(Adnkronos) - La vicenda di Stefano De Martino, con video e foto circolati sul web che lo ritraggono mentre è in compagnia della sua attuale fidanzata Caroline Tronelli in casa nella capitale e che sarebbero stati carpiti illegalmente dal sistema di videosorveglianza, riporta alla ribalta i rischi legati ad eventuali attacchi hacker. Ma è possibile difendersi da simili pericoli cyber addirittura legati ai sistemi di videosorveglianza? Lo scorso giugno l’Agenzia per la Cybersicurezza nazionale (Acn) ha pubblicato un bollettino di Csirt Italia sui rischi derivanti dalla compromissione di dispositivi e servizi connessi ad Internet - telecamere Ip, Iot, controllori, router e sistemi di supervisione industriali - che possono diventare la porta d’ingresso per attacchi informatici se non si adottano adeguate misure di prevenzione e protezione.
Tra le raccomandazioni da attuare in casa: cambiare le credenziali predefinite su router, telecamere, Nas e altri dispositivi; evitare l’uso delle configurazioni di default, personalizzando porte, utenti, nomi di rete e impostazioni di sicurezza: utilizzare l’autenticazione a più fattori ogni volta che è disponibile; usare password forti, uniche per ogni dispositivo (min. 12 caratteri, maiuscole, minuscole, lettere, numeri, caratteri speciali); aggiornare regolarmente il firmware dei dispositivi, abilitando gli aggiornamenti automatici quando disponibili.
Inoltre tra i consigli per l’ambiente domestico: disattivare l’UPnP (Universal Plug and Play) sul router, che può esporre servizi automaticamente su Internet; limitare l’accesso remoto e disabilitare il controllo da remoto se non strettamente necessario; isolare i dispositivi IoT su una rete guest, separandoli da Pc, smartphone e dispositivi personali; monitorare l’attività del router: verificare connessioni aperte e traffico anomalo, tramite pannello di gestione o app; utilizzare Dns sicuri per filtrare contenuti indesiderati e migliorare la sicurezza; configurare il firewall del router per bloccare connessioni in ingresso non autorizzate. Infine: utilizzare l’accesso remoto in modo sicuro, evitando l’apertura di porte sul router/firewall per servizi come Rdp, Vnc o Ssh; preferire invece l’uso di soluzioni Vpn dedicate per accedere alla rete domestica.
Leggi tutto: Attacchi hacker a videosorveglianza, come difendersi
(Adnkronos) - Centinaia di persone assiepate dietro alle transenne in piazza Santa Maria della Stella a Militello in Val di Catania per assistere ai funerali di Pippo Baudo dal maxi schermo allestito all'esterno della chiesa. A presiedere la funzione religiosa il vescovo di Caltagirone, mons. Calogero Peri, insieme a sedici sacerdoti concelebranti.
"Il senso della giustizia è stato forte e sempre impresso nell'animo di Pippo. Soprattutto nel coraggio manifestato in più circostanze contro la mafia, un male da estirpare secondo lui, ricercando sempre e comunque la legalità", ha detto don Giulio Albanese, padre spirituale di Baudo, nella sua omelia, citando il testo delle Beatitudini: 'Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati'.
Ricordando il loro ultimo incontro per l'assoluzione e l'estrema unzione, don Albanese ha rivelato: "Nel momento in cui gli ho chiesto se potessi comunicargli il corpo di Cristo, lui mi ha guardato ed ha pianto. Mi ha ripetuto per ben tre volte 'grazie, grazie, grazie'".
Pippo Baudo ha lasciato una testimonianza di "umanità, generosità e passione", ha "conosciuto il favore del pubblico e la gioia di entrare, con garbo e competenza, nelle case di milioni di italiani. Ma al di là dei programmi e degli applausi, ciò che resta è la sua capacità di comunicare vicinanza, di dare spazio a tanti artisti e di custodire rapporti sinceri - ha sottolineato il sacerdote nell'omelia - Molti lo ricordano come uomo generoso, discreto, pronto ad aiutare senza clamore. Nel nascondimento spesso".
"Non sono beati i potenti o i ricchi, ma i poveri in spirito, i miti, i misericordiosi, i puri di cuore (cfr. Mt 5). A questo proposito - ha aggiunto don Albanese - ricordiamo che la povertà di cui si parla in questo manifesto del Cristianesimo non è la mistica della miseria, ma l'affermazione della condivisione. E non v'è dubbio che questo è stato un tratto caratteristico della vita di Pippo".
"Poco prima di morire, mi ha confidato che il successo (e lui, come sapete, ne ha avuto tanto) non basta a riempire il cuore... Il successo non basta a rendere felici! Questa è una parola di verità che risuona in sintonia con il Vangelo", ha sottolineato ancora don Albanese.
Il padre spirituale di Baudo si è soffermato anche sulla "speranza, che non può essere intesa come banale sentimento, ma innanzitutto e soprattutto come virtù! Pippo - ha detto don Albanese - questa convinzione, nei mesi di clausura al Campus Biomedico, prima del decesso, l'aveva chiara e credo sia il conforto più rilevante per coloro che si sono dimostrati negli anni come i suoi cari amici", ha sottolineato, prima di ricordare i suoi familiari (in primis, la figlia Tiziana e il figlio Alessandro, ma anche "la sua assistente Dina che in questi mesi, anni di malattia è stata il suo vero angelo custode"). Poi, nel ricordare "i tanti amici, concittadini di Militello, colleghi, artisti e persone del mondo dello spettacolo che oggi ne piangono la scomparsa", ha aggiunto: "Possano custodire non solo il ricordo dei successi, ma soprattutto la testimonianza di umanità, generosità e passione che Pippo ha lasciato in loro".
Quasi sussurrate le parole di Dina Minna, la storica segretaria di Pippo Baudo, che ha accompagnato il feretro da Roma fino a Militello, e oggi è rimasta accanto al feretro fino alla chiusura della camera ardente: "Ho perso un padre... Abbiamo lavorato insieme per più di 35 anni, quasi 36. Ancora non mi rendo conto che non ci sia più...".
Il sindaco di Militello ha voluto salutare il grande conduttore tv, prendendo la parola durante il funerale, dopo l'omelia. Pippo Baudo "è stato l'Enrico Mattei della Rai", ha detto il primo cittadino.
"La prima volta che ho sentito parlare di Pippo Baudo avevo nove anni e abitavo in Sicilia - il ricordo del presidente del Senato, Ignazio La Russa, arrivando al Santuario - Mio cugino Mario, che organizzava la festa della Matricola a Paternò, parlando con mio fratello Vincenzo, disse 'Dobbiamo invitare a presentare uno spettacolo quel Pippo Baudo, te lo ricordi, è un presentatore che farà strada'. Io avevo nove anni poi il suo nome lo hanno imparato tutti gli italiani" (VIDEO).
"Credo che oggi ricordiamo la persona. Fino a poco fa abbiamo ricordato il grande artista, quello che è stato definito giustamente il gigante dello spettacolo, della cultura perché per me è stato un grande uomo di cultura”, ha detto il sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi, arrivando in chiesa.
“Oggi siamo qui, in mezzo alla sua gente, nel suo paese che lui amava tanto, era molto legato ai suoi genitori, voleva molto bene alla sua comunità. Siamo qui per ricordare, stringerci intorno alla sua famiglia e a lui come persona, perché poi alla fine a volte il personaggio schiaccia la persona e noi oggi siamo qua per Pippo, non per Pippo Baudo. Io credo che qui c'è la sua gente: lui per questa comunità ha fatto tantissimo, ha portato il nome di Militello nel mondo. Oggi ho fatto il viaggio assieme ad Al Bano e tutti noi conosciamo Militello in Val di Catania".
"Io sono stato qui nel 1974, Pippo voleva che io venissi a cantare nel suo paese. La mia risposta ovviamente fu strapositiva. E tornare oggi è una tripla emozione, perché ripercorro tutto quello che abbiamo fatto insieme. Tante cose...", le parole di Al Bano tra le lacrime (VIDEO). Presenti alle esequie di Pippo Baudo, tra gli altri, Gigi D'Alessio e Michele Guardì.
La temperatura sfiora i 35 gradi e in molti all'esterno hanno cercato riparo all'ombra. Un carabiniere in alta uniforme in servizio al Santuario ha avuto un malore per il caldo ed è svenuto. Il carabiniere è stato portato via in ambulanza.
“Le ultime settimane sono state per Pippo Baudo di grande sofferenza. Era sotto morfina, però lucido. E, comunque, per lui è stato un tempo, sono parole sue, di purificazione, di liberazione", ha detto all'uscita della camera ardente don Albanese, che gli è stato accanto negli ultimi mesi.
"Se Pippo Baudo ha detto tutto quello che voleva dire ai suoi figli? Quello che posso dirvi è che mi ha detto solo di ricordare i suoi figli e che gli ha voluto bene. Devo dire che lo ha ripetuto costantemente. Mi diceva: 'Forse a volte non ci sono riuscito, ho fatto fatica a essere esplicito, ma ho sempre voluto bene ai miei figli'", le parole di don Giulio parlando con i giornalisti.
"La ragione fondamentale per cui Pippo Baudo è ritornato a Militello è perché qui, a Militello, ci sono le sue radici e lui esprimeva un debito di riconoscimento nei confronti di questa città, che non solo gli ha dato i natali ma, dal punto di vista valoriale, lo ha forgiato e formato", ha detto il padre spirituale di Pippo Baudo.
(Adnkronos) - Centinaia di persone assiepate dietro alle transenne in piazza Santa Maria della Stella a Militello in Val di Catania per assistere ai funerali di Pippo Baudo dal maxi schermo allestito all'esterno della chiesa.
"Il senso della giustizia è stato forte e sempre impresso nell'animo di Pippo. Soprattutto nel coraggio manifestato in più circostanze contro la mafia, un male da estirpare secondo lui, ricercando sempre e comunque la legalità", ha detto don Giulio Albanese, padre spirituale di Baudo, nella sua omelia, citando il testo delle Beatitudini: 'Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati'.
"La prima volta che ho sentito parlare di Pippo Baudo avevo nove anni e abitavo in Sicilia - il ricordo del presidente del Senato, Ignazio La Russa, arrivando al Santuario - Mio cugino Mario, che organizzava la festa della Matricola a Paternò, parlando con mio fratello Vincenzo, disse 'Dobbiamo invitare a presentare uno spettacolo quel Pippo Baudo, te lo ricordi, è un presentatore che farà strada'. Io avevo nove anni poi il suo nome lo hanno imparato tutti gli italiani".
"Credo che oggi ricordiamo la persona. Fino a poco fa abbiamo ricordato il grande artista, quello che è stato definito giustamente il gigante dello spettacolo, della cultura perché per me è stato un grande uomo di cultura”, ha detto il sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi, arrivando in chiesa.
“Oggi siamo qui, in mezzo alla sua gente, nel suo paese che lui amava tanto, era molto legato ai suoi genitori, voleva molto bene alla sua comunità. Siamo qui per ricordare, stringerci intorno alla sua famiglia e a lui come persona, perché poi alla fine a volte il personaggio schiaccia la persona e noi oggi siamo qua per Pippo, non per Pippo Baudo. Io credo che qui c'è la sua gente: lui per questa comunità ha fatto tantissimo, ha portato il nome di Militello nel mondo. Oggi ho fatto il viaggio assieme ad Al Bano e tutti noi conosciamo Militello in Val di Catania".
"Io sono stato qui nel 1974, Pippo voleva che io venissi a cantare nel suo paese. La mia risposta ovviamente fu strapositiva. E tornare oggi è una tripla emozione, perché ripercorro tutto quello che abbiamo fatto insieme. Tante cose...", le parole di Al Bano tra le lacrime. Presenti alle esequie di Pippo Baudo, tra gli altri, Gigi D'Alessio e Michele Guardì.
La temperatura sfiora i 35 gradi e in molti all'esterno hanno cercato riparo all'ombra. Un carabiniere in alta uniforme in servizio al Santuario ha avuto un malore per il caldo ed è svenuto. Il carabiniere è stato portato via in ambulanza.
“Le ultime settimane sono state per Pippo Baudo di grande sofferenza. Era sotto morfina, però lucido. E, comunque, per lui è stato un tempo, sono parole sue, di purificazione, di liberazione", ha detto all'uscita della camera ardente don Albanese, che gli è stato accanto negli ultimi mesi.
"Se Pippo Baudo ha detto tutto quello che voleva dire ai suoi figli? Quello che posso dirvi è che mi ha detto solo di ricordare i suoi figli e che gli ha voluto bene. Devo dire che lo ha ripetuto costantemente. Mi diceva: 'Forse a volte non ci sono riuscito, ho fatto fatica a essere esplicito, ma ho sempre voluto bene ai miei figli'", le parole di don Giulio parlando con i giornalisti.
"La ragione fondamentale per cui Pippo Baudo è ritornato a Militello è perché qui, a Militello, ci sono le sue radici e lui esprimeva un debito di riconoscimento nei confronti di questa città, che non solo gli ha dato i natali ma, dal punto di vista valoriale, lo ha forgiato e formato", ha detto il padre spirituale di Pippo Baudo.
(Adnkronos) - Centinaia di persone sono assiepate davanti al Santuario della Madonna della Stella di Militello in Val di Catania per i funerali di Pippo Baudo che sono iniziati alle 16. A presiedere la funzione religiosa il vescovo di Caltagirone, mons. Calogero Peri. Concelebrano sedici sacerdoti tra cui il parroco don Giuseppe Luparello e don Giulio Albanese, padre spirituale di Baudo.
"La prima volta che ho sentito parlare di Pippo Baudo avevo nove anni e abitavo in Sicilia - il ricordo del presidente del Senato, Ignazio La Russa, arrivando al Santuario - Mio cugino Mario, che organizzava la festa della Matricola a Paternò, parlando con mio fratello Vincenzo, disse 'Dobbiamo invitare a presentare uno spettacolo quel Pippo Baudo, te lo ricordi, è un presentatore che farà strada'. Io avevo nove anni poi il suo nome lo hanno imparato tutti gli italiani".
"Credo che oggi ricordiamo la persona. Fino a poco fa abbiamo ricordato il grande artista, quello che è stato definito giustamente il gigante dello spettacolo, della cultura perché per me è stato un grande uomo di cultura”, ha detto il sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi, arrivando in chiesa.
“Oggi siamo qui, in mezzo alla sua gente, nel suo paese che lui amava tanto, era molto legato ai suoi genitori, voleva molto bene alla sua comunità. Siamo qui per ricordare, stringerci intorno alla sua famiglia e a lui come persona, perché poi alla fine a volte il personaggio schiaccia la persona e noi oggi siamo qua per Pippo, non per Pippo Baudo. Io credo che qui c'è la sua gente: lui per questa comunità ha fatto tantissimo, ha portato il nome di Militello nel mondo. Oggi ho fatto il viaggio assieme ad Al Bano e tutti noi conosciamo Militello in Val di Catania".
La temperatura sfiora i 35 gradi e in molti all'esterno cercano riparo all'ombra. Un carabiniere in alta uniforme in servizio al Santuario ha avuto un malore per il caldo ed è svenuto. Il carabiniere è stato portato via in ambulanza.
“Le ultime settimane sono state per Pippo Baudo di grande sofferenza. Era sotto morfina, però lucido. E, comunque, per lui è stato un tempo, sono parole sue, di purificazione, di liberazione", ha detto don Albanese, che gli è stato accanto negli ultimi mesi.
"Se Pippo Baudo ha detto tutto quello che voleva dire ai suoi figli? Quello che posso dirvi è che mi ha detto solo di ricordare i suoi figli e che gli ha voluto bene. Devo dire che lo ha ripetuto costantemente. Mi diceva: 'Forse a volte non ci sono riuscito, ho fatto fatica a essere esplicito, ma ho sempre voluto bene ai miei figli'", le parole di don Giulio parlando con i giornalisti all'uscita della camera ardente.
"La ragione fondamentale per cui Pippo Baudo è ritornato a Militello è perché qui, a Militello, ci sono le sue radici e lui esprimeva un debito di riconoscimento nei confronti di questa città, che non solo gli ha dato i natali ma, dal punto di vista valoriale, lo ha forgiato e formato", ha detto il padre spirituale di Pippo Baudo.
(Adnkronos) - E' stata chiusa poco dopo le 13 di oggi la camera ardente per rendere omaggio a Pippo Baudo nel Santuario di Santa Maria della Stella a Militello in Val di Catania (Catania). La chiesa riapre alle 15 per i funerali che inizieranno alle ore 16. Presiederà il vescovo di Caltagirone, mons. Calogero Peri. Concelebreranno sedici sacerdoti tra cui il parroco don Giuseppe Luparello e don Giulio Albanese, padre spirituale di Baudo, che detterà l’omelia.
“Le ultime settimane sono state per Pippo Baudo di grande sofferenza. Era sotto morfina, però lucido. E, comunque, per lui è stato un tempo, sono parole sue, di purificazione, di liberazione", ha detto lasciando la camera ardente don Giulio Albanese, che gli è stato accanto negli ultimi mesi.
(Adnkronos) - Momenti di panico oggi all'interno dell'aeroporto milanese di Malpensa. Questa mattina, intorno alle 10, un uomo ha appiccato il fuoco ai bidoncini della spazzatura all'interno dell'area passeggeri al terminal 1 ed ha iniziato a prendere a martellate i monitor dei check in. Immediatamente è stato bloccato dal personale della security di Sea, la società che gestisce lo scalo aeroportuale, oltre che da alcuni viaggiatori presenti.
Le cause alla base del gesto sono attualmente in fase di accertamento. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polaria, che hanno preso in custodia l'uomo, e i vigili del fuoco che, in via precauzionale, hanno fatto evacuare l'area e provveduto alle operazioni di spegnimento e di messa in sicurezza dell'area.
L'operatività del terminal è quindi tornata alla normalità.
Leggi tutto: Paura a Malpensa, appicca il fuoco e devasta monitor al terminal 1 dell'aeroporto
(Adnkronos) - "Il cumulo contributivo 2025 è un’opportunità concreta per anticipare la pensione". Lo dice in un'intervista all'Adnkronos/Labitalia Andrea Martelli, esperto di consulenza previdenziale, fondatore e amministratore di MiaPensione. "Per usufruirne - spiega - è necessario aver versato contributi in almeno due gestioni diverse, non essere già titolari di pensione diretta in una di esse e aver raggiunto i requisiti contributivi e anagrafici previsti dalla normativa. Il vantaggio principale di questo strumento è che ogni periodo assicurativo viene valorizzato, anche in caso di esperienze lavorative brevi o discontinue, evitando la dispersione dei diritti previdenziali maturati".
"Nel 2025 - fa notare - grazie al cumulo, è possibile anticipare l’accesso alla pensione una volta raggiunti i requisiti contributivi previsti - 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Sommando i versamenti effettuati in diverse gestioni, molti lavoratori riescono così a superare più rapidamente la soglia contributiva minima, senza dover attendere l’età pensionabile ordinaria".
"Per sfruttare appieno i benefici del cumulo - suggerisce - è cruciale verificare con precisione la propria posizione contributiva presso tutti gli enti interessati. Disallineamenti, mancati accrediti o buchi contributivi - specie nei periodi di transizione tra impieghi - potrebbero ostacolare il pensionamento o ridurre l’importo della pensione. E' quindi consigliabile richiedere l’estratto conto contributivo a Inps e ad altri enti coinvolti, segnalare tempestivamente eventuali anomalie e valutare la regolarizzazione di contributi mancanti, anche tramite versamenti volontari o azioni di recupero entro i 5 anni previsti dalla prescrizione".
"Tra le strategie più efficaci per aumentare l’anzianità contributiva - afferma l'esperto - il riscatto della laurea rappresenta una leva rilevante, soprattutto per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996 e rientra nel sistema contributivo puro. Oltre a incrementare i contributi utili, i costi del riscatto sono interamente deducibili dal reddito imponibile, generando un risparmio fiscale immediato. Per chi ha una posizione mista (parte retributiva e parte contributiva), il riscatto può perfino consentire il raggiungimento dei 18 anni di contributi al 31/12/1995, facendo scattare un calcolo pensionistico più favorevole con quote retributive maggiori".
"Il trattamento pensionistico conseguito con il cumulo - chiarisce - è soggetto a tassazione Irpef ordinaria, secondo gli scaglioni di reddito. Tuttavia, vi sono diverse strategie per ottimizzare l’imposizione fiscale, come sfruttare le detrazioni per pensionati, valutare la no tax area (fino a 8.500 euro annui per gli over 75), programmare la distribuzione di arretrati o Tfr per beneficiare della tassazione separata, fino a pianificare l’anno di uscita, per evitare salti di aliquota marginale".
"In un contesto previdenziale complesso e in continua evoluzione - sostiene - l’accesso tempestivo a informazioni corrette può fare la differenza tra una pensione penalizzante e un trattamento ottimizzato. La pensione è un diritto, ma è anche nostro dovere essere costantemente informati, per effettuare scelte il più possibile strategiche e consapevoli. Abbiamo a nostra disposizione numerosi strumenti, dal sito Inps e le sue circolari ufficiali, iscriversi a newsletter specializzate in materia previdenziale e affidarsi a consulenti esperti in materia pensionistica, capaci di analizzare caso per caso le soluzioni più vantaggiose".
Leggi tutto: Cumulo contributivo 2025, l'esperto: "Opportunità concreta per anticipare la pensione"
(Adnkronos) - Dall'inizio dell'anno fino al 13 agosto, 8 Paesi europei hanno segnalato in tutto 335 casi umani di infezione da virus West Nile acquisiti localmente e 19 morti. Spicca l'Italia, che rimane "il Paese più colpito, con 274 infezioni confermate", in pratica l'82% del totale dell'area e sono sempre nel Belpaese le 19 vittime censite. E' quanto emerge dal rapporto di sorveglianza dell'Ecdc, Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, che fa il punto sulle infezioni trasmesse dalle zanzare. Una voce che ha fatto registrare numeri record in Europa. Per quanto riguarda nello specifico West Nile, per l'Italia è stata una stagione particolarmente intensa soprattutto nelle regioni del Centro-Sud. Nella area dell'Ue/Spazio economico europeo il secondo Paese più colpito, ma molto distante dai numeri italiani, è la Grecia (35 casi). Seguono Serbia (9 casi), Francia (7 casi), Romania (6 casi), Ungheria (2 casi), Bulgaria (1 caso) e Spagna (1 caso).
"La distribuzione dei casi di virus West Nile in Europa continua a cambiare e, nell'ultimo decennio, l'infezione è stata rilevata in nuove aree ogni anno", avverte l'Ecdc in una nota diffusa oggi, 20 agosto, data in cui si celebra il World Mosquito Day, nato per sensibilizzare sulle malattie trasmesse dalle zanzare. "Quest'anno, per la prima volta, sono state segnalate infezioni nelle province italiane di Latina e Frosinone e nella contea di Sălaj in Romania - continua l'agenzia Ue con sede a Stoccolma - e l'Europa ha registrato il numero più alto di casi di virus del Nilo Occidentale degli ultimi 3 anni. L'Ecdc prevede che le infezioni continueranno ad aumentare, raggiungendo probabilmente un picco stagionale in agosto o settembre".
Per quanto riguarda invece il virus Chikungunya è la Francia ad avere il record di casi: Oltralpe sono stati segnalati 111 casi di malattia da virus Chikungunya. L'Italia ne ha registrati 7, principalmente associati a focolai nelle regioni meridionali e sudorientali. Non sono stati segnalati decessi nell'Europa continentale, ma a livello globale nel 2025 sono stati registrati oltre 240mila casi di malattia da virus Chikungunya e 90 morti.
Leggi tutto: West Nile, Ecdc: Italia Paese più colpito, qui 82% dei casi in Europa
(Adnkronos) - Raphaël Graven, un noto streamer francese, spesso seviziato da un gruppo di altri uomini in diretta davanti a migliaia di spettatori, è morto nel sonno lunedì, nel corso di una diretta-maratona di 10 giorni. È accaduto in un appartamento che aveva affittato nel villaggio di Contes. Lo riferisce la Procura di Nizza, ripresa dai media locali, annunciando l'avvio di un'indagine per appurare le cause del decesso, pur sottolineando che "al momento non vi è nulla di sospetto".
La morte del quarantaseienne conosciuto online con il nome di "Jeanpormanove" (con oltre un milione di follower su varie piattaforme social) è stata annunciata dal collega e amico streamer Owen Cenazandotti ("Naruto") su Instagram, che lo ha definito "fratello, compagno fidato, partner", chiedendo di "rispettare la sua memoria" e "non condividere il video del suo ultimo respiro nel sonno". Il momento sarebbe stato registrato durante la maratona in diretta, poi rimossa, che non era un evento raro per lo streamer e i suoi compagni, noti per i loro contenuti di gaming e sfide estreme, spesso a spese di Graven stesso.
Nel corso della diretta lo streamer era sdraiato su un materasso, quasi interamente coperto da un piumone. Quando gli altri streamer hanno iniziato a svegliarsi, hanno notato che si trovava "in una posizione davvero strana" e hanno cercato di attirare la sua attenzione prima di interrompere bruscamente la trasmissione, stando a quanto racconta Le Parisien. In alcune clip ripubblicate online si vedono altri uomini colpirlo, strangolarlo e sparargli con una pistola a vernice.
Il tutto è avvenuto su Kick, piattaforma di streaming conosciuta come alternativa (con un approccio più lassista alla moderazione) rispetto alla più nota Twitch. Un portavoce ha dichiarato alla Bbc che l'azienda sta "esaminando urgentemente" le circostanze che hanno portato alla morte di Graven in diretta, sottolineando che le regole di Kick sono "concepite per proteggere i creatori" e che la piattaforma "resta impegnata a farle rispettare". I termini di servizio di Kick vietano espressamente contenuti che "implichino autolesionismo, violenza eccessiva" o materiale "illegale" o "che promuova attività dannose o illegali".
La ministra francese Clara Chappaz ha definito "un orrore assoluto" le violenze subite da Graven durante le dirette. "La responsabilità delle piattaforme online riguardo alla diffusione di contenuti illeciti non è facoltativa: è la legge. Questo tipo di fallimento può portare al peggio e non ha posto in Francia, in Europa o altrove", ha scritto in un post su X, segnalando il caso alle autorità francesi competenti.
Già lo scorso dicembre, Graven e l’amico streamer Safine Hamadi erano stati fermati a seguito di un’inchiesta giornalistica che accusava Kick di permettere la diffusione incontrollata di contenuti violenti, evidenzia Le Parisien. Entrambi hanno negato ogni responsabilità e sono stati rapidamente rilasciati.
Leggi tutto: Francia, noto streamer muore dopo diretta-maratona di 10 giorni di sevizie
(Adnkronos) - In un primo momento, tutti avevano lodato la sua sportività. Carlos Alcaraz era corso ad abbracciare Jannik Sinner dopo il ritiro dell'azzurro dalla finale del Masters 1000 di Cincinnati. Lo spagnolo si era subito sincerato delle condizioni dell'azzurro, con un 'in bocca al lupo' in mondovisione al numero uno del ranking Atp e il messaggio scritto sulla telecamere alla fine del match: "Mi dispiace Jannik". Un atteggiamento lodato dal pubblico presente sugli spalti e da tantissimi tifosi. Poco dopo, però, sui social sono iniziati a circolare alcuni video dei festeggiamenti dello spagnolo. Filmati non apprezzati da molti appassionati.
Sui social, tanti tifosi di Sinner (ma non solo) hanno giudicato discutibile la festa dello spagnolo dopo il ritiro dell'avversario. Questione di circostanze. "Dimostra per l'ennesima volta di essere un falso, davanti le telecamere appare dispiaciuto e amareggiato per aver vinto in questo modo. Da dietro esulta come un bambino. La classe di Sinner non l'avrà mai" scrive un utente. Qualcun altro non accusa lo spagnolo e non vede cattiveria nel suo comportamento: "Sinceramente non trovo nulla di particolarmente sconveniente nei festeggiamenti di Alcaraz dopo la vittoria a Cincinnati. Ha fatto quello che un ragazzo della sua età ritiene normale, per carattere, per indole. Semplicemente, è molto diverso da Sinner (e va bene così)". Altri tirano in ballo Wimbledon: "Sinner alla fine di Wimbledon si d chiuso in casa a piangere per Dimitrov?".
(Adnkronos) - Tra voli cancellati e ritardi che rovinano la vacanza, ecco come far valere i propri diritti dopo il rientro. I disservizi non devono essere accettati come parte inevitabile del viaggio, in molti casi, infatti, chi vola ha diritto a tutele specifiche non solo rimborsi o compensazioni economiche in presenza di ritardi e cancellazioni ma anche risarcimenti aggiuntivi se il problema ha compromesso in modo serio l’esperienza, come accade quando si perde una coincidenza o una giornata intera di vacanza. Il punto è che spesso questi diritti non sono conosciuti, oppure non si sa da dove partire per farli valere.
A fare chiarezza è Marco Panichi, consulente legale e fondatore di Diritto di volo, realtà specializzata nell’assistenza legale a passeggeri e operatori turistici che ha indicato le 5 azioni fondamentali da compiere al rientro da un viaggio con disservizi.
1) Chiedere assistenza immediata in aeroporto: se il volo è in ritardo di almeno due ore (o più, in base alla distanza della tratta), la compagnia deve fornire pasti, bevande, accesso alle comunicazioni e, se necessario, anche una sistemazione in hotel. Il tutto a proprie spese.
2) Valutare le alternative di viaggio: in caso di cancellazione, si può scegliere tra il rimborso completo del biglietto o un volo alternativo, anche con un’altra compagnia (sempre a carico della compagnia aerea). In alternativa, si può acquistare un nuovo volo in autonomia, avendo l’accortezza di conservare la ricevuta per richiederne il rimborso successivamente.
3) Verificare se spetta un indennizzo: quando l’arrivo a destinazione ritarda di oltre tre ore, può spettare una compensazione economica da 250 a 600 euro. Sono comunque escluse circostanze eccezionali come maltempo o scioperi non legati alla compagnia.
4) Documentare tutto: conservare carte d’imbarco, scontrini di taxi, pasti o alloggi extra, è indispensabile al fine di presentare il reclamo. E' anche utile informarsi sulla causa ufficiale del ritardo o della cancellazione.
5) Presentare reclamo tempestivamente: in questi casi è sempre meglio agire entro pochi giorni, inviando la richiesta alla compagnia per email o, ancora meglio, via Pec. Se non si riceve risposta, o se il risarcimento viene negato senza motivazione valida, ci si può rivolgere a professionisti del settore come Diritto di Volo per ricevere supporto.
“Conoscere i propri diritti è il primo passo per trasformare un disagio in un giusto risarcimento. Le norme europee sono chiare: i passeggeri non devono rimanere soli di fronte a disservizi come ritardi e cancellazioni”, conclude Marco Panichi, consulente legale titolare di Diritto di Volo.
(Adnkronos) - Il turismo vale il 6,7% del Pil delle montagne italiane. E' un valore in linea con quello dell'intero Paese. Il 90% degli intervistati da Ipsos sul Rapporto Montagne Italia realizzato da Uncem ritiene le aree montane italiane "un'importante attrattiva per i turisti". E il 56% un luogo dove vivere. Nell'estate dell'aumento dei flussi verso le montagne italiane, il Rapporto realizzato dall'Unione nazionale dei Comuni, Comunità, Enti montani, fa un quadro in tutte le aree montane del Paese. Alpi e Appennini sono suddivisi in 387 'comunità territoriali', aree omogenee di Comuni che già lavorano insieme in strategie e piani di sviluppo locale. Il riferimento ai dati del Rapporto è il 2023. Nelle Alpi e negli Appennini vi sono 19,3 posti letto alberghieri ed extralberghieri ogni 100 abitanti. Il numero di presenze (pernottamenti) registrate nel corso di un anno negli esercizi alberghieri ed extralberghieri è in media di 1200 ogni 100 abitanti. La durata media delle permanenze, dividendo il numero delle presenze per quello degli arrivi, cioè dei turisti, è di 3,1 giorni di permanenza.
Il Rapporto Uncem, edito da Rubbettino e realizzato nell'ambito del progetto Italiae della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento Affari regionali e per le Autonomie, fa una analisi complessiva dei sistemi montani, nei quali il turismo non sarebbe possibile senza agricoltura e senza gestione dei versanti. "Il turismo - evidenzia Marco Bussone, presidente nazionale Uncem - c'è perché ci sono paesi e comunità. E' importante e in crescita. E' a nostro giudizio sbagliato parlare di overtourism nella montagna. Possiamo piuttosto parlare di picchi in alcuni periodi dell'anno, di aumento di flussi in alcuni giorni e in poche aree. Ma non di overtourism".
"Come è invece necessario - sottolinea - parlare di limiti, prima di tutto di chi affronta i territori per motivi ludico-sportivi. Uno dei limiti è non capire che nelle aree montane, più che nelle città e nelle coste, si va in sistemi complessi, ecologici e antropici. E che le comunità dei paesi, che non sono borghi turistici, sono fondamentali. Accolgono e sono decisivi per il turismo stesso. Evitarli, pensare non ci siano, è assurdo e inopportuno. Chi sale non porti tutto da casa. Compri in valle, faccia vivere quei negozi e quei bar. Non chiediamo assistenzialismo, ma buonsenso e incontro. Comunione con le comunità dei territori. Che sono la vita delle montagne stesse".
Quello con la maggiore 'occupazione turistica' è in Alto Adige, provincia di Bolzano. E' l'area di Villabassa, Alta Pusteria, per intenderci quella Villabassa. 84mila abitanti, per 12.849 occupati nella filiera turistica. Numeri molto rilevanti, nella zona del Lago Braies. Sul podio del numero di occupati nel turismo vi sono altre due aree dell'Alto Adige: la Comunità territoriale di Verano e quella di Tires. A seguire, le Dolomiti Bellunesi. Al fondo dell'elenco, sempre sul fronte dell'occupazione nel turismo, vi sono tre zone montane delle isole e del Mezzogiorno: Bassa Valle del Tirso e Grighine (Sardegna), Vette dei Nebrodi (Sicilia), Locride.
Le Dolomiti hanno la meglio sull'incidenza percentuale del valore aggiunto della filiera turistica sul totale del valore aggiunto di ciascuna Comunità Territoriale. Podio nel Rapporto Uncem tre aree del Trentino, ovvero le Comunità Territoriali di Trento (72%), Soraga di Fassa (62%), Tires (59%). Buoni i numeri dell'area di Tenno (Trentino), della Elimo Ericini (Sicilia) e ancora in Trentino della Comunità Territoriale Villabassa Alta Pusteria. In 63 Comunità Territoriali montane descritte nel Rapporto, l'incidenza è sotto l'1%. Più in basso troviamo le aree del Monte Mauro (Molise), Gerrei (Sardegna), Krimisa (Calabria), e della Bassa Valle del Tirso e Grighine (Sardegna).
Sui posti letto alberghieri ed extralberghieri, numeri altissimi a Soraga di Fassa, Trentino-Alto Adige, con 254, seguita dall'area Walser Monte Rosa in Val d'Aosta con 239. Poi l'Unione Montana del Baldo-Garda in Veneto (220), la Comunità Territoriale di Spormaggiore (nel Parco Adamello-Brenta, in Trentino-Alto Adige) con 197 posti letto ogni 100 abitanti, seguita dall'area Valdigne-Mont-Blanc in Valle d'Aosta con 170. Bene anche l'Alta Val Susa con 149 e nel Mezzogiorno la Comunità Montana Lambro Mingardo.
Per quanto riguarda le presenze turistiche (numero pernottamenti nell'anno negli esercizi alberghieri ed extralberghieri, escluse quindi le seconde abitazioni private in proprietà o in affitto, di ciascuna Comunità Territoriale rapportati alla consistenza della popolazione), in testa troviamo le Comunità Territoriali di Soraga di Fassa (30mila), Spormaggiore (27mila), l'area del Baldo-Garda (19mila), di Luserna (13mila), di Vermiglio (12mila).
La durata media delle permanenze, ottenuta nel Rapporto Montagne Italia Uncem dividendo il numero delle presenze per quello degli arrivi, cioè dei turisti, vede con ottimi numeri l'Alto Maceratese, nelle Marche, con 13 giorni di durata media. Seguono l'area della Comunità Territoriale del Versante Ionico, in Calabria, poi Terre di Castelli in Emilia Romagna, l'Area Grecanica e la Sila Greca in Calabria, il Metauro nelle Marche e la Comunità montana Lambro e Mingardo in Campania
Leggi tutto: Uncem, turismo vale 6,7% Pil delle montagne italiane
(Adnkronos) - Per Jannik Sinner inizia la missione Us Open. Dopo il ritiro dalla finale del Masters 1000 di Cincinnati, il numero uno del ranking Atp ha rinunciato al torneo di doppio misto a Flushing Meadows (che avrebbe dovuto affrontare in coppia con Katarina Siniakova) per preparare al meglio il singolare. Poche ore fa, Sinner è arrivato a New York e si è subito calato nell'atmosfera della città per prendere confidenza. Per lui, passeggiata tra le vie del centro e prima boccata d'ossigeno dopo il malore nel match contro Alcaraz, durato solo 23 minuti.
Sinner ha rinunciato al doppio misto preferendo un paio di giornate di riposo prima di tornare in campo. Jannik dovrebbe tornare al lavoro domani, per ricominciare in vista del primo turno del torneo (giocherà lunedì 25 agosto o martedì 26). Domani, intanto, ci sarà il sorteggio degli Us Open e Jannik conoscerà il suo percorso per difendere il titolo a New York e la posizione numero uno in classifica dall'attacco di Carlos Alcaraz.
Leggi tutto: Sinner, arrivo a New York e prima passeggiata. Jannik inizia la corsa verso gli Us Open