(Adnkronos) - "Il 60% degli italiani" soffre di una forma di parodontite. Di questi, "almeno il 13-15% convive con forme gravi e invalidanti" che portano alla perdita dei denti e della funzione masticatoria. Parliamo di una patologia causata dai batteri presenti nella bocca, la sesta più diffusa al mondo, che ha un impatto importantissimo sulla qualità di vita del paziente e sulle casse del nostro Ssn. La sua incidenza aumenta dopo i 40 anni, soprattutto nelle regioni del Sud per igiene orale domiciliare scarsa, fumo e scarsa consapevolezza. Ma salvare gengive e denti è possibile: "La prevenzione e l'igiene costante iniziano da casa ed evitano l'insorgere di altre malattie. Anche se si è in vacanza". Così all'Adnkronos Salute Rodolfo Gianserra, tesoriere della Società italiana di parodontologia e implantologia (Sidp), in occasione della Giornata nazionale della parodontite che si celebra oggi 10 luglio.
Sanguinamento gengivale, alitosi e mobilità dei denti "sono i sintomi più diffusi - spiega Gianserra - segnali che non bisogna mai sottovalutare. Anzi, alla loro prima comparsa occorre recarsi dal proprio odontoiatria di fiducia". Se invece la parodontite non viene curata, "perché si sottovaluta la sintomatologia, allora la malattia si aggrava portando alla perdita dei denti. Quindi, intervenire tempestivamente è fondamentale".
L'igiene orale "inizia con delle buone procedure che vengono consigliate in modo personalizzato", con il lavaggio dei denti almeno 2 volte al giorno, ricorda lo specialista. "Alle buone abitudini di igiene orale domiciliare si aggiunge la visita di prevenzione presso il proprio dentista di fiducia che sa valutare i tempi e la frequenza di sedute di igiene professionale. In questo modo rendiamo la parodontite praticamente curabile e prevenibile con costi economici minimi". Se invece "dobbiamo trattare forme di parodontite più avanzate di stadio 3 o di stadio 4 - rimarca Gianserra - questo comporta interventi più complessi atti a rigenerare osso e gengive, sostituzioni di elementi dentari con eventuali impianti e conseguenti protesi, con costi che oggi sono decisamente elevati".
La parodontite, precisa l'espero Sidp, non solo "colpisce i tessuti gengivali e i tessuti di supporto del dente, ma è correlata a tantissime altre problematiche sistemiche. Avere una bocca sana significa non avere carie, avere gengive in salute, masticare bene e, ovviamente, avere una vita di relazione legata al sorriso e a quello che la bocca rappresenta per ognuno di noi". Curare le gengive, e quindi la parodontite, "si associa a una riduzione degli indici glicemici, a un miglioramento della pressione sistolica per i pazienti con problemi cardiovascolari e minori rischi per le donne in gravidanza, tra cui il parto prematuro".
E se molti italiani rinunciano alle cure e a fare prevenzione per motivi economici, "con la Giornata nazionale della parodontite come Sidp lavoriamo per rendere il cittadino partecipe della propria diagnosi e cura puntando sull'informazione, attraverso il nostro numero verde 800144979, attivo tutto l'anno. Il nostro obiettivo - evidenzia Gianserra - è far capire all'opinione pubblica che prevenire la parodontite e le patologie della bocca ha sicuramente un costo inferiore rispetto a quello che invece dovremmo sostenere se non facciamo prevenzione. Una visita di controllo - 1 o 2 volte l'anno - ha veramente dei costi bassi". Per informazioni sulla Giornata nazionale della parodontite: https://www.sidp.it/ e www.gengive.org.
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(Adnkronos) - Cosa non si fa per un click in più. Biagio Antonacci e Gerry Scotti sono solo le ultime due vittime del clickbait estremo, quello che per attirare lettori su un sito produce titoli allarmanti sulla salute (quando non arriva direttamente ad annunciare la morte) di personaggi noti.
Ieri il cantautore milanese ha dovuto smentire con un post sui social di essere finito in ospedale dopo aver rischiato il soffocamento (da notare l'ironia dell'autore della fake news visto che Antonacci è autore di un brano che s'intitola 'E' soffocamento'): "Come vedete sto molto bene … le fake news? Tossiche per l’anima e fastidiose per tutti in un tempo dove la verità è determinante per tutto e tutti", ha scritto l'artista accanto a un video che lo ritraeva mentre cantava accompagnandosi con la chitarra.
Più sofisticata ma altrettanto fastidiosa la fake news che ha portato in tendenza Gerry Scotti nelle ultime 24 ore, più della sua conferma come uno dei pilastri dei palinsesti Mediaset svelati ieri. "Ricovero Gerry Scotti, il quadro clinico è disperato: fegato reni e pancreas coinvolti. Terapia intensiva e corsa contro il tempo", si legge nel titolo di un articolo pubblicato su un sito web che, dopo diversi capoversi allarmanti, rivela che il fake è solo temporale. Ovvero, è stata utilizzata una vecchia intervista in cui il conduttore raccontava la brutta esperienza vissuta con il Covid, che lo portò al ricovero, per montare un nuovo allarme sulla sua salute, come si trattasse di un'ultim'ora. La risposta di Scotti non c'è stata, o almeno non diretta. Il conduttore ha però pubblicato un video in cui, "50 anni dopo", sale in sella ad un Ciao della Piaggio perfettamente restaurato per le vie di Milano.
Solo gli ultimi due casi di un fenomeno che ha visto negli anni anche dare per morti più volte personaggi molto popolare come Lino Banfi, Al Bano e anche Pippo Baudo. Il quale, l'ultima volta che accadde, nel 2020, in pieno Covid, commentò all'Adnkronos: "Faccio le corna. Succede ogni anno che qualcuno dia una notizia letale su di me. Per fortuna, ogni volta che qualcuno annuncia la mia morte, mi allunga la vita".
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(Adnkronos) - ''Se questo periodo ci ha insegnato qualcosa, è l'urgenza di costruire un'Europa più resistente per contrastare shock simili in futuro. L'unico modo è far crescere le nostre economie''.
E' l'appello lanciato da Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, in un videomessaggio trasmesso alla quarta edizione del summit nazionale sull’economia del mare 'Blue forum', in corso a Unioncamere a Roma. “Anche il settore marittimo ha subìto le difficoltà della pandemia, di una guerra di aggressione al nostro continente, della crisi energetica, dell'aumento del costo della vita e sullo sfondo una crisi climatica'', sottolinea il presidente.
''L'Italia è la terza più grande economia blu d'Europa. L'ambizione climatica è essenziale, ma ciò significa anche fissare obiettivi raggiungibili e offrire stimoli finanziari”, ricorda Metsola. “Nella sua risoluzione sull'attuazione della politica comune della pesca il Parlamento ha sottolineato che è necessario un livello di stabilità economica in questo settore, perché gli operatori possano innovare e adottare tecniche più sostenibili. Esiste anche un grande potenziale nella digitalizzazione dell'attività marittime''.
''L'Unione Europea sta già contribuendo in molte di queste aree e lo farà sempre di più”, assicura Metsola. “Io sono cresciuta vicino al mare e so quando sia cruciale la gestione sostenibile delle risorse marine sul nostro pianeta. E ora possiamo fare la differenza, perché le decisioni che prendiamo oggi hanno ancora il potere di plasmare il futuro”.
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(Adnkronos) - "In questo momento credo che non solo l’Italia, ma il mondo stia guardando in maniera molto diversa al mare. I cambiamenti geopolitici fanno sì che sia un collegamento non tra due nazioni, ma tra interi continenti. In un momento in cui anche le linee di comunicazione e le linee logistiche cambiano rapidamente, l’attenzione a livello mondiale sul mare è altissima". Lo ha detto il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Edoardo Rixi, a margine del IV Summit Nazionale sull’Economia del mare – Blue Forum, presso la sede di Unioncamere negli Horti Sallustiani a Roma. "Fortunatamente il nostro Paese ha un grande know-how su questo - continua - L’Europa è il continente che ha più navi. L’Italia, all’interno dell’Europa, è uno dei Paesi che è più sviluppato nel settore della blue economy, dalla cantieristica navale, alla nautica di diporto, fino allo shipping. E' chiaro che in questo momento noi stiamo chiedendo anche a livello europeo di cambiare il paradigma, di consentire anche di intervenire sulla nostra cantieristica in maniera massiva".
In particolare, "basta pensare che l’85% dei cantieri navali, dei bacini per la costruzione e il refitting delle navi è tra Cina e Corea, solo il 7% è in Europa - osserva Rixi - Oggi tutte le merci che arrivano sul continente europeo passano via mare a causa della guerra in Ucraina e quindi, per noi, è fondamentale, anche per una sicurezza logistica, avere una grande capacità nei prossimi anni per cambiare, rimettere in bacino le navi, costruire nuove navi. Rimettere in bacino anche perché - sottolinea - nel frattempo c’è tutto il tema del green, del cambiamento dei carburanti e quindi rivedere anche le motorizzazioni delle flotte. È un lavoro immane che vuol dire però grande capacità, possibilità del nostro Paese per incidere”.
Per il viceministro, "l’underwater, che riguarda sempre la blue economy - precisa - è un nuovo aspetto che nasce proprio in questi anni, dove l’Italia è ancora protagonista con la nuova agenzia che il governo ha voluto creare e su cui si investirà nei prossimi anni". Non si tratta quindi "solo di connessioni su cavi sottomarini, ma anche della possibilità di controllare tutta la parte subacquea, sia per motivi di sicurezza, sia sul traffico logistico e sull’utilizzo delle materie prime". Certo, è "un mondo che sta cambiando rapidamente – conclude – ma che forse, per la prima volta dopo tanti decenni, vede il nostro Paese leader e protagonista in moltissimi settori".
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(Adnkronos) - "Occorrono scelte coraggiose" per affrontare i cambiamenti che il sistema economico globale sta subendo. E' il tema centrale del panel di apertura della quarta edizione del Summit Nazionale sull’Economia del Mare – Blue Forum, in corso a Unioncamere a Roma. "L'economia del mare – ha detto Andrea Prete, Presidente Unioncamere - è una somma di tante economie che hanno un filo conduttore, il mare. C'è quella della cantieristica, l'alberghiero, il settore delle crocierie, quello dei porti, della pesca, dell'accoglienza e della ristorazione. I numeri sono importanti: oltre un milione di occupati, oltre 2 miliardi complessivi. Tutto questo comparto è cresciuto ed è attento ai temi della sostenibilità e dell'ambiente. E anche nel Mezzogiorno l'economia del mare sta crescendo. Servono scelte coraggiose su questa direttrice".
Stesso appello è arrivato da Giovanni Acampora, Presidente Assonautica Italiana, Si. Camera, Cciaa Frosinone Latina. “Occorrono scelte coraggiose, non possiamo rimanere al palo rispetto a certe situazioni. Tra queste anche il Ponte sullo Stretto”. Acampora ha invitato a “lavorare sull'innovazione, sull'Intelligenza artificiale, sull'investimento tecnologico”.
Durante il primo panel è intervenuto, con un video-messaggio, il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana e arcivescovo di Bologna. “Creare valore, il titolo scelto dal vostro Summit, significa scegliere valori importanti – ha detto – significa costruire un sistema, capire le ricchezze e le potenzialità e questo richiede sempre l'alleanza con vari soggetti”. In tema di Giubileo, Zuppi ha ricordato il tema della speranza. “Papa Francesco, scegliendo questo tema, ha ribadito la necessità di una alleanza sociale della speranza. C'è molta paura nel mondo per ciò che stiamo vivendo, e la paura rischia di paralizzare la speranza. La paura – ha concluso Zuppi - favorisce il presente e non il futuro. La paura spinge a conservare; al contrario la speranza guarda a quello che ancora non c'è”.
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(Adnkronos) - Le sfide più urgenti legate alla Blue Economy riguardano “la valorizzazione del mare da ogni punto di vista, in una nazione che ha tre quarti della sua esposizione di confine sul mare”.
“E' la nostra risorsa cardine, se sapremo sfruttarla ancora di più e ancora meglio in un quadro che prevede tante criticità che sono quelle legate a politiche europee che non sempre tengono conto delle esigenze delle singole nazioni o delle loro produzioni”. A sottolinearlo è stato il Ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida intervenendo alla quarta edizione del Summit Nazionale sull’Economia del Mare – Blue Forum, in corso a Unioncamere a Roma.
“Per anni l'Unione Europea ha sacrificato molto la produzione di pesca – ha sottolineato Lollobrigida – e negli ultimi due anni e mezzo abbiamo lavorato per invertire questa tendenza: desertificazione delle nostre marinerie che è avvenuta nel tempo, che ha visto arrivare a cifre di -40%-50% con porti che vedevano nella pesca una risorsa straordinaria che hanno perso questa vocazione. Questo ha creato un danno economico ma anche un danno ambientale. Siamo riusciti nell'ultima trattativa di dicembre scorso – ha ribadito il Ministro Lollobrigida - a segnare un risultato straordinario condiviso con le associazioni di rappresentanza del mondo della pesca perché per la prima volta abbiamo fermato la scellerata scelta di ridurre spesso, senza dati scientifici adeguati, lo sforzo di pesca che aveva l'unico effetto, questo lo dicono i dati, di diminuire le nostre imbarcazioni, la vocazione dei nostri pescatori, a dare la possibilità a nuove generazioni di occuparsi di questo settore”.
“Abbiamo restituito speranza – ha poi aggiunto Lollobrigida - abbiamo sostenuto economicamente il settore fin dall'inizio mettendolo sul piano dell'agricoltura, abbiamo immesso in tutti i bandi che riguardano il settore agricolo anche la possibilità di partecipare al mondo della pesca, alle imprese della pesca. Abbiamo lavorato per modernizzare il nostro settore con risorse importanti per il fermo definitivo. Abbiamo contrastato scelte europee che mettevano in condizione di sacrificare tipologie di pesca che sono proprie della nostra Italia. Su questo tema – ha concluso Lollobrigida - abbiamo lavorato tanto per rafforzare la condizione che la nostra Italia ha di essere definita dal mare”.
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(Adnkronos) - Per alcuni San Siro non è solo uno stadio. È un punto di arrivo, il coronamento di un percorso, l’aspirazione massima, il sogno. E per chi quel campo lo ha sempre visto dagli spalti, abbonato in Curva Sud, la prima volta doveva per forza essere speciale. Le aspettative c’erano, certo, ma lui le ha superate tutte: Lazza, San Siro, 9 luglio. Un concerto, uno spettacolo, uno show. Di aggettivi se ne potrebbero usare tanti, ma alla fine quello che conta sono gli occhi lucidi dei fan in prima fila, le urla di chi non ha smesso mai di saltare, e di chi ha visto passare davanti ai propri occhi passato e presente del rap italiano.
Si, perché a San Siro c’erano tutti. Chi ha aperto la strada e chi ne sta esplorando di nuove. Lazza ha raccontato la sua storia rendendo omaggio al passato, accogliendo sul palco le leggende di ieri e i talenti della nuova scena. Ma il protagonista, indiscusso e indiscutibile, è sempre lui: Jacopo Lazzarini. E alla fine per riempire un palco minimalista, con due schermi ai lati e un’orchestra in sottofondo, serviva una presenza proprio come la sua. Niente ballerini, niente scenografie. Solo musica, giochi di luce e fuoco a fare da contorno a uno show degno della Scala del calcio.
Ciascun capitolo dello spettacolo, dalla durata di 3 ore, ha un’identità propria, ma tutti raccontano un’unica storia. Il suo percorso artistico passa dal rap più crudo fino alla drill, passando per il pop sanremese. Da 'Ouv3rture' a '100 Messaggi'. Brano dopo brano, Lazza si muove tra mondi diversi, che lo rappresentano dal giorno 0 e che hanno al centro di tutto la musica e i suoi fan. Perché per lui, ragazzo sincero e impulsivo, il rapporto con il pubblico è sempre stato fondamentale. E quindi la gita della sera prima, che assomigliava tanto a una ‘notte prima degli esami’, ha perfettamente senso. Lazza ha guidato fino a San Siro, si è fermato a guardare quello che poche ore dopo sarebbe diventato il suo regno e ha salutato quei fan già in coda davanti ai cancelli per un posto in prima fila. Battute, foto, autografi, sorrisi. Un gesto piccolo, ma che dice tanto su chi è Jacopo.
“Aiutami San Siro”. In uno dei rari momenti di appannamento, quando Lazza ha alzato lo sguardo fino al terzo anello, e forse si è reso conto di dov’era arrivato, è proprio a loro che ha chiesto una mano. L’urlo che ne è seguito ha anticipato una coreografia che ha abbracciato le tribune con i colori del suo Milan: “Ok Zzala”. Ora è il suo pubblico a scrivere la sua firma musicale. Questo lo ha spinto oltre ogni limite e paura. Al resto ci pensa la famiglia. Quella acquisita e quella di tutti i giorni.
Uno dopo l’altro Lazza porta con sé il meglio della scena italiana. Chi si aspettava Sfera Ebbasta, Geolier, Capo Plaza, Tony Effe e Jake La Furia è stato accontentato, ma con Lazza non ci si annoia mai. Sul palco, accompagnata dall’orchestra, arriva la voce, pulita e inconfondibile, di Laura Pausini, che unisce la storia del pop al genere che sta dominando le classifiche. Uno spettacolo che non si vede spesso. Ma quello a cui sta assistendo San Siro è il giorno del giudizio del rap. E allora lui non può mancare. Marracash reclama la sua corona di fronte a un pubblico in delirio, pochi giorni dopo il sold out arrivato in quello stesso stadio. ‘-3 (Perdere il volo)’ sembra la conclusione di quello che, non ce ne voglia il King del Rap, è un Lazzageddon. Ma non lo è.
La musica di Jacopo infatti non si fonda sulle basi o sui featuring, ma si lega alle persone che lo circondano in ogni fase della sua vita. Che lo hanno reso chi è, nel bene e nel male. 'Porto Cervo' parla di un amore finito, 'SENZA RUMORE' racconta di un cuore rinato tra le braccia della compagna e del figlio Noah. Quindi la presenza di Greta sul palco non sorprende. La modella lo abbraccia con gli occhi lucidi e gli sussurra qualcosa all’orecchio, prima di sciogliersi in un bacio. È un momento talmente intimo che non sembra appartenere a uno stadio. Quegli occhi addosso sembrano in più.
Eppure San Siro è un giorno che Lazza vuole condividere proprio con le persone che ha intorno. Dopo Orsingher sale sul palco la madre, poi la nonna, infine il padre. A lui, Lazza dedica la 'Dolcevita', il finale del suo show: “Ti ricordi due anni fa? Eravamo in Curva, al derby. Ti avevo detto che nel 2025 lo avrei riempito da solo. Quella partita l’abbiamo persa, ma oggi abbiamo vinto”. E qualcuno, in tribuna stampa, sotto quegli occhiali scuri, giura di aver visto una lacrima. (di Marica Di Giovanni)
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(Adnkronos) - "Sinner e Alcaraz sono due giocatori diversi e le partite con loro sono sempre diverse. Con Sinner, che è quello contro cui ho giocato di più, la velocità della palla è incredibile. Non ho mai visto nulla di simile. Quando giochi contro di lui, sembra che tutto vada a doppia velocità". Ben Shelton, battuto di nuovo da Sinner ai quarti di finale di Wimbledon 2025, ha parlato così in conferenza stampa del numero uno al mondo. Una dichiarazione di resa, con complimenti all'avversario dopo una sconfitta netta. Senza appelli.
Shelton ha poi aggiunto: "Di solito riesco ad adattarmi abbastanza bene a quel ritmo. Ma è dura quando qualcuno colpisce così forte su entrambi i lati e serve come lui. Oggi ho avuto la mentalità giusta per gran parte della partita. Ho servito molto meglio rispetto all’Australia, in maniera più intelligente. Sono andato a prendermi i punti. Sto ancora imparando sull’erba cosa funziona meglio, non sono riuscito a metterlo in difficoltà".
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(Adnkronos) - Alla Nuvola dell'Eur a Roma oggi, giovedì 10 luglio, la conferenza per la ricostruzione dell'Ucraina. "Il piano russo è lo stesso dall’inizio della guerra, tentare di piegare gli ucraini con il freddo e la paura. Questo piano è fallito perché la comunità internazionale si è schierata contro questo scempio" ha detto la presidente del Consiglio Meloni nel corso del suo intervento nella sessione plenaria di apertura, invitando a "guardare oltre l'insopportabile ingiustizia" e "immaginare il dopo" sottolinea.
"L'Italia può essere protagonista nella ricostruzione dell'Ucraina non solo per la costanza, la chiarezza, con la quale fin dall'inizio si è schierata dalla parte giusta della storia, senza mai tentennare, ma anche perché il suo solido e straordinario tessuto produttivo ha tutte le carte in regola per generare un moltiplicatore di investimenti, un moltiplicatore di opportunità". "La sfida che abbiamo di fronte - sottolinea - richiede il massimo sforzo da parte delle nazioni, dei governi, delle istituzioni multilaterali e finanziarie, ma è una partita che noi possiamo vincere solo se riusciremo a contare su una robusta mobilitazione dei capitali privati, sulla loro capacità di attrarre investimenti".
"Dobbiamo essere orgogliosi del risultato che oggi raggiungiamo tutti insieme, nazioni, organizzazioni internazionali, istituzioni finanziarie, autorità locali, settore imprenditoriale, società civile. Insieme abbiamo assunto impegni con la conferenza di oggi per oltre 10 miliardi di euro" annuncia. "Ma per ricostruire una nazione martoriata dalla guerra non bastano soldi, ingegneri e architetti - avverte -. C'è bisogno di qualcosa di più e quel qualcosa di più è il sentimento che il popolo ucraino ha dimostrato di conoscere, che è l'amore di patria, l'amore per la libertà, la volontà di garantire ai propri figli un futuro di prosperità, di benessere, senza l'amore di patria tutto quello che noi facciamo perde di senso".
"Il popolo ucraino ha guardato negli occhi il nemico e ha deciso di combatterlo, non perché gli piace combattere, perché ama la guerra, ma perché ama ciò per cui sta combattendo, riesce a vedere oltre questo conflitto. Ed è questo che ha permesso all'Ucraina di continuare a vivere, produrre, innovare e cercare una luce nell'oscurità più profonda". "Il nostro compito è aiutare l'Ucraina e lo faremo" dobbiamo "riscrivere questo nuovo capitolo della sua storia per amore della giustizia e per il futuro".
"Questa conferenza ci offre l'opportunità di sottoscrivere numerose intese, uno degli ambiti principali sui quali noi abbiamo voluto concentrare la nostra attenzione riguarda la creazione di nuovi strumenti, di nuovi meccanismi, che possano accompagnare il lavoro delle aziende, fare da moltiplicatore, sono per questo felice di annunciare il contributo determinante dell'Italia alla nascita di un nuovo fondo Equity a livello europeo". "Il messaggio che vogliamo lanciare oggi agli imprenditori è semplice, non abbiate paura di investire, di costruire, di ricostruire in Ucraina", aggiunge il presidente del Consiglio.
""Noi siamo quel popolo che sulle macerie della Seconda guerra mondiale ha costruito il miracolo economico degli anni '60. Anche la nostra, allora, era una nazione distrutta che affrontava difficoltà enormi. Eppure ce l'ha fatta, si è rialzata con determinazione, con orgoglio, è diventata la potenza economica e industriale che oggi tutti conoscono". "Mi piace pensare che questa conferenza possa essere il punto di partenza per il miracolo economico dell'Ucraina, che costruiremo insieme", ha concluso.
"Putin rifiuta ogni proposta di pace, escalation di violenza" ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, facendo notare come la "Russia si sia preparata alla conferenza con il massiccio attacco di questa notte a Kiev". Ha chiesto, inoltre, "più fondi per produrre droni contro i missili russi". "Dobbiamo intercettare quelli" che a centinaia ogni notte la Russia lancia contro l'Ucraina, "ci servono nuovi missili e nuovi sistemi di difesa", ma anche "fondi e investimenti per produrre droni" e "incoraggio i partner ad aumentarli". "Facciamo il possibile per arrivare alla pace" assicura, sottolineando poi che "Putin ha due alleati: l'inverno e il terrore, noi dobbiamo contrattaccare entrambi e ringrazio tutti coloro che ci stanno aiutando". "Ogni singolo giorno dobbiamo rimanere concentrati, ci dobbiamo focalizzare e lavorare per la difesa, per generare un cessate il fuoco quanto prima", ribadisce il presidente ucraino, chiedendo "un piano Marshall" perché "tutto ciò che la Russia distrugge può essere ricostruito". A margine della conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina, in corso a Roma, è previsto un incontro bilaterale tra Meloni e Zelensky.
"Per milioni di ucraini, soldati, insegnanti, medici, agricoltori, per ucraini di ogni estrazione sociale, il futuro ha due bandiere. La bandiera dell'Ucraina e quella dell'Europa" lo ribadisce nel suo intervento la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. "Questa Conferenza per la Ripresa ha come obiettivo quello di portare l'Ucraina nel futuro. E il futuro dell'Ucraina è l'Europa". Il processo di adesione all’Ue dell’Ucraina "si basa sul merito. E l'Ucraina merita di andare avanti". "Sotto un fuoco incessante - aggiunge - l'Ucraina sta attuando una riforma dopo l'altra. L'Ucraina è pronta a procedere con il passo successivo nel percorso di adesione. L'Ucraina sta mantenendo la promesse fatte per le sue riforme: ora dobbiamo mantenerle anche noi", aggiunge. Oggi "ci riuniamo in questa città eterna per dimostrare il nostro impegno duraturo nei confronti dell'Ucraina. La nostra determinazione è incrollabile, il nostro sostegno incrollabile. Perché saremo sempre al fianco dell'Ucraina, per tutto il tempo necessario".
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(Adnkronos) - Foto di famiglia per la premier Giorgia Meloni alla Nuvola, all'Eur a Roma, con tutti i leader presenti alla conferenza sulla ripresa dell'Ucraina. "Il piano russo è fallito, la comunità è schierata contro questo scempio" ha detto la presidente del Consiglio Meloni nel corso del suo intervento, annunciando "impegni per oltre 10 miliardi di euro". Bisogna "guardare oltre l'insopportabile ingiustizia" e "immaginare il dopo" sottolinea.
Dopo l'intervento della premier quello del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, del cancelliere tedesco Friedrich Merz e del premier polacco Donald Tusk, ospiti rispettivamente dell'ultima e della prossima conferenza sulla ricostruzione.
A margine della Conferenza per la Ricostruzione dell’Ucraina, in corso a Roma, è previsto un incontro bilaterale tra il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il presidente ucraino, Volodymyr Zelenskyj.
Leggi tutto: Roma, al via la conferenza per la ricostruzione Ucraina. Meloni: "Immaginare il dopo"
(Adnkronos) - Drammatico incidente oggi, giovedì 10 luglio, sulla via Ostiense all'altezza di via del Fosso di Dragoncello a Roma. Secondo le prime informazioni sono rimaste coinvolte un'auto e una moto che si sono scontrate in mattinata. La polizia locale di Roma Capitale del X gruppo Mare è ancora sul posto con cinque pattuglie per i rilievi.
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(Adnkronos) - La linea 1 della metropolitana milanese è sospesa tra le fermate di Cairoli e Pasteur. Lo comunica Atm sulle sue pagine social, spiegando di aver messo a disposizione dei passeggeri dei bus sostitutivi "in arrivo con le condizioni del traffico".
A causare lo stop, un intervento di soccorso, poco dopo le 9 di mattina, quando una persona è stata travolta da un treno della metropolitana alla stazione di Palestro. Il gesto sarebbe stato volontario.
"A Duomo non si cambia tra M1 e M3. A Porta Venezia non si cambia tra M1 e linee S. A Loreto non si cambia tra M1 e M2", avverte Atm, suggerendo ai passeggeri come alternativa di cambiare nella stazione di Cadorna. E, per chi arriva o è diretto all'aeroporto di Linate, di usare le linee S per cambiare con M4 a Dateo o Forlanini.
Leggi tutto: Milano, M1 sospesa tra Cairoli e Pasteur: un uomo travolto dalla metropolitana
(Adnkronos) - Iniziativa editoriale cofinanziata dall’Unione Europea per la Regione Puglia con le risorse del PR Puglia FESR-FSE+ 2021-2027
“'Tutta la Puglia che c’è e la differenza si vede', nei mesi precedenti, per circa otto mesi, abbiamo avviato un percorso partecipativo che ha toccato i vari stakeholder regionali, gli assessori, i dirigenti attuatori delle politiche, i cittadini per lasciare una traccia e una doverosa accountability nei confronti della comunità pugliese che ha visto crescere in maniera esponenziale alcuni dati come quelli sull’economia, sanità, agricoltura e del welfare”. Così il responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Puglia, Rocco De Franchi, durante l’evento dal titolo “Puglia. A way of life”, tenutosi a Roma presso la Stampa Estera a Palazzo Grazioli.
“Lo abbiamo fatto con un approccio scientifico, utilizzando dati oggettivi come quelli dell’Istat e abbiamo misurato l’efficacia delle politiche regionale di questi 10 anni di mandato del presidente Emiliano con dei dati che sono oggettivi - ha continuato il responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Puglia -. Ci sono dei dati molto positivi e cose da migliorare però abbiamo dei numeri molto importanti, stiamo crescendo tanto e dobbiamo fare in modo che anche le sfide aperte in futuro possano trovare un seguito e un miglioramento”
“Il futuro della Puglia sarà sicuramente roseo e camminerà sulle gambe degli uomini e delle donne pugliesi che proseguiranno il percorso virtuoso e fortunato” ha concluso De Franchi per poi rimarcare che “chi verrà dopo di noi e troverà un posto migliore dove vivere e in cui stabilire la propria esistenza e immaginare un futuro”.
Leggi tutto: De Franchi (Regione Puglia): "Da portale emergono dati positivi lavoro giunta"
(Adnkronos) - La Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia Intensiva (Siaarti) e la Società italiana di cure palliative (Sicp) esprimono forte preoccupazione per l'impianto e i contenuti del disegno di legge sul suicidio medicalmente assistito, attualmente in discussione presso le Commissioni Giustizia e Affari sociali del Senato. In una nota, le due società scientifiche - quotidianamente impegnate nell'assistenza alle persone in condizioni di estrema fragilità - ribadiscono che una legge su un tema così delicato non può prescindere dalla prossimità, dalla trasparenza e dalla tutela della dignità e dell'autodeterminazione della persona malata. "Il testo in esame, pur dichiarandosi attuativo della sentenza 242/2019 della Corte costituzionale - spiegano - non ne rispetta il dettato sostanziale e si allontana dalle esperienze maturate nei contesti di cura".
Anestesisti e palliativisti esprimono preoccupazione, in particolare, per "l'esclusione del Servizio sanitario nazionale dalla concreta presa in carico della persona e dall'attuazione della procedura. Una simile scelta rischia di privatizzare un momento così critico, lasciando la persona sola, priva di garanzie cliniche ed economiche, e consegnando a logiche esterne alla sanità pubblica un atto di estrema delicatezza. Altrettanto critico è l'affidamento della decisione finale a un organismo centrale, distante, nominato politicamente e privo di qualunque relazione diretta con il paziente, in contrasto con il principio di sussidiarietà e con l'approccio relazionale indicato dalla legge 219/2017". Il testo, secondo gli esperti, non chiarisce inoltre le modalità attuative della procedura, né individua responsabilità professionali, luoghi o criteri per garantire appropriatezza e sicurezza. In parallelo, continua a non offrire risposte credibili alla cronica debolezza della rete delle cure palliative, la cui estensione, accessibilità e sostenibilità restano gravemente inadeguate, nonostante il loro ruolo sia cruciale nel dare senso e valore all’accompagnamento alla fine della vita.
Siaarti e Sicp ritengono urgente un ripensamento dell'intero impianto normativo, affinché la legge "non si limiti ad autorizzare una scelta tragica, ma sia in grado di tutelare davvero le persone, offrendo alternative concrete alla sofferenza e percorsi assistenziali centrati sulla prossimità, sulla relazione e sulla qualità delle cure". Tali preoccupazioni sono state espresse in modo articolato in due documenti inviati da Siaarti e Sicp ai presidenti delle Commissioni Giustizia e Affari sociali del Senato. Le due società - conclude la nota - confermano la propria disponibilità al dialogo con le istituzioni, nella convinzione che solo con il contributo delle competenze cliniche, etiche e relazionali di chi opera quotidianamente accanto ai pazienti si possa costruire una legge più giusta, chiara e rispettosa della complessità umana di queste scelte.
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