadal. Anche dopo il ritiro, il fuoriclasse spagnolo continua a centrare primati. Stavolta, il merito è della sua racchetta. In particolare, quella usata nella finale del Roland Garros 2017 vinta in tre set contro Wawrinka, diventata la più cara di sempre. Quella leggendaria racchetta è stata venduta in un'asta di memorabilia a 157.333 dollari (circa 136mila euro), sulla piattaforma Prestige Memorabilia.  

 

"Trovare una racchetta usata da Nadal in una finale Slam è una rarità - hanno spiegato gli organizzatori dell'asta -. Il 2017 è la stagione in cui Nadal torna a consacrarsi re della terra battuta. Questa racchetta è una reliquia che risale esattamente a quella campagna che ha segnato un'epoca". Il prezzo finale è anche il più alto mai pagato per un oggetto appartenuto al campione spagnolo.  

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Droni esplosivi, Mossad e lanciamissili: il retroscena sull'attacco di Israele all'Iran

13 Giugno 2025
Murales a Teheran, Iran - Afp

(Adnkronos) - Dopo l'attacco lanciato da Israele all'Iran, arrivano i primi retroscena sull'operazione dello Stato ebraico contro siti nucleari, vertici militari e scienziati di Teheran. 

Secondo quanto riferito da una fonte della sicurezza israeliana, il Mossad avrebbe infatti allestito all'interno dell'Iran una base per droni carichi di esplosivo, che erano stati introdotti clandestinamente nel Paese con largo anticipo e attivati durante l'attacco israeliano. 

Secondo la fonte, i droni sono stati lanciati contro i lanciamissili terra-terra di una base vicino a Teheran, ritenuti una minaccia diretta per Israele. Contemporaneamente, unità commando del Mossad operavano nell'Iran centrale, schierando sistemi d'arma a guida di precisione in aree aperte vicino alle batterie missilistiche terra-aria iraniane. Questi sistemi sono stati attivati all'inizio dell'attacco aereo israeliano. 

Secondo il portavoce delle Idf Defrin, in una dichiarazione rilasciata stamane dopo i primi attacchi, l'intelligence israeliana ha recentemente rilevato una significativa accelerazione negli sforzi nucleari dell'Iran. Secondo gli 007, il regime iraniano ha istituito "un programma segreto attraverso il quale importanti scienziati nucleari hanno segretamente sviluppato tutti i componenti necessari per un'arma nucleare". 

"Questa è la prova inequivocabile che il regime iraniano sta lavorando attivamente per ottenere un'arma nucleare nel prossimo futuro", ha affermato, aggiungendo che l'Iran possiede migliaia di missili balistici e intende raddoppiare o addirittura triplicare il suo arsenale. Il regime, ha detto, "continua ad armare e finanziare i suoi alleati in tutto il Medio Oriente per agire contro lo Stato di Israele. L'obiettivo di questa operazione è quello di rimuovere la minaccia". 

 

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Israele, attacco all'Iran. Netanyahu: "In gioco la nostra sopravvivenza" - Video

13 Giugno 2025

(Adnkronos) - Israele ha lanciato un attacco contro l'Iran per garantire la propria "sopravvivenza". E' il messaggio che il premier israeliano Benjamin Netanyahu diffonde dopo l'avvio dell'operazione Leone Nascente, che ha lo scopo di "ridurre la minaccia iraniana alla sopravvivenza stessa di Israele". L'attacco, ha detto il premier, durerà "molti giorni". 

"Abbiamo colpito al cuore del programma di arricchimento nucleare dell'Iran", ha dichiarato Netanyahu in un discorso televisivo registrato. "Abbiamo colpito al cuore del programma di armamento nucleare dell'Iran. Abbiamo preso di mira il principale impianto di arricchimento iraniano a Natanz. Abbiamo colpito i principali scienziati nucleari iraniani che lavorano alla bomba iraniana. Abbiamo colpito il cuore del programma missilistico balistico dell'Iran". 

"Lo scorso anno l'Iran ha lanciato 300 missili contro Israele. Presto questi missili potrebbero avere testate nucleari, è una minaccia intollerabile che va fermata", ha detto. "L'Iran e i suoi alleati stanno cercando di avvolgere Israele in un anello di fuoco", ha aggiunto, evidenziando le operazioni compiute da Israele contro Hamas e Hezbollah. "Non siamo in lotta con il popolo iraniano, ma con la dittatura che vi opprime. Non lasceremo che il regime più pericoloso arrivi ad avere le armi più pericolose. Non avevamo altra scelta: agire. E agire ora". 

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