(Adnkronos) - Nel territorio dell'Asl Roma 2 sono 145mila le persone a rischio di sviluppare un evento cardiovascolare, di cui 41.800 a rischio alto e molto alto, ma circa il 40% di loro non ha effettuato alcuna visita cardiologica e il 15% non ha mai monitorato il colesterolo. E' quanto emerge dai risultati della stratificazione realizzata su circa 1,3 milioni di cittadini della Asl nell'ambito del protocollo d'intesa tra l'Asl Roma 2 e Novartis, focalizzato sulle dislipidemie. L'accordo, siglato nel 2022 con una lettera di intenti con la Regione, ha l'obiettivo di esplorare strategie volte a ridurre l'impatto delle patologie cardiovascolari, che rappresentano la prima causa di morte nel Lazio. Nell'ambito del progetto, Novartis ha messo a disposizione le proprie competenze applicandole a informazioni anonime e aggregate, nel pieno rispetto della privacy dei cittadini.
Secondo le stime - ricorda una nota - nel Lazio sono oltre 110mila le persone con colesterolo Ldl (quello cosiddetto 'cattivo') che non si controllano regolarmente: a partire dai risultati della stratificazione del rischio cardiovascolare, la Asl Roma 2 ha delineato uno specifico percorso di salute, con l'apertura presso l'ospedale Sandro Pertini di un ambulatorio dedicato alle dislipidemie per rispondere ulteriormente ai bisogni dei cittadini e attuare interventi di prevenzione secondaria per ridurre il rischio cardiovascolare.
"L'iniziativa messa in campo per le persone a rischio cardiovascolare e l'apertura di un ambulatorio dedicato alle dislipidemie sono molto importanti, peraltro nell'Asl con più popolazione nel Lazio e in Italia: 1 milione e 300mila abitanti. La prevenzione e la presa in carico sono le strade maestre da perseguire, per ridurre gli accessi impropri al pronto soccorso ma anche, nel caso specifico di questa importante campagna, la mortalità e le ospedalizzazioni legate alle patologie cardiovascolari", dichiara Antonello Aurigemma, presidente del Consiglio regionale del Lazio. "Questa campagna, utile alla stratificazione del rischio cardiovascolare per circa 145mila assistiti della Asl Roma 2 - aggiunge - dimostra come la sinergia tra un'azienda sanitaria pubblica e una grande azienda farmaceutica, come Novartis, possa dare dei risultati di assoluta rilevanza per i cittadini della nostra regione. E' fondamentale, ora, continuare su questa strada: la prevenzione in sanità non è un costo, ma costituisce un investimento, in particolare in termini di salute e benessere".
L'ambulatorio - si legge nella nota - rappresenta un nuovo modello di medicina basata sul valore, per affrontare in modo concreto le sfide cruciali della sanità, migliorando la presa in carico dei pazienti a rischio cardiovascolare e contribuendo alla sostenibilità del sistema sanitario. "I risultati emersi dal progetto - commenta Antonino Granatelli, direttore Uoc Cardiologia ospedale Pertini Asl Roma 2 - mettono in evidenza l'urgenza di intervenire con un follow-up mirato sui pazienti a rischio cardiovascolare elevato, che presentano peggiori condizioni di salute rispetto alla media della popolazione. Grazie alla stratificazione del rischio cardiovascolare, realizzata nell'ambito del protocollo d’intesa tra la Asl Roma 2 e Novartis, abbiamo la possibilità di intervenire in modo mirato e per questo abbiamo delineato uno specifico percorso di salute, con un ambulatorio dedicato alle dislipidemie presso l'ospedale Pertini. Ci auguriamo che questa iniziativa possa contribuire a ridurre in modo significativo il tasso di ospedalizzazione e di mortalità causato dalle malattie cardiovascolari sul nostro territorio".
Secondo quanto stimato nell'ambito dell'analisi svolta, il miglioramento del follow-up dei soggetti a rischio alto e molto alto potrebbe ridurre la mortalità ospedaliera fino a 7 punti percentuali, oltre che ridurre la degenza ospedaliera da 11 a 6 giorni, permettendo di ottimizzare l'uso delle risorse del Ssn anche a beneficio delle liste d'attesa.
"Come azienda, impegnata a contrastare le malattie cardiovascolari, siamo orgogliosi di avere avuto l'opportunità di mettere le nostre competenze al servizio della Asl Roma 2, per collaborare a questo importante progetto, volto a ridurre il pesante impatto delle dislipidemie sul territorio - afferma Valentino Confalone, amministratore delegato di Novartis Italia - I risultati emersi non lasciano dubbi sull'emergenza sanitaria rappresentata dalle malattie cardiovascolari e sul valore di interventi mirati di follow-up sulla popolazione a rischio elevato. Ci auguriamo che questo progetto possa rappresentare un esempio virtuoso anche per altre realtà dove le malattie cardiovascolari mettono a rischio la salute delle persone e dell’intera società". Questa collaborazione si aggiunge a quella già in corso nell'ambito cardiovascolare in Toscana, Campania, Sicilia e Piemonte.
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(Adnkronos) - La stampa internazionale omaggia Giorgio Armani, morto oggi a 91 anni, con quasi tutti i siti che 'aprono' con la scomparsa dello stilista. In Francia, considerata la patria della moda, Le Figaro parla di Armani come dell'''ultimo imperatore della moda italiana'', sottolineando che ''l'Italia ha perso un genio estetico che ha rivoluzionato il look dei suoi contemporanei''. Insomma, ''un uomo laborioso partito dal nulla che ha lasciato dietro di sé un impero della moda e un'immensa fortuna''. Per Le Monde, Armani è ''uno dei fondatori della moda moderna'' che ''ha reso l'abito e la sartoria uno status symbol'' e che ''ha regnato per oltre quarant'anni su un vero e proprio impero esteso in tutto il mondo''.
In Gran Bretagna Sky News saluta ''il re della moda italiana'', mentre la Bbc lo descrive come ''stilista leggendario'' e ''archetipo dello stile e dell'eleganza italiani''. L'emittente prosegue affermando che ''lo stilista è stato considerato un pioniere sotto molti aspetti'', affermando che Armani ha avuto il grande merito di ''reinterpretare gli abiti da uomo e da donna per un pubblico moderno''. Armani come ''sinonimo di stile ed eleganza italiana moderna'', sottolinea il quotidiano Guardian.
Il Financial Times rilancia l'ultima intervista ad Armani, pubblicata solo sabato scorso, sottolineando che ''il segno distintivo di Giorgio Armani era il controllo'' e che lo stilista aveva una ''precisione chirurgica nello stile'', forse per gli studi che aveva condotto alla facoltà di Medicina.
"Il mondo della moda è in lutto'', scrive il quotidiano tedesco Bild descrivendo Armani come ''un'icona della moda'' che ha avuto ''un successo indescrivibile''. Secondo la Die Welt, con la morte di Armani ''si conclude un'era della moda'', affermando che lo stilista ''ha plasmato il mondo della moda internazionale per decenni''.
In Spagna El Mundo ricorda Armani come ''lo stilista degli yuppie degli anni '80 in generale e delle giacche da completo in particolare'', parlando di ''figura leggendaria che, attraverso i suoi tessuti e la sua ricerca sul taglio, incarna l'essenza dell'armonia quotidiana e di un'eleganza straordinaria''. El Paìs parla di ''leggenda della moda che passerà alla storia'' sottolineando che è stato ''il primo stilista italiano a conquistare la Hollywood contemporanea'' con una ''eleganza senza tempo''.
Negli Stati Uniti, nel dare la notizia della morte di Armani, la Cnn sottolinea che è riuscito a ''portare i red carpet di Hollywood a nuovi livelli''. L'emittente Nbc ricorda ''re Giorgio, sinonimo di stile elegante e sobrio''. Il New York Times sottolinea che Armani riuscì a creare ''una uniforme maschile con una forma femminilizzata che piaceva alle donne''. E cita una sua ''alleanza con le star del cinema che ha reso il suo nome sinonimo di red carpet''.
Il Washington Post descrive Armani come ''il titano della moda che ha bilanciato potenza e dolcezza'' che ''ha portato il raffinato lusso italiano sulla scena mondiale''. Lo stilista e magnate degli affari ''celebrato per la sua sobria raffinatezza'' ed è diventato ''lo stilista di riferimento di Hollywood''.
Leggi tutto: Armani, l'omaggio della stampa internazionale: "L'Italia perde un genio"
(Adnkronos) - Quando si parla di Giorgio Armani, il pensiero corre subito alle linee pulite, all’eleganza senza tempo e ai suoi rivoluzionari ‘power suit’ che hanno segnato la moda dagli anni ’80 in poi. Ma dietro al mito c’è anche una storia umana: quella con Sergio Galeotti, l’uomo che è stato il suo compagno di vita e di lavoro, il suo vero grande amore, e il catalizzatore della nascita dell’impero Armani. Il futuro iconico stilista conosce Sergio Galeotti di Pietrasanta, il comune confinante con Forte dei Marmi, nel 1966, alla Capannina, storico locale che 60 anni dopo lo Armani acquisterà in un ultimo gesto d’amore.
Armani, allora giovane designer che lavora a La Rinascente, trova in Galeotti non solo un partner sentimentale ma anche un visionario capace di vedere in lui un talento che va oltre i confini del mestiere. Architetto con spirito imprenditoriale, Galeotti spinge Armani a osare, a credere in sé stesso e a fondare la maison che porta il suo nome. È sempre Sergio a convincerlo a lasciare il lavoro stabile da stilista freelance per dare vita, nel 1975, al marchio Giorgio Armani. Lo stilista racconterà poi in un’intervista l’aneddoto della vendita del suo Maggiolino Volkswagen per finanziare l’attività. Il loro rapporto non è solo privato ma un’alleanza creativa. Armani porta l’intuizione estetica, l’occhio per il dettaglio, la sua idea rivoluzionaria di eleganza che rompe con gli schemi sartoriali del tempo. Galeotti mette al servizio del brand la strategia, la gestione e il fiuto imprenditoriale. Insieme sono un binomio raro nella moda, in cui amore e lavoro si intrecciano senza sovrastarsi.
Non è un caso che i primi anni di Giorgio Armani come marchio sono un successo clamoroso: in poco tempo l’azienda conquista Hollywood, le passerelle internazionali e il grande pubblico. Dietro quel trionfo, c’è la forza della loro unione. Sergio Galeotti muore nel 1985, ad appena 40 anni, stroncato dall’Aids, in un’epoca in cui la malattia è ancora avvolta da stigma e silenzi. Per Armani il dolore è immenso. Lo stilista, da sempre uomo riservato, raramente ha parlato pubblicamente della loro storia. Ma nelle poche interviste in cui ha aperto il cuore, non ha mai nascosto quanto Galeotti fosse stato l’amore della sua vita e quanto il successo di Armani porti ancora oggi l’impronta di quell’unione.
Leggi tutto: Giorgio Armani con Sergio Galeotti l’amore che ha cambiato la moda
(Adnkronos) - Cento startup, cinque minuti per convincere, tre giorni di maratona e un solo vincitore: Digithon 2025 è pronta a ripartire. Dall’11 al 13 settembre, le Vecchie Segherie Mastrototaro di Bisceglie tornano ad ospitare la maratona tech più grande d’Italia, in un’edizione speciale che celebra dieci anni di sfide, visioni e innovazione, con al centro l’intelligenza artificiale, forza trainante della trasformazione globale. Grandi ospiti per un’edizione che segna un nuovo inizio: la nascita della Fondazione con cui Digithon si evolve e si trasforma in un distretto permanente dell’innovazione, con l’obiettivo di trasformare il Mezzogiorno in un hub strategico per il Sud Europa.
Sul palco insieme all’ideatore e fondatore Francesco Boccia e alla presidente Letizia D’Amato si alterneranno il presidente della Camera Dei Deputati Lorenzo Fontana, in collegamento il Cardinale Matteo Maria Zuppi, il presidente della Siae Salvatore Nastasi, la direttrice Rai Fiction Maria Pia Ammirati, la giornalista Rai e inviata di guerra Lucia Goracci con Corrado Formigli, il presidente di Unipol Assicurazioni S.p.A Carlo Cimbri, la cantante Sarah Toscano, l’attore Nicolas Maupas, e tanti altri ancora.
Non una semplice competizione, ma un luogo in cui le idee si misurano attraverso pitch dinamici e incisivi. In scena, la gara tra le startup più innovative, il confronto diretto con il mondo aziendale, sessioni formative e interventi di rilievo da parte di rappresentanti delle istituzioni e dell’imprenditoria.
L’edizione 2025 prenderà il via giovedì 11 settembre alle Vecchie Segherie Mastrototaro, che dalle ore 10, ospiteranno la sfida tra le startup: centinaia di inventors finalisti, selezionati tra oltre 300 progetti arrivati da tutta Italia grazie alla call for ideas, si contenderanno il titolo.
L’apertura ufficiale sarà affidata a Francesco Boccia e Letizia D’Amato, mentre timonieri della maratona saranno Giuseppe Mastrodonato, cto e cofounder Digithon, ed Ennio De Iapinis, lawyer e cofounder Digithon. Nel corso della giornata non mancheranno momenti di approfondimento e dibattiti con esperti di innovazione e nomi di primo piano delle aziende a partire dalle 12 con il panel a cura di Marianna Ronzoni, responsabile valutazione e crescita startup Intesa Sanpaolo innovation center.
Numerosi i confronti con figure di spicco del panorama aziendale anche nel pomeriggio: alle ore 16, Salvatore Nastasi, presidente della Siae, in dialogo con Francesco Boccia, parlerà di 'AI e nuove sfide sul copyright', analizzando opportunità e rischi dell’Intelligenza Artificiale nel mondo della creatività. Alle 17.30, Tiziana Loporchio, talent acquisition and university relations group director di Fincons Group approfondirà i 'Ponti Digitali: dove l’innovazione incontra il talento'. In chiusura, spazio ai Digithon beer&code con 'Da caos a controllo: guidare progetti Tech al successo (e come l'Ia può diventare il tuo copilota)', il primo boot camp a cura di AuLab con Giancarlo Valente, Cto di AuLab, presso la Terrazza delle Vecchie Segherie.
Anche la seconda giornata di competition, venerdì mattina dalle 10, sarà scandita da una serie di interventi di rilievo e momenti di riflessione sul futuro dell’innovazione: alle 10.30 Francesco Boccia insieme al Cardinale Matteo Maria Zuppi in collegamento con le Vecchie Segherie, affronteranno il tema centrale di questa edizione in 'Intelligenza Artificiale: restiamo umani', un dialogo che intreccia tecnologia, etica e visione sociale.
Alle 12, il panel 'Digithon: 10 anni di idee' celebrerà il decennale della maratona digitale con alcuni dei suoi partner storici: si confronteranno Mario Aprile, presidente di Confindustria Bari-Bat, Alessandra Modenese, direttrice regionale Basilicata, Puglia e Molise Intesa Sanpaolo, Michele Ruta, Politecnico di Bari, moderati da Raffaele Barberio.
Nel pomeriggio, a partire dalle 15.30, spazio alla contaminazione tra arte e tecnologia con 'Dall’osso all’intelligenza artificiale', il panel del musicista, artista concettuale e inventore Alex Braga. A seguire il talk del Gruppo Fs Italiane, a cura di Stefano D’Albora, group innovation head di Ferrovie dello Stato Italiane, Angela Nocita, responsabile innovation factory-Fs Group, Giulia Santopaolo, responsabile innovation governance-Fs Group, con la partecipazione di Raffaele Barberio.
Per concludere, il secondo appuntamento con Digithon beer & code dedicato a 'Agentic applications in pratica con il vibe coding. Costruire applicazioni agentiche con CrewAI e il paradigma multi-agente', con Giancarlo Valente di AuLab.
L'ultimo giorno di maratona, sabato 13 settembre, si aprirà alle ore 10 con i pitch finali dei progetti ancora in gara, pronti a conquistare l’attenzione del Comitato scientifico. Alle 10.30 Giuseppe Perrone, Partner, technology consulting ai&data leader di EY Italy & blockchain leader di Ey emeia, Carlo Rosini, ceo Postel Spa, società del Gruppo Poste Italiane, Mario Ettorre, chief information security officer presso Invitalia - S.p.A, e Davide Longo, department of computer engineering, modeling, electronics, and systems engineering - university of Calabria, con la partecipazione di Pier Luigi Pisa, giornalista de La Repubblica, saranno protagonisti di 'Ai: rivoluzione o evoluzione? focus su physical e sovereign Ai'.
Alle 12 con Philip Morris manufacturing & technology Bologna, si parlerà di 'Partnership pubblico-privato per l’innovazione e l’adozione di nuove tecnologie: casi e iniziative di successo', insieme ad Euclide Della Vista, ceo Mediafa e presidente Its Academy Lazio Digital e Antonio Sacchetti, presidente della piccola industria di Confindustria Bari-Bat.
Alle 18.30 uno dei momenti più attesi dell’intera manifestazione, aspettando la proclamazione del vincitore di Digithon 2025: l’annuncio dei riconoscimenti delle aziende, con l’assegnazione di borse di studio, grant economici e percorsi di accelerazione per un montepremi complessivo di oltre 50.000 euro.
Dalle 19.30, Piazza Castello diventerà il cuore pulsante dell’evento: Francesco Boccia e Letizia D’Amato apriranno la serata, seguiti da Barbara Gallavotti, giornalista, scrittrice, divulgatrice scientifica e conduttrice Rai3, con il suo intervento 'Il Futuro è già qui', un viaggio tra le intelligenze umane e quelle artificiali.
Quindi a salire sul palco sarà il presidente della Camera Dei Deputati, Lorenzo Fontana, intervistato da Myrta Merlino su 'L’Intelligenza artificiale al servizio della Repubblica'. Merlino si confronterà poi con Carlo Cimbri, presidente di Unipol Assicurazioni S.p.a., per riflettere su come 'Innovare al tempo della trasformazione'. Barbara Carfagna, giornalista Rai, parlerà di 'Agentic Ai: il ruolo dell'intelligenza artificiale per la ricostruzione dei territori colpiti da guerra e cambiamenti climatici', mentre Lucia Goracci e Corrado Formigli affronteranno il tema 'Verità sotto assedio: il ruolo dell’informazione in un mondo in guerra'.
Spazio alla musica con 'Talento nella giungla dei social', dove la giovane artista Sarah Toscano dialogherà con Paolo Giordano e regalerà una performance live per accendere la piazza. A seguire, Maria Pia Ammirati, direttrice Rai Fiction, e l’attore Nicolas Maupas intervistati da Nunzia De Girolamo, esploreranno il mondo de 'Le serie Tv e le nuove frontiere delle piattaforme'. E ancora i 'Digithon Heroes: quelli che ce l’hanno fatta', le startup più innovative per cui Digithon è stato un vero e proprio volano verso il successo. Subito dopo le conclusioni affidate a Mario Aprile e Francesco Boccia, l’atteso verdetto con la proclamazione dei vincitori di Digithon 2025 decretati dal comitato scientifico insieme alle votazioni on-line: per loro un assegno di 10.000 euro offerto da Confindustria Bari e Bat.
A determinare il vincitore assoluto di Digithon 2025 oltre ai giudizi del comitato scientifico, come sempre contribuirà anche il voto social: per supportare e far vincere la propria startup preferita, infatti, si potrà votare online attraverso la pagina web www.digithon.it dove è consultabile l’elenco completo dei progetti in gara; il portale è oggi il principale punto di riferimento in rete in continua espansione che conta oltre 2400 startup.
Tra i partner di Digithon i nomi delle più importanti imprese italiane, le over the top, i grandi investitori e alcuni tra i principali operatori finanziari del nostro Paese: Confindustria Bari e Bat, Intesa Sanpaolo, EY, Enel, Poste italiane, Siae – società italiana degli autori ed editori, GoBeyond, Telenorba, Google, Ferrovie dello Stato Italiane, Fincons Group, Philip Morris Italia, Aifi, Aulab, Bitdrome, Aws, Binp, B4i - Bocconi for Innovation, Mint, Maldarizzi, Zest. Partner istituzionali: Politecnico di Bari, Università degli Studi di Bari Aldo Moro, Università del Salento, Invitalia, Esa Bic Brindisi, Distretto produttivo dell’informatica.
(Adnkronos) - "Sono molto toccato, molto commosso. Giorgio Armani è stato sempre un amico di Valentino e mio da 50 anni. Una persona che al di là delle sue incredibili abilità per avere rivoluzionato il mondo della moda, e non solo per gli abiti, era una persona generosa, mai l'abbiamo considerato un rivale nel lavoro ed è sempre stato una persona molto più vicina di un amico". A parlare, con voce commossa, all'Adnkronos è Giancarlo Giammetti, imprenditore della moda, socio d'affari e compagno per molti anni dello stilista Valentino, commentando a caldo la scomparsa di Giorgio Armani, venuto a mancare oggi all'età di 91 anni.
"Era una cosa che un po' ci si aspettava perché era scomparso dalla circolazione, purtroppo, ma sono comunque estremamente addolorato", spiega Giammetti. Che sceglie un'immagine particolare con cui vuole ricordare lo stilista: "Lo ricorderò come una 'rottura di scatole' per i suoi dipendenti e i suoi collaboratori -dice sorridendo- perché aveva la caratteristica che entrava in ogni minimo dettaglio. Questo lo dico perché l'ho visto tante volte con i miei occhi: abbiamo sfilato tante volte insieme e vedevo la differenza con Valentino, che non girava intorno ad un abito come faceva lui. Lui invece stava lì, girava intorno, guardava, toccava i tessuti. Questa è l'immagine con la quale lo vorrei ricordare e lasciare di lui".
(Adnkronos) - Brutta avventura per una turista americana palpeggiata da un tassista abusivo alla stazione Termini a Roma. La donna, 42 anni, era appena arrivata nella Capitale, nel pomeriggio dello scorso 30 agosto, quando è stata avvicinata da un uomo di 82 anni che si è offerta di portarla in albergo. Una volta in auto il tassista abusivo è saltato addosso alla donna abusandone. A incastrare l’uomo però sono state le immagini registrate dalla turista, che indossava un paio di occhiali dotati di telecamera. La donna si è rivolta quindi ai carabinieri, che coordinati dal procuratore aggiunto di Roma Giuseppe Cascini, hanno denunciato a piede libero l’82enne per violenza sessuale.
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(Adnkronos) - "Con infinito cordoglio, il gruppo Armani annuncia la scomparsa del suo ideatore, fondatore e instancabile motore: Giorgio Armani. Il Signor Armani, come è sempre stato chiamato con rispetto e ammirazione da dipendenti e collaboratori, si è spento serenamente, circondato dai suoi cari. Infaticabile, ha lavorato fino agli ultimi giorni, dedicandosi all’azienda, alle collezioni, ai diversi e sempre nuovi progetti in essere e in divenire". Così, in una nota ufficiale, l'Olimpia Milano ha salutato lo stilista Giorgio Armani, patron della squadra di basket.
"Negli anni - si legge - Giorgio Armani ha creato una visione che dalla moda si è estesa a ogni aspetto del vivere, anticipando i tempi con straordinaria lucidità e concretezza. Lo ha guidato un’inesauribile curiosità, l’attenzione per il presente e le persone. In questo percorso ha creato un dialogo aperto con il pubblico, diventando una figura amata e rispettata per la capacità di comunicare con tutti. Sempre attento alle esigenze della comunità, si è impegnato su molti fronti, soprattutto verso la sua amata Milano. La Giorgio Armani è una azienda con cinquant'anni di storia, cresciuta con emozione e con pazienza. Giorgio Armani ha sempre fatto dell’indipendenza, di pensiero e azione, il proprio segno distintivo. L’azienda è il riflesso, oggi e sempre, di questo sentire. La famiglia e i dipendenti porteranno avanti il Gruppo nel rispetto e nella continuità di questi valori" continua il comunicato.
In chiusura, il saluto dei dipendenti: "In questa azienda ci siamo sempre sentiti parte di una famiglia. Oggi, con profonda commozione, sentiamo il vuoto che lascia chi questa famiglia l’ha fondata e fatta crescere con visione, passione e dedizione. Ma è proprio nel suo spirito che insieme, noi dipendenti e i familiari che sempre hanno lavorato al fianco del signor Armani, ci impegniamo a proteggere ciò che ha costruito e a portare avanti la sua azienda nella sua memoria, con rispetto, responsabilità e amore".
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(Adnkronos) - L'Università Campus Bio-Medico di Roma (Ucbm) rafforza il suo impegno per la parità di genere con il Piano di Parità di genere 2025 (Gep), frutto di un lavoro pluriennale e di investimenti concreti in persone, strutture e cultura organizzativa. Il piano fotografa la realtà dell'ateneo e traccia un percorso strategico per consolidare i progressi, valorizzare il merito e sostenere le carriere femminili, in linea con la missione di eccellenza e innovazione dell'ateneo. All'Ucbm - sottolinea l'ateneo in una nota - le studentesse stanno ridefinendo il panorama delle discipline Stem (Scienza, Tecnologia, Matematica e Ingegneria), rappresentando oggi il 61,4% degli iscritti e consolidando un trend di crescita costante nelle aree ingegneristiche, delle scienze biologiche e tecnologie alimentari, e nelle discipline medico-sanitarie. I numeri raccontano anche performance accademiche eccellenti: nel 2023 il 63,8% dei 585 laureati sono state donne. Il 55% delle studentesse si laurea con votazione massima, contro il 42,9% dei colleghi. Nei corsi di laurea triennali e magistrali a ciclo unico le studentesse si laureano in corso in percentuale superiore o pari rispetto agli studenti.
Il successo accademico non si limita ai confini nazionali, precisa Ucbm: i programmi di mobilità internazionale confermano una partecipazione femminile significativa. Nell'anno accademico 2023/2024, il 64,6% degli studenti Erasmus+ in uscita sono state donne e l'ateneo ha accolto studentesse straniere per un 77,8% del totale in ingresso. Anche nel mercato del lavoro, le laureate Ucbm confermano la loro leadership: a 1 anno dalla laurea triennale, il tasso di occupazione femminile supera quello maschile (40,5% contro 23,6%), e a 5 anni dalla laurea le donne mantengono percentuali più elevate di occupazione per tutti i corsi di studio, confermando la piena efficacia del percorso formativo. Questo andamento rappresenta una netta controtendenza rispetto al panorama nazionale, in cui solo il 16,8% delle giovani donne tra i 25 e i 34 anni si laurea in discipline Stem, contro il 37% degli uomini. Si tratta di un dato di grande rilevanza sociale: le competenze femminili in ambito ingegneristico, scientifico e medico-sanitario sono sempre più richieste dalle aziende, che affrontano un gap crescente tra domanda e offerta di talenti qualificati".
Ucbm - si legge in una nota - dimostra come investimenti strategici, politiche mirate e un ambiente accademico inclusivo possano tradursi in risultati concreti, creando un modello virtuoso. Le studentesse sono protagoniste di un cambiamento strutturale, con impatto diretto sull'innovazione e sul futuro del lavoro in Italia. Dal 2010 al 2024 il numero complessivo degli assegnisti di ricerca all'Ucbm è molto cresciuto, passando da 20 unità nel 2010 a 57 nel 2024, accompagnando la crescita complessiva dell'ateneo. In questo contesto, la componente femminile ha registrato un incremento nettamente superiore rispetto agli uomini: dal 2018 al 2024 le donne sono aumentate del 154% circa, mentre gli uomini del 85%
Tra docenti e amministrativi e dirigenti, cresce la leadership femminile all'Ucbm. Negli ultimi anni - riporta l'ateneo - il corpo docente dell'Università Campus Bio-Medico di Roma ha registrato una crescita complessiva del 44% della componente femminile: dal 2020 al 2024 le docenti sono passate da 39 a 56 unità. Parallelamente, la partecipazione femminile ai ruoli decisionali ha fatto registrare progressi importanti: nello stesso periodo, la loro presenza nelle commissioni concorsuali è cresciuta dal 23% al 35%. Anche nel personale tecnico-amministrativo si osserva un trend di crescita costante della componente femminile negli ultimi 14 anni. Complessivamente, le donne sono passate da 48 nel 2010 a 100 nel 2024, registrando un incremento del 108% rispetto agli uomini che nello stesso periodo sono aumentati da 48 a 72 unità, registrando un incremento del 50%. Inoltre, la componente femminile ha registrato una crescita particolarmente significativa nei ruoli operativi, passando da 32 nel 2010 a 82 nel 2024, con un aumento del 156%. A completare questo quadro, oggi si contano 4 donne dirigenti in posizioni strategiche, segno di una cultura che mette le donne al centro, riconoscendo il loro contributo nella gestione dello sviluppo dell'ateneo. L'incremento della presenza femminile nei ruoli decisionali non solo migliora l'equilibrio della governance, ma produce anche un cambiamento strutturale e solido, promuovendo una leadership che ispira le nuove generazioni e rafforza la coesione interna dell'università".
Ucbm - ricorda l'ateneo - ha costruito un sistema di welfare integrato, progettato per accompagnare e sostenere le carriere femminili e rafforzare il senso di appartenenza e coesione della comunità accademica: "Asilo nido e centri estivi per i figli dei dipendenti, con iscrizioni agevolate, per permettere alle famiglie di conciliare lavoro e cura dei figli; smart working e flessibilità lavorativa per le donne in gravidanza e per i genitori in caso di adozione o affido, favorendo l'equilibrio tra vita privata e professionale; polizza assicurativa per tutti i dipendenti amministrativi, a garanzia di sicurezza e benessere.
L'impegno per il futuro. Il Piano di Parità di genere 2025 delinea la visione strategica dell'ateneo per la promozione e il raggiungimento della parità di genere e si propone di valorizzare la piena partecipazione di tutte le persone alle attività dell'ateneo. Lo scopo è la promozione e diffusione di una cultura che contrasti ogni forma di discriminazione di genere e che promuova il livellamento delle asimmetrie determinate dall'orientamento sessuale e dalle differenti abilità psico-fisiche, attraverso un programma integrato di azioni che creino le condizioni favorevoli allo sviluppo di una realtà sempre più integrata, caratterizzata da relazioni interpersonali sane, che affonda le radici nelle virtù umane e nel rafforzamento dei valori fondanti.
Per Eugenio Guglielmelli, rettore Ucbm, "il Piano di Parità di genere 2025 è una dichiarazione concreta della nostra missione: investire sulle persone, garantire pari opportunità e costruire un ambiente accademico dove merito, eccellenza e talento siano ben riconosciuti e valorizzati per tutta la comunità studentesca e per tutto il nostro personale accademico e tecnico-amministrativo".
Commenta Simonetta Filippi, prorettore allo Sviluppo accademico integrato e responsabile del Gep Team: "Il Gep 2025 è un importante contributo a servizio della comunità accademica. Il lavoro di osservazione sulla realtà dell'università, lo scambio e il confronto di idee con i colleghi, la progettazione di attività e iniziative, sono stati un'esperienza di riflessione e di crescita, che ha portato alla definizione degli obiettivi operativi contenuti e pubblicati nel Gep 2025".
Aggiunge Paolo Passi, direttore Risorse umane Ucbm: "La realizzazione del Piano di Parità di genere 2025 rappresenta per noi un impegno autentico verso una gestione più equa e inclusiva delle risorse umane. I risultati raggiunti negli ultimi anni confermano che investire sulla valorizzazione delle competenze femminili e sul welfare significa generare un impatto positivo non solo sulla qualità del lavoro, ma anche sulla coesione e sul benessere dell'intera comunità accademica. La crescita del personale femminile in ruoli manageriali e di ricerca dimostra che la parità di genere è una leva strategica per lo sviluppo sostenibile e innovativo del nostro ateneo. I nostri investimenti in strutture, welfare, eventi e politiche di conciliazione rappresentano un impegno tangibile per sostenere la crescita dei percorsi professionali delle donne e la cultura dell'inclusione."
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(Adnkronos) - "A volte penso che se fossi aggredita da un uomo potrei diventare una vittima di femminicidio. Prima pensavo non potesse mai capitarmi una cosa del genere, ma adesso, dopo quello che è successo a mia sorella, penso che mi bloccherei. E questa cosa mi tormenta". A parlare è Chiara Tramontano, sorella di Giulia, la ragazza al settimo mese di gravidanza uccisa a Senago, alle porte di Milano, il 27 maggio 2023, dal compagno Alessandro Impagnatiello.
In una intervista a Leggo.it, Tramontano si lascia andare a una lunga riflessione: "Io non associo più la violenza all'uomo grosso che alza la voce - dice -; ora la riconosco molto di più, anche nell'ambiente lavorativo dove essere donna di successo crea nell'uomo una sorta di conflitto nei tuoi confronti che si esaspera completamente. Ora ho più paura. Prima non mi tenevo un cecio in bocca, come si dice a Napoli, rispondevo a chiunque e non mi importava di chi avessi davanti. Adesso invece me ne vedo bene, riconosco però che ci sono battaglie in cui non ho il coraggio di avvicinarmi, perché penso che mi bloccherebbe la paura di un uomo che alza la voce. Sarebbe un flash di quello che è successo a mia sorella".
Poi confida: "A volte penso che se fossi aggredita da un uomo potrei diventare una vittima di femminicidio. Prima pensavo non potesse mai capitarmi una cosa del genere. Adesso, dopo quello che è successo a mia sorella, non solo penso che potrebbe capitare a me, ma penso anche io sarei l'ultima in grado di ribellarmi, perché mi bloccherei. Questa cosa mi tormenta. Nei rapporti con le persone ci vado in punta di piedi. Non è facile fidarsi. Ho dovuto rivalutare tante cose". Alla domanda se lei e la sua famiglia temano che Alessandro Impagnatiello non venga punito con l'ergastolo alla fine del processo, infine, risponde: "Sì, e come famiglia non puoi fare niente. Non c'è nessun atto da impugnare. Sei nelle mani dello Stato. La definizione giuridica che spiega l'omicidio, in realtà non incontra mai cosa sia la giustizia per una famiglia. Un assassino non può uscire di galera dopo 20 anni, è un tempo brevissimo. Tra 20 anni mia sorella avrebbe avuto 50 anni, sarebbe stata ancora giovane. Lui a 50 anni potrebbe rifarsi una vita. Mentre noi, una vita non ce la rifaremo mai. Magari me la rifarò io, con una famiglia, ma i miei genitori sicuramente no. Per loro sarebbe una sconfitta atroce sapere che la persona che ha ucciso la loro figlia si siederà a un bar a prendere un caffè, troverà un lavoro o si farà una famiglia. Sarebbe come uccidere Giulia due volte".
(Adnkronos) - "Sono accusata di essere una minaccia per l'economia globale", per questo, "in conseguenza dell'ordine esecutivo del segretario di Stato Marco Rubio, le persone che hanno rapporti con me, in particolare dal punto di vista finanziario, possono essere soggette a sanzioni penali e pecuniarie fino a un miliardo e a 20 anni di carcere" e questo significa, per esempio, che "mia figlia" che è cittadina statunitense "è tecnicamente passibile di arresto per avermi comprato un caffè". Lo dice Francesca Albanese, relatrice speciale dell'Onu sui territori palestinesi, in una conferenza stampa promossa da Avs al Senato nella quale spiega gli effetti delle sanzioni dell'amministrazione Usa nei suoi confronti in particolare dal punto di vista economico.
"Questo - aggiunge - ha creato il gelo intorno a me non per mancanza di fiducia ma per l'atteggiamento di minaccia dell'amministrazione Usa". Amministrazione che "ha preso di mira la Corte penale accusandola di mettere in pericolo l'amministrazione Usa e questa è un'accusa assurda". "L'attacco a me è un attacco alle Nazioni Unite", conclude Albanese.
(Adnkronos) - "Ci lascia a 91 anni Giorgio Armani. Con la sua eleganza, sobrietà e creatività ha saputo dare lustro alla moda italiana e ispirare il mondo intero. Un'icona, un lavoratore instancabile, un simbolo dell'Italia migliore. Grazie di tutto". Questo il messaggio di cordoglio postato sui social dalla premier Giorgia Meloni per la scomparsa dello stilista Giorgio Armani, oggi giovedì 4 settembre.
Il dolore per la morte di Armani è stato espresso subito anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella: "Maestro dello stile e della moda e simbolo del genio italiano nel mondo. Personalità schiva e riservata, dalla costante infaticabile creatività, nei lunghi anni della sua carriera - ricorda il Capo dello Stato - ha ridefinito, a livello internazionale, i canoni dell’eleganza e del lusso. La sua sofisticata semplicità, la sua cura per la qualità e l’attenzione ai dettagli, hanno ispirato e influenzato generazioni di stilisti".
''E' venuto a mancare Giorgio Armani, talento senza tempo e ambasciatore del Made in Italy nel mondo. Un visionario della moda, un interprete raffinato dell'eleganza e della bellezza del nostro Paese''. Così il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani su X, affermando che quella di Armani ''rappresenta una straordinaria storia di successo. Ci stringiamo oggi alla sua famiglia, grati per lo straordinario stile che ha donato all'Italia e al mondo''. Anche il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture ha mandato il suo messaggio per la scomparsa dello stilista: "Ci lascia un genio assoluto, un’eccellenza italiana riconosciuta e ammirata in tutto il mondo, un maestro insuperabile di stile e creatività: la sua eredità continuerà a splendere nella storia e nel futuro del Made in Italy. Una preghiera per Giorgio Armani".
Queste, invece, le parole del ministro della Cultura Alessandro Giuli: "Con Giorgio Armani scompare un protagonista assoluto della cultura italiana, che ha saputo trasformare l’eleganza in un linguaggio universale. Il suo stile sobrio e innovativo ha ridefinito il rapporto tra moda, cinema e società, lasciando un’impronta indelebile nel costume contemporaneo. Non soltanto un maestro della moda, ma un riconosciuto ambasciatore dell’identità italiana nel mondo. Alla sua famiglia e a tutti i collaboratori va il nostro pensiero riconoscente e commosso".
Leggi tutto: Meloni: "Armani ha ispirato il mondo intero". Mattarella: "Maestro di stile"
(Adnkronos) - "Ci lascia a 91 anni Giorgio Armani. Con la sua eleganza, sobrietà e creatività ha saputo dare lustro alla moda italiana e ispirare il mondo intero. Un'icona, un lavoratore instancabile, un simbolo dell'Italia migliore. Grazie di tutto". Questo il messaggio di cordoglio postato sui social dalla premier Giorgia Meloni per la scomparsa dello stilista Giorgio Armani, oggi giovedì 4 settembre.
''E' venuto a mancare Giorgio Armani, talento senza tempo e ambasciatore del Made in Italy nel mondo. Un visionario della moda, un interprete raffinato dell'eleganza e della bellezza del nostro Paese''. Così il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani su X, affermando che quella di Armani ''rappresenta una straordinaria storia di successo. Ci stringiamo oggi alla sua famiglia, grati per lo straordinario stile che ha donato all'Italia e al mondo''. Anche il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture ha mandato il suo messaggio per la scomparsa dello stilista: "Ci lascia un genio assoluto, un’eccellenza italiana riconosciuta e ammirata in tutto il mondo, un maestro insuperabile di stile e creatività: la sua eredità continuerà a splendere nella storia e nel futuro del Made in Italy. Una preghiera per Giorgio Armani".
Queste, invece, le parole del ministro della Cultura Alessandro Giuli: "Con Giorgio Armani scompare un protagonista assoluto della cultura italiana, che ha saputo trasformare l’eleganza in un linguaggio universale. Il suo stile sobrio e innovativo ha ridefinito il rapporto tra moda, cinema e società, lasciando un’impronta indelebile nel costume contemporaneo. Non soltanto un maestro della moda, ma un riconosciuto ambasciatore dell’identità italiana nel mondo. Alla sua famiglia e a tutti i collaboratori va il nostro pensiero riconoscente e commosso".
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(Adnkronos) - Nel giorno della scomparsa di Giorgio Armani, avvenuta oggi 4 settembre, un dettaglio assume un significato nuovo e simbolico: il recente acquisto della Capannina di Franceschi, storico locale situato nel cuore della Versilia. Un gesto che appare come l'ultimo atto d'amore dello stilista.
Giorgio Armani ha acquistato lo storico locale fondato nel 1929, in un ultimo ‘atto d’amore’ che segnato la fine dell'era Guidi e l'avvio di un nuovo corso. La Maison ha acquisito la proprietà dagli eredi di Gherardo Guidi, che con la moglie Carla ha gestito il locale negli ultimi 48 anni. Per Giorgio Armani, da sempre legato a Forte dei Marmi, "rifugio personale e luogo di vacanza, questa acquisizione rappresenta un gesto affettivo, un ritorno alle origini - lì negli anni Sessanta conobbe il suo amico e socio Sergio Galeotti - e un tributo alla tradizione italiana", come ha dichiarato lo stilista.
Per La Capannina tutto ebbe inizio da un'idea tanto semplice quanto rivoluzionaria laddove la pineta incontra la sabbia fine e i tramonti versiliesi scolpiscono ricordi dorati. L'imprenditore Achille Franceschi trasformò un vecchio capanno sulla spiaggia in un ritrovo per signori: un banco bar, un grammofono a manovella, tavolini da carte e una vista sul mare che da sola bastava a inebriare. Era il 1929 e, senza saperlo, stava nascendo un mito. La Capannina si fece subito icona, richiamando aristocratici, poeti e intellettuali: dai Rucellai agli Sforza, da Montale a Ungaretti, fino a Carlo Levi ed Enrico Pea. Ricostruita nel 1939 dopo un incendio, la struttura è rimasta pressoché intatta da allora, custode fedele di un'estetica senza tempo.
Dagli anni del boom economico in poi, La Caoannina divenne il salotto buono dell'Italia che cresceva, amava, si mostrava. Un rifugio per l'élite industriale, politica e culturale, ma anche palcoscenico per nuove star: dai versi in musica di Gino Paoli e Bruno Lauzi, alle voci indimenticabili di Ray Charles, Grace Jones, Gloria Gaynor e Ornella Vanoni. Nel 1977 l'imprenditore Gherardo Guidi e sua moglie Carla rilevano la Capannina, dando inizio a una delle gestioni più longeve e carismatiche della nightlife italiana. Con visione e passione, Guidi seppe unire il rispetto per la tradizione a una capacità innata di leggere lo spirito del tempo. Sotto la sua guida, il locale si trasforma in un crocevia imprescindibile tra passato e presente: cabaret e varietà, pop e glamour, revival e innovazione. Fu qui che Jerry Calà divenne leggenda, dove la commedia balneare degli anni '80 trovò il suo set naturale nel film "Sapore di mare" dei fratelli Vanzina, e dove la leggerezza estiva si fece narrazione collettiva. "Non abbiamo mai voluto cambiare il nome, né modificare la struttura interna", raccontava Guidi nel 2019.
“Per noi è sempre stata, è e rimarrà La Capannina di Franceschi". L'annuncio ufficiale dell'acquisizione è arrivato il 27 agosto scorso dalla Maison Armani. E, sebbene le voci si rincorressero da mesi, con smentite e silenzi riservati, la conferma ha avuto il sapore di un passaggio epocale. Non è solo un nuovo proprietario a entrare in scena: è l'uomo che, proprio a Forte dei Marmi e proprio alla Capannina 60 anni fa conobbe Sergio Galeotti, l'amico, l'archietto e il socio con cui avrebbe fondato l'impero Giorgio Armani. Alla Capannina, nel 1966, il futuro iconico stilista conobbe Sergio Galeotti di Pietrasanta, il comune confinante con Forte dei Marmi. Galeotti è stato una persona importante per la storia dell'azienda Armani: guidò il settore finanziario e gli aspetti amministrativi della società. Morì il 14 agosto 1985.
“Questa acquisizione è un ritorno personale e simbolico alle mie radici - ha confidato Giorgio Armani - È un tributo alla cultura italiana, alla bellezza senza tempo e al luogo che ha segnato un momento cruciale della mia vita". La gestione targata Armani inizierà ufficialmente nell'estate 2026. E, conoscendo lo stile dello stilista, sarà un'evoluzione che coniuga rispetto e visione, eleganza e sobrietà, tradizione e contemporaneità. Con la scomparsa di Gherardo Guidi nell'ottobre del 2023, qualcosa si era già incrinato. Il suo carisma, la sua mano visibile in ogni dettaglio, la sua capacità di interpretare i sogni della Versilia e restituirli sotto forma di serate indimenticabili, non erano sostituibili. La famiglia, segnata dal lutto, aveva fatto capire che la fase successiva sarebbe stata delicata. E ora, quel passaggio si compie. Ma non è un addio, è un passaggio di testimone.
Giorgio Armani, con la sua storia personale intrecciata a quella della Capannina, è forse l'unico nome capace di proiettare questo luogo mitico nel futuro senza tradirne lo spirito. Nessuna cifra ufficiale è stata diffusa sul costo dell'operazione. Secondo indiscrezioni raccolte dall'Adnkronos e non confermate, la proprietà potrebbe essere passata di mano tra i 12 e i 15 milioni di euro. La Capannina non è solo un locale. È una pagina viva della storia d'Italia. È il luogo dove si è scritto il romanzo leggero, ma profondissimo, del nostro costume. E, grazie a Giorgio Armani, quella pagina continuerà a essere scritta. In silenzio, con classe. Come un abito ben tagliato. Come un tramonto di fine agosto su Forte dei Marmi.
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(Adnkronos) - L'eleganza aveva contraddistinto anche la sua ultima uscita pubblica. Era il 26 maggio e Giorgio Armani sorrideva e salutava il suo popolo in occasione della presentazione delle divise olimpiche dell'Italia per i Giochi Invernali di Milano Cortina 2026. Un momento iconico, al club Armani Privé di Milano, in cui 'Re Giorgio' si era trovato a sottolineare ancora una volta il suo amore per lo sport e l'intreccio con la sua città. "Milano, Olimpiadi e Paralimpiadi. Non potrei immaginare un progetto di collaborazione più stimolante, che vede protagonisti la città che tanto mi ha dato e lo sport" aveva detto lo stilista scomparso oggi, giovedì 4 settembre, in quell'occasione. Parole sentite, accompagnate dagli applausi dei presenti.
"Lavorare per e con gli atleti italiani - aveva spiegato - è sempre un piacere e motivo di grande orgoglio. Ho scelto un solo colore, il bianco, per suggerire armonia con le vette innevate. Tra i valori dello sport, il rispetto è forse uno dei più alti e l’ho condensato in un’idea di semplicità, pulizia e purezza".
Lo stilista aveva presentato il guardaroba ufficiale delle prossime Olimpiadi italiane insieme ad alcuni protagonisti del Team Italia, tra cui la campionessa olimpica Sofia Goggia. Divise color bianco latte, su cui spicca la grande scritta “Italia”, effetto ricamo tridimensionale. L'ultimo regalo di un gigante al suo Paese e allo sport, amato per una vita. (di Michele Antonelli)
(Adnkronos) - Cate Blanchett, Richard Gere, Anne Hathaway, Nicole Kidman, Penelope Cruz. Sul tappeto rosso, tra telecamere e flash, la firma che spicca da decenni è quella di Giorgio Armani, scomparso oggi, giovedì 4 settembre.
Sin dai tempi di 'American Gigolo', lo stilista di Piacenza ha trasformato il red carpet in una passerella di eleganza minimale e presenza magnetica. A partire dal 1980, quando Richard Gere indossa quello che diventerà il leggendario completo grigio che lancia Armani come re del tailor-made maschile. Ancora oggi, l’attore resta uno dei volti più affezionati al marchio.
Julia Roberts al Golden Globe del 1990 incanta con un power suit oversize Armani, aprendo la strada alla donna in abito maschile sul red carpet. Prima di eli, nel 1989 a sorpresa e poi nel 2013, Jodie Foster chiede e sfoggia abiti Armani e continuerà a farlo per anni. Da sempre musa del brand e volto della fragranza Armani Privé, Cate Blanchett nel 2007 porta all’Oscar un abito Armani Privé grigio mesh impreziosito da cristalli Swarovski e lo stesso farà anche a Cannes. Tra le dive affezionate ad Armani anche Michelle Yeoh, premiata ai Golden Globes 2023, in abito Armani Privé. Elle Fanning sul red carpet di Cannes 2022 sfoggia un romantico Armani Privé rosa, mentre Margot Robbie fa parlare di sé ai Bafta 2024 in un abito bicolore rosa-nero Armani Privé.
Re Giorgio non ha mai smesso di incantare Anne Hathaway, Renée Zellweger (che si aggiudica l’Oscar nel 2020 nel film ‘Judy’. Allison Williams nel 2018, Jennifer Lopez nel 2010, Penelope Cruz nel 2012 e Saniyya Sidney nel 2022 scelgono Armani Privé. Sobrietà e glamour da sempre attraggono anche Nicole Kidman, tra le dive più appassionate al nome di Re Giorgio. Non solo cinema, Armani ha conquistato anche il mondo della musica: Lady Gaga, Rihanna, Beyoncé sono star affezionate al marchio. Tra i protagonisti maschili che ha vestito Armani rientrano anche Trevor Noah, Austin Butler, Sean Connery, Kevin Costner, e Russel Crowe.
Leggi tutto: Addio a Giorgio Armani, da Cate Blanchett a Nicole Kidman: muse e star che ha vestito
(Adnkronos) - Quando il cinema incontra l’eleganza, la firma è sempre la stessa: Giorgio Armani. Dall’eleganza impeccabile di Richard Gere in ‘American Gigolò’, che nel 1980 lo ha consacrato a Hollywood, all’abito da sposa di Penélope Cruz, lo stilista italiano ha costruito un legame duraturo e profondo con il mondo del cinema. E’ il 1980 quando Giorgio Armani firma i costumi di scena per American Gigolò. Il guardaroba di Richard Gere, fatto di blazer destrutturati, camicie morbide e palette sobrie, diventa immediatamente iconico. Non solo definisce il look maschile degli anni ’80, ma trasforma Armani nel sinonimo stesso di eleganza hollywoodiana. Il film, diretto da Paul Schrader, è un trampolino di lancio per entrambi: Gere come sex symbol, Armani come stilista globale.
Quando nel 2008 Christian Bale torna al cinema nei panni di Bruce Wayne in ‘Il cavaliere oscuro’, è Giorgio Armani a confezionare il guardaroba dell’uomo dietro la maschera. Una scelta che prosegue anche nel sequel del 2012 ‘Il cavaliere oscuro – Il ritorno’: completi su misura, linee rigorose, potere e raffinatezza che si fondono nella doppia identità di eroe e miliardario. Armani rende il vigilante di Gotham un’icona di stile. Nel corso della sua carriera, Armani firma i costumi di numerosi altri film, come ‘Phenomena’ (1985) di Dario Argento, ‘Gli intoccabili’ (1987) di Brian De Palma, ‘Il tè nel deserto’ (1990) di Bernardo Bertolucci, con John Malkovich, ‘Cadillac Man’ (1990), con Robin Williams e ‘Ransom - Il riscatto’ (1996), con Mel Gibson.
Un legame, quello con il cinema, che prosegue anche negli anni 2000 e oltre, Michael Fassbender e Penélope Cruz indossano Armani in ‘The Counselor – Il procuratore’ (2013), Leonardo DiCaprio sfoggia completi firmati in ‘The Wolf of Wall Street’ (2013), incarnando l’estetica dell’eccesso con eleganza impeccabile, Jessica Chastain è elegantissima in ‘1981: Indagine a New York’ (2015). Ma l’influenza dello stilista non si ferma al cinema. Giorgio Armani è il couturier prediletto da molte celebri attrici anche nella vita reale, in particolare nel giorno più importante: il matrimonio. Nicole Kidman, Katie Holmes e Penélope Cruz scelgono tutte Armani per i loro abiti da sposa. Nel 1999, Armani è anche produttore del documentario ‘Il mio viaggio in Italia’ di Martin Scorsese, un omaggio al grande cinema italiano del dopoguerra.
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