(Adnkronos) - "Vicenzaoro è un’eccellenza nel mondo e negli anni si è sviluppata ed è diventata un punto di riferimento globale per questo settore, in cui siamo leader mondiali. Noi lavoriamo insieme a Vicenzaoro per selezionare gli incoming più adatti alle realtà italiane”. Lo ha detto Matteo Zoppas, presidente di Ice Agenzia, nella giornata inaugurale di Vicenzaoro September 2025, il salone internazionale dell’oreficeria e della gioielleria firmato Italian Exhibition Group - Ieg, in programma dal 5 al 9 settembre nel quartiere fieristico di Vicenza. "Il settore ha visto una situazione anomala e atipica dal 2021 in poi - spiega - sia per quanto riguarda le questioni post covid che per la situazione normativa in Turchia che ha sfalsato un po' tutto il sistema. C'è infatti stata una grande fiammata di acquisti da parte della Turchia, per ragioni interne, e questo fenomeno, naturalmente, adesso sta leggermente rientrando. Siamo arrivati a 15 miliardi e mezzo di fatturato all'export in questo settore: un numero molto importante, pari a quasi il 50% in più rispetto agli anni passati. Oggi sta leggermente rientrando ma non è tornato ancora ai livelli originali".
"Oltre al calo dell’export che riguarda la Turchia, calano anche gli Stati Uniti - aggiunge Zoppas - e bisogna capire anche quanto è dovuto alla problematica dei dazi e quale sarà il risultato vero sul mercato. Siamo qui a guardare quello che succederà, sperando che il Made in Italy abbia una tenuta forte". In questo contesto "noi dobbiamo essere parte delle infrastrutture per la crescita e lo sviluppo del Made in Italy, così come viene fatto con la diplomazia della crescita, voluta molto dal ministro Tajani e quindi dal ministero degli Affari esteri del governo. Il lavoro di squadra che facciamo come Sace, Simest e Cassa depositi e prestiti - sottolinea - permette di contribuire a realtà come questa, portando i clienti a contatto con le nostre imprese e, nella fase di internazionalizzazione, portiamo anche le imprese all'estero a trovare i clienti".
Sui nuovi mercati a cui il comparto può rivolgersi per compensare le difficoltà legate ai dazi Usa, Zoppas spiega che "senza mai perdere l’attenzione sugli Stati Uniti, perché sono e rimangono un mercato strategico per il Made in Italy, altri sbocchi sono: il Sudamerica; l'Oriente, che ha una situazione in crescita nel breve termine che può aiutare molto; e tutta la parte africana che, col piano Mattei che viene portato avanti con molta incisività da parte del premier Giorgia Meloni, dà sicuramente uno sbocco futuro importante. I dati dell'export - conclude il presidente di Ice - dicono che nel 2024 siamo arrivati a fare 15 miliardi e mezzo di risultato, con una crescita del 40% rispetto al 2023. Una crescita che è però viziata dalla situazione turca. I primi cinque mesi del 2025 hanno evidenziato una leggera riduzione, sulla quale incidono soprattutto Turchia e Stati Uniti".
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(Adnkronos) - "Penso che gli operatori siano ormai abituati a pensare che l'instabilità, di cui parliamo dall'epoca della pandemia, sia una nuova normalità. Sono pronti ad affrontare sfide continue sempre più imprevedibili. Dai conflitti ai dazi, è un continuo cercare di superare tutte le difficoltà". Così Claudia Piaserico, presidente di Confindustria Federorafi, intervenendo alla prima giornata di lavori di Vicenzaoro September 2025, il salone internazionale dell’oreficeria e della gioielleria firmato Italian Exhibition Group, in programma dal 5 al 9 settembre nel quartiere fieristico di Vicenza. "Le manifestazioni di Las Vegas dello scorso anno non hanno fatto altro che confermare che il made in Italy esprime delle skills di qualità, di innovazione, di affidabilità, di stabilità e di reputation che possono contrastare anche il maggior dazio - precisa Piaserico - Nel frattempo, c’è stata ovviamente una reazione degli operatori, che hanno scelto di investire verso altri mercati. Se viene preclusa una strada, si cercano le alternative. Abbiamo infatti registrato un segno positivo sugli Emirati Arabi, che negli scorsi anni tendevano ad essere un po' più in sofferenza, e sui mercati asiatici, soprattutto in Corea, un Paese piccolo ma che oggi esprime i trend del lusso molto più del Giappone".
"I dati negativi dell’export registrati nei primi cinque mesi del 2025 dal settore rispecchiano anche la flessione delle esportazioni verso la Turchia - prosegue Piaserico - Quello turco è un fenomeno che per noi risulta assolutamente anomalo. L'anno scorso abbiamo registrato un incremento pari quasi al +300% dell'esportazione verso questo il mercato. È stata una sorpresa perché la Turchia ha sempre rappresentato per noi un partner di business importante, soprattutto per il mercato unbranded, ma senza poter mai ambire a conquistare i primi tre posti. Lo scorso anno, a causa di una situazione economica interna piuttosto problematica, ossia ad un'inflazione incalzante e a una situazione di difficoltà, è iniziata la classica corsa all'oro, bene rifugio che in ogni momento di instabilità torna ad essere protagonista".
“Il governo Erdogan ha di conseguenza imposto una tassazione del 20% sulla materia prima - aggiunge la presidente di Confindustria Federorafi - e, dunque, l'operatore orafo ha trovato un escamotage per poter ovviare a questo problema cominciando ad importare semilavorato, soprattutto dal distretto Aretino in Italia, che ha determinato un incremento straordinario del dato export nei confronti del Paese turco. Come ogni situazione anomala, nasce e poi flette e, in qualche modo, va a scomparire". Rispetto ai dazi Usa invece, Piaserico spiega "non siamo ancora in grado di comprendere veramente qual è la portata del loro impatto, perché lo stiamo avvertendo nella fase di sell-in e non lo stiamo ancora verificando nella fase di sell-out. Vedremo nei prossimi mesi, naturalmente, che cosa succederà".
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(Adnkronos) - Al via oggi Vicenzaoro September. L’evento internazionale dedicato alla gioielleria, oreficeria e orologeria contemporanea di Italian Exhibition Group si è aperto con il saluto inviato dal presidente della Regione del Veneto Luca Zaia che ha sottolineato la centralità del distretto orafo berico per la crescita del territorio e di Vicenzaoro per lo sviluppo dell’intero comparto: "E’ l’occasione per fare sintesi intorno allo stato di salute del settore, creare nuove reti di contatti e dialogare su temi impellenti come lo sono l’intelligenza artificiale e le nuove dinamiche commerciali".
Per il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso: "Vicenzaoro da oltre 70 anni rappresenta uno degli eventi più significativi della filiera. Il comparto orafo gioielliero e orologiero ha chiuso il 2024 con risultati incoraggianti dimostrando resilienza. Avete registrato un aumento di fatturato del 4,4%, l’export, toccando livelli storici con un valore di 13,7miliardi di euro. Il 2025 si è aperto con segnali di rallentamento dovuti soprattutto all’incertezza generata dai dazi Usa. È tempo di lavorare per cercare sbocchi alternativi a quello statunitense, mercato da integrare e non sostituire per consolidare la nostra posizione internazionale".
Alla cerimonia di apertura, condotta dal direttore de Il Giornale di Vicenza Marino Smiderle sono intervenuti il sindaco di Vicenza Giacomo Possamai, il presidente della Provincia di Vicenza Andrea Nardin, il presidente di Federorafi Confindustria Claudia Piaserico, il presidente Ice Agenzia Matteo Zoppas, il vice direttore generale per la promozione del sistema paese e direttore centrale per l’internazionalizzazione economica del Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale Fabrizio Lobasso, e l’assessore allo Sviluppo Economico della Regione Veneto Roberto Marcato.
Fino a martedì 9, il salone b2b di Italian Exhibition Group accoglie 1.200 brand da 30 Paesi, con una marcata partecipazione internazionale (40%) e buyer ospitati da 62 nazioni grazie al programma di incoming di Ice Agenzia e del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Lo show dei trend si caratterizza quest’anno anche per le oltre 30 ore di eventi di approfondimento dedicati a tendenze, export, intelligenza artificiale e formazione, e la presentazione della International Fine Jewellery Academy.
A Vicenzaoro September tante le novità di prodotto: cangianti pavè prendono le forme della natura, e poi l’uso del titanio assieme ai diamanti oppure corallo rosa, zaffiri rosa e gialli assieme a brillanti. E ancora pietre e madreperla su materiali innovativi come la fibra di carbonio; sino alla catena “perfetta” ispirata alla serie di Fibonacci e a un filo di perle composto in nove anni di ricerca del calibro perfetto, perla dopo perla. In contemporanea a Vicenzaoro, fino a lunedì 8 settembre, c’è VO Vintage: appassionati, esperti e collezionisti di orologi e gioielli vintage hanno la possibilità di scoprire creazioni rare, autentici tesori del passato così come icone del secondo polso (Hall 8.1, ingresso gratuito su www.vintage.com). Oltre 40 espositori selezionati per una mostra mercato che propone anche una ricca agenda di talk ed eventi.
Dalle 11 l’evento Strategie e modelli di successo per il mondo della gioielleria in Cina. Focus sul mercato del dragone al quale si guarda come opportunità straordinaria ma complessa per l'alta gioielleria italiana e le strategie commerciali da adottare. In contemporanea, va in scena The Quantum Age: Jewellery and the Convergence of Cultural Transformations. Il talk di Trendvision Jewellery + Forecasting, Osservatorio indipendente di Vicenzaoro by IEG diretto da Paola De Luca, affronta il tema del gioiello come artefatto culturale e tecnologico, linguaggio multidimensionale, simbolico, modulare, emozionale grazie all’apporto di importanti ospiti internazionali. Dalle 14, Il futuro delle rotte dell’export: dati, tendenze e strumenti per internazionalizzare curato da club degli orafi. Durante il convegno, i risultati di un sondaggio sulle strategie di internazionalizzazione e l'attrazione della clientela estera nel comparto orafo, le tendenze emergenti e le azioni già introdotte dalle aziende per rispondere alle nuove dinamiche geo-economiche; inoltre, gli strumenti messi in campo da Ice Agenzia a supporto dell’internazionalizzazione delle imprese italiane. Dalle 16.30, si parlerà di Made in Italy, venduto nel Regno Unito: valorizzare la provenienza e l’artigianalità per aumentare le vendite.
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(Adnkronos) - Un uomo è morto in un incidente stradale avvenuto a Sannazzaro De' Burgondi, in provincia di Pavia. Secondo una prima ricostruzione, si è trattato di uno scontro frontale tra un’auto e un camper lungo la strada statale 756. Entrambi i mezzi si sono ribaltati. La vittima era al volante della vettura, a bordo della quale viaggiava anche una donna di 35 anni, trasportata in elisoccorso all’ospedale Niguarda, in codice rosso per traumi multipli.
Il conducente del camper, 56 anni, è stato trasportato in codice giallo al San Matteo di Pavia. Sul posto sono intervenuti automedica, auto infermieristica, due ambulanze, vigili del fuoco e carabinieri.
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(Adnkronos) - Mpox non è più un'emergenza sanitaria di interesse internazionale (Pheic). Lo ha decreto l'Organizzazione mondiale della sanità. "Più di 1 anno fa - ha ricordato il direttore generale dell'agenzia Onu per la salute, Tedros Adhanom Ghebreyesus, durante il consueto briefing con la stampa - avevo dichiarato un'emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale per la diffusione del virus in Africa, su consiglio di un Comitato di emergenza convocato ai sensi del Regolamento sanitario internazionale. Da allora, il Comitato di emergenza si è riunito ogni 3 mesi per valutare l'epidemia". Gli esperti si sono riuniti di nuovo ieri e "mi hanno comunicato che, a loro avviso, la situazione non rappresenta più un'emergenza sanitaria internazionale. Ho accettato questo consiglio".
Il virus Mpox rimane un'emergenza di salute pubblica nel continente africano. Lo ha deciso e ufficializzato ieri Africa Cdc, cioè i centri per il controllo e la prevenzione delle malattie. Mentre a livello globale oggi l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha deciso di revocare la dichiarazione di emergenza sanitaria di interesse internazionale (Pheic). L'Africa è stata l'epicentro di questa nuova ondata epidemica di Mpox e l'Emergency Consultative Group, pool di esperti che ha il compito di fornire un parere al direttore generale di Africa Cdc, ha sollecitato che l'emergenza sanitaria pubblica per la sicurezza continentale (Phecs) rimanga in vigore.
Riunitosi il 2 settembre scorso per esaminare l'andamento dell'epidemia e valutare se lo stato di emergenza dovesse essere revocato, il gruppo ha concluso che il mantenimento della dichiarazione è essenziale per preservare la volontà politica di combattere il virus, mobilitare risorse e mantenere i Paesi in stato di massima allerta. Gli esperti hanno avvertito infatti che la revoca prematura dello stato di emergenza potrebbe innescare un atteggiamento di noncuranza, ridurre i finanziamenti e aumentare il rischio di una recrudescenza.
La raccomandazione è stata formulata in seguito a un'analisi della situazione relativa a Mpox. I casi confermati settimanali sono diminuiti del 52% tra le settimane 17-22 e le settimane 27-32 del 2025. Tuttavia, ha ricordato il gruppo, si sono verificate impennate in Ghana, Liberia, Kenya, Zambia e Tanzania, con nuove introduzioni del virus segnalate in Malawi, Etiopia, Senegal, Togo, Gambia e Mozambico. L'Etiopia e la Repubblica Centrafricana hanno riportato decessi infantili, mentre diversi Paesi - tra cui Sierra Leone, Congo, Malawi, Zambia, Kenya, Repubblica Centrafricana, Etiopia, Sudafrica e Camerun - hanno continuato a registrare tassi di mortalità superiori all'1% (tasso che a livello continentale si è attestato allo 0,5%).
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(Adnkronos) - Tra il 2015 e il 2024 la Spagna ha attratto 304 miliardi di euro di Investimenti diretti esteri, a fronte dei 191 miliardi registrati dall’Italia. E' quanto emerge da un nuovo studio realizzato da Amazon e Teha che evidenzia una significativa divergenza nei flussi di investimenti diretti esteri (Ide) tra Spagna e Italia. La ricerca individua i principali fattori alla base di questo divario di 113 miliardi di euro e suggerisce azioni di policy concrete per accrescere l’attrattività degli investimenti in entrambi i Paesi. La ricerca beneficia dei contributi di un prestigioso Comitato Scientifico composto da Enrico Letta (Dean della Ie School of Politics, Economics and Global Affairs presso Ie University di Madrid; presidente del Jacques Delors Institut; già presidente del Consiglio dei Ministri italiano), Carlo Altomonte (Associate Dean della Sda Bocconi), Patricia Gabaldón (professoressa di Economia e direttrice Accademica del corso di laurea in Economia presso Ie University) e Jordi Sevilla (Economista, Context Director e responsabile della Intelligence Unit presso Llyc; già Ministro della Pubblica Amministrazione in Spagna; già Presidente di Red Eléctrica de España - Ree).
L’analisi mostra che gli 856 progetti greenfield realizzati in Spagna fino al 2024 hanno generato 72.416 nuovi posti di lavoro nello stesso periodo, mentre i 303 progetti avviati in Italia hanno creato 40.006 posti di lavoro. Un divario particolarmente significativo, considerando le basi economiche simili e la vicinanza culturale dei due Paesi.“La nostra analisi dimostra che attrarre investimenti internazionali richiede un approccio sistemico e di ampio respiro” ha dichiarato Valerio de Molli, Ceo di Teha.
“I dati evidenziano chiaramente che garantire certezza giuridica, digitalizzare la pubblica amministrazione e armonizzare la regolamentazione tra le diverse regioni non sono riforme astratte - hanno un impatto diretto sulla capacità di un Paese di attrarre e trattenere capitali internazionali. I Paesi che offrono agli investitori tempi certi, procedure chiare e interfacce digitali efficienti dimostrano sistematicamente migliori performance in termini di Ide”.
"In qualità di uno dei principali investitori in entrambi i mercati, con oltre 25 miliardi investiti in Italia e 20 in Spagna nell'ultimo decennio, Amazon ha potuto osservare direttamente i punti di forza e le sfide di ciascun Paese" ha dichiarato Giorgio Busnelli, Country Manager di Amazon Italia. "Questa ricerca mostra che, sebbene l'Italia offra eccellenti capacità manifatturiere e un grande potenziale di innovazione, fattori strutturali come la complessità burocratica, l'elevato cuneo fiscale e una minore partecipazione al mercato del lavoro ne condizionano la capacità di attrarre capitali internazionali con la stessa rapidità della Spagna." Lo studio evidenzia alcune differenze chiave tra i due Paesi, a partire dall'efficienza giudiziaria: i tribunali spagnoli risolvono le controversie civili e commerciali molto più rapidamente rispetto a quelli italiani (275 giorni contro 527), con un processo di appello semplificato e l’immediata esecutività delle sentenze di primo grado, garantendo una maggiore certezza legale agli investitori.
Quadro regolatorio: le regioni spagnole ottengono punteggi più alti in termini di qualità regolatoria (misurata dall’European Quality of Government Index). Al tempo stesso, la maggiore centralizzazione italiana consente procedure d’impresa leggermente più rapide, con le Pmi che dedicano 26,1 ore al mese agli adempimenti amministrativi contro le 27,7 della Spagna. Infrastrutture e costi: la Spagna offre migliori servizi pubblici digitali e migliori servizi digitali transfrontalieri secondo l’European Quality of Government Index. Le imprese spagnole beneficiano inoltre di costi dell’elettricità più bassi (166,6 euro/MWh contro i 252,9 euro/MWh in Italia). Mercato del lavoro: il tasso di partecipazione alla forza lavoro, vale a dire il rapporto tra forze lavoro e la popolazione in età lavorativa, in Spagna si attesta all’80,2% contro il 71,7% dell’Italia. Questo significa che in Spagna una percentuale maggiore della popolazione in età lavorativa è attivamente presente nel mercato del lavoro rispetto all'Italia, con una differenza di 8,5 punti percentuali.
Produttività: La produttività del lavoro in Spagna è aumentata del +3,2%, mentre l’Italia ha registrato un calo del -2,6%, evidenziando come le buone performance del mercato del lavoro italiano non si siano pienamente tradotte in crescita economica. Formazione: Entrambi i Paesi investono meno del 5% del pil nell’istruzione e restano al di sotto della media Ue per la spesa pro capite nell’istruzione terziaria, indebolendo qualità e competitività. Il primo Paese nell’Unione Europea (la Svezia) investe il 7,1% del proprio Pil. Cuneo fiscale: nel 2023 il cuneo fiscale in Italia ha raggiunto il 45,1% dei costi del lavoro, contro il 40,2% della Spagna, principalmente a causa di un’imposta sul reddito delle persone fisiche più elevata in Italia. Questo divario ha effetti anche sui salari reali: tra il 2000 e il 2023 in Italia i salari reali sono diminuiti del 3,3%, mentre in Spagna sono aumentati del 4,9%. Nonostante aliquote nominali simili, la struttura fiscale più semplice e un onere del lavoro più leggero rendono la Spagna un ambiente più competitivo per gli investitori internazionali. Tassazione: Una differenza significativa riguarda la gestione dei rapporti con i contribuenti: in Italia anche errori fiscali minori o non fraudolenti possono comportare conseguenze penali. In base al Decreto Legislativo 74/2000, reati come omessa dichiarazione, dichiarazioni inesatte oltre soglie basse o discrepanze nel transfer pricing possono essere perseguiti anche in assenza di dolo. Al contrario, in Spagna la responsabilità penale scatta solo quando sono provati sia l’intento fraudolento sia un’imposta non versata superiore a 120.000 euro all’anno.
La ricerca propone cinque raccomandazioni chiave per i decisori politici, Modernizzazione amministrativa: avviare una trasformazione digitale completa dei servizi pubblici, con piattaforme digitali unificate per le procedure d’impresa e protocolli standardizzati tra le regioni. Prevedibilità normativa: per rendere il sistema più competitivo è fondamentale che il quadro legale e regolatorio offra prevedibilità, affinché le multinazionali abbiano non solo incentivi a investire, ma anche la certezza che i loro investimenti siano protetti. Armonizzazione e semplificazione legislativa: serve ridurre la burocrazia e semplificare le regole all’interno dell’Unione Europea per rendere il mercato unico più competitivo. Un quadro regolatorio più chiaro e uniforme permetterebbe alle Pmi di crescere oltre i confini nazionali, liberando risorse oggi assorbite dalla complessità amministrativa e creando nuove opportunità di innovazione ed export. Sviluppo dell’ecosistema dell’innovazione: rafforzare i legami tra istituzioni di ricerca e industria attraverso incentivi mirati alla collaborazione in R&S, con un focus sulle tecnologie emergenti. Attrazione di talenti: creare condizioni più favorevoli per i talenti internazionali attraverso procedure di visto semplificate, programmi di supporto alle comunità d’affari internazionali e iniziative per rafforzare le competenze digitali della forza lavoro.
Questa ricerca sottolinea come un Mercato Unico più solido e una più profonda collaborazione europea siano essenziali per la nostra prosperità collettiva. Armonizzando le normative, semplificando le procedure e collaborando in modo più efficace oltre i confini, possiamo creare un contesto più attrattivo per gli investimenti in tutta Europa. La strada da seguire è chiara: il rafforzamento del nostro Mercato Unico deve restare una priorità strategica per garantire la competitività di lungo periodo dell’Europa nell’economia globale.
“Quello che emerge da questa ricerca è anche la fondamentale necessità di una collaborazione tra i due paesi, tra Spagna e Italia”, conclude Enrico Letta, Dean della Ie School of Politics, Economics and Global Affairs presso la Ie University di Madrid e Advisor della ricerca. “Vi è infatti grande complementarità e ognuno può facilmente trarre vantaggio da una maggiore cooperazione”.
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(Adnkronos) - Ecovacs, leader nel settore della robotica di servizio, si presenta a Ifa 2025 non solo per lanciare nuovi prodotti, ma per delineare una visione più ampia e strategica del futuro della smart home. L'azienda consolida la sua leadership nel mercato multi-categoria, ponendo l'accento su un'innovazione che nasce dalle reali esigenze dei consumatori e su un approccio proattivo alla tecnologia.
David Cheng Qian, Vicepresidente di Ecovacs Group, ha illustrato la filosofia del Gruppo, che va oltre il semplice lancio di dispositivi. "Guidati dalla nostra missione ‘Robotics for All’, continuiamo a lanciare tecnologie e prodotti che migliorano realmente la vita delle persone", ha dichiarato. "Crediamo che le smart home del futuro debbano offrire servizi proattivi, con una tecnologia ‘invisibile’. Grazie alla nostra solida supply chain, continueremo a sviluppare innovazioni tecnologiche per garantire che ‘Ciò che solo Ecovacs può fare’ si traduca in valore reale e duraturo per i nostri clienti."
La strategia di Ecovacs si manifesta attraverso due direttrici principali: l'espansione in nuove categorie di robot di servizio e la creazione di partnership strategiche. Tra le principali novità, l'azienda ha presentato Ultramarine, il suo primo robot pulitore per piscine, a testimonianza della sua ambizione di dominare il mercato della robotica multi-scenario. A rafforzare questa visione, è stata annunciata una collaborazione strategica con BSH per sviluppare un robot aspirapolvere e lavapavimenti integrato, un'iniziativa che mira a definire una categoria completamente nuova nel settore.
Parallelamente, l'azienda continua a investire massicciamente nella ricerca e nello sviluppo, con un budget di circa 123 milioni di dollari nel 2024, e nella propria filiera produttiva, con un nuovo stabilimento in costruzione da 27,8 milioni di dollari. Questa solida base di proprietà intellettuale e tecnologica permette a Ecovacs di sostenere la crescita non solo del suo prodotto di punta, il Deebot, ma anche di altri successi globali come il robot lavavetri Winbot e il tagliaerba Goat, che nel 2024 hanno visto una crescita significativa.
Il Deebot X11, presentato a IFA, incarna perfettamente la visione aziendale di una tecnologia al servizio dell'uomo. Le sue innovazioni, come la tecnologia PowerBoost che garantisce una pulizia ininterrotta e il gestore domestico Agent Yiko con integrazione Llm, non si limitano a migliorare le performance, ma puntano a un'autonomia e a un'intelligenza di livello superiore.
Questo impegno per la qualità e la sicurezza è stato riconosciuto da prestigiose certificazioni, come la "Diamond" Level loT Security Verification di UL Solutions e le certificazioni Tüv Rheinland per Deebot e Goat, a garanzia della protezione dei dati degli utenti.
Leggi tutto: Ecovacs, la robotica del futuro tra partnership e innovazione
(Adnkronos) - Sono i pilastri della transizione digitale. E possono trasformarsi da consumatori di energia in alleati per la crescita sostenibile dell'Italia. Così i data center sono in grado di creare fino a 150mila nuovi posti di lavoro, e di contribuire all'aumento annuale del Pil nazionale fino al 15%. È quanto emerge dal position paper "L'Italia dei data center" realizzato da Teha Group in collaborazione con A2A, presentato oggi al Forum di Cernobbio. Lo studio sottolinea come il settore stia crescendo rapidamente in Italia, tredicesima a livello globale con 168 strutture. La Lombardia in particolare sta emergendo come polo strategico, Milano concentra il 46% della potenza nazionale, superando città come Madrid e Zurigo.
Per garantire che questo sviluppo sia sostenibile, il rapporto identifica quattro leve strategiche: il recupero del calore di scarto, che potrebbe alimentare il teleriscaldamento di circa 800.000 famiglie e tagliare 2 milioni di tonnellate di Co2; l'uso di aree dismesse per i nuovi impianti ; l'impiego di Power purchase agreements per coprire fino al 74% del fabbisogno energetico con fonti rinnovabili e la valorizzazione dei rifiuti elettronici (Raee), che potrebbe generare 133 milioni di euro all'anno. L'applicazione integrata di queste leve in uno scenario di pieno sviluppo consentirebbe un risparmio complessivo di 5,7 milioni di tonnellate di Co2 l'anno, pari alle emissioni di 1,7 milioni di cittadini, e un beneficio economico di circa 1,7 miliardi di euro. Benefici sistemici che andrebbero ad aggiungersi al contributo di circa 55 miliardi di euro al Pil nazionale stimato per il settore.
Roberto Tasca, presidente di A2A, sottolinea che i data center sono "infrastrutture strategiche in grado di diventare motori di sviluppo se gestiti con una visione chiara e con responsabilità". Renato Mazzoncini, amministratore delegato di A2A, aggiunge di voler contribuire a creare un modello di innovazione e sostenibilità "perché questi hub, se ben integrati, possono dare un valido contributo alla decarbonizzazione delle città". Anche Lorenzo Tavazzi, senior partner di Teha, ha ribadito l'importanza di una pianificazione strategica integrata per sbloccare il pieno valore del settore, che entro il 2030 potrebbe superare i 200 miliardi di euro.
Leggi tutto: Digitale, A2A e Teha: i data center possono spingere il Pil del 15%
(Adnkronos) - Esclusa la pista del terrorismo nel caso dei due turchi trovati in possesso di armi e arrestati in un B&B nel centro di Viterbo nel giorno della festa della Macchina di Santa Rosa.
Dalle indagini non è emerso nessun elemento che possa far pensare che i due arrestati stessero preparando un attentato alla macchina di Santa Rosa: la pista terrorismo, quindi, cade definitivamente come ipotesi al vaglio.
Rilasciati anche i cinque turchi portati ieri sera in questura per accertamenti dopo essere stati segnalati e individuati in un b&b di Montefiascone. Si tratta di immigrati regolari sul territorio italiano: due sono richiedenti asilo mentre gli altri tre sono in possesso di permesso di soggiorno. Anche loro dagli accertamenti non sono risultati collegati in alcun modo con il mondo del terrorismo.
L'indagine, che riguarda il traffico di armi e la criminalità organizzata, prosegue e potrebbe ora passare alla Dda di Roma. Al momento infatti l’accusa nei confronti dei due arrestati resta quella di detenzione illegale di armi ma fra le piste seguite dagli inquirenti c’è anche un possibile legame con il boss della criminalità turca Baris Boyun, arrestato nel maggio dello scorso anno a Vetralla, a pochi chilometri da Viterbo, dove si era stabilito e per il quale la Turchia chiede l’estradizione. Esclusa la pista terroristica, resta aperta invece la possibilità di un collegamento con la criminalità organizzata turca così come quella di un blitz armato per tentare di far evadere Boyun.
Leggi tutto: Turchi arrestati alla festa di Santa Rosa a Viterbo, esclusa la pista del terrorismo
(Adnkronos) - Nato da un'idea condivisa su un treno tra Verona e Milano in una sera di nebbia del novembre 1974 tra Alfredo Ambrosetti e Umberto Colombo, il Forum di Cernobbio che porta il nome del suo fondatore giunge alla sua 51esima edizione. Ed in oltre mezzo secolo di storia non sono mancati aneddoti memorabili e curiosità, davanti un parterre che negli anni è cresciuto notevolmente. Il tutto nel rigoroso rispetto del 'rito' della Chatham rule.
BILL GATES LO STACANOVISTA. Tra gli episodi memorabili raccontati dai veterani del forum ne spicca uno su Bill Gates. Come ceo di Microsoft, partecipò a due edizioni del workshop, nel 1995 e nel 1996. In occasione della sua prima partecipazione proiettò in sala la foto di uno smartphone. A tal proposito si racconta che arrivato alle 2 di notte da Praga, senza aver cenato, invece di accettare un invito a sedersi a tavola chiese di lavorare alla sua presentazione fino alle 4 del mattino, bevendo una Coca-Cola ghiacciata.
AGNELLI IN ELICOTTERO. Gianni Agnelli, principale azionista e amministratore al vertice della Fiat, nonché senatore a vita, è stato una presenza assidua al Forum dal 1981 al 2001. Gli habitués ricordano i suoi arrivi in elicottero al simposio sul lago di Como.
FUTURO PAPA RATZINGER. il Santo Padre Benedetto XVI venne a Villa D'Este nel 2001, quando era ancora il cardinale Ratzinger, per una riflessione sui valori che devono guidare il mondo economico.
DONNE AL WORKSHOP. Marisa Bellisario, in qualità di amministratore delegato di Italtel, nel 1983, è la prima donna a partecipare al workshop con un intervento sul futuro delle telecomunicazioni. Lei ed Enrica Pinetti, direttore Generale di Media Trade, sono state le uniche due donne tra i partecipanti fino al 1985.
ARAFAT, PERES, GORBACIOV E KISSINGER. Negli anni il forum si è distinto per aver accolto partecipanti internazionali, oltre a ministri ed ex ministri, premier ed ex premier dei governi italiani passati e presenti. Al workshop ha partecipato, tra gli altri, l'ultimo presidente dell'Urss Michail Gorbačëv, nel 1997, in qualità di Presidente della Fondazione non-governativa per gli studi socio-economici e politici; nel settembre 1999, un anno esatto prima della seconda intifada, a Cernobbio l'allora presidente dell'Autorità palestinese Yasser Arafat e Shimon Peres, in quegli anni ministro per la Cooperazione regionale di Israele, si strinsero la mano a Villa d'Este per la prima volta dopo il crollo degli accordi di Oslo. Henry Alfred Kissinger, già segretario di Stato Usa, prese parte al 27° Forum di Cernobbio.
PARTECIPANTI. Alla prima edizione del forum nel luglio del 1975, sempre a Villa d'Este, parteciparono 14 persone. Da li il numero è salito arrivando ai 102 del 1980 e agli oltre 200 in media negli ultimi anni. Oggi i partecipanti che seguono i lavori nella Sala Impero sono limitati a 250, per motivi di spazio.
CHATHAM RULE. Sin dalla sua nascita il workshop si tiene nel rispetto della 'Chatham House Rule', la regola delle porte chiuse. A tutti i partecipanti è consentito utilizzare liberamente le informazioni senza però citare la fonte. (di Luana Cimino)
(Adnkronos) - La Ferrari parte bene nel Gp di Monza. Nella prima sessione di prove libere, domina Lewis Hamilton con il miglior tempo (1:20.117), davanti all'altra rossa di Charles Leclerc (1:20.286). Poi Carlos Sainz (Williams), il campione del mondo Max Verstappen (Red Bull) e Kimi Antonelli (Mercedes). Sesta la McLaren di Lando Norris.
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(Adnkronos) - Ferruccio De Bortoli ha partecipato alle prime sessioni del Forum di Cernobbio e, intervenendo durante la diretta Adnkronos da Villa d'Este, ha messo in evidenza due temi chiave della discussione. Da una parte il rapporto di eccessiva sudditanza dell'Unione Europea rispetto agli Stati Uniti di Donald Trump; dall'altra il rischio che le due sponde dell'Atlantico possano essere colpite da una nuova crisi del debito. Sullo sfondo ci sono i segnali che arrivano dagli economisti americani, a partire dal premio Nobel Joseph Stiglitz, e le difficoltà legate all'instabilità politica della Francia.
L'editorialista del Corriere della Sera è partito da una considerazione di fondo. "Si trova un dialogo con gli Stati Uniti difendendo di più le ragioni dell'Unione europea. C'è stato un intervento del consigliere economico di Trump che addirittura ha ridicolizzato le posizioni europee", ha raccontato, riferendosi ad Aaron Hedlund (Capo Economista presso il Council of Economic Advisers della Casa Bianca). "Mi colpisce il disprezzo da parte americana ma anche il fatto che noi non difendiamo quello che di buono c'è nell'Europa. Abbiamo parlato molto degli errori e delle imperfezioni ma non discutiamo del costo che sopporteremmo se rinunciassimo a quello che l'Ue ha rappresentato fino ad adesso", ha proseguito. Con un invito preciso a ribaltare la narrazione: "Dovremmo essere più consapevoli della nostra forza, pensiamo alla reazione alla Pandemia o alla compattezza seguita all'invasione dell'Ucraina".
L'ex direttore di Corriere e Sole 24 ore ha messo poi in primo piano le implicazioni economiche della fase di profonda instabilità che stiamo attraversando. "Mi colpisce che non ci sia consapevolezza della situazione così difficile da un punto di vista finanziario. Non si può andare avanti con deficit e debiti così elevati". E questo, ha evidenziato De Bortoli, vale per gli Stati Uniti e per l'Europa. "Stiglitz nel suo intervento ha parlato dell'ipotesi che possa esserci una crisi del debito americano, ha fatto vedere proiezioni di debito al 200%, con i tassi sui titoli che salgono mentre il dollaro si deprezza", ha evidenziato De Bortoli, aggiungendo che "il tema del debito è stato derubricato da un punto di vista politico".
Quindi, l'avvertimento: "Quella del debito sovrano non è più considerata un'emergenza ma può tornare ad esserlo. E anche noi, prima di guardare alle difficoltà degli altri, dovremmo ricordare che il nostro debito continua a crescere". Perché la Francia ha le sue difficoltà, ma una crisi del debiti in Europa colpirebbe inevitabilmente chi ha l'esposizione più alta, a partire dall'Italia. (Di Fabio Insenga)
(Adnkronos) - "Sogno di andare a Monza a vedere la Ferrari". Una frase pronunciata ogni anno da tanti appassionati. Ma quanto costa davvero andare ad abbracciare la Rossa nel weekend di Formula 1 più avvincente dell’anno? I tifosi lo hanno raccontato all’Adnkronos direttamente dall’Autodromo, “Il Tempio della Velocità”, tra un sorriso e l’altro. Il rosso domina e c’è poco da fare, ma non mancano supporter di altri team. Dalla Mercedes alla Red Bull, passando per la McLaren.
Alessandro e Andrea hanno una storia particolare. Stanno insieme da qualche anno, lui viene da Vienna e lei da Roma. Per loro, la spesa è stata tutto sommato accessibile: "Per tre giorni zona prato abbiamo speso 120 euro a testa – dice Alessandro -. Poi, io altri 80 euro per i voli e lei 70 per i treni, ma costano così grazie a una programmazione ben studiata. Ci va bene perché dormiamo da amici a Milano, pernottare a Monza sarebbe stato impossibile visti i prezzi". Nicolò e Romina sono invece partiti stamattina da Venezia: "In totale avremo speso 300 euro a persona - raccontano dopo aver acquistato gli iconici cappellini rossi negli stand dedicati -. Diciamo che siamo di quelli accorti, dormiamo in periferia e abbiamo prenotato tutto da mesi".
Filippo, 41 anni, è invece partito da Tuttlingen, Germania, insieme a sua figlia Melissa: "Hotel compreso dovremmo essere intorno ai 1600 euro per entrambi. Perché questa follia? Crediamo in un miracolo dopo il disastro visto in Olanda. Monza porta bene e in passato è già successo. La speranza è sempre l’ultima a morire". Sua figlia sorride: "Sì, ma è anche vero che chi di speranza vive, disperato muore. Quest’anno la Ferrari mi sembra sfortunata". Orazio, 47 anni è invece partito da Catania insieme a sua moglie: "Condividiamo questa passione, ma ormai è un business assurdo. Per mettere piede qui all’Autodromo da venerdì a domenica abbiamo speso 900 euro. Poi, un volo prenotato tempo fa sui 200 euro andata/ritorno per entrambi. Alloggiamo a Cologno Monzese, risparmiamo qualcosina. Seguo la Ferrari da una vita e ci tenevo. Sono stato un paio di volte a Imola, ma Monza è da vivere almeno una volta".
La storia più clamorosa (e anche più ‘cara’) è quella di Pero, piombato a Monza da Porto Rico: "Quanto abbiamo speso? Uuufff, ho perso il conto” sghignazza in uno spagnolo contaminato da un italiano così così, provando a fare mente locale: “Siamo in 4. Milleseicento euro a testa solo per il volo" spiega, aiutandoci nella conversione dal dollaro statunitense. "Per dormire abbiamo prenotato un Airbnb, siamo sui 1000 euro complessivi per tutto il weekend del Gp. E poi, per i giorni qui al circuito siamo sui 700 euro a testa. In più, ci metta qualche pizza o una cena al ristorante. Se non siamo a 3000 euro poco ci manca". La domanda arriva di riflesso: "Perché questa pazzia? Sono innamorato di Hamilton, è il mio idolo. Quando posso, provo a seguirlo. Costa tanto, ma la passione non ha prezzo". Come Dylan, che ha ricevuto il 'pacchetto' in regalo da suo padre Derrick, per il sedicesimo compleanno: "Il suo idolo è Leclerc – racconta il papà - e ho deciso di fargli questa sorpresa, da un anno non fa che parlare della sua vittoria qui l’anno scorso. In tutto faccia 3000 euro, dormiamo in un appartamento non lontano da Monza". Questione di regali anche per Antonio, 60 anni, pure lui super tifoso di Hamilton: "Vivo in Svizzera e David, mio nipote, ci teneva a darmi questa gioia. Sono un tifoso dei piloti, più che della Formula 1 in sé. Prima di Lewis, ho fatto follie per Schumacher". Proprio David tira fuori l’IPhone e fa i calcoli: "Senza mangiare, siamo sui 1500 a persona. Ci abbiamo messo un po’ per trovare l’hotel, ma alla fine è andata bene".
Chi non ha bisogno di prenotazioni è Carlo, 74 anni. Quando lo fermiamo, alza gli occhiali da sole e se la ride: "Come sono venuto qui? A piedi, lo faccio da 56 anni. Vivo a Campofiorenzo, una frazione di Casatenovo. Casa mia dista una decina di chilometri da qui e mi piace vivere tutto di questi giorni, l’atmosfera è speciale. Sono iscritto al Ferrari Club e Monza per me è storia e tradizione". Sul ricordo più bello non ha dubbi: "Il titolo vinto qui da Niki Lauda nel 1975. Quella tuta azzurra è leggenda". Domenica la Ferrari celebrerà i 50 anni da quel momento. E a Carlo, con ogni probabilità, scenderà una lacrimuccia. (di Michele Antonelli)
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(Adnkronos) - La duchessa di Kent, Katharine, è morta all'età di 92 anni. Lo ha annunciato Buckingham Palace, aggiungendo che la moglie del cugino della regina Elisabetta II, il duca di Kent, si è spenta nella tarda serata di ieri a Kensington Palace, circondata dalla sua famiglia. "È con profondo dolore che Buckingham Palace annuncia la morte di Sua Altezza Reale la Duchessa di Kent", ha dichiarato il Palazzo.
"Il Re, la Regina e tutti i membri della famiglia reale - ha scritto Buckingham Palace - si uniscono al Duca di Kent, ai suoi figli e nipoti nel lutto per la loro perdita e ricordano con affetto la dedizione di una vita della Duchessa verso tutte le organizzazioni a cui era associata, la sua passione per la musica e la sua empatia per i giovani".
La bandiera del Regno Unito a Buckingham Palace è stata abbassata a mezz'asta a mezzogiorno in segno di rispetto e a breve un annuncio formale verrà affisso sulla ringhiera della residenza reale.
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(Adnkronos) - Settembre è sempre un mese critico poiché il rientro a scuola o all'università allinea numerosi fattori di rischio: stress scolastico e accademico, con verifiche ed esami ravvicinati; ritorno al confronto con i coetanei, con giudizi impliciti o espliciti su corpo e cibo; momenti di socialità legati alla mensa e agli spogliatoi, spesso fonte di ansia e vergogna; ripartenza delle attività sportive, dove la performance fisica si intreccia al giudizio estetico. Lo sottolinea Lilac-Centro Dca, digital health tech startup prima realtà in Italia nata con l'obiettivo di creare un modello innovativo per il trattamento dei disturbi alimentari, che ha stilato le 7 regole per il 'back to schoolì.
1) Non commentare corpi e cibo. Anche i 'complimenti' come "sei dimagrita" o "stai benissimo" spostano il valore della persona sull'aspetto e rinforzano il controllo sul corpo. Meglio valorizzare interessi, impegno, qualità non legate al fisico;
2) Rispettare fame e sazietà. Forzare/limitare con espressioni come "finisci tutto" o "hai già mangiato abbastanza" indeboliscono la capacità di autoregolazione. Lasciare spazio ai segnali interni riduce colpa e vergogna legate al pasto;
3) Sport come benessere, non compensazione. Parlare di movimento per energia, sonno e umore (non per "bruciare calorie") evita la spirale punizione/ricompensa che alimenta condotte di compensazione;
4) Mensa inclusiva e personale formato. Niente paragoni sulle porzioni o battute sull'appetito. Un linguaggio neutro rende il pasto un momento sicuro, non un 'palcoscenico' di confronto sociale;
5) Stop a pesate/Bmi (indice massa corporea) in classe o in spogliatoio. La misurazione del corpo è un atto clinico, non didattico. In contesto pubblico produce stigmatizzazione e competizione;
6) Ascolto attivo, niente "soluzioni rapide". Evitare le espressioni "mangia di più" o "fatti forza". Validare, ringraziare per la fiducia, proporre di cercare aiuto insieme e indirizzare ai servizi competenti. L'accoglienza è il primo intervento;
7) Coinvolgere le famiglie, allineare i messaggi. Scuola e casa devono evitare i messaggi contraddittori. Brevi note informative e un referente benessere migliorano l'intercettazione precoce e riducono rinforzi involontari del problema.
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(Adnkronos) - In Europa il costo delle rette per le residenze sanitarie assistenziali (Rsa) è quasi sempre a carico del sistema pubblico. In Italia, invece, sono le famiglie a sostenere spese altissime, spesso superiori a 2.500 euro al mese, con un impatto drammatico soprattutto per i nuclei che assistono pazienti affetti da Alzheimer e altre gravi patologie neurodegenerative. Lo evidenzia la comparazione tra diversi modelli europei e l'Italia, messa a fuoco da Consulcesi & Partners sul portale soluzione-rsa.it, nato proprio per sostenere il diritto dei pazienti e dei loro familiari.
In Francia, ad esempio - riporta una nota - lo Stato copre integralmente le spese sanitarie e una buona parte di quelle assistenziali nelle Ehpad, lasciando agli anziani solo i costi alberghieri. La Germania adotta un sistema assicurativo obbligatorio per la long-term care, che copre gran parte dei costi. La Spagna, attraverso il sistema Saad, garantisce assistenza residenziale gratuita o a compartecipazione minima per patologie gravi. Solo l'Italia continua a far ricadere gran parte dell'onere economico sulle famiglie, nonostante la legge e la giurisprudenza riconoscano diritti ben diversi in queste situazioni specifiche. Si tratta per Consulcesi di "un'anomalia tutta italiana" che pesa su centinaia di migliaia di famiglie. "Sul tema la giurisprudenza italiana è ormai chiara. Sentenza dopo sentenza, giudici di prime cure fino alla Cassazione hanno stabilito che le spese per i ricoveri sanitari in Rsa devono essere a carico del Servizio sanitario nazionale", afferma Bruno Borin, responsabile legale di Consulcesi & Partners, facendo riferimento alle ultime pronunce di Cassazione (26943/2024), Consiglio di Stato (3074/2025) Tribunale di Grosseto (152/2025) e Corte d'Appello di Milano (1644/2025). "Nonostante l'assenza di tutela legislativa piena - aggiunge - i giudici hanno già indicato la strada. Sul tema è aperto un dibattito politico, con un braccio di ferro tra Governo e Regioni, ma manca ancora un quadro operativo chiaro. E intanto - sottolinea - tante famiglie pagano somme ingenti e ingiustamente".
In questo contesto Consulcesi & Partners rinnova l'invito alle famiglie a tutelarsi attraverso il 'Soluzione Rsa', un servizio legale dedicato a chi sostiene o ha sostenuto rette nelle residenze assistenziali per familiari affetti da gravi patologie neurodegenerative. L'obiettivo è quello di far ottenere loro quanto spetta secondo le normative vigenti. "Il principio è estremamente chiaro - riassume Borin - Quando la prestazione è ad alto impatto sanitario anche le funzioni alberghiere devono essere a carico del Ssn. Dunque, le famiglie non devono pagare - rimarca - E chi ha già pagato può chiedere il rimborso anche nel caso il proprio caro non sia più in vita. Con 'Soluzione Rsa' - conclude - abbiamo già avviato decine di azioni in tutta Italia e ottenuto i primi rimborsi per le famiglie".
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(Adnkronos) - In che modo un ambiente inclusivo, una squadra diversificata e multiculturale possono stimolare l’innovazione, rafforzare la reputazione aziendale e attrarre i migliori talenti così come gli investitori più lungimiranti contribuendo al successo e alla competitività dell’impresa? A questa e a molte altre domande ha risposto 'Includere: una leva strategica per crescere', l’incontro voluto da Manageritalia in collaborazione con Costa Crociere e Hub del Territorio che ha messo a confronto istituzioni, aziende e manager sul valore dell’inclusione e della diversità nelle sue diverse dimensioni e manifestazioni con particolare riferimento al territorio ligure e nazionale. L’incontro si svolto a bordo della nave Costa Smeralda ormeggiata a Genova.
A confrontarsi, questa mattina, per individuare strategie, azioni e percorsi comuni che diano valore a comunità e territori sono stati: Silvia Salis, Sindaco di Genova - Luc Pénaud, presidente Manageritalia Liguria - Cristina Mezzanotte, presidente Manageritalia Emilia Romagna e coordinatrice Dei Manageritalia – Michela Giustini, employer branding director di Costa Crociere – Enrico Pedemonte, presidente e fondatore della cooperativa sociale 'La Sosta della Tartaruga' – Stefano De Angelis, ceo di Gicomondo Study spa - Stefania Miglietta, HR Manager Gruppo Finsea moderati da Silvia Pedemonte, giornalista del Secolo XIX.
"L’inclusione - afferma la sindaca di Genova, Silvia Salis - è una pietra miliare della nostra città Genova è una città di mare e come tale non può essere aperta a tutti. Una città che non accoglie è una città destinata a morire. Crediamo fortemente che il rispetto e la valorizzazione delle differenze siano fattori chiave per costruire una società più coesa, innovativa e capace di affrontare le sfide del nostro tempo Iniziative come questa, che vedono il mondo delle imprese, delle istituzioni e del management confrontarsi su questi temi, sono fondamentali per promuovere un cambiamento culturale concreto. L’inclusione non è solo una questione sociale: è una leva di sviluppo economico e di competitività, che può rendere Genova – e il nostro Paese – un luogo più attrattivo per i talenti, per gli investitori e per le nuove generazioni. Tutti devono avere le stesse possibilità di arrivare dove le proprie aspirazioni e le proprie capacità conducono. Ringrazio Manageritalia, Costa Crociere e tutte le realtà coinvolte per aver scelto Genova come porto d’attracco di questo importante dialogo sul futuro del lavoro. E' da qui, da una città che ha l’inclusione nel suo dna, che vogliamo continuare a costruire modelli di crescita più equi, sostenibili e condivisi".
"Per i manager - commentano Luc Pénaud e Cristina Mezzanotte di Manageritalia - valorizzare la diversità e promuovere l’inclusione non è solo una scelta etica, ma una leva strategica imprescindibile. Significa soprattutto creare un ambiente e una nuova cultura aziendale in cui ogni persona si senta ascoltata, rispettata e libera di esprimere al meglio il proprio potenziale. E' da questa ricchezza di prospettive di crescita e benessere per le persone che nascono le idee più innovative, le soluzioni più efficaci e le relazioni più solide. Un leader inclusivo guida il cambiamento, ispira fiducia e costruisce un’organizzazione capace di crescere in modo sostenibile, attrarre talenti e affrontare con successo le sfide che ogni giorno l’azienda si trova a vivere".
"Essere parte di Costa - dichiara Michela Giustini Employer Branding, Dei and crew experience director - significa entrare in una comunità globale dove ognuno è accolto, rispettato e valorizzato. A bordo e a terra, siamo un insieme straordinario di culture, esperienze, età e background diversi. I principi di diversità e inclusione sono pilastri fondamentali della nostra cultura aziendale. La nostra identità multiculturale si riflette nella composizione dei nostri equipaggi e nella varietà dei nostri ospiti, contribuendo a generare un ecosistema aperto, accogliente e arricchente per tutti. Crediamo che il rispetto e la valorizzazione delle differenze, di genere, età, etnia, abilità, orientamento sessuale e religioso, siano essenziali per creare un ambiente di lavoro e di viaggio autenticamente inclusivo che ha come obiettivo comune quello di offrire esperienze eccezionali e indimenticabili ai nostri ospiti".
Secondo l’indagine Esgr financiallab 2024 di Doxa condotta su un campione di oltre 1000 intervistati (soggetti maggiorenni rappresentativi della popolazione italiana), i temi della diversità e dell’inclusione sono molto importanti per il 38% dei consumatori, per il 45% del campione l’attenzione a processi produttivi meno inquinanti, meno/energivori o con minore impatto sull’ambiente sono influenti nei comportamenti di acquisto di beni e servizi cosi come per il 17% è importante che l’azienda persegua obiettivi di sostenibilità tracciabili e valutabili nel tempo. Nello specifico per gli italiani conta molto: l’impegno per salute, sicurezza e benessere dei dipendenti 53% era il 44% nel 2023, politiche attive per la tutela ambientale 47% (38% nel 2023), impegno nel promuovere l’inclusione 38% (34% nel 2023) e impegno nel sostenere la comunità locale 37% era 36% nel 2023.
Al centro di 'Includere: una leva strategica per crescere' il confronto sul valore della 'Diversità e dell’inclusione' temi oggi centrali nel mondo del lavoro e della managerialità. Creare ambienti in cui le differenze siano riconosciute, valorizzate e promosse non è solo una questione etica, ma un elemento strategico per il successo aziendale. Un’organizzazione inclusiva oggi è più innovativa, competitiva e attrattiva per i migliori talenti e una più alta capacità di adattamento ai cambiamenti sociali. Tuttavia, promuovere concretamente questi valori richiede strategie mirate e strumenti adeguati. Diversità e inclusione non sono sinonimi, ma aspetti complementari. La diversità rappresenta tutte le caratteristiche che rendono unica una persona: genere, età, etnia, orientamento sessuale, abilità fisiche, background culturale e professionale. L’inclusione, invece, è la capacità di un’azienda di creare un ambiente equo, in cui ogni individuo abbia le stesse opportunità di crescita e partecipazione oltre a favorire gli scambi intergenerazionali e interculturali tra tutti i componenti dell’azienda.
La conclusione della mattinata è stata anche l’occasione per Manageritalia di annunciare la 'WoB Cruise' l’appuntamento finale 'Women on board 2025' il percorso formativo di rete giunto alla sua terza edizione nato per favorire l’inclusione e l’accesso delle donne nei consigli d’amministrazione di imprese pubbliche e private. Per l’occasione, dal 29 settembre al 2 ottobre, saranno circa 300 le manager provenienti da tutta Italia che quest’anno hanno seguito e superato l’intero percorso formativo di WoB ad imbacarsi da Genova sulla nave Costa Smeralda in direzione Barcellona, per una tre giorni di networking, confronti e approfondimenti sui temi della Governance delle organizzazioni e del lavoro al femminile.