(Adnkronos) - La giornalista Laura Santi, 50 anni, è morta ieri nella sua casa di Perugia a seguito dell'autosomministrazione di un farmaco letale. Ad annunciarlo è l'Associazione Luca Coscioni. Accanto alla donna affetta da sclerosi multipla e ricorsa quindi al suicidio assistito, "suo marito Stefano, che le è sempre stato vicino anche negli ultimi anni di battaglia sul fine vita. Dopo anni di progressione di malattia e dopo l’ultimo anno di peggioramento feroce delle sue condizioni, le sue sofferenze erano diventate per lei intollerabili", spiega l'associazione.
Affetta da una forma progressiva e avanzata di sclerosi multipla, la giornalista aveva avuto il via libera dalla sua Asl di riferimento il mese scorso dopo due anni e mezzo dalla sua richiesta per l’accesso al suicidio assistito e un lungo percorso giudiziario. Il farmaco e la strumentazione necessaria sono stati forniti dall’azienda sanitaria, mentre il personale medico e infermieristico che l’ha assistita nella procedura è stato attivato su base volontaria, spiega ancora l'associazione.
"Laura Santi ha dovuto affrontare un lungo e complesso iter giudiziario, civile e penale, per vedere riconosciuto il diritto ad accedere al suicidio medicalmente assistito. Dopo tre anni dalla richiesta iniziale alla Asl, due denunce, due diffide, un ricorso d’urgenza e un reclamo nei confronti dell’azienda sanitaria, solo nel novembre 2024 ha ottenuto una relazione medica completa che attestava il possesso dei requisiti stabiliti dalla sentenza 242\2019 della Corte costituzionale e a giugno 2025 la conferma dal collegio medico di esperti e poi del comitato etico sul protocollo farmacologico e delle modalità di assunzione", si legge.
La giornalista, attraverso l'associazione, ha lasciato una lettera di saluto. Ecco il testo integrale.
"Quando leggerete queste righe io non ci sarò più, perché avrò deciso di smettere di soffrire.
Nonostante la mia scelta fosse ormai nota a tutti, questo mio gesto finale arriva nel silenzio e darà disappunto e dolore. Molti saranno dispiaciuti, altri soffriranno per non avermi potuto dare un ultimo saluto, un ultimo abbraccio. Vi chiedo di comprendere il perché di questo silenzio. Anche nella certezza della mia decisione si tratta del gesto più totale e definitivo che un essere umano possa compiere, ci vogliono sangue freddo e nervi d’acciaio. Come avrei potuto viverlo serenamente aggiungendo lutto a lutto anticipato, dolore al dolore, resistenze, lacrime reazioni e attaccamento? Vi chiedo anche uno sforzo aggiuntivo di comprensione.
Cercate di immaginare quale strazio di dolore mi ha portato a questo gesto, giorno per giorno, ora per ora, minuto per minuto. Fate lo sforzo di capire che dietro una foto carina sui social, dietro il bel sorriso che potevate vedere giusto un’ora strappato alla routine e ai sintomi in una occasione pubblica, sempre più rara, dietro c’era lo sfondo di una quotidianità dolorosa, spoglia, feroce e in peggioramento continuo. Una sofferenza in crescita giorno dopo giorno. La situazione è stata in evoluzione per anni, poi in tempo reale gli ultimi mesi e settimane. Mio marito Stefano e le mie assistenti l’hanno vista, loro e solo loro e anzi, neppure loro, per forza di cose, potevano essere grado di capire cosa sentissi nel mio corpo, quanto male sentissi, quanta fatica sempre più totalizzante. Non riuscire più a compiere il minimo gesto. Non più godere della vita, non più godere delle relazioni sociali. Che è quello che fa per me una vita dignitosa.
Ho avuto molto tempo per elaborare e maturare questa decisione, ho avuto molto tempo per capire quando era veramente il momento. Avevo quel famoso parapetto, quello di cui avete letto spesso, da cui affacciarmi. Ho avuto molto tempo anche per cambiare idea e rimandare la decisione. Mi sono consentita, in una situazione che ancora reggeva, di assaporare gli ultimi scampoli di vita e di bellezza. Di salutare ogni angolo, ogni luogo, ogni volto, ogni persona ogni situazione ogni cielo ogni colore, ogni minuscola passeggiata fuori. Vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo, si dice. Si dice anche che sia impossibile, nei fatti. Ebbene, io l’ho quasi realizzato. Me ne vado avendo assaporato gli ultimi bocconi di vita in maniera forte e consapevole. Intendetemi: io penso che qualsiasi vita resti degna di essere vissuta anche nelle condizioni più estreme. Ma siamo noi e solo noi a dover scegliere.
Alle persone che resteranno senza un saluto oltre che le mie scuse va un abbraccio fortissimo. È impossibile enumerare tutti i volti che hanno riempito la mia vita. Fate conto che io vi stia salutando e abbracciando. La mia vita è stata piena anche grazie a voi.
La mia famiglia d’origine: papà Renato, mamma Gabriella, mia sorella Elena, mio nipote Matteo; tutti i parenti; Laura, Chiara e le amiche storiche di una vita, tutti gli amici, i colleghi e i conoscenti, i compagni di malattia, i compagni di attivismo, tutti coloro con cui ho condiviso un pezzo di strada. La mia amata Perugia. I miei medici, le mie palliativiste, i miei fisioterapisti, un grazie particolare a Daniela per avermi dato negli anni gli strumenti per combattere. Le mie assistenti, la mia seconda famiglia in quest’ultimo tratto. La politica quella buona, Fabio e Vittoria, i giornalisti amici, come le due Francesca; chi mi ha aiutato; il vescovo Ivan, un amico speciale col quale mi sono intrattenuta in più di una chiacchierata sulla vita e la morte.
Ho potuto vincere la mia battaglia solo grazie agli amici dell’Associazione Luca Coscioni, seguiteli e seguite i diritti e le libertà individuali, mai così messi a dura prova come oggi. Sul fine vita sento uno sproloquio senza fine, l’ingerenza cronica del Vaticano, l’incompetenza della politica. Il disegno di legge che sta portando avanti la maggioranza è un colpo di mano che annullerebbe tutti i diritti. Pretendete invece una buona legge, che rispetti i malati e i loro bisogni. Esercitate il vostro spirito critico, fate pressione, organizzatevi e non restate a guardare, ma attivatevi, perché potrebbe un giorno riguardare anche voi o i vostri cari.
Ricordatemi come una donna che ha amato la vita".
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(Adnkronos) - Un'esplosione di luci, ritmo e sensualità ha investito le Mura storiche di Lucca nella serata di ieri, lunedì 21 luglio, trasformando la città toscana nella capitale mondiale del pop per una notte. Jennifer Lopez, 56 anni il prossimo giovedì 24, è salita sul palco del Lucca Summer Festival per l'unica, attesissima tappa italiana del suo 'Up All Night Tour', regalando a oltre 18mila fan uno show travolgente e mozzafiato. E proprio sulle ultime note, con il pubblico in delirio, ha sventolato il tricolore italiano gridando 'I love Italy!', mandando la folla in visibilio con un boato di applausi.
Un finale da standing ovation, dopo quasi due ore in cui JLo ha mostrato - anzi, dimostrato - che le etichette, gli attacchi moralisti e le crisi personali non la toccano. Anzi, li trasforma in energia pura. La cantante è apparsa sul palco come una dea pop in body argentati e dorati, stivali alti e frange svolazzanti, ed anche con cappelli da capitano a dirigere la sua 'ciurma' di dodici ballerini (tra cui l'italiano Giuseppe Giofrè) nel vortice di un concerto che è stato spettacolo, racconto e rinascita.
Dopo la partenza col botto sulle note di 'On The Floor', il concerto ha svelato le mille facce di Jennifer: dalla donna innamorata alla guerriera urbana, dall'icona latina alla regina sexy e spavalda del pop contemporaneo. Non sono mancati momenti audaci: movimenti ammiccanti, giochi di sguardi con i ballerini e il corpo scolpito mostrato con orgoglio. Il lato B, in particolare, è stato spesso protagonista di coreografie provocanti che hanno mandato in delirio i fan, molti dei quali accorsi da ogni angolo d'Italia (e non solo, tanti gli stranieri, statunitensi, sudamericani, inglesi e tedeschi) per vederla dal vivo. Una sensualità decisa, senza filtri, che ha fatto discutere anche oltre oceano - con le recenti critiche social da parte della commentatrice conservatrice Megyn Kelly, che l'ha accusata di "soft porn" - ma che il pubblico italiano ha accolto con entusiasmo, leggendo nella sua esibizione non solo provocazione ma libertà e consapevolezza di sé.
JLo è tornata più forte di prima, dopo un anno complicato: il flop del disco 'This Is Me... Now', l'annullamento del tour americano e il divorzio dall'attore Ben Affleck. Ma a Lucca ha risposto col sorriso, con la voce e con il corpo, celebrando sé stessa e il legame con i fan. "Mi siete mancati, finalmente sono tornata in Italia!" ha urlato dal palco, a sottolineare che non si esibiva in concerto nel nostro Paese da 13 anni. E quando ha detto: "Vi regalo la mia gratitudine e la mia felicità", è stato chiaro che non stava recitando. Il pubblico l'ha capita, seguita, sostenuta.
Sul palco, tra fiamme, videomapping e cambi d'abito da passerella, ha alternato classici come Jenny from the Block, If You Had My Love e Let’s Get Loud a nuovi brani come Save Me Tonight, prodotto da David Guetta, e alcuni inediti che presto usciranno su Spotify. Toccante il momento acustico con Gracias a la Vida di Violeta Parra, cantata con una sincerità quasi commovente, in un set visivo che ricordava una cattedrale latina, tra chitarre flamenco e luci calde. Poi si torna a ballare, e il palco si trasforma in una discoteca infuocata con citazioni da Queen e Guns N'Roses, in un mix rock-pop-latin.
Jennifer è stata una forza della natura: padrona della scena, elegante e sfacciata, romantica e potente. A tratti kitsch, certo, ma sempre impeccabile. E mentre si avvicina il suo compleanno - un countdown 'It's my birthday' è comparso sugli schermi ai lati del palco - JLo ha mostrato a tutti che a 56 anni si può essere ancora all'apice, se si ha la grinta di una ventenne e la storia di una leggenda.
Curiosamente, a differenza di altre date del tour in Europa, a Lucca Jennifer Lopez ha scelto di non eseguire 'Wreckage of You', la tanto attesa "revenge song", il brano carico di rabbia e delusione ispirato alla fine della storia con Ben Affleck. Durante il concerto, con un sorriso ironico, ha accennato: "Ora solo canzoni d'amore..., niente odio, no, scherzo!", facendo credere per un attimo al pubblico che stesse per partire proprio quella canzone. Ma nulla. Un gioco consapevole, forse un modo per dire che le ferite si curano anche con leggerezza, e che la Jennifer vista ieri sera ha preferito celebrare la rinascita piuttosto che indugiare nei dolori del passato.
Tra il pubblico, occhi puntati anche su Carlo Conti e Federica Panicucci, seduti tra i posti vip. Entrambi hanno applaudito, cantato e ballato, visibilmente coinvolti dalla magia dello show. E come loro, oltre 18.000 fan hanno lasciato Lucca con un sorriso stampato sul volto e una certezza nel cuore: Jennifer Lopez è tornata, ed è più viva, vera e sexy che mai. (di Paolo Martini)
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(Adnkronos) - "Donald Trump, fottiti". Stephen Colbert si congeda dopo la cancellazione del Late Show che per anni ha condotto sulla Cbs. Il network la scorsa settimana ha annunciato la chiusura del programma a maggio 2026 e l'anchorman è finito nel mirino di Donald Trump. "Sono contentissimo che Colbert sia stato licenziato. Il suo talento era persino inferiore ai suoi ascolti", il post con cui il presidente, su Truth, ha celebrato la decisione della Cbs che, secondo indiscrezioni, perderebbe 40-50 milioni di dollari ogni anno per il programma.
"Come osa, signore. Un uomo senza talento sarebbe capace di comporre la seguente frase satirica? Fottiti", la replica di Colbert nell'apertura della puntata andata in onda sulla Cbs.
"Per i prossimi 10 mesi, via i guantoni - dice Colbert pronto a sferrare colpi durissimi-. Finalmente posso dire la verità nuda e cruda al potere e posso dire cosa penso veramente di Donald Trump, a partire da ora. Non sembra avere le competenze per essere presidente. Semplicemente non è adatto".
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(Adnkronos) - Dalle 8.15, i sommozzatori dei Vigili del fuoco di Roma, sono impegnati al porto di Anzio per un peschereccio ribaltato a largo. Al momento una persona risulta dispersa in mare.
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(Adnkronos) - L'Italia femminile scende in campo nella semifinale degli Europei 2025. La Nazionale azzurra sfida oggi, martedì 22 luglio, l'Inghilterra - in diretta tv, in chiaro, e streaming - nel penultimo atto del massimo torneo continentale per Nazionali femminili. La squadra allenata dal ct Andrea Soncin arriva all'appuntamento dopo aver eliminato la Norvegia nei quarti di finale grazie al decisivo gol di Girelli. Le inglesi invece hanno superato, nel turno precedente, la Svezia, battuta 3-2.
La sfida tra Inghilterra e Italia è in programma oggi, martedì 22 luglio, alle ore 21 allo Stadio di Ginevra. Ecco le probabili formazioni:
Inghilterra (4-3-3): Hampton; Bronze, Williamson, Carter, Greenwood; Toone, Walsh, Stanway; James, Russo, Hemp. Ct. Wiegman
Italia (3-4-3): Giuliani; Di Guglielmo, Salvai, Linari; Oliviero, Giugliano, Caruso, Greggi; Cantore, Girelli, Bonansea. Ct. Soncin
La semifinale degli Europei femminili tra Inghilterra e Italia di oggi, martedì 22 luglio, sarà trasmessa in diretta televisiva e in esclusiva su Rai 2. Il match sarà quindi visibile in chiaro e si potrà seguire anche in streaming su RaiPlay.
Leggi tutto: Inghilterra-Italia: orario, probabili formazioni e dove vederla in tv (in chiaro)
(Adnkronos) - Oggi, martedì 22 luglio, il 'sipario' del Teatro del Silenzio si leverà su uno degli appuntamenti più attesi dell'estate italiana. A vent'anni dalla sua fondazione, questo luogo incantato incastonato tra le colline pisane accoglierà il primo dei tre concerti che celebrano due decenni di musica, arte e bellezza. A guidare la serata inaugurale sarà Andrea Bocelli, cofondatore e anima spirituale del Teatro, che condividerà la scena con due ospiti d’eccezione: il leggendario tenore Plácido Domingo e la giovane stella della musica pop Clara.
Il palco a cielo aperto di Lajatico, dove la natura è scenografia e il silenzio diventa suono, si trasformerà in un tempio della grande musica internazionale. È qui che Andrea Bocelli, con il carisma e la grazia che lo contraddistinguono, darà il via a una 'maratona' musicale in tre atti, che proseguirà giovedì 24 luglio con il debutto da protagonista di Matteo Bocelli e si concluderà sabato 26 luglio con una seconda performance del Maestro.
Con Plácido Domingo – vera icona vivente della lirica mondiale – e Clara – giovane interprete capace di unire profondità emotiva e sonorità contemporanee – la serata del 22 luglio si preannuncia come un incontro tra generazioni, stili e mondi musicali diversi, tutti accomunati dalla ricerca dell’eccellenza e dalla passione per l’arte.
«La bellezza di Lajatico fa sempre la sua parte», ha dichiarato Bocelli alla vigilia dell’evento. «Ma continua a stupirmi la partecipazione emotiva, profonda e sincera, che ho percepito ovunque… è difficile analizzare razionalmente le motivazioni: in un certo senso, l’intera mia carriera ha dell’inspiegabile, fino a questo incredibile concerto di mezza estate».
Il Teatro del Silenzio, sorto da un’intuizione visionaria dell’architetto Alberto Bartalini e cresciuto negli anni con l’organizzazione di City Sound & Events, si conferma un crocevia artistico di rara suggestione, dove si sono già esibiti artisti del calibro di Lang Lang, David Garrett, Katherine Jenkins e tanti altri.
Il programma di questa ventesima edizione si arricchisce di una novità assoluta: la serata del 24 luglio vedrà il debutto da protagonista del giovane Matteo Bocelli, artista emergente che sta conquistando i palcoscenici internazionali con la sua voce calda e il suo stile elegante. Matteo, con una propria identità artistica ormai definita, rappresenta la nuova generazione Bocelli, capace di parlare sia al pubblico giovane che agli appassionati della musica classica e pop. Il 26 luglio, infine, sarà ancora Andrea Bocelli a chiudere il cerchio di questo speciale anniversario, accompagnato nuovamente da Clara e da un cast in via di definizione che promette altre sorprese.
In occasione della ventesima edizione del Teatro del Silenzio, l'arte di Igor Mitoraj torna al centro della scena con il monumentale "Tindaro Screpolato". L'opera si inserisce in perfetta armonia nel paesaggio dell'Alta Valdera, offrendo una riflessione visiva intensa e poetica sul tempo e sull’identità. E ancora una volta l'estate toscana si arricchisce di musica e arte. La Galleria d'Arte Contini, con sedi a Venezia e Cortina d'Ampezzo, in collaborazione con Atelier Mitoraj e sotto la direzione artistica di Alberto Bartalini, rinnova la propria partecipazione a un evento che rappresenta un’eccellenza nel panorama culturale internazionale.
Il 27 luglio 2006 si tenne la prima storica edizione del Teatro del Silenzio, con il concerto inaugurale di Andrea Bocelli intitolato "Dedicato al Grande Assente". Al centro del lago artificiale fu collocata l'opera "Il Grande Sonno" di Igor Mitoraj, che divenne da subito elemento scenografico emblematico e, negli anni a venire, simbolo visivo dell’identità stessa del Teatro. Con il suo stile inconfondibile, sospeso tra classicismo ideale e frammentazione moderna, Mitoraj reinterpreta la bellezza dell’antico attraverso la sensibilità del presente. Le crepe, gli squarci e le aperture non rappresentano rottura o decadenza, ma testimonianze silenziose di una memoria che continua a pulsare e a trasformarsi.
'Tindaro Screpolato' è una delle opere più emblematiche del maestro: una testa monumentale ispirata ai canoni della bellezza greco-romana, profondamente segnata da fratture. Il contrasto tra perfezione formale e mutilazione fisica è il nucleo espressivo dell’opera. Le spaccature non ne compromettono l’eleganza, ma ne rafforzano la sacralità, come se fosse un reperto emerso da una civiltà scomparsa. Il nome Tindaro richiama il mitico re di Sparta, padre di Elena. Un richiamo a una memoria collettiva e mitologica, che intreccia bellezza, destino e rovina. Le ferite sul volto diventano metafore del tempo, della caducità, della perdita dei valori. E proprio in queste crepe si manifesta una verità ancora più profonda, che rende il volto ancora più vivo, intenso, eterno. È questa la sensibilità che rende l'arte di Mitoraj perfettamente coerente con lo spirito del Teatro del Silenzio: un luogo in cui voce, arte e paesaggio si uniscono per creare un’esperienza estetica irripetibile. In parallelo, grazie alla Galleria Contini e ad Atelier Mitoraj, altre due opere dello scultore sono state installate in Piazza Vittorio Veneto, nel centro storico di Lajatico. Sculture che dialogano con lo spazio urbano e con chi lo attraversa, creando un ponte tra la mitologia classica e l’espressione artistica contemporanea.
Leggi tutto: Andrea Bocelli accende il Teatro del Silenzio per i 20 anni della sua fondazione
(Adnkronos) - Sono 221 le persone morte e più di 500 quelle rimaste ferite in Pakistan in incidenti riconducibili a quasi un mese di forti piogge monsoniche. Lo riferisce l'agenzia pakistana per la gestione delle catastrofi, precisando che "dal 26 giugno al 21 luglio, 221 persone hanno perso la vita, tra cui 104 bambini e 40 donne".
Le piogge torrenziali hanno provocato inondazioni improvvise, crolli di edifici e corto circuiti elettrici.
Ieri, più di otto veicoli sono stati travolti dalle forti piogge che hanno provocato una frana su un'autostrada nel distretto di Diamer, nel Gilgit-Baltistan, ha detto all'Afp Abdul Hameed, un alto ufficiale di polizia della zona. "Sono stati recuperati tre cadaveri e più di 15 risultano ancora dispersi", ha aggiunto.
Leggi tutto: Pakistan, 220 morti e oltre 500 feriti a causa delle piogge monsoniche
(Adnkronos) - "Abbiamo scelto di far ripartire un movimento di sviluppo sostenibile del territorio che portasse attrattività turistica da un lato e offrisse una piattaforma culturale ed educazionale non solo per i pazienti affetti da patologie respiratorie, ma anche a coloro che, con l'opportunità" di percorrerlo, "riusciranno a focalizzarsi sul well-being e la lotta al fumo: abbiamo infatti dotato il nostro sentiero di ben 22 cartelli informativi con QR code per creare non solo un viaggio educazionale, ma anche digitale". Così Stefano Mecchia, Senior Director Communication & Corporate Public Affairs di Chiesi Italia, spiega il progetto 'Sentiero del respiro', frutto della collaborazione tra la Regione Veneto e la farmaceutica, che promuove natura, salute e sviluppo sostenibile.
Il percorso naturalistico-educazionale di 4 chilometri che parte dall'interno del Castello di Andraz nel comune di Livinallongo del Col di Lana (BL), nel cuore delle Dolomiti, patrimonio Unesco, e prosegue nel bosco antistante, "incarna perfettamente l'approccio di Chiesi Italia alla sostenibilità ambientale e al valore condiviso - sottolinea Mecchia - Speriamo di generare e indurre un impatto positivo verso l'ambiente che ci circonda in linea con il nostro impegno di raggiungere le zero emissioni nette entro il 2035, per la salute, l'ambiente e lo sviluppo sostenibile del territorio". Il progetto, illustra Mecchia, "parte dalla realizzazione di un sentiero fisico. Abbiamo scelto, assieme alla Regione, il comune di Livinallongo del Col di Lana, piccolo comune sito tra Alleghe e Cortina d'Ampezzo, che è stato più impattato dalla tempesta di Vaia del 2018 che si è abbattuta con venti al di sopra di 200 chilometri orari, distruggendo più di 18 milioni di alberi tra Friuli, Veneto e Trentino Alto Adige. Il Sentiero del respiro inizia dal meraviglioso castello di Andraz, dell'anno 1000 e si inerpica sulla montagna antistante. Non è solo un luogo fisico - precisa Mecchia - ma una piattaforma culturale perché ha una sua presenza digitale: è geolocalizzato su tutte le principali piattaforme e chi percorre la strada meravigliosa del Passo Falzarego può notarlo ed essere portato a percorrerlo". Inoltre, "tutti i contenuti educazionali e formativi enfatizzano come una migliore qualità dell'aria significhi benessere respiratorio, e quindi prevenzione" delle malattie, ma anche "un beneficio per l'ambiente e per la comunità in cui viviamo".
Sempre di concerto "con la Regione Veneto, per promuovere la valorizzazione turistico-ricettiva dell'aria, abbiamo ripristinato anche la zona boschiva - continua Mecchia - piantando 10mila nuovi alberi che, oltre a ricreare questa splendida cartolina, contribuiranno all'assorbimento delle emissioni di gas clima alteranti, migliorando la protezione e la tenuta del suolo e l'attrattività per gli animali del bosco". All'interno del percorso c'è anche "una palestra di roccia per i cittadini più appassionati e più sportivi", ma anche "panchine per incrementare, facilitare l'intrattenimento" per i meno sportivi. "I primi 400 metri del cammino - evidenzia Mecchia - sono pavimentati con il legno dei larici abbattuti dalla tempesta di Vaia e sono dedicati alle persone più piccole, in carrozzina, agli ipovedenti e a chi ha problemi di deambulazione, perché tutti possano partecipare a questo percorso naturalistico educazionale. Nella prima parte c'è anche un percorso Kneipp: un meraviglioso ruscello dove vengono amplificate tutte le sensazioni dello stare in mezzo a questo meraviglioso bosco".
(Adnkronos) - ”Gli accordi di filiera sono uno strumento fondamentale, che ritengo diventerà sempre più importante in futuro, perché mettono in sicurezza la produzione agricola, danno stabilità alle aziende e forza ai territori”. Lo ha dichiarato Matteo Lorito, rettore dell’Università Federico II di Napoli, intervenendo alla tappa campana del Roadshow Coldiretti–Philip Morris, organizzato per promuovere e rilanciare l’intesa decennale da un miliardo di euro a sostegno della filiera del tabacco italiana.
Secondo Lorito, il modello di filiera integrata rappresenta una risposta concreta alle sfide del comparto primario: “Mette in sicurezza l’ottenimento del prodotto primario, garantisce reddito agli agricoltori, stabilisce un legame stabile tra chi produce e chi trasforma. E questo – ha spiegato – si traduce in un rafforzamento del sistema agricolo nel suo complesso”. Un altro aspetto cruciale è il presidio del territorio. “I territori interessati da queste produzioni – ha evidenziato il rettore – spesso sono zone interne, fragili, che rischiano di essere travolte dai grandi meccanismi globali. Con gli accordi di filiera, invece, tornano vivi, produttivi, diventano territori di futuro”.
L’accordo tra Philip Morris Italia e Coldiretti, avviato nel 2011, estende ora l’orizzonte temporale fino al 2034, con investimenti complessivi che potranno arrivare fino a un miliardo di euro. Il progetto coinvolge le principali regioni produttrici di tabacco – Campania, Umbria e Veneto – e mira a garantire continuità e sostenibilità economica, sociale e ambientale all’intera filiera.
Per Lorito, il valore dell’intesa va oltre l’aspetto produttivo: “Accordi di questo tipo significano futuro assicurato ai nostri giovani. Se accompagnati da innovazione tecnologica e formazione adeguata, diventano strumenti potenti di crescita. È così che si costruisce un percorso virtuoso in grado di restituire all’Italia tutto il valore straordinario della sua agricoltura”.
Un’agricoltura – ha concluso – “che oggi alimenta un agroalimentare d’eccellenza, capace di conquistare i mercati esteri e trainare l’export nazionale. Un settore che non può prescindere da modelli virtuosi e stabili, fondati su qualità, tracciabilità e investimenti sul capitale umano”.
(Adnkronos) - “Fare accordi di filiera è sicuramente il modo migliore per dare alle aziende agricole un reddito certo, che consenta di programmare, investire in tecnologie e garantire al tempo stesso il rispetto dell’ambiente”. Lo ha dichiarato Ettore Bellelli, presidente di Coldiretti Campania, intervenendo a Napoli al roadshow territoriale promosso da Coldiretti e Philip Morris nelle tre principali regioni della filiera tabacchicola italiana: Campania, Umbria e Veneto.
“Questi accordi saranno il leitmotiv della politica di Coldiretti nei prossimi mesi e anni – ha proseguito Bellelli – proprio per assicurare redditività alle imprese agricole e salvaguardare la salute dei consumatori. L’intesa con Philip Morris rappresenta un primo, importante esempio: un contratto decennale che dà certezze e garanzie alle aziende, incentivando anche il ricambio generazionale. I giovani devono avere uno stimolo economico per restare e investire in agricoltura, portando avanti le tradizioni di famiglia”.
Bellelli ha poi sottolineato l’importanza del presidio nelle aree interne: “Proprio grazie a colture come il tabacco, radicate nei territori, si può contrastare lo spopolamento, che minaccia non solo le aziende agricole, ma l’intero equilibrio ecologico e ambientale delle nostre zone”, ha concluso.
(Adnkronos) - I bombardamenti dei carri armati di Israele hanno ucciso almeno 12 palestinesi e ne hanno feriti decine in un accampamento di tende di sfollati nella parte occidentale della città di Gaza, a nord dell'enclave. Lo hanno dichiarato le autorità sanitarie locali, riprese dai media israeliani. I medici hanno affermato che i carri armati di stanza a nord del campo di Shati hanno sparato due colpi contro le tende che ospitavano le famiglie sfollate. Non ci sono stati commenti immediati da parte dell'esercito israeliano.
Dal canto loro le difese aeree israeliane affermano di aver intercettato con successo un missile lanciato contro Israele dallo Yemen, ha reso noto l'esercito. Non si hanno notizie immediate di feriti o impatti causati dai detriti intercettati.
Gli Houthi dello Yemen hanno invece dichiarato di aver colpito l'aeroporto principale di Israele per la seconda volta dopo che Israele ha attaccato un porto controllato dai ribelli, mentre l'esercito israeliano ha riferito di aver intercettato il missile. Secondo il portavoce militare Yarya Saree, gli Houthi hanno colpito l'aeroporto internazionale Ben Gurion "utilizzando un missile balistico ipersonico denominato 'Palestina 2'".
La Forza di sicurezza preventiva dell'Autorità nazionale palestinese ha invece arrestato durante la notte una cellula terroristica nella città di Nablus, in Cisgiordania. Lo riferiscono i media palestinesi affiliati ad Hamas, secondo cui la cellula è stata trovata in possesso di decine di ordigni esplosivi destinati ad essere utilizzati contro le forze israeliane.
Un drone israeliano ha attaccato ieri sera un convoglio di tribù beduine nella zona rurale della città di Shahba, nella provincia settentrionale di As-Suwayda. Lo ha reso noto l'Osservatorio siriano per i diritti umani, aggiungendo che ci sono state vittime.
Leggi tutto: Gaza, "tank Israele sparano contro tende sfollati a Gaza: morte 12 persone"
(Adnkronos) - “L’accordo decennale tra Coldiretti e Philip Morris è un passo fondamentale per rilanciare la filiera del tabacco e tutelare le imprese agricole italiane”. Lo ha dichiarato Marco Cerreto, capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati, intervenendo a Napoli al Roadshow territoriale promosso da Coldiretti e Philip Morris per la presentazione del nuovo accordo da 1 miliardo di euro, destinato a rafforzare la produzione tabacchicola in Campania, Umbria e Veneto.
“Si tratta di un esempio virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato – ha spiegato Cerreto – che coinvolge Coldiretti, la più grande organizzazione agricola europea, un player globale come Philip Morris e il Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare. Un’intesa che garantisce l’allocazione della produzione fino alla fine dell’attuale PAC, ovvero fino al 2027, con la certezza di una giusta remunerazione per gli agricoltori, in particolare in province chiave come Caserta, Avellino e Benevento”.
L’accordo, secondo Cerreto, rappresenta un modello di sostenibilità integrata: “Oltre alla sostenibilità economica, vengono tutelati anche l’ambiente e il lavoro, grazie all’introduzione di pratiche agricole disciplinate, al rispetto delle norme contro il caporalato e al contrasto all’impiego di manodopera minorile, fenomeni purtroppo riscontrati in passato anche nella produzione di tabacco. Con questo accordo, simili derive saranno finalmente superate”.
Cerreto ha poi evidenziato come l’intesa punti a rafforzare i tre pilastri fondamentali di ogni filiera agricola: sostenibilità ambientale, sociale ed economica. “Garantire stabilità e investimenti alle imprese agricole – ha concluso – significa difendere l’economia rurale, la qualità e la sostenibilità del made in Italy agroalimentare. Questo accordo dimostra che la collaborazione tra istituzioni, imprese e agricoltori può generare valore duraturo per territori e comunità”.
(Adnkronos) - “L’Italia è il primo produttore di tabacco in Europa: rappresentiamo circa il 30% della produzione complessiva e possiamo contare su oltre 30mila occupati, di cui più di 10mila solo in Campania. L’accordo siglato è fondamentale perché offre certezze operative ed economiche a una filiera complessa e strategica, valorizzando tutti gli attori coinvolti”. Così Gennarino Masiello, vicepresidente nazionale di Coldiretti e presidente di ONT Italia, intervenendo a Napoli all’apertura del Roadshow territoriale promosso da Coldiretti e Philip Morris, per presentare il nuovo accordo decennale da un miliardo di euro, destinato a rafforzare la filiera del tabacco in Campania, Umbria e Veneto.
Secondo il vicepresidente di Coldiretti, l’intesa con Philip Morris integra ricerca, innovazione e nuove tecnologie che “renderanno sicuramente più competitiva la filiera nei prossimi dieci anni”. Un accordo, ha sottolineato, che apre anche “occasioni concrete per le nuove generazioni che vogliono affacciarsi per la prima volta alla coltivazione del tabacco, assicurando così un ricambio generazionale, che in agricoltura non è mai scontato”.
“Il valore dell’intesa va oltre le cifre. È una scelta strategica che guarda all’intero Paese, con una particolare attenzione al Sud Italia – ha spiegato – dove la coltivazione del tabacco, meno meccanizzata, richiede una forte presenza di manodopera, ma è anche una fonte di grande soddisfazione quando si costruiscono relazioni trasparenti e accordi chiari, come accade con questa multinazionale”. Masiello ha ribadito l’importanza di un patto solido tra mondo agricolo e industriale. “L’alleanza tra agricoltura e industria, se ben gestita, può produrre valore vero. Questo accordo è la dimostrazione concreta che è possibile coniugare efficienza economica e responsabilità sociale. È il tempo della concretezza, non delle parole. E oggi, da Napoli, parte un messaggio forte: l’agricoltura italiana è viva, organizzata e capace di futuro”.
(Adnkronos) - Agosto 2025 si avvicina così come la data di pagamento delle pensioni. Pagamento che di solito è previsto sempre il primo giorno bancabile del mese, eccetto quando cade nel weekend o in un giorno festivo. In questo caso, avverrà proprio il primo giorno, il 1° agosto per i titolari di conti correnti postali (o per chi ritira allo sportello delle Poste) e per chi ha scelto l'accredito su conti bancari.
L’Inps ha ricordato che il pagamento in contanti è ammesso solo per gli importi complessivi fino a mille euro netti. Pertanto, se l’importo che spetta al beneficiario supera questo limite, l’interessato è tenuto a comunicare all’Inps il rapporto finanziario sul quale ottenere il pagamento. La comunicazione può essere effettuata attraverso il sito dell’Istituto utilizzando il servizio 'Cambiare le coordinate di accredito della pensione'.
Il cedolino Inps della pensione di agosto 2025 è online sul sito dell’Istituto e consultabile dai pensionati. Si può consultare con Spid andando sulla pagina iniziale del portale Inps, cliccando su 'Tutti i servizi' per accedere, con codice fiscale e Pin o credenziali Spid, al servizio Cedolino pensione e servizi collegati. Il cedolino della pensione è il documento che consente ai pensionati di verificare l’importo erogato ogni mese dall’Inps e di conoscere le ragioni per cui tale importo può variare.
(Adnkronos) - Gli Stati Uniti e la Germania hanno concordato di fornire all'Ucraina cinque sistemi di difesa aerea Patriot. Ad annunciarlo il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius, secondo quanto riportato dall'European Pravda. La notizia arriva mentre la Russia intensifica la sua campagna di attacchi a lungo raggio contro l'Ucraina, anche con missili balistici che solo l'avanzato sistema Patriot può abbattere, e nel giorno in cui il presidente ucraino Volodymyr Zelensky annuncia un nuovo round di colloqui con la Russia e torna a chiedere nuove armi.
Zelensky ha infatti spiegato che i prossimi colloqui di pace tra Mosca e Kiev saranno previsti per mercoledì prossimo, dopo che le ultime due sessioni di colloqui a Istanbul non sono riuscite a porre fine alla guerra tra i due Paesi.
"Ho discusso con il Segretario del Consiglio di Sicurezza ucraino, Rustem Umerov, sulla preparazione di uno scambio e su un nuovo incontro in Turchia con la parte russa. Umerov ha indicato che l'incontro è previsto per mercoledì", ha dichiarato Zelensky nel suo discorso quotidiano trasmesso sui social media.
La Russia, dal canto suo, prima dell'annuncio si era detta pronta a partecipare a un nuovo giro di negoziati di pace con l'Ucraina, avvertendo in ogni caso che sarà necessario "molto lavoro" per conciliare le posizioni delle due parti, ha spiegato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. "Siamo favorevoli a un terzo round'' dopo due incontri infruttuosi, ha detto Peskov.
Intanto però, con una tregua ancora difficile da raggiungere, Zelensky è tornato a chiedere più armi. "Per la nostra difesa servono più sistemi aerei, maggiore copertura del nostro Paese, anche per attacchi a lungo raggio contro la Russia”, ha detto il presidente ucraino, aggiungendo: “Se Putin è così scatenato sugli 'shahed' (droni, ndr) e sul terrore, dovrebbe essere lasciato senza logistica. Tutti coloro che lavorano per proteggere la vita e limitare il potenziale bellico della Russia, lavorano per la pace”, ha poi sottolineato.
La quota di armi ucraine nelle Forze di difesa dell'Ucraina deve essere aumentata del 50% nei prossimi sei mesi incrementando la produzione nazionale, ha intanto spiegato Zelensky durante la presentazione del nuovo ministro della Difesa Denys Shmyhal. "La gente dovrebbe rendersi conto che l'Ucraina ha i suoi missili. In generale, per quanto riguarda le armi, l'obiettivo è aumentare la quota di armi ucraine nelle nostre Forze di Difesa del 50% nei prossimi sei mesi, aumentando la nostra produzione. Questo è assolutamente realistico", ha affermato.
"Alcuni accordi - ha aggiunto - sono già stati conclusi. Altri devono ancora essere elaborati. Tutti i contratti dovrebbero essere in vigore questa settimana", ha spiegato, sottolineando che il ministero della Difesa deve garantire un aumento significativo della frequenza e della portata dell'impiego dei droni ucraini contro obiettivi russi.
L'Ucraina ha bisogno di 6 miliardi di dollari per colmare il deficit nella produzione di armi nel 2025, ha detto intanto il ministro della Difesa Denys Shmyhal agli alleati durante una riunione virtuale nel formato Ramstein, aggiungendo - riporta Radio Svoboda - che "questo ci consentirebbe di produrre più droni Fpv (con visuale in prima persona), più droni intercettori per respingere gli attacchi Shahed e ulteriori armi a lungo raggio, in modo che la guerra possa continuare anche sul territorio russo".
Leggi tutto: Patriot all'Ucraina in arrivo da Usa e Germania. Zelensky annuncia nuovi colloqui
(Adnkronos) - I carabinieri del Nas di Roma hanno sottoposto agli arresti domiciliari il medico sorpreso nei giorni scorsi a operare all’interno di una abitazione in Roma. Il provvedimento scaturisce da una complessa indagine condotta che ha consentito di interrompere la pericolosa attività illecita del professionista sanitario, già sospeso dall’esercizio dell’attività medica. Le gravi e pesanti evidenze probatorie raccolte dai militari hanno consentito all’Autorità giudiziaria di emettere la misura cautelare per violenza privata.
Il dottore, nei giorni scorsi, nonostante fosse già colpito dalla misura cautelare della sospensione dalla professione medica in conseguenza di altro reato, era stato sorpreso con attrezzatura chirurgica intento a praticare un intervento di otoplastica in un appartamento abitato da sudamericani nel quartiere Quadraro di Roma.
Il precedente provvedimento cautelare sospensivo traeva origine da altre vicende giudiziarie, che vedevano indagato il professionista per l’esecuzione di un intervento non autorizzato e per violenza privata. Lo stesso era anche indagato, sempre dalla Procura di Roma, per la morte di una donna, avvenuta in seguito a complicazioni per un intervento di liposuzione. Nonostante i gravi reati che lo vedevano coinvolto, il medico ha continuato a esercitare la sua l’attività e, in barba a qualunque divieto e rispetto di una benché minima forma di sicurezza dal punto di vista igienico sanitario, lo ha fatto in luoghi di fortuna tant’è che i Carabinieri del Nas lo hanno individuato all’interno di una camera da letto di una abitazione dove, oltre alle persone, circolavano liberamente i due cani dei residenti.
Come evidenziato dalle riprese effettuate il medico, con l’ausilio di una infermiera in pensione, indossando i camici da lavoro e con gli strumenti in mano, è stato sorpreso mentre effettuava un intervento di otoplastica su una giovane sudamericana distesa su un lettino di fortuna aperto all’interno di una camera da letto in cui erano presenti scarpe, vestiti e sporcizia varia. Alla giovane, che si stava sottoponendo all’intervento, come accertato dai medici del pronto soccorso del Policlinico Casilino, il dottore aveva già iniettato delle dosi di anestetico locale.
Leggi tutto: Roma, operava in casa: ai domiciliari medico già sospeso dalla professione
(Adnkronos) - Nella West Nile "i casi individuati rappresentano solo la punta dell'iceberg, poiché la maggior parte delle infezioni decorre in modo asintomatico: occorre fare diagnosi precoci e mappare il territorio". E' il monito di Miriam Lichtner della Simit, la Società italiana di malattie infettive e tropicali che alla luce dei 7 infettati - con un'anziana morta - in provincia di Latina, invita a "rafforzare la sorveglianza clinica e ambientale e ad attuare con urgenza misure di prevenzione contro il vettore, la zanzara Culex pipiens".
Gli specialisti sottolineano che "la rete infettivologica regionale, rafforzata dopo la pandemia da Covid-19, è già attiva" e che oggi "si terrà un vertice con tutti i reparti di Malattie infettive e i pronto soccorso del Lazio, con l'avvio di attività di formazione per i sanitari" coordinate dal segretario Simit Emanuele Nicastri, direttore Uoc Divisione Malattie infettive ad alta intensità di cura Irccs Inmi Spallanzani di Roma. Intanto "la Regione Lazio ha già attivato le disinfestazioni nei Comuni colpiti e un monitoraggio degli insetti vettori".
Intanto "quattro pazienti con diagnosi accertata di West Nile neuroinvasiva, ricoverati la scorsa settimana, presentano un progressivo netto miglioramento e risultano in discrete condizioni generali", comunica la Asl di Latina. Quanto agli altri 2 infettati, "un paziente di 86 anni con importanti comorbidità permane in gravi condizioni, anche se stabili negli ultimi giorni", mentre "un altro con diagnosi confermata di West Nile è ricoverato in terapia intensiva e necessita al momento di supporto ventilatorio assistito", si legge in una nota dell'azienda sanitaria.
L'Asl di Latina ha intanto attivato "una task force per misure straordinarie a tutela della salute pubblica, coordinata dalla direzione generale e composta da tutti gli specialisti coinvolti nel percorso di gestione, prevenzione e sorveglianza del virus". Inoltre "è in fase di attivazione un tavolo tecnico operativo, che coinvolge tutti gli attori istituzionali e sanitari locali, finalizzato alla pianificazione e all'attuazione di interventi integrati di prevenzione, controllo e informazione". Lo comunica l'azienda sanitaria in una nota.
"Il West Nile o febbre del Nilo occidentale, una malattia dal nome esotico che in passato era effettivamente considerata solo una delle tante patologie tropicali, oggi in Italia non è più solo un fenomeno importato occasionalmente, ma una malattia endemica" come confermano i "molti casi registrati in diverse zone del Paese, con un cluster di casi autoctoni nella provincia di Latina" e la morte di un'anziana 82enne. Lo sottolinea l'osservatorio Virusrespiratori.it., di cui il virologo Fabrizio Pregliasco è direttore scientifico. Il contrasto delle zanzare è l'unica arma per proteggersi da un virus contro il quale non esistono vaccini né farmaci mirati, ricorda il medico, direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva dell'università Statale di Milano.
Complice il fatto che alcune specie di uccelli sono serbatoi del virus West Nile e in diversi casi si sono riscontrate infezioni anche in cavalli e cani, il microrganismo è in espansione nella Penisola, evidenzia l'osservatorio. "Anche il cambiamento climatico gioca un ruolo centrale nell'aumentata circolazione - afferma Pregliasco - L'innalzamento delle temperature e la 'tropicalizzazione' delle città italiane creano condizioni favorevoli per la proliferazione delle zanzare vettore, estendendo così il rischio di infezione a nuove aree del Paese. Al momento non parlerei di allarme, ma è sicuramente una situazione che merita un'enorme attenzione sia da parte del personale sanitario, sia da parte delle istituzioni nonché dei cittadini", esorta l'esperto.
La malattia viene trasmessa all'uomo dalla puntura di zanzara, più frequentemente del tipo Culex, e non si trasmette da persona a persona, precisa l'osservatorio. Se la maggior parte degli infettati non manifesta sintomi o si ammala in maniera lieve - solo il 20% presenta disturbi leggeri come febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei - negli anziani e nelle persone immunodepresse la sintomatologia può essere più grave e arrivare a colpire il sistema nervoso centrale, con forme di meningite o encefalite che possono risultare anche fatali. "Al momento - rimarca Pregliasco - non esistono vaccini o medicinali che trattino in modo specifico il virus.
L'unico modo per proteggersi dal West Nile è pertanto la prevenzione, ovvero ridurre l'esposizione alle punture di zanzare. Fondamentali sono quindi le misure di protezione individuale, come l'uso di repellenti e zanzariere, insieme alla disinfestazione delle aree verdi e alla rimozione dei ristagni d'acqua dove le zanzare si riproducono. Anche perché le zanzare possono trasmettere non solo il West Nile, ma anche altri virus pericolosi come Dengue, Chikungunya, Zika virus, Usutu virus, la malaria e altre malattie a trasmissione vettoriale".
"La diagnosi è molto importante, fortunatamente tra gli infettivologi c'è molta attenzione sull'argomento e si lavora da anni nel diffondere la conoscenza di queste patologie a tutta la classe medica", evidenzia Lichtner, professore ordinario di Malattie infettive e tropicali all'università Sapienza di Roma. "I colleghi di Latina - rimarca - sono stati molto bravi a pensare al West Nile e a identificare i casi con il supporto del laboratorio dello Spallanzani. I sintomi spesso assomigliano a un'influenza: febbre, mal di testa, rash cutaneo. Ma in alcuni casi compaiono tremori, sonnolenza, stato confusionale. Occorre intercettare subito i casi sospetti con screening mirati, specialmente nei pronto soccorso e dai medici di medicina generale".
L'esperta evidenzia che "il virus del West Nile non ha una cura specifica codificata. Il trattamento è sintomatico e di supporto: idratazione, controllo della febbre, monitoraggio delle funzioni vitali del paziente. Nei casi più gravi si possono utilizzare immunoglobuline e antivirali utilizzati per altri virus, come ad esempio il remdesivir. Per questo la diagnosi precoce e la prevenzione sono oggi i principali strumenti che abbiamo per contenere l'infezione".
"Accanto alla sorveglianza clinica, poi - ricorda Lichtner - è fondamentale la prevenzione ambientale: il vettore va controllato con disinfestazioni basate su larvicidi e adulticidi, a partire dalle aree umide e dai centri abitati. Anche i cittadini possono fare la loro parte: no ai ristagni d'acqua nei giardini, attenzione ai sottovasi, uso di repellenti e zanzariere". E "con queste elevate temperature - raccomanda la docente - bisogna estendere l'attenzione a tutta la famiglia delle arbovirosi, come Dengue, Usutu, Chikungunya, Zika, visto che alcune di queste infezioni si sono già verificate anche alle nostre latitudini".
"La situazione è da tenere sotto controllo - concorda il direttore scientifico della Simit, Massimo Andreoni - e non è una buona notizia che si siano registrati i primi casi anche nel Lazio. Questo indica una diffusione crescente del virus, che in diverse regioni italiane è già endemico e viene trasmesso dalla comune zanzara Culex, ben presente anche nel nostro Paese. Da un lato il cambiamento climatico, con temperature più elevate e maggiore umidità, sta favorendo la proliferazione delle zanzare; dall'altro diventa fondamentale che i medici riconoscano precocemente questa infezione. Solo così - avverte lo specialista - possiamo evitare complicanze serie, soprattutto nei pazienti più fragili".
Gli infettivologi puntualizzano che, "a differenza della Dengue, la persona infettata" dal West Nile virus "difficilmente può essere una fonte di infezione se viene punta in quanto nell'uomo l'infezione viene detta abortiva-terminale (dead-end host)".
Leggi tutto: West Nile, casi nel Lazio "solo punta iceberg". Pregliasco: "Ormai è endemico"
(Adnkronos) - Nella West Nile "i casi individuati rappresentano solo la punta dell'iceberg, poiché la maggior parte delle infezioni decorre in modo asintomatico: occorre fare diagnosi precoci e mappare il territorio". E' il monito di Miriam Lichtner della Simit, la Società italiana di malattie infettive e tropicali che alla luce dei 7 infettati - con un'anziana morta - in provincia di Latina, invita a "rafforzare la sorveglianza clinica e ambientale e ad attuare con urgenza misure di prevenzione contro il vettore, la zanzara Culex pipiens".
Gli specialisti sottolineano che "la rete infettivologica regionale, rafforzata dopo la pandemia da Covid-19, è già attiva" e che oggi "si terrà un vertice con tutti i reparti di Malattie infettive e i pronto soccorso del Lazio, con l'avvio di attività di formazione per i sanitari" coordinate dal segretario Simit Emanuele Nicastri, direttore Uoc Divisione Malattie infettive ad alta intensità di cura Irccs Inmi Spallanzani di Roma. Intanto "la Regione Lazio ha già attivato le disinfestazioni nei Comuni colpiti e un monitoraggio degli insetti vettori".
"Il West Nile o febbre del Nilo occidentale, una malattia dal nome esotico che in passato era effettivamente considerata solo una delle tante patologie tropicali, oggi in Italia non è più solo un fenomeno importato occasionalmente, ma una malattia endemica" come confermano i "molti casi registrati in diverse zone del Paese, con un cluster di casi autoctoni nella provincia di Latina" e la morte di un'anziana 82enne. Lo sottolinea l'osservatorio Virusrespiratori.it., di cui il virologo Fabrizio Pregliasco è direttore scientifico. Il contrasto delle zanzare è l'unica arma per proteggersi da un virus contro il quale non esistono vaccini né farmaci mirati, ricorda il medico, direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva dell'università Statale di Milano.
Complice il fatto che alcune specie di uccelli sono serbatoi del virus West Nile e in diversi casi si sono riscontrate infezioni anche in cavalli e cani, il microrganismo è in espansione nella Penisola, evidenzia l'osservatorio. "Anche il cambiamento climatico gioca un ruolo centrale nell'aumentata circolazione - afferma Pregliasco - L'innalzamento delle temperature e la 'tropicalizzazione' delle città italiane creano condizioni favorevoli per la proliferazione delle zanzare vettore, estendendo così il rischio di infezione a nuove aree del Paese. Al momento non parlerei di allarme, ma è sicuramente una situazione che merita un'enorme attenzione sia da parte del personale sanitario, sia da parte delle istituzioni nonché dei cittadini", esorta l'esperto.
La malattia viene trasmessa all'uomo dalla puntura di zanzara, più frequentemente del tipo Culex, e non si trasmette da persona a persona, precisa l'osservatorio. Se la maggior parte degli infettati non manifesta sintomi o si ammala in maniera lieve - solo il 20% presenta disturbi leggeri come febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei - negli anziani e nelle persone immunodepresse la sintomatologia può essere più grave e arrivare a colpire il sistema nervoso centrale, con forme di meningite o encefalite che possono risultare anche fatali. "Al momento - rimarca Pregliasco - non esistono vaccini o medicinali che trattino in modo specifico il virus.
L'unico modo per proteggersi dal West Nile è pertanto la prevenzione, ovvero ridurre l'esposizione alle punture di zanzare. Fondamentali sono quindi le misure di protezione individuale, come l'uso di repellenti e zanzariere, insieme alla disinfestazione delle aree verdi e alla rimozione dei ristagni d'acqua dove le zanzare si riproducono. Anche perché le zanzare possono trasmettere non solo il West Nile, ma anche altri virus pericolosi come Dengue, Chikungunya, Zika virus, Usutu virus, la malaria e altre malattie a trasmissione vettoriale".
"La diagnosi è molto importante, fortunatamente tra gli infettivologi c'è molta attenzione sull'argomento e si lavora da anni nel diffondere la conoscenza di queste patologie a tutta la classe medica", evidenzia Lichtner, professore ordinario di Malattie infettive e tropicali all'università Sapienza di Roma. "I colleghi di Latina - rimarca - sono stati molto bravi a pensare al West Nile e a identificare i casi con il supporto del laboratorio dello Spallanzani. I sintomi spesso assomigliano a un'influenza: febbre, mal di testa, rash cutaneo. Ma in alcuni casi compaiono tremori, sonnolenza, stato confusionale. Occorre intercettare subito i casi sospetti con screening mirati, specialmente nei pronto soccorso e dai medici di medicina generale".
L'esperta evidenzia che "il virus del West Nile non ha una cura specifica codificata. Il trattamento è sintomatico e di supporto: idratazione, controllo della febbre, monitoraggio delle funzioni vitali del paziente. Nei casi più gravi si possono utilizzare immunoglobuline e antivirali utilizzati per altri virus, come ad esempio il remdesivir. Per questo la diagnosi precoce e la prevenzione sono oggi i principali strumenti che abbiamo per contenere l'infezione".
"Accanto alla sorveglianza clinica, poi - ricorda Lichtner - è fondamentale la prevenzione ambientale: il vettore va controllato con disinfestazioni basate su larvicidi e adulticidi, a partire dalle aree umide e dai centri abitati. Anche i cittadini possono fare la loro parte: no ai ristagni d'acqua nei giardini, attenzione ai sottovasi, uso di repellenti e zanzariere". E "con queste elevate temperature - raccomanda la docente - bisogna estendere l'attenzione a tutta la famiglia delle arbovirosi, come Dengue, Usutu, Chikungunya, Zika, visto che alcune di queste infezioni si sono già verificate anche alle nostre latitudini".
"La situazione è da tenere sotto controllo - concorda il direttore scientifico della Simit, Massimo Andreoni - e non è una buona notizia che si siano registrati i primi casi anche nel Lazio. Questo indica una diffusione crescente del virus, che in diverse regioni italiane è già endemico e viene trasmesso dalla comune zanzara Culex, ben presente anche nel nostro Paese. Da un lato il cambiamento climatico, con temperature più elevate e maggiore umidità, sta favorendo la proliferazione delle zanzare; dall'altro diventa fondamentale che i medici riconoscano precocemente questa infezione. Solo così - avverte lo specialista - possiamo evitare complicanze serie, soprattutto nei pazienti più fragili".
Gli infettivologi puntualizzano che, "a differenza della Dengue, la persona infettata" dal West Nile virus "difficilmente può essere una fonte di infezione se viene punta in quanto nell'uomo l'infezione viene detta abortiva-terminale (dead-end host)".
Leggi tutto: West Nile, casi nel Lazio "solo la punta dell'iceberg". Pregliasco: "Ormai è endemico"
(Adnkronos) - Nella West Nile "i casi individuati rappresentano solo la punta dell'iceberg, poiché la maggior parte delle infezioni decorre in modo asintomatico: occorre fare diagnosi precoci e mappare il territorio". E' il monito di Miriam Lichtner della Simit, la Società italiana di malattie infettive e tropicali che alla luce dei 7 infettati - con un'anziana morta - in provincia di Latina, invita a "rafforzare la sorveglianza clinica e ambientale e ad attuare con urgenza misure di prevenzione contro il vettore, la zanzara Culex pipiens".
Gli specialisti sottolineano che "la rete infettivologica regionale, rafforzata dopo la pandemia da Covid-19, è già attiva" e che oggi "si terrà un vertice con tutti i reparti di Malattie infettive e i pronto soccorso del Lazio, con l'avvio di attività di formazione per i sanitari" coordinate dal segretario Simit Emanuele Nicastri, direttore Uoc Divisione Malattie infettive ad alta intensità di cura Irccs Inmi Spallanzani di Roma. Intanto "la Regione Lazio ha già attivato le disinfestazioni nei Comuni colpiti e un monitoraggio degli insetti vettori".
"La diagnosi è molto importante, fortunatamente tra gli infettivologi c'è molta attenzione sull'argomento e si lavora da anni nel diffondere la conoscenza di queste patologie a tutta la classe medica", evidenzia Lichtner, professore ordinario di Malattie infettive e tropicali all'università Sapienza di Roma. "I colleghi di Latina - rimarca - sono stati molto bravi a pensare al West Nile e a identificare i casi con il supporto del laboratorio dello Spallanzani. I sintomi spesso assomigliano a un'influenza: febbre, mal di testa, rash cutaneo. Ma in alcuni casi compaiono tremori, sonnolenza, stato confusionale. Occorre intercettare subito i casi sospetti con screening mirati, specialmente nei pronto soccorso e dai medici di medicina generale".
L'esperta evidenzia che "il virus del West Nile non ha una cura specifica codificata. Il trattamento è sintomatico e di supporto: idratazione, controllo della febbre, monitoraggio delle funzioni vitali del paziente. Nei casi più gravi si possono utilizzare immunoglobuline e antivirali utilizzati per altri virus, come ad esempio il remdesivir. Per questo la diagnosi precoce e la prevenzione sono oggi i principali strumenti che abbiamo per contenere l'infezione".
"Accanto alla sorveglianza clinica, poi - ricorda Lichtner - è fondamentale la prevenzione ambientale: il vettore va controllato con disinfestazioni basate su larvicidi e adulticidi, a partire dalle aree umide e dai centri abitati. Anche i cittadini possono fare la loro parte: no ai ristagni d'acqua nei giardini, attenzione ai sottovasi, uso di repellenti e zanzariere". E "con queste elevate temperature - raccomanda la docente - bisogna estendere l'attenzione a tutta la famiglia delle arbovirosi, come Dengue, Usutu, Chikungunya, Zika, visto che alcune di queste infezioni si sono già verificate anche alle nostre latitudini".
"La situazione è da tenere sotto controllo - concorda il direttore scientifico della Simit, Massimo Andreoni - e non è una buona notizia che si siano registrati i primi casi anche nel Lazio. Questo indica una diffusione crescente del virus, che in diverse regioni italiane è già endemico e viene trasmesso dalla comune zanzara Culex, ben presente anche nel nostro Paese. Da un lato il cambiamento climatico, con temperature più elevate e maggiore umidità, sta favorendo la proliferazione delle zanzare; dall'altro diventa fondamentale che i medici riconoscano precocemente questa infezione. Solo così - avverte lo specialista - possiamo evitare complicanze serie, soprattutto nei pazienti più fragili".
Gli infettivologi puntualizzano che, "a differenza della Dengue, la persona infettata" dal West Nile virus "difficilmente può essere una fonte di infezione se viene punta in quanto nell'uomo l'infezione viene detta abortiva-terminale (dead-end host)".
(Adnkronos) - Sedicesima tappa per il Tour de France 2025. La Grande Boucle torna in strada oggi, martedì 22 luglio, dopo la tappa di domenica 20 in cui ha trionfato Tim Wellens, con Tadej Pogacar che è rimasto in maglia gialla, e il giorno di riposo di ieri. I ciclisti si dirigono oggi verso la regione dell’Hérault per una frazione di 171,5 chilometri che parte da Montpellier e arriva al Mont Ventoux, nella regione della Vaucluse. Ecco orario, percorso e dove vedere la tappa di oggi in tv (anche in chiaro) e streaming.
Il Tour de France riparte con una tappa di 171,5 chilometri che partirà dalla città di Montpellier per arrivare in cima al mitico Mont Ventoux. Il gruppo percorrerà circa 160 km di pianura prima di arrivare alle pendici del Gigante della Provenza. Una volta giunti nella città di Aubignan, al km 133,7, la strada inizierà a salire, prima di iniziare la vera e propria scalata del Mont Ventoux, unico GPM della tappa, hors categorie. La salita sarà di 15,7 km, con pendenza media all'8,8% e l'arrivo posto all'osservatorio astronomico, a quota 1910 mt.
Negli ultimi 5,5 km i ciclisti affronteranno l'iconico tratto nel paesaggio lunare, insidioso soprattutto per il forte vento. Il Mont Ventoux è un luogo simbolo del Tour de France: qui vinse una tappa memorabile Pantani, battendo Lance Armostrong e qui Chris Froome si ritrovò a percorrere l'ultimo chilometro della tappa correndo a piedi, in seguito a una caduta. L'ultima volta che la Grande Boucle era passata per il Mont Ventoux era il 2021 e la tappa fu vinta da Wout Van Aert dopo la doppia scalata al Gigante Calvo. Al chilometro 112,4, inoltre, i velocisti avranno la possibilità di conquistare uno Sprint intermedio a Chateauneuf-du-Pape. In totale il dislivello da coprire sarà di 2950 metri.
Il Tour de France 2025 sarà visibile in diretta (in chiaro) su Rai 2, con il collegamento previsto - a seconda delle tappe - tra le 14 e le 15. La quindicesima tappa di oggi, domenica 20 luglio, inizierà intorno alle 12.10, con l'arrivo previsto alle 16.44. Frazioni complete disponibili in diretta su Discovery+ ed Eurosport, visibile su Tim Vision, Dazn e Amazon Prime Video.
Leggi tutto: Tour de France, oggi 16esima tappa. Orario, percorso e dove vederla in tv (in chiaro)
(Adnkronos) - La firma del ministro degli Esteri Antonio Tajani nella dichiarazione congiunta di venticinque Paesi su Gaza e i territori occupati rappresenta una svolta per la posizione italiana sulla questione. Dopo mesi di contatti bilaterali e pressioni dirette, fuori dall'agone pubblico, Roma è tra i firmatari di una dura lettera nei confronti di Israele, molto critica verso la gestione del conflitto nella Striscia di Gaza e la distribuzione degli aiuti umanitari, ma anche verso le azioni dei coloni in Cisgiordania e i piani di espansione degli insediamenti presentati dal governo.
"Ogni giorno troppi morti, questo è inaccettabile", riassume Tajani incontrando la stampa fuori da Palazzo Chigi. Il documento chiede di raggiungere "immediatamente" un cessate il fuoco e far entrare il prima possibile aiuti umanitari, "perché la situazione a Gaza è davvero insostenibile", spiega. "Noi riteniamo che si debbano rilasciare immediatamente, senza condizioni, gli ostaggi israeliani in mano ai terroristi, ma nello stesso tempo Israele deve compiere dei passi in avanti decisi, senza perdere tempo", ha aggiunto prima di sottolineare i "problemi" che riguardano i coloni israeliani nei territori occupati della Cisgiordania. "Noi siamo amici di Israele, ma quello che sta accadendo non va bene. L'abbiamo detto, l'abbiamo ribadito in questo documento: Israele deve affrontare e risolvere la soluzione".
Nella dichiarazione, i Paesi firmatari si uniscono nel riconoscere che la sofferenza dei civili palestinesi "ha raggiunto livelli insostenibili" e che il modello israeliano per la distribuzione degli aiuti "è pericoloso, alimenta l’instabilità e priva i cittadini di Gaza della loro dignità umana. Condanniamo il rilascio a rilento degli aiuti umanitari e l’uccisione disumana di civili, compresi bambini, mentre cercano di soddisfare i propri bisogni essenziali di acqua e cibo", scrivono i venticinque ministri degli Esteri, evidenziando come sia "agghiacciante che oltre 800 palestinesi siano stati uccisi mentre tentavano di accedere agli aiuti".
"Il rifiuto da parte del governo israeliano di fornire assistenza umanitaria essenziale alla popolazione civile è inaccettabile. Israele deve adempiere ai propri obblighi ai sensi del diritto umanitario internazionale", prosegue il documento co-firmato dall'Italia, che esorta le autorità israeliane a revocare le restrizioni al flusso degli aiuti e a consentire "con urgenza" a Onu e ong umanitarie coinvolte di svolgere il proprio lavoro in sicurezza e con efficacia. Durissime le parole dei venticinque sulle proposte di trasferire la popolazione palestinese in una "città umanitaria", definite "del tutto inaccettabili", in quanto "lo sfollamento forzato permanente costituisce una violazione del diritto umanitario internazionale". Da parte sua, Tajani evidenzia ai giornalisti che l'Italia è contraria sia all'isolamento che alla deportazione dei palestinesi in altri Paesi: "i palestinesi hanno la loro terra, hanno il diritto di avere un loro Stato".
"Ci opponiamo fermamente a qualsiasi misura che implichi un cambiamento territoriale o demografico nei Territori palestinesi occupati. Il piano di insediamento E1 annunciato dall’Amministrazione civile israeliana, se attuato, dividerebbe in due il futuro Stato palestinese, costituendo una palese violazione del diritto internazionale e compromettendo gravemente la soluzione dei due Stati", scrivono i ministri degli Esteri nella dichiarazione, riferendosi al progetto di insediamento in un'area strategica della Cisgiordania, area in cui la costruzione di nuovi insediamenti, anche a Gerusalemme Est, "ha subito un’accelerazione, mentre le violenze da parte dei coloni nei confronti dei palestinesi sono aumentate drasticamente. Tutto ciò deve cessare".
Dalla firma dell'Italia sul documento e dalle parole di Tajani alla stampa trapela un irrigidimento della posizione dell'Italia, a poche settimane dal niet di Roma al Consiglio europeo riguardo a misure più dure nei confronti di Israele. La percezione della Farnesina, convogliata dalle parole del ministro, è che le azioni di Israele non abbiano più alcun tipo di senso militare e che a livello politico vadano a pesare sulla stessa credibilità e capacità del Paese di legittimarsi nella regione. E l'Italia non è l'unico partner storico ad aver manifestato la propria insofferenza verso le azioni dell'esecutivo israeliano: occhi sulla conferenza a trazione franco-saudita sulla questione palestinese e la viabilità della soluzione a due Stati, in agenda per fine mese a New York.