(Adnkronos) - Fabio Quartararo conquista la pole position nel Gp di Assen. Il pilota francese partirà davanti a tutti per la quarta volta in stagione, dopo aver preceduto nelle qualifiche la Ducati di Pecco Bagnaia. A chiudere la prima fila del Gran Premio d'Olanda ci sarà Alex Marquez. Marc Marquez, leader del Mondiale, aprirà la seconda fila con la sua Ducati. Oggi alle 15 via alla gara sprint, per assegnare i primi punti del weekend.
Ecco la griglia di partenza del Gp di Assen:
1. Quartararo 1'30"651
2. Bagnaia a 0.028
3. A. Marquez a 0.160
4. M. Marquez a 0.220
5. Bezzecchi a 0.409
6. Morbidelli a 0.519
7. Aldeguer a 0.635
8. Di Giannantonio a 0.678
9. Acosta a 0.703
10. Vinales a 0.814
11. Fernandez a 0.867
12. Zarco a 0.996.
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(Adnkronos) - Uno straordinario Fabio Quartararo conquista la pole position nel Gp di Assen. Per il francese della Yamaha, la quarta pole stagionale arriva con uno stratosferico 1:30.651. Preceduta di soli 28 millesimi la Ducati di Francesco Bagnaia, che scatterà dalla prima fila davanti ad Alex Marquez (Team Gresini). Quarto il leader del Mondiale Marc Marquez (Ducati), quinto Marco Bezzecchi (Aprilia), sesto Franco Morbidelli. Oggi alle 15 la gara sprint, per assegnare i primi punti del weekend olandese.
Ecco la griglia di partenza del Gp di Assen:
1. Quartararo 1'30"651
2. Bagnaia a 0.028
3. A. Marquez a 0.160
4. M. Marquez a 0.220
5. Bezzecchi a 0.409
6. Morbidelli a 0.519
7. Aldeguer a 0.635
8. Di Giannantonio a 0.678
9. Acosta a 0.703
10. Vinales a 0.814
11. Fernandez a 0.867
12. Zarco a 0.996.
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(Adnkronos) - "Chiara Ferragni a ‘Ballando con le Stelle’? L’ho chiamata ma al momento non se l’è sentita’. Poi non so quando, se e come deciderà di rispondere, vedremo". A dirlo è Milly Carlucci, rispondendo alle domande dei giornalisti in occasione dei palinsesti autunnali della Rai presentati ieri a Napoli. Più che confermata invece la giuria del programma: Lucarelli, Zazzaroni, Mariotto, Canino e Smith. "Ci vogliamo bene, nelle famiglie è giusto confrontarsi, avere opinioni diverse", dice la conduttrice. E sull’ipotesi Barbara D'Urso nel cast della prossima edizione, glissa: "Questo è il bello di fare i casting di ‘Ballando con le stelle’. Nei mesi prima tutti ti fanno proposte, si fanno ipotesi, alcune sono nate, altre sono morte, altre confermate, continuate a seguirci”.
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(Adnkronos) - Parigi capitale della medicina della riproduzione per la 4 giorni del 41esimo Congresso Eshre, in programma nella Ville Lumière da domenica 29 giugno a mercoledì 2 luglio. Saranno oltre 12mila, da 138 Paesi del mondo, i partecipanti attesi al Meeting 2025 della Società europea di riproduzione umana ed embriologia. In agenda oltre 80 sessioni scientifiche, di cui 38 tenute da relatori esperti e 42 comunicazioni orali selezionate da un comitato scientifico ad hoc; 13 le sessioni poster, 185 gli espositori. Un Journal club live offrirà approfondimenti sulle principali novità del summit, mentre 5 Giovani ambasciatori le proporranno via X alla platea social. Spazio anche alla voce dei pazienti, in 4 sessioni di confronto con le principali associazioni per la fertilità.
Il popolo dell'Eshre 2025 sarà ospitato al Paris Expo Porte de Versailles, tra i più grandi centri congressi d'Europa, con il suo tetto verde sulla capitale francese. Sarà "un prestigioso incontro internazionale tra i massimi esperti in scienze e medicina riproduttiva", che "celebra oltre 4 decenni di straordinari successi nella riproduzione umana e guarda ai progressi futuri", spiegano i promotori, presentando un "variegato programma scientifico" che spazia a 360 gradi sulla medicina della riproduzione: si parlerà di "genetica, dati globali sull'infertilità, tecniche di procreazione assistita (Pma), diagnosi pre-impianto (Pgt), endometriosi, stimolazione ovarica, ricerca sugli embrioni, fertilità maschile, considerazioni etiche, educazione alla fertilità, intelligenza artificiale, preservazione della fertilità, nuovi metodi chirurgici e altro ancora", elenca l'Eshre dando appuntamento al 29 giugno, quando "una selezione di corsi pre-congressuali offrirà formazione su una varietà di argomenti chiave".
Anche quest'anno il congresso adotterà un formato ibrido, con la possibilità di partecipare ai lavori sia in presenza sia in modalità virtuale. Cicerone digitale al meeting la App Eshre 2025, scaricabile attraverso un QR Code dal sito dell'evento o dagli store Apple e Google Play. Già nota la prossima destinazione, la numero 42: l'Eshre 2026 passerà la Manica e si terrà dal 5 all'8 luglio a Londra, Regno Unito.
(Adnkronos) - "Allo stato attuale, tutte le ipotesi" sull'origine di Covid-19 "devono rimanere sul tavolo, comprese quelle relative allo spillover" dall'animale e "alla fuga del virus da un laboratorio". E' quanto ha concluso il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, commentando durante un briefing con la stampa a Ginevra l'ultimo rapporto sull'attività del Sago, gruppo consultivo scientifico dell'Oms sulle origini dei nuovi patogeni, composto da 27 esperti indipendenti.
Il panel, ha precisato il Dg, ha "contribuito a far progredire la comprensione" sul tema, "ma molte delle informazioni necessarie per valutare appieno tutte le ipotesi non sono state fornite", ha avvertito. "Sappiamo che i membri del gruppo non sono d'accordo su ogni punto. All'inizio di questa settimana uno si è dimesso e altri tre hanno chiesto che i loro nomi venissero rimossi dal rapporto".
Cosa, secondo quanto riporta il Dg, non ha permesso di arrivare a una conclusione definitiva? Il fatto che mancano ancora tasselli del puzzle. Per esempio, "nonostante le nostre ripetute richieste - ha detto il capo dell'Oms - la Cina non ha fornito centinaia di sequenze virali di pazienti con Covid all'inizio della pandemia, informazioni più dettagliate sugli animali venduti nei mercati di Wuhan e informazioni sul lavoro svolto nei laboratori di Wuhan e sulle loro condizioni di biosicurezza". L'Oms "è anche a conoscenza di informazioni di rapporti di intelligence realizzati da altri Governi in tutto il mondo sulle origini del Covid. Abbiamo anche richiesto l'accesso a tali rapporti". Ma "né l'Oms né il Sago hanno ancora avuto accesso a questi rapporti, né ai dati sottostanti".
Da qui l'inconcludenza del rapporto, dal quale - ha spiegato la Chair del Sago Marietjie Venter (Università del Witwatersrand, Sudafrica) - emerge solo che, "allo stato attuale, la maggior parte dei dati scientifici e delle prove scientifiche pubblicate e accessibili supportano l'ipotesi di una trasmissione zoonotica del virus dagli animali, direttamente dai pipistrelli o tramite ospiti intermedi, agli esseri umani". Questa resta la prima ipotesi. Ma gli esperti ne elencano in totale 4 e non sono in grado di concludere esattamente nemmeno "quando, dove e come Sars-CoV-2 sia entrato per la prima volta nella popolazione umana". Inoltre, ha aggiunto Venter, "non dovrebbe essere esclusa" neanche la fuga dal laboratorio perché "molte delle informazioni necessarie a supportare questa ipotesi non sono state rese disponibili". In definitiva, dunque, finché "non saranno soddisfatte ulteriori richieste di informazioni o non saranno disponibili ulteriori dati", l'epilogo del rapporto resterà "inconcludente".
"Continuiamo a fare appello alla Cina e a qualsiasi altro Paese in possesso di informazioni sulle origini del Covid affinché le condividano apertamente - ha esortato il Dg Tedros - nell'interesse di proteggere il mondo da future pandemie". Il rapporto reso pubblico oggi è un aggiornamento della valutazione già pubblicata dal Sago, che si è riunito 52 volte da quando è stato attivato nel luglio 2021, per tentare di giungere a conclusioni certe sulle origini di Covid. Questo succedeva dopo la missione congiunta in Cina di esperti internazionali e cinesi che ha avuto luogo tra gennaio e febbraio 2021 su mandato degli Stati membri dell'Oms (risoluzione adottata in una sessione dell'Assemblea mondiale della sanità a fine 2020).
"Come afferma il rapporto, non si tratta solo di un'impresa scientifica, ma di un imperativo morale ed etico", ha affermato Venter. "Comprendere le origini del Sars-CoV-2 e come abbia scatenato una pandemia è necessario per contribuire a prevenire future pandemie, salvare vite umane e mezzi di sussistenza e ridurre la sofferenza globale".
La pandemia di Covid, ha rimarcato il Dg dell'Oms, "è stata l'emergenza sanitaria più grave degli ultimi 100 anni. Ha causato circa 20 milioni di morti, ha spazzato via almeno 10 trilioni di dollari dall'economia globale e ha causato enormi sconvolgimenti sociali e politici. E non possiamo parlarne al passato - ha ammonito - Sebbene la crisi sia chiusa, il virus rimane. Negli ultimi 5 anni abbiamo imparato molto su Covid-19, ma c'è una domanda cruciale sulla pandemia a cui non abbiamo ancora risposto: come è iniziata. Capire come inizia qualsiasi focolaio, epidemia o pandemia è essenziale per prevenire future epidemie".
Il lavoro per comprendere le origini del Sars-CoV-2, conclude quindi l'Oms, rimane incompiuto. L'agenzia, si legge in una nota, "accoglie con favore qualsiasi ulteriore prova e il Sago rimane impegnato a esaminare qualsiasi nuova informazione qualora dovesse rendersi disponibile".
Leggi tutto: Covid, l'origine rimane un 'mistero'. Oms: "Esperti divisi e Cina non dà dati"
(Adnkronos) - La scelta di Portland ha stupito tutta l'Nba. Nel corso dell'ultimo Draft, i Trail Blazers hanno cambiato la loro chiamata (in origine la 11) con quella di Memphis (la 16), scegliendo un giocatore inaspettato. Si tratta del cinese Yang Hansen, centro di 2.15 di 19 anni. Nelle ultime stagioni, il gigante cinese ha dominato in patria con i Qingdao Eagles, mettendo in bacheca anche il premio di miglior difensore nel 2024.
Ma chi è Yang Hansen? E perché la sua chiamata ha stupito il Draft 2025? Intanto, qualche numero. La media della sua ultima stagione racconta 16.6 punti, 10.5 rimbalzi e 2.6 stoppate a partita, con il 58.6% dal campo. Le previsioni della vigilia davano la chiamata al secondo giro, ma Portland - che in squadra ha già diversi giocatori per coprire il ruolo, tra cui Donovan Clingan - ha fatto una scommessa non banale. Qualcuno in America lo ha già definito, con un azzardo, uno "Jokic cinese", mentre altri negli States hanno paragonato alcune sue caratteristiche a quelle di Nikola Vucevic, oggi ai Chicago Bulls.
La mossa a sorpresa dei Blazers potrebbe legarsi al marketing, visto che la Nba a ottobre tornerà in Cina per due partite di pre-season. Il mercato cinese è da sempre attento al basket e questo ragazzo (considerando anche che la chiamata di un cinese al primo giro del Draft mancava dal 2007, con Yi Jianlian selezionato da Milwaukee) è potenzialmente in grado di attirare un gran pubblico, visto che è stato All Star del campionato nazionale nelle ultime due stagioni. La curiosità è che Hansen ha già fatto innamorare i tifosi nella conferenza stampa di presentazione, rispondendo così a una domanda: "Cosa mi piace fare fuori dal campo? A volte dormo, anzi dormo sempre! Mi piace giocare alla PlayStation. E mangiare". L'attesa, adesso, è tutta per l'esordio. Di sicuro, coach Chauncey Billups avrà una carta in più da giocare.
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(Adnkronos) - "Mr President, cambi la legge sulla marijuana". Un gruppo di celebrità dello sport e dello showbiz americano ha scritto una lettera aperta alla Casa Bianca per sollecitare il presidente Donald Trump a intervenire con decisione sulla riforma della legge sulla cannabis.
Tra i firmatari della missiva figurano il campione Nba Kevin Durant, la leggenda del pugilato Mike Tyson, e altre leggende dello sport a stelle e strisce come Allen Iverson, Roy Jones Jr., Dez Bryant e Ricky Williams, oltre a nomi noti della musica come Lil Pump, Ralo e Wyclef Jean. Il gruppo si presenta come la "Coalizione di Atleti e Artisti a Sostegno degli Obiettivi Politici del Presidente Trump" e chiede clemenza per i reati non violenti legati alla marijuana, una nuova classificazione della sostanza e la fine delle discriminazioni nel settore bancario verso le imprese della cannabis.
La lettera, resa pubblica da Fox News, accusa duramente l'ex presidente Joe Biden di aver ignorato le promesse fatte agli elettori sulla giustizia penale. "Ci sono persone che stanno ancora scontando lunghe pene federali per condotte oggi legali in molti stati: un'incarcerazione che è non solo crudele, ma anche assurda", si legge nel testo.
I firmatari ricordano l'indulto concesso da Trump nel 2020 al produttore musicale Weldon Angelos, condannato a 55 anni per reati legati alla marijuana. E rilanciano: "La mancata azione dell'amministrazione Biden rafforza l'urgenza di una leadership coraggiosa".
Oltre alla richiesta di clemenza, il gruppo propone la riclassificazione della marijuana da sostanza di "classe I" – la più severa, riservata a droghe come l'eroina – a "classe III", che ne riconoscerebbe l'uso medico e ridurrebbe le barriere economiche e scientifiche.
Viene inoltre denunciato il persistere di pratiche bancarie discriminatorie contro le imprese che operano legalmente nel settore: "Nonostante generino oltre 35 miliardi di dollari l'anno e impieghino più di 450mila persone, queste aziende non hanno accesso ai normali servizi finanziari e subiscono aliquote fiscali superiori all'85%", si legge nel documento. La coalizione conclude esprimendo pieno sostegno agli sforzi di Trump per una riforma legislativa che garantisca "pari opportunità economiche e accesso al credito per tutte le imprese americane".
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(Adnkronos) - "Sei una meraviglia". È stato questo il primo sussurro di Jeff Bezos rivolto alla sua sposa, Lauren Sanchez, nel momento in cui l'ha vista apparire nel suo abito da sogno firmato Dolce & Gabbana. Un vestito di pizzo bianco, raffinato, corsettato, con collo alto in stile anni '50, ispirato all'eleganza senza tempo di Sophia Loren. Ma in quella frase, semplice e potentissima, c'era ben più del solo stupore per l'abito.
Un complimento nato in intimità - sussurrato tra i due prima della cerimonia - e poi ripetuto, con orgoglio, dolcezza e fierezza, come hanno riferito insider all'Adnkronos, mentre gli sposi facevano il loro giro tra i tavoli dei 200 ospiti vip nel suggestivo Teatro Verde dell'isola di San Giorgio Maggiore a Venezia. Lì, tra celebrità, personalità del jet set internazionale e amici stretti, Bezos ha guardato sua moglie negli occhi e ha detto di nuovo, a voce alta: "Sei una meraviglia".
Niente microfoni, niente discorsi preparati: solo un momento spontaneo, capace però di rubare la scena. Gli ospiti si sono commossi, alcuni hanno applaudito, altri hanno sorriso, consapevoli di assistere non solo a un matrimonio sontuoso, ma anche a una dichiarazione d’amore in tempo reale. Uno dei tanti vip ha raccontato: "È stato come in un film, ma senza copione. Jeff era visibilmente emozionato. Non guardava solo l'abito, guardava Lauren come se fosse la prima volta".
Il matrimonio tra Lauren Sanchez e Jeff Bezos sull'isola di San Giorgio Maggiore a Venezia è stato immortalato subito, in esclusiva, nella cover digitale di 'Vogue', che ha svelato in anteprima il sontuoso abito da sposa firmato Dolce & Gabbana . Anche lo smoking nero impeccabile indossato dal fondatore di Amazon è stato disegnato dalla coppia di stilisti.
In un'intervista esclusiva, la giornalista e conduttrice 55enne ha raccontato il dietro le quinte della creazione del suo abito, rivelando l'inattesa musa ispiratrice: Sophia Loren nel film 'Un marito per Cinzia' (1958) di Melville Shavelson. "Cercavo foto di spose anni '50. Ho visto Sophia Loren con le mani giunte e quel pizzo alto fino al collo…Ho capito subito: quello era l'abito", ha raccontato Lauren. Il risultato? Un capolavoro sartoriale: bustino corsettato, collo alto in pizzo e una fila di 180 bottoni rivestiti in chiffon di seta, che correvano dalla scollatura fino allo strascico. "Era come vivere in un sogno", ha detto Sanchez. E in effetti, sembrava uscita da un film.
Conosciuta per i suoi look audaci - come il bustier in pizzo sotto la giacca sfoggiato all'inaugurazione di Trump - Sanchez ha sorpreso tutti con una scelta elegante e 'coprente'. "È diverso da ciò che la gente si aspetta da me. Ma è profondamente mio", ha confidato a "Vogue".
Anche i dettagli più simbolici del rito non sono stati trascurati. Lauren ha rispettato la tradizione del "qualcosa di vecchio, nuovo, prestato e blu": per quest'ultimo, ha portato con sé un oggetto del suo storico volo nello spazio con Blue Origin ad aprile, dove era parte dell'equipaggio femminile del razzo New Shepard. "Vedere la Terra dallo spazio è stato indescrivibile. Jeff mi aveva detto: 'Ti cambierà più di quanto pensi'. E così è stato".
Un'esperienza trasformativa che ha ispirato anche il suo look: "All'inizio volevo un abito semplice e moderno, ma poi ho capito che volevo qualcosa che evocasse un momento. Io non sono più la stessa persona di cinque anni fa". Sanchez ha parlato apertamente del cambiamento interiore affrontato grazie all'amore: "Jeff non mi ha cambiata, mi ha rivelata. Mi sento al sicuro, vista, libera. Come Sophia Loren, posso essere me stessa senza chiedere scusa". Dopo le nozze sull'isola di San Giorgio, Lauren ha cambiato il suo nome su Instagram in @laurensanchezbezos, cancellando i vecchi post e condividendo solo due immagini della cerimonia. Una di queste mostra l'abito in tutta la sua poesia. "Non solo un vestito, ma una poesia cucita su misura. Grazie @dolcegabbana per la magia".
Per entrambi è stato il secondo matrimonio. Sanchez ha tre figli: Nikko, 24 anni (con l'ex Tony Gonzalez), Evan, 19, ed Ella, 17 (dal matrimonio con Patrick Whitesell). Bezos è padre di quattro figli, nati dal matrimonio con Mackenzie Scott.
Leggi tutto: Nozze Bezos, "sei una meraviglia": il sussurro di Jeff alla moglie in abito da sposa
(Adnkronos) - Un motociclista è morto venerdì sera in un incidente stradale avvenuto in via Trionfale, a Roma. Sul posto sono intervenute le pattuglie della polizia locale di Roma Capitale del XIV Gruppo Montemario. Dai primi accertamenti risulterebbe coinvolto un unico mezzo, una moto Honda 1000, condotta da un uomo di 56 anni che, per cause in fase di accertamento, ha perso il controllo del mezzo. L'uomo è morto sul posto. Sono in corso le indagini della polizia locale per ricostruire l'esatta dinamica di quanto accaduto. Il mezzo è stato posto sotto sequestro dagli agenti.
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(Adnkronos) - Vasta operazione in corso nel carcere 'La Dogaia' di Prato contro l'ingresso di telefoni cellulari e droga ai detenuti dei reparti Alta sicurezza e Media sicurezza, ristretti anche per reati mafiosi. L'inchiesta, coordinata dalla Procura diretta da Luca Tescaroli, ha portato a indagare quattro agenti penitenziari per corruzione e anomali contatti tra altri quattro agenti e addetti alle pulizie del carcere.
Oltre 260 agenti sono stati mobilitati per le perquisizioni ai detenuti e sono stati schierati 60 poliziotti in assetto antisommossa intorno al carcere. Le forze dell’ordine hanno sottoposto a perquisizione 127 detenuti. Di questi, 27 sono indagati formalmente per reati legati alla detenzione e all’utilizzo illecito di apparecchi di comunicazione e, in alcuni casi, per legami con il traffico di droga. I restanti 100 sono stati oggetto di sequestro e ispezione in quanto presunti beneficiari di favori o strumenti illeciti, seppur non ancora formalmente imputati.
In particolare, 111 detenuti dell’area Alta aicurezza sono stati oggetto di attenzione: 14 risultano indagati, tutti cittadini italiani, molti con condanne o in attesa di giudizio per associazione di stampo mafioso o traffico internazionale di stupefacenti. Gli altri 97, pur non indagati, avrebbero comunque usufruito di libertà e mezzi vietati. Anche la sezione Media Sicurezza è stata coinvolta: 16 detenuti sono stati perquisiti, 13 dei quali indagati (8 italiani e 5 stranieri), mentre 3 risultano terzi non indagati (2 italiani e 1 straniero).
L’inchiesta tocca direttamente anche la polizia penitenziaria. Tre agenti, di età compresa tra i 29 e i 32 anni, sono formalmente indiziati di corruzione: secondo le indagini, avrebbero facilitato l’ingresso di telefoni e droga in cambio di compensi economici. Spazi in uso a questi agenti sono stati perquisiti all’interno dell’istituto. Oltre a loro, altri quattro agenti risultano coinvolti in rapporti anomali con detenuti e con personale addetto alle pulizie, elemento che – secondo la Procura – rafforza l’ipotesi di un sistema collusivo diffuso.
L’operazione ha superato i confini regionali. Sono state disposte 10 ulteriori perquisizioni domiciliari nei confronti di 9 indagati e di un soggetto terzo nelle province di Prato, Napoli, Arezzo, Roma, Firenze e Pistoia, con l’impiego di oltre 30 agenti. In particolare, le procure di Napoli e Roma risultano coinvolte per l’attivazione di schede telefoniche fittizie in negozi di telefonia, intestate a soggetti non collegati ai detenuti, ma utilizzate per aggirare i controlli.
Dal luglio 2024, quando l'indagine è iniziata, a oggi, le forze dell’ordine hanno sequestrato: 34 apparecchi telefonici, inclusi smartphone di ultima generazione; 2 sim card, utilizzate illegalmente; ingenti quantità di hashish e cocaina, rinvenuti in pacchi postali, all’interno di indumenti, e nelle cavità intime di familiari in visita. Solo nella giornata dell’11 gennaio 2025 sono stati trovati 10 smartphone in possesso di detenuti.
I canali d’ingresso per i materiali illeciti sono molteplici e ingegnosi: colloqui con familiari che consegnavano pacchi con telefoni o droga; utilizzo di fionde o palloni lanciati dall’esterno da soggetti provenienti da Napoli; coinvolgimento di agenti penitenziari corrotti, pagati con somme anche di migliaia di euro; impiego di lavoranti interni con maggiore libertà di movimento, incaricati di recuperare i pacchi lanciati dall’esterno. I telefoni erano abilmente nascosti: dentro pentole modificate, nei sanitari, sotto i wc, in cartelline portadocumenti con doppifondo, perfino nella cavità anale.
Il comunicato della Procura ha puntato il dito anche contro la mancata protezione del detenuto romeno Vasile Frumuzache, aggredito brutalmente con olio bollente da un altro recluso poche ore dopo il suo ingresso in carcere, il 6 giugno 2025, accusato del duplice delitto di due escort connazionali. L’attacco – secondo la ricostruzione – è avvenuto nonostante le direttive specifiche impartite dalla Procura stessa per garantirne l’incolumità. Per questo episodio, tre agenti (originari di Caserta, Cosenza e Napoli, rispettivamente di 24, 40 e 45 anni) sono indagati per rifiuto d’atti d’ufficio e lesioni colpose.
Con 596 detenuti attualmente presenti, 'La Dogaia' è una struttura sotto stress. Ospita 285 italiani, ma anche numerosi stranieri: 102 marocchini, 40 albanesi, 32 cinesi, 28 tunisini, 20 nigeriani, 17 rumeni e altri. La mancanza di stabilità nella dirigenza e una carenza organica tra ispettori e sovrintendenti (rispettivamente -47% e -56,5%) aggravano la gestione quotidiana. Alla cronica mancanza di controlli, accusa il procuratore Tescaroli, si aggiungono problemi strutturali: scanner non funzionanti, assenza di locali per le intercettazioni, libertà di movimento dei detenuti e numerosi casi di malattia psichiatrica, suicidi (due solo nel secondo semestre del 2024) e scarse opportunità lavorative.
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(Adnkronos) - Tommy Hilfiger è stato a un passo dal rubare la scena agli sposi Jeff Bezos e Lauren Sanchez. Ieri lo stilista, uscito dal Gritti Palace per dirigersi sul taxi acquatico condiviso con Orlando Bloom, ha sfiorato la caduta in acqua. Hilfiger, nell’allungare la gamba sul gradino della barca, ha perso l’equilibrio. Un contrattempo che gli avrebbe fatto rischiare di perdere la cerimonia sull’Isola di San Giorgio.
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(Adnkronos) - Alessandro Cattelan non è presente nei nuovi palinsesti Rai. Viale Mazzini ha presentato ieri le novità della stagione 2025-2026 tra conferme, rinnovi, colpi di scena, proteste e un bel po’ di tagli.
"Per Alessandro Cattelan, che ho riportato in Rai anni fa, è finito lo show su Rai 2 e nelle decisioni del direttore Prime Time non c’è spazio per lui. Alessandro è talento complicato per tv generalista, ma penso che tutti noi dobbiamo pensare a scenari futuri in cui non possiamo non pensare di mettere nuovi volti, facce giovani. E' complicato il suo innesto in una Tv generalista. Spero la sua strada in Rai possa proseguire, il suo impatto commerciale è conosciuto". Ha risposto così Stefano Coletta, direttore del Coordinamento dei Generi Rai, a proposito dell'assenza di Alessandro Cattelan dai palinsesti 2025-26
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(Adnkronos) - Le sirene dell'allarme antiaereo sono tornate a suonare oggi sabato 28 giugno nel sud di Israele, anche a Be'er Sheva e Dimona, per un missile lanciato dallo Yemen. Lo riportano i media locali. Secondo le forze israeliane (Idf) il missile sarebbe "stato intercettato con successo".
In Iran è il giorno dell'ultimo saluto ai "martiri" dei 12 giorni di conflitto iniziati con l'operazione israeliana contro obiettivi militari nella Repubblica Islamica avviata il 13 giugno e a cui Teheran non ha mancato di rispondere. Secondo l'agenzia iraniana Mehr, sono "migliaia" le persone radunate nel centro di Teheran, nella zona di piazza Enghelab e dell'Università di Teheran, per l'addio anche agli ufficiali di alto grado e agli scienziati morti. I media iraniani hanno diffuso immagini della folla armata di bandiere iraniane e delle bare avvolte nella bandiera.
Secondo l'agenzia iraniana Tasnim, non mancano slogan contro Usa e Israele. Tra le persone radunate c'è anche chi espone immagini della Guida Suprema dell'Iran, Ali Khamenei. L'agenzia Mehr ha diffuso immagini che mostrano il presidente iraniano, Masoud Pezeshkian, tra la folla. La cerimonia si tiene dopo che nelle scorse ore Iran International ha riferito - sulla base di testimonianze - di "esplosioni" che sarebbero state udite nella zona di Eslamshahr, a ovest di Teheran, e della "attivazione della contraerea".
"Se il presidente Trump vuole davvero un accordo, dovrebbe mettere da parte il tono irrispettoso e inaccettabile nei confronti della Guida Suprema dell'Iran, l'ayatollah Ali Khamenei, e smettere di ferire i suoi milioni di seguaci". Ha scritto così in un post su X nella notte il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, dopo che ieri Donald Trump su Truth ha sostenuto di aver "salvato" Khamenei "da una morte molto brutta e obbrobriosa".
Nella notte tra il 21 e il 22 giugno raid Usa hanno colpito tre siti del controverso programma nucleare della Repubblica Islamica, nel mezzo dell'offensiva avviata il 13 giugno da Israele contro obiettivi militari in Iran. Teheran non ha mancato di rispondere fin quando non è arrivato il cessate il fuoco annunciato da Trump dopo 12 giorni di escalation militare.
Nel post Araghchi insiste sulla "tenacia" degli "iraniani" e aggiunge: "Il grande e potente popolo iraniano, che ha dimostrato al mondo che il regime israeliano non aveva altra scelta che ricorrere a 'paparino' per evitare di essere annientato dai nostri missili, non gradisce minacce e insulti". "Se le illusioni portassero a errori peggiori, l'Iran non esiterebbe a svelare le sue capacità reali", afferma, aggiungendo che "buona volontà genera buona volontà e rispetto genera rispetto".
Almeno 14 persone sono rimaste uccise dalle prime ore di oggi nella Striscia di Gaza. Lo riferisce la tv satellitare al-Jazeera, che cita fonti mediche dell'enclave palestinese che nel 2007 finì in mano a Hamas e che è teatro di operazioni militari delle forze israeliane dall'attacco del 7 ottobre 2023 in Israele.
Tra le vittime ci sono sei persone morte nel sud della Striscia. Qui, secondo le notizie della tv, le forze israeliane avrebbero colpito tende di sfollati nella zona di al-Mawasi, a ovest di Khan Yunis.
Stando ai reporter dell'emittente, almeno altre otto persone - tra le quali ci sarebbero una donna e due minori - sono morte a Saftawi, a nord di Gaza City, in un raid israeliano che ha colpito la Osama Bin Zaid School, dove hanno trovato rifugio molti sfollati.
(Adnkronos) - Iniziano gli ottavi di finale del Mondiale per Club 2025. Oggi, sabato 28 giugno, il Chelsea sfida il Benfica nella fase a eliminazione diretta del nuovo, e ricchissimo, torneo voluto dal presidente della Fifa Gianni Infantino. I Blues, vincitori dell'ultima edizione della Conference League, hanno chiuso il girone al secondo posto raccogliendo due successi, contro Los Angeles Fc ed Esperance Tunisi, e una sconfitta con il Flamengo, che ha chiuso così al primo posto il gruppo D.
Il Benfica invece ha vinto il proprio girone, chiudendo al primo posto nel gruppo C. I portoghesi hanno pareggiato all'esordio con il Boca Juniors e sono poi riusciti a bettere l'Auckland City e il Bayern Monaco, conquistando così gli ottavi di finale.
La sfida tra Benfica e Chelsea è in programma oggi, venerdì 27 giugno, alle ore 22. Ecco le probabili formazioni:
Benfica (4-2-3-1): Trubin; Aursnes, Antonio Silva, Otamendi, Dahl; Sanches, Barreiro; Di Maria, Kokcu, Akturkoglu; Pavlidis. All. Lage
Chelsea (4-2-3-1): Sanchez; James, Adarabioyo, Colwill, Cucurella; Caicedo, Fernandez; Pedro Neto, Palmer, Madueke; Delap. All. Maresca
Benfica-Chelsea sarà trasmessa in diretta, come tutto il Mondiale per Club 2025, da Dazn e visibile in chiaro su Canale 5. Il match si potrà seguire anche in streaming sulla piattaforma Dazn, sul sito Sportmediaset.it e su Mediaset Infinity.
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(Adnkronos) - Documenti falsi per fare le badanti in Italia. Settanta perquisizioni delegate dall'autorità giudiziaria in tutta Italia a carico di cittadine georgiane, sette persone arrestate e 22 denunciate in stato di libertà. E' il bilancio di un'indagine della squadra mobile della Questura di Udine contro il soggiorno illegale sul territorio nazionale di decine di badanti georgiane che arriva dopo un'analoga operazione avvenuta a gennaio scorso.
L’attività investigativa, coordinata dalla procura della Repubblica di Udine, è stata avviata in questo caso dopo la presentazione in questura di una lista di decine di nominativi di donne, fornita agli investigatori dal responsabile di una società cooperativa di badanti con sede a Udine, che, appresi i risultati della precedente indagine, si era insospettito. L’indagine riguarda cittadine georgiane, di età compresa tra i 24 e i 66 anni, che avevano fatto richiesta di lavoro come badanti in provincia di Udine, ma dichiarandosi comunitarie, esibendo documenti d’identità, validi per l’espatrio, di Paesi come la Slovacchia, la Polonia e la Bulgaria.
Come spiega la polizia in una nota, infatti, la presentazione di tali documenti ai fini del rilascio del relativo codice fiscale comunitario consentiva loro, nell’immediato, di poter accedere al mondo del lavoro nel circuito delle agenzie delle badanti e godere di benefici giuridici, fiscali e sanitari, aggirando le norme che regolano l’ingresso e la permanenza nel territorio nazionale dei cittadini extracomunitari, in virtù di un vero e proprio “lasciapassare”.
Le straniere si erano successivamente spostate in diverse province d’Italia. Al termine delle operazioni sono stati sequestrati 21 documenti comunitari falsi, codici fiscali o attestazioni di rilascio degli stessi e copie di contratti di lavoro sottoscritti, con quei falsi documenti, dalle indagate.
L’attività di indagine ha portato all’esecuzione delle perquisizioni delegate su tutto il territorio nazionale, la maggior parte in questa regione ma anche nelle province di Padova, Treviso, Trento, Bolzano, Milano, Aosta, Firenze, Prato, Macerata, Roma e Napoli.
Sette donne (tre a Bolzano, una a Udine, una a Milano, una a Treviso ed una a Macerata) sono state arrestate in flagranza per possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, mentre altre 22 sono state denunciate in stato di libertà all’autorità giudiziaria per lo stesso reato. Come fa sapere la polizia al termine degli accertamenti degli Uffici Immigrazione, dove permanesse l’insussistenza dei requisiti per il regolare soggiorno sul territorio nazionale, tutte le straniere denunciate saranno espulse.
Sono in corso ulteriori indagini per individuare i soggetti che hanno procurato alle donne i documenti falsi, dietro il corrispettivo di una somma di denaro che va dai 300 ai 600 euro.
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(Adnkronos) - Saranno almeno 70 i parlamentari da tutta Europa che sfileranno oggi sabato 28 giugno al Pride di Budapest. Compresa una nutrita delegazione italiana. Ci saranno esponenti di tutte le forze di opposizione, un campo extra large. Il Pd con la segretaria Elly Schlein e poi Carlo Calenda di Azione, parlamentari di M5S, Avs e Più Europa.
Anche Ivan Scalfarotto di Italia Viva, già arrivato ieri pomeriggio nella capitale ungherese per vedere il sindaco di Budapest, Gergely Karancsony, l'uomo che ha reso possibile la sfilata del Pride sfidando il divieto del governo di Victor Orban: ha organizzato la manifestazione in quanto Comune, aggirando così la necessità di ricevere l'autorizzazione da parte dell'esecutivo.
Gli occhi dell'Europa sono ora puntati su quale sarà la reazione del premier ungherese. Ci saranno "conseguenze legali", ha detto ieri, per chi parteciperà al Budapest Pride. Una minaccia che Calenda respinge al mittente. "Le uniche conseguenze legali le dovrebbe avere Orban per violazione dello stato di diritto e per essere un servo sciocco di Putin", è la replica del leader di Azione all'Adnkronos.
Il dem Brando Benifei, che è a Budapest con la delegazione Pd, aggiunge che proprio la presenza di tanti parlamentari sarà una forma di tutela per i partecipanti: "Esserci è un dovere: l’Europa non deve tornare indietro sui diritti e i silenzi di certi governi, a partire da quello italiano, ci dicono che è importante reagire subito a questa torsione autoritaria. Non abbiamo paura della prepotenza di Orban perché sappiamo che la Carta Europea dei Diritti Fondamentali tutela la libertà e la sicurezza dei partecipanti, a maggior ragione in presenza di decine di parlamentari che proveranno a essere per loro un 'cordone di sicurezza'".
Ieri, l'atmosfera della vigilia a Budapest non era delle migliori, come denunciato da Più Europa. C'è "un clima intimidatorio che i nostri attivisti appena arrivati in Ungheria hanno potuto subito respirare: controlli a tappeto all’aeroporto da parte dell’autorità per scovare qualche pericolosa bandiera arcobaleno. Orban può schierare anche l’esercito ma non fermerà mai la marcia dei diritti”, hanno spiegato Riccardo Magi e Matteo Hallissey.
Per il Movimento 5 Stelle sarà presente una delegazione con i parlamentari Alessandra Maiorino, Marco Croatti, Gabriella Di Girolamo, Elisa Pirro e l'europarlamentare Carolina Morace. "La deriva ungherese non è lontana da noi: le politiche del governo Meloni seguono pericolosamente la stessa scia, tra attacchi alle famiglie arcobaleno, censura, e tentativi di riportare l'Italia indietro di decenni sul fronte dei diritti. Per questo la nostra presenza è un atto politico di resistenza ma anche di speranza", sottolineano i parlamentari pentastellati.
L'europarlamentare Benedetta Scuderi e assessore comune di Torino Jacopo Rosatelli saranno presenti per Alleanza Verdi e Sinistra. Non è tornata invece in Ungheria Ilaria Salis. Presente anche una delegazione della Cgil.
Ma anche dalle parti della maggioranza, si segnala attenzione per l'evento. Da parte di Forza Italia. Già Antonio Tajani era intervenuto: "La manifestazione delle proprie idee è il sale della democrazia". Poi altri parlamentari azzurri come Isabella De Monte che cita le parole di Ursula Von der Leyen (a cui Orban ha replicato con durezza): "L''Europa è la patria dei diritti. Il clima intimidatorio che si respira a Budapest è inaccettabile".
(Adnkronos) - 'Nozze Rosse' e 'Operazione Narnia'. Questi i nomi in codice due sotto-operazioni portate a termine da Israele nell'attacco all'Iran che hanno portato all’eliminazione di comandanti militari e scienziati nucleari iraniani. Portare a termine questi attacchi richiese elaborati stratagemmi per garantire l'effetto sorpresa, come evidenzia il Wall Street Journal in un lungo articolo in cui ha ricostruito tutte le tappe che portarono all'inizio della guerra dei 12 giorni.
Secondo il giornale a mezzanotte del 13 giugno, i generali israeliani si riunirono in un bunker sotto il quartier generale dell'Aeronautica militare e osservarono i caccia scendere su Teheran nell'operazione da loro ribattezzata 'Nozze Rosse'. Alcune ore dopo gran parte della gerarchia militare iraniana era stata eliminata: un massacro che ha ricordato la famosa scena del matrimonio della serie 'Il Trono di Spade'.
La combinazione di informazioni di intelligence e precisione militare sorprese il mondo intero. Ma non fu l'unico successo colto da Israele all'inizio della guerra. Un altro passaggio chiave dell'attacco iniziale - considerato così fantasioso persino dai suoi ideatori da essere ribattezzato 'Operazione Narnia', dal nome della serie di fantascienza di C.S. Lewis - portò all'uccisione di nove scienziati nucleari iraniani quasi contemporaneamente nelle loro case a Teheran.
Il piano risale alla metà degli anni Novanta, quando l'intelligence israeliana identificò per la prima volta quelli che considerava i primi tentativi iraniani di sviluppare un programma di armi nucleari. I successivi atti di sabotaggio del Mossad, dalle esplosioni in uno dei principali siti per l'arricchimento dell'uranio agli omicidi mirati di alcuni scienziati, non vennero ritenuti sufficienti per fermare il programma nucleare dell'Iran e finirono per rafforzare la convinzione che solo un attacco dall'alto avrebbe raggiunto l'obiettivo.
Farlo, tuttavia, era estremamente difficile. I siti da colpire si trovavano ad oltre 1.600 chilometri da Israele: i piloti dei caccia avrebbero dovuto imparare a volare in formazioni da sei a dieci velivoli attorno a un singolo aereo cisterna, alternandosi per il rifornimento durante il viaggio. Avrebbero anche dovuto imparare a posizionare perfettamente i loro aerei in modo che i missili, una volta sganciati, atterrassero entro 15-20 secondi l'uno dall'altro per la massima efficacia.
Un simile addestramento non era possibile in un paese piccolo come Israele, che si estende per appena 470 chilometri da nord a sud. Nel 2008, nell'ambito della cosiddetta Operazione 'Glorious Spartan', più di 100 F-15 e F-16 israeliani percorsero oltre 1.600 chilometri fino alla Grecia, testando la loro capacità di volare a una distanza sufficiente a colpire gli impianti nucleari iraniani. Tali esercitazioni sarebbero diventate sempre più frequenti. Negli anni seguenti, Israele fu più volte vicino al lancio di un attacco aereo, ma ogni volta venne bloccato per il timore di scatenare una guerra con l'Iran o di irritare Washington, che all'epoca preferiva un approccio diplomatico.
Gli attacchi dei mesi scorsi contro gli Houthi in Yemen permisero a Israele di testare ulteriormente le sue capacità di attacco a lungo raggio. I sistemi di difesa aerea più avanzati di Teheran, gli S-300 russi, vennero invece distrutti nei raid condotti sulla Repubblica islamica nell'aprile e nell'ottobre del 2024.
Nel novembre dello scorso anno, l'esercito radunò 120 funzionari dell'intelligence e dell'Aeronautica per decidere chi e cosa sarebbe stato nel mirino all'inizio dei combattimenti. Da quella sorta di 'Brainstorming' uscì una lista di oltre 250 obiettivi che includeva scienziati, generali, siti nucleari e lanciamissili.
Fu coinvolto il Mossad. I suoi agenti per mesi contrabbandarono componenti per centinaia di droni quadricotteri equipaggiati con esplosivo in valigie, camion e container. Piccole squadre armate furono dispiegate vicino alle postazioni di difesa aerea e ai siti di lancio missilistici dell'Iran, pronte a neutralizzarli una volta lanciato l'attacco.
Secondo un funzionario della sicurezza israeliano, Netanyahu e i suoi consiglieri militari presero la decisione definitiva di attaccare il 9 giugno. Il team del primo ministro sapeva che avrebbe dovuto mascherare i propri piani fino all'ultimo per evitare che Teheran avesse reagito, nascondendo ad esempio i propri scienziati e generali.
Per questo l'ufficio di Netanyahu annunciò un weekend di ferie a cui avrebbe fatto seguito lunedì 16 giugno il matrimonio del figlio maggiore del premier, Avner. Nessuno, compresi lo stesso Avner e la moglie di Netanyahu, Sarah, però sapeva che il primo ministro intendeva rinviare le nozze.
Nel frattempo, funzionari israeliani avevano fatto trapelare ai media notizie che suggerivano una divergenza tra Netanyahu e il presidente Trump sull'opportunità di lanciare un attacco. Le fughe di notizie includevano i dettagli di una telefonata tra i due quattro giorni prima dell'inizio dell'operazione in cui Trump aveva detto al leader israeliano di volere che la diplomazia facesse il suo corso prima di passare alle opzioni militari.
Anche il giorno degli attacchi, Trump aveva dichiarato ai giornalisti che Stati Uniti e Iran erano "abbastanza vicini a un accordo" e che non voleva che gli israeliani "entrassero". Funzionari israeliani avevano confermato che prima di attaccare avrebbero aspettato di vedere l'esito del sesto round di colloqui sul nucleare tra Washington e Teheran, previsto per quella domenica in Oman. In realtà, i generali stavano già preparando l'attacco.
Un funzionario della sicurezza a conoscenza della pianificazione dell'operazione ha spiegato che la chiave dell'attacco era instillare nella mente degli iraniani che Israele non avrebbe colpito senza l'autorizzazione e la partecipazione degli Stati Uniti. Finché gli Stati Uniti non avessero mobilitato le proprie forze, Israele avrebbe potuto minacciare di attaccare e persino mobilitare le proprie risorse senza perdere l'elemento sorpresa. Mentre gli aerei israeliani si alzavano in volo, Trump aveva scritto su Truth: "Rimaniamo impegnati per una risoluzione diplomatica della questione nucleare iraniana!".
Un altro elemento chiave del piano finale era quello di eliminare immediatamente la leadership delle forze armate iraniane, un'operazione nota come 'Nozze Rosse'. Questa mossa avrebbe impedito qualsiasi rappresaglia immediata, dando il tempo ai caccia e ai droni israeliani di neutralizzare i lanciamissili iraniani, attenuando l'inevitabile risposta dell'Iran. Ma con grande stupore dell'alto comando israeliano, anziché disperdersi, i vertici dell'Aeronautica iraniana si riunirono in un unico luogo, segnando inevitabilmente il loro destino.
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