
(Adnkronos) - L'ex generale Antonio Pappalardo, già leader dei gilet arancioni, ha chiesto un milione di euro di danni a Giuseppe Cruciani e David Parenzo nell'incontro tra le parti tenutosi oggi presso l'ufficio di Mediazione di Alfonso Lanfranconi a Milano. Come spiega in una nota lo stesso Pappalardo, difeso dalll'avvocato Daniel Monni, i due conduttori della trasmissione radiofonica La Zanzara "hanno definito Pappalardo una testa di cazzo internazionale e dichiarato pubblicamente che lo stesso ha mentito quando ha detto di essere un compositore musicale, che le sue opere non sono state mai eseguite e che le medesime potevano essere ascoltate solo da sordomuti".
"L’offesa è gravissima, in quanto si è fatto intendere che Pappalardo è un volgare mentitore, che si pone in mostra per fini che non sono nemmeno stati spiegati", si legge nella nota, in cui si spiega anche che l'ex generale dei Carabinieri "ha dimostrato, esibendo alcuni video al mediatore, che le sue numerose opere sono state eseguite nei più grandi teatri e basiliche in Italia e all’estero. Fra tutte spicca l’oratorio 'Petros eni', per soli, coro e orchestra, diretta dal Maestro Alberto Veronesi, con noti solisti a livello internazionale, all’interno della Basilica di San Pietro il 9 luglio 2006, nell’Aula delle Benedizioni, in cui sono entrate solo la Messa da requiem di Mozart e la Messa Solenne di Beethoven, per celebrare i 500 anni del Massimo Tempio del Cattolicesimo, ripresa da Rai 2. L’opera - si ricorda nella nota - era stata commissionata due anni prima al Maestro Pappalardo dal Cardinale Francesco Marchisano, all’epoca Ministro dei Beni culturali del Vaticano, per le sue eccellenti doti di compositore musicale, per cui lo aveva invitato di rifare in note ciò che Michelangelo Buonarroti aveva fatto in pietra 500 anni prima".
Per "i gravissimi danni inferti alla sua immagine di compositore musicale", Pappalardo informa dunque di aver chiesto 1 milione di euro, "che - annuncia - saranno spesi per costituire in uno dei Paesi più poveri del mondo, il Burkina Faso, una 'Accademia delle Belle Arti', per insegnare ai giovani di quel Paese le più nobili arti, quali la musica, il canto, la pittura, la scultura, la danza, la recitazione, e contribuire a creare un clima di pace e di distensione fra la cultura cristiana e quella islamica".

(Adnkronos) - Dall’industria all’arte, il riciclo diventa un linguaggio creativo. Nell’ambito della collaborazione tra Gruppo Hera e Automobili Lamborghini, è stato presentato a Ecomondo 2025 il progetto 'Scart - L’arte recuperata', curato da Herambiente e ideato dal direttore marketing Maurizio Giani. “Quest’anno - ha spiegato Giani - presentiamo sette robot realizzati esclusivamente con materiali provenienti da automobili Lamborghini, frutto di un anno di lavoro e della collaborazione con tre istituti di eccellenza: l’Accademia di Belle Arti di Firenze, quella di Ravenna e il Polidesign di Milano”. I robot, nati dai disegni originali del fumettista Giuseppe Camuncoli, rappresentano i 'paladini' dell’ambiente: uno dedicato alla tutela dell’acqua e dei mari, uno alla salvaguardia delle foreste e della terra, e uno all’aria.
“Con Scart - ha aggiunto Giani - vogliamo dimostrare che la sostenibilità può diventare bellezza, creatività e cultura. Dare nuova vita ai materiali significa creare valore non solo economico ma anche sociale ed educativo. L’arte è un modo potente per raccontare l’economia circolare: ogni scarto, come ogni idea, può trasformarsi in qualcosa di unico e duraturo”.
Leggi tutto: Sostenibilità, il progetto Scart trasforma i rifiuti Lamborghini in arte

(Adnkronos) - Un identikit epigenetico del cancro al seno (e in futuro anche di altri tumori) per cure mirate contro le forme più difficili, ancora orfane di terapia. Un team dell'Istituto europeo di oncologia di Milano, guidato da Tiziana Bonaldi a capo dell'Unità di ricerca Nuclear Proteomics, ha scoperto come individuare il profilo epigenetico del cancro: la 'seconda identità genetica' di ogni tumore, che può essere bersaglio di farmaci su misura, rendendo curabili anche i tumori che oggi non lo sono. I risultati dello studio Ieo sono stati pubblicati su 'Nature Communications'.
"Le attuali targeted-therapy, che hanno rivoluzionato la cura dei tumori, si basano sul profilo mutazionale, vale a dire le alterazioni geniche che si producono nella sequenza del Dna e caratterizzano un tumore in modo permanente. Queste alterazioni possono essere bersagliate da molecole mirate per renderle inattive", illustra Bonaldi. "Sappiamo però che esiste anche un secondo profilo, diciamo una seconda identità - precisa - che è quello epigenetico, che regola l'attività del Dna in base a fattori esterni come dieta e ambiente. Ovviamente si tratta di un profilo più dinamico e instabile rispetto a quello mutazionale, perché le alterazioni epigenetiche sono reversibili e possono essere modificate, anche in questo caso con farmaci mirati detti appunto epigenetici. Il profilo epigenetico è quindi molto interessante dal punto di vista della cura oncologica, ma fino a ieri non c'erano strumenti per generarlo da campioni clinici. Allo Ieo abbiamo messo a punto la prima piattaforma tecnologica che permette di ottenere il profilo epigenetico completo dei tumori". Un risultato che secondo gli scienziati "potrà cambiare la storia dei tumori più temibili, fino ad oggi orfani di cure innovative".
"Il risultato - spiega Giulia Robusti, giovane ricercatrice che ha firmato il lavoro - è stato ottenuto grazie alla collaborazione fra noi ricercatori di base, i clinici e la biobanca Ieo, lavorando su 200 campioni clinici di tumori della mammella. Prima abbiamo individuato una firma epigenetica, cioè un insieme di marcatori, che caratterizza i tumori di tipo triplo negativo, una forma di tumore mammario che purtroppo manca di terapie specifiche. Abbiamo successivamente scoperto che l'aumento di uno specifico marcatore epigenetico è legato a una peggiore risposta alla chemioterapia. Questo aumento è dovuto all'azione di un enzima conosciuto e abbiamo trovato un farmaco epigenetico, già in uso, capace di inibirlo. Nei test in vitro le cellule esposte al farmaco crescono meno e diventano sensibili alla chemioterapia. Questi risultati sono stati confermati in vivo".
"Il 15-20% di tutti i tumori del seno appartengono al tipo molecolare triplo negativo, che rappresenta la sfida più impegnativa perché è una malattia eterogenea di cui non si conoscono target molecolari specifici, e di conseguenza non si dispone di farmaci di nuova generazione", ricordano dall'Irccs fondato da Umberto Veronesi. "Abbiamo capito - riferisce Roberta Noberini, prima co-autrice dello studio - che per trovare nuovi target era necessario utilizzare un approccio diverso da quello mutazionale che studia le alterazioni permanenti nel Dna. Abbiamo pensato che il tumore è invece plastico e ha un grande capacità di adattamento, per esempio per sviluppare la resistenza ai farmaci, per cui abbiamo cercato una tecnologia capace di evidenziare il profilo epigenetico che sa cogliere questa plasticità. Sappiamo infatti che l'epigenetica ha un ruolo importante nella progressione tumorale e nella formazione di metastasi. Una volta generato l'identikit epigenetico, lo abbiamo integrato con altre profilazioni molecolari per identificare il meccanismo attraverso cui agisce".
"La nostra scoperta apre orizzonti clinici molto promettenti per i tumori mammari triplo negativi, perché il farmaco epigenetico che abbiamo utilizzato appartiene alla classe degli inibitori di un enzima di cui conosciamo l'efficacia. Il nostro progetto è infatti di cercare marcatori epigenetici per farmaci già in uso, per poterli applicare rapidamente in clinica", afferma Alessandro Vai, dottorando che nello studio si è occupato delle analisi bioinformatiche.
L'approccio usato in questo progetto è applicabile anche ad altri contesti tumorali, puntualizzano gli scienziati. "Il nostro prossimo studio in quest'area - anticipa Bonaldi - riguarderà il tumore dell'ovaio, tristemente conosciuto per la resilienza e resistenza ai farmaci, in vista della sperimentazione clinica. Nel frattempo ci siamo posti il prossimo quesito di ricerca: se la firma epigenetica è presente e rilevabile nel tessuto, perché non dovrebbe esserlo anche nel sangue? L'idea di ottenere il profilo epigenetico con un semplice prelievo di sangue - prospetta la ricercatrice - non è un'utopia".
Leggi tutto: Tumore al seno, contro le forme più difficili arriva l'identikit epigenetico

(Adnkronos) - Sostenibilità, innovazione e industria d’eccellenza si incontrano alla 28esima edizione di Ecomondo a Rimini, dove è stato presentato il progetto di collaborazione tra Gruppo Hera e Automobili Lamborghini dedicato all’economia circolare. “È una collaborazione industriale tra due eccellenze italiane - ha dichiarato Orazio Iacono, amministratore delegato del Gruppo Hera - che unisce innovazione, sostenibilità e competitività. Grazie alla nostra leadership nel settore ambientale vogliamo affiancare le aziende, grandi e piccole, nel percorso di transizione green, riducendo gli scarti industriali e valorizzandoli come materie prime seconde ed energia”.
Il progetto punta a sviluppare un modello integrato di gestione dei rifiuti, che combina tracciabilità, recupero e riduzione delle emissioni. “Questo approccio - ha spiegato Iacono - è destinato a diventare un vero e proprio modello di riferimento per il settore manifatturiero, con l’obiettivo di mettere a regime il concetto di ‘global waste’. E non mancheranno, nei prossimi anni, nuove innovazioni di prodotto e di processo, che coinvolgeranno anche i settori automotive e nautico”.
“L’economia circolare - ha aggiunto - è oggi una leva concreta per generare valore, e questa collaborazione con Lamborghini ne è la dimostrazione tangibile. Insieme possiamo far diventare la sostenibilità un motore di crescita industriale e di innovazione made in Italy”.

(Adnkronos) - “Produrre auto da sogno oggi significa anche saperle costruire in modo sostenibile”. Con queste parole Ranieri Niccoli, Chief Manufacturing Officer di Automobili Lamborghini, ha presentato a Ecomondo la collaborazione con Gruppo Hera nel campo dell’economia circolare, sottolineando l’impegno del marchio bolognese nella riduzione dell’impatto ambientale e nella gestione virtuosa dei materiali. “Da oltre dieci anni il nostro stabilimento di Sant’Agata Bolognese è certificato CO2 neutrale - ha ricordato Niccoli - e abbiamo costruito un modello produttivo che unisce qualità artigianale e responsabilità ambientale. Oggi più dell’80% dei nostri rifiuti è riciclabile, grazie anche alla collaborazione con Hera e alle loro competenze tecniche”.
Niccoli ha citato esempi concreti: “La pelle degli interni viene riutilizzata dalle cooperative artigiane per creare oggetti di pelletteria, mentre gli scarti in fibra di carbonio vengono trasformati in nuovi manufatti. Stiamo lavorando anche al recupero dei residui liquidi del processo produttivo”.
Il manager ha ricordato inoltre l’impegno ambientale e sociale dell’azienda: “Dal 2010 abbiamo creato un parco di 7 ettari con oltre 12mila querce accanto al nostro stabilimento. Essere un marchio di lusso - ha concluso - significa anche avere una responsabilità verso il territorio e saper innovare in chiave sostenibile. Hera è per noi il partner ideale in questo percorso”.
Leggi tutto: Sostenibilità, Niccoli (Lamborghini): "Da 10 anni stabilimento CO2 neutrale"

"Le raccomandazioni attuali per la creazione di password sicure si sono evolute molto negli ultimi anni. Gli esperti di sicurezza ora concordano che la lunghezza è molto più importante della complessità: una password dovrebbe avere almeno 8 caratteri, ma idealmente 12-15 caratteri o più. Contrariamente a quello che si credeva in passato, i requisiti di complessità obbligatori (come dover includere maiuscole, numeri e simboli) sono stati abbandonati dalle principali organizzazioni di sicurezza. Il motivo è semplice: questi vincoli portano le persone a creare password prevedibili, come mettere la prima lettera maiuscola o aggiungere un '1' o un '!' alla fine". A dirlo all'Adnkronos/Labitalia Fulvio Duse, coo di Aton IT, società che si distingue per la pluralità di competenze approfondite in ambito digital transformation, cyber security, business intelligence, Ia, blockchain.
"Un'altra importante novità - spiega - è l'abbandono dei cambi password periodici obbligatori. Costringere gli utenti a cambiare password ogni pochi mesi li porta a scegliere password più deboli e a incrementarle con schemi prevedibili. Le password dovrebbero essere cambiate solo quando c'è un sospetto di compromissione. E' fondamentale che ogni password sia unica per ogni servizio e che venga verificata contro database di password comuni e già compromesse in attacchi precedenti. Le password non devono contenere informazioni personali facilmente reperibili come nomi, date di nascita o nomi di familiari".
"Un approccio consigliato - suggerisce - è l'uso di 'passphrase' composte da parole casuali, che sono sia più sicure che più facili da ricordare rispetto a stringhe brevi e complesse. L'autenticazione a più fattori è fortemente raccomandata come secondo livello di protezione, e l'uso di password manager è incoraggiato per gestire password lunghe e uniche per ogni servizio".

(Adnkronos) - "Le raccomandazioni attuali per la creazione di password sicure si sono evolute molto negli ultimi anni. Gli esperti di sicurezza ora concordano che la lunghezza è molto più importante della complessità: una password dovrebbe avere almeno 8 caratteri, ma idealmente 12-15 caratteri o più. Contrariamente a quello che si credeva in passato, i requisiti di complessità obbligatori (come dover includere maiuscole, numeri e simboli) sono stati abbandonati dalle principali organizzazioni di sicurezza. Il motivo è semplice: questi vincoli portano le persone a creare password prevedibili, come mettere la prima lettera maiuscola o aggiungere un '1' o un '!' alla fine". A dirlo all'Adnkronos/Labitalia Fulvio Duse, coo di Aton IT, società che si distingue per la pluralità di competenze approfondite in ambito digital transformation, cyber security, business intelligence, Ia, blockchain.
"Un'altra importante novità - spiega - è l'abbandono dei cambi password periodici obbligatori. Costringere gli utenti a cambiare password ogni pochi mesi li porta a scegliere password più deboli e a incrementarle con schemi prevedibili. Le password dovrebbero essere cambiate solo quando c'è un sospetto di compromissione. E' fondamentale che ogni password sia unica per ogni servizio e che venga verificata contro database di password comuni e già compromesse in attacchi precedenti. Le password non devono contenere informazioni personali facilmente reperibili come nomi, date di nascita o nomi di familiari".
"Un approccio consigliato - suggerisce - è l'uso di 'passphrase' composte da parole casuali, che sono sia più sicure che più facili da ricordare rispetto a stringhe brevi e complesse. L'autenticazione a più fattori è fortemente raccomandata come secondo livello di protezione, e l'uso di password manager è incoraggiato per gestire password lunghe e uniche per ogni servizio".

(Adnkronos) - "L'internazionalità di Eicma è certificata dalle 50 nazioni presenti, un dato che cresce del 20% rispetto alla passata edizione, con più di 2000 marchi e 700 espositori. È dunque un’edizione sempre più internazionale e un momento imperdibile per la filiera delle due ruote". Lo afferma Paolo Magri, amministratore delegato di Eicma, alla giornata di apertura alla stampa dell’edizione 2025 dell’esposizione internazionale delle due ruote, che si aprirà al pubblico dal 6 al 9 novembre a Rho Fiera Milano.
"Anche le prevendite dei biglietti stanno andando benissimo - prosegue - stamattina siamo a + 20% rispetto all'anno scorso, che era un anno record. Meglio di così è difficile immaginarlo".
"I dazi e la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina stanno sicuramente impattando le vendite di molti marchi - conclude -. Questo non si è trasferito ad Eicma, perché è un momento di visibilità così importante che ad oggi è al di sopra di questo. Non si può però escludere che, alla lunga, ci possa essere un indebolimento della presenza in funzione di questa guerra commerciale, che speriamo venga chiusa".
Leggi tutto: Eicma 2025, Magri (Eicma): "Record di espositori internazionali, +20% sul 2024"

(Adnkronos) - Il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Calderone ha nominato Natale Forlani, presidente dell’Inapp, l’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche. Rinnovato anche il consiglio di amministrazione dell’Istituto con la nomina di Fabrizio Antolini, in rappresentanza del ministero del Lavoro, di Fiorella Lunardon, in rappresentanza del ministero del Lavoro d’intesa con la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Giovanni Bocchieri, in rappresentanza della Conferenza delle regioni e delle province autonome e Sandra D’agostino in rappresentanza dei ricercatori e dei tecnologi dell’Inapp.
Presidente e consiglio di amministrazione dureranno in carica 4 anni. Per Natale Forlani, che svolgerà il suo incarico a titolo gratuito, si tratta di una conferma in quanto era stato nominato al vertice dell’Istituto nell’aprile del 2024. Esperto di relazioni industriali, mercato occupazionale e organizzazione del lavoro, è stato tra gli estensori con Marco Biagi del Libro bianco sul lavoro.
Dopo aver ricoperto il ruolo di Segretario confederale nazionale della Cisl, Forlani è stato presidente e amministratore delegato di Italia Lavoro spa, in seguito direttore generale della D.G. Immigrazione e Politiche di Integrazione del ministero del Lavoro e delle politiche sociali, nonché membro del collegio dei sindaci dell’Inps.
Leggi tutto: Inapp, rinnovato cda Natale Forlani confermato presidente

(Adnkronos) - Ogni anno nel Lazio si registrano oltre 32mila nuovi casi di tumore e più di 46mila ricoveri ospedalieri legati a patologie oncologiche, come riportato dal Registro tumori della Regione. Più di 9 casi su 10 riguardano il cancro alla prostata, per un totale che supera le 3mila nuove diagnosi. I numeri confermano l'impatto crescente del cancro sulla salute pubblica regionale e la necessità di rafforzare strategie di prevenzione, diagnosi precoce e continuità assistenziale, per migliorare la qualità e l'aspettativa di vita dei pazienti. Questi temi sono stati al centro del tavolo clinico-istituzionale 'Oncologia nel Lazio. Diagnosi precoce, innovazione terapeutica e sostenibilità: migliorare gli outcome di cura', promosso da Dico Sanità, che si è svolto ieri a Roma. Istituzioni regionali, clinici, farmacisti e rappresentanti dei pazienti si sono confrontati con l'obiettivo di favorire l'accesso precoce alla diagnosi e alle cure oncologiche, valorizzare l'appropriatezza prescrittiva e garantire sostenibilità economica e percorsi di cura continuativi. Particolare attenzione è stata dedicata al tumore della prostata, che rappresenta la neoplasia più frequente tra gli uomini in Italia.
Secondo i dati dell'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) - ricorda una nota - ogni anno nel nostro Paese vengono diagnosticati circa 40mila nuovi casi. Nonostante i tassi di sopravvivenza a 5 anni superino ormai il 90%, il tumore della prostata resta una sfida significativa: ogni anno si registrano oltre 8.200 decessi, e i nuovi casi sono destinati a crescere dell'1% all'anno fino al 2040. Nel Lazio ogni anno vengono diagnosticati più di 3mila nuovi casi, pari al 9,4% di tutte le neoplasie della regione, come registra il documento ufficiale 'Pdta-Neoplasia prostatica' della Regione Lazio (Delibera n. 1273 del 10 luglio 2025, Asl Roma 5).
"Le principali innovazioni terapeutiche nel tumore della prostata stanno cambiando la prospettiva clinica dei pazienti, grazie all'introduzione di farmaci a target molecolare e, più di recente, alla medicina di precisione supportata dall'intelligenza artificiale - spiega Fabio Calabrò, direttore di Oncologia medica 1 dell'Istituto nazionale tumori Regina Elena Irccs - L'obiettivo è duplice: individuare i soggetti ad alto rischio e personalizzare il trattamento, evitando over-treatment e garantendo appropriatezza prescrittiva. Questo approccio è indispensabile in un contesto in cui in Italia si registrano oltre mezzo milione di persone con una diagnosi di tumore prostatico. Parallelamente, la costruzione di reti oncologiche regionali e l'attivazione di piattaforme digitali condivise rendono possibile una gestione realmente multidisciplinare, in cui medici di base, specialisti e centri di riferimento collaborano in modo integrato. Questo modello migliora l'accesso alle cure, la sostenibilità del sistema e la qualità di vita dei pazienti, che possono essere seguiti vicino casa quando la condizione clinica lo consente".
Il tumore della prostata ha origini multifattoriali. Tra i principali fattori di rischio ci sono l'età, la storia familiare, le mutazioni genetiche, la sindrome metabolica, l'obesità, lo stile di vita e l'alimentazione, oltre al fumo e al consumo di alcol. In Italia - ricordano gli esperti - circa il 27% degli uomini adulti sono fumatori e l'11% presenta obesità, condizioni che possono aumentare l'aggressività della malattia. La familiarità gioca un ruolo significativo: circa 1 paziente su 10 sviluppa una forma ereditaria della malattia, e tra coloro con carcinoma metastatico il 12% presenta mutazioni ereditarie in geni coinvolti nella riparazione del Dna, in particolare nel gene Brca2.
"Nel tumore della prostata la vera innovazione è saper unire efficacia, appropriatezza e sostenibilità - sottolinea Bernardo Maria Cesare Rocco, direttore Uoc Clinica Urologica Policlinico universitario Agostino Gemelli di Roma, università Cattolica del Sacro Cuore - Lo screening deve essere mirato: rivolto a chi presenta familiarità o rischio genetico, integrando Psa e risonanza magnetica senza contrasto, così da ridurre la mortalità evitando l'over-treatment". Per lo specialista "è tempo di un modello nazionale, equo, che non lasci differenze tra regioni. La qualità delle cure dipende anche dall'organizzazione: interventi complessi nei centri ad alto volume e una rete che colleghi ospedali, medici di base e specialisti. Solo un lavoro multidisciplinare garantisce decisioni più precise e percorsi più rapidi. Dobbiamo adottare una medicina di misura: dal massimo trattamento tollerato al minimo trattamento efficace. E' questa la chiave per offrire cure di valore ai pazienti e un sistema sanitario davvero sostenibile".
L'innovazione terapeutica e tecnologica rappresenta oggi uno strumento fondamentale per migliorare gli esiti di cura dei pazienti. L'introduzione di nuove terapie comporta però sfide significative: garantire accesso equo, sostenibilità e appropriatezza clinica richiede strategie mirate, programmi di screening capillari e l'uso di strumenti di telemedicina e digital health. Gli esperti hanno sottolineato l'importanza della diagnosi precoce e della collaborazione tra ospedale e territorio, promuovendo modelli organizzativi integrati, approccio multidisciplinare e personalizzazione delle cure.
"E' fondamentale che la rete oncologica centrale dialoghi con il territorio - evidenzia Fabio De Lillo, responsabile Coordinamento attività strategiche spesa farmaceutica, Regione Lazio - A supporto di questa rete è stata istituita anche una rete delle anatomie patologiche, che consente una valutazione rapida dei casi sospetti di tumore. Un ruolo centrale è svolto inoltre dallo screening oncologico, coordinato dal Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio, che permette di intercettare precocemente le formazioni tumorali e di sensibilizzare i cittadini all'importanza della diagnosi preventiva. La rete oncologica, nel suo insieme, opera in modo capillare su tutto il territorio regionale, ma è necessario un crescente coinvolgimento e una maggiore partecipazione da parte dei cittadini".
In questo contesto, emerge il ruolo centrale del medico di medicina generale, protagonista attivo nel percorso oncologico, anche nell'approccio al tumore della prostata, in particolare nel favorire prevenzione e diagnosi precoce, garantire una presa in carico integrata e continua e nel contribuire al superamento della frammentazione dei percorsi assistenziali. Grazie all'uso di strumenti digitali e all'adozione di percorsi condivisi con gli specialisti - sostengono gli esperti - il medico di medicina generale diventa un vero e proprio costruttore di percorsi di cura, partecipando alla progettazione dei flussi assistenziali e garantendo equità di accesso e qualità delle cure in ogni fase della malattia.
"La medicina generale non è un anello accessorio della rete oncologica, ma il suo punto di partenza e di continuità - rimarca Walter Marrocco, responsabile scientifico Fimmg, Federazione italiana medici di medicina generale - Se vogliamo migliorare davvero gli outcome di cura nel Lazio, dobbiamo costruire una rete che parli un linguaggio comune, che metta il paziente al centro e che riconosca nel medico di famiglia il riferimento costante lungo tutto il percorso di malattia e di vita. E' questa la sfida che, come Fimmg, siamo pronti ad affrontare, insieme alle istituzioni, agli specialisti e ai pazienti, per un'oncologia più umana, più integrata e più vicina alle persone". Il tavolo clinico-istituzionale ha rilanciato quindi la sfida di una rete oncologica più efficace e vicina ai cittadini, puntando su nuovi programmi di screening, collaborazione con i medici di medicina generale e sinergia tra professionisti per garantire cure tempestive e personalizzate. Tra le priorità emerse figurano anche innovazione, formazione continua e riduzione delle tossicità dei trattamenti, con l'obiettivo di migliorare la qualità di vita dei pazienti e assicurare uguali opportunità di cura in tutto il territorio.
Leggi tutto: Tumori: nel Lazio oltre 32mila casi all'anno, 9 su 10 sono alla prostata

(Adnkronos) - Si preannuncia un altro mese caldo sul fronte scioperi, quello di novembre, che sarà segnato dallo sciopero generale contro la manovra per l'intera giornata del 28 novembre e per tutte le categorie, pubbliche e private, indetto da Usb insieme a Cobas, Cub, Adl, Clap, Sgb, Sial. Ma prima di arrivare a quella data, il calendario delle proteste coinvolgerà diversi settori per tutto il mese, dalla scuola alla sanità, con più di una data 'nera' per il trasporto pubblico locale.
Dopo la mobilitazione di oggi del comparto scuola e università, indetta dal sindacato Sisa, domani 5 novembre sarà la volta dello sciopero nazionale dei medici di medicina generale proclamato da Snami, il Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani. Saranno garantite le prestazioni indispensabili. La protesta è contro il 'ruolo unico' che, spiega il presidente nazionale Snami, Angelo Testa, "equivale alla fine della medicina territoriale. Il medico di famiglia sta diventando un semplice ingranaggio amministrativo, dipendente del sistema ma con tutti gli svantaggi della convenzione. Così si cancella l’autonomia professionale e si spezza il rapporto di fiducia che lega il medico al paziente da generazioni". In assenza di correttivi adeguati, fa sapere il sindacato, saranno proclamate ulteriori giornate di sciopero.
Il 6 novembre a incrociare le braccia per 24 ore saranno i farmacisti: lo sciopero nazionale, indetto unitariamente dai sindacati di categoria, è stato proclamato a sostegno del rinnovo del contratto collettivo di lavoro.
Per il trasporto pubblico locale la prima data nera da segnare sul calendario è quella del 7 novembre: nella stessa giornata si incrociano gli scioperi del Tpl di Latina, da inizio servizio alle ore 6.30 dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 16.30 a fine servizio; di Milano, Monza e Brianza (gruppo Atm) indetto da Ai Cobas; di Palermo (Amat) dalle ore 8.30 alle ore 17.30 e dalle 20.30 alle 23.59, indetto da Cub trasporti; di Messina (Atm Messina) dalle ore 16.01 alle ore 20.00 indetto da Fit Cisl, Faisa Cisal, Orsa Trasporti.
Trasporti a singhiozzo, poi, con diverse proteste locali da tenere presente: mezzi pubblici a rischio il 10 novembre a Genova dalle ore 11.30 alle ore 15.30 per lo sciopero indetto da Ugl; taxi fermi a Napoli l'11 novembre, dalle ore 8.00 alle ore 22.00; a Roma la protesta arriverà il 14 novembre con lo sciopero dell'Atac indetto da Usb Lavoro Privato e Orsa Tpl Lazio dalle ore 08.30 alle ore 17.00 e dalle ore 20.00 a fine servizio; a Milano il 30 novembre con lo sciopero Atm dalle ore 8.45 alle ore 12.45.
Per il trasporto aereo, la data da segnare è quella del 14 novembre quando a scioperare saranno i lavoratori di Volotea per l'intera giornata.

(Adnkronos) - "Il Digital Networks Act - Dna deve essere l'occasione per gli Stati membri dell’Unione europea, e per l'Unione come tale, per arrivare ad un’armonizzazione legislativa, con misure che consentano di investire nelle infrastrutture con tempi e procedure certi e permettano l'assegnazione delle frequenze in modo tale che gli Stati membri possano, sulla base della conoscenza dei rispettivi mercati, operare alcune scelte e condividerle con gli operatori”. Lo ha sottolineato Federico Eichberg, capo di Gabinetto ministero delle Imprese e del Made in Italy, in occasione della tavola rotonda organizzata da Adnkronos e Open Gate Italia a Palazzo dell’Informazione a Roma, dal titolo “Reti, cloud e regole: il cantiere europeo del Digital Networks Act”.
Questo permetterà anche “l'armonizzazione rispetto ad alcuni provvedimenti già presenti, come quelli sulla responsabilità ambientale ed energetica, l’AI Act per l'intelligenza artificiale e tutte le altre normative sulla cyber security, in particolare la Nis2. Pertanto, il Dna dovrà essere un'occasione per garantire certezze agli investitori, sia quelli della rete sia agli investitori nei servizi, che sono cross-border a differenza delle infrastrutture, e che sia anche occasione per armonizzare con la legislazione preesistente”, conclude.
Leggi tutto: Digitale, Eichberg (Mimit), "Dna occasione per arrivare ad armonizzazione legislativa"
In un post su X, Zelensky ha spiegato di aver ascoltato i rapporti dei militari, "discusso la situazione in prima linea e le esigenze più urgenti, prestando molta attenzione alle questioni relative alle armi, all'aumento della produzione di droni, alle esigenze delle brigate, all'esperienza del Primo Corpo della Guardia Nazionale e ad altri aspetti".
"Ho ringraziato i soldati per il loro servizio e li ho personalmente insigniti delle onorificenze statali - ha aggiunto il presidente - Questo è il nostro Paese, questo è il nostro Est e faremo di tutto perché resti ucraino".
Hanno provocato un'esplosione e tre incendi i due attacchi con droni contro un impianto petrochimico nella città russa di Sterlitamak, nella Repubblica del Bashkortostan, nel sud degli Urali, oltre 1500 chilometri dal confine ucraino. Ad annunciarlo su Telegram è stato il governatore locale Radi Khabirov, precisando che non ci sono feriti. Un impianto di depurazione dell'acqua situato nel complesso industriale è stato parzialmente distrutto, stando all'amministrazione locale. Nella città di Kstovo della regione di Nizhny Novgorod sul Volga un incendio è scoppiato in un complesso industriale dove sorge una raffineria appartenente al gruppo Lukoil. Il ministero della Difesa russo ha intanto riferito dell'abbattimento di 85 droni ucraini la notte scorsa.
Il Consiglio dell'UE ha approvato oggi, martedì 4 novembre la quinta tranche del finanziamento dell'Ukraine Facility per un importo di 1,8 miliardi di euro. "Questo importo attesta il completamento con successo da parte dell'Ucraina di nove passaggi procedurali indispensabili per l'approvazione della quinta tranche, nonché di una fase ancora in sospeso del quarto esborso", si legge nella dichiarazione ufficiale .
Il finanziamento mira principalmente a rafforzare la stabilità macrofinanziaria dell'Ucraina e a sostenere il funzionamento continuo della sua pubblica amministrazione.
L'Ucraina vuole chiudere i negoziati di adesione all'Ue entro la fine del 2028, e la Commissione Europea "si impegna a sostenere questo ambizioso obiettivo", ma ritiene che, per raggiungerlo, sia necessaria "un'accelerazione del ritmo delle riforme", in particolare per quanto riguarda gli aspetti fondamentali, specialmente "lo Stato di diritto". Lo sottolinea la Commissione nel pacchetto allargamento approvato oggi dal collegio dei commissari a Bruxelles.
Nonostante la guerra scatenata dalla Russia, l'Ucraina rimane "fermamente impegnata" nel suo percorso di adesione all'Ue, avendo completato "con successo" il processo di screening e compiuto "progressi" nelle riforme chiave. L'Ucraina ha adottato "tabelle di marcia" sullo Stato di diritto, la pubblica amministrazione e il funzionamento delle istituzioni democratiche, nonché un "piano d'azione" sulle minoranze nazionali, che la Commissione ha valutato "positivamente".
L'Ucraina ha "soddisfatto" le condizioni necessarie per l'apertura dei cluster uno (aspetti fondamentali), sei (relazioni esterne) e due (mercato interno). La Commissione si attende che l'Ucraina soddisfi le condizioni per l'apertura dei restanti tre cluster e si "adopera" per far sì che il Consiglio sia in grado di procedere all'apertura di tutti i cluster "entro la fine dell'anno". L'Ungheria ha finora bloccato l'apertura dei negoziati di adesione con Kiev.
Il presidente russo, Vladimir Putin, ha incaricato il governo di approvare entro il primo dicembre una road map per lo sviluppo a lungo termine di metalli rari e terre rare, un settore ritenuto strategico per l'economia nazionale e per la sovranità tecnologica del Paese. Lo ha riferito l'agenzia di stampa Tass, precisando che l'ordine - pubblicato sul sito ufficiale del Cremlino - è stato impartito dopo il Forum economico orientale di Vladivostok.
Nel documento si legge che il Consiglio dei ministri dovrà "tenere conto delle direttive precedentemente impartite" e definire un piano d'azione dettagliato per stimolare il comparto, dalle attività estrattive alla lavorazione e produzione dei metalli.
Responsabile dell'attuazione del provvedimento sarà il primo ministro Mikhail Mishustin, che si trova in visita in Cina. L'iniziativa si inserisce in una più ampia strategia di Mosca mirata a ridurre la dipendenza da fornitori esteri e a rafforzare la capacità industriale interna in settori strategici, dove i metalli rari e le terre rare rivestono un ruolo cruciale.
Leggi tutto: Ucraina, Zelensky nel Donetsk: "Faremo di tutto perché resti ucraino"

(Adnkronos) - "La posizione di Anitec-Assinform, l'associazione del sistema Confindustria che rappresenta tutte le imprese del settore dell'Ict e digitale, è molto chiara: per noi il Digital Network Act deve essere una semplificazione. Non deve, quindi, comportare degli appesantimenti normativi”. A dirlo Letizia Pizzi, Direttore Generale Anitec-Assinform, in occasione della tavola rotonda organizzata da Adnkronos e Open Gate Italia a Palazzo dell’Informazione a Roma, dal titolo “Reti, cloud e regole: il cantiere europeo del Digital Networks Act”.
“Anche nella logica del digital omnibus europeo, tutto deve essere in una chiave di semplificazione e armonizzazione a livello di regolamentazione europea dei singoli Stati. Per noi è la priorità fondamentale” conclude.
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(Adnkronos) - C'è un fermo per l'omicidio di Marco Veronese, l'imprenditore 39enne ucciso a coltellate in strada, sotto casa dei genitori, nella notte del 23 ottobre scorso a Collegno, nel torinese. Si tratterebbe di una persona legata sentimentalmente alla ex compagna della vittima che a quanto si apprende avrebbe confessato il delitto. A carico dell'uomo i carabinieri, coordinati dalla procura di Torino, avrebbero raccolto gravi indizi di responsabilità.
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(Adnkronos) - La vittima scelta a caso, la piazza no. Vincenzo Lanni, 59 anni, ha accoltellato una donna di 43 anni senza conoscerla, ma conoscendo bene il luogo: piazza Gae Aulenti, epicentro del potere economico milanese, simbolo di capitali globali in movimento dietro statici palazzi in vetro. Un gesto premeditato, secondo la confessione, non sulla vittima ma al "contesto" in cui si trovava: finanza, ricchezza, mondo scintillante che domina la skyline della città.
Un mix di rancore, follia e desiderio di vendicare vecchi torti, con quel risentimento tutto nuovo verso la comunità di recupero, che lo aveva allontanato giovedì scorso per cattiva condotta, e una insofferenza antica e mai sopita per il licenziamento, avvenuto dieci anni fa, da una società di programmazione informatica in cui lavorava. I carabinieri hanno già rinvenuto la giacca usata durante l'attacco, abbandonata poco dopo nei pressi dell'Esselunga di viale Famagosta. Le indagini, coordinate dalla Procura di Milano, cercano ora di dare un senso al suo racconto e di ricostruire ogni passaggio della vicenda.
Intanto il sangue versato ai piedi della torre Unicredit porta lo sguardo sulle piazze del potere che definiscono l'anatomia economica della città. C’è Piazza Affari, la cattedrale della finanza, con il Palazzo Mezzanotte e il dito di Cattelan (fatto con lo stesso marmo di Carrara del David di Michelangelo), che da anni sfida ironicamente il Capitale - tra odio e amore - lasciando la spiegazione del significato di quel 'dito medio' soprattutto "all’immaginazione, all’immaginazione di tutti quanti, di quelli che ce l’hanno“ (parole d'autore).
Poco distante, l'ellittica Piazza Cordusio - 'cor ducis' o 'curia ducis', palazzo del 'dux', il capo, con storie che rimandano al 572, quando Alboino, re dei longobardi, divenne Duca di Milano - e nel 1900 diventa, sempre cuore sì, ma del capitalismo italiano in fieri, con le vecchie sedi storiche della Borsa e di Credito Italiano, Generali, di Poste. Oggi la piazza è riconvertita a salotto internazionale con i quartier generali di grandi catene globali, esempio: qui c'è la prima sede Starbucks a Milano. Un punto d'incontro fra il capitalismo storico e quello contemporaneo, crocevia tra i tre volti della Milano economica: triangolo industriale prima, Milano 'da bere' poi e nuova 'City' della nuova finanza transnazionale.
E ancora, piccola e discreta, Piazzetta Cuccia, appena fresca di espugnazione da parte di Mps. È la sede storica di Mediobanca, dove per decenni si sono decise le strategie industriali del Paese. Qui, dal balconcino del primo piano, si è assistito prima al passaggio dal potere che sussurra ai potenti di Cuccia (nel mondo dei patti di sindacato, del capitalismo misto e delle azioni che si pesano e non si contano) all'ebrezza liberista tutto a nozze di 'laissez faire', con l'Ad Nagel che la porta a diventare campione di wealth management; eppoi, sempre da quel balconcino e con la discrezione di sempre, si è potuto vedere il ritorno di fiamma della finanza di sistema che trionfa con Monte dei Paschi sulla finanza indipendente. Due passi più in là: piazza della Scala con la "Prima" che diventa vetrina di pellicce borghesi e di giovani ribelli che nel '68 quelle pellicce prendono di mira con fitti lanci di uova ma abbracciano i poliziotti in divisa (come racconta Mario Capanna).
La Milano del potere economico danza poi tra CityLife - vetrina del potere assicurativo e della consulenza, dominata dalle torri Generali (e la sua insegna ancora sbilenca), Allianz e PwC - e la triade di Piazza San Babila, via Monte Napoleone, Corso Europa: luoghi dove la finanza incontra il lusso, le banche private dialogano con le Maison e il potere assume la forma di una borsa di pelle o di un attico con vista Duomo. E arriva diretto al luogo dove tutto è iniziato, il grattacielo Pirelli, o Pirellone, come viene chiamato, progettato dall’architetto Gio Ponti nel 1950 ed edificato tra il 1956 e il 1960. Anche qui, tra economia e ribellione, come racconta Luciano Bianciardi nel romanzo La vita agra: il protagonista vorrebbe mettere un ordigno esplosivo per far esplodere il famoso grattacielo, da lui considerato simbolo del capitalismo spietato responsabile della morte di quarantatré minatori in Toscana, sua terra d’origine.

(Adnkronos) - "La trasformazione digitale, nel nostro Paese in particolare, passa attraverso la costruzione di un ecosistema che ruoti intorno a connettività performante, cloud e intelligenza artificiale. Per quanto riguarda connettività e adozione delle nuove tecnologie, i dati della Commissione europea, recentemente pubblicati, mostrano un avanzamento, ma è necessario che l'Italia acceleri nel completamento della copertura in fibra, nonché nello sviluppo del 5G standalone, standard non raggiunto al momento da grandissima parte della copertura”. Lo ha affermato da Silvia Compagnucci, senior consultant Open Gate Italia, all’evento “Reti, cloud e regole: il cantiere europeo del Digital Networks Act”, organizzato da Adnkronos e Open Gate Italia a Palazzo dell’Informazione a Roma.
“È poi necessario che le piccole e medie imprese, che costituiscono gran parte del nostro tessuto economico e produttivo, siano favorite nell'adozione di cloud e intelligenza artificiale, così da essere competitive nel panorama internazionale. Se questo è il contesto di base, la nostra posizione nel Dna - Digital Networks Act deve essere volta a favorire l'innovazione. Porre le barriere regolatorie sicuramente non serve al nostro Paese, dunque il Dna è un’ottima opportunità per ripensare l'ecosistema digitale e capire fino in fondo il ruolo svolto dai vari attori, nella logica di costruire una cornice che sia innovation friendly”, conclude.

(Adnkronos) - “La decisione di partecipare alla gara per l’online tira dietro anche la partecipazione a questa importante fiera per il comparto online che parte oggi”. Lo ha sottolineato il direttore affari istituzionali e sviluppo business di Codere Italia, Marco Zega, al SiGma Europe 2025 in corso presso la Fiera di Roma.
“Siamo qui al SiGma Europe 2025 per far conoscere la nostra offerta ai clienti. Sicuramente all’interno del mercato italiano siamo molto conosciuti per la nostra presenza nel comparto retail e per la qualità dei nostri servizi. Cercheremo di farci notare anche per quello che siamo in grado di offrire nel segmento online - ha continuato Zega illustrando cosa ha spinto Codere a partecipare alla fiera -. Abbiamo deciso di partecipare per stare al passo con i tempi. Oramai, con le concessioni che vanno oltre l’anno 2030, poter pensare di poter vendere qualcosa soltanto sul canale retail non è più possibile. Quindi, c’è l’esigenza di mettere in piedi anche l’online e di offrire un approccio omnicanale ai nostri clienti che sia in grado di offrire qualcosa sempre più vicino a quello che sono le loro esigenze”.
“ll nostro obiettivo è quello di abbracciare l’omnicanalità, di stare al passo con i tempi e di assecondare le esigenze dei nostri clienti. In questo modo loro possono trovare la stessa esperienza visitando le nostre gaming hall che abbiamo in Italia e giocando nel nostro sito Codere.it. All’interno del portale si possono trovare molti dei contenuti o servizi che si trovano anche nell’ambiente retail”, ha concluso il direttore affari istituzionali e sviluppo business di Codere Italia rimarcando l’obiettivo che l’azienda si è prefissata con il sito Codere.it.
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(Adnkronos) - L’Italia consolida la sua posizione tra i protagonisti della transizione digitale europea: 179 data center attivi (erano 153 nel 2024), una spesa cloud da 4,8 miliardi di euro (+30% in un anno) e oltre 2 milioni di imprese che utilizzano soluzioni di intelligenza artificiale. Numeri che raccontano un Paese sempre più centrale nella costruzione dell’infrastruttura digitale europea e che fanno da sfondo alla sfida regolatoria aperta dal futuro Digital Networks Act (DNA). È quanto emerso nel corso dell’evento “Reti, cloud e regole: il cantiere europeo del Digital Networks Act”, organizzato da Open Gate Italia in collaborazione con Adnkronos, che si è tenuto al Palazzo dell’Informazione di Roma. Un confronto tra istituzioni, accademici, imprese e autorità di regolazione per discutere il nuovo quadro normativo che la Commissione europea presenterà entro la fine del 2025, destinato a ridisegnare la governance delle reti digitali europee.
Ad aprire i lavori è stata Silvia Compagnucci, Senior Consultant di Open Gate Italia, seguita dal keynote speech di Federico Eichberg, Capo di Gabinetto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, e dall’intervento di Luca Rigoni del Dipartimento per la Trasformazione Digitale. Alla tavola rotonda hanno partecipato Giovanni Santella, Segretario Generale di AGCom, Giuseppe Bianchi dell’Università di Roma Tor Vergata, Stefano Cavedagna, Europarlamentare e membro della Commissione per il Mercato Interno e la Protezione dei Consumatori, e Letizia Pizzi, Direttore Generale di Anitec-Assinform. Il dibattito è stato moderato da Giorgio Rutelli, Vicedirettore di Adnkronos.
Al centro del confronto la futura proposta di Digital Networks Act, che punta a riformare il Codice europeo delle comunicazioni elettroniche (EECC) per adattarlo all’evoluzione tecnologica e al nuovo equilibrio competitivo del mercato delle telecomunicazioni e dei servizi digitali.“Il Digital Networks Act deve essere l’occasione per gli Stati membri dell’Unione europea, e per l’Unione come tale, per arrivare ad un’armonizzazione legislativa, con misure che consentono di investire nelle infrastrutture con tempi e procedure certi e permettano l’assegnazione delle frequenze in modo tale che gli Stati membri possano, sulla base della conoscenza dei rispettivi mercati, operare alcune scelte e condividerle con gli operatori”, ha dichiarato Federico Eichberg.
Durante l’incontro sono stati illustrati i dati che descrivono la crescita del settore digitale italiano. Milano concentra oggi il 38% dei data center nazionali, seguita da Roma e Torino. L’adozione del cloud continua a crescere: l’84% delle grandi imprese e il 67% delle PMI utilizza almeno una soluzione cloud, mentre l’intelligenza artificiale registra un’espansione costante, con un aumento del 30% annuo e un impatto diretto su ricavi (+27%) e produttività (+64%). “La trasformazione digitale, nel nostro Paese in particolare, passa attraverso la costruzione di un ecosistema che ruoti intorno a connettività performante, cloud e intelligenza artificiale.” ha commentato Silvia Compagnucci. “Per quanto riguarda connettività e adozione delle nuove tecnologie, i dati della Commissione europea, recentemente pubblicati, mostrano un avanzamento, ma è necessario che l’Italia acceleri nel complemento della copertura in fibra, nonché nello sviluppo del 5G standalone, standard non raggiunto al momento da grandissima parte della copertura”. Il DNA - ha ricordato Open Gate Italia - si inserisce nel percorso europeo delineato dal Libro bianco “How to master Europe’s digital infrastructure needs?” e dai rapporti Draghi e Letta, che chiedono di accelerare sulla semplificazione normativa, sull’armonizzazione dei mercati nazionali e sulla sovranità tecnologica europea.
Nel dibattito si è discusso anche dell’esperienza italiana in materia di regolazione. Con la delibera n. 207/25/CONS, l’AGCom ha esteso il regime di autorizzazione generale alle Content Delivery Network (CDN), qualificandole come “risorse correlate di rete”. Una decisione che, pur accolta con favore da parte delle telco, ha sollevato preoccupazioni da parte dei provider cloud e delle piattaforme OTT per i possibili oneri aggiuntivi e le implicazioni operative, prima tra tutte, la possibile applicazione dell’arbitrato Agcom che potrebbe tradursi nell’applicazione di una network fee. Uno studio di Plum Consulting, citato durante l’incontro, ha sottolineato come il mercato dell’interconnessione IP si sia dimostrato competitivo anche in assenza di interventi ex ante, avvertendo che un eccesso di regolazione potrebbe penalizzare la concorrenza e rallentare la digitalizzazione europea.
Dal confronto è emersa la necessità di un nuovo equilibrio regolatorio, capace di bilanciare investimenti, concorrenza e innovazione, con regole flessibili ma coerenti tra i diversi Paesi membri. “Le reti e il cloud non sono solo infrastrutture tecnologiche, ma la base della sovranità economica e industriale dell’Europa,” ha concluso Silvia Compagnucci. “Il Digital Networks Act dovrà costruire un contesto normativo stabile e lungimirante, in grado di accompagnare la trasformazione digitale e rafforzare la competitività del sistema europeo.” L’evento ha confermato la centralità del dialogo tra istituzioni, regolatori e imprese nel processo di definizione del nuovo quadro normativo europeo, ponendo l’Italia tra i Paesi più attivi nel dibattito sul futuro della governance digitale.
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