
(Adnkronos) - Il cantiere della manovra di bilancio entra nel vivo. Con la pubblicazione oggi da parte dell'Istat dell'aggiornamento dei conti economici per il 2024 si capirà l'andamento di deficit e debito, e il margine di manovra sul prossimo anno, visto che una revisione dei dati impatterebbe sulle stime dell'anno in corso. Il rigore di bilancio resta il mantra del governo ma accanto all'obiettivo del taglio delle tasse al ceto medio e la rottamazione 5. Il tutto mentre il governo Meloni continua ad incassare riscontri positivi da parte delle agenzie di rating, e quindi in termini di credibilità sui mercati che si traduce in calo dello spread. Affidabilità riconfermata anche dall'agenzia Fitch dei giorni scorsi.
"Il nostro obiettivo è quello di ridurre il carico fiscale e arrivare anche alla pace con i contribuenti. Non ci dimentichiamo gli impegni e le promesse che abbiamo fatto" su questo prato e in questi anni, ha sottolineato il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, dal palco di Pontida. "Ogni euro che spendiamo è un euro che deve essere chiesto in termini di tasse ai nostri cittadini: la responsabilità ci impone di essere molto rigorosi su come si spendono i soldi e il successo di questo governo è stato quello di ridurre gli sprechi".
E sulle risorse per finanziare le misure il vicepremier Matteo Salvini torna a punzecchiare le banche. "Sono sicuro che le banche italiane daranno il loro contributo per aiutare chi non ce la fa. Banche che l'anno scorso hanno guadagnato più di 46 miliardi", ha detto il segretario della Lega dal palco di Pontida. "Non penso che se invece di guadagnare 46 miliardi per poi distribuire dividendi da centinaia di milioni di euro ne guadagneranno di meno, qualcuno nei palazzi del potere e della finanza avrà difficoltà a fare la spesa", ha aggiunto, sottolineando che "aiutare i deboli è una priorità".
Intanto si fa sempre più realistica la possibilità che l'Italia esca dalla procedura Ue per deficit eccessivo già nel 2025, con un anno di anticipo rispetto agli impegni, il che aumenterebbe ulteriormente la credibilità internazionale del Paese e aprirebbe alla trattativa Ue per derogare i vincoli sulla spesa primaria netta per gli investimenti in difesa e sicurezza.
Per le coperture per ridurre l'aliquota mediana dal 35% al 33% e per la rottamazione il governo potrebbe reperire risorse da un eventuale contributo delle banche e dalle risorse aggiuntive sul fronte delle entrate e del concordato. Severamente vietato invece l'uso dei 'risparmi' dal pagamento degli interessi sul debito che vanno inderogabilmente destinati al taglio del debito pubblico stesso. Intanto in vista della manovra attesa per fine ottobre in Parlamento (entro il 20 verrà invece pubblicato il Documento di programmazione di finanza pubblica, Dpfp) il ministero del Lavoro predispone le proposte che poi passeranno al vaglio del Mef.
"Attenzione all'equilibrio" dei conti, "alcune cose però si potranno fare", ha osservato il ministro del Lavoro Marina Calderone dal festival di Open a Parma, preannunciando proposte su salari, pensioni e welfare. Il focus è su forme di anticipo pensionistico per i lavori usuranti e la previdenza integrativa già da giovani. "Credo che tutto quanto stia bene insieme: aprirci a guardare le fragilità ed un anticipo per usuranti; per il resto accompagnare i giovani a costruire nel tempo un'uscita pensionistica che sia rispondente ad esigenza di vivere in modo dignitoso, inserire il secondo pilastro pensionistico" della previdenza complementare, ha affermato Calderone. "I giovani devono diventare formiche per mettere già da parte in un salvadanaio previdenziale e collegarlo altri temi" come la sanità integrativa.
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(Adnkronos) - "Charlie Kirk è un martire. Non odiava i suoi avversari, voleva il meglio per loro. Ecco in cosa non ero d'accordo con Charlie: io odio i miei avversari, non voglio il meglio per loro. Non li sopporto... Hanno ucciso Charlie, ma quella pallottola era per tutti noi". Donald Trump chiude la cerimonia in onore di Charlie Kirk, l'attivista conservatore 31enne ucciso il 10 settembre, con un lungo discorso allo stadio di Glendale, in Arizona, davanti a circa 100mila persone. Altrettante rimangono fuori dall'impianto e assistono all'evento dai maxischermi.
"Quando hanno sparato a Charlie, ero nello Studio Ovale con persone molto importanti. 'Ora dovete andarvene, per favore', ho detto", dice Trump tornando ai momenti convulsi del 10 settembre. Kirk "è un martire per la libertà dell'America, nessuno di noi dimenticherà mai Charlie Kirk, la sua voce vivrà per sempre", dice il presidente evidenziando che "l'America è una nazione che piange, in lutto, siamo stati privati di un gigante. Lo onoreremo con la medaglia all'onore civile, l'onorificenza più importante del paese".
Trump ringrazia Erika, la moglie dell'attivista, e rivolge un pensiero di vicinanza alla famiglia assicurando alle due figlie di Kirk che "il padre verrà venerato come un grande eroe americano'', un "grande patriota". "Le parole non sono mai abbastanza, questo è un vuoto che non si colma, ma spero che le emozioni di oggi e di questi 11 giorni vi possano confortare", dice ancora Trump alla famiglia.
"Kirk amava l'America e l'America amava Kirk", come dimostra il fatto che "riusciva ad avere sempre tanta gente, radunava tante persone" e "anche oggi c'è uno stadio pieno di persone, per non parlare delle decine di migliaia di persone per le strade che ci stanno guardando sugli schermi. E' una rinascita per milioni di americani, in particolare per i giovani". Il presunto assassino è un "mostro radicalizzato e a sangue freddo" e Kirk è stato ucciso "per aver detto la verità che aveva nel cuore. È stato ucciso violentemente perché parlava di libertà e giustizia, di Dio, della patria, della ragione e del buon senso. Charlie aveva ricevuto minacce di morte, io lo sapevo", prosegue il presidente. "Charlie però andava avanti con la sua missione: andava nelle università e teneva dibattiti. E vinceva i dibattiti, vinceva le elezioni".
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(Adnkronos) - Il leader nordcoreano Kim Jong-un ha affermato di conservare “bei ricordi” del presidente americano Donald Trump, che ha incontrato tre volte durante il primo mandato del repubblicano. “Personalmente conservo un buon ricordo dell'attuale presidente americano Donald Trump”, ha dichiarato Kim, citato dall'agenzia di Stato Kcna, dicendosi aperto a una ripresa del dialogo con gli Stati Uniti se questi ultimi rinunciassero a chiedere alla Corea del Nord di abbandonare le sue armi nucleari.
Leggi tutto: Kim Jong-un apre a dialogo con Usa: "Ho un buon ricordo di Trump"

(Adnkronos) - L'Italia si ferma in solidarietà con il popolo palestinese. Proclamato per la giornata di oggi, lunedì 22 settembre, lo sciopero generale di 24 ore che vede incrociare le braccia dei lavoratori di ferrovie, trasporti locali, lavoratori della sanità, portuali e di scuole e università in supporto a Gaza e alla Global Sumud Flotilla, diretta in queste ore verso la Striscia. A rischio quindi i trasporti, la logistica, il settore dell'istruzione. Lo sciopero, partito dalla mezzanotte, terminerà alle 23 di oggi. A indirlo, diverse siglie sindacali: Usb, Cub, Sgb e Usi-Cit.
Lo sciopero interesserà il personale del Gruppo FS Italiane ad esclusione del personale della Regione Calabria di Trenitalia dalla mezzanotte alle ore 23 di lunedì 22 settembre 2025. Lo sciopero potrebbe avere impatti sulla circolazione ferroviaria e comportare cancellazioni totali e parziali di Frecce, Intercity e treni del Regionale.
Gli effetti, in termini di cancellazioni e ritardi, potranno verificarsi anche oltre l’orario di termine dell’agitazione sindacale. Per il trasporto Regionale sono garantiti i servizi essenziali previsti in caso di sciopero nei giorni feriali: dalle ore 6 alle 9, e dalle ore 18 alle 21. Trenitalia - tenuto conto delle possibili ripercussioni sul servizio - invita i passeggeri a informarsi prima di recarsi in stazione (QUI IL PDF CON I TRENI GARANTITI).
Informazioni su collegamenti e servizi attivi sono disponibili consultando l’App di Trenitalia, la sezione Infomobilità di trenitalia.com, i canali social e web del Gruppo FS, il numero verde gratuito 800892021, oltre che nelle biglietterie e negli uffici assistenza delle stazioni, attraverso le self-service e le agenzie di viaggio.
I passeggeri che intendono rinunciare al viaggio possono chiedere il rimborso a partire dalla dichiarazione di sciopero:
- fino all’ora di partenza del treno prenotato, per i treni Intercity e Frecce;
- fino alle ore 24:00 del giorno antecedente lo sciopero stesso, per i treni Regionali;
in alternativa possono riprogrammare il viaggio, a condizioni di trasporto simili, non appena possibile, secondo la disponibilità dei posti.
Sul fronte del trasporto locale, a Roma si fermano i lavoratori dell'Atac che aderiscono alle organizzazioni sindacali Usb Lavoro Privato e Orsa Trasporti. Durante lo sciopero, il servizio sarà garantito durante le fasce di legge (da inizio del servizio diurno alle ore 8.29 e dalle ore 17.00 alle ore 19.59)
Nel territorio di Roma Capitale, lo sciopero riguarda l'intera rete Atac, le reti affidate agli esercenti Autoservizi Troiani/Sap; Autoservizi Tuscia/Bis, Atr e i collegamenti eseguiti per conto Atac da altri operatori in regime di subaffidamento.
Notte 21/22 settembre 2025: non garantito il servizio delle linee bus notturne (linee la cui denominazione inizia per "n"); garantito invece il servizio delle linee diurne che hanno corse programmate oltre le ore 24; le corse notturne delle linee 38-44-61-86-170-246-301-451-664-881-916-980 e delle linee 314-404-444 di altro esercente
Giornata del 22 settembre 2025: garantite le corse sull'intera rete da inizio servizio diurno alle ore 8.29 e dalle ore 17.00 alle ore 19.59; non garantito il servizio sull'intera rete dalle ore 8.30 alle ore 16.59 e dalle ore 20.00 al termine del servizio diurno; non garantite le linee diurne che hanno corse programmate oltre le ore 24; le corse notturne delle linee 38-44-61-86-170-246-301-451-664-881-916-980 e delle linee 314-404-444 di altro esercente
Notte 22/23 settembre 2025: garantito il servizio delle linee bus notturne (linee la cui denominazione inizia per "n"); non garantite dopo le ore 24, le linee diurne che hanno corse programmate oltre la mezzanotte; le corse notturne delle linee 38-44-61-86-170-246-301-451-664-881-916-980 e quelle delle linee 314-404-444 di altro esercente.
Per quanto riguarda l'Atm a Milano, il sindacato USB Lavoro Privato ha proclamato uno sciopero generale a livello nazionale che potrebbe avere conseguenze sul servizio delle nostre linee.
Il servizio sulle linee Atm potrebbe quindi non essere garantito dalle 8:45 alle 15 e dopo le 18, fino al termine del servizio. Anche per quanto riguarda la Funicolare Como-Brunate, il servizio potrebbe non essere garantito dalle 8:30 alle 16:30 e dopo le 19:30, fino al termine del servizio.
Ma a fermarsi non sono solo i trasporti. Nel comparto sanità, lo stop ha preso il via dall'inizio del primo turno di oggi e durerà fino alla conclusione dell'ultimo di martedì 22 settembre, mentre per i lavoratori delle autostrade sono previste 24 ore di sciopero, iniziate a partire dalle 22.00 di ieri. Stop invece per l'intera giornata di oggi per i portuali.
Per il comparto scuole e università, sciopero generale di tutte le categorie pubbliche e private e sciopero nazionale del personale docente e ATA del Comparto Istruzione e Ricerca per l'intera giornata del 22 settembre 2025. Possibile lo stop delle lezioni negli atenei di tutta Italia.

(Adnkronos) - Donald Trump e Elon Musk, pace fatta? Il presidente degli Stati Uniti e il magnate, numero 1 di Tesla e SpaceX, si stringono la mano nello stadio di Glendale, in Arizona, durante i funerali di Charlie Kirk. Alla cerimonia in ricordo dell'attivista 31enne, ucciso il 10 settembre nel campus della Utah Valley University, partecipano tutti i principali esponenti dell'amministrazione. C'è anche Musk, che documenta la propria presenza con un tweet.
Quando sul palco si presenta Pete Hegseth, segretario alla Difesa, Trump sta parlando con Dana White, il boss della UFC. La sedia alla sinistra del presidente è vuota e lì si accomoda Musk. Il presidente si gira, si accorge della presenza del magnate e gli stringe la mano.
E' il primo significativo momento pubblico di disgelo dopo le polemiche, anche durissime, degli ultimi mesi. Musk, determinante nella campagna elettorale di Trump prima del voto di novembre 2024, ha guidato il Doge - Dipartimento per l'efficienza governativa - apportando drastici tagli alle spese per il funzionamento della macchina federale.
Musk ha lasciato il suo incarico a maggio, per tornare ad occuparsi in prima persona delle proprie aziende e in particolare di Tesla, la casa automobilistica che pagato un prezzo rilevante per l'impegno politico del suo fondatore. L'uscita di Musk dalla Casa Bianca ha segnato l'inizio dello scontro con Trump. Il numero 1 di SpaceX ha criticato aspramente la Big Beautiful Bill, la legge di bilancio voluta da Trump e varata dal Congresso: per Musk, il provvedimento porterà ad un'esplosione della spesa pubblica.
La tensione tra i due ex amici è cresciuta tra minacce incrociate. Musk ha prospettato la formazione di un nuovo partito, Trump ha più volte accennato all'ipotesi di cancellare i finanziamenti accordati alle aziende di Musk, in particolare a Space X. Il magnate, che in un paio di occasioni ha deragliato con qualche tweet sopra le righe (poi cancellato), ha progressivamente abbassato i toni, ammettendo anche di aver esagerato con alcune uscite, in particolare relativamente alla presunta presenza del nome di Trump nei celeberrimi 'Epstein files', i documenti che conterrebbero i nomi dei 'clienti' del finanziere, fulcro di una rete di traffico sessuale.
Ora, dopo mesi di stoccate reciproche, ecco il primo concreto segnale di riavvicinamento, con la stretta di mano in Arizona colta dalle telecamere di Fox News. Un nuovo inizio per i vecchi amici-nemici?
Leggi tutto: Trump-Musk, stretta di mano alla cerimonia per Charlie Kirk

(Adnkronos) - L'Inter ritrova la vittoria in campionato. La squadra di Chivu supera 2-1 il Sassuolo a San Siro, dopo il doppio ko con Udinese e Juventus e risale in classifica portandosi a 6 punti. Un'Inter ancora non perfetta che sfrutta la rete di Dimarco e quella di Carlos Augusto per conquistare i tre punti ma spreca troppe occasioni in avanti, rischiando qualcosa sulle ripartenze. Alla squadra di Fabio Grosso, non basta il gol di Cheddira all'84' e resta ferma a 3 punti.
Chivu dopo il successo in Champions con l'Ajax opta per un po' di turnover con in porta l'esordio di J. Martinez, mentre in difesa resta a riposo Bastoni, al suo posto gioca Carlos Augusto, a centrocampo c'è Susic, e in avanti la novità è Pio Esposito al fianco di Thuram, con Lautaro non al meglio, che parte dalla panchina. Nel Sassuolo tutto confermato in avanti dove ai lati di Pinamonti ci sono Berardi e Lauriente. Matic a centrocampo con Vranckx e Kone.
L'Inter parte subito in forcing e al 7' Carlos Augusto dalla trequarti parte, arriva in area e salta tre avversari per provare a beffare Muric che si distende e devia in angolo. All'11' palla tesa in area di Dimarco per la conclusione al volo di Esposito con la palla che esce alta sopra la traversa. Poi al 14' l'Inter passa: ripartenza veloce di Barella che pesca Sucic sulla sinistra, il centrocampista serve con un tocco quasi 'no look' per Dimarco che calcia di prima e infila Muric per l'1-0. La squadra di Chivu continua a premere con gli emiliani che sono in difficoltà e l'Inter va vicino al raddoppio al 29' con Thuram che cerca l'angolo alla destra di Muric, senza successo e al 40' con Esposito che riceve palla in area, difende il pallone, riesce a girarsi e a calciare con il mancino ma manda alto sopra la traversa.
L'Inter manovra e cerca l'affondo anche ad inizio ripresa ma sbaglia sempre l'ultimo passaggio e non riesce ad essere incisiva con Thuram, Dumfries e Pio Esposito. Al 52' ripartenza veloce del Sassuolo con Kone che serve Lauriente che dal limite cerca di battere Martinez che blocca sicuro. Al 61' azione in velocità dell'Inter con Sucic che tocca per Esposito, ma il tiro dal limite termina alto sopra la traversa. Ancora Sassuolo pericoloso al 62': Doig scappa via sulla fascia sinistra e crossa un ottimo pallone in area per Pinamonti che stacca di testa e indirizza verso l'anfgolo ma J. Martinez con un balzo e la mano di richiamo manda in angolo. Chivu cambia e inserisce Lautaro, Frattesi e Luis Henrique per Thuram, Calhanoglu e Dumfries.
Al 67' nerazzurri ancora vicini al raddoppio con Pio Esposito che in girata costringe Muric ad un miracolo. Portiere del Sassuolo ancora protagonista all 76' quando si oppone con il corpo alla conclusione di prima dal limite di Carlos Augusto. Il difensore brasiliano si rifà al 81' quando dopo un dribbling fa partire dal limite una conclusione angolata, con la palla che viene deviata da Muharemovic e finisce in rete per il 2-0.
Il doppio vantaggio dura poco perchè all'84' il Sassuolo va in gol: palla illuminante di Berardi che imbuca per Cheddira dopo un uno due, con l'attaccante, da poco entrato, che si ritrova solo davanti a J. Martinez e lo batte con una conclusione angolata per il 2-1. Gara che si è riavvivata in questo finale con l'Inter che va di nuovo in rete con Frattesi all'86' ma la rete viene annullata dal Var per fuorigioco. La squadra di Grosso non demorde e al 92' ci prova Berardi dalla distanza ma Martinez blocca a terra. Non c'è più tempo e l'Inter torna alla vittoria e riprende la sua corsa.
Leggi tutto: Inter-Sassuolo 2-1, ai neroverdi non basta Cheddira

(Adnkronos) - "La polemica di oggi delle opposizioni riguarda la mia partecipazione ad un videocollegamento con “Domenica In”, nel quale sono intervenuta per circa 80 secondi. Sono intervenuta per sostenere la candidatura della Cucina Italiana a Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco, insieme al Sindaco di Roma (Pd) Roberto Gualtieri, che è intervenuto subito dopo di me. Un esempio concreto di quanto sia importante che ogni partito politico valorizzi un’iniziativa capace di portare meriti e benefici a tutta l’Italia, raccontando al mondo le nostre tradizioni e la nostra cultura". Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni sulla sua pagina Facebook.
"Eppure, nonostante fosse evidente la bontà dell’iniziativa – e la presenza di amministratori di ogni colore politico – qualcuno ha preferito costruire l’ennesima polemica sul nulla. Certo, sono lontani i tempi in cui, nello stesso programma, il premier del Pd si faceva intervistare per 45 minuti. In ogni caso, noi continueremo a lavorare e valorizzare le eccellenze italiane insieme a coloro che vorranno farlo", conclude.
Leggi tutto: Meloni: "Domenica In? Polemica sul nulla, ricordo premier Pd in tv 45 minuti"

(Adnkronos) - Charlie Kirk "è un martire per la libertà dell'America, nessuno di noi dimenticherà mai Charlie Kirk, la sua voce vivrà per sempre". Donald Trump ha iniziato così il suo intervento allo stadio di Glendale, in Arizona, alla cerimonia funebre per Charlie Kirk. Il presidente Usa ha detto che "l'America è una nazione che piange, in lutto, siamo stati privati di un gigante".
Il presidente degli Stati Uniti ha ringraziato la moglie di Charlie Kirk, Erika, ha rivolto un pensiero di vicinanza alla famiglia e poi si è rivolto ai figli, assicurando che "il padre verrà venerato come un grande eroe americano'', un "grande patriota". "Le parole non sono mai abbastanza, questo è un vuoto che non si colma, ma spero che le emozioni di oggi e di questi 11 giorni vi possano confortare", ha detto ancora Trump alla famiglia. "Kirk amava l'America e l'America amava Kirk", come dimostra il fatto che "riusciva ad avere sempre tanta gente, radunava tante persone" e "anche oggi c'è uno stadio pieno di persone, per non parlare delle decine di migliaia di persone per le strade che ci stanno guardando sugli schermi. E' una rinascita per milioni di americani, in particolare per i giovani".
Il presunto assassino è un "mostro radicalizzato e a sangue freddo", ha scandito il presidente, e Kirk è stato ucciso "per aver detto la verità che aveva nel cuore". "È stato ucciso violentemente perché parlava di libertà e giustizia, di Dio, della patria, della ragione e del buon senso", ha detto Trump. "Charlie aveva ricevuto minacce di morte, io lo sapevo", ha aggiunto il presidente.
Allo State Farm Stadium di Glendale il presidente Usa è apparso sui megaschermi dello stadio ricevendo un grande applauso e cori di "U-S-A" dal pubblico. Trump ha sorriso, protetto da vetri antiproiettile. Con lui sugli spalti il capo di gabinetto Susie Wiles, il genero Jared Kushner, il figlio Donald Trump Jr. e il vice capo di gabinetto Dan Scavino.
Un lungo applauso ha interrotto le prime parole di Erika Kirk. La vedova dell'attivista conservatore ha preso la parola, visibilmente commossa, ringraziando i presenti per ''essere giunti qui da tutto il mondo'' quando lo stadio le ha tributato un lungo applauso. "Due anni fa mi aveva detto che si sottometteva alla volontà di Dio", ha detto Erika Kirk.
"Dopo l'assassinio di Charlie, non abbiamo visto violenza o rivolte - ha sottolineato - Abbiamo visto quello che mio marito ha sempre pregato di vedere in questo Paese. Abbiamo visto la rinascita". "Charlie voleva aiutare i giovani, come colui che gli ha tolto la vita. Perdono quel giovane. La risposta all'odio non è altro odio", le parole di Erika Kirk (VIDEO).
Il segretario di Stato Marco Rubio ha ricordato l'amicizia personale che lo legava a Charlie Kirk. L'omicidio dell'attivista è stato "un assassinio politico, ma anche una morte in famiglia", ha detto Rubio nel suo intervento. "Penso che" Kirk "abbia avuto un impatto enorme sui giovani americani in generale. Credo che abbia avuto un impatto molto speciale e diretto sui giovani uomini di questo Paese".
Il segretario della Salute Robert Kennedy Jr. sul palco ha ricordato la "devozione di Charlie Kirk al suo Dio", facendo un parallelo tra la vita dell'attivista politico assassinato e quella di Gesù Cristo. "Cristo è morto a 33 anni, ma ha cambiato la traiettoria della storia", ha detto Kennedy jr.. "Charlie è morto a 31 anni" e "anche lui ora ha cambiato la traiettoria della storia".
"Non ci lasceremo intimidire. Il nostro messaggio di fede e famiglia non sarà messo a tacere", le parole di Donald Trump jr. che ha chiamato ''mio fratello'' Charlie Kirk.
Charlie Kirk "ha cambiato il corso della storia con gentilezza e coraggio", ha "portato la verità che Gesù Cristo è il re dei re e che tutte le verità fanno parte di lui", ha detto il vicepresidente Usa JD Vance. "Hanno cercato di mettere a tacere Charlie, ma noi oggi parleremo per Charlie ancora più ad alta voce", ha scandito Vance che ha descritto Kirk come un martire cristiano.
"Per Charlie, ricostruiremo gli Stati Uniti d'America verso la grandezza. Per Charlie, non ci tireremo mai indietro, non ci tireremo mai indietro e non vacilleremo mai, nemmeno quando ci troveremo davanti la canna di una pistola", ha affermato il vicepresidente Usa che ha descritto Kirk sia come un patriota sia come un uomo di profonda fede: "Amici miei, per Charlie, dobbiamo ricordare che è un eroe per gli Stati Uniti d'America ed è un martire per la fede cristiana".
Ai funerali anche Elon Musk. Trump è tornato a parlare con il magnate, dopo la rottura dei mesi scorsi: i due sono stati inquadrati mentre conversavano seduti vicini. Al termine del colloquio, che si è svolto nel palco riservato al presidente degli Stati Uniti, dietro il vetro antiproiettile, le telecamere hanno immortalato una stretta di mano tra Trump e Musk.
L’esecuzione solenne di 'Amazing Grace' da parte di cornamuse ha dato il via alla cerimonia allo State Farm Stadium gremito di presenti vestiti di rosso, bianco e blu. In 200mila ad assistere alla cerimonia funebre, secondo quanto riportano i media statunitensi, che citano fonti del dipartimento di polizia.
L’Fbi ha imposto restrizioni allo spazio aereo attorno allo stadio. L’agenzia federale ha avvertito che "i droni che entreranno senza permesso nell’area ristretta potranno essere sequestrati, multati e i loro operatori perseguiti penalmente", aggiungendo che le autorità federali "possono adottare azioni di sicurezza che comportino l’interferenza, il sequestro o la distruzione di qualsiasi drone ritenuto una minaccia credibile". Lo stadio è stato blindato con un dispositivo di sicurezza paragonabile a quello di un Super Bowl, ma organizzato in meno di una settimana.

(Adnkronos) - Il presidente americano Donald Trump allo State Farm Stadium di Glendale, in Arizona, per assistere ai funerali di Charlie Kirk, l'attivista conservatore ucciso. Il presidente è apparso sui megaschermi dello stadio ricevendo un grande applauso e cori di "U-S-A" dal pubblico. Trump ha sorriso, protetto da vetri antiproiettile. Con lui sugli spalti il capo di gabinetto Susie Wiles, il genero Jared Kushner, il figlio Donald Trump Jr. e il vice capo di gabinetto Dan Scavino.
Il segretario di Stato Marco Rubio ha ricordato l'amicizia personale che lo legava a Charlie Kirk. L'omicidio dell'attivista è stato "un assassinio politico, ma anche una morte in famiglia", ha detto Rubio nel suo intervento. "Penso che" Kirk "abbia avuto un impatto enorme sui giovani americani in generale. Credo che abbia avuto un impatto molto speciale e diretto sui giovani uomini di questo Paese".
Il segretario della Salute Robert Kennedy Jr. sul palco ha ricordato la "devozione di Charlie Kirk al suo Dio", facendo un parallelo tra la vita dell'attivista politico assassinato e quella di Gesù Cristo. "Cristo è morto a 33 anni, ma ha cambiato la traiettoria della storia", ha detto Kennedy jr.. "Charlie è morto a 31 anni" e "anche lui ora ha cambiato la traiettoria della storia".
"Non ci lasceremo intimidire. Il nostro messaggio di fede e famiglia non sarà messo a tacere", le parole di Donald Trump jr. che ha chiamato ''mio fratello'' Charlie Kirk.
Charlie Kirk "ha cambiato il corso della storia con gentilezza e coraggio", ha "portato la verità che Gesù Cristo è il re dei re e che tutte le verità fanno parte di lui", ha detto il vicepresidente Usa JD Vance. "Hanno cercato di mettere a tacere Charlie, ma noi oggi parleremo per Charlie ancora più ad alta voce", ha scandito Vance che ha descritto Kirk come un martire cristiano.
"Per Charlie, ricostruiremo gli Stati Uniti d'America verso la grandezza. Per Charlie, non ci tireremo mai indietro, non ci tireremo mai indietro e non vacilleremo mai, nemmeno quando ci troveremo davanti la canna di una pistola", ha affermato il vicepresidente Usa che ha descritto Kirk sia come un patriota sia come un uomo di profonda fede: "Amici miei, per Charlie, dobbiamo ricordare che è un eroe per gli Stati Uniti d'America ed è un martire per la fede cristiana".
Un lungo applauso ha interrotto le prime parole di Erika Kirk. La vedova dell'attivista conservatore ha preso la parola, visibilmente commossa, ringraziando i presenti per ''essere giunti qui da tutto il mondo'' quando lo stadio le ha tributato un lungo applauso. "Due anni fa mi aveva detto che si sottometteva alla volontà di Dio", ha detto Erika Kirk.
Ai funerali anche Elon Musk. Trump è tornato a parlare con il magnate, dopo la rottura dei mesi scorsi: i due sono stati inquadrati mentre conversavano seduti vicini. Al termine del colloquio, che si è svolto nel palco riservato al presidente degli Stati Uniti, dietro il vetro antiproiettile, le telecamere hanno immortalato una stretta di mano tra Trump e Musk.
L’esecuzione solenne di 'Amazing Grace' da parte di cornamuse ha dato il via alla cerimonia allo State Farm Stadium gremito di presenti vestiti di rosso, bianco e blu. In 200mila ad assistere alla cerimonia funebre, secondo quanto riportano i media statunitensi, che citano fonti del dipartimento di polizia.
L’Fbi ha imposto restrizioni allo spazio aereo attorno allo stadio. L’agenzia federale ha avvertito che "i droni che entreranno senza permesso nell’area ristretta potranno essere sequestrati, multati e i loro operatori perseguiti penalmente", aggiungendo che le autorità federali "possono adottare azioni di sicurezza che comportino l’interferenza, il sequestro o la distruzione di qualsiasi drone ritenuto una minaccia credibile". Lo stadio è stato blindato con un dispositivo di sicurezza paragonabile a quello di un Super Bowl, ma organizzato in meno di una settimana.

(Adnkronos) - Il presidente americano Donald Trump allo State Farm Stadium di Glendale, in Arizona, per assistere ai funerali di Charlie Kirk, l'attivista conservatore ucciso. Il presidente Usa è apparso sui megaschermi dello stadio ricevendo un grande applauso e cori di "U-S-A" dal pubblico. Trump ha sorriso, protetto da vetri antiproiettile. Con lui sugli spalti il capo di gabinetto Susie Wiles, il genero Jared Kushner, il figlio Donald Trump Jr. e il vice capo di gabinetto Dan Scavino.
Ai funerali anche Elon Musk, che ha scritto su X di sentirsi "onorato" di presenziare ai funerali dell'attivista conservatore.
L’esecuzione solenne di 'Amazing Grace' da parte di cornamuse ha dato il via alla cerimonia allo State Farm Stadium gremito di presenti vestiti di rosso, bianco e blu. Secondo Turning Point Usa, circa 95mila persone hanno preso posto nello stadio principale e nell’arena adiacente predisposta per l’afflusso straordinario, mentre migliaia di altre sarebbero rimaste all’esterno.
L’Fbi ha imposto restrizioni allo spazio aereo attorno allo stadio. L’agenzia federale ha avvertito che "i droni che entreranno senza permesso nell’area ristretta potranno essere sequestrati, multati e i loro operatori perseguiti penalmente", aggiungendo che le autorità federali "possono adottare azioni di sicurezza che comportino l’interferenza, il sequestro o la distruzione di qualsiasi drone ritenuto una minaccia credibile". Lo stadio è stato blindato con un dispositivo di sicurezza paragonabile a quello di un Super Bowl, ma organizzato in meno di una settimana.
Erika Kirk, vedova di Charlie Kirk, ha dichiarato di indossare un ciondolo macchiato di sangue che suo marito portava al momento in cui è stato colpito da un proiettile la scorsa settimana nello Utah.
Intervistata dal New York Post, Erika ha raccontato che la collana è stata rimossa dal corpo di Kirk mentre i medici tentavano di fermare l’emorragia. La donna ha aggiunto che il marito aveva ricevuto numerose minacce di morte nell’ultimo anno. Un amico gli aveva suggerito di parlare da dietro un vetro antiproiettile, ma lui aveva risposto "non ancora", secondo quanto riferito dalla vedova.
La vedova dell'attivista ha raccontato al New York Times la sua reazione quando lo ha visto in ospedale dopo l’attentato mortale alla Utah Valley University: "I suoi occhi erano semiaperti. E aveva quel mezzo sorriso consapevole, come la Gioconda. Sembrava morto felice. Come se Gesù lo avesse salvato. Il proiettile è arrivato, lui ha sbattuto le palpebre ed era in paradiso".
La vedova ha aggiunto che Trump l’ha chiamata due volte dopo l’assassinio: "Mi ha detto: 'Fateci sapere come possiamo sostenervi'. Io gli ho risposto: 'Mio marito amava conversare con lei e usarla come punto di riferimento per tante cose. Potremmo continuare così?'. E lui ha detto: 'Certo'". La sera prima della tragedia, durante una cena di preghiera per il tour universitario 'The American Comeback Tour', Erika Kirk aveva suggerito al marito di indossare un giubbotto antiproiettile. "Non ancora", aveva replicato l'attivista, convinto che la sua scorta fosse sufficiente.

(Adnkronos) - Il presidente americano Donald Trump e il vice Jd Vance sono arrivati allo State Farm Stadium di Glendale, in Arizona, per assistere ai funerali di Charlie Kirk. I due sono stati accolti da applausi e cori al grido di "Usa! Usa!".
Ai funerali anche Elon Musk, che ha scritto su X di sentirsi "onorato" di presenziare ai funerali dell'attivista conservatore. "Tutti per Charlie", ha aggiunto.
L’esecuzione solenne di 'Amazing Grace' da parte di cornamuse ha dato il via alla cerimonia allo State Farm Stadium gremito di presenti vestiti di rosso, bianco e blu. Secondo Turning Point Usa, circa 95mila persone hanno preso posto nello stadio principale e nell’arena adiacente predisposta per l’afflusso straordinario, mentre migliaia di altre sarebbero rimaste all’esterno.
L’Fbi ha imposto restrizioni allo spazio aereo attorno allo stadio. L’agenzia federale ha avvertito che "i droni che entreranno senza permesso nell’area ristretta potranno essere sequestrati, multati e i loro operatori perseguiti penalmente", aggiungendo che le autorità federali "possono adottare azioni di sicurezza che comportino l’interferenza, il sequestro o la distruzione di qualsiasi drone ritenuto una minaccia credibile". Lo stadio è stato blindato con un dispositivo di sicurezza paragonabile a quello di un Super Bowl, ma organizzato in meno di una settimana.
Erika Kirk, vedova di Charlie Kirk, ha dichiarato di indossare un ciondolo macchiato di sangue che suo marito portava al momento in cui è stato colpito da un proiettile la scorsa settimana nello Utah.
Intervistata dal New York Post, Erika ha raccontato che la collana è stata rimossa dal corpo di Kirk mentre i medici tentavano di fermare l’emorragia. La donna ha aggiunto che il marito aveva ricevuto numerose minacce di morte nell’ultimo anno. Un amico gli aveva suggerito di parlare da dietro un vetro antiproiettile, ma lui aveva risposto "non ancora", secondo quanto riferito dalla vedova.
La vedova dell'attivista ha raccontato al New York Times la sua reazione quando lo ha visto in ospedale dopo l’attentato mortale alla Utah Valley University: "I suoi occhi erano semiaperti. E aveva quel mezzo sorriso consapevole, come la Gioconda. Sembrava morto felice. Come se Gesù lo avesse salvato. Il proiettile è arrivato, lui ha sbattuto le palpebre ed era in paradiso".
La vedova ha aggiunto che Trump l’ha chiamata due volte dopo l’assassinio: "Mi ha detto: 'Fateci sapere come possiamo sostenervi'. Io gli ho risposto: 'Mio marito amava conversare con lei e usarla come punto di riferimento per tante cose. Potremmo continuare così?'. E lui ha detto: 'Certo'". La sera prima della tragedia, durante una cena di preghiera per il tour universitario 'The American Comeback Tour', Erika Kirk aveva suggerito al marito di indossare un giubbotto antiproiettile. "Non ancora", aveva replicato l'attivista, convinto che la sua scorta fosse sufficiente.
Leggi tutto: Funerali Charlie Kirk, Trump e Vance accolti da applausi e cori: "Usa! Usa!"

(Adnkronos) - Il presidente americano Donald Trump e il vice Jd Vance sono arrivati allo State Farm Stadium di Glendale, in Arizona, per assistere ai funerali di Charlie Kirk. I due sono stati accolti da applausi e cori al grido di "Usa! Usa!".
Ai funerali anche Elon Musk, che ha scritto su X di sentirsi "onorato" di presenziare ai funerali dell'attivista conservatore. "Tutti per Charlie", ha aggiunto.
L’esecuzione solenne di 'Amazing Grace' da parte di cornamuse ha dato il via alla cerimonia allo State Farm Stadium gremito di presenti vestiti di rosso, bianco e blu. Secondo Turning Point Usa, circa 95mila persone hanno preso posto nello stadio principale e nell’arena adiacente predisposta per l’afflusso straordinario, mentre migliaia di altre sarebbero rimaste all’esterno.
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(Adnkronos) - La Fiorentina non riesce più a vincere in campionato e trova al Franchi la seconda sconfitta consecutiva, in quattro giornate di campionato, restando a soli 2 punti in classifica. Con il Como la squadra di Pioli passa in vantaggio in avvio di gara con Mandragora, crea molto, ma poi subisce il ritorno della formazione di Fabregas che nella ripresa pareggia con Kempf e in pieno recupero chiude la sfida con il 2-1 di Addai, al primo gol in campionato. Questo successo consente ai lombardi di salire a 7 punti. Pioli cambia quattro giocatori rispetto al ko con il Napoli. Dentro Lamptey come braccetto di destra al posto di Comuzzo. Nicolussi Caviglia e Fazzini dal 1' a centrocampo, mentre in attacco c'è Piccoli ad affiancare Moise Kean.
La Viola parte bene e al 6' passa subito in vantaggio con Mandragora che batte sulla barriera col suo mancino, ma con la seconda possibilità infila in rete Butez per l'1-0. I padroni di casa vanno vicini al raddoppio all'11' con Kean che si difende dalla prima pressione poi brucia sullo scatto Smolcic prima di calciare appena alto sopra la traversa. Altra opportunità viola al 15' con Piccoli che sbaglia nel cercare a tutti i costi Kean che viene anticipato da Diego Carlos. Il Como cerca una reazione e al 21' Perrone ci prova di testa non trovando però la porta. Ancora viola pericolosi al 28' con Piccoli che non trova la porta con un colpo di testa.
Nel finale di primo tempo sale l'intensità del Como che al 34' porta Morata al tiro senza successo, ma è ancora la Fiorentina con Kean a sfiorare il gol ma la sua conclusione viene respinta da Butez in uscita. La squadra di Fabregas si riaffaccia in avanti al 39' con Nico Paz serve Morata che non è ancora efficace. In pieno recupero l'arbitro assegna un rigore al Como per un intervento di Nicolussi Caviglia su Perrone ma dopo l'intervento dle Var viene revocato perchè avvenuto appena fuori area. Al 9' di recupero il Como va in rete sugli sviluppi di un calcio di punizione con Diego Carlos che batte de Gea, ma l'arbitro annulla per fuorigioco del difensore del Como.
La ripresa inizia ancora nel segno della formazione di Fabregas che impegna seriamente De Gea al 52': Nico Paz serve Sergi Roberto che fa partire un destro di prima intenzione deviato in angolo dal portiere viola. Al 54' ancora Sergi Roberto sugli scudi ma non trova la porta. La Fiorentina sembra accusare la stanchezza e il Como si riversa in avant. Al 63' numero di Jesus Rodriguez su Dodò, palla per Valle che calcia però a lato da buona posizione. Poco dopo Addai serve dentro per Douvikas che manca però l'appuntamento con il pallone a centro area. Ma il gol è nell'aria e arriva al 65' con un gran colpo di testa di Kempf che non lascia scampo a de Gea sul calcio di punizione battuto da Nico Paz.
Il Como crede nella vittoria e al 74' Jesus Rodriguez prova il destro a giro, ma non trova la porta. Girandola di cambi da entrambe le parti con la squadra di Pioli che nel finale prova a trovare la zampata da tre punti e all'84' Sohm fa partire un destro dalla distanza che finisce non lontano dal palo alla sinistra di Butez. Le due squadre sono spezzate e all'88' anche il Como sfiora il gol con Sergi Roberto che sbaglia la misura da dentro l'area. La beffa per i viola arriva al 94': capovolgimento di fronte dei lariani con Addai che tiene palla sulla destra, entra in area, salta Pongracic e batte de Gea sul primo palo, per l'1-2 finale e tre punti in rimonta.
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(Adnkronos) - Primo ospite della nuova stagione di 'Da noi... a ruota libera', nella puntata di oggi domenica 21 settembre, Gabriel Garko si è aperto con Francesca Fialdini, raccontando carriera, vita privata e i momenti che hanno segnato il suo percorso.
L’attore torinese ha ripercorso i suoi inizi a soli 16 anni, quando fu incoronato 'il più bello d’Italia': “Non pensavo di vincere quel titolo. Speravo mi aprisse le porte di Roma per il cinema, perché il mio sogno era diventare attore. Quel riconoscimento, in realtà, a volte mi pesava: rifiutai persino il contratto di esclusiva e mio padre mi disse che ero pazzo”.
Parlando della sua carriera, Garko ha raccontato sacrifici e rinunce: “Forse sapevo già che il successo avrebbe avuto un prezzo alto. Dissi a me stesso: ‘Sono pronto a mettere da parte la vita sentimentale per la carriera’. L’ho fatto e lo rifarei, ma per anni la mia vita lavorativa è stata una gabbia: ero immerso nel lavoro senza assaporare davvero la fama”.
Con grande sincerità, l’attore ha anche toccato il tema del coming out: “Non mi considero una vittima. L’ho fatto in modo autentico e il pubblico mi ha dato serenità. La mia famiglia sapeva la verità, ma mai avrei pensato di condividerla in tv. È stato il momento giusto, anche per proteggermi dai pettegolezzi. Oggi mi sento un uomo libero”.
Un ricordo speciale è stato dedicato a 'Ballando con le Stelle': “Dopo l’infortunio, grazie a Giada Lini sono riuscito ad andare avanti. Quel periodo mi ha aiutato a far emergere lati del mio carattere che nessuno conosceva. Ballare è terapeutico: ti mette in contatto con il tuo corpo”.
Rivolgendosi poi a Francesca Fialdini, futura concorrente dello show, Garko ha lanciato un incoraggiamento: “Ora tocca a te… goditi ogni momento!”.
Infine, uno sguardo alla vita quotidiana: “Vivo in campagna, mi sento molto contadino, circondato dai miei cani. La mia vicina è Ursula Andress, ma ho sempre avuto celebri vicini. Ho costruito un treno immaginario con tutte le mie esperienze e ogni tanto riapro qualche vagone. Ho sognato di pilotare aerei militari, ma amo anche l’arredamento. Avrei potuto fare tante altre cose, ma il mio obiettivo è sempre stato uno: fare l’attore”.
Leggi tutto: Gabriel Garko a 'Da noi... a ruota libera': "Oggi mi sento libero"

(Adnkronos) - Erika Kirk, vedova dell'attivista conservatore Charlie Kirk, ha dichiarato di indossare un ciondolo macchiato di sangue che suo marito portava al momento in cui è stato colpito da un proiettile la scorsa settimana nello Utah.
Intervistata dal New York Post, Erika ha raccontato che la collana è stata rimossa dal corpo di Kirk mentre i medici tentavano di fermare l’emorragia. La donna ha aggiunto che il marito aveva ricevuto numerose minacce di morte nell’ultimo anno. Un amico gli aveva suggerito di parlare da dietro un vetro antiproiettile, ma lui aveva risposto "non ancora", secondo quanto riferito dalla vedova.
Leggi tutto: Charlie Kirk, la vedova: "Indosso suo ciondolo insanguinato"

(Adnkronos) - Da vetrina socialista sull’Occidente a capitale del gioco e dell’intrattenimento, da ‘città ideale’ di stampo modernista a frontiera di contrabbando, da paesaggio urbano puntellato dal verde e dalle rose a emblema dell’anonima architettura stile sovietico. Un cammino a caccia di un’identità partito più di 70 anni fa, quando dal nulla nacque una città e un confine imposto divise una comunità, e arrivato oggi a un traguardo tanto ambizioso quanto inimmaginabile fino a qualche tempo fa: essere proclamata ‘Capitale europea della cultura’. E’ Nova Gorica, la ‘metà slovena’ di Gorizia, o meglio la Gorizia slovena che con la ‘sorella più anziana’ condivide per il 2025 questo importante titolo. Un riconoscimento che per la prima volta vede protagonista una ‘Capitale transfrontaliera’ e che proietta Nova Gorica in una prospettiva di sviluppo turistico-culturale che apre una nuova fase della sua giovane ma già movimentata storia.
Mostre, teatro, danza, dibattiti stano animando Nova Gorica e Gorizia in questo speciale anno all’insegna del claim ‘GO! Borderless’, un inno al superamento di un confine tracciato con un segno di penna, lì dove doveva passare quella cortina di ferro tra Europa dell’Est ed Europa dell’Ovest, dove l’Ovest era Gorizia e l’Est la città più moderna della ex Jugoslavia. Un confine che ha diviso da un giorno all’altro famiglie e proprietà, e persino un cimitero, segnando due appartenenze diametralmente opposte, ma che nella testa di chi quei luoghi abitava da generazioni non ha mai attecchito. Qui, se chiedi a un abitante cosa si sente, ti risponde che il bisnonno è nato quando c’era l’Impero austro-ungarico, il nonno quando il territorio era italiano, il padre nella ex Jugoslavia e lui nell’attuale Slovenia.
Un melting pot di lingua e tradizioni che proprio il grande progetto della ‘Capitale europea della cultura’ vuole valorizzare lanciando un messaggio forte di unione, che non a caso ha il suo luogo simbolo nella piazza Transalpina, che appartiene a due Stati e che accomuna anziché dividere. E se per l’italiana Gorizia, dalla storia millenaria, è un’opportunità di trovare nuove vie di attrattività, per Nova Gorica è l’occasione per cambiare totalmente volto: non più solo destinazione per giocatori, ma degna di visita per un’offerta culturale di primo piano e con aspetti storici e architettonici da scoprire e soprattutto da saper raccontare. Una meta, insomma, che merita una mappa delle principali attrazioni, oltre che dei suoi bellissimi dintorni a Est del fiume Isonzo, come dimostrano gli interessanti opuscoli informativi realizzati con lungimiranza dall’Ufficio del turismo di Nova Gorica, che segue anche la Valle del Vipava (www.vipavskadolina.si).
“Quello di ‘GO2025’ - spiega Klavdija Figelj, responsabile comunicazione media Go2025 - è un progetto transfrontaliero, che ha rilanciato la cooperazione tra Nova Gorica e Gorizia, due volti della stessa città che rappresentano l’antico e il moderno. Per Nova Gorica la scommessa è di puntare su un tipo di turismo diverso, non più solo in cerca di gioco e intrattenimento, ma che abbia un’attrattiva culturale e le potenzialità ci sono tutte. Durante questo anno abbiamo avuto artisti sloveni, italiani e internazionali, abbiamo ospitato la Biennale dell’arte del Mediterraneo dei giovani, abbiamo sviluppato collaborazioni con università e accademie. Ora a fine settembre c’è il tema del ‘Cibo di frontiera’ e poi tanta attenzione dedicata alla sostenibilità”.
“Inoltre, sono stati recuperati spazi trasformati in location per eventi o sedi di mostre. E’ il caso dell’Epic, che sarà un museo permanente vicino alla stazione. La stessa piazza Transalpina, o piazza Europa per il lato sloveno, è diventata un salotto per due città, un luogo di incontro dal forte valore simbolico. Per la cerimonia di chiusura, a inizio dicembre, si accenderà uno spettacolo di luci in entrambe le città. C’è molta soddisfazione, quest’anno ha portato molto movimento, e almeno un 30% in più di turisti, attirando persone da altri paesi europei ma anche gli stessi sloveni che prima non visitavano Nova Gorica”, aggiunge.
Soddisfazione condivisa dal Gect Go, il Gruppo europeo di cooperazione territoriale fondato nel 2011 con la missione di supportare le città transfrontaliere attraverso una strategia comune di sviluppo del territorio e che ha lavorato alla candidatura a ‘Capitale europea della cultura’ e co-organizza il programma. E già si guarda all’eredità che questa esperienza lascia con numerosi progetti in cantiere per i prossimi anni, come conferma Ezio Benedetti, coordinatore dei progetti europei di Gect Go: “Le direttrici della legacy per il futuro sono quella turistico-culturale, quella ambientale e quella logistica e dei trasporti”. Tra i principali progetti supportati da Gect Go, la riqualificazione della piazza Transalpina, “unico caso di stazione diventata salotto”, sottolinea.
A confermare l’incremento di presenze è il Gruppo alberghiero Hit, proprietario dei due grandi hotel in città, il Park, che è stato il primo a sorgere nel 1984 con all’interno anche il primo casino che ha poi aperto la strada e la storia di Nova Gorica legata al gioco, e il Perla, che per primo ha importato in Europa il ‘modello Las Vegas’ e diventando così un riferimento per il turismo dell’intrattenimento, attraendo una clientela per il 90% italiana. L’anno di GO2025 segna una svolta anche per il Gruppo, che ha puntato su iniziative culturali e artistiche anche nelle proprie strutture (quattro alberghi - oltre a Perla e Park a Nova Gorica, Lipa a San Pietro e Sabotin a Salcano - per un totale di 833 posti letto e quasi 1.000 posti nelle sale conferenze). E ha supportato il progetto della ‘Capitale europea della cultura’ non solo come il principale fornitore di servizi alberghieri e congressuali nella regione di Goriška, ma anche come promotore di una vasta gamma di esperienze turistiche, che quest'anno si sono arricchite con contenuti di valore culturale.
Sin dalla sua fondazione, 40 anni fa, accogliendo i flussi turistici dalla vicina Italia, Hit ha avuto una visione di superamento dei confini linguistici e nazionali e da sempre è un forte sostenitore di numerosi progetti culturali ed eventi nella comunità locale. Nel 2025, l'azienda punta a consolidare questo ruolo offrendo esperienze che permettano agli ospiti di scoprire il patrimonio culturale del territorio, arricchendo così la tradizionale esperienza turistica.
Come spiega il presidente del Consiglio di amministrazione, Sandi Brataševec, “la nostra partecipazione al progetto ‘Capitale europea della cultura’ rappresenta un contributo fondamentale alla strategia di crescita sostenibile e di internazionalizzazione del Gruppo Hit: superare i confini, sostenere progetti socialmente responsabili, creare un'atmosfera accogliente e divertente per la nostra destinazione e aumentare la sua visibilità a livello globale, sono obiettivi che condividiamo, e che contribuiscono allo sviluppo sostenibile dell'ambiente in cui operiamo”.
Era il 15 settembre 1947 quando fu tracciato il confine che divise in due la regione: la città di Gorizia fu assegnata all’Italia e sul lato jugoslavo si decise di costruire ex novo una città, la prima completamente nuova nel paese, che doveva essere anche l’emblema di una nuova società socialista. All’avvio dei lavori parteciparono brigate di giovani lavoratori provenienti da ogni parte del paese, in totale 5.200, per i quali, in segno di gratitudine, nel 2008 venne eretto un monumento opera dello scultore Zmago Posega. Dopo vari cambiamenti, ad andare in porto fu il progetto urbano dell’architetto Edvard Ravnikar. La prima costruzione fu il palazzo del Comune, ad opera dell’architetto Vinko Glanz: la piazza antistante non venne mai pavimentata e tuttora è coperta da un prato ma nel 1994 fu costruito di fronte il teatro, a cui fece seguito nel 2000 l’edificio della biblioteca, a formare quello che doveva essere il polo culturale.
Nova Gorica fu progettata come un parco urbano e negli anni è diventata un vero e proprio giardino botanico: nei viali principali furono piantati molti alberi, anche di specie introvabili in altre zone della Slovenia, e cespugli di rose, che ancora oggi rendono l’idea della ‘città giardino’. Per questo motivo, Nova Gorica viene chiamata ‘città delle rose’ e dal 1968 una rosa rossa è raffigurata nello stemma municipale. I primi abitanti si insediarono a Nova Gorica all’inizio degli anni Cinquanta, provenienti soprattutto dai villaggi dei dintorni.
La città continuò a espandersi e a metà degli anni Sessanta emerse l’esigenza di un nuovo centro commerciale. Così, nel 1966 Marjan Vrtovec progettò uno spazio pensato solo per i pedoni. Fu la prima zona pedonale della ex Jugoslavia, ispirata alla prima d’Europa che si trova a Rotterdam. Sul lato opposto di questa area si trovavano una strada e un parcheggio. Oggi, piazza Bevk è diventata la pizza centrale della città.
All’inizio degli anni Settanta, sotto la guida del direttore urbanistico Tomaz Vuga, è stato dato il via al piano di espansione più ambizioso della storia della città: la costruzione del quartiere residenziale, dove oggi vive gran parte degli abitanti di Nova Gorica. Nel 1968 iniziò la costruzione di un complesso abitativo in via Cankarjeva che poco dopo venne notevolmente ampliato lungo la via Gradnikove brigade. Questi 15 edifici sono soprannominati la ‘Muraglia cinese’ per via del loro aspetto imponente o anche i ‘Matitoni’ per i colori pastello delle loro facciate una attaccata all’altra.
A prevedere la costruzione di quello che sarebbe diventato l’Hotel Park era già il progetto originario, con bar e ristorante. L’edificazione sulla via Cesta cominciò nel 1951 ma fu completata solo nel 1959. E’ del 1984 l’idea di riqualificare la sala da ballo, che aveva ospitato molte feste, in un casinò, avviando quella trasformazione della città in una popolare destinazione per il gioco d’azzardo, destinata ad attrarre sempre di più i turisti italiani. Con questa idea di creare un’offerta integrata di accoglienza e turismo, venne fondata la società Hit. Dall’altro lato della strada, intanto, dopo il 1957, trovarono posto il panificio, la macelleria e la prima caffetteria della città, oltre al mercato. Questa strada divenne così la prima vera passeggiata della città.
Il secondo complesso alberghiero-ricreativo venne inaugurato nel 1976: il centro Argonavt, con una superficie di 20mila metri quadrati, progettato da Niko Lehermann insieme al gruppo di avanguardia Oho e ispirato alla nave degli Argonauti. Nei primi anni Ottanta la società titolare fallì e il complesso fu dapprima adibito a centro studi della società Iskra Delta, leader mondiale nella fabbricazione di pc, e poi nel 1993 fu rilevato dalla società Hit inaugurando il Casinò Perla, che ancora oggi è il più grande d’Europa per numero di tavoli da gioco. Sull’altro lato della strada è situata l’unica chiesa della città, costruita soltanto nel 1982 su progetto di Franc Kvaternik e nel 2004 divenuta la prima concattedrale in Slovenia.
Tra i pochi edifici antichi rimasti nel territorio dove sorse Nova Gorica, la vecchia fornace risalente al 1922, che aveva cessato di funzionare nel 1944, nei pressi del Boschetto dei pini, dove ancora si trovano tracce di scavi nell’argilla; mentre l’edificio, che aveva la ciminiera più alta della regione, fu demolito nel 1957 e della struttura originaria resta solo una piccola parte adibita ad uso amministrativo. Un’altra traccia del passato sono tre lapidi del vecchio cimitero, che si trovava dove oggi c’è il cuore della città, sulla strada che porta alla ‘vecchia’ Gorizia. Aperto nel 1880 e chiuso durante la Prima Guerra mondiale con i combattimenti sul fronte dell’Isonzo, si calcola ospitasse 28mila salme. Proprio di fronte si trova il grattacielo Eda Center, visibile da ogni parte, e l’Icarus, il primo monumento pubblico della città, eretto nel 1960 dallo scultore Janez Lenassi: ricorda Edvard Rusjan, primo aviatore sloveno che nel 1909 volò con l’Eda, un aereo da lui stesso costruito ma che proprio durante un volo dimostrativo morì tre anni dopo.
Oggi simbolo della riunificazione delle due città transfrontaliere, piazza Transalpina (Trg Evrope in sloveno) fu costruita nel 1906 insieme alla stazione sulla pittoresca linea ferroviaria che collega Gorizia e Jesenice. Quando venne stabilito il nuovo confine nel 1947, fu deciso che la linea ferroviaria sarebbe appartenuta alla Jugoslavia, creando l’insolita situazione che vede la piazza antistante divisa tra due Paesi. La stazione restò in territorio slavo e divenne di fatto l’edificio pubblico più antico di Nova Gorica (nelle sale interne c’è un piccolo museo che racconta questa evoluzione e che, insieme alla mostra sul contrabbando che racconta questa pratica ben presente tra gli abitanti della fascia confinaria, rappresenta una interessante ricostruzione storica).
Nel 2004, proprio in questa piazza fu celebrato l’ingresso della Slovenia nell’Unione europea; il confine cadde definitivamente nel 2007 con l’ingresso nello spazio Schengen. Oggi la targa al centro che segna il confine, ormai invisibile, è soprattutto una curiosità da fotografare. La piazza è diventata il simbolo della condivisione fra due città e dell’integrazione europea. E dal 2025 anche della nuova vita di Nova Gorica, che parla il linguaggio universale della cultura.

(Adnkronos) - Leonardo Colavita insieme a Ibrahim Badawi e David Vidales si è laureato campione del titolo Gt3 Pro Am del Campionato Italiano Gran Turismo Endurance all’Autodromo Internazionale del Mugello, oggi domenica 21 settembre. Il quarto e ultimo round del Campionato Italiano Gran Turismo Endurance ha visto l’italo americano, pilota di TT Management, laurearsi campione della categoria Pro Am con la Ferrari 296 GT3 di AF Corse grazie alla terza posizione assoluta della corsa al Mugello. Grande soddisfazione per Leonardo Colavita, Ibrahim Badawi e David Vidales che si sono portati a casa una stagione ricca di emozioni. Per Colavita, da sempre supportato da TT Management, non è il primo titolo italiano: già nel 2024 si era laureato campione AM del CIGTE, confermando ancora una volta il suo potenziale e guardando già al futuro.
"E' stata un'emozione incredibile, perché è stata una gara combattutissima fino alla fine, un po' come tutta la stagione. Siamo sempre stati al comando, però ci sono state costanti bandiere rosse, safety car, che hanno riavvicinato gli altri. Per fortuna abbiamo avuto il pacchetto più completo, non solo in questa gara, ma tutto l'anno", commenta Leonardo Colavita all'Adnkronos il successo in Gt3 Pro Am. "Siamo riusciti a stare sempre davanti e fuori dai casini, tranne un po' a Imola, dove abbiamo avuto qualche intoppo. Ma è stata un'emozione incredibile".
Ora Colavita tornerà in pista in occasione del terzo round del Campionato Italiano Gran Turismo Sprint a Imola, nel fine settimana del 26-28 settembre. "Sì, abbiamo vinto il campionato italiano Endurance, del campionato Gran Turismo. Però ora c'è ancora lo Sprint che ci stiamo giocando e quindi ora ci stiamo concentrando su quello. Puntiamo alla doppietta ma sarà difficile perché siamo un po' più indietro ma comunque in lotta", ha sottolineato il pilota italiano che ha poi spiegato quali sono le difficoltà in un tipo di competizione come questa.
"In realtà la cosa difficile è l'approccio al weekend, perché a differenza delle corse, per esempio, come la Formula 1, ci sono più piloti che usano la stessa macchina, quindi è un equipaggio. Essendo una gara di Endurance si condivide la macchina, tipo a staffetta, e quindi uno deve mettere da parte il risultato individuale e pensare a tutto il gruppo, che a volte è difficile perché comunque vieni paragonato ai tuoi compagni di macchina, però devi riuscire a guardare la gara in prospettiva per fare in modo che il pacchetto sia il più veloce possibile. Abbiamo sempre lavorato con l'obiettivo del risultato migliore possibile dell'equipaggio e quello di solito è un problema abbastanza grande quando non si riesce a gestire e contenere. Oltre a quello anche fare una macchina che vada bene a più persone, ma per fortuna abbiamo degli ingegneri veramente fantastici che ci aiutano", ha aggiunto il pilota italoamericano.
Leonardo Colavita ha poi un suo sogno. "La F1? Il sogno ovviamente lì c'è sempre, però la realtà è che il mio obiettivo è di arrivare a fare le 24 ore di Le Mans come pilota ufficiale della Ferrari, nelle hypercube, categoria dove la Ferrari vince da tre anni di fila. E' un qualcosa che sicuramente vorrei realizzare nei prossimi anni. Ora ci concentriamo sulle Sprint, abbiamo fatto metà delle gare, quindi è ancora tutto aperto, però a livello di tempo siamo verso la fine della stagione perché i campionati finiscono alla fine ottobre", ha concluso Colavita.
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(Adnkronos) - A 250 anni dalla prima vendemmia della famiglia Boscaini, nasce ‘Monteleone21’, la nuova sede di Masi nel cuore della Valpolicella. Un gioiello architettonico che prende il nome dal colle su cui sorge, in simbiosi con la natura e il paesaggio circostante, progettato per essere a basso impatto ambientale, coperto da vigne e rivestito di pietra locale. La nuova cantina è stata inaugurata ufficialmente ieri sera, con un evento che ha visto la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni, delle organizzazioni di categoria, di produttori di vino e delle Famiglie Storiche, associazione che riunisce 13 prestigiose aziende vitivinicole che da generazioni sono testimoni attive del ‘mondo Amarone’, tra cui anche Masi Agricola.
Con l’occasione è stata svelata anche la videoinstallazione site-specific creata dall’artista Fabrizio Plessi, pioniere della videoarte italiana, per questo hub esperienziale: ‘L’anima dell’Amarone’ - che per un anno resterà visitabile tutti i giorni presso la cantina, in via Monteleone 21, a Sant’Ambrogio in Valpolicella (Verona) - che unisce, agli elementi ancestrali del suo percorso artistico (acqua, fuoco, lava, vento), anche il vino che, in un flusso al contrario, diventa linguaggio tra le forze della natura. Ospitata nella ‘Cattedrale dell’Amarone’, l’opera usa l’intelligenza artificiale per creare il corso di questo vino simbolo, che scorre verso l’alto, al contrario, espandendosi dalle uve a terra, in archi digitali, che a loro volta guardano alle barche, con la forza archetipa di elementi che si reinventano per mezzo della tecnologia.
Per Fabrizio Plessi, che, come ha raccontato agli ospiti, “a 85 anni sperimento come un bambino di 8”, “l’anima del vino è sempre pulita, semplice, assoluta” e il mio linguaggio è questo, “vedere le cose al contrario”. A illustrarlo, con il racconto di come è nata questa opera, una video-intervista proiettata nello spazio conferenze della cantina.
“Sono onorato di poter contribuire alla comprensione del significato che per noi riveste l’opera che il grande artista e amico Fabrizio Plessi ha realizzato per l’occasione dell’opening di Monteleone21”, ha dichiarato Sandro Boscaini, presidente di Masi Agricola. “Masi, con la sua storia secolare, ha realizzato con Monteleone21 uno spazio polifunzionale che superi le strutture dedicate alla produzione e che vada anche ben oltre il concetto ordinario di cantina visitabile, considerando che la cultura del vino rappresenta il punto di partenza per scoprire il territorio e le sue peculiarità”, ha sottolineato.
“Proprio in Valpolicella, il territorio - ha rimarcato - si esprime con la viticoltura e il pregio dei suoi vini da una parte, con l’antica arte dell’estrazione e della lavorazione della pietra dall’altra. E proprio vino e pietra sono i protagonisti dell’emblematica opera architettonica che esalta i nostri valori attingendoli dalle radici più profonde e proiettandoli verso un futuro di rinnovato apprezzamento”.
Tagliando con orgoglio il nastro di questo nuovo traguardo, Sandro Boscaini ha ricordato che il “vino è prodotto ma soprattutto cultura e territorio e l’enoturismo è il nostro vissuto da 40 anni, quando abbiamo cominciato a raccontare ai nostri ospiti il bello e il buono della nostra terra”. Ringraziando tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione, ha detto che questa “è un’opera aperta al territorio, un luogo di comunione anche con gli altri produttori della Valpolicella, dove il vino è il centro di tutto”.
In occasione dell’inaugurazione ha inviato un video-messaggio il ministro degli Affari Esteri e vicepremier, Antonio Tajani, che ha parlato di “diplomazia dell’Amarone” e ha puntato l’accento sull’importanza del vino per il nostro export, assicurando che il governo è al lavoro sul fronte dazi, per ottenere la tariffa al 15% anche per questa importante voce del made in Italy e ribadendo il sostegno alla candidatura Unesco per la tecnica della messa a riposo delle uve della Valpolicella.
L’inaugurazione è stata accompagnata anche da una tavola rotonda dal titolo emblematico ‘Vino al Centro’. A rappresentare la Regione Veneto l’assessore al Turismo, Agricoltura e Commercio estero, Federico Caner. “Abbiamo fatto un piano strategico a livello regionale. Importante per le imprese è il mettersi insieme, condividere un sistema valoriale unico. E Masi esprime questo sistema integrato di condivisione”, ha detto.
Gli ha fatto eco Raffaele Boscaini, direttore Marketing di Masi, intervenuto anche in qualità di presidente di Confindustria Veneto: “Bisogna far sì che le nostre imprese trasmettano il loro valore aggiunto. Viviamo nell’incertezza per l’effetto dazi, il problema del cambio, i costi energetici. Gli imprenditori si sentono soli e i nostri amministratori devono farsene carico. Serve ‘olio negli ingranaggi’ perché i nostri imprenditori sono già resilienti”.
A far sentire la voce delle aziende anche il presidente di Federvini, Giacomo Ponti: “I dazi ormai sono un dato di fatto. Tutte le nostre imprese stanno cercando di non aumentare il prezzo al consumo. Si sta lavorando per chiedere un abbassamento, anche perché nel nostro settore la produzione non si può esportare. Il settore è comunque in salute se guardiamo ai dati di fatturato, export e occupazione. Al momento i consumi di vino italiano tengono, gli effetti dei dazi si potranno valutare meglio nel 2026”.
“Il settore vitivinicolo globale sta vivendo uno dei momenti più difficili di sempre. Molto dipenderà da come ci si risolleva da questa situazione. Sono importanti i mercati emergenti, ma il mercato americano è il più grande del mondo e non è sostituibile, anche se la diversificazione è una strada obbligata”, ha avvertito Giorgio Delgrosso, Head of Statistics dell’Organizzazione internazionale della vite e del vino.
Sul fronte dell’enoturismo, per fortuna, i dati sono molto positivi, come ha illustrato Roberta Garibaldi, docente all’Università di Bergamo e presidente dell’Associazione italiana turismo enogastronomico: “C’è voglia di vivere esperienze enogastronomiche e soprattutto di visitare cantine. Serve ancora un passaggio verso una maggiore professionalizzazione di questo ambito, soprattutto con l’avvento dell’Intelligenza artificiale, dove i più piccoli rischiano di non essere presenti”. Ha sottolineato l’importante ricaduta che per il territorio veneto, anche sul fronte enoturistico, avrà Milano-Cortina 2026 Emanuela de Zanna, direttrice della Cooperativa di Cortina, che sta accompagnando in un percorso di rinnovamento in vista dell’evento olimpico.
E in fatto di enoturismo Monteleone21 ha molto da dire. E' una ‘cantina aperta’ dove vivere una ‘Masi Wine Experience’ immersiva. All’ingresso, campeggia un fruttaio monumentale di 12 metri d'altezza, a rappresentare l’appassimento delle uve per l’Amarone. Il cuore della cantina è costituito dall’Agorà, una scenografica ‘piazza’ a pianta circolare di oltre 1.000 metri quadri con un suggestivo soffitto in calcestruzzo a vista, che reinterpreta in modo contemporaneo le suggestioni delle grandi opere architettoniche e ingegneristiche italiane degli anni ’50-‘60.
Il progetto architettonico di Monteleone21, inizialmente concepito dall’architetto Libero Cecchini, poi reinterpretato e realizzato dall’architetto Giovanna Mar e dal suo studio veneziano, è emblematico della forte relazione di simbiosi fra Masi e il suo territorio, da secoli vocato alla viticoltura. Monteleone21 è stato ideato per integrarsi perfettamente nel paesaggio della Valpolicella: l’edificio è per due terzi sotterraneo, quindi appare come una collina ricoperta da viti e vegetazione, con un giardino pensile sulla sommità. L’architettura della nuova ‘casa’ dell’Amarone Masi evoca le marogne, i muretti a secco che da secoli proteggono i terrazzamenti viticoli della zona.
A livello architettonico, il progetto declina il tema della vite, riproponendo l’alternanza tra i pieni e vuoti che contraddistingue i terrazzamenti locali: la solidità del muretto alla base della vite è rappresentato dalla compattezza volumetrica del piano terra; la leggerezza del fusto vegetale è simulata nell’edificio dalle vetrate che distaccano il basamento dal primo livello; infine il fogliame è rappresentato, nella sua semitrasparenza, dalle discontinue lamelle ombreggianti del secondo livello.
Monteleone21 sembra emergere dal cuore della terra, proprio come una vigna. Aperta la silenziosa porta di pietra, varcando la soglia dell’edificio, ci si trova di fronte alla vista del fruttaio che a Monteleone21 assume dimensioni monumentali: è alto ben 12 metri, profondo 30 e si sviluppa in pianta per 300 mq. Dopo la vendemmia, ospiterà colonne di ‘arele’, graticci colmi d’uva destinata all’appassimento. La concezione di un fruttaio di tali dimensioni, oltre a rispondere a un’esigenza produttiva, ha l’obiettivo di rappresentare la tecnica fondamentale della cultura vitivinicola locale.
Concepita come luogo di convivialità, di scoperta e di celebrazione dei vini della Valpolicella, l’Agorà accoglie il Wine Shop e il Wine Bar - Ristorante Locanda Costasera. Ma Monteleone21 è anche uno spazio polifunzionale e un polo di riferimento per l’enoturismo in Valpolicella. Il rispetto nei confronti del proprio territorio, infatti, è parte della cultura e della filosofia di Masi e questo ha garantito 250 anni di sviluppo sostenibile dell’impresa di famiglia. Non a caso, Monteleone21 ha già vinto nella categoria Pratiche Sostenibili nell’Enoturismo del prestigioso concorso Best of Wine Tourism.
In questa visione si inserisce, infatti, il progetto di Monteleone21, concepito fin dall’inizio per integrarsi nel paesaggio della Valpolicella e ridurre al minimo il proprio impatto sull’ambiente. Sono state attuate varie misure per rendere possibile la riduzione del consumo energetico, dalla forma dell’edificio all’involucro con le schermature solari e i sistemi di ventilazione naturale realizzati con materiali a chilometro zero; il tetto-giardino riduce il surriscaldamento delle superfici esposte al soleggiamento e trattiene l’acqua piovana. L’approvvigionamento energetico è affidato a fonti rinnovabili, come la geotermia e i pannelli fotovoltaici. L’obiettivo è il conseguimento di un altissimo standard, la certificazione Leed Gold.
Leggi tutto: Vino: Masi inaugura Monteleone21, la cantina che diventa hub esperienziale

(Adnkronos) - Si è conclusa con successo la 5a edizione del Glamour Exclusive Weekend, l'evento organizzato dal tour operator Glamour (www.glamourviaggi.it), che ha registrato la partecipazione di oltre 300 tra agenzie di viaggio e partner, riuniti per due giornate all’insegna di confronto, ispirazione e networking al TH Lazise, sul Lago di Garda. Un momento di incontro privilegiato per condividere trend, strategie e nuove prospettive del settore turistico.
L'appuntamento quest’anno ha scelto come filo conduttore 'I 5 sensi e la generazione Wanderlust': un viaggio emozionale che ha guidato i partecipanti attraverso esperienze immersive, stimolando la vista, l’udito, il gusto, l’olfatto e il tatto, come metafora del modo in cui si vive e si interpreta il viaggio oggi. Protagonisti sono stati i nuovi viaggiatori del futuro, la cosiddetta generazione Wanderlust, curiosi ed esigenti, che non si accontentano di pacchetti standardizzati, ma cercano percorsi autentici, personalizzati e sorprendenti, capaci di abbattere barriere culturali e linguistiche e di trasformare ogni partenza in una scoperta profonda. Una filosofia che Glamour abbraccia appieno, ponendosi come ponte tra le agenzie e queste nuove esigenze, con l’obiettivo di rendere ogni esperienza indimenticabile e unica.
La convention ha rappresentato l’occasione per fare il punto sui risultati aziendali e sulle strategie per il futuro. Il 2025 segna infatti per Glamour una crescita significativa: +30% nel primo semestre, grazie anche alla forte domanda di viaggi a lungo raggio (Stati Uniti, Maldive e Giappone), e +25% per l'estate con il successo dei viaggi tailor made in Usa e Canada, dei safari in Tanzania e Kenya con estensione a Zanzibar e Sudafrica con estensione Mauritius. Per l'inverno 2025-26 confermato il focus sul Nord America, con pacchetti a date fisse su New York, dal Thanksgiving all’Epifania e allotment garantiti per Capodanno. Anche le Maldive in primo piano grazie a nuove partnership con catene alberghiere 5 stelle e collegamenti con Qatar Airways da Milano e Roma. Si registra, poi, l'interesse crescente per Giappone, Sudafrica, Oman, Emirati, Brasile, Costa Rica, oltre a un promettente advance sul Canada estate 2026.
Grande protagonista dell'evento è stato il team Glamour: oltre 60 giovani professionisti, con un’età media di appena 32 anni, che hanno conquistato il palco con un mix di energia, creatività e innovazione. La loro passione e il dinamismo contagioso hanno trasformato ogni momento in un’esperienza unica, dimostrando come talento e freschezza possano fare la differenza e lasciare un’impronta indelebile. Spazio anche a Bryan 'The Box' Ronzani, voce di Radio 105, conosciuto nel mondo del gaming per le collaborazioni con Milan Game Week e Lucca Comics, che ha guidato un momento di confronto sulle aspettative delle nuove generazioni di viaggiatori e sul ruolo delle agenzie nel rispondere ai loro bisogni.
"Il Glamour Exclusive Weekend non è solo una convention, ma un’esperienza che ci permette di rafforzare i legami con le agenzie partner e di tracciare insieme la strada del futuro", commenta Luca Buonpensiere, titolare di Glamour. "I risultati di crescita - spiega - ci confermano che il mercato premia la nostra visione, ma ciò che ci rende davvero unici è la capacità di anticipare i trend e offrire esperienze che parlano alla nuova generazione di viaggiatori. Con il nostro team giovane e motivato, continueremo a innovare per sorprendere e ispirare".
Oltre 35 partner hanno supportato l’evento, con Ita Airways come main sponsor, insieme a brand di rilievo nel mondo dei resort, trasporti e crociere e ha visto la partecipazione di oltre 230 agenzie di viaggi provenienti da tutta Italia. La due giorni è stata anche l’occasione per presentare ufficialmente alle agenzie il nuovo direttore Vendite, Marco Depascale.
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