
(Adnkronos) - Un incendio è scoppiato questa mattina poco prima delle 9 all’interno di un rimessaggio di barche in via delle Orcadi, a Ostia, sul litorale romano. Sul posto i carabinieri di Ostia e i vigili del fuoco per spegnere le fiamme che hanno raggiunto un canneto esterno al muro perimetrale del rimessaggio a causa del vento. Non ci sono feriti. Due le imbarcazioni coinvolte dalle fiamme. Sembra che il rogo sia partito da un magazzino con materiale infiammabile e vernici. Dopo una prima esplosione l'incendio si è propagato al rimessaggio. Un'alta colonna di fumo è visibile a distanza dal luogo dell'incendio.
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(Adnkronos) - I Refused, band hardcore svedese formatasi nel 1991, sono l’esempio perfetto di cosa accade quando un disco è troppo avanti per il suo tempo. Dopo un paio di album che li avevano già fatti notare nella scena underground, nel 1998 pubblicano ‘The Shape of Punk to Come’: titolo profetico, destino scritto. Indecifrabile e anarchico, ‘The Shape of Punk to Come’ è un album troppo avanti per il suo tempo, che smonta gli stilemi dell’hardcore ‘duro e puro’ per ricostruirli a modo suo: chitarre abrasive e urla di Dennis Lyxzèn si intrecciano a campionamenti elettronici, momenti ambient e persino passaggi jazz. Nei testi, un manifesto politico: anticapitalista, anticonsumista, radicalmente di sinistra. Sul palco, i Refused sono furie eleganti, in completi scuri e tagli beat anni ’60, l’opposto dell’estetica hardcore di pantaloni larghi e capelli rasati. Il risultato? Un flop clamoroso: vendite minime, tour disastroso in cantine semivuote negli Usa e scioglimento immediato.
Poi, l’imprevisto. Il disco diventa culto, vende sempre di più, e influenza un’infinità di band - da Linkin Park a Idles, da Blink-182 a Anthrax, fino a Steve Aoki e Papa Roach - entrando in ogni classifica degli album più influenti. Nel 2012, quasi 15 anni dopo, i Refused tornano a riscuotere ciò che è loro: Coachella, Primavera Sound, Download Festival e persino il Late Night Show di Jimmy Fallon. E quest’anno, dopo due nuovi album, anni di presenza fissa nei festival alternativi europei e le celebrazioni per i 25 anni del loro disco capolavoro, i Refused annunciano l’ultimo tour, dal titolo inequivocabile: Refused Are F**king Dead’.
Sulla spiaggia di Bellaria Igea Marina (Rimini), il Bay Fest ospita la loro unica e definitiva data italiana. Ad aprire la serata pensano i The Last Gang, seguiti dai The Drowns, prima dell’arrivo dei norvegesi Turbonegro - la band di death punk con la formazione guidata da Tony Sylvester, e un suono che mescola Kiss, Alice Cooper e Mötley Crüe in chiave punk e show al limite della depravazione. L’avvertenza è necessaria: ‘Possono verificarsi infortuni’ dice il cantante sul palco. E infatti il moshpit non lascia scampo. Poi, finalmente, i Refused, pronti a chiudere la loro storia italiana.
“Strano ma vero - dice Dennis ai fan - questo è l’ultimo show italiano di sempre. L’anno scorso abbiamo deciso di chiudere e fare qualcosa di nuovo. È drammatico? No, e voi non volete vedere un uomo adulto del Nord della Svezia piangere, quindi suoneremo le canzoni come una celebrazione. Non sarà qualcosa di triste. La nostra band è nata nel 1991, prima del progressive rock e dei vestiti stilosi: volevamo essere una hardcore old school band e stasera celebriamo la nostra legacy”.
La scaletta ripercorre la loro intera produzione, dai primi Ep agli ultimi due album post-reunion come ‘Elektra’, con una particolare attenzione ai classici da ‘Shape of Punk to Come’ come il brano omonimo ‘Liberation Frequency’, la schizofrenica ‘The Deadly Rhythm’, ‘Rather Be Dead’ e il manifesto politico ‘The Refused Party Program’. E poi brani più punk old school come ‘Soft’, ‘Pump the brakes’ e ‘Circle Pit’. “Sono cresciuto come un freak e un outsider - ricorda il cantante - poi ho scoperto il punk e ho trovato la mia gente”. Dennis e compagni danno tutto sul palco , saltano, corrono, il microfono vola e rotea, e quando la band attacca ‘New Noise’, il suo vero testamento sonoro, è ormai chiaro che questo concerto rappresenta non solo la fine di un capitolo per i Refused ma anche il momento solenne in cui una eredità artistica radicale viene consegnata alla storia della musica.
I Refused non hanno mai fatto mistero delle loro idee politiche e continuano a proclamarle anche ora, con la bandiera della Palestina sul palco, e gli slogan che appaiono alle loro spalle come “questo è ciò che la nostra classe politica ha deciso essere la normalità”, ma soprattutto quel ‘Free Palestine’ che proclamato da loro, chissà perché, suona molto meno di circostanza che sul palco di altre band in questi mesi. Nonostante i problemi di salute che hanno interessato l’anno scorso il cantante, colpito da un infarto, Dennis appare oggi in forma smagliante. Mentre quel mix esplosivo di hardcore, sperimentazione, ideologia politica ed estetica di rottura continua a risuonare e a generare innovazione nelle band di tutto il mondo. (di Federica Mochi)
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(Adnkronos) - Magro il bilancio dei primi 100 giorni di Friedrich Merz, il Cancelliere tedesco che si è insediato con l'impegno di far ripartire la maggiore potenza economica europea dopo due anni di contrazione (i 100 giorni esatti cadranno mercoledì prossimo). E i tedeschi se ne sono accorti: il 60% di loro esprime insoddisfazione per l'operato del governo, segnala un nuovo sondaggio di Inda commissionato dalla Bild. Solo il 27% si dice soddisfatto (ai primi di giugno, un mese dopo l'insediamento del governo frutto dell'alleanza fra Cdu/Csu e Spd, il 44% non era contento dell'azione dell'Esecutivo e il 37% sì). Anche il tasso di approvazione per Merz è in calo: ora solo il 30% dei tedeschi approva il suo lavoro mentre il 59% è critico. Solo il 26% dei tedeschi ritiene che il Cancelliere stia facendo un lavoro migliore di Olaf Scholz, il 41% non vede nessuna differenza e il 27% pensa che stia facendo peggio.
L'economista Veronika Grimm, che siede nel Consiglio degli esperti economici - cinque economisti nominati dal Presidente incaricati di valutare e consigliare le politiche economiche del governo - spiega in una intervista al gruppo editoriale Funke che, se da un lato l'economia mostra qualche segno di speranza e gli indicatori chiave sulla percezione dell'economia sono lievemente migliorati, "il governo deve ancora partorire".
Grimm critica la coalizione di governo per aver distribuito "mancette finanziarie", come l'aumento delle pensioni, sussidi sui combustibili diesel per gli agricoltori e ristori per il settore dell'ospitalità, senza un piano a lungo termine. "La Germania deve fare i suoi compiti a casa e affrontare profonde riforme. Sono stati distribuiti così tanti regali elettorali che si stanno aprendo immensi buchi di bilancio, e questo prima di una discussione degli aumenti delle tasse", ha aggiunto, sollecitando tagli per le tasse sulle imprese.
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(Adnkronos) - Primo trofeo della nuova stagione in Inghilterra. Oggi, domenica 10 agosto, Liverpool e Crystal Palace si sfidano, ovviamente a Wembley, nel prestigioso Community Shield, l'equivalente della nostra Supercoppa italiana. La sfida infatti mette di fronte i Reds, vincitori dell'ultima Premier League, e le Eagles, che a sopresa hanno trionfato in FA Cup battendo in finale il Manchester City di Guardiola.
La sfida tra Liverpool e Crystal Palace è in programma oggi, domenica 10 agosto, alle 16 ora italiana. Ecco le probabili formazioni:
Crystal Palace (3-4-2-1): Henderson; Richards, Lacroix, Guehi; Munoz, Hughes, Wharton, Sosa; Eze, Sarr; Mateta. All. Glasner
Liverpool (4-2-3-1): Alisson; Frimpong, Gomez, Van Dijk, Robertson; Gravenberch, Jones; Salah, Szoboszlai, Wirtz; Ekitike. All. Slot
Crystal Palace-Liverpool non sarà trasmessa in diretta televisiva da nessuna emittente in Italia. Il match non sarà visibile nemmeno in streaming.
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(Adnkronos) - Una nuova ondata di calore investe tutta Italia, con l'estate che torna rovente in vista di Ferragosto. Attese quindi temperature ben oltre le medie climatiche in questa nuova fase anomala, che riporta sulla Penisola caldo record, afa e notti infuocate. Sono queste le previsioni meteo degli esperti per la giornata di oggi, domenica 10 agosto, e per i giorni a venire.
Antonio Sanò, fondatore del sito iLMeteo.it, conferma la fase meteo climatica anomala, l’ennesima di questa stagione estiva, innescata dall’anticiclone subtropicale di origine africana denominato Caronte. Il nome deriva dalla mitologia greca: Caronte era infatti il traghettatore delle anime nell'aldilà, colui che le conduceva attraverso i fiumi infernali, e la scelta di questo appellativo è legata alla sua funzione di "traghettare" le persone dal caldo "normale" verso un caldo estremo.
Nel dettaglio, già da oggi, oltre all’estrema stabilità atmosferica con tanto sole su tutta l’Italia, sono previste temperature roventi in particolare sulle pianure del Nord ed in Toscana. Le città più calde saranno Firenze, Prato, Parma, Reggio Emilia e Mantova dove si potranno toccare punte massime fino a 39-40°C. L’anticiclone africano farà sentire la sua potenza anche sul resto del Paese con valori diffusamente oltre i 36°C durante le ore pomeridiane.
Attenzione poi alle notti tropicali che da domenica e per buona parte della prossima settimana interesseranno molte delle nostre città, dalle pianure alle coste. Si tratta di un indicatore climatico che identifica le notti con temperatura minima maggiore di 20°C. È un valore internazionale definito dall'Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO) e serve per monitorare i cambiamenti climatici in atto. Infatti, come conferma l’ultimo Rapporto sul clima del XXI secolo de iLMeteo.it, negli ultimi decenni stiamo assistendo a un numero sempre più crescente di queste notti, a sottolineare il processo di riscaldamento climatico che interessa anche il nostro Paese.
Questa fase rovente ci terrà compagnia almeno fino a Ferragosto con tanto sole e temperature ben oltre i 35-36°C in molte delle nostre città; le uniche precipitazioni saranno relegate alle zone montuose (specie martedì 12 e mercoledì 13). Solamente verso l’ultima decade del mese l’anticiclone africano Caronte potrebbe perdere potenza.
Domenica 10. Al Nord: sole e molto caldo. Al Centro: sole e caldo torrido nelle zone interne, afoso lungo le coste. Al Sud: sole e caldo torrido nelle zone interne, afoso lungo le coste.
Lunedì 11. Al Nord: sole e molto caldo; qualche temporale isolato sulle Alpi. Al Centro: sole e molto caldo. Al Sud: sole e caldo torrido nelle zone interne, afoso lungo le coste.
Martedì 12. Al Nord: sole, caldo ed afa in ulteriore aumento. Locali temporali sulle Alpi. Al Centro: sole e caldo in ulteriore aumento. Al Sud: sole, caldo ed afa in ulteriore aumento.
Tendenza: anticiclone africano su tutta l’Italia almeno fino a Ferragosto con massime tra 35 e 40°C.
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(Adnkronos) - La Juventus scende in campo in amichevole. La squadra bianconera sfida oggi, domenica 10 agosto, il Borussia Dortmund al Signal Iduna Park di Dortmund in uno degli ultimi test prima dell'inizio del campionato, fissato per il weekend del 24 agosto. Tudor si aspetta indicazioni importanti dalla sua squadra, dopo aver pareggiato con la Reggiana nell'unica altra amichevole di questa preparazione estiva, iniziata in ritardo per il Mondiale per Club, dove la Juventus è stata eliminata agli ottavi di finale dal Real Madrid.
La sfida tra Borussia Dortmund e Juventus è in programma oggi, domenica 10 agosto, alle ore 17.30. Ecco le probabili formazioni:
Borussia Dortmund (3-4-3): Kobel; Mané, Anton, Bensebaini; Ryerson, Gross, Sabitzer, Svensson; Beier, Guirassy, Bellingham. All. Kovac
Juventus (3-4-2-1): Di Gregorio; Kalulu, Bremer, Kelly; Joao Mario, Locatelli, Thuram, Cambiaso; Conceicao, Yildiz; David. All. Tudor
Borussia Dortmund-Juventus sarà trasmessa indiretta televisiva e in esclusiva da Dazn, visibile tramite smart tv, ma potrà essere seguita anche in chiaro, ma in differita, sul NOVE alle 21.30. Il match sarà disponibile anche in streaming sulla piattaforma di Dazn e sul sito web del NOVE.
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(Adnkronos) - Torna in campo il Milan. La squadra rossonera affronta oggi, domenica 10 agosto, il Chelsea a Stamford Bridge in un'amichevole di lusso, l'ultima prima dell'esordio stagionale, fissato per il 17 agosto in Coppa Italia contro il Bari, sfida che precederà la prima giornata di campionato, in programma il weekend del 24 agosto.
Dopo la tournée asiatica e in Oceania, il 'nuovo' Milan di Allegri si è spostato quindi in Inghilterra, dove ieri ha affrontato il Leeds prima di volare a Londra per sfidare i Blues, vincitori dell'ultima Conference League e del Mondiale per Club.
La sfida tra Chelsea e Milan è in programma oggi, domenica 10 agosto, alle ore 16 allo stadio Stamford Bridge di Londra. Ecco le probabili formazioni:
Chelsea (4-2-3-1): Sanchez; Malo Gusto, Chalobah, Colwill, Cucurella; James, Caicedo; Palmer, Fernandez, Pedro Neto; Joao Pedro. All. Maresca
Milan (3-5-2): Maignan; Tomori, Gabbia, Pavlovic; Jimenez, Loftus-Cheek, Modric, Jashari, Bartesaghi; Okafor, Leao. All. Allegri
Chelsea-Milan sarà trasmessa indiretta televisiva e in esclusiva su Dazn, visibile tramite smart tv. Il match sarà disponibile anche in chiaro, ma in differita, sul NOVE a partire dalle 21.30, mentre in streaming si potrà seguire sulla piattaforma di Dazn e sul sito web del NOVE.
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(Adnkronos) - C’è chi a sessant’anni spegne le candeline, e chi ci balla sopra. Lorella Cuccarini appartiene decisamente alla seconda categoria. Nata sotto i riflettori e cresciuta tra lustrini, sigle cult e standing ovation, oggi è ancora lì: a dettare il ritmo, senza perdere un passo. La “Cucca Nazionale” è molto più di una showgirl: è un pezzo vivo di spettacolo italiano.
Classe 1965, nata a Roma il 10 agosto da papà Vero e da mamma Maria. All’età di 9 anni inizia a muovere i primi passi di danza nella scuola di Enzo Paolo Turchi, che all’epoca era già un famoso ballerino del piccolo schermo. Nel 1978, a 12 anni, fa la sua prima apparizione televisiva in una puntata del varietà del sabato sera 'Ma che sera', condotto da Raffaella Carrà, in cui Turchi era primo ballerino. Nell’85 debutta sul piccolo schermo entrando nel cuore del pubblico con 'Fantastico 6' accanto a Pippo Baudo. E quella giovanissima ragazza romana, allora sconosciuta, dalle gambe lunghissime, bionda, dalla pelle bianca e occhi azzurri diventa in breve tempo un’icona pop nazionale. In questa edizione regala al pubblico una vera hit, la prima di una lunga serie: “Sugar Sugar’. “Verso il blu, respirando noi/Aria pulita, voglia di vita/Verso il blu, galleggiando noi/Oh Sugar Sugar, sono dove vuoi”, canta Lorella mentre balla la coreografia, anche questa diventata cult. Il successo ottenuto, la conferma nel cast di 'Fantastico 7' e gli spettatori cantano e ballano con lei sulle note di 'Tutto matto' e 'L'amore è'.
Nel 1987 segue Pippo Baudo a Fininvest (diventata poi Mediaset nel 1996), in cui hanno condotto il varietà del venerdì sera di Canale 5. Per lo show incide due sigle, 'Io ballero' e 'Se ti va di cantare'. Per lo show 'Odiens' canta la celebre 'La notte vola' ("Mordila la tua fantasia/Non dormire aspettando domani/Crescerà forte più di te/Questa voglia di vita fra le tue mani/E vola/Con quanto fiato in gola/Il buio ti innamora/Qualcuno ti consola/La notte vola"), ancora oggi una hit. Così come la coreografia. Negli Anni 90 conduce 'Una sera c’incontrammo', dedicato agli innamorati, che segna il sodalizio artistico con Marco Columbro. Ma anche 'Paperissima', dove resta al timone per sei stagioni. Il programma, negli anni della conduzione di Cuccarini, vince due Telegatti come 'Trasmissione dell’anno' e 'Miglior varietà'. Con Columbro guida anche due edizioni di 'Buona domenica', durante cui canta 'Liberi liberi'. Il successo del varietà è tale che Lorella vince il Telegatto come 'Personaggio televisivo femminile dell’anno'.
Nel 1993 torna per una settimana in Rai per affiancare Baudo nella conduzione del Festival di Sanremo. Nella carriera di Lorella non solo varietà: porta il suo talento anche sul palco del teatro musicale con grandi produzioni. Il debutto con 'Grease' nel 1997 insieme a Giampiero Ingrassia. Negli anni 2000 torna in Rai al timone dello show del sabato sera 'Uno di noi' con Gianni Morandi e Paola Cortellesi, nel 2003 viene nominata membro della giuria di qualità del Festival di Sanremo e nello stesso presenta il gala dei David di Donatello, gli Oscar del cinema italiano, con Massimo Ghini e con Columbro 'Scommettiamo che…?'. Quest’ultimo, un flop che compromette la sua presenza nei palinsesti.
Resta in Rai, ma come attrice. È nel cast di 'Amiche' con Claudia Koll, Vittoria Belvedere, Barbara De Rossi e Maria Amelia Monti e 'Lo zio d'America 2', al fianco di Christian De Sica, Eleonora Giorgi, Francesca Reggiani, Myriam Catania e Davide Rossi, con la regia di Rossella Izzo. Nel frattempo, porta in teatro il musical ‘Sweet Charity’ con Cesare Bocci. Nel 2007 abbandona ‘Mamma Rai’ per tornare a Mediaset. Conduce 'La sai l’ultima?' con Massimo Boldi, ma gli ascolti bassi portano alla chiusura. Nel 2009 sbarca su Sky per condurre il talent show 'Vuoi ballare con me?'. Successivamente torna in teatro con il musical 'Il pianeta proibito', che porta anche sul palco di Sanremo condotto da Antonella Clerici. Nel 2014 il musical ‘Rapunzel’, tratto dall’omonimo film Disney, in cui per la prima volta interpreta un’antagonista.
Nel 2015 Maria De Filippi la chiama all’appello come giudice d’eccezione nella 14esima edizione del talent ‘Amici’. E nel 2020 entra nella scuola del talent show come insegnante di danza, e dall’edizione successiva passa al canto. Prima del successo riscosso nel programma di ‘Queen Mary’, nel 2016 è protagonista dello show-evento ‘Nemicamatissima’ in cui è affiancata da Heather Parisi, con la quale lavora insieme per la prima volta nel 1985 in ‘Fantastico 6’. Tra le due non c’è mai stato un grande affiatamento. E lo dimostrano i dissapori dopo ‘Nemicamatissima’. Parisi sostiene che nel programma – un momento idilliaco per ‘quelli degli Anni 80’ – ci fosse un trattamento impari a suo discapito. Passano gli anni, ma Lorella è sempre di moda. Anche grazie al suo ruolo di insegnate di canto ad ‘Amici’: duetta nel singolo natalizio ‘Un pacco per te’ con Il Pagante e con Cristina D’Avena in ‘Magica Doremì’ nell’album realizzato per i 40 anni di carriera della cantante bolognese.
Nel 2023 torna al Festival di Sanremo nella serata dei duetti. Canta con Olly – in quell’anno in gara con ‘Polvere’ – una nuova versione de ‘La notte vola’. E l’anno successivo, il 2024, co-conduce la quarta serata con Amadeus. Cuccarini quest’anno taglia il traguardo dei 40 anni di carriera e continua ancora a far ballare l’Italia intera. Perché la notte vola, ma Lorella no. L’estate 2025, infatti, è all’insegna del ‘Cha Cha Twist!’, tormentone estivo che canta in duetto con Riki. La ‘Lorella-mania’ conquista anche Beyoncé che per la sua performance live di ‘Run the world (Girls)’ ai Billboard Awards del 2011 si è ispirata a Cuccarini. Inoltre, viene interpretata da Daniela Marzulli nell’ultimo episodio della serie tv Sky ‘1992’.
Nella vita privata è sposata dal 1991 con Silvio Capitta, conosciuto anche con lo pseudonimo di Silvio Testi, produttore discografico e televisivo. Dal matrimonio sono nati quattro figli. Sessant’anni della "Cucca" e una carriera che continua a sorprendere, tra tv, musical e nuove sfide. Inarrestabile, proprio come le note delle sue sigle. (di Lucrezia Leombruni)
Leggi tutto: Lorella Cuccarini, i 60 anni dell'icona pop che ancora fa ballare l'Italia

(Adnkronos) - Due anni fa, il 10 agosto 2023, moriva Michela Murgia. Aveva 51 anni e un tumore renale al quarto stadio. Oggi la scrittrice continua a essere ricordata attraverso i suoi lavori. Solo due mesi fa Einaudi ha pubblicato 'Anna della pioggia', una scelta ragionata dei suoi racconti ritrovati, insieme ad alcuni più noti; mentre a settembre 'Tre ciotole', film tratto dall'omonimo libro di Michela Murgia, verrà presentato in anteprima mondiale al TIFF - Toronto International Film Festival.
Nata a Cabras in provincia di Oristano, il 3 giugno del 1972, aveva fatto moltissimi lavori prima di diventare scrittrice. Era stata insegnante di religione, poi portiera di notte e venditrice di multiproprietà, consulente fiscale, dirigente in una centrale termoelettrica e impiegata nel mondo dei call center e del marketing telefonici. È proprio quest'ultimo contesto che decise di raccontare nel suo primo libro, intitolato 'Il mondo deve sapere', scritto sotto forma di diario e inizialmente pensato come blog, pubblicato nel 2006 con il sottotitolo 'romanzo tragicomico di una telefonista precaria'. Ne venne tratta la sceneggiatura del film 'Tutta la vita davanti' con Sabrina Ferilli, Isabella Ragonese, Elio Germano, Valerio Mastandrea e Massimo Ghini diretti nel 2008 da Paolo Virzì.
Del 2009 è il suo libro più iconico, 'Accabadora', uscito per Einaudi e poi tradotto in diverse lingue. Il titolo evoca la figura sarda, arcaica o leggendaria, di colei che dà la morte alle persone in fin di vita per una sorta di pietosa proto-eutanasia; romanzo che le consegnò la vittoria ai prestigiosi premi letterari Campiello e Mondello. Del 2017 è il suo contributo per la pubblicazione di 'L'ho uccisa perché l'amavo: falso!' sul tema del femminicidio.
L'impegno pubblico partì invece dall'Azione Cattolica e proseguì prima con il sostegno ai movimenti indipendentisti sardi che la candidarono a presidente della Sardegna, ottenendo poco più del 10% dei consensi elettorali alle elezioni regionali del 2014; poi con la Sinistra e la lista formata da Si, Rifondazione comunista e l'Altra Europa che alle elezioni europee non raggiunse il 2% dei voti.
Nei suoi ultimi mesi, grande attenzione venne data alla sua vita privata. Prima annunciò di essere stata colpita da un tumore giunto al quarto stadio e che aveva dunque una breve prospettiva di vita, poi rese pubblica la decisione presa di sposarsi 'in articulo mortis' in seconde nozze con il regista Lorenzo Terenzi, pur non credendo nel valore del matrimonio ma per garantire alla sua famiglia queer 'allargata' quel che lo Stato ancora non garantisce per legge, definendo le sue nozze "un atto politico".
Non ha mai avuto figli naturali, ma quattro figli d'anima (fillus de anima in sardo), secondo un'espressione da lei usata nelle sue opere: Raphael Luis Truchet, Francesco Leone, Riccardo Turrisi e Alessandro Giammei.
Leggi tutto: I libri, il matrimonio 'politico', l'addio: due anni fa moriva Michela Murgia

(Adnkronos) - Due anni fa, il 10 agosto 2023, moriva Michela Murgia. Aveva 51 anni e un tumore renale al quarto stadio. Oggi la scrittrice continua a essere ricordata attraverso i suoi lavori. Solo due mesi fa Einaudi ha pubblicato 'Anna della pioggia', una scelta ragionata dei suoi racconti ritrovati, insieme ad alcuni più noti; mentre a settembre 'Tre ciotole', film tratto dall'omonimo libro di Michela Murgia, verrà presentato in anteprima mondiale al TIFF - Toronto International Film Festival.
Nata a Cabras in provincia di Oristano, il 3 giugno del 1972, aveva fatto moltissimi lavori prima di diventare scrittrice. Era stata insegnante di religione, poi portiera di notte e venditrice di multiproprietà, consulente fiscale, dirigente in una centrale termoelettrica e impiegata nel mondo dei call center e del marketing telefonici. È proprio quest'ultimo contesto che decise di raccontare nel suo primo libro, intitolato 'Il mondo deve sapere', scritto sotto forma di diario e inizialmente pensato come blog, pubblicato nel 2006 con il sottotitolo 'romanzo tragicomico di una telefonista precaria'. Ne venne tratta la sceneggiatura del film 'Tutta la vita davanti' con Sabrina Ferilli, Isabella Ragonese, Elio Germano, Valerio Mastandrea e Massimo Ghini diretti nel 2008 da Paolo Virzì.
Del 2009 è il suo libro più iconico, 'Accabadora', uscito per Einaudi e poi tradotto in diverse lingue. Il titolo evoca la figura sarda, arcaica o leggendaria, di colei che dà la morte alle persone in fin di vita per una sorta di pietosa proto-eutanasia; romanzo che le consegnò la vittoria ai prestigiosi premi letterari Campiello e Mondello. Del 2017 è il suo contributo per la pubblicazione di 'L'ho uccisa perché l'amavo: falso!' sul tema del femminicidio.
L'impegno pubblico partì invece dall'Azione Cattolica e proseguì prima con il sostegno ai movimenti indipendentisti sardi che la candidarono a presidente della Sardegna, ottenendo poco più del 10% dei consensi elettorali alle elezioni regionali del 2014; poi con la Sinistra e la lista formata da Si, Rifondazione comunista e l'Altra Europa che alle elezioni europee non raggiunse il 2% dei voti.
Nei suoi ultimi mesi, grande attenzione venne data alla sua vita privata. Prima annunciò di essere stata colpita da un tumore giunto al quarto stadio e che aveva dunque una breve prospettiva di vita, poi rese pubblica la decisione presa di sposarsi 'in articulo mortis' in seconde nozze con il regista Lorenzo Terenzi, pur non credendo nel valore del matrimonio ma per garantire alla sua famiglia queer 'allargata' quel che lo Stato ancora non garantisce per legge, definendo le sue nozze "un atto politico".
Non ha mai avuto figli naturali, ma quattro figli d'anima (fillus de anima in sardo), secondo un'espressione da lei usata nelle sue opere: Raphael Luis Truchet, Francesco Leone, Riccardo Turrisi e Alessandro Giammei.
Leggi tutto: Dai libri al matrimonio 'politico' e all'addio, due anni fa moriva Michela Murgia

(Adnkronos) - Venerdì 15 agosto, in Alaska. Qui, stando agli annunci, si incontreranno Donald Trump e Vladimir Putin per tentare di porre fine al conflitto in Ucraina, innescato dall'invasione russa su vasta scala avviata il 24 febbraio del 2022. Ma, almeno al momento, non si sa ancora dove si terranno esattamente i colloqui.
Funzionari della Casa Bianca, scrive il New York Times, non hanno voluto fornire dettagli, né sul luogo esatto dell'incontro, né sul motivo esatto per cui Trump abbia deciso di scegliere l'Alaska per il faccia a faccia con Putin, il primo dal giugno del 2019, quando si videro in occasione del G20 di Osaka. L'Alaska è comunque lo stato americano più vicino alla Russia.
"Sembra abbastanza logico che la nostra delegazione debba semplicemente sorvolare lo Stretto di Bering", ha commentato il consigliere per la politica estera del Cremlino, Yuri Ushakov, in dichiarazioni riportate dall'agenzia russa Tass.
"Trump ha scelto di ospitare Putin in una parte dell'ex impero russo". Michael McFaul, ex ambasciatore degli Stati Uniti a Mosca e ora professore di scienze politiche alla Stanford University, ricorda intanto la storia dello stato americano, che Washington acquistò dalla Russia nel 1867 per 7,2 milioni di dollari, e risponde così agli interrogativi di quanti si chiedono perché il presidente americano abbia scelto proprio l'Alaska per ospitare il presidente russo.
"L'unico posto migliore per Putin rispetto all'Alaska sarebbe stato Mosca - commenta con sarcasmo John Bolton, ex consigliere per la Sicurezza nazionale durante il primo mandato di Trump - Quindi ritengo che la configurazione iniziale sia una grande vittoria per Putin". E poi: "Non è grave quanto l'invito di Trump ai talebani a Camp David per discutere dei negoziati di pace in Afghanistan. Ma sicuramente ricorda quella situazione".
Il fatto è, ricordano alcuni analisti, che i nazionalisti russi ancora vorrebbero che la Russia si riappropriasse dell'Alaska. "Chissà se il presidente sa che questi sostengono che la perdita dell'Alaska, come quella dell'Ucraina, è stata una fregatura" per Mosca. "Trump che invita il criminale di guerra Putin in America è già abbastanza nauseante, ma ospitarlo in Alaska, mentre i propagandisti di Putin la rivendicano regolarmente alla tv di Stato, è davvero troppo", ha scritto su X Julia Davis, editorialista del Daily Beast esperta di Russia, postando una serie di clip e screenshot di commentatori russi pro-Putin che suggeriscono che l'Alaska dovrebbe tornare a far parte del loro Paese.
"Speriamo - ha fatto eco il commentatore politico David Frum - che Putin non chieda di riprendersi l'Alaksa come souvenir o Trump potrebbe dargli anche quello".
Annessa dall'impero russo alla fine del 1700, l'Alaska - che, con un territorio di oltre 1,7 milioni di kmq, è il più grande stato americano, ma con un popolazione di poco superiore ai 700mila abitanti - venne acquistata dagli Stati Uniti il 30 marzo del 1867, con il cosiddetto 'Alaska Purchase', per 7,2 milioni di dollari (circa 6,1 milioni di euro), l'equivalente di una cifra compresa oggi tra i 129 ed i 153,5 milioni.
Resta intanto l'incognita su una eventuale partecipazione del leader di Kiev all'incontro. Tuttavia, ha spiegato una fonte della Casa Bianca alla Cbs, sarebbe ancora possibile che Zelensky venga "coinvolto in qualche modo" nel faccia a faccia. Quale sia, però, resta ancora un mistero. Secondo Nbc, la Casa Bianca starebbe infatti valutando la possibilità di invitare in leader ucraino al vertice, hanno detto un funzionario dell'amministrazione e tre persone al corrente delle discussioni, precisando che non c'è ancora alcuna decisione e che non è chiaro se il presidente ucraino deciderà alla fine di andare. "Tutti sperano che possa succedere", ha detto il funzionario, secondo cui Trump "resta aperto a un summit trilaterale con entrambi i leader", ma "al momento la Casa Bianca è concentrata sulla preparazione del vertice bilaterale chiesto da Putin".
Ad ogni modo, quello annunciato per venerdì in Alaska sarà il primo faccia a faccia tra presidenti di Stati Uniti e Russia dall'incontro del giugno 2021 tra Joe Biden e Putin a Ginevra. Ad Anchorage, in Alaska, quasi a metà strada tra Washington e Pechino come allora sottolineava il South China Morning Post, ci furono nel 2021 i colloqui tra l'Amministrazione Biden e la Cina. Fu il primo incontro di alto livello tra le due potenze dell'era Biden.
E' stato invece all'epoca di Barack Obama, nel settembre del 2015, l'ultimo viaggio, noto, di Putin negli Usa. L'occasione era l'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Gli Stati Uniti, come la Russia, non sono membri della Corte penale internazionale che nel 2023 ha spiccato un mandato d'arresto per Putin con l'accusa di coinvolgimento nel rapimento di bambini in Ucraina durante il conflitto.

(Adnkronos) - Jasmine Paolini torna in campo. La tennista azzurra sfida oggi, domenica 10 agosto, la tennista greca Maria Sakkari, numero 65 del mondo, nel secondo turno del Wta 1000 di Cincinnati. Paolini, scivolata al nono posto del ranking, rientra dopo un ultima parte di stagione deludente, in cui è stata eliminata al secondo turno di Wimbledon, Slam in cui lo scorso anno aveva raggiunto la finale, da Kamilla Rakhimova. Proprio la russa è stata battuta al primo turno di Cincinnati da Sakkari, che si è così regalata la sfida con l'azzurra.
La sfida tra Paolini e Sakkari è in programma oggi, domenica 10 agosto, verso le 17. Le due tenniste si sono affrontate in tre precedenti in carriera, con la greca che conduce con un parziale di 2-1. L'ultima sfida risale al Wta di Madrid, dove Sakkari si impose in due set al terzo turno.
Paolini-Sakkari, come tutte le partite di Cincinnati, sarà trasmessa in diretta televisivav sui canali di Sky Sport, ma sarà visibile, come tutto il tabellone femminile, anche in chiaro su SuperTennis. Il match sarà disponibile in streaming sull'app Sky Go e su NOW, oltre che su SuperTenniX.
Leggi tutto: Paolini-Sakkari: orario, precedenti e dove vederla in tv (in chiaro)

(Adnkronos) - Nuova amichevole per l'Atalanta. La squadra bergamasca scende in campo oggi, domenica 10 agosto, contro l'Opatija, formazione croata di seconda serie, a meno di un giorno di distanza dalla sfida con il Colonia di ieri. Juric continua quindi senza sosta la propria preparazione in vista dell'inizio del campionato, fissato per il weekend del 24 agosto.
La sfida tra Atalanta e Opatija è in programmaoggi, domenica 10 agosto, alle ore 10.30. Ecco la probabile formazione della Dea:
Atalanta (3-4-2-1): Carnesecchi; Kossounou, Hien, Scalvini; Bellanova, De Roon, Ederson, Zappacosta; De Ketelaere, Pasalic; Scamacca. All. Juric
Atalanta-Opatija non sarà trasmessa in diretta televisiva da nessuna emittente. Il match però si potrà seguire live in streaming sul canale YouTube del club bergamasco.
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(Adnkronos) - Altra amichevole per il Napoli. La squadra partenopea scende in campo oggi, domenica 10 agosto, per sfidare il Sorrento, squadra che milita in Serie C, a Castel di Sangro. Dopo il test con il Girona nuova partita quindi per la formazione di Conte, a caccia di indicazioni importanti in vista dell'inizio della nuova stagione, con il campionato che partirà nel weekend del prossimo 24 agosto.
La sfida tra Napoli e Sorrento è in programmaoggi, domenica 10 agosto, alle ore 10. Ecco le probabili formazioni:
Napoli (4-3-3): Milinkovic-Savic; Zanoli, Marianucci, Juan Jesus, Mazzocchi; Vergara, Gilmour, Coli Saco; Politano, Lucca, Spinazzola. Alle. A. Conte
Sorrento (4-3-3): Del Sorbo; Vitiello, Fusco, Carillo, Colombini; Cuccurullo, Riccardi, Matera; Russo, Esposito, Scala. All. M. Conte
Napoli-Sorrento sarà trasmessa in diretta televisiva e in esclusiva sui canali SkySport. Il match sarà disponibile anche in streaming sull'app SkyGo, su NOW e su OneFootball.
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(Adnkronos) -
Dopo l'approvazione da parte del gabinetto di sicurezza israeliano del piano del governo del premier Benjamin Netanyahu per l'occupazione della Striscia di Gaza, è il giorno della riunione d'emergenza del Consiglio di Sicurezza. Appuntamento fissato alle ore 10, come riporta il calendario ufficiale del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Intanto il Segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, ha messo in guardia Israele sul rischio di "una pericolosa escalation" che "rischia di peggiorare le conseguenze già catastrofiche per milioni di palestinesi". "Il Segretario Generale è seriamente allarmato dalla decisione del governo israeliano di 'prendere il controllo di Gaza City'. Questa decisione segna una pericolosa escalation e rischia di aggravare le già catastrofiche conseguenze per milioni di palestinesi", ha dichiarato il suo portavoce in una nota.
Sempre nella giornata di oggi, si terrà anche la riunione straordinaria della Lega Araba sul tema. A riferirne è l'agenzia palestinese Wafa. Si tratterà - secondo quanto reso noto dal rappresentante permanente palestinese, Muhannad Al-Aklouk, citato dall'agenzia - di una riunione del Consiglio della Lega Araba a livello di rappresentanti permanenti su richiesta dei palestinesi.
Intanto continua ad aumentare l'ondata di condanne internazionali alla decisione di Israele di lanciare un'ulteriore azione militare su larga scala sulla striscia di Gaza, piano che prevede di procedere al disarmo di Hamas con la liberazione dei circa 50 ostaggi ancora prigionieri.
In particolare i ministri degli Esteri di Italia, Australia, Germania, Nuova Zelanda e Regno Unito hanno respinto "con forza" la decisione del Gabinetto di Sicurezza israeliano dell’8 agosto scorso perché aggraverebbe "la catastrofica situazione umanitaria, metterà in pericolo la vita degli ostaggi e aumenterà il rischio di un esodo di massa dei civili". I piani in questo senso "rischiano di violare il diritto internazionale umanitario. Qualsiasi tentativo di annessione o espansione degli insediamenti viola il diritto internazionale", si legge nel testo della Dichiarazione.
"Esortiamo le parti e la comunità internazionale a compiere ogni sforzo per porre finalmente termine a questo terribile conflitto ora, attraverso un cessate il fuoco immediato e permanente che consenta la fornitura di un’assistenza umanitaria massiccia, immediata e senza ostacoli, poiché a Gaza si sta verificando lo scenario peggiore, quello di una carestia. Hamas deve rilasciare tutti gli ostaggi senza ulteriori ritardi o precondizioni e deve garantire che questi vengano trattati in modo umano e non siano soggetti a crudeltà e umiliazioni", spiegano i ministri di Australia, Germania, Italia, Nuova Zelanda e Regno Unito nella dichiarazione congiunta che hanno sottoscritto.
"La situazione umanitaria a Gaza rimane catastrofica. Chiediamo al Governo israeliano - si legge ancora - di trovare con urgenza soluzioni per modificare il suo recente sistema di registrazione delle organizzazioni umanitarie internazionali, al fine di garantire che questi attori fondamentali per l’aiuto umanitario possano continuare il loro lavoro essenziale, in linea con i principi umanitari, per raggiungere i civili bisognosi a Gaza. La loro esclusione sarebbe un segnale grave".
"Siamo uniti nel nostro impegno a favore dell’attuazione di una soluzione a due Stati negoziata, quale unico modo per garantire che israeliani e palestinesi possano vivere fianco a fianco in pace, sicurezza e dignità. Una risoluzione politica basata su una soluzione negoziata a due Stati richiede la totale smilitarizzazione di Hamas e la sua completa esclusione da qualsiasi forma di governo nella Striscia di Gaza, dove l’Autorità Palestinese deve avere un ruolo centrale", conclude la Dichiarazione congiunta.Condanne al piano anche da 20 paesi arabi e musulmani, che parlano di una "pericolosa escalation". I paesi, tra cui Egitto, Arabia Saudita e Turchia, hanno affermato che il piano costituisce "una evidente violazione del diritto internazionale e un tentativo di consolidare l'occupazione illegale e imporre il fatto compiuto in violazione della legittimità internazionale".
Decine di migliaia di persone hanno intanto manifestato ieri a Tel Aviv, in quella che è stata rinominata 'Piazza degli Ostaggi' dall'attacco del 7 ottobre 2023, reclamando la cessazione delle ostilità a Gaza. I manifestanti hanno esposto striscioni e fotografie degli ostaggi ancora trattenuti nel territorio palestinese, sollecitando il governo ad assicurarne il rilascio. Nessuna cifra ufficiale sul numero di presenti, ma la partecipazione ha ampiamente superato quella di precedenti manifestazioni contro la guerra.
Durante la protesta, Shahar Mor Zahiro, parente di un ostaggio ucciso, ha spiegato all'Afp che "ci rivolgiamo direttamente al primo ministro Benjamin Netanyahu: se invaderete parti di Gaza e gli ostaggi verranno uccisi, vi inseguiremo nelle piazze, duramte le campagne elettorali e in ogni tempo e luogo".
Venerdì scorso, il gabinetto di sicurezza di Netanyahu ha approvato un'ampia operazione militare per la conquista di Gaza City, generando critiche interne. Nonostante le opposizioni e le voci di dissenso all'interno dell'establishment militare israeliano, Netanyahu ha tuttavia mantenuto la sua posizione.
Il premier ha affrontato proteste ricorrenti durante i mesi di conflitto, con numerose manifestazioni che chiedevano al governo di negoziare una soluzione, in linea con precedenti tregue che hanno visto lo scambio di ostaggi con prigionieri palestinesi detenuti in Israele.

(Adnkronos) - In attesa dell'incontro di Ferragosto tra Trump e Putin, fissato in Alaska come annunciato venerdì notte dal tycoon e poi confermato dal Cremlino, Ucraina ed Europa si incontrano ancora una volta e rilanciano con una controproposta alle condizioni dello 'zar' per mettere fine alla guerra contro Kiev.
E i punti chiave sono chiari: no alla cessione di territori in cambio di un cessate il fuoco, sì alla tregua come base di partenza necessaria. Una vera e propria 'linea rossa' condivisa tra Kiev e Ue, spiega il Wsj, da far valere per qualsiasi possibile trattativa con la Russia.
Dopo la riunione fiume nel Regno Unito, in serata ecco quindi arrivare anche il messaggio di Volodymyr Zelensky al presidente Usa: "Non ho sentito alcun partner esprimere dubbi sulla capacità dell'America di garantire la fine della guerra. Il presidente degli Stati Uniti ha le leve e la determinazione necessarie. L'Ucraina ha sostenuto tutte le proposte del presidente Trump, a partire da febbraio", le parole di Zelensky su X, secondo cui tuttavia "ciò di cui abbiamo bisogno ora non è una pausa nelle uccisioni, ma una pace vera e duratura. Non un cessate il fuoco in un futuro prossimo, tra qualche mese, ma immediatamente. Il presidente Trump me l'ha detto e io lo sostengo pienamente".
Nella notte arriva poi il messaggio congiunto di Meloni e degli altri leader europei a Trump e Putin. "Restiamo fedeli al principio secondo cui i confini internazionali non devono essere modificati con la forza. L'attuale linea del fronte dovrebbe essere il punto di partenza dei negoziati", dicono i leader, che tornano a ribadire l'appoggio a Kiev e la condanna alla Russia, responsabile dell'invasione.
Intanto, se la pianificazione del vertice fra Putin e Trump "rimane fluida", resta invece l'incognita su una eventuale partecipazione del leader di Kiev all'incontro. Tuttavia, ha spiegato una fonte della Casa Bianca alla Cbs, sarebbe ancora possibile che Zelensky venga "coinvolto in qualche modo" nel faccia a faccia. Quale sia, però, resta ancora un mistero.
Secondo Nbc, la Casa Bianca starebbe valutando la possibilità di invitare in leader ucraino al vertice, hanno detto un funzionario dell'amministrazione e tre persone al corrente delle discussioni, precisando che non c'è ancora alcuna decisione e che non è chiaro se il presidente ucraino deciderà alla fine di andare. "Tutti sperano che possa succedere", ha detto il funzionario, secondo cui Trump "resta aperto a un summit trilaterale con entrambi i leader", ma "al momento la Casa Bianca è concentrata sulla preparazione del vertice bilaterale chiesto da Putin".
Secondo quanto rivelato dal Wall Steet Journal, la "controproposta" al piano di Putin per un cessate il fuoco nelle intenzioni dovrebbe diventare il quadro di riferimento per andare avanti verso la fine del conflitto innescato dall'invasione russa su vasta scala dell'Ucraina.
Stando al giornale, la "controproposta" sottoposta al vice presidente Usa Vance nel corso della riunione fiume di ieri nel Regno Unito, prevede la richiesta di un cessate il fuoco prima di tutto, oltre a indicare che qualsiasi scambio di territorio deve avvenire in modo reciproco. Ossia se l'Ucraina dovesse ritirarsi da alcune regioni, la Russia dovrebbe ritirarsi da altre.
Il piano stabilisce anche che qualsiasi concessione territoriale da parte di Kiev debba essere tutelata con garanzie di sicurezza solide, come la potenziale adesione alla Nato per l'Ucraina. "Non si può avviare un processo cedendo territorio nel mezzo dei combattimenti", è l'osservazione di un negoziatore europeo.
Secondo le fonti citate dal Wsj, Putin avrebbe inizialmente detto di accettare un cessate il fuoco in cambio della consegna da parte dell'Ucraina di circa un terzo del Donetsk sotto il controllo di Kiev. La linea del fronte verrebbe così congelata altrove, anche nelle regioni di Zaporizhzhia e Kherson che la Russia rivendica.
Funzionari europei informati sugli esiti dell'incontro di mercoledì con Witkoff hanno tuttavia osservato come Putin non abbia ribadito la posizione iniziale, più intransigente, sull'Ucraina smilitarizzata, sul cambio di governo e la cessioni di Zaporizhzhia e Kherson (i cui capoluoghi sono controllati da Kiev) alla Russia. Regioni annesse nel 2022 dalla Russia con il Donetsk e il Luhansk.
Lo stesso tycoon durante la call con alcuni leader europei e Zelensky, dopo l'incontro tra Putin e Witkoff, aveva lasciato intendere che Mosca sarebbe stata pronta a ritirarsi da Zaporizhzhia e Kherson in cambio del pieno controllo del Donetsk, ma era stato poi 'corretto' da Witkoff. Il giorno successivo l'inviato del presidente, in una call con gli interlocutori europei, sembrava quindi indicare che la Russia si sarebbe ritirata e avrebbe congelato la linea del fronte.
Così, ricostruisce ancora il Wsj, venerdì i funzionari europei avrebbero chiesto un terzo colloquio con Witkoff per chiarire la "confusione crescente" su ciò che Putin avesse realmente proposto. L'inviato di Trump avrebbe così chiarito l'unica offerta sul tavolo: il ritiro unilaterale dell'Ucraina dal Donetsk in cambio di un cessate il fuoco. Una volta che il piano di Putin è stato chiaro, sarebbe quindi stato subito bocciato dal leader ucraino e dai funzionari europei coinvolti nei colloqui.
Del resto la posizione dell'Ucraina, che "non cederà la sua terra" alla Russia, non è una novità che potrebbe stupire la controparte. E ancora una volta, subito dopo l'annuncio del faccia a faccia in Alaska, Zelensky era tornato a ribadire il concetto sui social.
"La risposta alla questione territoriale ucraina è già nella Costituzione ucraina, e non potrà discostarsi da essa. Gli ucraini non cederanno la loro terra all'occupante", aveva detto Zelensky, ribadendo che "siamo pronti a collaborare con il presidente Trump, insieme a tutti i partner, per una pace reale e, soprattutto, duratura che non crolli a causa della volontà di Mosca. Questa è la nostra terra, noi siamo l'Ucraina". Il presidente ucraino aveva poi sottolineato che "non ci potrà essere nessuna decisione di pace senza il coinvolgimento di Kiev".
Intanto, dalla lunga riunione di ieri nel Kent ospitata dal ministro degli Esteri britannico David Lammy e dal vice presidente degli Stati Uniti Jd Vance con funzionari europei e ucraini è emersa anzitutto "la volontà degli europei di costruire un percorso comune insieme agli Stati Uniti, forse più che in passato", dicono all'Adnkronos fonti al corrente delle discussioni che si sono tenute nella residenza di Lammy, alle quali per l'Europa partecipavano i consiglieri per la sicurezza nazionale di Italia, Francia e Germania, e per Kiev il capo dell'ufficio della presidenza ucraina, Andriy Yermak, e il ministro della Difesa Denys Shmyhal.
I colloqui, che si sono tenuti con l'obiettivo di coordinare le posizioni anche in vista del summit in Alaska, si sono concentrati su quattro grandi temi. Anzitutto, la "questione dei territori, che rimane la più complessa, ma su cui sembrerebbe si possa arrivare ad una convergenza delle posizioni tra americani, europei e ucraini per quanto riguarda il punto di partenza del negoziato, che deve essere il congelamento della linea del fronte attuale".
Si è poi parlato "a grandi linee" del cessate il fuoco e di come raggiungerlo, e delle sanzioni americane contro la Russia, ma in questo quadro, per il momento il cosiddetto 'pacchetto Graham' con misure punitive del 500% a chi acquista da Mosca resta in stand by, pur se europei e ucraini hanno insistito sulla necessità di mantenere una forte pressione sul Cremlino. Quindi le future garanzie di sicurezza per l'Ucraina e come legarle alle concessioni territoriali. "Tutti - riaffermano le fonti, che non escludono nuove riunioni da qui a venerdì prossimo - hanno passato lo stesso messaggio di sostegno a Kiev e dell'importanza di andare avanti, insieme agli Stati Uniti".
All'incontro ospitato nel Kent sono stati fatti "progressi significativi" in vista del vertice, ha detto quindi una fonte americana citata da Cnn, al termine del summit a Chevening House. Secondo la fonte, sarebbero stati fatti "progressi significativi verso l'obiettivo del presidente Trump di arrivare alla fine della guerra in Ucraina".
Nella notte ecco quindi arrivare una dichiarazione congiunta della premier Giorgia Meloni, del presidente francese Emmanuel Macron, del premier britannico Keir Starmer, del cancelliere tedesco Friedric Marz, del presidente finlandese Alexander Stubb, del premier polacco Donald Tusk e della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen in vista del vertice tra Trump e Putin.
"Accogliamo con favore l'impegno del presidente Trump volto a porre fine alle uccisioni in Ucraina, a concludere la guerra di aggressione della Federazione Russa e a garantire una pace e una sicurezza giuste e durature per l'Ucraina", affermano i leader. "Siamo convinti che solo un approccio che combini una diplomazia attiva, il sostegno all'Ucraina e la pressione sulla Federazione Russa affinché ponga fine alla sua guerra illegale possa avere successo", sostengono nella nota.
E ancora: "Siamo pronti a sostenere questo impegno diplomaticamente, nonché a sostenere il nostro sostanziale sostegno militare e finanziario all'Ucraina, anche attraverso l'operato della Coalizione dei Volenterosi, e ad adottare e imporre misure restrittive nei confronti della Federazione Russa. Condividiamo - sottolineano ancora - la convinzione che una soluzione diplomatica debba proteggere gli interessi vitali di sicurezza dell'Ucraina e dell'Europa".
"Concordiamo - continuano - sul fatto che questi interessi vitali includano la necessità di garanzie di sicurezza solide e credibili che consentano all'Ucraina di difendere efficacemente la propria sovranità e integrità territoriale. L'Ucraina ha la libertà di scegliere il proprio destino. Negoziati significativi possono aver luogo solo nel contesto di un cessate il fuoco o di una riduzione delle ostilità. Il percorso verso la pace in Ucraina non può essere deciso senza l'Ucraina. Restiamo fedeli al principio secondo cui i confini internazionali non devono essere modificati con la forza. L'attuale linea del fronte dovrebbe essere il punto di partenza dei negoziati", sottolinenano ancora.
Il leader europei ribadiscono quindi che "l'invasione gratuita e illegale dell'Ucraina da parte della Russia costituisce una flagrante violazione della Carta delle Nazioni Unite, dell'Atto finale di Helsinki, del Memorandum di Budapest e dei successivi impegni russi. Sottolineiamo il nostro incrollabile impegno per la sovranità, l'indipendenza e l'integrità territoriale dell'Ucraina".
Quindi la conclusione: "Continuiamo a sostenere fermamente l'Ucraina. Siamo uniti come europei e determinati a promuovere congiuntamente i nostri interessi. Continueremo a collaborare strettamente con il Presidente Trump e con gli Stati Uniti d'America, con il Presidente Zelensky e con il popolo ucraino, per una pace in Ucraina che protegga i nostri vitali interessi di sicurezza".

(Adnkronos) - In attesa dell'incontro di Ferragosto tra Trump e Putin, fissato in Alaska come annunciato venerdì notte dal tycoon e poi confermato dal Cremlino, Ucraina ed Europa si incontrano ancora una volta e rilanciano con una controproposta alle condizioni dello 'zar' per mettere fine alla guerra contro Kiev.
E i punti chiave sono chiari: no alla cessione di territori in cambio di un cessate il fuoco, sì alla tregua come base di partenza necessaria. Una vera e propria 'linea rossa' condivisa tra Kiev e Ue, spiega il Wsj, da far valere per qualsiasi possibile trattativa con la Russia.
Dopo la riunione fiume nel Regno Unito, in serata ecco quindi arrivare anche il messaggio di Volodymyr Zelensky al presidente Usa: "Non ho sentito alcun partner esprimere dubbi sulla capacità dell'America di garantire la fine della guerra. Il presidente degli Stati Uniti ha le leve e la determinazione necessarie. L'Ucraina ha sostenuto tutte le proposte del presidente Trump, a partire da febbraio", le parole di Zelensky su X, secondo cui tuttavia "ciò di cui abbiamo bisogno ora non è una pausa nelle uccisioni, ma una pace vera e duratura. Non un cessate il fuoco in un futuro prossimo, tra qualche mese, ma immediatamente. Il presidente Trump me l'ha detto e io lo sostengo pienamente".
Intanto, se la pianificazione del vertice fra Putin e Trump "rimane fluida", resta invece l'incognita su una eventuale partecipazione del leader di Kiev all'incontro. Tuttavia, ha spiegato una fonte della Casa Bianca alla Cbs, sarebbe ancora possibile che Zelensky venga "coinvolto in qualche modo" nel faccia a faccia. Quale sia, però, resta ancora un mistero.
Secondo Nbc, la Casa Bianca starebbe valutando la possibilità di invitare in leader ucraino al vertice, hanno detto un funzionario dell'amministrazione e tre persone al corrente delle discussioni, precisando che non c'è ancora alcuna decisione e che non è chiaro se il presidente ucraino deciderà alla fine di andare. "Tutti sperano che possa succedere", ha detto il funzionario, secondo cui Trump "resta aperto a un summit trilaterale con entrambi i leader", ma "al momento la Casa Bianca è concentrata sulla preparazione del vertice bilaterale chiesto da Putin".
Secondo quanto rivelato dal Wall Steet Journal, la "controproposta" al piano di Putin per un cessate il fuoco nelle intenzioni dovrebbe diventare il quadro di riferimento per andare avanti verso la fine del conflitto innescato dall'invasione russa su vasta scala dell'Ucraina.
Stando al giornale, la "controproposta" sottoposta al vice presidente Usa Vance nel corso della riunione fiume di ieri nel Regno Unito, prevede la richiesta di un cessate il fuoco prima di tutto, oltre a indicare che qualsiasi scambio di territorio deve avvenire in modo reciproco. Ossia se l'Ucraina dovesse ritirarsi da alcune regioni, la Russia dovrebbe ritirarsi da altre.
Il piano stabilisce anche che qualsiasi concessione territoriale da parte di Kiev debba essere tutelata con garanzie di sicurezza solide, come la potenziale adesione alla Nato per l'Ucraina. "Non si può avviare un processo cedendo territorio nel mezzo dei combattimenti", è l'osservazione di un negoziatore europeo.
Secondo le fonti citate dal Wsj, Putin avrebbe inizialmente detto di accettare un cessate il fuoco in cambio della consegna da parte dell'Ucraina di circa un terzo del Donetsk sotto il controllo di Kiev. La linea del fronte verrebbe così congelata altrove, anche nelle regioni di Zaporizhzhia e Kherson che la Russia rivendica.
Funzionari europei informati sugli esiti dell'incontro di mercoledì con Witkoff hanno tuttavia osservato come Putin non abbia ribadito la posizione iniziale, più intransigente, sull'Ucraina smilitarizzata, sul cambio di governo e la cessioni di Zaporizhzhia e Kherson (i cui capoluoghi sono controllati da Kiev) alla Russia. Regioni annesse nel 2022 dalla Russia con il Donetsk e il Luhansk.
Lo stesso tycoon durante la call con alcuni leader europei e Zelensky, dopo l'incontro tra Putin e Witkoff, aveva lasciato intendere che Mosca sarebbe stata pronta a ritirarsi da Zaporizhzhia e Kherson in cambio del pieno controllo del Donetsk, ma era stato poi 'corretto' da Witkoff. Il giorno successivo l'inviato del presidente, in una call con gli interlocutori europei, sembrava quindi indicare che la Russia si sarebbe ritirata e avrebbe congelato la linea del fronte.
Così, ricostruisce ancora il Wsj, venerdì i funzionari europei avrebbero chiesto un terzo colloquio con Witkoff per chiarire la "confusione crescente" su ciò che Putin avesse realmente proposto. L'inviato di Trump avrebbe così chiarito l'unica offerta sul tavolo: il ritiro unilaterale dell'Ucraina dal Donetsk in cambio di un cessate il fuoco. Una volta che il piano di Putin è stato chiaro, sarebbe quindi stato subito bocciato dal leader ucraino e dai funzionari europei coinvolti nei colloqui.
Del resto la posizione dell'Ucraina, che "non cederà la sua terra" alla Russia, non è una novità che potrebbe stupire la controparte. E ancora una volta, subito dopo l'annuncio del faccia a faccia in Alaska, Zelensky era tornato a ribadire il concetto sui social.
"La risposta alla questione territoriale ucraina è già nella Costituzione ucraina, e non potrà discostarsi da essa. Gli ucraini non cederanno la loro terra all'occupante", aveva detto Zelensky, ribadendo che "siamo pronti a collaborare con il presidente Trump, insieme a tutti i partner, per una pace reale e, soprattutto, duratura che non crolli a causa della volontà di Mosca. Questa è la nostra terra, noi siamo l'Ucraina". Il presidente ucraino aveva poi sottolineato che "non ci potrà essere nessuna decisione di pace senza il coinvolgimento di Kiev".
"Le nostre posizioni erano chiare: una pace affidabile e duratura è possibile solo con l'Ucraina al tavolo dei negoziati, nel pieno rispetto della nostra sovranità e senza riconoscere l'occupazione. Un cessate il fuoco è necessario, ma la linea del fronte non è un confine", ha poi ribadito in un post su X il capo dell'ufficio della presidenza ucraina, Andriy Yermak, che insieme al segretario del Consiglio di sicurezza e difesa, Rustem Umerov ha avuto "importanti incontri con i consiglieri per la sicurezza europei, il ministro degli Esteri del Regno Unito e il vice presidente degli Stati Uniti: sono grato a ciascuno di loro per il loro approccio altamente costruttivo".
"Le nostre posizioni erano chiare: una pace affidabile e duratura è possibile solo con l'Ucraina al tavolo dei negoziati, nel pieno rispetto della nostra sovranità e senza riconoscere l'occupazione", sottolinea Yermak, ricordando che "i nostri partner ci sostengono non solo a parole: l'assistenza continuerà in ambito militare, finanziario e sanzionatorio finché l'aggressione non cesserà". "Desidero ringraziare in modo particolare il vice presidente JD Vance per aver preso parte alle nostre discussioni congiunte, per aver rispettato tutti i punti di vista e per i suoi sforzi verso una pace affidabile", conclude Yermak.
Intanto, dalla lunga riunione di ieri nel Kent ospitata dal ministro degli Esteri britannico David Lammy e dal vice presidente degli Stati Uniti Jd Vance con funzionari europei e ucraini è emersa anzitutto "la volontà degli europei di costruire un percorso comune insieme agli Stati Uniti, forse più che in passato", dicono all'Adnkronos fonti al corrente delle discussioni che si sono tenute nella residenza di Lammy, alle quali per l'Europa partecipavano i consiglieri per la sicurezza nazionale di Italia, Francia e Germania, e per Kiev il capo dell'ufficio della presidenza ucraina, Andriy Yermak, e il ministro della Difesa Denys Shmyhal.
I colloqui, che si sono tenuti con l'obiettivo di coordinare le posizioni anche in vista del summit in Alaska, si sono concentrati su quattro grandi temi. Anzitutto, la "questione dei territori, che rimane la più complessa, ma su cui sembrerebbe si possa arrivare ad una convergenza delle posizioni tra americani, europei e ucraini per quanto riguarda il punto di partenza del negoziato, che deve essere il congelamento della linea del fronte attuale".
Si è poi parlato "a grandi linee" del cessate il fuoco e di come raggiungerlo, e delle sanzioni americane contro la Russia, ma in questo quadro, per il momento il cosiddetto 'pacchetto Graham' con misure punitive del 500% a chi acquista da Mosca resta in stand by, pur se europei e ucraini hanno insistito sulla necessità di mantenere una forte pressione sul Cremlino. Quindi le future garanzie di sicurezza per l'Ucraina e come legarle alle concessioni territoriali. "Tutti - riaffermano le fonti, che non escludono nuove riunioni da qui a venerdì prossimo - hanno passato lo stesso messaggio di sostegno a Kiev e dell'importanza di andare avanti, insieme agli Stati Uniti".
All'incontro ospitato nel Kent sono stati fatti "progressi significativi" in vista del vertice, ha detto quindi una fonte americana citata da Cnn, al termine del summit a Chevening House. Secondo la fonte, sarebbero stati fatti "progressi significativi verso l'obiettivo del presidente Trump di arrivare alla fine della guerra in Ucraina".

(Adnkronos) - "Vado a giocare a golf ma non con Carlos Alcaraz, è troppo forte per me". Jannik Sinner supera il primo esame al Masters 1000 di Cincinnati, dove difende il titolo 2024, e si prepara ad una domenica di riposo dopo aver battuto il colombiano Daniel Elahi Galan per 6-1, 6-1 nel match valido per il secondo turno. L'azzurro, numero 1 del mondo, è tornato in campo dopo il trionfo a Wimbledon.
"Cincinnati è un posto speciale. E' molto difficile giocare qui, la palla vola via e se sbagli un paio di colpi diventa difficile. Non era semplice giocare contro un giocatore proveniente dalle qualificazioni. Bisogna essere comunque propositivi sul campo, sto cercando di trovare il ritmo migliore. Il mio servizio migliora ma sento di avere ancora margine per crescere. Sto cercando di essere aggressivo a rete e di usare palle corte per variare, a livello fisico bisogna essere prontissimi. Se non giochi al 100%, le cose cambiano", dice Sinner a Tennis Channel.
L'azzurro ha ricaricato le pile dopo il trionfo di Wimbledon. "E' stato fantastico riprendersi subito e tornare in finale in un torneo dello Slam. Ho provato a parlare con me stesso prima della finale in maniera positiva, è andata bene. Sono stato felice poi di tornare a casa qualche giorno per stare con famiglia e amici e ricaricarmi mentalmente", dice. "Ho lasciato la racchetta per 10 giorni senza tennis, un paio d'anni fa non lo avrei mai voluto fare. Ora, appena posso, metto via la racchetta anche se ho sempre più passione per questo sport. Amo il tennis e amo fare sacrifici, amo anche le persone che ho attorno: è un'ottima combinazione", spiega l'azzurro.
A Cincinnati, dice, l'unico diversivo è rappresentato dal golf. "Non c'è molto altro da fare qui. Non sono un buon giocatore di golf, ma mi piace fare cose diverse. Domani ho un giorno libero e magari giochiamo un paio di buche. Se qualche pallina finisce tra le auto, sappiate che è colpa mia", dice. Carlos Alcaraz, rivale nelle finali di Roma, Parigi e Wimbledon, si già concesso qualche sessione sul green. Una sfida anche tra fairway e buche? "Vado a giocare a golf ma non con Carlos Alcaraz, è troppo forte per me. Meglio giocare con il mio team"
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