
(Adnkronos) - La separazione, l'amore per la figlia Skyler e le amicizie. Elisabetta Canalis si confessa in una lunga intervista a Vanity Fair che le dedica la copertina.
Sulla separazione con l’ex marito Brian Perri, spiega: "È un po’ come un lutto, però se una coppia fa questa scelta è perché pensa sia la migliore per tutti. Nel mio caso è stata una decisione che ci ha permesso di volerci bene ancora di più e di avere un rapporto sereno. Facciamo tante cose insieme: siamo una coppia un po’ atipica. Abbiamo sempre messo Skyler davanti a tutto, lasciando da parte qualsiasi dissapore. Halloween, Natale, le vacanze d’estate sono momenti che passiamo assieme a lei, spazi intoccabili".
E sulla vita sentimentale, confessa: "Sono molto serena, non mi manca niente. La fonte d’amore più grande sono mia figlia e gli animali, che mi hanno accompagnato in ogni momento della mia vita".
Poi ci sono le amicizie importanti, come quelle con Elodie, Diletta Leotta e Tiziano Ferro: "Con Elodie e Diletta mi sono chiesta come abbiamo fatto a non diventare amiche prima. Sono divertenti, in carriera, spontanee. Mi piace uscire con loro, chiacchierare, parlare del nostro lavoro. Sono felice di vederle, quando torno in Italia. Con Elodie ci siamo incontrate anche a Los Angeles quando è venuta a registrare la canzone con Tiziano. L’amicizia con lui è nata al di là dei riflettori. Condividiamo molti momenti da genitori. Ha due bambini stupendi, divertentissimi, e parliamo di cose normali - dice - Di figli, di quotidianità".
Quindi l'amore per gli animali. "Sono sempre stata attratta da loro. Da piccola se vedevo un cane per strada correvo ad abbracciarlo. I miei genitori erano disperati, dicevano: 'Portano malattie, mordono, sono pericolosi'. In realtà ho sempre avuto un’empatia molto forte con i cani. Capisco il loro stato d’animo dal muso. Riesco a leggere quando sono annoiati, tristi, felici. C’è un ponte inspiegabile tra me e loro".
Ed a proposito aggiunge: "Far entrare un cane nella propria famiglia è una decisione immensamente generosa, che migliora la nostra vita, ma va presa con consapevolezza. Prima di sceglierlo bisogna informarsi seriamente, perché un animale non si può buttare via".
Su Nello e Josie, i suoi cani adottati prosegue: "Nello, che ho adottato in un rifugio sardo, vive per me. Mi segue ovunque. Invece Josie, che per anni è stata con un homeless, è la preferita di mia figlia Skyler. Lei ha un amore incredibile verso l’essere umano. Adora stare con noi, ci sorride. Se potesse ci abbraccerebbe. Sono una volontaria. Il canile è un carcere pieno di innocenti. Ci sono delle anime buone finite lì per colpa nostra, ed è pieno anche di cani meravigliosi che meritano una seconda possibilità".
Leggi tutto: Elisabetta Canalis: "La separazione? Un lutto ma ora ci vogliamo più bene"

(Adnkronos) - Il disegnatore e giornalista Giorgio Forattini, autore di vignette di satira politica che sono state le prime ad essere pubblicate in prima pagina sui giornali e a cadenza quotidiana, tanto da guadagnarsi per lungo tempo il soprannome di "re della satira", è morto all'età di 94 anni a Milano. Dal 1973, per quasi mezzo secolo, i suoi disegni che hanno ironizzato su vizi e virtù di tanti protagonisti della politica sono apparsi su "Paese Sera", "La Repubblica", "La Stampa", "Il Giornale", "Qn", "L'Espresso" e "Panorama". La notizia della scomparsa del vignettista che ha cambiato il modo di fare satira in Italia è stata data da "Il Giornale", uno degli ultimi quotidiani con cui ha collaborato.
Nato a Roma il 14 marzo 1931, dopo la licenza liceale classica Forattini frequenta sia il biennio di architettura all'Università di Roma che l'Accademia di Teatro. Nel 1953 inizia a lavorare, dapprima come operaio in una raffineria di petrolio nel nord Italia, poi come rappresentante di commercio di prodotti petroliferi a Napoli e nel sud Italia. Nel 1959 torna a Roma da dove cura la rappresentanza di una casa discografica, prima come venditore, poi come direttore commerciale a Milano occupandosi della realizzazione di cataloghi di musica leggera e musica classica in Italia e negli Stati Uniti.
Tra il 1967 e il 1970 Forattini lavora in un'agenzia di pubblicità a Roma come illustratore e copywriter, creando campagne nazionali per la Fiat, l'Alitalia e altri importanti società. A quarant'anni entra come impaginatore grafico nel quotidiano romano "Paese Sera", dopo aver vinto un concorso per disegnatori di fumetti indetto dal giornale stesso. Le prime vignette di satira politica appaiono a colori nel 1973 sul settimanale "Panorama" della Mondadori e su "Paese Sera" nel 1974. Di quel periodo rimane celebre la vignetta del 14 maggio 1974 pubblicata in prima pagina da "Paese Sera" in occasione della vittoria dei "no" al referendum per l'abrogazione della legge sul divorzio, promosso dall'allora segretario della Democrazia cristiana Amintore Fanfani: Forattini disegna una bottiglia di champagne con un tappo, raffigurato con le sembianze dello statista cattolico, che vola in aria. Da allora le vignette di Forattini non passarono più inosservate al punto che la casa editrice Feltrinelli le raccolse in un volumetto, dal titolo "Referendum Reverendum" che, uscito nel 1975 fu subito un piccolo successo editoriale ristampato nel giro di breve tempo nella collana economica Universale Feltrinelli.
Alla fine del 1975, dopo essere diventato giornalista professionista, Forattini lascia "Paese Sera" per contribuire alla fondazione del nuovo quotidiano "La Repubblica" di Eugenio Scalfari: dopo aver collaborato al progetto grafico, entra stabilmente nella redazione come disegnatore satirico nella pagina dei commenti. Per il giornale di Scalfari, oltre a disegnare ogni giorno in prima pagina la vignetta, nel 1978 crea l'inserto "Satyricon", il primo in Italia dedicato interamente alla satira, pubblicando alcune nuove firme, tra cui Sergio Staino ed Ellekappa. Nel 1978 per tre mesi è direttore del settimanale satirico "Il Male".
Nel 1982 Forattini viene chiamato a "La Stampa" di Torino per rinnovare l'impianto grafico e gli viene affidata la vignetta satirica in prima pagina. Contemporaneamente cura l'immagine e il lancio della campagna pubblicitaria della Fiat Uno e, per quattro anni, quella di prodotto dell'Alitalia. Alla fine del 1984 torna a "La Repubblica" dove continua a pubblicare una vignetta al giorno in prima pagina. Sempre nel 1984 comincia a collabora anche al settimanale "L'Espresso", fino al 1991, anno in cui torna a "Panorama", dove collabora fino al 2009.
Il 30 dicembre 1999, in seguito a una querela per una vignetta dell'allora presidente del Consiglio Massimo D'Alema (raffigurato intento a purgare col bianchetto i nomi del dossier Mitrokhin), Forattini lascia "La Repubblica", allora diretta da Ezio Mauro, e ritorna nel 2000 a "La Stampa" di Torino, su invito dell'editore Gianni Agnelli, cui collabora per cinque anni. Dal 2006 al 2008 pubblica sul quotidiano "Il Giornale" di Milano e dal 1 agosto 2008 a fine 2009 collabora con "Qn - Quotidiano Nazionale", "Il Giorno", "La Nazione" e "Il Resto del Carlino".
Dalla sua produzione di oltre diecimila vignette sono stati pubblicati 55 libri da Mondadori, che hanno venduto più di tre milioni di copie. Con Mondadori sono apparse anche le ultime due antologie delle sue vignette: "Il Forattone. 1973-2015" (2015) e "Arièccoci. La Storia si ripete" (2016). Il suo ultimo libro è "Abbecedario della politica" (Clichy, 2017), che illustra come nasce una vignetta.
Nella sua lunga carriera Forattini ha ricevuto molti riconoscimenti, tra i quali: il Premiolino, il Premio di Umorismo di Bordighera, il Premio Tolentino e il Premio di satira di Forte dei Marmi, nel quale ha anche fatto parte della giuria per diversi anni, il Premio Hemingway, il Premio Pannunzio, il Premio Speciale Ischia Internazionale di Giornalismo, il Premio Acqui Storia. Ha ricevuto la cittadinanza onoraria del Libero Comune di Zara in Esilio, la Civica benemerenza a Trieste e la cittadinanza onoraria ad Asti. Nel 1997 ha ricevuto l'Ambrogino d'oro dal Comune di Milano e nel 2011 il Premio Nazionale Culturale di Torre di Castruccio presso l'Accademia di Belle Arti di Carrara.
Le vignette di Forattini non hanno fatto solo sorridere, ma anche arrabbiare taluni esponenti politici presi di mira. Ma non sono nate solo polemiche: in venti casi il disegnatore è stato anche querelato "solo da esponenti della sinistra". "La sinistra non accetta la satira quando le è rivolta contro", disse in un'intervista del 2008.
Giorgio Forattini è stato criticato anche dal Vaticano, in particolare nel 1982 per una vignetta su Giovanni Paolo II e Lech Walesa. Nel 1987 è Forattini a citare in giudizio la Dc per una sua vignetta su Salvatore Ligresti, trasformata in un manifesto.
Gli anni di Tangentopoli gli hanno dato materia per arricchire la sua galleria di caricature, ma Forattini si è rammaricato di non poter attaccare Primo Greganti, Achille Occhetto e il Pds sul fronte tangenti. In quel periodo il vignettista, unico in Italia a lavorare sia per un giornale del gruppo Berlusconi ("Panorama") sia per il quotidiano diretto allora da Scalfari, dicendo di trovarsi "benissimo" in questo doppio ruolo, ammise però nel 1993 di non essere completamente libero a "La Repubblica": "Censura non è la parola giusta - precisò - Con Scalfari ci sono liti furibonde su certe vignette ma se qualche politico si lagna lui gli risponde: 'Alt, Forattini è zona franca'".
Nel 2000 Forattini attaccò Scalfari e Giorgio bocca nella sua settimanale vignetta "Mascalzonate" su "Panorama". Il disegnatore tratteggiò con inclemenza i due colleghi (Bocca è sulla sedia rotelle, Scalfari, incurvato, lo spinge) e faceva dire al fondatore di "La Repubblica": "A Giò, t'aricordi quanno combattevamo er nemico sulle montagne?" Bocca, seduto con fiasco e fucile in mano, rispondeva: "Ammazzavamo, fucilavamo! Mica abbiamo fatto la Repubblica con queste cretinate della satira!".
Le vignette di Forattini hanno spesso lasciato il segno, se non addirittura provocato accesi dibattiti. Memorabile resta per la discussione che provocò nella sinistra una vignetta della fine degli anni '70 in cui si vedeva Enrico Berlinguer, segretario del Pci, seduto su una poltrona nella sua abitazione, vestito in vestaglia mentre leggeva "Il Manifesto" di Karl Marx, imperturbabile nonostante dalla finestra si udissero le proteste degli operai..
Altrettanto dibattute furono le vignette che mostrarono agli inizi degli anni '80 l'allora presidente del Consiglio Giovanni Spadolini completamente nudo e le parti intime coperte solo da una foglia di edera, simbolo del suo Partito repubblicano. Al re della satira non mancarono attriti neppure durante la lunga presidenza del Consiglio del socialista Bettino Craxi raffigurato con la mascella volitiva e gli stivali neri che ricordavano la figura di Benito Mussolini. Fu anche querelato e condannato per una vignetta su Craxi, nella quale il leader socialista venne raffigurato mentre legge "La Repubblica" e commentava "Quanto mi piace questo giornale quando c'è Portfolio!" (Portfolio era un concorso allegato al giornale), con l'implicazione evidente che Craxi fosse un borseggiatore, scrisse il giudice. Nell'aprile 1993, in piena stagione di Mani Pulite, raffigurò Craxi, in camicia nera, a testa in giù con un cappio legato ai piedi: la vignetta alludeva alla notizia del voto contrario del Parlamento per il rilascio delle autorizzazioni alla Procura di Milano a procedere contro il leader socialista.
Uno dei principali motivi del successo di Forattini è stata proprio la caratterizzazione macchiettistica e irriverente dei politici: Giovanni Goria invisibile, Piero Fassino scheletrico, Giuliano Amato come Topolino, Silvio Berlusconi e Amintore Fanfani bassi di statura, Walter Veltroni come un bruco, Lamberto Dini come un rospo, Rocco Buttiglione come una scimmia, Nicola Mancino come un cinghiale, Luciano Violante come una volpe, Romano Prodi come un prete comunista, Umberto Bossi come Pluto talvolta nudo oppure vestito da cavaliere templare, Vincenzo Visco come un vampiro e Carlo Azeglio Ciampi come un cane, Rosa Russo Jervolino come una gallina. Forattini non è mai stato tenero neppure con Achille Occhetto (raffigurato come Charlie Brown) ai tempi della fatidica "Cosa", ovvero la fase di passaggio dal Pci al Pds, tra la caduta del Muro di Berlino nel novembre 1989 e il 1991.
Ma il peggior rapporto di Forattini è stato certamente quello con Massimo D'Alema, raffigurato come Adolf Hitler (ma in veste comunista). Un primo scontro con Botteghe Oscure risale agli inizi degli anni '90 quando cominciarono a giungere in Occidente, in seguito al dissolvimento dell'Unione Sovietica, notizie sul finanziamento del Pcus ai partiti comunisti fratelli, fra i quali quello italiano. Una vignetta di quel periodo suscitò le ire della loro gruppo dirigente del Pds: intitolata "Io rublo, tu rubli", apparve sul settimanale "Panorama". Un'altra vignetta del 1991 raffigurava Achille Occhetto e Massimo D'Alema che, vestiti da prostitute, ricevevano del denaro da Michail Gorbaciov, seduto in una lussuosa macchina al cui volante si trovava Enrico Berlinguer. Occhetto e D'Alema querelarono Forattini e il Tribunale di Milano condannò il disegnatore con la motivazione che "la vignetta non è pura e semplice espressione satirica ma vero e proprio veicolo di informazione giornalistica e, come tale, assoggettata ai limiti propri del diritto di cronaca".
Il caso più clamoroso è stata la vignetta dedicata a D'Alema e pubblicata su "La Repubblica" l'11 ottobre 1999: raffigurava l'allora presidente del Consiglio mentre con un bianchetto cancellava i nomi della lista Mitrokhin e una voce che gli chiedeva: "allora arriva 'sta lista??!!" e D'Alema: "Un momento! Non s'è ancora asciugato il bianchetto!". D'Alema querelò il disegnatore e chiese un risarcimento di 3 miliardi di lire. In seguito a questa vicenda, non sentendosi difeso dal suo quotidiano, Forattini decise di lasciare "La Repubblica" a fine 1999. Successivamente per protesta nei confronti della querela e in difesa della libertà di satira disegnò per vari mesi D'Alema senza volto, con i soli capelli e baffetti disegnati. Nel marzo 2001 l'ex premier post-comunista rinunciò alla richiesta del maxi risarcimento: la pace siglata dai rispettivi avvocati evitò al giornalista satirico il processo. Il caso fu archiviato con una dichiarazione di Forattini che diceva di "aver voluto esclusivamente fare della satira, senza alcun riferimento a fatti reali".
Tra le miriade di disegni di Forattini, resta celebre anche la vignetta con cui nel 1992, pochi giorni dopo la strage di Capaci in cui perse la vita il magistrato Giovanni Falcone, ritrasse la Sicilia identificandola idealmente alla testa di un coccodrillo che piange in seguito all'accaduto. (di Paolo Martini)
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(Adnkronos) - Seconda partita e seconda sconfitta per Jasmine Paolini che esce di scena dalle Wta Finals di Riad (cemento, indoor, montepremi 15,5 milioni di euro). L'azzurra, numero 8 del mondo, cede alla statunitense Coco Gauff, numero 3 del ranking Wta, con il punteggio di 6-3, 6-2 in un'ora e 20 minuti. Paolini tornerà in campo in singolare giovedì contro l'altra statunitense Jessica Pegula, numero 5 del mondo.
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(Adnkronos) - La truffa del falso Sms o della chiamata del Cup dell'Asl, ma anche l'attacco hacker ai sistemi informatici come accaduto anni fa nel Lazio e in Campania. La sanità pubblica è sempre più nel mirino di spregiudicati malfattori pronti a speculare con truffe telefoniche sulla fragilità dei pazienti e sui dati sensibili sanitari. "Non esiste il rischio zero, ma c'è un governo clinico e una gestione organizzativa delle aziende sanitarie che punta a mitigare proprio questo rischio". A fare il punto per l'Adnkronos Salute è Paolo Petralia, vicepresidente vicario Fiaso (Federazione italiana delle aziende sanitarie e ospedaliere).
"Sono in aumento le Asl che si sono attivate per mitigare il rischio di queste truffe del falso Sms - spiega - Chi ha messo in piedi questo sistema fraudolento ha capito che i cittadini usano il Cup sempre di più per interfacciarsi con la sanità pubblica e ha 4 obiettivi: chiedere una comunicazione urgente per provare a penetrare nel mondo privato del cittadino; chiedere dei pagamenti; chiedere dei dati; e in ultimo chiedere finti accessi al Fascicolo sanitario elettronico. Sono 4 strategie che hanno come denominatore il numero del Cup, il centralino unico di prenotazione. In questo modo - rimarca Petralia - c'è un danno enorme all'interfaccia che il Cup rappresenta per il cittadino. Ma come sanità pubblica, se ci occupiamo dell'assistenza non possiamo essere indifferenti di fronte a questi reati. E' imperativo morale".
Secondo la Fiaso, i tentavi di truffe con l'uso dell'Sms o del telefono del Cup stanno aumentando. "Al Nord, in Liguria 3 Asl su 5 hanno fatto una comunicazione proattiva su questo; in Piemonte l'Asl Torino; in Veneto e Friuli l'Ulss 8 Berica, l'Ulss Serenissima e Asugi Isonzo. Poi ci sono segnalazioni nelle aziende in Toscana, Abruzzo, Umbria e Marche. C'è l'Asl di Modena in Emilia Romagna. Nel Lazio, l'Asl Roma 5 e 6. E al Sud l'Asl di Salerno e quella di Lecce", sottolinea Petralia.
Da una parte gli Sms, ma anche le mail sono un veicolo di tentativi di truffa. Lo sa bene il ministero della Salute che in estate ha lanciato un alert sulle false email a nome del dicastero "per mantenere attivo l'accesso al Fascicolo sanitario elettronico". Tramite l'invio di email fraudolente, "gli utenti vengono invitati a cliccare su un link che li indirizza ad una pagina Internet in cui viene richiesto l'inserimento di un codice presente nell'email e successivamente si richiede l'inserimento di dati personali e della carta di pagamento", evidenziava il ministero che ha prontamente comunicato via social e media la truffa.
Le aziende sanitarie come si difendono? "In diversi modi: il primo - elenca il vicepresidente vicario Fiaso - è il metodo tradizionale dei volantini appesi nei Cup, nelle sale d'attesa o negli ambulatori dei medici di famiglia. Poi ci sono gli incontri pubblici anche con le forze dell'ordini, i Comuni e le associazioni. Poi i social, che servono proprio per arrivare a tutti, e infine con gli Sms di conferma che le Asl mandano ai pazienti, dove oltre alla prenotazione c'è anche un messaggio di attenzione proprio alle truffe. Poi vengono formati gli operatori. Un punto però è fondamentale: le Asl non chiedono soldi via Sms o mail".
Ha suscitato molto scalpore, ma anche ironia, il furto al Louvre di Parigi dove i sistemi operativi dei computer erano obsoleti e non aggiornati e la password era 'Louvre'. Insomma non proprio un fortino inespugnabile. Le Asl italiane sono più all'avanguardia contro gli hacker? "Assolutamente - risponde Petralia - seguiamo dei protocolli, c'è un aggiornamento continuo e dei corsi di formazione. Insomma, la cybersecurity è materia importante con standard da rispettare su cui siamo anche monitorati".
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(Adnkronos) - Un reddito complessivo di 180.031 euro e un imponibile pari a 178.371 euro: è quanto emerge dalla dichiarazione dei redditi 2025 della premier Giorgia Meloni, pubblicata sul sito della Camera dei deputati e riferita al periodo d'imposta 2024.
Rispetto all'anno precedente, la presidente del Consiglio e leader di Fratelli d'Italia segnala una variazione significativa nel proprio patrimonio: come si legge nel documento depositato il 28 ottobre scorso, la novità principale riguarda "l'acquisto definitivo di una nuova abitazione come prima casa".
Sul fronte fiscale, l'imposta lorda ammonta a 69.340 euro, da cui sono state sottratte detrazioni complessive per 6.274 euro. Il risultato finale è un'imposta netta di 63.066 euro. Il confronto con la precedente dichiarazione mostra un netto cambiamento della situazione economica della premier: nel 2024, con riferimento all'anno d'imposta 2023, Meloni aveva infatti dichiarato un reddito sensibilmente più alto, pari a 459.460 euro.
Sul fronte del centrodestra, anche il vicepremier Antonio Tajani, ha reso noto la sua dichiarazione sul sito della Camera, dove è stato eletto in questa legislatura. Per il titolare degli Esteri, per il periodo d'imposta 2024, si dichiarano 187.673 euro, con un avanzamento di reddito di oltre 30mila euro rispetto all'anno precedente (156.085). L'altro vicepremier, Matteo Salvini non ha invece ancora pubblicato sul sito del Senato i suoi redditi, fermi ancora al 2024, quando il leader della Lega dichiarò poco meno di 100mila euro, interamente legati a reddito da lavoro dipendente.
Infine svetta il leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi, con un reddito complessivo pari a quasi 225mila euro (224.683). Lupi incassa circa 100mila euro in più, rispetto al 2024, quando era fermo a quota 124.864.
Né più ricchi né più poveri. I redditi dei leader dell'opposizione nel 2024 rimangono pressappoco gli stessi del 2023, perlomeno per Elly Schlein, Angelo Bonelli, Nicola Fratoianni e Carlo Calenda, gli unici, al momento, che hanno reso disponibile la loro dichiarazione sul sito di Camera e Senato.
La segretaria del Partito democratico dichiara la stessa cifra, interamente proveniente dalla sua funzione di deputata, di 98.471 euro. Un po' più basso l'imponibile di Fratoianni che, come l'anno precedente, si ferma a 93.306 euro.
È più alto, invece, quello del collega di partito Bonelli, che arriva a 101.811 euro, come nel 2023. Cambia di poco più di mille euro l'imponibile del senatore e leader di Azione Calenda, che dichiara un totale di 121.799 euro di imponibile, di cui 22.586 provengono da altri redditi.
Leggi tutto: Entrate dimezzate per Meloni nel 2025, ecco la dichiarazione dei redditi

(Adnkronos) - Non spetta allo Stato adottare atti che impongono obblighi e divieti agli esercenti il servizio di noleggio con conducente (Ncc), che siano tali da perseguire con mezzi sproporzionati il fine concorrenziale di garantire che i soli taxi possano rivolgersi a una utenza indifferenziata. È quanto si legge nella sentenza numero 163 della Corte Costituzionale, depositata oggi, con cui sono stati accolti i conflitti di attribuzione tra enti promossi dalla Regione Calabria contro il decreto interministeriale numero 226 del 2024 e le relative circolari attuative.Valicando i limiti della competenza statale nella materia "tutela della concorrenza" e regolando l’esercizio del servizio Ncc, lo Stato ha invaso la materia di competenza regionale "trasporto pubblico locale".
La Corte ha dichiarato che non spettava allo Stato adottare, con i richiamati atti, previsioni che: i) introducono il vincolo temporale di almeno venti minuti tra la prenotazione e l’inizio del servizio Ncc, per i casi in cui questo non inizi dalla rimessa o dalle aree di cui all’art. 11, comma 6, della legge n. 21 del 1992; ii) impediscono la stipula di contratti di durata con operatori Ncc a soggetti che svolgono anche in via indiretta attività di intermediazione; iii) impongono all’esercente Ncc l’utilizzo esclusivo dell’applicazione informatica ministeriale per la compilazione del foglio di servizio elettronico.
Secondo la Corte, il vincolo temporale di venti minuti è una misura sproporzionata rispetto alla finalità antielusiva, vòlta a evitare che il servizio Ncc possa rivolgersi a una utenza indifferenziata, riservata ai soli titolari di licenze taxi".
Tale disciplina, oltretutto, ripropone indirettamente obblighi previsti da norme statali che sono state già dichiarate costituzionalmente illegittime con la sentenza numero 56 del 2020. Di seguito, anche il divieto di stipulare contratti di durata con l’esercente il servizio Ncc per chi svolga solo indirettamente attività di intermediazione eccede il richiamato fine antielusivo e comprime indebitamente l’autonomia contrattuale. Viene, infatti, inibito a operatori economici (quali, ad esempio, alberghi, agenzie di viaggio o tour operator) di assicurare ai propri clienti servizi di trasporto certi, rapidi e a costi concordati.
Infine, la Corte ha reputato non rientrante nella materia "tutela della concorrenza", in quanto sproporzionato, l’obbligo per l’esercente il servizio Ncc di utilizzare esclusivamente l’applicazione informatica ministeriale, in quanto le attività di controllo possono essere garantite attraverso soluzioni alternative più rispettose della libertà di iniziativa economica privata e coerenti con il principio di neutralità tecnologica. Nel ritenere i due ricorsi fondati e, dunque, sussistente l’interferenza con la materia di competenza regionale "trasporto pubblico locale", la Corte ha annullato in parte qua gli atti impugnati.
"La sentenza di oggi rappresenta una vittoria importante per migliaia di autisti ncc che lavorano onestamente, offrendo un servizio di trasporto sicuro e affidabile e per i milioni di italiani che ogni giorno contano su di loro'', scrive Uber in una nota. ''La Corte costituzionale ha chiarito che la regola dei 20 minuti di attesa, e altre restrizioni sproporzionate contenute nei decreti pubblicati lo scorso anno, sono incostituzionali e non devono più tornare'', spiega l'impresa. Questa decisione ''apre la strada a un sistema di mobilità più equo e moderno. Milioni di italiani si stanno già esprimendo attraverso le proprie decisioni quotidiane, scegliendo Uber più che mai per muoversi nelle loro città''.
''Ora è il momento di una riforma'', secondo Uber. ''Insieme ai partner taxi e ncc, e con il sostegno di governo e amministrazioni locali, Uber è pronta a contribuire a modernizzare le regole e a realizzare il sistema di mobilità che l’Italia merita: aperto, innovativo e costruito per il modo in cui le persone si spostano oggi”.
Leggi tutto: Ncc, la sentenza della Consulta: "Vincoli sproporzionati, non è competenza statale"

(Adnkronos) - David Beckham è ufficialmente un Cavaliere. Oggi, martedì 4 novembre, re Carlo l'ha nominato 'sir' durante una cerimonia di investitura al Castello di Windsor per i "servigi resi allo sport e alla beneficenza". "Sono stato ovviamente molto fortunato nella mia carriera ad aver vinto quello che ho vinto e fatto quello che ho fatto, ma ricevere un'onorificenza come quella di cavaliere va oltre qualsiasi cosa avrei mai pensato di ricevere", ha dichiarato Beckham, secondo quanto riporta il Daily Mail. "A dire il vero, un ragazzo dell'East End di Londra, nato a Leytonstone e qui al Castello di Windsor, onorato da Sua Maestà il Re, l'istituzione più importante e rispettata al mondo, è un momento davvero speciale. Questo è senza dubbio il momento di cui vado più fiero", ha aggiunto.
L'ex calciatore ha poi spiegato che il re "è rimasto molto colpito dal mio abito", che per l'occasione ha realizzato sua moglie Victoria. "È l'uomo più elegante che conosca, quindi ha ispirato molti dei miei look nel corso degli anni e sicuramente ha ispirato questo. Lo ha realizzato mia moglie. Ho guardato vecchie foto di lui da giovane in tight e ho pensato, 'Ok, è quello che voglio indossare', così l'ho mostrato a mia moglie e lei l'ha realizzato", sono le parole di Beckham che riporta il Daily Mail.
Alla cerimonia erano presenti i genitori di Beckham, sua moglie Victoria e tre dei loro quattro figli, Romeo, Cruz e Harper. Assente invece Brooklyn, il maggiore. A pubblicare una foto della famiglia è stato Romeo, che ha scritto: "Nessuno lo merita più di te, ti voglio bene. Congratulazioni, 'Sir' papà!".

(Adnkronos) - È durata all’incirca un’ora l’audizione del giornalista Sigfrido Ranucci davanti alla Commissione parlamentare Antimafia, sull'attentato dinamitardo avvenuto davanti alla sua abitazione lo scorso 16 ottobre. "A nome di tutti i membri della nostra Commissione la più sincera solidarietà e ferma condanna per quanto avvenuto. La presenza di Ranucci qui dimostra che intendiamo stare al suo fianco di fronte a tentativi di intimidazioni tanto gravi che non possono mai essere sottovalutati", ha detto la presidente della Commissione parlamentare Antimafia Chiara Colosimo in apertura di seduta dell'organismo parlamentare.
Una parte dell’audizione è stata secretata. Il senatore Scarpinato ha preso la parola e posto una domanda sul lavoro di Report sul caso Moro, sul caso Mattarella e le piste sull'eventuale partecipazione di soggetti esterni alle stragi '92-93. In seguito Scarpinato, ha chiesto: "Dopo una puntata di report che riguardava la presidente del consiglio Meloni, lei ha dichiarato di essere stato pedinato su richiesta del sottosegretario Fazzolari: ci vuole raccontare meglio questo episodio e farci capire se ci può essere una connessione con quello che gli è accaduto", ha detto Scarpinato. Il cronista ha chiesto di rispondere in modalità segreta.
La Commissione Antimafia "è un luogo istituzionale, sentire che le istituzioni sono vicine è sempre un bel segnale; per me e per tutti i colleghi che esercitano la libertà di stampa sapere che lo Stato è vicino è un segnale bello per la democrazia al di là delle polemiche e della diversità di idee", ha poi affermato al termine. "Il confronto è importante - ha aggiunto - Ringrazio la presidente Colosimo e tutti quanti i commissari perché hanno mostrato tanta attenzione a quello che abbiamo detto".
Sulla vicenda del Garante Privacy, il giornalista ha voluto "ringraziare Ghiglia perché è stato uno dei tre, che hanno votato, che ha avuto un rigurgito di coscienza perché probabilmente non voleva sanzionare Report". "Noi abbiamo dimostrato perché gli altri invece avevano interesse, diciamo anche personale o politico, nel voler sanzionare. Ghiglia è rimasto, diciamo, vittima del suo rigurgito di coscienza - conclude - Perché è andato a chiedere che cosa avrebbe dovuto fare ad Arianna Meloni".
Rispondendo a una domanda proprio sulla sorella della premier, Ranucci ricorda che "non ha detto ancora nulla, non ha detto dei contenuti di quei colloqui. Ha espresso però l'idea che secondo lei l'audio che noi abbiamo mandato non era di interesse pubblico". "Io mi chiedo da giornalista - ha aggiunto - come fa a non essere considerato di interesse pubblico un audio in cui la moglie di un ministro, che non è una persona privata, ma è una collega Rai come lo sono io, chiede al ministro di intervenire sul suo capo di gabinetto altrimenti si sarebbe sostituita a lui nel chiedere di bloccare una nomina".
Quando all'esplosione dell'auto avvenuta davanti a casa sua tra il 16 e il 17 ottobre scorso, Ranucci afferma che non ci sono state altre "minacce, nessun episodio particolare da segnalare". Il cronista ricorda che un particolare che “è oggetto di indagine” riguarda la tempistica legata al posizionamento dell’esplosivo e al suo rientro a casa. “Io ho avvisato con un messaggio la scorta quasi a ridosso della mia partenza”, ha sottolineato Ranucci. Poi un’altra “coincidenza è che, qualche giorno prima, avevo lanciato i temi della puntata attraverso il profilo social”, ha continuato. Ranucci ha anche voluto cogliere l’occasione “per ringraziare gli uomini della Polizia e i carabinieri che mi hanno sempre garantito la massima sicurezza”.
Infine, in vista della sua audizione domani, in Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, e di quella direttore Approfondimento della Rai, Paolo Corsini, Ranucci spiega che "Corsini è un direttore che va rispettato perché è un direttore che mi ha lasciato libero dal punto di vista editoriale. Per me la libertà dal punto di vista editoriale è un valore inestimabile e quindi da parte mia lo ringrazio". "Vorrei che credesse di più nella difesa di Report e riuscisse a farci ridare le quattro puntate che sono state tagliate e magari cercare di battere di più i pugni sul tavolo di chi decide per valorizzare ancora di più una trasmissione come Report", conclude.
Leggi tutto: Ranucci in Commissione Antimafia, a domanda su Fazzolari seduta secretata

(Adnkronos) - Il futuro della logistica corre su rotaie più pulite. Gts Rail, azienda pugliese leader nel trasporto ferroviario merci, ha siglato con Unicredit Leasing. un finanziamento in leasing da 15 milioni di euro per l’acquisto di cinque locomotive elettriche di ultima generazione, destinate alle principali tratte nazionali e internazionali. Lo si legge in una nota. Questa operazione, articolata su cinque contratti nell’anno in corso, completa "l’acquisto di ben 20 locomotive targate Alstom e rappresenta uno dei più significativi investimenti privati nel settore ferroviario del Sud Italia".
Le nuove locomotive – progettate per linee elettrificate a 3 kV, con potenza di 6.000 kW e velocità fino a 140 km/h – garantiranno maggiore efficienza energetica, minori emissioni di CO₂ e riduzione dell’inquinamento acustico nelle aree attraversate, con benefici tangibili per l’ambiente e per le comunità locali. “L’iniziativa conferma il ruolo di Unicredit come motore di sviluppo sostenibile nei territori. Unicredit Leasing ha permesso a Gts Rail, grazie alla consulenza che ha garantito una migliore competitività, l'accelerazione degli investimenti in tecnologia green, con un impatto positivo sulla filiera logistica, sull’occupazione e sulla competitività del Sud. La transizione ecologica è anche un’opportunità economica e industriale per il Paese”, commenta Salvatore Saulino, amministratore delegato di Unicredit leasing.
“Dietro ogni investimento industriale c’è una visione di territorio. Questa iniziativa mostra come il Sud possa essere protagonista di un nuovo modello di sviluppo fondato su infrastrutture moderne, innovazione e occupazione qualificata. Unicredit sostiene le imprese che non solo crescono, ma creano valore diffuso: filiere più competitive, connessioni più forti e una logistica che diventa motore di attrazione per capitali e competenze” sostiene Ferdinando Natali, regional manager Sud Unicredit. “L’innovazione e la sostenibilità sono sempre stati obiettivi strategici della nostra agenda, sin dalle origini. Oggi, più di ieri, sappiamo che rappresentano la vera leva per incrementare e migliorare i servizi intermodali, che sono il nostro mercato principale”, dichiara Pasquale Todisco, ad di Gts Rail
Fondata nel 2007 dalla famiglia Muciaccia, oggi Gts Rail, società con capitali 100% privati, è tra i principali operatori privati del trasporto ferroviario, con una flotta di proprietà e un network europeo in espansione. Grazie alla partnership con Unicredit, l’azienda prosegue un percorso di investimenti ad alto valore aggiunto, in grado di generare nuova occupazione qualificata, ridurre i costi logistici per le imprese esportatrici del Sud e rafforzare il ruolo di Bari e dell’asse adriatico come hub strategico del traffico merci europeo. L’operazione testimonia l’impegno di Unicredit Leasing nel sostenere progetti capaci di coniugare sostenibilità, innovazione e crescita industriale, contribuendo alla decarbonizzazione dei trasporti e alla valorizzazione economica del territorio meridionale

L’Istituto nazionale tributaristi (Int) condivide e sostiene la richiesta unitaria delle confederazioni delle associazioni professionali ex lege 4/2013 Assoprofessioni-Colap-Confassociazioni-Confcommercio professioni-Cna professioni, che hanno inviato a rappresentanti di Governo e Parlamento una nota congiunta richiedendo equità e paritetica tutela dei professionisti, in stato di malattia o infortunio o maternità a rischio, siano essi associativi od ordinistici e fornendo una proposta emendativa all’ art.1 comma 933 lettera a) della Legge n.234 del 30 dicembre 2021 che prevede la tutela solo per i professionisti ordinistici, modifica da inserire in Legge di Bilancio.
E proprio sulla legge di bilancio l’Int ha predisposto una memoria che ha consegnato al presidente di Confassociazioni Angelo Deiana, ascoltato in audizione dalle commissioni Bilancio di Senato e Camera sulla Manovra per il 2026, per il deposito in Commissione. Nella memoria dei tributaristi Int, predisposta dal presidente Riccardo Alemanno, dal vice presidente Giuseppe Zambon e dal Consigliere Salvatore Cuomo, dopo un’introduzione che evidenzia la positività del rispetto del contenimento del disavanzo di bilancio che però limita gli interventi a favore di famiglie e attività produttive, si sono toccati vari articoli del ddl di Bilancio, dalle locazioni brevi alla disciplina dei dividendi, dal regime forfettario alla rottamazione quinquies, senza tralasciare osservazioni sulle misure di contrasto agli inadempimenti in materia di imposta sul valore aggiunto e sulle indebite compensazioni.
Una particolare attenzione è stata poi posta sull’art. 129 comma 10, che prevede il regolare adempimento degli obblighi fiscali e contributivi da parte dei liberi professionisti che rendono prestazioni nei confronti delle amministrazioni pubbliche, regolarità necessaria per poter ricevere il pagamento dei propri compensi, norma di cui l’Int condivide le finalità ma si ritiene che dovrebbe essere più precisa su alcuni aspetti procedurali.
Ovviamente tra le proposte emendative inserite nella memoria la richiesta di estensione della tutela in caso di malattia ai professionisti associativi. Infine, oltre a proposte emendative senza oneri per lo Stato in tema di semplificazione di operatività professionali, l’Int propone due interventi innovativi a favore delle famiglie, il primo l’implementazione del fondo famiglia con un contributo progressivo sugli accertamenti definitivi e il secondo la compensazione delle imposte tra i componenti del nucleo familiare.
“Mi auguro che la richiesta di estensione della tutela del professionista in malattia ai professionisti associativi sia finalmente accolta, da anni come Istituto nazionale tributaristi ne evidenziamo l’incomprensibile discriminazione”, dichiara il presidente Alemanno, che aggiunge: “La richiesta unitaria di cinque confederazioni delle associazioni dei professionisti di cui alla Legge 4/2013 è un forte segnale per il mondo politico. Ringrazio il presidente Deiana per avermi delegato, in qualità di vicepresidente vicario di Confassociazioni, al coordinamento della stesura della richiesta congiunta delle confederazioni e mi auguro che venga accolta, perché questo è il quarto anno dalla sua approvazione e credo proprio che la fase sperimentale, motivazione indicata per giustificare la limitazione a solo alcune categorie professionali, sia stata ampiamente superata”.

(Adnkronos) - L’Istituto nazionale tributaristi (Int) condivide e sostiene la richiesta unitaria delle confederazioni delle associazioni professionali ex lege 4/2013 Assoprofessioni-Colap-Confassociazioni-Confcommercio professioni-Cna professioni, che hanno inviato a rappresentanti di Governo e Parlamento una nota congiunta richiedendo equità e paritetica tutela dei professionisti, in stato di malattia o infortunio o maternità a rischio, siano essi associativi od ordinistici e fornendo una proposta emendativa all’ art.1 comma 933 lettera a) della Legge n.234 del 30 dicembre 2021 che prevede la tutela solo per i professionisti ordinistici, modifica da inserire in Legge di Bilancio.
E proprio sulla legge di bilancio l’Int ha predisposto una memoria che ha consegnato al presidente di Confassociazioni Angelo Deiana, ascoltato in audizione dalle commissioni Bilancio di Senato e Camera sulla Manovra per il 2026, per il deposito in Commissione. Nella memoria dei tributaristi Int, predisposta dal presidente Riccardo Alemanno, dal vice presidente Giuseppe Zambon e dal Consigliere Salvatore Cuomo, dopo un’introduzione che evidenzia la positività del rispetto del contenimento del disavanzo di bilancio che però limita gli interventi a favore di famiglie e attività produttive, si sono toccati vari articoli del ddl di Bilancio, dalle locazioni brevi alla disciplina dei dividendi, dal regime forfettario alla rottamazione quinquies, senza tralasciare osservazioni sulle misure di contrasto agli inadempimenti in materia di imposta sul valore aggiunto e sulle indebite compensazioni.
Una particolare attenzione è stata poi posta sull’art. 129 comma 10, che prevede il regolare adempimento degli obblighi fiscali e contributivi da parte dei liberi professionisti che rendono prestazioni nei confronti delle amministrazioni pubbliche, regolarità necessaria per poter ricevere il pagamento dei propri compensi, norma di cui l’Int condivide le finalità ma si ritiene che dovrebbe essere più precisa su alcuni aspetti procedurali.
Ovviamente tra le proposte emendative inserite nella memoria la richiesta di estensione della tutela in caso di malattia ai professionisti associativi. Infine, oltre a proposte emendative senza oneri per lo Stato in tema di semplificazione di operatività professionali, l’Int propone due interventi innovativi a favore delle famiglie, il primo l’implementazione del fondo famiglia con un contributo progressivo sugli accertamenti definitivi e il secondo la compensazione delle imposte tra i componenti del nucleo familiare.
“Mi auguro che la richiesta di estensione della tutela del professionista in malattia ai professionisti associativi sia finalmente accolta, da anni come Istituto nazionale tributaristi ne evidenziamo l’incomprensibile discriminazione”, dichiara il presidente Alemanno, che aggiunge: “La richiesta unitaria di cinque confederazioni delle associazioni dei professionisti di cui alla Legge 4/2013 è un forte segnale per il mondo politico. Ringrazio il presidente Deiana per avermi delegato, in qualità di vicepresidente vicario di Confassociazioni, al coordinamento della stesura della richiesta congiunta delle confederazioni e mi auguro che venga accolta, perché questo è il quarto anno dalla sua approvazione e credo proprio che la fase sperimentale, motivazione indicata per giustificare la limitazione a solo alcune categorie professionali, sia stata ampiamente superata”.

(Adnkronos) - WhatsApp down oggi in Italia, con problemi nell'invio e nella ricezione di messaggi anche sulla versione web. Il sito downdetector, che monitora le anomalie della rete, evidenzia un'impennata nelle segnalazioni di disservizi. I problemi non sono limitati al nostro paese ma, a giudicare dalle segnalazioni raccolte da downdetector, riguardano numerosi paesi: dalla Spagna alla Germania, dagli Stati Uniti al Brasile.
La situazione, attorno alle 16.20, inizia a tornare alla normalità a giudicare dalla flessione della curva delle segnalazioni.
Leggi tutto: WhatsApp down oggi, problemi 4 novembre. Cosa succede

(Adnkronos) - Si è aperta oggi la 28esima edizione di Ecomondo, evento internazionale di riferimento in Europa e nel bacino del Mediterraneo per la green, blue and circular economy, organizzato da Italian Exhibition Group (Ieg) in programma fino al 7 novembre alla Fiera di Rimini. La manifestazione accresce quest’anno il suo respiro internazionale, con la presenza di più di 1.700 brand espositori, il 18% dei quali provenienti dall’estero, 380 hosted buyer da 66 Paesi, oltre 30 delegazioni ufficiali e 90 associazioni internazionali di settore coinvolte, in sinergia con l’Agenzia Ice e il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Ecomondo 2025 occupa l’intero quartiere fieristico, con 166.000 mq di superficie espositiva e 30 padiglioni, offrendo una panoramica completa sulla transizione ecologica e sull’economia circolare, anche grazie al ricco palinsesto convegnistico, composto da oltre 200 convegni, oltre 70 dei quali curati dal Comitato Tecnico Scientifico.
Ad aprire la cerimonia di inaugurazione è stato Maurizio Renzo Ermeti, presidente Ieg: “Ecomondo è diventato l’evento di riferimento per chi vuole competere nei mercati globali della green economy: un momento di orgoglio, condivisione e crescita culturale sulla sostenibilità, punto di riferimento internazionale per imprese, istituzioni e mondo della ricerca. In oltre vent’anni abbiamo visto nascere e consolidarsi una filiera che oggi è qui con 1.700 brand, con una presenza estera dall’Africa al Mediterraneo, dall’Europa dell’Est all’America Latina. Un risultato possibile grazie al sostegno del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e di Ice Agenzia, al lavoro continuo del nostro Comitato Tecnico Scientifico e delle tante realtà che condividono il nostro impegno”.
Jamil Sadegholvaad, sindaco del Comune di Rimini, ha affermato: “La centralità di un evento come Ecomondo non risiede esclusivamente nel successo e nella eco crescente sul piano internazionale ma soprattutto sugli obiettivi quasi didattici e culturali che una manifestazione come questa naturalmente persegue. Se infatti la materia è oggetto (e spesso vittima) di ideologie e tifoserie, Ecomondo è capace di presentare quelle possibilità tecnologiche, industriali, creative che possono rendere migliore il rapporto tra uomo e natura e quindi tra umanità e suo futuro”.
Per Fabio Fava, coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo, "ancora una volta, il palinsesto convegnistico di Ecomondo si pone come fonte di ingredienti abilitanti per una più efficace e sapiente implementazione dell’economia circolare e della transizione ecologica in Europa e nel Mediterraneo: un punto di riferimento a livello internazionale, con uno sguardo sempre più rivolto alle nuove sfide globali. Quest’anno i riflettori sono puntati sulle filiere industriali a maggiore impatto sull’ambiente ma, parallelamente, si mantiene salda l'attenzione verso le azioni di monitoraggio e ripristino degli ecosistemi terrestri e acquatici già compromessi dall’inquinamento e dal cambiamento climatico e di valorizzazione sostenibile delle loro risorse biologiche. Degli oltre 200 eventi in programma, 70 sono organizzati dal Comitato Tecnico Scientifico: un pool di oltre 80 esperti italiani e internazionali, che garantisce il rigore scientifico e tecnologico e la qualità dei contenuti”.
“A Ecomondo si crea un confronto reale tra competenze e profili differenti, affrontando con pragmatismo le sfide ambientali che abbiamo di fronte a noi. La nostra Costituzione ci chiede di tutelare ambiente ed ecosistemi: pensando alle generazioni future è indispensabile bilanciare la crescita dell’economia con la protezione della natura. Per questo in Commissione stiamo approfondendo temi nuovi, come la gestione dei rifiuti emergenti, dai pannelli fotovoltaici alle batterie, fino alle pale eoliche a fine vita. L’obiettivo è rafforzare gli strumenti normativi e di controllo per consegnare ai nostri figli e nipoti un ambiente migliore”, ha rimarcato Jacopo Morrone, presidente della Commissione Bicamerale Ecomafie.
Michele de Pascale, presidente della Regione Emilia-Romagna, ha concluso: “È con piacere che saluto l’apertura della 28esima edizione di Ecomondo, appuntamento internazionale che rende Rimini e la regione Emilia-Romagna crocevia di idee, soluzioni e innovazioni per la transizione ecologica. Ecomondo non è solo una fiera, ma un laboratorio di futuro, un luogo dove la sostenibilità si traduce in impresa, lavoro e conoscenza, per affrontare insieme le grandi sfide del nostro tempo: dal cambiamento climatico all’economia circolare, dal risparmio delle risorse all’energia pulita. Ai visitatori e agli operatori di tutto il mondo, il più caloroso benvenuto nella nostra terra”.
All’Opening Cerimony hanno inoltre partecipato Corrado Peraboni, amministratore delegato di Ieg, Alessandra Astolfi, global exhibition director Green&Technology Division di Ieg, e Mauro Delle Fratte, exhibition manager di Ecomondo. A seguire, l’apertura della 14esima edizione degli Stati Generali della Green Economy, organizzati dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile in collaborazione con il ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase) e promossi dal Consiglio Nazionale della Green Economy.
Tra gli appuntamenti da seguire nella giornata di domani si segnalano: 'Rifiuti tessili urbani. Arriva l’Epr: chi sono i Consorzi dei produttori e qual è la loro visione per lo sviluppo del sistema', a cura del Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo&Unirau; 'Waste Shipment Regulation and its impact on the global market for post-consumer textiles' a cura di Ecomondo&Unirau; 'Il Made in Italy dell’Industria Tessile: sfide ed opportunità in una prospettiva di Economia Circolare: quale futuro ci aspetta' a cura del Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo&Aisec (Associazione Italiana per lo Sviluppo dell’Economia Circolare).
E ancora: 'Forum della Buona Comunicazione - Sostenibili o competitivi? Come la comunicazione scioglie un falso dilemma- a cura di Ecomondo Ferpi; 'Earth Observation for Security and Sustainability: Dual-Use Innovations and AI at the Service of the Planet' a cura di Ecomondo&Kelvin273: 'From sky to ground: Earth observation for sustainable critical raw materials management' a cura del Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo&Politecnico di Torino, Cineca; 'Accelerating circularity in the Electrical and Electronic Equipment Sector' a cura della Regione Emilia-Romagna&Art-Er; 'Premio per lo Sviluppo Sostenibilei, istituito dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile e da Ecomondo-Italian Exhibition Group, giunto alla XV edizione, rivolto a imprese, startup e Amministrazioni locali.
Leggi tutto: Sostenibilità, Ecomondo 2025: ricerca e innovazione guidano la transizione

(Adnkronos) - Storia a lieto fine a 'Chi l'ha visto?'. Da un'anticipazione della puntata in onda mercoledì 5 novembre alle 21.20 su Rai3 sembra siano arrivate alla fine le ricerche dell'uomo, che ha ricevuto un'eredità dal padre che non aveva mai conosciuto e che si erano concentrate a Trieste. E' stato lui a scrivere alla trasmissione, dicendo "sono io quel figlio mai riconosciuto".
'Chi l'ha visto?' ritrova, poi, dopo un anno una donna scomparsa. E si riaccende la speranza per gli altri familiari. La mamma di Alessandro Venturelli, che si è allontanato cinque anni fa da Sassuolo, parla in diretta da Torino, dopo alcune segnalazioni che portano al capoluogo piemontese.
In chiusura anche il caso dell'uomo che, a Milano, ha accoltellato una donna sconosciuta. I carabinieri hanno mostrato la foto e la sorella l’ha riconosciuto, permettendone l'arresto. Durante la trasmissione ci si chiede perché circolasse indisturbato se aveva già accoltellato due persone nella bergamasca.

(Adnkronos) - Il Consiglio di Stato consente la prosecuzione dell’attività di alcuni stabilimenti produttivi, tra cui quello dell’ex Ilva di Taranto. Con l’ordinanza n. 3992 del 4 novembre 2025, il Consiglio di Stato si è occupato della legittimità di un atto emesso in data 7 settembre 2023 dall’Autorità indipendente competente in materia di energia elettrica, del gas e dell’acqua (Arera). Con tale atto (riguardante l’attività svolta dalla spa Acciaierie d’Italia in alcuni stabilimenti, tra cui quelli di Genova, di Novi Ligure, di Racconigi e dell’ex Ilva di Taranto), l’Arera aveva fissato un termine alla società, per individuare il fornitore del gas necessario per la prosecuzione delle attività produttive e le modalità del relativo trasporto. La società, lamentandosi dell’eccessività brevità del termine fissato dall’Arera, aveva impugnato tale atto innanzi al Tar per la Lombardia, che con la sentenza n. 3104 del 2025 ha respinto il ricorso.
Nell’esaminare l’appello della spa Acciaierie, con la citata ordinanza n. X del 4 novembre 2025 la Seconda Sezione del Consiglio di Stato ha accolto la sua istanza cautelare, ha sospeso l’esecutività della sentenza del Tar, ha consentito la prosecuzione della fornitura, per evitare l’interruzione dell’attività produttiva svolta negli impianti d’interesse strategico nazionale e il conseguente pregiudizio per l’occupazione, ed ha al contempo fissato l’udienza del 9 giugno 2026 per la definizione del secondo grado del giudizio.
Leggi tutto: Ex Ilva, Consiglio di Stato consente prosecuzione attività

(Adnkronos) - Da vicepresidente "imperiale" alla guida della guerra al terrorismo di George Bush ad oppositore di Donald Trump. E' questa la parabola politica di Dick Cheney, il 46mo ex vicepresidente degli Stati Uniti, considerato il più potente dell'era moderna, che si è spento la scorsa notte all'età di 84 anni.
Architetto ed esecutore tra il 2001 e il 2009 di tutte le principali iniziative politiche del presidente Bush, dall'esportazione armata della democrazia, ai tagli fiscali e il rafforzamento dei poteri presidenziali, Cheney è stato per decenni un potente 'insider' della politica di Washington.
Ma negli ultimi anni della sua vita era stato ostracizzato dal partito repubblicano a causa delle sue intense critiche a Donald Trump, da lui definito un "vigliacco" che mente ai suoi sostenitori e "ha cercato di rubare le ultime elezioni e costituisce la più grande minaccia al Paese nei 246 anni di storia della nostra nazione" in uno spot del 2022 a sostegno della campagna della figlia Liz, allora vice presidente della commissione di inchiesta della Camera sul 6 gennaio, che poi ha perso il suo seggio ed è stata espulsa dal partito per le sue posizioni anti-Trump.
L'allarme della famiglia Cheney, tra gli ultimi esponenti del conservatorismo tradizionale americano, per il ritorno sulla scena di Trump e l'avanzata del populismo Maga nelle elezioni del 2024 ha spinto poi l'ex vice presidente repubblicano a votare per la democratica Kamala Harris perché "come cittadini, ognuno ha il compito di mettere il Paese davanti allo spirito di parte e difendere la Costituzione".
Nella sua scalata al potere di Washington, il nome di Cheney è stato legato sin dall'inizio ad un altro protagonista e stratega della guerra al terrorismo post 11/9, Donald Rumsfeld. Di una decina di anni più grande, il futuro capo del Pentagono di Bush jr chiamò infatti Cheney a lavorare con lui nella Casa Bianca di Richard Nixon e poi, soprattutto, in quella di Gerald Ford, dove Cheney divenne, poco più che trentenne, capo dello staff quando Rumsfeld lasciò l'incarico per quello che poi divenne il suo primo mandato di segretario alla Difesa.
Seguirono poi 10 anni alla Camera, dove il deputato eletto nel Wyoming ricoprì diverse cariche nella leadership repubblicana, prima di essere chiamato da George Bush padre a guidare il Pentagono, da dove guidò la guerra del Golfo per respingere l'invasione irachena del Kuwait nel 1991, lasciando a metà il lavoro che poi lui e Bush figlio completarono nel 2003 con l'invasione preventiva dell'Iraq.
Cheney ebbe un ruolo di spicco nella campagna, che poi si rivelò essere di disinformazione, riguardo ai mai trovati programmi di armi di distruzione di massa di Saddam Hussein, sui presunti legami con al Qaeda e gli autori dell'11 settembre. Fu lui a sostenere che il capo dei dirottatori Mohamed Atta si era incontrato con funzionari iracheni a Praga, circostanza che non è mai stata poi provata.
Cheney fu al centro di enormi critiche, conquistandosi anche il soprannome di Darth Vader, il super cattivo di Guerre Stellari, per gli eccessi delle guerre in Afghanistan e Iraq, con la sua difesa della tortura del waterboarding e delle detenzioni extragiudiziarie di centinaia di sospetti chiusi per anni senza processo a Guantanamo. E divenne anche il simbolo degli errori fatti nella pianificazione che trasformò l'iniziale successo in Iraq, con il passo falso di Bush con "il mission accomplished", in lunghissimi anni di sanguinoso pantano.
Senza contare le polemiche sugli appalti miliardari per la logistica militare e nei campi petroliferi iracheni, la Kbr, società della Halliburton, la multinazionale di cui Cheney è stato presidente e Ceo dal 1995 al 25 luglio 2000, giorno in cui l'esperto e navigato repubblicano entrò nel ticket di Bush, che allora molti consideravano non altezza del ruolo, soprattutto per la scarsa esperienza in politica estera.
Fino alla fine, comunque, Cheney non ha avuto nessun ripensamento. "Rifarei tutto in un minuto", disse ascoltato dalla commissione Intelligence del Senato che nel 2014 concluse che i cosidetti "metodi di interrogatorio rafforzato", una sorta di triste eufemismo per torture, erano metodi brutali e inefficaci che hanno danneggiato l'immagine degli Usa del mondo. E sulla guerra in Iraq, ancora in un'intervista del 2015: "Era la cosa giusta da fare in quel momento, lo credevo allora e lo credo adesso".
Leggi tutto: Dick Cheney, da vicepresidente 'imperiale' all'opposizione a Trump

(Adnkronos) - “Non mi uccidere”. Con questo slogan Pro Vita & Famiglia Onlu, mentre a Palazzo della Consulta si dibatteva della Legge Toscana impugnata dal Governo, ha organizzato in Piazza del Popolo a Roma un grande flash mob contro la deriva eutanasica e i progetti di legge sul suicidio assistito. In piazza, 200 sedie a rotelle vuote hanno rappresentato simbolicamente i malati, disabili, anziani e cittadini fragili che "chiedono al Parlamento più cure, più diritti, più dignità, ma si vedono offrire ciniche scorciatoie verso la morte". L’associazione ha denunciato che in Italia "le cure palliative raggiungono solo il 33% degli aventi diritto, con regioni dove la copertura scende addirittura al 4-5%: un dato drammatico che lascia migliaia di famiglie senza assistenza e trasformano le aperture al suicidio assistito in un ricatto criminale".
"Le sentenze con cui la Corte Costituzionale, scavalcando il Parlamento, ha depenalizzato il suicidio assistito in presenza di fragili e arbitrarie condizioni hanno dato il via a una deriva eutanasica che può determinare una vera e propria mattanza di Stato di malati, anziani soli, depressi e disabili, un processo che una qualsiasi legge nazionale non farebbe altro che accentuare, consolidando nell’opinione pubblica l’idea che lo Stato possa fornire il suicidio come uno tra i tanti servizi socio-sanitari. Per questo, chiediamo a tutte le forze politiche di non procedere su una strada che lede vita, diritti e dignità dei cittadini più fragili e indifesi", ha dichiarato Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia.
A sostenere l’iniziativa anche Massimo Gandolfini, leader del Family Day: "Siamo contrari a qualsiasi forma di morte medicalmente assistita. L’esperienza dei 13 Paesi che l’hanno introdotta è devastante: da pochi casi iniziali si è passati a migliaia ogni anno, compresi ragazzi affetti da depressione come dimostra il recente caso della giovane Siska in Belgio. Serve invece applicare pienamente la Legge 38/2010 e garantire cure palliative per tutti". In piazza anche Emanuel Cosmin Stoica, scrittore e attivista disabile: "In un momento di sofferenza io stesso potrei pensare alla morte, ma è proprio lì che la società deve aiutare a vivere e non offrire il suicidio come una scappatoia per il dolore. Lo Stato investa in assistenza, sostegno psicologico, inclusione e reti sociali che non lascino nessuno solo".
Leggi tutto: Fine vita, Pro Vita & Famiglia: "Suicidio assistito è mattanza di Stato"

(Adnkronos) - Dai suoi sontuosi abiti da cerimonia alle famose giacche di tweed e alle celebri sciarpe. Lo stile distintivo della defunta regina Elisabetta II si potrà apprezzare visitando una grande mostra a Londra a partire da aprile 2026. I biglietti per visitare 'Queen Elizabeth II: Her Life in Style', in vendita fin da oggi, consentiranno di ammirare circa 200 pezzi dell'eccezionale guardaroba della monarca, scomparsa nel 2022 all'età di 96 anni, dopo un regno record di 70 anni. La mostra sarà allestita nella King's Gallery di Buckingham Palace e circa la metà dei pezzi sarà esposta al pubblico per la prima volta, secondo il Royal Collection Trust, l'organizzazione responsabile della conservazione del patrimonio reale.
Tra le creazioni che il pubblico potrà apprezzare, l'abito da sposa dell'allora principessa Elisabetta e il suo abito per l'incoronazione nel 1953 disegnati dallo stilista Norman Hartnell. C'è poi l'abito blu con crinolina e bolero indossati per le nozze della sorella, la principessa Margaret, nel 1960. Ma anche un abito verde per il banchetto in onore del presidente americano Dwight Eisenhower presso l'ambasciata britannica a Washington nel 1957. La mostra, pubblicizzata come la più grande mai dedicata al guardaroba della regina, include anche capi più informali: abiti in tweed, tenute da equitazione, abbigliamento outdoor e sciarpe. C'è anche un impermeabile in plastica trasparente dello stilista Hardy Amies degli anni '60, straordinariamente moderno per l'epoca.
La regina, alta poco più di 1,60, era nota per indossare abiti dai colori vivaci, abbinati ai cappelli, che la rendevano immediatamente riconoscibile. "Il guardaroba della regina Elisabetta II era un capolavoro di simbolismo, sartorialità e artigianato britannico", sottolinea la curatrice della mostra, Caroline de Guitaut. Gli stilisti Erdem Moralioglu, Richard Quinn e Christopher Kane, che si sono ispirati allo stile della regina Elisabetta II, hanno contribuito alla realizzazione della mostra. Gli abiti della regina "raccontano la storia della Gran Bretagna e l'identità in evoluzione del Paese attraverso la moda", afferma lo stilista Christopher Kane. La mostra sarà aperta al pubblico dal 10 aprile al 18 ottobre 2026.
Leggi tutto: Londra, in mostra il sontuoso guardaroba della regina Elisabetta

(Adnkronos) - "La fiera Eicma sta continuando a crescere e ormai si è trasformata in un vero e proprio evento. Ricordiamo le nostre origini di fiera statica, ma è ormai stato introdotto anche l'entertainment, che è piaciuto al pubblico e alle case. Questa ricetta funziona e continua a darci grandi soddisfazioni". Così Pietro Meda, presidente di Eicma, in occasione della giornata di apertura alla stampa dell'edizione 2025 di Eicma, l’esposizione internazionale delle due ruote, aperta al pubblico dal 6 al 9 novembre a Rho Fiera Milano.
"Vediamo un nuovo protagonismo dei giovani, si sta infatti abbassando l'età media dei visitatori. Ci aspettiamo più pubblico dell'anno scorso - continua -. Siamo in crescita costante e questo ci fa piacere perché vuol dire che il nostro lavoro sta pagando e che la gente sta apprezzando il nuovo prodotto e il modo con cui lo facciamo vedere".
"In questo momento il motore a combustibile rappresenta ancora la prevalenza, l'elettrico sta crescendo, con dei numeri in proporzione diversi, ed è una presenza a cui noi diamo adeguato valore - prosegue - Abbiamo anche creato un'area urbana, che si chiama Yum - Your urban mobility, dove chi vorrà potrà provare scooter elettrici e altri veicoli a zero emissioni".
Il mercato delle due ruote nei primi mesi del 2025 ha subito una battuta d’arresto "fisiologica - spiega Meda - perché cinque anni di crescita continua cominciavano a diventare qualcosa di difficile anche da interpretare. Il rallentamento c’è stato, ma siamo ancora col segno più, o leggermente vicini allo zero - precisa - Le due ruote sono innegabilmente una soluzione che può convivere anche con tutto il resto dell'automotive. Personalmente ritengo che gli spazi per tutti ci siano. È bello poter far vedere a Milano tutto quello che c'è di nuovo e tutto quello a cui il mercato può portare".
Ad Eicma 2025 la sicurezza è in primo piano, le aziende stanno infatti operando "grandi investimenti sulla sicurezza, dall'abbigliamento ai veicoli, e per noi è importante farlo vedere. Quello della sicurezza e quello delle nuove tecnologie sono due aspetti che le case stanno affrontando in maniera solida e stanno facendo un grande lavoro".
Leggi tutto: Eicma 2025, Meda (Eicma): "Da esposizione a vero e proprio evento"
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