
(Adnkronos) - Un furto spettacolare ha scosso il Museo del Louvre di Parigi questa mattina, domenica 19 ottobre. Tre uomini incappucciati sono riusciti a penetrare all'interno della celebre galleria d'Apollon, portando via nove gioielli storici di valore inestimabile appartenenti alla collezione di Napoleone e dell'imperatrice. Il diamante Régent, il più prezioso, è salvo. E' quanto scrive il sito del quotidiano 'Le Parisien'.
Secondo i primi elementi dell’indagine, i ladri, tutti a volto coperto, hanno approfittato dei lavori in corso nella zona di Quai de Seine per accedere al museo. Servendosi di un montacarichi, sono giunti direttamente alla sala bersaglio, all’interno della sontuosa galleria d'Apollon.
Due uomini hanno infranto i vetri ed è lì che ha avuto luogo il colpo: i banditi hanno sottratto nove pezzi unici esposti nelle vetrine 'Napoléon' e 'Souverains Français', tra cui un diadema, una broche e un collier appartenuti alla coppia imperiale. Il terzo complice è rimasto all’esterno, probabilmente come palo.
Nonostante il furto, una fonte interna al Louvre ha confermato che il Régent, il celebre diamante da oltre 140 carati, non è stato toccato.
Il museo più visitato al mondo ha annunciato la chiusura per "ragioni eccezionali", secondo quanto riferito da fonti concordanti citate dall'Afp. I fatti si sono svolti tra le 9.30 e le 9.40: i ladri si sono introdotti nel museo e hanno trafugato diversi oggetti d’arte prima di fuggire, secondo quanto appreso dall'Afp da una fonte vicina all’inchiesta.
Il valore del bottino è “inestimabile”, ha dichiarato il ministro dell’Interno, Laurent Nuñez, spiegando ai media francesi che i banditi - "tre o quattro" - hanno agito in soli “sette minuti”. Il colpo è stato messo a segno utilizzando una piattaforma elevatrice montata su un camion, che ha permesso ai ladri di accedere dall’esterno direttamente alla “sala Apollo”, dove si sono concentrati su due teche espositive, ha precisato il ministro.
È stata aperta un’inchiesta per furto in banda organizzata e associazione a delinquere finalizzata a commettere un crimine. L’indagine è stata affidata alla Brigata per la repressione del banditismo della polizia giudiziaria, con il supporto dell’Ufficio centrale per la lotta contro il traffico di beni culturali, ha fatto sapere la Procura di Parigi. Il danno esatto è attualmente in corso di valutazione. Secondo una fonte di polizia, i ladri erano muniti di piccole seghe elettriche. Dopo la fuga è stato ritrovato uno scooter, presumibilmente utilizzato nel colpo.
La ministra della Cultura, Rachida Dati, ha rassicurato che non ci sono feriti, ma il colpo ha generato momenti di grande panico all'interno del museo. "La polizia correva vicino alla piramide e tentava di entrare dalle porte laterali, ma erano chiuse", ha raccontato una testimone presente fuori dal museo. "Dentro, la gente correva e batteva contro le vetrate per uscire, ma era impossibile".
Poco dopo il furto, i ladri sono fuggiti a bordo di uno scooter TMax in direzione dell'autostrada A6. Le forze dell'ordine hanno subito avviato una vasta operazione di ricerca. Una delle piste battute dagli inquirenti riguarda la possibile fusione dei gioielli per ricavarne l'oro.
Negli ultimi mesi, diversi musei francesi sono stati colpiti da furti ed effrazioni, sollevando dubbi sull'efficacia dei sistemi di sicurezza. A metà settembre, alcuni esemplari di oro nativo sono stati rubati dal Muséum national d’Histoire naturelle di Parigi. Il museo ha parlato di una "perdita inestimabile" per la ricerca e il patrimonio culturale. Il valore del danno è stato stimato in circa 600.000 euro. Nello stesso mese, un furto ha colpito anche un museo di Limoges, specializzato in porcellane, con un danno stimato in 6,5 milioni di euro.
Leggi tutto: Parigi, colpo clamoroso al Louvre: rubati i gioielli di Napoleone, tutto in 7 minuti

(Adnkronos) - Un furto spettacolare ha scosso il Museo del Louvre di Parigi questa mattina, domenica 19 ottobre. Tre uomini incappucciati sono riusciti a penetrare all'interno della celebre galleria d'Apollon, portando via nove gioielli storici appartenenti alla collezione di Napoleone e dell'imperatrice. Il diamante Régent, il più prezioso, è salvo. E' quanto scrive il sito del quotidiano 'Le Parisien'.
Secondo i primi elementi dell’indagine, i ladri, tutti a volto coperto, hanno approfittato dei lavori in corso nella zona di Quai de Seine per accedere al museo. Servendosi di un montacarichi, sono giunti direttamente alla sala bersaglio, all’interno della sontuosa galleria d'Apollon.
Due uomini hanno infranto i vetri ed è lì che ha avuto luogo il colpo: i banditi hanno sottratto nove pezzi unici esposti nelle vetrine 'Napoléon' e 'Souverains Français', tra cui un diadema, una broche e un collier appartenuti alla coppia imperiale. Il terzo complice è rimasto all’esterno, probabilmente come palo.
Nonostante il furto, una fonte interna al Louvre ha confermato che il Régent, il celebre diamante da oltre 140 carati, non è stato toccato. Il valore esatto del bottino è ancora in fase di valutazione.
La ministra della Cultura, Rachida Dati, ha rassicurato che non ci sono feriti, ma il colpo ha generato momenti di grande panico all'interno del museo. "La polizia correva vicino alla piramide e tentava di entrare dalle porte laterali, ma erano chiuse", ha raccontato una testimone presente fuori dal museo. "Dentro, la gente correva e batteva contro le vetrate per uscire, ma era impossibile".
Poco dopo il furto, i ladri sono fuggiti a bordo di uno scooter TMax in direzione dell'autostrada A6. Le forze dell'ordine hanno subito avviato una vasta operazione di ricerca. Una delle piste battute dagli inquirenti riguarda la possibile fusione dei gioielli per ricavarne l'oro, come accaduto un mese fa con le pepite d'oro rubate al Museo di Storia Naturale di Parigi.
Leggi tutto: Parigi, colpo clamoroso al Louvre: rubati i gioielli di Napoleone

(Adnkronos) - Furto al Louvre di Parigi. In un audace colpo avvenuto questa mattina, banditi hanno sottratto diversi gioielli esposti al Museo, prima di fuggire a bordo di scooter. Il valore del bottino è ancora in fase di valutazione. Secondo indiscrezioni al momento non confermate, sarebbero spariti anche gioielli dell'imperatore francese Napoleone Bonaparte.
Secondo quanto appreso dall'Afp da fonti vicine all’inchiesta, il furto è avvenuto in una finestra di tempo estremamente breve, tra le 9.30 e le 9.40. I ladri, il cui numero esatto non è stato ancora comunicato, hanno pianificato il colpo con precisione quasi militare.
Sempre secondo fonti investigative, i banditi sono arrivati in scooter e hanno utilizzato un montacarichi per raggiungere la sala del museo dove si trovavano i preziosi. Erano equipaggiati con piccole troncatrici, strumento che avrebbe permesso loro di forzare rapidamente le teche. Le autorità parigine stanno ora analizzando le registrazioni delle telecamere di sorveglianza e raccogliendo testimonianze per cercare di identificare gli autori del furto. Il Louvre, uno dei musei più sorvegliati al mondo, non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali al momento.
Leggi tutto: Parigi, colpo al Museo del Louvre: rubati gioielli in pieno giorno

(Adnkronos) - "Una rapina è avvenuta stamani all'apertura del Louvre. Non ci sono feriti da segnalare". E' quanto comunica via X il ministro della Cultura, Rachida Dati. "Sono sul posto con il personale del Museo e la Polizia - aggiunge - Sono in corso gli accertamenti".

(Adnkronos) - "La nostra forza, la forza dell'Occidente, nasce da un'eccellenza individuale senza pari. La voce singolare e potente della libertà. Ma essa si perfeziona solo quando l'intera orchestra suona insieme in un'armonia impeccabile e potente. Questa eredità è il motivo per cui non dobbiamo mai perdere di vista ciò che ci unisce". Così la premier Giorgia Meloni, nel videomessaggio inviato in occasione del 50esimo anniversario della Niaf, la National Italian American Foundation.
"So che ci sono forze che cercano di dividerci, di ridefinire la nostra storia e di distruggere le nostre tradizioni condivise. La chiamano cultura woke. Cercano di cancellare la nostra cultura. Si sbagliano", rimarca la presidente del Consiglio.
Leggi tutto: Meloni alla Niaf: "Cultura woke vuole cancellarci, si sbagliano"

(Adnkronos) - Il gip del tribunale di Civitavecchia ha disposto l'obbligo di dimora con divieto di uscita nelle ore notturne per un 35enne italiano, accusato dell'omicidio di Simona Bortoletto: il grave incidente è avvenuto lo scorso 23 settembre, intorno alle 22, a Fiumicino. La donna trentacinquenne stava percorrendo, insieme al figlio, via Redipuglia nella zona di Isola Sacra, quando è sopraggiunta una Smart che l'ha investita. L'uomo si trovava alla guida in stato di ebbrezza alcolica e sotto l'effetto di sostanze stupefacenti.
Leggi tutto: Donna investita e uccisa a Fiumicino, obbligo di dimora per 35enne

(Adnkronos) - Il Papa ha proclamato sette nuovi santi, espressione della Chiesa universale. Sono Bartolo Longo, José Gregorio Hernández Cisneros, Ignazio Maloyan, Peter To Rot, Vincenza Maria Poloni; María Carmen Rendiles Martínez; Maria Troncatti.
Il prefetto del Dicastero per le cause dei Santi, card. Marcello Semeraro, ha tratteggiato brevemente le vite dei sette beati. Quindi la proclamazione del Papa con la formula del rito e gli applausi dei fedeli in piazza San Pietro.
In particolare, tra i nuovi santi proclamati dal Papa ci sono tre italiani, due martiri, un arcivescovo armeno, un catechista. Per il Venezuela è la prima volta.
In piazza San Pietro per la canonizzazione da parte del Papa dei sette nuovi beati c’è il capo dello Stato, Sergio Mattarella, che guida la delegazione italiana in piazza con il presidente della Camera, Lorenzo Fontana.

(Adnkronos) - Sir David Attenborough, pioniere britannico della divulgazione naturalistica, ha fatto ancora una volta la storia: a 99 anni ha vinto il Daytime Emmy Award come "Personalità dell'anno per un programma non quotidiano", diventando così il più anziano vincitore nella storia del prestigioso premio televisivo.
Il riconoscimento è arrivato per il documentario "Secret Lives of Orangutans", prodotto da Netflix, che segue la vita quotidiana di un gruppo di oranghi nelle giungle di Sumatra, in Indonesia. Il film ha conquistato anche altri due premi: miglior direzione musicale e composizione e miglior regia per un programma non-fiction a telecamera singola.
Attenborough ha superato il precedente record detenuto dall'attore Dick Van Dyke, che nel 2024 aveva vinto a 98 anni per una partecipazione speciale in una soap opera. Nonostante l'eccezionale traguardo, David Attenborough che compirà 100 anni tra otto mesi, non era presente alla cerimonia di premiazione tenutasi a Pasadena, in California.
Naturalista, divulgatore e voce inconfondibile della natura per milioni di spettatori nel mondo, Sir David Attenborough vanta una carriera che dura da oltre 70 anni. Tra i suoi lavori più celebri: "Life on Earth", "The Private Life of Plants" e "The Blue Planet". Oltre 40 specie di piante e animali portano il suo nome, un tributo alla sua instancabile opera di sensibilizzazione. Nel 2025 ha presentato "Ocean", un documentario di lungometraggio definito da lui stesso come "uno dei progetti più importanti della sua carriera", con l'obiettivo dichiarato di contribuire alla salvaguardia della biodiversità e al contrasto del cambiamento climatico.
Durante la 52esima edizione dei Daytime Emmy Awards, premiata anche la soap opera "General Hospital" come miglior serie drammatica, mentre Drew Barrymore si è aggiudicata il premio come miglior conduttrice di talk show diurno. (di Paolo Martini)
Leggi tutto: David Attenborough da record, a 99 anni vince il Daytime Emmy Award

(Adnkronos) - Sam Rivers, bassista e membro fondatore della band statunitense nu-metal Limp Bizkit, è morto all'età di 48 anni. Al momento non sono state rese note le cause del decesso. Per lungo tempo aveva combattuto contro l'alcolismo e otto anni fa era stato sottoposto ad un trapianto di fegato. L'annuncio della scomparsa è stato dato direttamente dalla band con un post commosso su Instagram: "Oggi abbiamo perso nostro fratello. Il nostro compagno di band. Il nostro battito cardiaco", si legge nel messaggio firmato da Fred Durst, Wes Borland, John Otto e DJ Lethal.
Figura chiave nella scena nu-metal degli anni '90 e primi 2000, Rivers era molto più di un bassista per la band originaria di Jacksonville, in Florida, dove era nata nel 1994. "Sam Rivers non era solo il nostro bassista, era magia pura. Era il battito cardiaco di ogni canzone, la calma nel caos, l'anima del suono", scrivono i compagni del gruppo rap metal. Accanto al frontman Fred Durst, Rivers contribuì al successo globale dei Limp Bizkit, autori di hit generazionali come "Break Stuff", "Nookie", "Re-Arranged" e"My Way". Oltre al basso, prestava spesso anche la voce nei cori della band, aggiungendo profondità alle sonorità ibride tra rock e hip hop che hanno segnato unìepoca.
"Dal primo accordo suonato insieme, Sam portava una luce e un ritmo impossibili da rimpiazzare. Il suo talento era naturale, la sua presenza indimenticabile, il suo cuore enorme", continua il post dei compagni. La band ha voluto ricordare anche il lato umano di Rivers: "Era un essere umano che capita una sola volta nella vita. Una vera leggenda tra le leggende. Il suo spirito vivrà per sempre in ogni groove, ogni palco, ogni ricordo". A chiusura del messaggio, DJ Lethal ha invitato i fan a rispettare la privacy della famiglia in questo momento difficile, suggerendo un modo simbolico per onorare la memoria del bassista: "Suonate le sue linee di basso tutto il giorno. Rest in power, fratello". Al momento non sono state rese note le cause del decesso.
Nel 2015 Sam Rivers si era temporaneamente allontanato dalla band, per poi farvi ritorno nel 2018. In seguito, ha rivelato che la sua prolungata assenza era dovuta allo sviluppo di una patologia epatica, conseguenza di un abuso di alcol. Il suo rientro nel gruppo era stato possibile dopo un trapianto di fegato avvenuto nel 2017.
"La situazione era degenerata al punto che fui ricoverato alll'ospedale dell'Università della California a Los Angeles, dove il medico mi disse: 'Se non smetti, morirai. E, al momento, sembri aver bisogno di un nuovo fegato'", ha raccontato in un'intervista a "Metal Injection", riferendosi alla sua lotta contro la dipendenza dall'alcol. Dopo l'operazione, ha potuto riavvicinarsi alla musica: "Ho seguito un percorso terapeutico per l'alcolismo e ho ricevuto un trapianto di fegato perfettamente compatibile", ha scritto nel libro del 2020 "Raising Hell (Backstage Tales From the Lives of Metal Legends)". "Sono tornato e mi sento benissimo".
Dalla sua ripresa, Rivers ha partecipato attivamente alle tournée dei Limp Bizkit. L'ultima esibizione della band si è tenuta a fine agosto, come headliner al Leeds Festival. La prossima data del tour è fissata per il 28 novembre. L'ultimo post pubblicato da Rivers su Instagram risale a un giorno fa, in occasione del 25º anniversario di uno degli album più iconici della band, accompagnato dalla didascalia: "Nient'altro che amore". La sua ultima apparizione sui social risale invece alla fine di agosto, con la condivisione di una foto della visita della band a Londra. (di Paolo Martini)
Leggi tutto: E' morto Sam Rivers, bassista fondatore dei Limp Bizkit

(Adnkronos) - Donald Trump 'trolla' chi ha manifestato negli Stati Uniti nel 'No Kings Day'. Migliaia di persone sono scese in piazza in diverse città per protestare contro l'agenda dell'amministrazione considerata 'autoritaria'. Trump, con il ricorso all'intelligenza artificiale, ha reagito pubblicando due video sui suoi profili social.
Nel primo, il presidente si propone come un vero e proprio re: corona in testa, Re Donald saluta i suoi sudditi affacciandosi dal balcone della Casa Bianca. Il secondo video, invece, è a tema 'Top Gun'.
Il presidente pilota il caccia 'King Trump', sorvola i manifestanti e scarica sui cortei una 'bomba' disgustosa. Forse fango, forse altro...
Leggi tutto: Trump 'trolla' i manifestanti, il video con il presidente-re

(Adnkronos) - Tre ventenni sono morti e un altro ha riportato gravissime ferite alla testa e al torace mentre un quinto è rimasto illeso: questo il tragico bilancio di un incidente avvenuto nella notte ad Asiago, in provincia di Vicenza.
L'auto su cui viaggiavano i cinque ragazzi si sarebbe schiantata, intorno alle 3.30 di stanotte, contro la fontana di una rotatoria lungo via Verdi. Le indagini sono in corso. Secondo una prima ricostruzione, i tre ventenni sarebbero morti sul colpo, incastrati nell'abitacolo della Peugeot 207 a bordo della quale viaggiavano, un altro ragazzo è stato trasportato in codice rosso all'ospedale di Bassano del Grappa e non sarebbe in pericolo di vita.

(Adnkronos) - Tre ventenni sono morti e un altro ha riportato gravissime ferite alla testa e al torace mentre un quinto è rimasto illeso: questo il bilancio di un incidente avvenuto nella notte ad Asiago, in provincia di Vicenza. L'auto su cui viaggiavano i cinque ragazzi infatti si sarebbe schiantata, intorno alle 3.30 di stanotte, contro la fontana di una rotatoria lungo via Verdi. Le indagini sono in corso. Secondo una prima ricostruzione, i tre ventenni sarebbero morti sul colpo, incastrati nell'abitacolo della Peugeot 207 a bordo del quale viaggiavano e il quarto è stato trasportato in codice rosso all'ospedale di Bassano del Grappa e non sarebbe in pericolo di vita.
Leggi tutto: Tragico schianto nella notte ad Asiago, morti tre ventenni

(Adnkronos) - "C’è un rumore di fondo che attraversa il nostro tempo: guerre, radicalismi, intolleranze, manipolazione digitale...Dentro quel rumore la libertà e la democrazia sembrano spesso voci isolate, ma sono le uniche che vale la pena continuare ad ascoltare. E sono voci che chi come noi fa informazione e cultura deve sostenere, proteggere, amplificare". Comincia così la lettera al direttore, pubblicata sul Corriere della Sera, a firma di Marina Berlusconi, presidente di Fininvest e di Mondadori.
"È anche per questo - prosegue - che la Silvio Berlusconi Editore, a un anno dalla nascita, dedica le sue nuove uscite a un tema decisivo: i rischi e i benefici della rivoluzione tecnologica e il suo rapporto col potere". "Oggi - sottolinea Marina Berlusconi - le prime cinque BigTech assieme - Nvidia, Microsoft, Apple, Alphabet, Amazon - sono arrivate a superare il Pil dell’area euro. Ma attenzione: ridurre tutto ai valori economici non basta, il potere dei giganti della tecnologia va ben oltre. È un potere che rifiuta le regole, cioè la base di qualsiasi società davvero funzionante. Noi editori tradizionali paghiamo le tasse, rispettiamo le leggi, tuteliamo il diritto d’autore e i posti di lavoro - basti pensare che in Italia le piattaforme occupano appena un trentesimo dei lavoratori del settore. Eppure, quasi due terzi del mercato pubblicitario globale vengono inghiottiti dai colossi della Silicon Valley, che fanno esattamente il contrario: per dirla con il titolo del saggio firmato dalla ex-Meta Sarah Wynn-Williams, sono Careless People, 'gente che se ne frega'".
"È concorrenza sleale bella e buona. Ben venga, dunque, il Digital Package varato dall’Ue tra il 2016 e il 2024 a tutela degli utenti delle piattaforme. Per Donald Trump va smantellato, perché è un ostacolo: in teoria al progresso, più realisticamente al profitto, che, sia ben chiaro, è fondamentale: da imprenditore non sarò certo io a negarlo. Ma sono anche convinta che un mercato sia veramente libero solo quando risponde a regole. Non troppe e soprattutto giuste - in questo l’Europa spesso inciampa. Mi auguro davvero che sul digitale la Commissione non indietreggi, anche - e forse soprattutto - alla luce della enorme capacità di influenza culturale nelle mani di BigTech. Non è più solo un problema degli editori, riguarda tutti". E ancora: "A differenza dei media tradizionali, le piattaforme prosperano in un far-west dove nessuno risponde di quello che ha scritto, l’importante sono i clic. E così si solleva la marea delle fake news, del linguaggio d’odio, del rifiuto delle opinioni diverse. In sintesi, il brodo culturale della polarizzazione e della radicalizzazione, in cui affoga purtroppo anche la politica".
"L’intreccio tra politica e BigTech negli Stati Uniti è sotto gli occhi di tutti e porta enormi vantaggi a un Paese che della tecnologia ha bisogno per affrontare le sfide geopolitiche", prosegue la presidente di Fininvest e di Mondadori nella sua lettera al direttore. "Lo sappiamo, ma è bene ricordarlo: questi colossi non sono più solo aziende private, sono attori politici. Con una differenza sostanziale rispetto a chi fa politica di mestiere: i padroni della Silicon Valley restano sempre al loro posto. Grazie a una buona dose di ipocrisia, sono passati dal wokismo al trumpismo con la disinvoltura di un cambio di felpa. Del resto, nell’era della polarizzazione si sbanda da un eccesso all’altro. Ma intanto libertà e democrazia rischiano di finire stritolate nella morsa degli opposti, che distrugge il dialogo e alimenta l’intolleranza".
"È un pericolo - avverte Marina Berlusconi - che non si scongiura certo alzando barricate contro il progresso. Come dice Ellul, 'non possiamo più mettere l’essere umano da una parte e gli strumenti dall’altra': la rivoluzione digitale è ormai in ogni nostro gesto. E poi sarebbe anche sbagliato. La tecnologia ha portato enormi miglioramenti in molti aspetti della nostra vita, tanto che siamo disponibili a barattarne le comodità con i nostri dati personali, sottovalutandone le dirompenti conseguenze. Eppure, davanti a certe derive inquietanti, la domanda s’impone: cosa possiamo fare? I regolatori devono garantire norme eque. La politica deve impedire eccessive concentrazioni di potere. Ma cosa può fare un editore per evitare che il treno deragli? Certamente non miracoli, ma può sempre dare un piccolo aiuto a chi vuole capire come è fatto, quel treno, in quale direzione corre. E dove la curva dei binari è più pericolosa".
"Mi permetto una provocazione: e se proprio nell’era del 'Muoviti veloce e rompi tutto' - il motto di Zuckerberg – ci trovassimo a riscoprire la forza lenta, ma costruttiva dei cari vecchi libri? I libri - sostiene - sono da sempre efficaci anticorpi contro barbarie e totalitarismo, ma oggi assumono anche una funzione nuova: quella di anticorpi contro l’assottigliamento del pensiero imposto dallo smartphone, veri e propri strumenti di resistenza contro l’omologazione digitale".
Leggi tutto: Marina Berlusconi: "Big tech gente che se ne frega, piattaforme far west"

(Adnkronos) - L'Afghanistan, dal 2021 di nuovo in mano ai Talebani, e il vicino Pakistan hanno concordato un "cessate il fuoco immediato" durante i colloqui a Doha, in Qatar, dopo l'ultima escalation, considerata dagli osservatori la peggiore da anni. Lo ha reso noto nella notte il ministero degli Esteri di Doha. Secondo Islamabad, c'è anche un accordo per un nuovo round di colloqui il 25 ottobre a Istanbul, in Turchia.
"A Doha, con la mediazione di Qatar e Turchia si è tenuto un ciclo di negoziati tra la Repubblica islamica del Pakistan e l'Afghanistan - si legge nella nota diffusa da Doha - Durante i negoziati le due parti hanno concordato un cessate il fuoco immediato e la creazione di un meccanismo per consolidare pace duratura e stabilità tra i due Paesi". Concordato anche, si legge, il proseguimento degli "incontri nei prossimi giorni per assicurare la sostenibilità del cessate il fuoco e verificarne l'attuazione".
Su X il ministro pakistano della Difesa, Khawaja Asif, ha confermato che c'è un accordo per il cessate il fuoco e ha condiviso una foto della stretta di mano. "Cesseranno immediatamente gli attacchi terroristici dall'Afghanistan in territorio pakistano", ha scritto annunciando che il nuovo incontro si terrà il 25 ottobre nella città su Bosforo.
Per il vicepremier e capo della diplomazia di Islamabad, Muhammad Ishaq Dar, si tratta di "un primo passo nella giusta direzione".
Il portavoce del governo talebano, Zabihullah Mujahid, ha confermato con un post su X "la firma di un accordo bilaterale", con cui "le parti ribadiscono il loro impegno per pace, rispetto reciproco e relazioni forti e costruttive". "E' stato deciso che nessuno dei due Paesi intraprenderà azioni ostili contro l'altro, né verranno sostenuti gruppi che sferrano attacchi contro il governo del Pakistan - si legge ancora - Entrambe le parti si asterranno dal colpire forze di sicurezza, civili e infrastrutture critiche".
Nessun dettaglio su modalità e meccanismi annunciati.
Leggi tutto: Afghanistan-Pakistan, a Doha annunciato cessate il fuoco

(Adnkronos) - Oggi, domenica 19 ottobre, sarà l’ultimo assaggio dell’ottobrata, con sole e clima gradevole su gran parte delll'Italia. Da lunedì, l’atmosfera cambierà volto: in arrivo una settimana dal sapore autunnale con maltempo, tra piogge e pure la possibilità di eventi estremi.
Mattia Gussoni, meteorologo de iLMeteo.it, conferma la stabilità atmosferica attesa per la giornata di domenica su buona parte dell’Italia con sole e temperature leggermente oltre le medie climatiche specie durante il pomeriggio. Discorso diverso invece sulla Sicilia centro orientale e la Calabria ionica dove sono attese delle piogge a causa del passaggio di un insidioso ciclone.
Tuttavia, la lunga fase di bel tempo (l’ottobrata italiana), che ha caratterizzato molte regioni per gran parte di ottobre è destinata a concludersi. La causa di questo sblocco va ricercata nel particolare assetto configurativo che andrà a disegnarsi sull'Europa centro-occidentale. Stiamo parlando di una sorta di canale al cui interno fluiscono come immensi fiumi atmosferici delle perturbazioni che dal Nord Atlantico raggiungono il bacino del Mediterraneo. Già da lunedì 20 ottobre è previsto il transito di un impulso perturbato che innescherà una nuova fase di maltempo con piogge battenti che colpiranno in particolare dapprima il Centro-Nord per poi estendersi anche al resto del Paese. La formazione di un secondo minimo depressionario sul Mar Ligure (Genoa low in termine tecnico) causerà delle pericolose convergenze dei venti (Libeccio/Tramontana) e, vista la tanta energia potenziale in gioco (mari ancora caldi e tanta umidità nei bassi strati), saranno possibili eventi meteo estremi, come per esempio i temporali autorigeneranti specie su Liguria e alta Toscana. Si tratta di fenomeni particolarmente pericolosi in quanto possono persistere sulle stesse zone per molte ore, scaricando al suolo enormi quantità di pioggia.
Nel corso di martedì 21 e mercoledì 22 il maltempo continuerà ad insistere al Centro Sud con piogge, venti forti e un generale calo delle temperature. Insomma, godiamoci le ultime ore di quiete: da lunedì l’Autunno mostrerà il suo volto più instabile, con piogge, vento e fenomeni anche intensi pronti a investire gran parte del Paese.
Domenica 19. Al Nord: nuvolosità in aumento. Al Centro: soleggiato, nubi tra Medio Adriatico e basso Lazio. Al Sud: instabile su Sicilia e Calabria ioniche.
Lunedì 20. Al Nord: perturbazione con piogge. Al Centro: stabile, ma in serata peggiora sull’alta Toscana. Al Sud: instabile sulla Sicilia ionica.
Martedì 21. Al Nord: piogge sul Triveneto. Al Centro: forti temporali su settori tirrenici. Al Sud: peggiora in Puglia e Campania.
Tendenza: ultimi rovesci mercoledì 22 al Centro Sud, poi migliora ovunque con la rimonta dell’alta pressione.
Leggi tutto: Ancora ottobrata, poi cambia tutto: maltempo in arrivo, rischio eventi estremi

(Adnkronos) - Gli Stati Uniti rendono noto di essere in possesso di "informazioni credibili" secondo cui Hamas sta pianificando un attacco "imminente" contro i civili della Striscia di Gaza. "Gli Stati Uniti hanno informato i Paesi garanti dell'accordo di pace per Gaza (Qatar, Turchia ed Egitto) di informazioni credibili che indicano un'imminente violazione del cessate il fuoco da parte di Hamas contro la popolazione di Gaza", si legge in una nota diffusa nella notte dal Dipartimento di Stato. E "questo attacco pianificato contro i civili palestinesi costituirebbe una violazione diretta e grave dell'accordo di cessate il fuoco e comprometterebbe i progressi significativi raggiunti con il lavoro di mediazione".
Ad Hamas viene chiesto di "rispettare gli impegni" secondo "i termini del cessate il fuoco". "Se Hamas dovesse andare avanti con questo attacco, saranno adottate misure per proteggere la popolazione di Gaza e per tutelare" il "cessate il fuoco". Gli Stati Uniti e "gli altri Paesi garanti restano determinati nell'impegno per la sicurezza dei civili, per mantenere la calma" e "promuovere pace e prosperità per la popolazione di Gaza e della regione".
Non ci sono, evidenziano i media americani, dettagli sul possibile attacco, gli obiettivi o il luogo, ma la nota del Dipartimento di Stato arriva dopo le ultime parole di Donald Trump. "Se Hamas continua a uccidere persone a Gaza - ha detto nei giorni scorsi il tycoon - non avremo altra scelta se non quella di entrare e ucciderli". Sinora non ci sono reazioni da parte di Hamas. Il Times of Israel evidenzia come nei dettagli resi noti dell'accordo per un cessate il fuoco a Gaza non ci siano accenni espliciti a una potenziale repressione di Hamas nei confronti dei civili di Gaza.
"L'organizzazione terroristica di Hamas deve rispettare i suoi impegni con i mediatori e restituire nel quadro dell'attuazione dell'accordo" le salme degli ostaggi deceduti ancora nella Striscia di Gaza. Così l'ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu nella dichiarazione diffusa via X che conferma appartenere a Ronen Tommy Engel uno dei due corpi consegnati ieri sera da Hamas a Israele. "Non scenderemo a compromessi e non risparmieremo sforzi fino al ritorno di tutti gli ostaggi deceduti, fino all'ultimo", rimarcano.
"Il governo, e tutto l'organico per i dispersi e i rapiti dello Stato di Israele, è determinato, impegnato e lavora senza sosta per il ritorno (in Israele) di tutti i nostri ostaggi deceduti affinché abbiano degna sepoltura nel loro Paese", si legge ancora.
Secondo la ricostruzione delle Idf, Engel, 54 anni, è stato ucciso nel kibbutz di Nir Oz durante l'attacco del 7 ottobre 2023 in Israele e il suo corpo era stato portato nella Striscia di Gaza. La moglie e le due figlie, ricordano i media israeliani, erano state rapite, per poi essere liberate il mese successivo nell'ambito del primo accordo di tregua.
Leggi tutto: Usa: "Imminente attacco di Hamas contro civili a Gaza"

(Adnkronos) - "L'organizzazione terroristica di Hamas deve rispettare i suoi impegni con i mediatori e restituire nel quadro dell'attuazione dell'accordo" le salme degli ostaggi deceduti ancora nella Striscia di Gaza. Così l'ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu nella dichiarazione diffusa via X che conferma appartenere a Ronen Tommy Engel uno dei due corpi consegnati ieri sera da Hamas a Israele. "Non scenderemo a compromessi e non risparmieremo sforzi fino al ritorno di tutti gli ostaggi deceduti, fino all'ultimo", rimarcano.
"Il governo, e tutto l'organico per i dispersi e i rapiti dello Stato di Israele, è determinato, impegnato e lavora senza sosta per il ritorno (in Israele) di tutti i nostri ostaggi deceduti affinché abbiano degna sepoltura nel loro Paese", si legge ancora.
Secondo la ricostruzione delle Idf, Engel, 54 anni, è stato ucciso nel kibbutz di Nir Oz durante l'attacco del 7 ottobre 2023 in Israele e il suo corpo era stato portato nella Striscia di Gaza. La moglie e le due figlie, ricordano i media israeliani, erano state rapite, per poi essere liberate il mese successivo nell'ambito del primo accordo di tregua.
Leggi tutto: Israele: "Hamas rispetti impegni, no compromessi su restituzione salme ostaggi"

(Adnkronos) - Tre come gli anni di governo, tre come i gradini del podio su cui, da oggi, domenica 19 ottobre, Giorgia Meloni salirà. L'esecutivo guidato dalla leader di Fratelli d'Italia diventa infatti il terzo più longevo della storia repubblicana, eguagliando i 1.093 giorni del governo Craxi. Un traguardo che, in un Paese capace di esprimere 68 governi in 79 anni, ha il sapore di un piccolo record per Meloni, arrivata a Palazzo Chigi il 22 ottobre 2022 dopo la vittoria alle elezioni politiche di settembre.
Una stabilità, quella conquistata dall'esecutivo, che frutta a Meloni anche una promozione da parte delle agenzie di rating: dopo i pareri positivi di S&P, Moody's e Fitch, anche Dbrs Morningstar ha alzato il rating dell'Italia da BBB ad A con trend stabile. Un riconoscimento che, secondo il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, è il "frutto del lavoro costante di questi tre anni di governo" e che consente all'Italia di tornare "in serie A con grande orgoglio".
Ma la vigilia del traguardo è stata segnata dallo scontro a distanza tra la premier e la sua principale sfidante dell'opposizione, la segretaria del Pd Elly Schlein. Intervenendo al congresso del Pse ad Amsterdam, la leader dem ha parlato di "democrazia a rischio" in Italia, facendo riferimento alla bomba fatta esplodere davanti casa del giornalista Sigfrido Ranucci: "La settimana scorsa, a Firenze, la presidente del Consiglio del mio Paese ha dichiarato che le opposizioni sono peggiori dei terroristi. E nello stesso tempo, in questo clima di odio, voglio esprimere la mia solidarietà a uno dei più noti giornalisti d'inchiesta italiani, Sigfrido Ranucci, perché ieri è stata trovata una bomba davanti a casa sua. La democrazia è a rischio, la libertà di espressione è a rischio quando l'estrema destra è al governo". "Ciò che fanno - ha rincarato Schlein - è alimentare un clima di divisione, polarizzazione e odio. E noi ne paghiamo le conseguenze ogni giorno".
Parole che hanno scatenato l'ira della premier, che in un post pubblicato sui social ha definito l'intervento della segretaria Pd come "puro delirio": "Vergogna, Elly Schlein, che vai in giro per il mondo a diffondere falsità e a gettare ombre inaccettabili sulla Nazione che, da parlamentare della Repubblica italiana e leader di partito, dovresti rappresentare e aiutare", l'affondo di Meloni. La maggioranza fa quadrato subito dopo l'attacco di Schlein. Per Raffaele Nevi, portavoce nazionale di Forza Italia, la segretaria dem "dovrebbe vergognarsi per aver anche solo insinuato che l'attentato a Ranucci possa essere in qualche modo legato al centrodestra al governo. Siamo tutti increduli di fronte al livello infimo a cui il Pd sta trascinando il dibattito politico. Dovrebbe chiedere scusa". In un tweet, la Lega esprime "assoluta e ferma condanna per l'attentato contro Ranucci" e "assoluta e ferma condanna per le sciocchezze della Schlein".
La stabilità del governo non può che riportare al tema delle riforme istituzionali, a partire da quel premierato - definito da Meloni più volte la "madre di tutte le riforme" - pensato proprio per garantire continuità e stabilità in un Paese notoriamente incline ai cambi di maggioranza. Il disegno di legge è ora alla Camera e, come ha ribadito più volte la premier (anche di recente, ospite di Bruno Vespa), la riforma "va avanti". Ma i tempi per l'approvazione si preannunciano lunghi.
Diverso il discorso per la riforma sulla separazione delle carriere, attesa in Aula al Senato il prossimo 28 ottobre per l'ok definitivo. "Non pervenuta", invece, la legge elettorale: fonti parlamentari di centrodestra raccontano che l'idea resta quella di eliminare i collegi uninominali e creare un sistema ispirato a quello delle regionali, cioè un proporzionale con premio di maggioranza e, come auspicato da Meloni, l'indicazione del nome del candidato premier sulla scheda. Le trattative tra maggioranza e opposizione, però, potranno partire solo dopo la chiusura della stagione delle regionali, "con la speranza che il clima si rassereni..." come commentano le stesse fonti.
Leggi tutto: Meloni sul podio 'eguaglia' Craxi, da oggi il suo è il terzo governo più longevo

(Adnkronos) - La Chiesa oggi, domenica 19 ottobre, avrà sette nuovi santi. Papa Leone - in piazza San Pietro - presiederà la celebrazione eucaristica con il rito di canonizzazione di sette beati che arrivano da continenti, epoche e vocazioni diverse. Li accomuna la fedeltà al Vangelo fino all’estremo. I nuovi santi arrivano da diversi Paesi: dalla Turchia alla Papua Nuova Guinea, da Verona e Pompei fino a Caracas. Il Venezuela avrà i suoi primi due santi.
Bartolo Longo: avvocato pugliese, ha attraversato la stagione dello spiritismo fino alla conversione con la fondazione del Santuario della Madonna del Rosario di Pompei. “Se è vero che chi propaga il Rosario si salva, io mi salverò, perché non lascerò questa terra senza avervi propagato il tuo Rosario”, disse dando vita a una città della carità. Per essere canonizzato, non ha avuto bisogno di un secondo miracolo ricevendo approvazione straordinaria con la dispensa papale. La decisione di farlo santo si basa sulla sua vita come esempio di conversione e santità.
Ignazio Maloyan: nato a Mardin, in Turchia, è stato un arcivescovo armeno cattolico negli anni segnati dal genocidio del popolo. Nel giugno 1915, nel pieno delle deportazioni armene, venne arrestato e torturato con l’accusa di nascondere armi. Gli fu offerta la libertà in cambio della conversione all’islam: rifiutò, affermando di considerare “il sangue versato per la fede il desiderio più dolce del mio cuore”. Prima di morire consacrò un pezzo di pane, distribuendolo ai suoi fedeli come viatico. Il suo martirio avvenne nella festa del Sacro Cuore: il cuore trafitto di Cristo divenne così il sigillo della sua testimonianza.
Peter To Rot: figlio di cattolici della Papua Nuova Guinea, è stato un catechista laico, uomo di profonda fede e coerenza. Quando l’isola fu occupata dai giapponesi e i missionari europei internati, continuò clandestinamente a radunare i fedeli per la preghiera. Si oppose alla legalizzazione della poligamia, difendendo l’indissolubilità del matrimonio cristiano. Arrestato e condannato a due mesi di prigione, fu ucciso con un’iniezione letale nel luglio 1945. “Sono qui per una buona causa: per la mia fede”, confidò alla sorella.
Vincenza Maria Poloni: dopo anni di volontariato presso il Pio Ricovero di Verona, nel 1840 fondò con tre compagne le Sorelle della Misericordia, dedite all’assistenza dei poveri e dei malati. “Dobbiamo essere sante nel servizio dei poveri, che sono i nostri padroni”, la sua filosofia di vita. Morì l’11 novembre 1855.
María Carmen Rendiles Martínez: nata a Caracas priva del braccio sinistro, nella fragilità ha trovato la via per l’unione con Cristo. Entrò nella congregazione francese delle Serve di Gesù del Santissimo Sacramento e quando la comunità diventò istituto secolare, fondò in Venezuela le Serve di Gesù. Ebbe un grave incidente: “Una piccola scheggia della Croce di Cristo, la porto con entusiasmo”.
Maria Troncatti: salesiana di Corteno Golgi (Brescia), fu missionaria tra gli Shuar dell’Amazzonia ecuadoriana. Ribattezzata “madrecita”. Nei villaggi segnati da epidemie e tensioni tra coloni e indigeni, costruì ospedali, scuole e percorsi di formazione. “Uno sguardo al Crocifisso mi dà vita e coraggio per lavorare”, il suo motto. Morì in un incidente aereo nel 1969 mentre partiva per gli esercizi spirituali.
José Gregorio Hernández Cisneros: figura molto amata, venezuelano, fu scienziato, docente universitario e apostolo della carità. Dopo gli studi a Parigi, introdusse in patria la medicina sperimentale; la sua priorità sempre i poveri. Visitava gratuitamente i malati, portando medicine e conforto spirituale. Durante l’epidemia di influenza spagnola del 1918, offrì la propria vita “per la pace del mondo”. Morì investito da un’auto mentre si recava da un bambino ammalato, pronunciando il nome della Vergine. E’ appena uscito un volume di Manuela Tulli che racconta chi era il medico dei poveri.
Leggi tutto: Oggi la Chiesa avrà sette nuovi santi, la prima volta del Venezuela
Leggi Tutte le Notizie di oggi in Sardegna
Sarda News - Notizie in Sardegna
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Per proporre i tuoi feed o un contenuto originale, scrivici a info@sardanews.it
Per tutti gli aggiornamenti seguici su TELEGRAM
o su Facebook https://www.facebook.com/sardanotizie