
Elisabetta Canalis, dopo anni, svela il mistero sul famoso 'petto di pollo alla piastra'. Un meme che la 'perseguita' da anni. Ospite oggi a 'È sempre mezzogiorno' su Rai 1, la showgirl ha raccontato: "Di vero, ragazzi, sul petto di pollo non c'è niente. Era una ricetta pubblicata dieci anni fa, senza che io ne sapessi nulla, perché non sono riusciti a contattarmi. Dovevano fare questa rubrica dei piatti dei vip e avranno detto 'vabbè, a Elisabetta Canalis diamole il pollo alla piastra'", ha spiegato, sfatando così il mito.
Poi, la gaffe di Antonella Clerici. Parlando della sua vita sentimentale, la conduttrice le ha chiesto se la persona che le sta accanto ora condivida il suo amore per gli animali. "Immagino che anche il suo f... immagino che anche tu hai un amore", ha detto Antonella Clerici, correggendosi a metà frase. "Antonella...", ha replicato Canalis con ironia, cercando di spostare il focus della conversazione lontano dal gossip.
"Mai farei nomi, mi conosci, mai ti farei degli agguati", ha detto Clerici con sincerità. Poi, ha provato a chiudere la parentesi: "Sei felice?", le ha chiesto. "Molto davvero molto", ha risposto Canalis.

Lasciare il proprio Paese e sceglierne un altro per fare il medico. La migrazione del personale sanitario è un fenomeno che non conosce crisi. Secondo l'ultimo rapporto sul tema dell'Oms Europa, tra il 2014 e il 2023 il numero di medici formati all'estero impiegati nei sistemi sanitari europei è cresciuto del 58%, mentre quello degli infermieri è aumentato del 67%. Nello stesso arco di tempo gli arrivi annuali di medici sono quasi triplicati e quelli degli infermieri sono quintuplicati. L'Italia resta al tempo stesso Paese di origine e di destinazione: secondo il report, da un lato continua a formare professionisti che scelgono di emigrare verso mercati più attrattivi, soprattutto nel Nord Europa; dall'altro, negli ultimi anni, è diventata un polo di attrazione per personale proveniente dall’Est Europa, in particolare infermieri.
Per i medici italiani che hanno le valigie pronte quali sono oggi i Paesi più attrattivi e per quali motivi? "Oggi esiste una carenza di medici generale in Europa e fuori dall'Europa. Esiste anche un grave problema sul tema spesa sanitaria in tanti Paesi europei che sono costretti a stringere la cinghia, penso alla Francia, la Spagna, l'Italia, l'Inghilterra. Al contrario esistono Paesi del Nord-Est Europa che cominciano a essere più interessanti da un punto di vista economico, salario/costo della vita, e penso all'Ungheria, la Finlandia, la Danimarca, l'Olanda - spiega all'Adnkronos Salute Marco Mafrici, presidente dell'Associazione dei medici italiani in Europa e nel mondo (AreMiem) - Tra i Paesi anglofoni Irlanda, Australia e Usa rappresentano una meta molto gettonata, anche se in questi ultimi due Paesi è necessario un percorso lungo e duro per ottenere i titoli per esercitare la professione. Negli ultimi anni la meta Emirati Arabi, Dubai, è diventata molto attrattiva, ma bisogna fare i conti con usi, costumi e clima che sono molto diversi dalle abitudini europee e il rischio è sulla capacità di fare un progetto a lungo temine".
Le soluzioni per trattenere i giovani medici in Italia "esistono e sono a costo zero", è convinto l'espert. "L'Italia ha grandi margini di miglioramento, ma deve iniziare questo processo di cambiamento", avverte. Non c'è una stima precisa dei medici italiani che lavorano in altri Paesi, ma secondo l'Associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi), in 5 anni più di 5.000 medici e 1.000 infermieri italiani hanno fatto richiesta di trasferirsi.
'E' raro vedere medici europei lavorare negli ospedali italiani, le mete più gettonate per la formazione rimangono America, Uk e Francia'
La possibilità che il Regno Unito vada avanti con la stretta sui migranti potrà far cambiare idea? I medici italiani che lavorano nel Regno Unito sono preoccupati? "Dopo la Brexit - analizza Mafrici - il Regno Unito ha progressivamente reso più selettiva la politica migratoria. Questo mese il governo inglese ha avviato una consultazione per una profonda revisione del sistema di accesso alla residenza permanente, proponendo un percorso di 10 anni e norme più stringenti rispetto all'attuale procedura quinquennale. Questa proposta ha suscitato perplessità in ampi settori della popolazione e in diverse categorie professionali. Nel settore sanitario il tema è particolarmente rilevante: medici, infermieri e tecnici stranieri rappresentano una quota fondamentale della forza lavoro. In Uk, come nel resto d'Europa, esiste una diffusa carenza di personale sanitario. Per questo motivo, a mio avviso, la riforma non modificherebbe in modo sostanziale la situazione di chi già lavora nel sistema inglese, poiché queste figure sono indispensabili per sostenere il servizio sanitario nazionale".
Secondo il presidente dell'AreMiem, "per i professionisti che scelgono il Regno Unito per un'esperienza formativa o lavorativa limitata nel tempo cambierebbe poco. Diverso è il caso di chi desidera costruire un progetto di vita stabile nel Paese: la prospettiva di un percorso più lungo potrebbe indurre a ulteriori valutazioni. Tuttavia, la verità è che, anche con regole più rigide, per medici e operatori sanitari l'accesso alla residenza permanente rimarrebbe generalmente possibile, data la necessità del loro ruolo".
L'Italia ha varato misure per il rientro dei 'cervelli in fuga', ad esempio, la detassazione. Hanno funzionato? O comunque c'è un trend di espatri ancora elevato? "In Italia, come in molti Paesi europei, il peso della spesa sanitaria incide significativamente sui bilanci statali. E' un Paese a differenza degli altri che rimane meno attrattivo per i professionisti stranieri: è raro vedere medici europei lavorare negli ospedali italiani - chiosa Mafrici - Gli stipendi poco competitivi rispetto al costo della vita, l'organizzazione complessa e lenta delle strutture sanitarie, un sistema professionale ancora troppo gerarchico rendono il nostro Paese meno appetibile, anche per chi cerca solo un'esperienza formativa. Le mete più gettonate per la formazione rimangono America, Uk, Francia. Le eccezioni in Italia esistono, ma dipendono spesso dalla visione dei singoli dirigenti".
'Chi torna in Italia riparte scoraggiato da un sistema che non premia merito, impegno e dedizione'
"La legge per il rientro dei 'cervelli', soprattutto nella sua prima versione - prosegue Mafrici - era una vera opportunità per attrarre ricercatori e professionisti formati e maturati all'estero. Le recenti modifiche regressive della legge, le nuove proposte di legge che mirano a peggiorare la legge Gelli sulla responsabilità professionale non contribuiscono a rendere l'Italia competitiva rispetto ad altri Paesi europei - ammonisce il presidente dell'AreMiem - Le criticità non riguardano solo gli stipendi: molti giovani ripartono perché scoraggiati da un sistema che non premia merito, impegno e dedizione, e che rende difficile lavorare in modo efficiente.
Cosa fare per rendere l'Italia più attrattiva? "Semplificare - suggerisce l'esperto - Riformare i ruoli apicali: trasformare il primario e il direttore sanitario in primi inter pares, garantendo maggiore autonomia operativa ai medici, in particolare ai chirurghi, con spazi reali per esprimere le proprie competenze e crescere professionalmente. Rafforzare il ruolo dell'Ordine dei medici: prevedere un filtro preliminare prima dell'apertura di cause legali. E' inaccettabile che si intentino azioni giudiziarie con l'obiettivo di ottenere indennizzi dalle assicurazioni professionali. Differenziare le strategie di reclutamento sul territorio: in molti Paesi europei esistono incentivi economici e fiscali per chi sceglie di lavorare in zone periferiche o meno attrattive; 'Italia potrebbe adottare soluzioni analoghe".
Il presidente dell'Associazione dei medici italiani in Europa e nel mondo indica poi una strada: "Abolire il concorso pubblico per l'assunzione dei medici". Nei Paesi europei più attrattivi "non si fanno concorsi per entrare in ospedale, è sempre la direziona sanitaria insieme al primario che si prendono la responsabilità di valutare un profilo professionale e di assumerlo a seconda delle esigenze dell'ospedale. Lo spettro delle raccomandazioni si combatte responsabilizzando le figure preposte alla selezione del personale sanitario. A mio avviso - conclude Mafrici - in un mondo come il nostro competitivo e veloce, è inammissibile che un team di lavoro e un servizio sanitario si costruisca affidandosi al fato e al risultato casuale dei concorsi pubblici".

Nel 2024 crescono valore aggiunto e occupazione nel sistema produttivo culturale e creativo, rispettivamente a 112,6 miliardi di euro (+2,1% rispetto al 2023) e 1,5 milioni di addetti (+1,6% rispetto al 2023). In questo quadro cultura e creatività, direttamente o indirettamente, generano complessivamente un valore aggiunto per circa 302,9 miliardi di euro equivalenti al 15,5% della ricchezza complessiva del Paese. Questi i dati principali contenuti in 'Io sono Cultura 2025', il rapporto annuale di Fondazione Symbola, Unioncamere, Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne e Deloitte.
Il rapporto, arrivato alla quindicesima edizione - e realizzato anche con la collaborazione dell’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale, Fondazione Fitzcarraldo, Fornasetti e con il patrocinio del Ministero della Cultura - è stato presentato oggi da Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola; Andrea Prete, presidente di Unioncamere; Alessandro Rinaldi, vicedirettore generale Centro Studi Guglielmo Tagliacarne; Valeria Brambilla, socio ed amministratore delegato Deloitte & Touche; Beniamino Quintieri, presidente Istituto per il Credito Sportivo e Culturale. Ne hanno discusso Antonella Andriani, vicepresidente Adi Associazione per il Disegno Industriale; Evelina Christillin, presidente del Museo Egizio; Raffaele Ranucci, amministratore delegato Fondazione Musica per Roma; Chiara Sbarigia, presidente Apa Associazione Produttori Audiovisivi.
L'analisi evidenzia che il comparto dei software e videogiochi è quello che contribuisce maggiormente alla ricchezza della filiera con 17,7 miliardi di euro di valore aggiunto mentre Lombardia e Lazio sono le regioni che producono più ricchezza con la cultura. La Sardegna e Calabria, invece, sono le regioni con la crescita più forte rispetto al 2023. Sul fronte delle città, il rapporto sottolinea che Milano è la prima per valore aggiunto e occupazione; seguono Roma, Torino, Firenze, Monza – Brianza, Trieste e Bologna nella top ten delle province.
Il rapporto evidenzia inoltre che, grazie alla loro forte relazione con la manifattura, cultura e bellezza hanno dato vita ad una delle più forti identità produttive del mondo, il made in Italy. Oggi le industrie culturali e creative sono tra i settori più strategici per facilitare la ripresa economica e sociale italiana. Non solo perché i dati dell’ultimo decennio dimostrano che si tratta di una fonte significativa di posti di lavoro e ricchezza, ma anche perché sono un motore di innovazione per l’intera economia e agiscono come un attivatore della crescita di altri settori, dal turismo a tutti i settori economici che beneficiano del processo di culturalizzazione dell’economia grazie anche all’azione degli 'Embedded Creatives', ovvero i professionisti culturali e creativi che operano al di fuori dei settori che costituiscono il 'Core cultura'.
Bellezza e cultura - attesta il rapporto - sono parte del Dna italiano e sono alla base delle ricette made in Italy per uscire dalle crisi. I numeri dimostrano che la cultura è uno dei motori della nostra economia: la cultura per l’Italia è un formidabile attivatore di economia: una filiera in cui operano soggetti privati, pubblici e del terzo settore che, nel 2024 è cresciuto dal punto di vista del valore aggiunto (112,6 miliardi di euro, in aumento del +2,1% rispetto all’anno precedente e del +19,2% rispetto al 2021).
Una filiera complessa e composita in cui si trovano ad operare quasi 289 mila imprese (in crescita del +1,8% rispetto al 2023) e più di 27.700 mila organizzazioni senza scopo di lucro che si occupano di cultura e creatività (il 7,6% del totale delle organizzazioni non-profit). Ma il 'peso della cultura e della creatività nel nostro Paese è molto maggiore rispetto al valore aggiunto che deriva dalle sole attività che ne fanno parte. Cultura e creatività, in maniera diretta o indiretta, generano complessivamente un valore aggiunto per circa 302,9 miliardi di euro.
Continua anche nel 2024 la ripresa del Mezzogiorno che presenta tassi di crescita superiori alla media nazionale sia con riferimento al valore aggiunto (+4,2% rispetto ad una crescita media nazionale pari a +2,1%) che agli occupati (+2,9% anziché +1,6%). Spiccano, in particolare, gli incrementi della Calabria (valore aggiunto: +7,5%; occupazione: +4,7%) e della Sardegna (valore aggiunto: +7,5%; occupazione: +6,2%).
“La forza della nostra economia e del made in Italy - dichiara Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola - deve molto, in tutti i campi, alla cultura e alla bellezza. Più che in altri Paesi. Cultura e creatività oltre ad arricchire la nostra identità e alimentare la domanda di Italia nel mondo, possono aiutarci ad affrontare insieme, senza paura, le difficili sfide che abbiamo davanti. A partire dalla crisi climatica. L’Italia, forte di oltre un milione e mezzo di addetti culturali e creativi può offrire un contributo importante ad una transizione verde e digitale. Un’economia più a misura d’uomo e per questo più competitiva e più capace di futuro come sostiene il Manifesto di Assisi. Anche da questo deriva la forza del nostro export. Come più volte sottolineato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella ‘la cultura non rappresenta un lusso superfluo, ma un autentico asset competitivo’”.
“La crescita del sistema culturale e creativo - afferma Andrea Prete, presidente di Unioncamere - non può prescindere da un investimento serio sulle persone. Le imprese ci dicono che oltre una entrata su due è difficile da reperire, perché servono competenze sempre più ibride: digitali, creative, gestionali. Lo ha detto il presidente di Unioncamere, Andrea Prete, che ha aggiunto “è il grande paradosso italiano: abbiamo un settore che continua a generare valore e occupazione, ma fatica a trovare i profili necessari per competere. La trasformazione digitale, in particolare, sta accelerando la domanda di figure capaci di integrare creatività e tecnologia: dall’uso evoluto dell’intelligenza artificiale alle competenze di data analysis, dalla produzione audiovisiva avanzata alla progettazione di contenuti e servizi digitali. Colmare questo mismatch - ha sottolineato Prete - significa rafforzare orientamento, formazione e politiche attive, mettendo in connessione il mondo della cultura con scuole, università, ITS e nuove professioni. Perché senza le giuste competenze, anche il potenziale creativo del Paese rischia di rimanere inespresso”.
“Deloitte, con il proprio settore specialistico della revisione contabile – sottolinea Valeria Brambilla, amministratore delegato di Deloitte & Touche S.p.A - crede che misurare il valore generato sia una condizione essenziale per una pianificazione strategica realmente efficace: quando parliamo di cultura, questa esigenza diventa ancora più evidente e specifica. L’impatto della cultura supera infatti i confini economici e occupazionali e investe la coesione sociale, l’innovazione, il benessere delle comunità. Per questo supportiamo anche quest’anno la realizzazione del Rapporto 'Io Sono Cultura', che ribadisce come sia fondamentale adottare strumenti di valutazione e rendicontazione, che sappiano cogliere la profondità e la multidimensionalità del valore culturale, al fine di generare benefici duraturi per i territori e per le persone”.
Fornasetti rinnova per il quindicesimo anno la sua partnership con Fondazione Symbola dando, ancora una volta, un volto alla copertina del suo rapporto annuale Io sono Cultura. Una scelta che va ben oltre la grafica e l’Art Direction e che trova la sua ragion d’essere in una vera e propria comunione d’intenti. Fornasetti è un’impresa artistica e un attore culturale, e vede radicati in Fondazione Symbola alcuni dei valori più sentiti dall’Atelier, la valorizzazione della creatività e della cultura, valori che, grazie a 'Io sono Cultura', si riappropriano del giusto merito che spetta loro nel contesto sociale. Questa immagine ispira, infatti, un doppio richiamo: sia la differenza di contenuti dovuti ai nuovi linguaggi, nuove tecnologie, nuove generazioni e un insieme di diversità che convivono; sia il movimento della ruota e del movimento in avanti, da cui idea di ricambio e anche di velocità. In particolare, la velocità contraddistingue l’era in cui siamo immersi, guidati dai social e da contenuti sempre più rapidi (es. reels, TikTok, etc.): qualsiasi cosa può diventare virale in pochissimo tempo e con la stessa velocità consumarsi, per dare spazio ad altro.
'Io Sono Cultura' permette di analizzare l’evoluzione della filiera in termini di produzione di ricchezza e creazione di posti di lavoro. Negli ultimi anni, il settore culturale e creativo ha mostrato una ripresa significativa, con una crescita costante in termini di valore aggiunto e di occupazione. Tuttavia, l'andamento non è stato uniforme tra i vari settori: ve ne sono alcuni che hanno registrato incrementi più marcati di altri e settori che hanno subito delle contrazioni. L'analisi dei dati del 2024 evidenzia una trasformazione del panorama culturale e creativo italiano, con una crescente digitalizzazione e una ridefinizione delle dinamiche occupazionali. Il settore che cresce di più in termini di ricchezza prodotta nel corso dell’ultimo anno è quello dei Software e videogiochi (+8,0%), seguito dalle attività di Comunicazione (+4,4%). Si tratta di settori che crescono anche da un punto di vista occupazionale, registrando in un solo anno un aumento dei lavoratori rispettivamente pari al +2,3% e +5,7%.
Le Performing arts e arti visive hanno registrato una crescita del valore aggiunto del +2,2% nel 2024 e del +34,4% dal 2021, mentre l'occupazione è aumentata del +2,6% nell'ultimo anno e del +9,6% dal 2021. Anche il Patrimonio storico e artistico mostra segnali di ripresa, con un incremento del valore aggiunto del +1,5% nel 2024 e del +32,0% dal 2021, accompagnato da una crescita dell'occupazione del +7,6% nell'ultimo anno e del +21,1% dal 2021. L’Audiovisivo e musica ha evidenziato una crescita più contenuta, con un aumento del valore aggiunto del +0,5% nel 2024 e dal +7,2% dal 2021, mentre l'occupazione è cresciuta del +8,1% dal 2021 ma solo del +0,1% nell'ultimo anno, rilevando una sostanziale stabilità del settore.
Il settore dell'Editoria e stampa, pur mantenendo un ruolo centrale nel panorama culturale, ha registrato una crescita più contenuta. Il valore aggiunto raggiunge gli 11 miliardi, in aumento del +6,2% dal 2021, ma con una flessione del -1,5% nell'ultimo anno. I lavoratori del settore sono 196 mila, in crescita del +1,9% nel 2024 e del +3,3% dal 2021, seppur il comparto non sia riuscito a recuperare pienamente le perdite subite negli anni precedenti. Il mercato editoriale italiano, in particolare, appare complessivamente maturo e stabile, ma mostra segnali di revisione delle preferenze del pubblico e una forte digitalizzazione, con un crescente peso della narrativa italiana e una rinnovata centralità delle librerie fisiche. Non tutti i comparti hanno mostrato una dinamica positiva. Il settore Architettura e design ha registrato una contrazione del valore aggiunto del -6,3% dal 2023, con una riduzione dell'occupazione del -5,5%. Una dinamica influenzata dalla fine degli incentivi fiscali nell’edilizia (come Superbonus e altri bonus), che ha causato un brusco calo degli investimenti nel settore edilizio-residenziale nel 2024. Questo rallentamento degli investimenti si riflette naturalmente sul lavoro degli studi di architettura e design e sull’indotto legato alla progettazione e realizzazione di spazi abitativi e commerciali.
C’è poi la componente Embedded Creatives, composta da tutti i professionisti culturali e creativi che operano al di fuori dei settori che costituiscono il Core cultura - designer, esperti di comunicazione, storyteller, curatori, art director, artisti, architetti che è strettamente connessa ai processi di culturalizzazione che hanno progressivamente interessato un numero crescente di settori economici: inizialmente quelli del manifatturiero avanzato e, più recentemente, in misura sempre maggiore, quelli dei servizi. Le attività svolte dagli Embedded Creatives hanno generato nel 2024, come visto, un valore aggiunto che ha superato i 49 miliardi di euro, con una crescita del +2,7% rispetto al 2023 e un’espansione del +17,1% sul 2021, a conferma del rafforzamento strutturale di questo segmento. Il settore in cui gli Embedded Creatives producono maggior ricchezza è quello degli “altri servizi alle imprese”: il 22 % del totale e, a conferma del ruolo strategico dei professionisti creativi per l’innovazione trasversale del settore, si segnala una loro crescita del +1,7% annua e del +6,8% nel triennio.

Bodo Glimt-Juventus di Champions League in programma stasera, martedì 25 novembre, è a forte rischio per neve. La partita di coppa è fissata alle 21, ma le rigidissime temperature norvegesi mettono più di qualche punto interrogativo sulla gara. Intanto, a Bodo è stata interrotta per diversi minuti (per l'impraticabilità del campo, causa neve) la partita di Youth League tra i bianconeri e i padroni di casa. Alla ripresa del gioco, il match è stato vinto 6-2 dai ragazzi di Padoin in condizioni molto difficili. Condizioni che stanno portando in molti a interrogarsi sui motivi del mancato anticipo alle 18:45, con temperature leggermente più 'morbide'. rispetto a quelle previste in serata.
Il motivo è che il regolamento della Uefa prevede che una singola squadra non possa giocare più di due partite in quell'orario (a eccezione del Kairat Almaty, per motivi di fuso orario). I norvegesi hanno già giocato alle 18.45 contro il Galatasaray e rigiocheranno a quell'ora contro il Manchester City a gennaio.
Partita particolare per la Juventus in Champions League, visto che Bodo dista 'solo' 200 chilometri dal Circolo Polare Artico. La temperatura percepita nella città norvegese lunedì sera era di -16°, mentre stasera si dovrebbe arrivare intorno ai -2° nella fascia oraria della partita, con allerta meteo (le previsioni parlano di 5-10 centimetri di neve). Sulla città nevicherà tutto il giorno ed è previsto anche forte vento in serata. La sfida dunque verrà giocata (almeno in teoria) in condizioni estreme, che non mettono però paura all'allenatore bianconero Luciano Spalletti. Il tecnico ci ha scherzato su in conferenza stampa: "Se ho freddo? Con me è dura, perché io sono stato cinque anni in Russia, ho fatto una figlia lì e mi piaceva stare lì. È una difficoltà reale per abitudini e rimbalzi e sicuramente pagheremo qualcosa, ma ci adatteremo. Il campo disturba, ma vogliamo fare la nostra prestazione".

Paura per Belen Rodriguez. La showgirl, ospite all'evento di Vanity Fair Stories, ha rilasciato un'intervista sul palco dell'evento in cui è tornata a parlare delle dichiarazioni rilasciate a Belve riguardo la sua relazione con Stefano De Martino. Ma ad attirare l'attenzione, in particolare, sono state le condizioni della showgirl.
Un estratto dell'intervista, diventato virale sui social, mostra Belen mentre replica alle polemiche nate dalla frase ho "menato tutti i miei ex", spiegando: "Io sono sudamericana e ho un'ironia diversa rispetto agli altri".
Nel filmato gli utenti sottolineano un breve momento di apparente perdita di equilibrio da seduta, che ha portato qualcuno in sala a urlarle "attenzione". Molti utenti hanno interpretato il suo comportamento come un possibile malessere e si sono chiesti cosa potesse esserle accaduto: "Ma cosa le sta succedendo?", "Qualcuno la aiuti", si legge tra i commenti.

"E' un evento molto importante per la Asl e per tutte le aziende sanitarie toscane e italiane, perché ci troviamo di fronte a un grande cambiamento. Il servizio sanitario e la Asl Toscana Sud-Est devono imparare a dare risposte nuove a un bisogno di salute che sta mutando. In tale contesto, infatti, la nostra azienda presenterà una tappa di 'Cantiere Sanità', che nel nostro piccolo è la nostra riforma in cammino". Lo ha detto Marco Torre, direttore generale dell'azienda Usl Toscana Sud Est, alla 20esima edizione del Forum Risk Management, in corso fino al 27 novembre ad Arezzo.
"Il tema dell'informazione e del coinvolgimento dei cittadini è fondamentale per attivare un maggior uso appropriato delle risorse e dell'offerta sanitaria dei servizi, ma anche per iniziare a cambiare i loro comportamenti - spiega Torre - Dal prossimo anno attiveremo, partendo da una Casa di comunità hub per zona, la sanità territoriale, in applicazione del decreto ministeriale n. 77 del 23 maggio 2022. Ci crediamo molto per mettere al centro i bisogni dei cittadini, l'appropriatezza e gli esiti".
Anche "il personale è fondamentale come agente di cambiamento nel servizio sanitario, di fronte ai cambiamenti da affrontare - osserva Torre - Non vi è più un solo uomo o una sola donna al comando, il successo ce lo giochiamo ogni giorno, nel reparto, in sala operatoria, così come negli uffici. E' necessario che le 10-11mila anime della nostra Asl agiscano, si sentano responsabilizzate, abbiano anche la libertà di sbagliare e vivano in un contesto in cui si sentano parte di dare risposte nuove a questi bisogni che stanno cambiando. Faremo un forte investimento anche in termini di formazione - assicura - ma abbiamo bisogno dell'energia, della curiosità e della creatività di ciascuno di noi".
La cerimonia giovedì 4 dicembre nell'Aula Magna dell'ateneo...
La testimonianza di Simona Deiana, vittima di stupro 33 anni fa...
La donna ha una prognosi di 21 giorni...
Studenti e studiosi da tutta Europa in un workshop in Sardegna... 
"Manuela era una donna forte, solare, determinata che è stata barbaramente uccisa, strappata ai suoi affetti più cari per mano del padre di suo figlio, Gianluca Molinaro, un uomo vittima di sé stesso e delle sue ossessioni patologiche, vittima del più brutale arcaico e ancestrale modello del patriarcato nella relazione uomo-donna, frutto di stereotipi che Molinaro ha interpretato nel peggior modo possibile". Lo ha detto la pm Antonella Pandolfi nel corso della requisitoria davanti ai giudici della Prima Corte d’Assise di Roma chiedendo la condanna all’ergastolo, con l’isolamento diurno per 18 mesi, per Molinaro, accusato per l’omicidio della ex compagna e madre di suo figlio, Manuela Petrangeli, uccisa con un fucile a canne mozze il 4 luglio dello scorso anno.
All’uomo, in seguito all’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, oggi presente in aula accanto alla pm, sono contestati i reati di omicidio aggravato dalla premeditazione e dallo stalking, di detenzione abusiva di armi e in relazione a quest’ultima accusa, anche quella di ricettazione. Durante la requisitoria durata oltre due ore, la pm Pandolfi ha fatto riferimento alla data di oggi. “Il 25 novembre è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, e sento la necessità di ricordare Manuela, strappata ai suoi affetti, e la negazione della sua libertà: nessuna giustificazione può trasformarsi nel diritto di vita o di morte”.
In aula sono stati ripercorsi i messaggi con le tante offese e minacce inviate alla donna fino a poco prima del femminicidio. “Molinaro è un uomo che non è riuscito dopo tre anni e mezzo a superare la separazione, covando rabbia cieca e ossessione patologica verso la vittima. Ha pianificato in maniera fredda e lucida l’eliminazione della madre di suo figlio - ha sottolineato- Una cosa è certa: i messaggi vocali di Molinaro dicono molto più di mille testimoni. L’omicidio di Manuela non è stato un raptus ma la cronaca di una morte annunciata, un’esecuzione fredda, lucida e premeditata, lui diceva di essere una bomba a orologeria, di voler eliminare un problema e quel problema era Manuela” ha concluso la pm.

"E' necessario accelerare ciò che abbiamo detto da anni, anche grazie ai fondi del Pnrr, attuando la riforma dell'assistenza nel territorio. Ciò comporterebbe servizi più vicini ai bisogni concreti dei cittadini, portati fino alla casa del paziente. Grazie al sistema sanitario viviamo di più, ma è necessario anche vivere bene e per farlo" bisogna "garantire i servizi sanitari soprattutto alle persone più fragili che ne hanno bisogno", nel territorio dove risiedono. Lo ha detto Vasco Giannotti, presidente Forum Risk Management in sanità, in occasione della 20esima edizione dell'appuntamento annuale della sanità italiana, in corso ad Arezzo fino al 27 novembre.
"E' inoltre necessario - sottolinea Giannotti - mettere mano anche a un grande progetto di riforma, dopo tanti anni, perché il Servizio sanitario possa rispondere di più e meglio alle sfide del nostro tempo. Da questo punto di vista, chiederemo più risorse per il sistema sanitario, portando la sanità italiana alla media di quanto spendono gli altri Paesi europei. Ma chiederemo anche - aggiunge - di lavorare per un grande progetto di innovazione organizzativa e tecnologica, anche grazie alle grandi tecnologie di cui disponiamo oggi: la telemedicina e l'intelligenza artificiale. Il cuore anche del Forum, infatti, è anche premiare le aziende sanitarie che, più delle altre, si stanno dando da fare per l'utilizzo ottimale dell'Ia".

Scarlett Johansson sarà la protagonista di una nuova versione de 'L'Esorcista', uno dei film cult del 1973 della storia dell'horror. Un progetto "radicale", scrivono i media internazionali, che punta a discostarsi dalle note della pellicola originale. Ma anche dagli altri remake. L'obiettivo è portare sul grande schermo un racconto moderno e più autoriale, che si allontanerà dagli stereotipi del genere. L'aspetto horror, infatti, non sarà dato soltanto dagli effetti visivi. Ma anche, e soprattutto, dalle crepe interiori dei protagonisti.
A scriverlo e dirigerlo per Universal Pictures e Blumhouse sarà Mike Flanagan: "Scarlett Johansson è un'attrice brillante, le sue interpretazioni sono coinvolgenti e risultano sempre concrete e autentiche, sia nei film di genere che nei blockbuster. Non potrei essere più felice di averla nel cast", ha dichiarato il regista e sceneggiatore alla stampa internazionale.

"All'interno del panel di inaugurazione di questa 20esima edizione faremo una disamina dei problemi attuali della sanità e come potrebbero essere affrontati, se con una riforma strutturale del sistema sanitario o se, invece, è possibile mantenere l'attuale sistema con dei correttivi". Così Domenico Mantoan, amministratore delegato dell'ospedale Pederzoli di Peschiera del Garda e consigliere del ministro, alla XX edizione del Forum Risk Management in corso fino al 27 novembre ad Arezzo.
Per 4 giorni la sanità italiana si è data appuntamento per discutere e proporre soluzioni innovative per l'intero sistema salute. "Oggi il tema fondamentale è l'abbandono" delle cure "di 5 milioni di italiani, ma anche il tema delle liste di attesa e il finanziamento del sistema sanitario. Questi saranno i temi di discussione in questi giorni", sottolinea Mantoan.

Sono state effettuate entrambe le autopsie a Lecce nell'ambito dell'inchiesta sul caso di presunto omicidio-suicidio verificatosi nei giorni scorsi a Calimera: sia quella su Najoua Minniti, 36 anni, trovata senza vita in mare il 18 novembre scorso a Torre dell'Orso, sia quella sul figlio di 8 anni, Elia Perrone, il cui cadavere è stato scoperto, sempre lo stesso giorno, nella loro abitazione di Calimera. I risultati ufficiali degli esami medico-legali non sono ancora noti ma da, quanto si apprende, la donna sarebbe morta per annegamento e il bambino per soffocamento.
Najoua viveva separata dal compagno e padre di Elia. Il rapporto della coppia da tempo era molto conflittuale, in particolare sulla gestione del bambino. Avevano concordato davanti al tribunale ordinario una sorta di affido consensuale e condiviso.
La donna, secondo quanto denunciato dall'ex compagno, non aveva seguito il percorso di genitorialità responsabile stabilito insieme ai Servizi sociali e al Centro di salute mentale dopo che a dicembre dell'anno scorso avrebbe manifestato propositi malsani anche nei confronti del figlio.

Promuovere salute, consapevolezza e dar voce alle persone con Hiv. In occasione della Giornata mondiale contro l'Aids (1 dicembre), Gilead Sciences annuncia il lancio di 'Choose You = La scelta sei tu', la nuova campagna di sensibilizzazione rivolta alle persone che convivono con l'infezione a sostegno del benessere a lungo termine, patrocinata da 17 associazioni di pazienti. "Vivere con l'Hiv oggi non significa rinunciare alla qualità della propria vita, ma scegliere di ascoltarsi, prendersi cura di sé e guardare al futuro con fiducia. Il primo passo è parlarne con il medico e iniziare subito il trattamento, così da raggiungere il prima possibile la soppressione della carica virale e la non trasmissibilità del virus", si legge in una nota.
L'Hiv è ancora oggi una sfida sanitaria globale. Secondo i dati più recenti, si stima siano oltre 40 milioni le persone che vivono con Hiv nel mondo. In Italia le nuove diagnosi hanno registrato un trend in aumento rispetto agli anni precedenti, con 2.379 nuovi casi nel 2024, mantenendo alta l'attenzione sulla necessità di prevenzione, screening, ma anche di accesso immediato alle cure e di miglioramento della qualità di vita di chi vive con l'infezione. Oggi i progressi nel campo terapeutico hanno permesso di trasformare la gestione dell'Hiv. Grazie alle terapie antiretrovirali, le persone con questa infezione possono condurre una vita lunga e in salute, con un'aspettativa di vita equiparabile alla popolazione generale. Ma c'è ancora molto lavoro da fare per abbattere la disinformazione, lo stigma e l'autostigma che ancora circondano l'Hiv, evidenziano i promotori della campagna.
Un traguardo fondamentale - ricordano - è rappresentato dal principio scientifico di U=U (Undetectable = Untransmittable, ovvero non rilevabile = non trasmissibile), secondo il quale assumere la terapia seguendo lo schema terapeutico prescritto consente di ridurre la quantità di virus nel sangue fino a raggiungere livelli non rilevabili dai test di laboratorio, e quindi di non trasmettere l'infezione ad altri. "U=U è la dimostrazione scientifica che la terapia non è solo un salvavita, ma uno strumento potentissimo di salute pubblica e di destigmatizzazione. Le persone con carica virale stabilmente soppressa possono vivere pienamente le proprie relazioni sociali e personali, senza il timore di trasmettere il virus. Questa certezza permette alle persone con Hiv di guardare al proprio futuro con fiducia, senza rinunciare a sé stessi e alle proprie aspirazioni", afferma Viviana Rizzo, infettivologa dell'azienda ospedaliera dei Colli, ospedale Cotugno di Napoli.
Con l'aumentare dell'aspettativa di vita, le esigenze delle persone con Hiv sono cambiate. L'attenzione si è spostata sulla gestione delle comorbilità legate all'età e all'infiammazione cronica, e sul benessere psicologico, fisico ed emotivo. L'obiettivo non è più solo tenere sotto controllo il virus, ma garantire una buona qualità di vita nel lungo termine. "Oggi trattare l'Hiv significa prendersi cura della persona nella sua totalità. E' fondamentale che il dialogo medico e paziente sia continuo e aperto, non solo sulle necessità cliniche, ma anche sulle esigenze personali. Questo consente di affrontare tempestivamente qualsiasi aspetto che possa influire sull'efficacia dei trattamenti o sul benessere complessivo della persona, garantendo un percorso terapeutico su misura, capace di assicurare una buona qualità di vita e di porre sempre il paziente al centro dell'attenzione clinica", spiega Davide Moschese, infettivologo dell'Asst Fatebenefratelli Sacco di Milano.
La campagna 'Choose You = La scelta sei tu' nasce proprio da questa consapevolezza. Attraverso le storie di persone con Hiv che hanno scelto di mettere al centro i propri bisogni, sogni e obiettivi, la campagna vuole ispirare, informare e promuovere un dialogo aperto con il medico, offrendo strumenti concreti per proteggersi, stare bene e vivere una vita piena. Sul sito www.chooseyouhiv.it sono disponibili materiali informativi e i video dei protagonisti della campagna che hanno deciso di raccontarsi per ispirare con la propria storia chi vive con questa infezione.
"Io scelgo la mia famiglia. Scelgo il mio lavoro. Scelgo gli amici. Io scelgo la vita che mi sto costruendo"; "Riuscire a parlare del fatto che avessi l'Hiv con i miei amici, e non solo, mi ha piano piano liberato da questo peso. E' stato davvero, davvero liberatorio"; "Io scelgo di non avere vergogna, perché non c'è da avere vergogna. Alla fine, è un virus"; "La mia personale storia è molto legata all'associazione che ho fondato. E' stato un modo per crescere, per aiutarmi, e se è stato importante per me forse può essere importante anche per altri". Sono le dichiarazioni di Daria, Salvio, Nicoletta e Sandro, i 4 protagonisti della campagna che hanno condiviso le loro esperienze di vita, dimostrando che è possibile non solo vivere con il virus, ma scegliere di diventare protagonisti della propria storia. "'Choose You = La scelta sei tu' è una campagna globale creata insieme alle associazioni pazienti di tutto il mondo per fornire alle persone che vivono con Hiv gli strumenti informativi per affrontare con consapevolezza un percorso di miglioramento della propria qualità di vita e costruire un futuro di salute e benessere", conclude la nota.

"Chi fuma lo fa principalmente a causa della nicotina, una sostanza che provoca dipendenza. Tuttavia, i danni maggiori e le malattie derivano dalla combustione del tabacco. Il fumatore respira fumo che brucia tra 400 e 1.000 gradi, contenente oltre 70 sostanze cancerogene secondo la Iarc", Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, e "fino a 7.500 sostanze tossiche, tra cui anche il monossido di carbonio". Sono le parole di Fabio Beatrice, direttore scientifico di Mohr - Osservatorio medico della riduzione del rischio e primario emerito di Otorinolaringoiatria presso l'Asl della Città di Torino, in occasione del Congresso Sidap-Società italiana patologia da dipendenza che si è svolto nei giorni scorsi a Roma. Un evento che ha radunato esperti per un dibattito sulle dipendenze e che ha analizzato anche quella dal fumo.
"La nicotina, pur essendo altamente dipendente - sottolinea Beatrice - non è dimostrata come cancerogena, ma può aumentare la pressione arteriosa di 10mmHg e incrementare l'acidità gastrica, caratteristiche che la rendono difficile da abbandonare. Non a caso - fa notare - le terapie sostitutive a base di nicotina sono le più utilizzate al mondo per aiutare i fumatori a smettere e il loro impiego dimostra la relativa sicurezza biologica della sostanza rispetto ai danni provocati dalla combustione".
Beatrice ricorda che in Italia fumano circa 10,5 milioni di persone e i decessi correlati al fumo, principalmente dovuti ai prodotti della combustione, sono circa 90mila l'anno. "Si muore di cancro, infarto, ictus, broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) e altre malattie - spiega l'esperto - La maggior parte dei fumatori prova a smettere autonomamente, con un tasso di fallimento superiore al 70%, mentre nei centri antifumo si rivolgono meno di 10mila persone all'anno, meno dell'1% dei fumatori totali. Anche applicando integralmente le linee guida - precisa - le percentuali di chi non riesce a smettere superano quelle di chi ha successo, e i dati di cessazione spesso si fermano a 6 mesi o al massimo 2-3 anni. Troppo poco per una malattia cronica e recidivante come il tabagismo".
"La paura e gli avvertimenti shock, così come la comparsa di malattie gravi, non sono sufficienti a cambiare il comportamento dei fumatori - afferma Beatrice - Molti pazienti, anche dopo un infarto o un tumore, tornano a fumare nonostante le esperienze drammatiche". L'esperto suggerisce quindi un approccio più ampio, "educando a stili di vita corretti che comprendono la riduzione dell'alcol, una corretta alimentazione e il movimento: va valorizzata la conservazione dello stato di salute come bene primario".
Per innescare un cambio culturale, secondo Beatrice occorre il supporto dei medici. "E' necessario che ogni medico, da quello di famiglia al super specialista - osserva - si impegni attivamente nella promozione della salute e incoraggi chi fuma a cercare aiuto specialistico, aumentando così le probabilità di successo nella cessazione".
Tra le opzioni disponibili nel percorso per la dismissione del fumo, "i nuovi strumenti a rischio ridotto, come la sigaretta elettronica e il tabacco riscaldato - rimarca Beatrice - non sono sicuri e non vanno proposti ai giovani, ma possono rappresentare un valido supporto per fumatori che non riescono a smettere, riducendo significativamente i danni da combustione. La riduzione del rischio deve essere applicata in modo intelligente e consapevole - conclude - valutando vantaggi e svantaggi dei prodotti disponibili, con l'obiettivo di favorire un cambiamento verso la cessazione definitiva del fumo".

"La nicotina deve essere ridotta gradualmente. In caso contrario, l’organismo va incontro a sindrome d’astinenza e la persona tende a ricadere nel consumo di sigarette e di nicotina per evitare il malessere. L’utilizzo di presìdi quali la sigaretta elettronica", o i dispositivi a tabacco riscaldato, "che eliminano la combustione tra carta e tabacco, principale causa del cancro ai polmoni può aiutare a mettere in atto un percorso di riduzione e progressivo allontanamento dall’uso di nicotina". Così Claudio Leonardi, presidente di Sipad-Società italiana patologia da dipendenza, commenta il crescente problema della dipendenza da nicotina tra adolescenti e adulti, tra i temi al centro del X Congresso nazionale della società scientifica, tenutosi nei giorni scorsi a Roma, durante il quale sono state discusse diverse tematiche legate alle dipendenze.
"I dati mostrano come il numero complessivo dei fumatori non diminuisca e come la differenza di genere si sia quasi annullata: uomini e donne sono coinvolti in ugual misura - evidenzia Leonardi - Il ruolo del medico è fondamentale, ma il percorso di dismissione dalla dipendenza dal fumo va svolto senza terrorizzare le persone - avverte - indirizzando i fumatori verso centri specializzati e applicando strategie moderne per ridurre il consumo di nicotina e limitare i danni della combustione del tabacco".
Guardando al futuro, l'esperto osserva che "si potrebbe assistere all’uso di farmaci Glp-1, attualmente impiegati per diabete di tipo 2 e obesità che, secondo studi osservazionali, potrebbero avere applicazioni nella gestione delle dipendenze".
In corso l'intervento delle squadre di Abbanoa... Leggi Tutte le Notizie di oggi in Sardegna
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