La stagione si apre il 9 gennaio, sul podio Donato Renzetti... 
"Bisogna ridurre le disuguaglianze nell'oofferta di cure: solo così è possibile fermare la migrazione sanitaria, il fenomeno dei cosidetti 'viaggi della speranza'. Ma va notato che quando se ne parla ci si riferisce quasi sempre all'attività ospedaliera, non a quella territoriale. E questo è un segnale: mancano specialisti sia negli ospedali sia sul territorio. La domanda allora è semplice, e preoccupante: se mancano ovunque gli specialisti, chi ci curerà?". Così all'Adnkronos Salute Antonio Magi, segretario generale Sumai-Assoprof, al 57esimo Congresso nazionale degli specialisti ambulatoriali Sumai-Assoprof, 'Dove finisce la teoria e inizia la cura', dal 9 al 13 novembre al Nhow Roma Hotel (corso d'Italia 1), sull'allarme migrazione sanitaria lanciato in questi giorni dal presidente della Regione Emilia Romagna Michele de Pascale.

"In Italia non mancano i medici, semmai mancano i medici specialisti. Il problema più urgente del Servizio sanitario nazionale è la carenza di personale, in particolare di specialisti e infermieri. Come sindacato dei medici specialisti ambulatoriali chiediamo alla politica di intervenire con decisione, perché senza queste figure non si possono prendere in carico i pazienti cronici, né ridurre le liste d'attesa. Ricordo che le liste d'attesa riguardano quasi esclusivamente le prestazioni specialistiche: non ci sono code per andare dal medico di base, ma per visite, esami e diagnosi che solo gli specialisti possono eseguire". Così all'Adnkronos Salute Antonio Magi, segretario generale Sumai-Assoprof, al 57esimo Congresso nazionale degli specialisti ambulatoriali Sumai-Assoprof, 'Dove finisce la teoria e inizia la cura', dal 9 al 13 novembre al Nhow Roma Hotel (corso d'Italia 1).
"Se questi professionisti continuano a diminuire - avverte Magi - i cittadini non troveranno più risposte sul territorio e saranno costretti a rivolgersi al pronto soccorso o a rinunciare alle cure". In quali ambiti si sente di più la mancanza di specialisti? "Purtroppo un po' in tutti - rileva il vertice Sumai - Gli specialisti ambulatoriali operano nei servizi territoriali: nella medicina legale, nei dipartimenti di salute mentale, nelle carceri e in molte altre strutture. In tutti questi ambiti si registra una carenza crescente". Quando un paziente viene preso in carico "serve un lavoro di squadra: entrano in gioco cardiologo, internista, oculista, radiologo. Se anche solo uno di questi anelli manca - precisa Magi - la presa in carico non è completa. Abbiamo investito molto, anche con il Pnrr, per creare le Case di comunità, ma senza gli specialisti rischiano di diventare 'cattedrali nel deserto': strutture nuove, costose, ma vuote".
Per Magi invertire la rotta si può, ma "servono più risorse e un uso più intelligente di quelle disponibili - chiarisce - Chiediamo provvedimenti che rendano di nuovo attrattivo il Ssn per medici e infermieri. Oggi molti scelgono la libera professione o vanno a lavorare all'estero: dobbiamo riportarli nel pubblico". Altro nodo è attrarre i giovani medici, ma come? "I giovani hanno una mentalità diversa: cercano retribuzioni dignitose, ma anche libertà professionale e possibilità di crescita - osserva il segretario generale Sumai-Assoprof - Vogliono sentirsi valorizzati. Oggi il sistema non offre né l'una né l'altra cosa, ed è per questo che molti lasciano il Servizio sanitario nazionale".

"Per la mobilità delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026, Trenord aggiunge 120 treni e offre un’operatività di 24 ore, percorrendo 11mila chilometri al giorno". Così Andrea Severini, amministratore delegato di Trenord, in occasione degli Stati generali dei trasporti, l’evento dedicato al futuro della mobilità tenutosi a Milano, presso l’auditorium Testori di Palazzo Lombardia.
L’incontro, organizzato in collaborazione con Fnm e Regione Lombardia e aperto dai saluti del governatore Attilio Fontana, è stato una preziosa occasione di confronto tra istituzioni, imprese e territori. "Nel nostro territorio abbiamo quattro poli: Milano, dove avremo la cerimonia d'apertura e le manifestazioni nei vari palazzetti; Verona, dove avverrà la Cerimonia di chiusura; Malpensa, come hub aeroportuale; e la Valtellina, per le manifestazioni di sci alpino, freestyle e snowboard -illustra-. La sfida è dimostrare che abbiamo ottenuto una Olimpiade policentrica e che siamo stati capaci di erogare questi servizi al massimo livello. Siamo pronti a giocare la nostra Olimpiade, sapendo che prima di noi hanno lavorato a reti ed infrastrutture tutti coloro che ci hanno messo nelle condizioni di poter operare al meglio".
"La parte più interessante è ciò che riceveremo in eredità: la parte infrastrutturale rimane infatti. Rfi-Rete Ferroviaria Italiana ha investito 312 milioni su quella rete, un beneficio che rimane al territorio. Avremo la possibilità di utilizzare sistemi più tecnologici e sicuri e anche questo andrà sicuramente a beneficio del servizio - spiega Severini - Arrivare a questo punto non è costato poco, anche per le comunità, perché per quattro anni hanno avuto delle interruzioni durante l'anno. Ci siamo preparati a un evento straordinario e rimarrà un’eredità importante. Vogliamo far scegliere il trasporto pubblico locale a più utenti di quelli che lo fanno già oggi. L'obiettivo di milioni di viaggiatori lo cogliamo anche grazie a questi eventi, che creano una discontinuità e ci fanno scoprire. L'ultimo elemento 'soft' che portiamo a casa è la sinergia con gli altri operatori: stiamo facendo uno sforzo per coordinare il traffico aeroportuale, il traffico su gomma, perché sappiamo che le mete olimpiche non le raggiungeremo in treno, ma anche grazie al treno e grazie all'interazione con gli altri operatori. Questa interazione è un bagaglio di esperienza enorme che rimarrà in tutte le aziende di cui beneficeranno gli utenti", conclude Severini.

"La questione del doping è una nuvola che lo seguirà, così come la nuvola del Covid seguirà me". Novak Djokovic torna a parlare del caso Clostebol che ha coinvolto Jannik Sinner. L'azzurro, positivo alla sostanza in 2 controlli antidoping nel 2024, ha scontato quest'anno una sospensione di 3 mesi. La positività è stata determinata da una contaminazione, ma - a sentire Djokovic - la macchia sulla reputazione di Sinner rimarrà. Il serbo, nel corso di un’intervista su Youtube al 'Piers Morgan Uncensored', fa riferimento anche alla vicenda che lo ha coinvolto nel 2022. Djokovic, non vaccinato contro il covid, fu respinto dall'Australia.
Quando si scoprì la positività di Sinner, il vincitore di 24 titolo del Grande Slam parlò di "una mancanza di protocolli standardizzati e chiari. Ci sono giocatori che aspettano da più di un anno che il loro caso venga risolto. Quindi il problema sono l’incoerenza e la mancanza di trasparenza. Sono stato davvero frustrato, come la maggior parte degli altri giocatori, dal fatto che siamo rimasti all’oscuro per cinque mesi. La maggior parte dei giocatori pensa ci sia del favoritismo. Sembra si possa quasi influenzare l’esito se sei un top player, se hai accesso ai migliori avvocati e a determinate risorse".
Mercoledì 5 la partita contro Valcea 1924... 
Nicla La Verde è il nuovo tesoriere nazionale dell'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom). L'elezione è avvenuta durante il 27° congresso nazionale della società scientifica che si è svolto a Roma, con la partecipazione di oltre 3.000 specialisti da tutta Italia. Affiancherà nella nuova giunta Massimo Di Maio (presidente), Rossana Berardi (presidente eletto) e Nicola Silvestris (segretario). E' direttrice dell'Unità operativa complessa di Oncologia dell'Asst Fatebenefratelli Sacco di Milano.
"Sono davvero contenta, onorata e sono pronta a proseguire la mia avventura in Aiom con la nuova carica di tesoriere - afferma La Verde - La nostra associazione offre a tutti i suoi iscritti molti servizi e garantisce attività di formazione e informazione di notevole livello. Inoltre produciamo linee guida, raccomandazioni e altri documenti scientifici di grande importanza. Promuoviamo anche campagne di sensibilizzazione rivolte sia agli operatori sanitari che alla cittadinanza. Per sostenere le nostre numerose iniziative è fondamentale avere una società scientifica che gestisca al meglio le risorse disponibili. Mi impegnerò, nel prossimo biennio, perché tutte le iniziative e le opportunità siano sempre assicurate".
Durante il 27esimo congresso nazionale di Roma è stato nominato tutto il nuovo direttivo, in carica fino al 2027 e composto da: Antonella Brunello, Chiara Cremolini, Carmen Criscitiello, Alessandra Fabi, Luigi Formisano, Lorena Incorvaia, Marcello Tiseo, Dario Trapani. Francesco Perrone è il nuovo presidente di Fondazione Aiom.

Ucciso con la moglie, fatto a pezzi e sepolto nel deserto. Roman Novak, truffatore russo capace di fare una fortuna con le cryptovalute, è stato ucciso negli Emirati Arabi. Il cadavere dell'uomo e quello di sua moglie sono stati ritrovati nell'area della città di Fujairah secondo il media russo Fontanka. Per il duplice omicidio sono state arrestate 7 persone, compreso un ex poliziotto russo e 2 uomini che hanno combattuto in Ucraina.
La coppia era stata avvistata per l'ultima volta in un resort di Hatta dove avrebbe dovuto incontrare potenziali investitori. Secondo le indagini, però, il meeting probabilmente era una trappola per attirare Novak e ucciderlo. Il duplice omicidio sarebbe opera di criminali intenzionati ad impossessarsi del patrimonio della vittima.
In passato, Novak si è presentato come fondatore della piattaforma Fintopio e ha raccolto circa 500 milioni da investitori stranieri, in particolare cinesi e mediorientali, come afferma The Mirror. Il russo, secondo le ricostruzioni, dopo aver raccolto il denaro è fuggito con il bottino.
Ad ottobre, Fintopio ha annunciato lo stop delle proprie attività per una revisione operativa. Il 'colpo' non è stato il primo di Novak, protagonista di un'operazione simile nel 2020 e condannato a 6 anni di reclusione. Nel 2023, in libertà vigilata, si è trasferito negli Emirati Arabi. Lì, a quanto pare, è incappato nella vendetta degli investitori traditi che, probabilmente, hanno provato ad accedere al 'crypto wallet' per recuperare il denaro.

Le Nazioni Unite sono "uno strumento straordinario e insostituibile di pace e di stabilità, che sarebbe irresponsabile indebolire". E' quanto ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo a Vienna, insieme all'omologo d'Austria, Alexander Van der Bellen, alle celebrazioni per il 25esimo anniversario della Convenzione delle Nazioni unite contro la criminalità organizzata transnazionale. "Il quadro geo-politico che abbiamo di fronte, dalla perdurante guerra di aggressione russa all'Ucraina, alla crisi in Medio Oriente, all'instabilità in diverse aree del continente africano, spesso associata a drammatiche crisi umanitarie, richiede con tutta evidenza un sostegno attivo dell'Onu, non certamente il suo smantellamento. Penso, ad esempio, all'esigenza di rafforzare - e non demolire - l'architettura relativa al disarmo e alla non proliferazione delle armi nucleari, in una fase storica in cui, invece, assistiamo a inaccettabili allusioni all'impiego di armi di distruzione di massa".
"Non esistono -ha ribadito Mattarella- alternative al multilateralismo, a meno che non si ritenga di imboccare la strada dei conflitti permanenti, con un ritorno ad una visione primitiva dei rapporti fra i popoli, i cui esiti sono storicamente e drammaticamente ben noti".
"Nazioni Unite protagoniste di progressi decisivi"
"In un percorso durato ottan'anni le Nazioni Unite sono state protagoniste di progressi decisivi: dalla decolonizzazione al sostegno allo sviluppo sociale ed economico di miliardi di persone; dagli interventi per il mantenimento della pace alla difesa dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Oggi l'Onu continua ad essere la cornice di riferimento fondamentale per affrontare sfide che travalicano i confini nazionali" dice il Capo dello Stato. "La promozione di un'agenda condivisa per la preservazione del nostro pianeta, le sfide poste dalla intelligenza artificiale, la tutela della salute globale, solo per citarne alcune - aggiunge Mattarella -. Il crimine organizzato rientra in questa categoria di sfide che richiedono una risposta internazionale costante e coordinata".
"Sfida comune per contrastare la criminalità"
"Il crimine organizzato può essere vinto a patto che le istituzioni e le varie articolazioni della società si riconoscano nei doveri condivisi di civica responsabilità. È vero nei contesti nazionali ed è vero a livello sovranazionale. Del resto, come si potrebbe pensare o pretendere di combattere in modo diverso e con successo attività criminali transnazionali?". "Giovanni Falcone - ha quindi ricordato il Capo dello Stato - aveva intuito l’importanza della cooperazione internazionale come strumento per contrastare la criminalità organizzata: dai traffici illeciti alla movimentazione dei proventi di reato per il loro riutilizzo e riciclaggio. Forte di questa convinzione, Falcone aveva guidato – proprio in questo edificio – la delegazione italiana alla prima sessione della Commissione Onu per la Prevenzione del crimine e per la giustizia penale, nel 1992, poche settimane prima del suo assassinio. La sua visione venne condivisa e sviluppata giungendo all’avvio dei lavori per la redazione della Convenzione di Palermo. Oggi, qui, a Vienna, rinnoviamo solennemente il nostro impegno contro la criminalità organizzata. Si tratta di una comune responsabilità morale che appartiene alla comunità internazionale nel suo insieme, e deve unirla".

Un martedì da leoni per Simone Bolelli e Andrea Vavassori. Oggi, 10 novembre, gli azzurri hanno battuto la coppia formata da Granollers e Zeballos nel secondo match del girone alle Atp Finals di Torino, staccando in anticipo il pass per la semifinale. La coppia italiana ha giocato una partita da incorniciare, chiusa sul 7-4 6-4 e ha incantato il pubblico che ha popolato le tribune della Inalpi Arena fin dalle prime ore del mattino, in attesa del via al programma della terza giornata.
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Bolelli e Vavassori hanno trascinato i tifosi fin dall'ingresso iconico. Simone e Andrea sono stati presentati dallo speaker tra gli applausi, mettendo piede sul campo con occhiali da sole specchiati. Una chicca, diventata già virale sul web.

Nicola Silvestris è il nuovo segretario nazionale dell'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom). L'elezione è avvenuta durante il 27esimo congresso nazionale della società scientifica che si è svolto a Roma, con la partecipazione di oltre 3.000 specialisti da tutta Italia. Affiancherà nella nuova giunta Massimo di Maio (presidente), Rossana Berardi (presidente eletto) e Nicla La Verde (tesoriere). Nicola Silvestris, 56 anni, è nato a Bisceglie ed è ordinario di Oncologia medica all'università degli Studi di Messina e direttore dell'Oncologia medica dell'Irccs Istituto tumori Giovanni Paolo II di Bari.
"E' un piacere e un onore essere per un secondo biennio il segretario nazionale Aiom - afferma Silvestris - E' importante rispondere alle numerose esigenze dei clinici e dei pazienti, mantenendo una costante interlocuzione con le istituzioni. Aiom ha un'ottima organizzazione interna, il mio compito è lavorare per migliorala ulteriormente, al fianco del presidente Di Maio, di tutta la Giunta e del Consiglio direttivo. Ringrazio tutti i soci per la fiducia e la stima e sono pronto ad ascoltare tutte le istanze degli iscritti alla nostra società scientifica. Sarà poi mio compito inoltrale al nuovo direttivo nazionale. Infine, un ringraziamento particolare a Francesco Perrone per l'eccellente lavoro svolto durante il suo mandato di presidente Aiom con grande impegno e cuore".
Durante il 27esimo Congresso nazionale Aiom di Roma è stato nominato tutto il nuovo direttivo, in carica fino al 2027 e composto da: Antonella Brunello, Chiara Cremolini, Carmen Criscitiello, Alessandra Fabi, Luigi Formisano, Lorena Incorvaia, Marcello Tiseo, Dario Trapani. Francesco Perrone è il nuovo presidente di Fondazione Aiom.

I pubblici ministeri turchi hanno chiesto oltre duemila anni di carcere, 2.352 per l'esattezza, per il sindaco di Istanbul in carcere, Ekrem Imamoglu, leader del Chp e oppositore chiave del presidente Recep Tayyip Erdogan. Lo ha annunciato il procuratore capo di Istanbul, Akin Gurlek, nel corso di una conferenza stampa, spiegando che Imamoglu è incriminato per ''organizzazione criminale a scopo di lucro'' ed è incolpato di 142 capi d'accusa.
Imamoglu è stato arrestato a marzo con l'accusa di corruzione e favoreggiamento di organizzazioni terroristiche. Secondo i pm, nel corso di un'indagine che copre un arco temporale di dieci anni è stato riscontrato che Imamoglu ha commesso "danni allo Stato per un valore di 160 miliardi di lire turche", oltre tre miliardi di euro. Nell'inchiesta, oltre a Imamoglu, sono coinvolte altre 402 persone.

La nuova edizione del rapporto sul Turismo enogastronomico italiano curato da Roberta Garibaldi, presidente dell’Associazione italiana turismo enogastronomico (Aite) e docente all’Università di Bergamo, con il sostegno di Visit Emilia e di Valdichina Living, mette per la prima volta al centro la domanda internazionale. E i risultati, presentati oggi al Bto-Be Travel Onlife di Firenze, del Rapporto che dal 2016 monitora con rigore e continuità l’evoluzione di uno dei segmenti più strategici per il turismo nazionale, confermano l’eccezionale capacità attrattiva del fattore “gusto” tra i viaggiatori internazionali che scelgono l’Italia come destinazione per le proprie vacanze.
Analizzando in modo comparativo i sei mercati esteri più importanti per l’Italia — Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Austria, Svizzera e Francia — il rapporto 2025 permette di comprendere non solo l’interesse verso il turismo enogastronomico, ma anche le aspettative e le esperienze vissute dai turisti stranieri in Italia. “Capire come ci vedono e come ci vivono è il primo passo per governare il cambiamento, in un settore che continua a crescere a ritmi sostenuti, affermandosi come uno dei segmenti più dinamici dell’economia turistica globale”, spiega Roberta Garibaldi
Il rapporto evidenzia che, negli ultimi tre anni, tra viaggi domestici ed internazionali, la quota di turisti che ha viaggiato per l’enogastronomia varia dal 60% in Regno Unito al 74% in Francia, con un aumento dal 2016 tra i 15 a 28 punti percentuali. E l’Italia è associata principalmente, come destinazione del viaggio, a 'cibo e vino' citati dal 55% dei tedeschi e degli svizzeri/austriaci e dal 54% degli statunitensi; solo tra i francesi che scelgono l’Italia prevalgono i monumenti storici (50%). Nella scelta della destinazione, contano soprattutto la bellezza del paesaggio rurale (oltre l’80% in tutti i mercati, con un massimo dell’88% in Francia) e la presenza di ristoranti locali (81% in Francia, 79% negli Usa). Gli americani attribuiscono più valore a esperienze tematiche (69%) e ristoranti gourmet (59%).
Le principali motivazioni per scoprire l’enogastronomia sono provare nuove esperienze (52% in Uk e Usa) e arricchire il proprio bagaglio culturale (34% in Francia), seguite da divertimento (36% Usa). I francesi si distinguono per vedere l’enogastronomia come occasione per concedersi un lusso (36%), mentre tedeschi e svizzeri/austriaci per immergersi nei paesaggi rurali. Le regioni più attrattive per i turisti internazionali sono Toscana (69% Us/Fr; 66% At+Ch), Sicilia (66% Fr; 62% Us), Sardegna (63% Fr) e Puglia (63% Fr). Tra le destinazioni enoturistiche prevalgono Chianti (fino al 41% Us) ed Etna (fino al 40% Fr), a seguire troviamo Montepulciano (42% At+Ch), Montalcino (27% Us) e Bolgheri (25% At+Ch). Buone preferenze anche per Cinque Terre (26% At+Ch) e Food Valley dell’Emilia-Romagna (24% Us).
Il rapporto prende poi in considerazione le fonti ispirazionali, con un grande ruolo del tradizionale – i consigli di amici e parenti arrivano a rappresentare il 60% in Germania, Uk e Usa – e i mezzi scelti per la prenotazione delle esperienze, con i canali digitali che assumono rilevanza soprattutto tra francesi e americani, mentre tedeschi e britannici mostrano una maggiore propensione a decidere sul posto. Cresce l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Tra le esperienze gastronomiche prevalgono i ristoranti locali (68% per i francesi, 71% At+Ch) ma anche gli etnici, poi le visite in cantina (fino al 36% in area At+Ch), seguite da caseifici (34% in Francia) e birrifici (25% Fr, 26% Us). La disponibilità di spesa: per un pasto tipico la maggioranza si concentra tra 21 euro e 60 euro (oltre il 50% dei casi in ogni Paese), per i tour in cantina con degustazione prevale la fascia 21–40 euro (fino al 35% in area AT+CH), mentre le esperienze in acetaia e nei musei del gusto si collocano per oltre la metà dei rispondenti sotto i 20 euro.
Infine, ecco l’intenzione di viaggio in Italia da parte dei turisti stranieri, che nei prossimi tre anni è altissima: la quota 'molto probabile + probabile' va dal 55% in Germania al 81% in At+Ch (Uk 59%, Us 57%, Fr 70%); i “molto probabile” toccano il 50% in At+Ch e il 34% in Francia. E l’inclusione di esperienze enogastronomiche nel pacchetto vacanza appare importante: le valutazioni 8–10 arrivano al 62% negli Usa, seguite da 38–40% in Uk/Fr At+Ch e 36% in Germania. Un alto potenziale, oltre al mondo vino, caratterizza l’oleoturismo, con esperienze come le cene negli uliveti (oltre 50% in tutti i mercati) e il turismo della birra.
Dalla ricerca emerge con chiarezza come il turismo enogastronomico stia entrando in una nuova fase. Il viaggiatore di oggi non cerca soltanto il 'piatto iconico', ma un rapporto più profondo con i territori, le persone e le storie che li abitano. Si osserva un ritorno all’essenziale, fatto di esperienze semplici e radicate nel paesaggio, dove il valore risiede nei gesti dell’ospitalità e nella quotidianità della produzione agricola. Cresce parallelamente l’interesse per forme di intimità gastronomica, come tavoli dedicati, incontri diretti con chef e produttori, degustazioni per piccoli gruppi curate in modo personale.
Si sviluppano inoltre vere e proprie comunità del gusto, dai wine club agli orti condivisi, fino alle cucine partecipate: spazi dove il cibo torna ad essere occasione di relazione e appartenenza. Infine, si rafforza il trend già presente di benessere e longevità, che porta i viaggiatori a scegliere luoghi in cui la qualità della vita, dell’ambiente e dell’alimentazione è percepita come parte integrante dell’esperienza – come accade nelle Blue Zones italiane. In questa prospettiva, l’esperienza enogastronomica evolve: non si tratta più solo di assaggiare un territorio, ma di entrarvi in relazione. Per accompagnare questo cambiamento, le destinazioni italiane sono chiamate a rafforzare quattro leve chiave: stewardship territoriale passare dalla sola promozione alla cura condivisa del territorio e delle sue comunità; misurazione degli impatti valutare non solo i flussi, ma gli effetti sociali, culturali e ambientali del turismo; digitalizzazione e intelligenza artificiale strumenti indispensabili per migliorare visibilità, personalizzazione e gestione delle presenze; professionalizzazione delle competenze soprattutto nelle realtà agricole, artigiane e nelle piccole imprese, che rappresentano l’ossatura del settore.
La competitività non è più determinata dal numero dei visitatori, ma dalla qualità dell’esperienza, dalla capacità di mantenere vivi i territori e dal valore condiviso che il turismo è in grado di generare. In un’Italia caratterizzata da dinamiche territoriali contrastanti: da un lato le destinazioni iconiche che continuano a registrare elevati flussi turistici, dall’altro borghi e aree interne che faticano a mantenere vitalità economica e sociale. In questi contesti, la progressiva riduzione di servizi e attività produttive locali si accompagna alla perdita di competenze e saperi tradizionali. Il turismo enogastronomico può rappresentare una leva strategica di valorizzazione e rigenerazione: genera valore economico e mette in relazione agricoltura, artigianato, ospitalità e cultura. “Perché questo potenziale si traduca in risultati concreti - sottolinea Garibaldi - è necessario un approccio sistemico che integri politiche di coesione, infrastrutture adeguate, misure fiscali mirate e un rafforzamento delle competenze professionali”.
Un punto cruciale riguarda la comunicazione mirata alle nuove generazioni. Il turismo enogastronomico deve cambiare linguaggio: non servono più brochure e storytelling tradizionali, serve una presenza digitale autentica, visuale, virale. Eppure, solo una minima percentuale di imprese agricole italiane è presente su piattaforme come TikTok o YouTube, mentre sono proprio questi gli spazi dove si forma la percezione del made in Italy tra i giovani di tutto il mondo.
Una delle sezioni più innovative del rapporto è dedicata all’impatto dell’intelligenza artificiale. Già oggi, il 21% dei turisti americani e il 18% dei francesi pianificano il proprio viaggio attraverso piattaforme che la integrano, che diventeranno sempre più importanti non solo in termini di programmazione dell’esperienza, ma anche come mezzi di sostituzione/integrazione delle attuali ricerche online. Questa rivoluzione determina la necessità, per le aziende, di avere le carte in regola per essere selezionate dall’intelligenza artificiale. Se i dati di un’azienda non sono aggiornati o non leggibili dai sistemi Ia, quella realtà rischia semplicemente di non esistere digitalmente. Per questo, il rapporto propone un box operativo – 'Dentro o fuori la mappa digitale' – con indicazioni concrete per imprese, dmo e consorzi: uniformare i dati, essere presenti sui portali esperienziali globali (GetYourGuide, Viator, Airbnb Experiences, Musement), usare formati strutturati e costruire reti informative condivise. “L’intelligenza artificiale - osserva Garibaldi - non è solo un supporto: è la nuova infrastruttura del turismo”. E chi saprà dialogare con essa, mantenendo autenticità e qualità, sarà protagonista della prossima fase.
Un altro tema chiave riguarda le competenze. Molti produttori agricoli e artigiani, eccellenti nella loro attività, non dispongono però delle conoscenze digitali o turistiche necessarie per aprirsi al mercato dell’esperienza. Per questo, il rapporto richiama le evidenze del Libro bianco sulle professioni del turismo enogastronomico (Garibaldi, 2024), che ha identificato figure cruciali come l’hospitality manager, il consulente per il turismo enogastronomico, l’addetto alle visite, il product manager per il turismo enogastronomico ed il curatore di esperienze enogastronomiche. Il futuro passa da una rete di supporto territoriale: consulenti condivisi messi a disposizione da dmo, consorzi e associazioni per accompagnare le piccole imprese nella transizione tecnologica e turistica. “Il nostro tessuto produttivo è fatto di eccellenze piccole ma straordinarie. Dobbiamo permettere loro di diventare parte di un ecosistema più grande, senza snaturarsi ma imparando a essere leggibili nel mondo digitale”, afferma Garibaldi.
Le tendenze emerse delineano uno scenario di trasformazione profonda, in cui il turismo enogastronomico si afferma come leva strategica per uno sviluppo più umano, integrato e responsabile, capace di valorizzare i territori non solo come luoghi di consumo, ma come ecosistemi culturali, sociali ed economici in evoluzione. La vera frontiera consiste nell’integrare tre forme di intelligenza — naturale, sociale e artificiale — come componenti complementari di uno stesso ecosistema. È solo dal loro equilibrio che può nascere un modello di sviluppo realmente rigenerativo, in cui il dato dialoga con la natura e le comunità mantengono un ruolo centrale.
“Il futuro del turismo enogastronomico non si misura più nei volumi, ma nel valore generato economico, sociale e culturale. In un mondo che tende all’artificiale, l’intelligenza più avanzata potrebbe tornare a essere quella che nasce dalla relazione armonica tra uomo, comunità e natura: il principio che da sempre sostiene il valore profondo della cucina italiana e dei territori che la esprimono. L’Italia ha le risorse per costruire un modello distintivo, in equilibrio tra tradizione e innovazione, tra locale e globale, tra identità e sostenibilità. Un modello capace di restituire significato al viaggio, dignità al lavoro e futuro alle comunità. Il turismo enogastronomico può diventare il laboratorio di un’Italia che unisce impresa, cultura e territorio. Abbiamo tutti gli ingredienti per riuscirci”, conclude Garibaldi.
Interviene su questo Simone Fornasari, presidente di Visit Emilia, che evidenzia come questi temi sono stati lì sviluppati efficacemente: "Tutta l'Emilia dovrebbe diventare patrimonio dell'umanità. Nelle province di Piacenza, Parma e Reggio Emilia il gusto si è tra-sformato in cultura, identità e arte. Dal 2015, quando Parma è stata riconosciuta Città creativa Unesco per la gastronomia, abbiamo costruito una rete straordinaria che oggi conta 291 operatori del food and wine, 7 ristoranti stellati Michelin e 8 musei del cibo. Ogni prodotto Dop e Igp racconta secoli di sapienza: il parmigiano reggiano che stagiona lentamente, il Prosciutto di Parma che profuma di aria dolce delle colline, l'aceto balsamico tradizionale che nasce da un'alchimia antica. Per valorizzare questo straordinario patrimonio è disponibile un itinerario in bicicletta che attraversa la food valley: 360 chilometri tra Piacenza, Reggio Emilia e Parma, dove pedalare significa immergersi in un ecosistema unico fatto di sapori, borghi medievali e paesaggi che hanno conquistato il mondo. Un'esperienza che trasforma ogni visita in un ricordo indimenticabile". Michele Angiolini, sindaco di Montepulciano, comune capofila della Comunità ambito turistico valdichiana senese conferma: “Il turismo enogastronomico rappresenta una chiave strategica per lo sviluppo sostenibile dei territori come il nostro, dove la qualità delle produzioni locali, una forte identità culturale e un paesaggio iconico si fondono in modo naturale. I dati del rapporto confermano una tendenza che da tempo riscontriamo anche nella Valdichiana Senese: i visitatori internazionali cercano esperienze autentiche, legate al gusto ma anche al racconto dei luoghi e delle persone. La sfida è continuare a offrire un turismo di valore e un'esperienza autentica dei nostri luoghi”.

Dopo sette edizioni di successo, l’Università di Milano-Bicocca si prepara a lanciare l’ottava edizione di BiUniCrowd, il programma di crowdfunding che unisce ricerca, innovazione e partecipazione della comunità accademica.
Il bando, aperto da ieri 10 novembre, segna un’evoluzione significativa del programma: i partecipanti non si candidano più solo con un progetto, ma per accedere a un percorso formativo gratuito dedicato alla progettazione e alla comunicazione di campagne di crowdfunding, realizzato in collaborazione con Ginger Crowdfunding.
Il corso, riservato a venti team della comunità Bicocca, si terrà nel mese di gennaio 2026 e consentirà ai partecipanti di ottenere un Open Badge digitale al termine della formazione. I progetti più promettenti, sviluppati durante il percorso anche grazie al confronto con i partner, accederanno alla fase di raccolta fondi sul sito BiUniCrowd e potranno beneficiare del cofinanziamento dell’Università e dei partner no profit – Fondazione BCC Milano e Fondazione di Comunità Milano – fino a un massimo di 5.000 euro per progetto.
Fondazione BCC opera nelle province di Milano, Bergamo e Monza Brianza, con l’obiettivo di generare valore condiviso e sviluppo sostenibile per il territorio. Fondazione di Comunità Milano è un ente filantropico indipendente che sostiene, con risorse private, interventi solidali “a chilometro zero”, cioè ideati e gestiti da centinaia di realtà non profit che operano a Milano e nell’area metropolitana.
Le proposte potranno riguardare qualsiasi ambito di ricerca o innovazione, purché abbiano un potenziale impatto sociale, economico, culturale o ambientale. L’obiettivo è rafforzare la cultura dell’innovazione partecipata e rendere sempre più accessibili gli strumenti di valorizzazione della ricerca.
L’evento online di presentazione del bando si terrà il 3 dicembre, dalle 17.00 alle 18.00 (link iscrizione). Le candidature al percorso formativo resteranno aperte fino al 15 dicembre 2025, ore 12:00
In sette edizioni, dal 2018 al 2024, nell’ambito di BiUniCrowd sono stati candidati 162 progetti, di cui 32 hanno lanciato con successo una campagna di crowdfunding, raccogliendo complessivamente oltre 346.000 euro da più di 3.100 donatori, il 75 per cento dei quali esterni all’università. Il tasso di successo è del 100 per cento e 23 campagne su 32 hanno superato l’obiettivo economico iniziale, con un overfunding medio del 132 per cento.
BiUniCrowd non è solo una piattaforma di raccolta fondi, ma un vero e proprio percorso di formazione e empowerment. Ogni team selezionato riceve supporto nella definizione dell’idea, nella comunicazione e nella gestione della campagna, affiancato da un Campaign Manager dedicato. Il modello “tutto o niente”, insieme al match funding – che prevede un cofinanziamento fino al 50 per cento da parte di imprese o fondazioni – stimola l’impegno dei partecipanti e garantisce risultati concreti.
Molti dei progetti sostenuti da BiUniCrowd hanno proseguito la loro crescita, ottenendo riconoscimenti, brevetti e nuove opportunità di finanziamento. Tra questi, Moovy, un tool innovativo che permette la riabilitazione dei disturbi del linguaggio, per il quale è stato costruito un piano di valorizzazione che ha portato sia alla tutela giuridica del know how sia alla costituzione dlla start up "Leximore srl" che ha ricevuto la qualifica di Spin-off del Politecnico di Milano e di Start-up dell'Università Milano-Bicocca; Micro-Val, progetto dedicato alla biodegradazione della plastica, che ha depositato il brevetto anche il “microrganismo” in grado di “digerire” la plastica presso la Collection Nationale de Cultures de Microorganismes (CNCM) dell’Istituto Pasteur di Parigi; L’ABC del Quartiere, progetto di inclusione educativa nel quartiere San Siro, oggi parte del programma PNRR MUSA – Multilayered Urban Sustainability Action e Tanti piccoli porcellin, progetto che ha messo a punto un bio rilevatore per l’inquinamento dei suoli, per il quale è stato costruito un piano di valorizzazione che sta portando al deposito di una domanda di brevetto e a contatti con aziende per il trasferimento tecnologico dell'invenzione.
Il programma si fonda su una rete di imprese, fondazioni e associazioni che hanno creduto nel valore dell’innovazione e della responsabilità sociale dell’università. Tra i partner che nel tempo hanno sostenuto BiUniCrowd figurano A2A, Edison – Fondazione EOS, Eni, Thales Alenia Space Italia, Fondazione Cariplo, Fondazione di Comunità Milano, Fondazione Comunitaria Nord Milano e Ticino Olona, Sorgenia, Corepla e NTR Biosensors.
Inserito nel Piano Strategico di Ateneo come strumento di innovazione e public engagement, BiUniCrowd è stato riconosciuto nel 2021 dalla Commissione Europea come best practice di valorizzazione della ricerca nell’ambito della Knowledge Valorisation Platform. Dal 2020 al 2024 ha generato oltre 2.000 articoli e una copertura potenziale di 30 milioni di lettori l’anno, con un valore mediatico equivalente stimato in 3,5 milioni di euro.
Oltre ai fondi raccolti, BiUniCrowd contribuisce a costruire competenze imprenditoriali e comunicative tra studenti e ricercatori, rafforzando la connessione tra università, imprese e territori e trasformando la ricerca in valore concreto per la società.

In alcuni Paesi, tra cui Giappone e Uk, è partita prima del previsto e subito con un'impennata. L'influenza colpisce ogni inverno, ma quest'anno potrebbe rivelarsi più insidiosa. Complice uno dei virus del 'pool' che entra in azione in autunno-inverno. Secondo l'analisi di esperti Uk, a giugno di quest'anno - insolitamente al di fuori della stagione influenzale e nel bel mezzo dell'estate dell'emisfero settentrionale - sono infatti apparse 7 mutazioni in un ceppo influenzale, l'H3N2, che hanno portato a un "rapido aumento" delle segnalazioni del virus mutato.
A spiegarlo è stato Derek Smith, direttore del Centre for Pathogen Evolution alla University of Cambridge. "Quasi certamente avrà un impatto mondiale, è qualcosa che emergerà rapidamente", ha detto Smith, secondo quanto riporta la 'Bbc' online. Forte delle nuove mutazioni (anche se non è stato perfettamente definito il loro impatto), il patogeno sembra eludere meglio parte del sistema immunitario e ha innescato la stagione influenzale con più di un mese di anticipo.
Tanto che il National Health Service (Nhs) ha lanciato un 'Sos vaccino' invitando le persone a proteggersi per evitare un inverno brutale. "E' molto probabile che sarà una brutta stagione influenzale e accadrà molto presto: siamo già nel pieno", ha osservato Christophe Fraser, del Pandemic Sciences Institute dell'University di Oxford. "Ci sono segnali che indicano che potrebbe essere peggiore di alcune delle stagioni influenzali che abbiamo visto negli ultimi 10 anni". "Non vedevamo un virus come questo da un po', sono dinamiche insolite", ha confermato Nicola Lewis, direttrice del World Influenza Centre al Francis Crick Institute.
La mutazione improvvisa del virus
I virus dell'influenza mutano costantemente (il vaccino stagionale deve essere aggiornato ogni anno proprio per stare al passo) e nella maggior parte dei casi si tratta di piccole modifiche, ma ogni tanto si verifica un cambiamento improvviso e brusco, dovuto a una mutazione sostanziale. E' quello che è accaduto quest'anno.
Le 7 mutazioni identificate è probabile che aiutino il virus a eludere parte dell'immunità sviluppata negli anni fra infezioni influenzali e vaccini, e il risultato potrebbe dunque essere che il virus riesce a infettare le persone e a diffondersi più facilmente. "Siamo molto più avanti - ha evidenziato Lewis - Penso che la stagione influenzale sarà molto intensa". L'influenza stagionale ha solitamente un valore R (che indica il numero di persone a cui ogni infetto trasmette il virus) pari a circa 1,2, mentre la stima iniziale per quest'anno è di 1,4, ha fatto notare Lewis. Il che vuol dire che, in linea di massima, se 100 persone avessero l'influenza la trasmetterebbero a 120 in un anno normale e a 140 quest'anno, per dare un'idea del possibile ritmo di crescita.
Le previsioni e i casi in Australia, Giappone e Uk
Resta l'incertezza delle previsioni, anche se alcuni esperti guardano all'Australia e segnalano che il Paese che ci precede sulla via dell'inverno (e dell'influenza) ha avuto la peggiore stagione mai registrata, sebbene non abbia dovuto affrontare lo stesso virus H3N2 mutato rilevato dagli esperti Uk. "L'H3 è sempre un virus più caldo, più pericoloso e ha un impatto maggiore sulla popolazione", ha ricordato Lewis. L'invito dell'esperta è a vaccinarsi. Se anche non ci fosse perfetta copertura del vaccino attuale sul virus mutato, "una certa protezione è meglio di nessuna protezione", ha assicurato anche Fraser, anche se i maggiori benefici riguarderanno più la riduzione della gravità della malattia che il rallentamento della diffusione virale.
Anche il Giappone sta attraversando una stagione influenzale precoce e ha adottato misure a breve termine come la chiusura di alcune scuole per cercare di contenere le epidemie. In Uk le autorità sanitarie hanno già lanciato un alert per un picco nel primo periodo, come ricorda il 'Daily Mail', dal momento che dati mostrano che i casi sono già più di 3 volte superiori rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, in gran parte a causa di un aumento tra i bambini in età scolare. I dati pubblicati la scorsa settimana dall'Ukhsa (Uk Health Security Agency) mostrano inoltre che la maggior parte dei virus influenzali sottotipizzati era H3N2.
I sintomi del 'super' virus
I sintomi dell'influenza H3N2 sono simili a quelli di altri ceppi influenzali, possono però essere più intensi: sono comuni febbre alta, forti dolori muscolari, affaticamento. Secondo alcune segnalazioni, in Australia sono stati osservati sintomi più improvvisi e stanchezza più duratura.
"Aumentare la vaccinazione può impedire che la suscettibilità alle infezioni gravi diventi eccessiva, e ciò è possibile - ha rimarcato al 'Daily Mail' Stephen Griffin, professore di virologia all'Università di Leeds - L'influenza è meno contagiosa del Covid, quindi le misure di mitigazione hanno un impatto maggiore. E' molto importante rendere gli ambienti resistenti alle infezioni adottando precauzioni negli spazi pubblici, in particolare negli ospedali e nelle strutture di cura".

I prodotti fitosanitari di oggi sono sempre più sicuri, moderni ed efficienti, in risposta alle crescenti richieste di un’agricoltura sostenibile e innovativa. Continua, infatti, il trend di riduzione delle vendite degli agrofarmaci, un chiaro segnale di come il settore sia sempre più orientato all’adozione di pratiche volte all’ottimizzazione d’uso dei mezzi tecnici, per una transizione verso nuovi modelli e in linea con gli obiettivi della 'Vision for Agriculture and Food'. Gli ultimi dati dell’Osservatorio Agrofarma, un report che, semestralmente, fornisce informazioni sullo stato dell'arte dell'agricoltura italiana e del comparto agricolo, restituiscono l’immagine di un’agricoltura non soltanto attenta alla riduzione dell’impatto ambientale e all’uso responsabile degli agrofarmaci, ma sempre più protagonista della transizione energetica.
“C’è un cambiamento in corso, che passa non solo dal fornire nuove soluzioni, ma al contempo, dalla corretta applicazione delle buone pratiche di difesa colturale. Gli agricoltori sono consapevoli di ciò, tant’è che da anni agiscono in campo per garantire una sempre maggiore sostenibilità, da intendere in tutte le sue accezioni (ambientale, sociale ed economica) - ha dichiarato Paolo Tassani, presidente di Agrofarma -Federchimica - Gli ultimi dati dell’Osservatorio Agrofarma sono un’ulteriore prova di come il settore stia già evolvendo nella giusta direzione: l’innovazione, la formazione e l’adozione di soluzioni sempre più moderne e sicure rappresentano le chiavi per garantire un futuro competitivo all’agricoltura italiana ed europea”.
La responsabilità scientifica del progetto è stata affidata ad Areté, The Agri-food intelligence company, società indipendente di ricerca, analisi e consulenza economica interamente specializzata sui settori agricoltura e food. “A distanza ormai di due anni dalla prima release dell’Osservatorio, alcuni trend continuano a confermarsi regolarmente, raccontando un settore che, nonostante le difficoltà e le sfide che è chiamato ad affrontare, ha un approccio proattivo verso il cambiamento. È quanto emerge dalla propensione all’innovazione, dai continui traguardi in termini di sostenibilità e circolarità, nonché da una sicurezza dei prodotti che definisce uno standard di eccellenza in Europa e nel mondo. Tutto quest, è importante sottolinearlo, nel contesto di estrema ricchezza e varietà colturale che caratterizza il nostro Paese, che rende ancora più sfaccettate le sfide a cui l’agricoltura e l’agrochimica sono chiamate a dare risposta”, afferma Enrica Gentile, Ceo Areté.
Le vendite in Italia di prodotti fitosanitari si sono ridotte complessivamente del 18% tra il triennio 2021-2023 e quello 2012-2014. Al primo posto il calo dei fungicidi, seguito dagli erbicidi. Le riduzioni osservate sono ancora più significative quando si guarda ai volumi di principi attivi contenuti nei prodotti: -24% nel periodo considerato. L’Italia registra una riduzione decisamente significativa rispetto ai Paesi analizzati e alla media Ue27. Ciò è stato possibile grazie a una gestione più attenta delle risorse, che tiene conto delle specifiche esigenze stagionali e climatiche. Allo stesso tempo, l’uso di principi attivi anche di origine biologica ha visto un incremento significativo del +133% nello stesso periodo, segno di una crescente attenzione nello sviluppo di nuove soluzioni. A livello di sicurezza alimentare, l’Italia continua a mantenere una forte leadership: i dati mostrano che siamo tra i Paesi con la più bassa presenza di residui di agrofarmaci negli alimenti, con appena l’1% di alimenti con residui di prodotti fitosanitari sopra i limiti consentiti.
L'analisi evidenzia poi che più della metà delle sostanze attive attualmente autorizzate nell'Ue, sono state introdotte negli ultimi 10 anni. Concentrandoci sull’Italia, emerge che circa l’85% degli agrofarmaci ad oggi sul mercato è stato approvato dopo il 2010. Inoltre, nel periodo gennaio 2024-ottobre 2025 in Italia sono stati autorizzati un totale di 38 agrofarmaci il cui impiego è consentito in agricoltura biologica: 17 in più rispetto al corrispondente periodo 2023-2024.
Relativamente agli indicatori agroambientali. Si registrano riduzioni significative soprattutto nei precursori di ozono e negli acidificanti, ma anche nei gas effetto serra. Le emissioni di ammoniaca derivanti dall’agricoltura sono aumentate tra il 2022 e il 2023; nonostante ciò, si mantiene il trend di riduzione iniziato a partire dai primi anni ’90. L’obiettivo di contenimento delle emissioni concordato dall’Italia con l’Ue per il 2030 è stato raggiunto con largo anticipo già nel 2021.
Compare per la prima volta in questa nuova wave anche un approfondimento sulle agroenergie, per inquadrare il ruolo del comparto agricolo nella produzione energetica nazionale: la quota di energia prodotta in Italia da fonti rinnovabili mantiene una crescita moderata ma costante: dal 17% nel 2014 al 20% circa nel 2023. In questo contesto, le agroenergie rivestono un ruolo strategico. In Italia, circa il 2% del totale dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili è riconducibile al biogas, una quota seconda solo a quella della Germania tra i principali Paesi europei.
Sul fronte della diversificazione colturale, l’Italia mantiene il secondo posto tra i Paesi Ue per varietà di colture (121), dietro solo alla Spagna (125). Tra le colture minori, quelle che hanno registrato la crescita più significativa in termini di ettari nel periodo 2015-2024 sono la zucchina (+2.186 ha), la lenticchia (+1.404 ha), il melograno (+1.304 ha) e la patata primaticcia (+611 ha).
Dai dati dell’Osservatorio Agrofarma appare, infine, evidente come "negli ultimi decenni la gestione dei patogeni sia diventata sempre più complessa a fronte di una continua riduzione delle molecole a disposizione degli agricoltori e al contestuale aumento delle malattie, le cui cause sono principalmente attribuibili alle problematiche derivanti dai cambiamenti climatici. L’Industria, consapevole di queste dinamiche, sta investendo sempre più in ricerca e sviluppo per rispondere alle esigenze di un’agricoltura che non solo deve affrontare nuove sfide, ma deve anche essere in grado di produrre in modo sostenibile e sicuro restando competitiva".
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Da quasi cinquant’anni Ecoroe trasforma le sfide ambientali in soluzioni sostenibili. Fondata nel 1976, l’azienda è oggi un global service ecologico leader nella gestione integrata dei rifiuti, nel pronto intervento ambientale e nella consulenza strategica Esg.
Con due piattaforme di proprietà e una flotta di oltre 25 mezzi operativi attivi 24 ore su 24, Ecoroe garantisce un servizio efficiente, sicuro e tracciabile in tutto il territorio nazionale. La piattaforma principale di Milano è autorizzata per il trattamento fino a 185mila tonnellate annue, mentre quella di Stradella dispone di un’autorizzazione fino a 44mila tonnellate. A supporto delle attività, un laboratorio interno certificato garantisce analisi e controlli di qualità in ogni fase del processo, offrendo anche servizi analitici dedicati ai clienti.
L’esperienza maturata in mezzo secolo si riflette in una gamma di soluzioni complete: dal trattamento di rifiuti liquidi, solidi, pericolosi e non pericolosi, fino alle bonifiche ambientali e agli interventi di messa in sicurezza d’emergenza per sversamenti o eventi critici. Ecoroe opera secondo un metodo collaudato che integra tecnologia, competenze specialistiche e consulenza normativa per tutti i principali settori industriali: chimico-farmaceutico, metalmeccanico, oil&gas, logistica, edilizia, Gdo e pubblica amministrazione.
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