(Adnkronos) - Una multa da oltre 3.600 euro. È costata cara una bravata in mare a una famiglia olandese in vacanza sulla costa livornese. Un ragazzo di 13 anni è stato sorpreso alla guida di una moto d'acqua nei pressi del litorale tra Cecina e Vada. A individuarlo sono stati i militari della Guardia Costiera di Cecina, impegnati nei controlli dell'"Operazione Mare e Laghi Sicuri", coordinata dalla Direzione Marittima di Livorno.
Il ragazzo era in compagnia del padre e indossava regolarmente il laccetto di sicurezza, segno inequivocabile – secondo quanto accertato dai militari – che fosse lui a condurre il mezzo. Immediato l’intervento della pattuglia a bordo del battello GC B60: al padre, titolare di patente nautica, è stato ordinato di assumere il controllo del mezzo e rientrare nel porto di Cecina, dove la moto d’acqua era stata noleggiata. Una volta a terra, entrambi sono stati convocati negli uffici della Guardia Costiera. L’epilogo: una sanzione amministrativa da 3.670,33 euro a carico del genitore per violazione del Codice della Nautica da diporto, che vieta l’uso di moto d’acqua ai minori non abilitati.
Nella stessa giornata, un altro intervento ha portato alla scoperta di un natante a motore di circa 9 metri privo di assicurazione. Anche in questo caso, il proprietario è stato scortato in porto e sanzionato con una multa di 800 euro. Il mezzo è stato sottoposto a sequestro amministrativo.
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(Adnkronos) - Mentre l'attenzione mediatica e diplomatica resta puntata sulla guerra in Ucraina – con l'avvicinarsi dell'atteso summit Trump-Putin in Alaska – e sul conflitto tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza – dove sembra rafforzarsi la prospettiva di una ripresa dei negoziati – decine di altri teatri di guerra continuano a destabilizzare vaste aree del mondo. Crisi umanitarie, scontri etnici, insurrezioni jihadiste e guerre civili provocano decine di migliaia di morti, milioni di sfollati, con intere regioni fuori dal controllo degli Stati. Uno scenario che, secondo l'Uppsala Conflict Data Program e i rapporti di organizzazioni come Human Rights Watch (HRW) e International Crisis Group (ICG), riguarda oltre 50 Paesi.
A partire dal Myanmar, travolto dopo il colpo di Stato del 2021 da una guerra civile che vede la giunta militare contrapposta alle forze ribelli riconducibili al Governo di Unità Nazionale in esilio. Come sottolinea il Guardian, dal 2024 i ribelli hanno guadagnato terreno nelle regioni Shan e Karen. Il bilancio supera i 50mila morti e i 3 milioni di sfollati.
In Sudan, la guerra tra Forze armate e Forze di supporto rapido, iniziata nell'aprile 2023, ha già provocato oltre 150mila vittime e 12 milioni di sfollati interni, aggravando una crisi alimentare già a livelli drammatici.
In Siria la situazione resta altamente instabile dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad lo scorso dicembre. Il nuovo governo transitorio, guidato dal presidente ad interim Ahmad al-Sharaa, pur in via di consolidamento, fatica a esercitare un controllo effettivo sull'intero territorio: violenze settarie, scontri con milizie pro-Assad e instabilità nelle province continuano a causare vittime e sfollati. La crisi umanitaria resta gravissima, con oltre 16 milioni di persone bisognose di assistenza secondo l'Onu.
Resta poi minacciosa l'insorgenza jihadista in Mali, Burkina Faso e Niger, dove gruppi affiliati ad al-Qaeda e al sedicente Stato Islamico hanno intensificato gli attacchi, approfittando del vuoto di potere in vaste aree del Sahel.
Insurrezioni jihadiste e violenze etniche sono diffuse anche in Nigeria e Burkina Faso, mentre in Etiopia la violenza dilaga nelle regioni di Amhara e Oromia, con scontri tra esercito federale e milizie locali. In Somalia, gli al-Shabaab hanno intensificato le operazioni colpendo città e obiettivi strategici con attentati e raid armati.
Altra guerra dimenticata è quella in Yemen, dove il governo riconosciuto dalla comunità internazionale combatte i ribelli Houthi, alleati dell'Iran, che controllano ampie zone del Paese inclusa la capitale Sana'a. In Messico si registrano scontri armati tra forze di sicurezza e cartelli della droga, con caratteristiche di guerra a bassa intensità, e situazioni di estrema precarietà persistono in Paesi dell'America Latina come Haiti e Venezuela.
Per tanti conflitti che vanno avanti, ci sono anche guerre che sembrano avviarsi verso una soluzione diplomatica. L'8 agosto, il premier dell'Armenia, Nikol Pashinian, e il presidente dell'Azerbaigian, Ilham Aliyev, hanno firmato alla Casa Bianca un impegno a sottoscrivere un accordo di pace per mettere fine a un conflitto radicato nella storia del Caucaso. Contestualmente, sono stati siglati anche accordi economici bilaterali con gli Stati Uniti.
Il 28 giugno, sempre a Washington, la Repubblica Democratica del Congo e il Ruanda hanno firmato un'intesa per ridurre le ostilità, che prevede la fine del sostegno reciproco a gruppi armati. L'accordo arriva dopo le accuse rivolte a Kigali di appoggiare i ribelli dell'M23, protagonisti di una violenta offensiva nell'est della Rdc.
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(Adnkronos) - Sole, relax e dolce attesa. Giulia De Lellis e Tony Effe si stanno godendo una pausa romantica in Puglia, a poche settimane dalla nascita della loro prima figlia, Priscilla, attesa per la fine di agosto. La coppia ha scelto Savelletri, in provincia di Brindisi, per una breve fuga dagli impegni di lavoro.
I due hanno alloggiato in un resort di lusso, dove Tony Effe ha approfittato della vacanza per dedicarsi a una delle sue più grandi passioni, il golf. Giulia, invece, ha preferito il relax lasciandosi coccolare dal mare, dalle spiagge e dai sapori pugliesi. Raramente i due condividono foto social che riguardano la loro relazione, piuttosto preferiscono mantenere un profilo piuttosto riservato.
Ma recentemente, è stata proprio l'influencer da 5,5 milioni di follower su Instagram a svelare alcuni dettagli sulla gravidanza e sulla relazione con il rapper. "La mia gravidanza sta andando nei migliori dei modi, sto benissimo. Mi sento fortunata e non è scontato. Sono molto felice perché è stata una gravidanza desiderata, cercata, voluta, volutissima", ha detto Giulia De Lellis.
L'influencer ha rivelato di aver voluto aspettare il momento giusto, nonostante il compagno fosse pronto già da tempo: "Fosse stato per il mio ragazzo, penso dopo i 2 o 3 mesi già potevamo iniziare ad avere un bambino, io ho preferito far passare delle situazioni, prenderci una casa un po' più grande", ha raccontato. La bambina si chiamerà Priscilla, nome scelto proprio dal rapper romano: "Significa antica, qualcosa di estremamente nobile e importante. Sono completamente innamorata del suo nome. Quando lui mi ha detto questo nome io mi sono innamorata di nuovo di lui. Il modo in cui me l'ha detto mi ha fatta emozionare", ha spiegato.
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(Adnkronos) - I compagni del Paris Saint-Germain salutano Donnarumma. L'addio del portiere italiano al club parigino è ormai certo, dopo l'esclusione dalla lista dei convocati per la Supercoppa europea, in programma oggi, mercoledì 13 agosto, contro il Tottenham, e la, dura, lettera d'addio condivisa sui propri canali social. Donnarumma ha attaccato direttamente società e allenatore, puntando il dito contro chi "ha deciso che non potrò più far parte di questo gruppo e contribuire ai successi della squadra".
"E' una decisione che mi lascia deluso e amareggiato", ha scritto, ricevendo nei commenti del post la solidarietà di quelli che saranno i suoi ex compagni. "Grazie per tutto fratello", ha scritto Kvicha Kvaratskhelia, arrivato lo scorso gennaio dal Napoli. "Grazie mille Shisho", gli ha fatto eco Vitinha, utilizzando un soprannome con cui era conosciuto nello spogliatoio, così come Achraf Hakimi: "Uno di noi".
Messaggi d'addio e di stima anche da parte di Desire Doué: "Il migliore, grazie Gigio", e Ousmane Dembélé, uno dei candidati forti per vincere il prossimo Pallone d'Oro, per cui Donnarumma, tra l'altro, è l'unico italiano in lizza: "Grazie per tutto numero uno". E poi ancora: "Grazie Gigio", ha scritto Zaire-Emery, "Shishooo grande", è stato il messaggio d'amicizia di Marco Asensio, mentre Presnel Kimpembé ha preferito un "Grande Gigone", corredandolo di cuori.
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(Adnkronos) - Naufragio a circa 13 miglia a sud-ovest di Lampedusa. Secondo le prime informazioni un barcone carico di migranti si sarebbe ribaltato prima dell'arrivo dei soccorsi. Almeno una ventina i cadaveri già recuperati, un bilancio tragico che potrebbe salire nelle prossime ore. Tra le vittime ci sarebbe anche una neonata.
La carretta del mare sarebbe stata avvistata, intorno alle 11.30, già ribaltata da un elicottero della Guardia di finanza. Immediati sono scattati i soccorsi e nell'area sono giunte le motovedette della Capitaneria di porto, della Guardia di finanza e le unità di Frontex. Una sessantina le persone tratte in salvo. Secondo le prime sommarie informazioni e i racconti dei superstiti, però, ci sarebbero 15-20 dispersi. Nelle ricerche è impegnato anche un elicottero.
Leggi tutto: Migranti, naufragio a Lampedusa: almeno 20 morti, una neonata tra le vittime
(Adnkronos) - Naufragio a circa 13 miglia a sud-ovest di Lampedusa. Secondo le prime informazioni un barcone carico di migranti si sarebbe ribaltato prima dell'arrivo dei soccorsi. Almeno una ventina i cadaveri già recuperati, un bilancio tragico che potrebbe salire nelle prossime ore. All'appello, secondo i racconti dei superstiti, una sessantina già sbarcati sulla più grande delle Pelagie, mancherebbero 15-20 persone.
Leggi tutto: Migranti, naufragio a Lampedusa: almeno 20 morti, decine di dispersi
(Adnkronos) - L'Europeo Under 20 di atletica di Tampere si è concluso da pochi giorni, ma in queste ore stanno montando le polemiche. Al centro della discussione, che si sta sviluppando soprattutto su X, intorno a un atleta di Israele che ha corso la staffetta 4x100 maschile. Il velocista Ido Peretz, quando è stato inquadrato dalle telecamere internazionali al momento della presentazione, si è portato la mano che teneva il testimone al collo e ha mimato una decapitazione.
Un gesto che ha scatenato l'indignazione del web, in un momento in cui Israele è ancora impegnato nella guerra contro Hamas, ed è sembrato tutt'altro rispetto a un messaggio di pace e solidarietà, che di solito accompagnano le manifestazioni sportive internazionali. La squadra israeliana ha poi chiuso all'ultimo posto la gara, vinta dalla Francia davanti alla Germania e alla Polonia.
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(Adnkronos) - Patrick McEnroe 'innamorato' di Jannik Sinner. L'ex tennista statunitense, fratello di John, si è rivelato un grande tifoso dell'azzurro, impegnato oggi, mercoledì 13 agosto, negli ottavi di finale di Cincinnati contro il francese Adrian Mannarino. McEnroe, che segue ancora il tennis come opinionista, si è voluto lanciare in un paragone importante per definire il gioco di Sinner.
"Sinner è una combinazione di Agassi e Djokovic", ha scritto sul proprio profilo X, "davvero davvero forte". Non è la prima volta che l'azzurro viene paragonato al campione serbo, il tennista più vincente di tutti i tempi. Qualche settimana fa era stato infatti Boris Becker a sottolineare la somiglianza tra i due, riconoscendo a Sinner un'evoluzione nel gioco rispetto a Djokovic: "Jannik è un Nole 2.0", aveva detto a al podcast di Andrea Petkovic 'Mind, Set, Win', presentando l'inizio della stagione sul cemento, la superficie preferita sia da Sinner che da Djokovic.
Agli US Open 2025, ultimo Slam dell'anno che partirà il prossimo 24 agosto, Sinner arriverà da campione in carica, avendo trionfato nel 2024 battendo il 'padrone di casa' Taylor Fritz in finale, mentre Djokovic andrà a caccia del suo 25esimo titolo Slam.
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(Adnkronos) - Travolta a 21 anni da un’auto rubata, guidata da due rom minorenni. Nella tragedia di Milano, dove la signora Cecilia De Astis, 71enne in pensione, travolta e uccisa lunedì da un’auto rubata, con a bordo quattro ragazzini tra gli 11 e i 13 anni, oggi rivive il suo stesso incubo: "Stessa dinamica. Ma io sono viva, lei non c’è più" dice all’AdnKronos Stefania Livoli, 58enne romana, oggi professionista dell’informazione. Quando ha sentito la notizia della 71enne ha sentito il cuore fermarsi.
"E’ successa esattamente la stessa dinamica - racconta Stefania - tranne che io non ero alla fermata di un tram. La ferita si è riaperta e mi ha fatto ripensare a quel giorno. Se non lo hai provato riesci a capire a metà. Il destino ha voluto che tu fossi lì in quel momento, esattamente in quel punto, ed un po' quello che è successo a me”. Stefania aveva 21 anni, viveva a Roma. “Era il 22 ottobre 1988, un sabato mattina - spiega -. Sono entrata in una pasticceria in via Oderisi da Gubbio, vicino a viale Marconi, per ordinare la torta di compleanno di mia madre. Ho parcheggiato in seconda fila, ero di corsa, sono entrata a fare l’ordine, e poi prima di uscire ho detto: ‘Torno dopo a prenderla’. È l’ultimo ricordo che ho”.
Quando uscì per aprire la portiera dell’auto, due ragazzi - di 16 e 14 anni - le piombarono addosso a tutta velocità. “Avevano rubato una macchina, scippato una donna e stavano scappando. Hanno perso il controllo e mi hanno centrata. Non ho visto nulla. Mi hanno raccontato che sono volata più in alto di un camion e poi ricaduta sfondando il parabrezza. Avevo vetri e schegge in tutta la schiena, i piedi distrutti, la spalla in frantumi, un trauma cranico. Ricordo di essermi svegliata in ospedale e aver detto: 'Mi è passato un treno sopra'”.
La riabilitazione fu lunga e dolorosa. “Non ero in coma profondo ma in uno stato di semi-incoscienza. Mi svegliavo, perdevo conoscenza, poi mi risvegliavo di nuovo. I medici mi dissero che forse il non aver visto arrivare l’auto mi aveva salvato: non ho avuto il tempo di irrigidirmi”. Durante la fuga, i due investirono anche un’altra donna anziana, ferendola gravemente al volto. “Le misero 50 punti in faccia, lei non denunciò per paura. Io invece sì. La mia vita poteva finire lì, e pensavo fosse giusto denunciare”.
Ma in tribunale la realtà fu amara. “Uno dei due minorenni era seduto sulle panche prima di entrare nella stanza del giudice e ricordo ancora la sua faccia. Il giudice mi disse: ‘Si metta una mano sulla coscienza: la sua denuncia potrebbe segnare il loro destino, sono incensurati’. Alla fine mollai. L’anno dopo vidi la sua foto sul giornale: aveva legato un ragazzino a un albero e spento sigarette sul suo corpo. Lo stesso per cui mi avevano chiesto di chiudere un occhio”.
Oggi la sensazione è la stessa di allora. “Non è colpa di un bambino se nasce in un campo nomadi, se cresce allo stato brado - osserva - ma qualcuno deve occuparsene. In qualche maniera devi essere educato. Il giudice ricordo mi disse di aver ritracciato a fatica uno dei due, perché la famiglia l'aveva disconosciuto. Ma andava fatto qualcosa. Ci può stare fare uno sbaglio, ma se si lascia correre si sentiranno autorizzati a continuare a sbagliare, perché si sentiranno invincibili e impuniti”.
Nella sua tragedia c'è stata anche una nota ‘comica’. Qualche mese dopo l’incidente, Stefania viene chiamata dai carabinieri e torna nella pasticceria di via Oderisi da Gubbio. “Ero ancora ingessata e dentro questa pasticceria trovai Mario Brega, l’attore - ricorda -. Un omone, era gigantesco. Quando ci fu l’incidente molta gente scese in strada. Lui abitava sopra la pasticceria, vide tutto. Il titolare gli domandò: ‘Mario, ma sai chi è questa ragazza? E’ quella che hanno investito’. Lui si girò, mi guardò, mi tirò a sé, e cominciò a piangere. Mi disse: ‘Ti avevano coperta con il lenzuolo bianco ma avevo visto che ti eri mossa dalla finestra, che eri viva. Piangeva neanche fossi la figlia”.
Stefania non è d’accordo con chi dice oggi che è inutile punire i quattro minori di Milano perché la soluzione è la scuola: “Sono madre. La scuola deve fare la sua parte ma l'educazione inizia a casa - rimarca -. Se non ci sono regole, i ragazzi crescono senza senso del limite. E quando si mettono alla guida, il limite lo scoprono ai danni di qualcun altro. Credo piuttosto che qualcuno dovrebbe assicurarsi che questi bambini vadano a scuola, perché alle spalle non c'è nessuno che si preoccupa e si prende la briga di andare a controllare quanti bambini in un campo rom vanno a scuola".
Quando le chiediamo cosa direbbe ai figli della 71enne investita a Milano, si ferma un attimo. "Mi è venuta la pelle d’oca - confessa -. La penso esattamente come loro: non è una disgrazia, è un omicidio. Purtroppo, nessuno restituirà loro la mamma e, difficilmente, avranno giustizia. È qualcosa con cui dovranno convivere, e che lascerà sempre un senso di insoddisfazione. Perché finirà come tante altre storie che leggiamo ogni giorno: la persona che amavi non c’è più, e tutto si riduce al fatto di essersi trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato. Ma qui non si può parlare di disgrazia: è stata la disattenzione o l’irresponsabilità, di un gruppo di adulti che ha permesso a dei ragazzini di guidare un’auto”. Stefania sa cosa significhi sentirsi dire parole che feriscono. “Le parole della madre di uno dei quattro minorenni mi hanno lasciata sconcertata. A volte basta un gesto o un’ammissione di colpa per aiutare chi soffre. Non ridà indietro la vita di una persona, ma fa la differenza. Per questo capisco la rabbia dei figli della signora”.
Poi il ricordo torna al padre. “Non ne abbiamo mai parlato in famiglia, ma anni dopo ho scoperto che lui considerava il mio incidente il più grande shock della sua vita. Lo disse durante un test medico, quando gli diagnosticarono una malattia neurodegenerativa. Quel giorno fu il primo a sapere dell’incidente: un mio amico, che aveva trovato per terra il mio foulard e il mio orologio, li portò da lui. Era pallido come un lenzuolo, sotto shock. Mio padre pensò persino che volesse rapinarlo. Solo dopo capì e dovette affrontare quella scena. Non credo, conoscendolo, che avrebbe mai ridotto tutto a una ‘disgrazia’”. Stefania ne è convinta: quello che stanno vivendo quei figli non si può capire fino in fondo se non ci passi attraverso. “Da fuori, si può intuire, ma solo vivendolo lo comprendi davvero. Per questo ribadisco: non è una disgrazia. È un omicidio. Qualcuno dovrebbe prendersi la responsabilità di quanto accaduto”. (di Federica Mochi)
(Adnkronos) - Ha raggiunto l'ex moglie nella villa di un imprenditore dove lavorava come donna delle pulizie. Poi, forse dopo l'ennesimo litigio, l'ha colpita per tre volte a un fianco con un coltello prima di darsi alla fuga. Inutili i tentativi di rianimazione fatti alla vittima dai sanitari del 118 chiamati da un'altra donna nell'abitazione, anche lei dipendente. E' successo questa mattina, intorno alle 11, in una villa in via Genova, a La Spezia.
L'uomo, che da un paio di mesi era sottoposto a un divieto di avvicinamento, ha girovagato in zona per un'ora circa per poi presentarsi nella caserma dei carabinieri di Ceparana per costituirsi. Sul posto, insieme ai militari impegnati nelle indagini, il magistrato di turno. Il 57enne, italiano come la ex moglie, 54 anni - con la quale ha due figli grandi - sarà sentito nelle prossime ore.
Leggi tutto: La Spezia, donna uccisa a coltellate dall'ex marito: lui aveva divieto avvicinamento
(Adnkronos) - "Si sa che agosto è un mese adatto alle discussioni. Ed è altrettanto noto che 'good news no news', come si dice, e cioè che le comunicazioni negative o terrorizzanti trovino più spazio nei media di quelle più positive o rassicuranti, o vere; si prendono alcuni spunti, magari davvero negativi o incerti, e li si trascina in una valenza assoluta. La realtà è diversa, e la si potrà chiarire solo alla fine. Per ora, intanto, per quanto ci riguarda, Th Group segna un +13% sul prodotto estate, ed è vero che magari genericamente si fanno più vacanze con meno giorni". Lo dice, in un’anticipazione ad Adnkronos/Labitalia di un’intervista che sarà pubblicata domani sul Sussidiario.net, Graziano Debellini, presidente di Th Group, leader nel segmento montagna leisure.
"Molte destinazioni - avverte - dovrebbero anche rivedere le proprie prospettive, rimodulando l’offerta, ma per tutti c’è bisogno di dialogo, di rispetto. L’informazione non può basarsi solo sulle sensazioni di chi arriva su una spiaggia nel giorno sbagliato, vede qualche ombrellone chiuso e lancia l’allarme crisi".
"Credo che il turismo dia fastidio - sostiene - perché recentemente è tornato alla ribalta in quanto settore traino dell’economia italiana. Così ogni pretesto viene sfruttato per tacciarlo d’essere un segmento produttivo che si basa sul non-necessario, con impieghi da stipendi bassi e pochi ascensori sociali. Magari qualche neo c’è davvero, in certi casi, ma non si può pretendere che solo il turismo debba essere sempre e comunque perfetto, e cedere ai luoghi comuni".
"Tra l’altro, sono ormai numerosi gli studi che invertono la credenza del non-obbligo del turismo: la valenza di una vacanza nell’arco lavorativo annuale è considerata oggi indispensabile per un vivere e lavorare armonioso, produttivo e soddisfacente", evidenzia Debellini.
Per il presidente di Th Group, poi, "bisognerà coniugare sempre di più i fattori storici del nostro Paese con l’innovazione". "Mi spiego: l’Ia da sola non può bastare. Occorre fondere investimenti, innovazione e piattaforme gestionali senza speculazioni. Chi non rispetta tutto questo finisce col tradire il nostro Paese", chiarisce.
E fa un esempio: "La recente uscita di Henri Giscard D’Estaing dal Club Med, dopo 22 anni (decisione indotta dall’azionista di riferimento, il fondo cinese Fosun Tourism Group), lui che ne fu l’inventore, parla chiaro. Henri mi ha inviato un messaggio eloquente: 'Al di là dei nostri successi operativi, l’allineamento dell’azionariato sul lungo termine e i valori dell’impresa sono essenziali. Non è più il caso per il Club Med'. Oggi ci si chiede cosa diventerà il Med senza chi lo inventò. Credo che i fondi dovrebbero ‘studiare’ e aiutare i modelli di riferimento, e non depredare".
Leggi tutto: Turismo, Debellini (Th Group): "No allarmismi, settore è traino dell’economia italiana"
(Adnkronos) - "30 anni di dolcezza, eleganza e bellezza disarmante", comincia così la dedica di Gianmarco Tamberi per Chiara Bontempi, che ha compiuto ieri, martedì 12 agosto, 30 anni.
L'azzurro del salto in alto ha condiviso sui social un carosello di foto che ritraggono la compagna, Bontempi, con il pancione. La coppia è in attesa della loro prima figlia, che dovrebbe nascere nelle prossime settimane.
"Un tuo sorriso nei giorni difficili è sufficiente per farmi dimenticare tutto ciò che non va... La voglia continua di stupirti e renderti felice, alimenta giorno dopo giorno il mio amore per te. Ci ho provato con tanti sforzi in questi anni, ma ti assicuro che non sono mai riuscito a trovare le parole giuste per descrivere tutto ciò che sei per me", scrive ancora l'altista italiano.
"Grazie per essere la donna che sei amore mio, semplicemente perfetta. Tanti auguri di buon compleanno splendore... Ti amo alla follia", conclude Tamberi. Una lunga dedica piena di parole d'amore, alle quali Chiara ha risposto con un commento: "La mia fortuna più grande", ha scritto accanto a un cuore rosso.
La coppia aveva annunciato la gravidanza lo scorso febbraio con un post pubblicato sui social. Chiara e Gianmarco saranno genitori di una femminuccia: "Non vedo l'ora di vedere una piccola te sgambettare qua e là per casa...", aveva scritto Tamberi sui social, riportando le parole che aveva detto alla sua Chiara il giorno del matrimonio durante le promesse. "Tu e la mamma mi farete impazzire d'amore!".
Leggi tutto: Chiara Bontempi compie 30 anni, gli auguri di Tamberi: "Grazie per la donna che sei"
(Adnkronos) - "Tra poco parlerò con i leader europei. Sono persone straordinarie che vogliono vedere un accordo chiuso" sull'Ucraina. E' quanto scrive Donald Trump su Truth Social poco prima della videoconferenza di questo pomeriggio con i leader europei, i vertici di Ue e Nato e Volodymyr Zelensky. Una sorta di pre vertice virtuale in vista del faccia a faccia che il presidente Usa avrà venerdì in Alaska con Vladimir Putin.
Leggi tutto: Ucraina, Trump: "I leader europei vogliono vedere un accordo"
(Adnkronos) - Simone Di Pasquale tornerà a vestire i panni di maestro nella prossima edizione di 'Ballando con le stelle', il celebre programma di Rai1 che quest'anno compie 20 anni. L'annuncio è arrivato direttamente dai canali social dell'iconico programma di Milly Carlucci. Con un video divertente e autoironico, in cui il ballerino finge di apprendere la notizia leggendo una rivista, la produzione ha ufficializzato il suo grande ritorno in pista.
"Un ritorno che profuma di storia e passione. Simone Di Pasquale torna a far battere il cuore della pista: sarà di nuovo maestro a 'Ballando', si legge nella didascalia che accompagna il filmato.
Simone Di Pasquale è stato maestro di 'Ballando con le stelle' dal 2005 al 2021, mentre nelle ultime stagioni aveva scelto di esplorare un nuovo ruolo, quello di giudice popolare accanto a Rossella Erra e Sara Di Vaira. Ora, la decisione di rimettersi in gioco e insegnare l'arte del ballo a una nuova celebrità.
Intanto, nel cast dei concorrenti sono finora confermati ufficialmente la signora Coriandoli/Maurizio Ferrini, Rosa Chemical, Francesca Fialdini, Andrea Delogu, Marcella Bella, Barbara D'Urso e Martina Colombari.
Leggi tutto: Simone Di Pasquale torna in pista a Ballando con le stelle: sarà di nuovo maestro
(Adnkronos) - Una partita di tennis decisa da... una doccia. È successo a Creta oggi, mercoledì 13 agosto, durante gli ottavi di finale del Challenger di Chersonissos, città a nord dell'isola greca. In campo c'erano il tennista tedesco Mats Rosenkranz, 26 anni e numero 358 del mondo, e l'azzurro Pietro Orlando Fellin, 24enne che occupa al momento il 561esimo posto del ranking Atp.
Il match è stato condizionato fin dall'inizio da un caldo torrido, lo stesso che sta provando Jannik Sinner e tutti gli altri giocatori del circuito impegnati nel Masters 1000 di Cincinnati, con una temperatura che supera i 30 gradi. Ecco perché, probabilmente, dopo aver vinto il primo set con il punteggio di 7-5, Rosenkranz ha deciso di tornare negli spogliatoi per un inedito 'shower break', in parole povere, ha deciso di farsi una rapida doccia.
Il problema, per il tedesco, è che il regolamento non consente una pausa di questo tipo, e perciò il giocatore è stato squalificato dal torneo e Fellin è riuscito ad accedere ai quarti di finale. Rosenkranz ha provato a giustificarsi con il giudice di sedia, che ha convocato un supervisore stabilendo che si trattava di ua violazione del regolamento, dicendo che non era a conoscenza di questa regola, ma a poco sono servite le sue lamentele.
Leggi tutto: In campo fa caldo, lui vince il set e va a farsi una doccia
(Adnkronos) - Le tre famiglie dei quattro ragazzini che erano sull'auto risultata rubata che lunedì scorso ha investito e ucciso la pensionata 71enne Cecilia De Acutis si sono allontanate dal campo rom via Selvanesco a Milano.
Ma non è una fuga: nei loro confronti non c'è nessun provvedimento giudiziario e nessuna forza dell'ordine doveva vigilare sull'accampamento. L'allontanamento potrebbe essere una scelta per lasciarsi alle spalle il clamore mediatico suscitato intorno alla vicenda.
Travolta a 21 anni da un’auto rubata, guidata da due rom minorenni. Nella tragedia di Milano, oggi rivive il suo stesso incubo: "Stessa dinamica. Ma io sono viva, lei non c’è più" dice all’AdnKronos Stefania Livoli, 58enne romana, oggi professionista dell’informazione. Quando ha sentito la notizia della 71enne investita e uccisa ha sentito il cuore fermarsi.
"E’ successa esattamente la stessa dinamica - racconta Stefania - tranne che io non ero alla fermata di un tram. La ferita si è riaperta e mi ha fatto ripensare a quel giorno. Se non lo hai provato riesci a capire a metà. Il destino ha voluto che tu fossi lì in quel momento, esattamente in quel punto, ed un po' quello che è successo a me”. Stefania aveva 21 anni, viveva a Roma. “Era il 22 ottobre 1988, un sabato mattina - spiega -. Sono entrata in una pasticceria in via Oderisi da Gubbio, vicino a viale Marconi, per ordinare la torta di compleanno di mia madre. Ho parcheggiato in seconda fila, ero di corsa, sono entrata a fare l’ordine, e poi prima di uscire ho detto: ‘Torno dopo a prenderla’. È l’ultimo ricordo che ho”.
Quando uscì per aprire la portiera dell’auto, due ragazzi - di 16 e 14 anni - le piombarono addosso a tutta velocità. “Avevano rubato una macchina, scippato una donna e stavano scappando. Hanno perso il controllo e mi hanno centrata. Non ho visto nulla. Mi hanno raccontato che sono volata più in alto di un camion e poi ricaduta sfondando il parabrezza. Avevo vetri e schegge in tutta la schiena, i piedi distrutti, la spalla in frantumi, un trauma cranico. Ricordo di essermi svegliata in ospedale e aver detto: 'Mi è passato un treno sopra'”. La riabilitazione fu lunga e dolorosa. “Non ero in coma profondo ma in uno stato di semi-incoscienza. Mi svegliavo, perdevo conoscenza, poi mi risvegliavo di nuovo. I medici mi dissero che forse il non aver visto arrivare l’auto mi aveva salvato: non ho avuto il tempo di irrigidirmi”. Durante la fuga, i due investirono anche un’altra donna anziana, ferendola gravemente al volto. “Le misero 50 punti in faccia, lei non denunciò per paura. Io invece sì. La mia vita poteva finire lì, e pensavo fosse giusto denunciare”.
Ma in tribunale la realtà fu amara. “Uno dei due minorenni era seduto sulle panche prima di entrare nella stanza del giudice e ricordo ancora la sua faccia. Il giudice mi disse: ‘Si metta una mano sulla coscienza: la sua denuncia potrebbe segnare il loro destino, sono incensurati’. Alla fine mollai. L’anno dopo vidi la sua foto sul giornale: aveva legato un ragazzino a un albero e spento sigarette sul suo corpo. Lo stesso per cui mi avevano chiesto di chiudere un occhio”. Oggi la sensazione è la stessa di allora. “Non è colpa di un bambino se nasce in un campo nomadi, se cresce allo stato brado - osserva - ma qualcuno deve occuparsene. In qualche maniera devi essere educato. Il giudice ricordo mi disse di aver ritracciato a fatica uno dei due, perché la famiglia l'aveva disconosciuto. Ma andava fatto qualcosa. Ci può stare fare uno sbaglio, ma se si lascia correre si sentiranno autorizzati a continuare a sbagliare, perché si sentiranno invincibili e impuniti”.
Nella sua tragedia c'è stata anche una nota ‘comica’. Qualche mese dopo l’incidente, Stefania viene chiamata dai carabinieri e torna nella pasticceria di via Oderisi da Gubbio. “Ero ancora ingessata e dentro questa pasticceria trovai Mario Brega, l’attore - ricorda -. Un omone, era gigantesco. Quando ci fu l’incidente molta gente scese in strada. Lui abitava sopra la pasticceria, vide tutto. Il titolare gli domandò: ‘Mario, ma sai chi è questa ragazza? E’ quella che hanno investito’. Lui si girò, mi guardò, mi tirò a sé, e cominciò a piangere. Mi disse: ‘Ti avevano coperta con il lenzuolo bianco ma avevo visto che ti eri mossa dalla finestra, che eri viva. Piangeva neanche fossi la figlia”. Stefania non è d’accordo con chi dice oggi che è inutile punire i quattro minori di Milano perché la soluzione è la scuola: “Sono madre. La scuola deve fare la sua parte ma l'educazione inizia a casa - rimarca -. Se non ci sono regole, i ragazzi crescono senza senso del limite. E quando si mettono alla guida, il limite lo scoprono ai danni di qualcun altro. Credo piuttosto che qualcuno dovrebbe assicurarsi che questi bambini vadano a scuola, perché alle spalle non c'è nessuno che si preoccupa e si prende la briga di andare a controllare quanti bambini in un campo rom vanno a scuola".
Quando le chiediamo cosa direbbe ai figli della 71enne investita a Milano, si ferma un attimo. "Mi è venuta la pelle d’oca - confessa -. La penso esattamente come loro: non è una disgrazia, è un omicidio. Purtroppo, nessuno restituirà loro la mamma e, difficilmente, avranno giustizia. È qualcosa con cui dovranno convivere, e che lascerà sempre un senso di insoddisfazione. Perché finirà come tante altre storie che leggiamo ogni giorno: la persona che amavi non c’è più, e tutto si riduce al fatto di essersi trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato. Ma qui non si può parlare di disgrazia: è stata la disattenzione o l’irresponsabilità, di un gruppo di adulti che ha permesso a dei ragazzini di guidare un’auto”. Stefania sa cosa significhi sentirsi dire parole che feriscono. “Le parole della madre di uno dei quattro minorenni mi hanno lasciata sconcertata. A volte basta un gesto o un’ammissione di colpa per aiutare chi soffre. Non ridà indietro la vita di una persona, ma fa la differenza. Per questo capisco la rabbia dei figli della signora”.
Poi il ricordo torna al padre. “Non ne abbiamo mai parlato in famiglia, ma anni dopo ho scoperto che lui considerava il mio incidente il più grande shock della sua vita. Lo disse durante un test medico, quando gli diagnosticarono una malattia neurodegenerativa. Quel giorno fu il primo a sapere dell’incidente: un mio amico, che aveva trovato per terra il mio foulard e il mio orologio, li portò da lui. Era pallido come un lenzuolo, sotto shock. Mio padre pensò persino che volesse rapinarlo. Solo dopo capì e dovette affrontare quella scena. Non credo, conoscendolo, che avrebbe mai ridotto tutto a una ‘disgrazia’”. Stefania ne è convinta: quello che stanno vivendo quei figli non si può capire fino in fondo se non ci passi attraverso. “Da fuori, si può intuire, ma solo vivendolo lo comprendi davvero. Per questo ribadisco: non è una disgrazia. È un omicidio. Qualcuno dovrebbe prendersi la responsabilità di quanto accaduto”. (di Federica Mochi)
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(Adnkronos) - Il 16 agosto si celebra in tutto il mondo il Roller Coaster Day, la giornata dedicata alle montagne russe e alle emozioni forti che da generazioni fanno divertire, e urlare, milioni di persone. Un’occasione speciale per rendere omaggio alle regine dei parchi divertimento, simbolo di adrenalina, ingegneria e divertimento senza età. Il Roller Coaster Day nasce per celebrare il primo brevetto ufficiale di una montagna russa concesso a LaMarcus Adna Thompson il 16 agosto 1898 negli Stati Uniti. Da allora, questo tipo di attrazioni sono diventate una vera e propria icona mondiale dell’intrattenimento, grazie anche a continue innovazioni di tecnologia e design. Le montagne russe rappresentano la voglia di mettersi alla prova, il coraggio di lasciarsi andare e sfidare la gravità riscoprendo il piacere di un grido a 100 km orari.
Mirabilandia, il parco divertimenti più grande d’Italia, offre circa 5 km di tracciato con percorsi più soft adatti ai bambini, o agli adulti meno coraggiosi, e roller coaster adrenalici da Guinness dei Primati. Tra questi ultimi: Divertical il più alto water coaster al mondo: è tuttora una delle poche attrazioni al mondo a combinare salita verticale con ascensore, discesa rapida, splash finale ad alta velocità. Il nome è un gioco di parole tra “divertimento” e “verticale”, in riferimento alla sua salita verticale a 90°. Altezza: 60 metri - Velocità massima: 106km/h – Lunghezza del tracciato: circa 510 metri Katun il più lungo inverted coaster in Europa: è uno degli inverted coaster numero uno in Europa. Grazie al numero di inversioni è ancora uno degli inverted coaster più lunghi al mondo e tra i più spettacolari e intensi d’Europa.
Altezza: oltre 50 metri - Velocità massima: 110 km/h con 6 inversioni - Lunghezza del tracciato: 1200 metri iSpeed il più alto e veloce launch coaster in Italia: è stato il primo launch coaster magnetico costruito in Europa ed è ancora tra i top 10 più veloci d’Europa e, grazie alla combinazione di altezza, velocità e accelerazione, è considerato uno dei più adrenalinici launch coaster del vecchio continente. Altezza: 55 metri - Velocità massima: 120 km/h - Accelerazione: da 0 a 100 km/h in 2,2 secondi – Lunghezza tracciato: 1000 metri.
(Adnkronos) - Per la prima volta due F-35 italiani decollano dall'Estonia "in risposta ad aereo russo" nell'ambito della missione di Air Policing della Nato. Il distaccamento della Task Force Air - 32° Stormo italiana presso la base aerea di Ämari in Estonia è in continua allerta di reazione rapida, "dimostrando l'impegno dell'Alleanza nel proteggere lo spazio aereo della Nato". Lo riferisce il Comando aereo dell'Alleanza Atlantica su X.
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