
(Adnkronos) - Parigi, 22 agosto 1911: un giorno che avrebbe cambiato per sempre la storia dell'arte e la fama di uno dei dipinti più celebri al mondo. Nel cuore del Louvre, la Gioconda, il celebre ritratto di Leonardo da Vinci, semplicemente scomparve. Il museo di Parigi, simbolo universale della bellezza e custode di tesori inestimabili, si trovò improvvisamente sotto i riflettori di un intrigo degno dei migliori thriller. L'opera, amata e ammirata da milioni di visitatori, era stata trafugata con una semplicità che sfidava l'immaginazione.
A rubare il dipinto fu Vincenzo Peruggia, un decoratore italiano che aveva lavorato proprio nel museo. Con un'astuzia sorprendente, si nascose negli angoli più nascosti del Louvre e, al momento giusto, si infilò un camice da addetto ai lavori. In pochi istanti, tolse la Gioconda dalla sua cornice e la nascose sotto il cappotto, uscendo indisturbato da una porta secondaria. Nessuno lo vide, nessuno sospettò.
Per due lunghi anni, la Monna Lisa rimase nascosta a Parigi, conservata come un tesoro segreto, fino a quando Peruggia, mosso da un folle e patriottico desiderio di "restituire" il capolavoro all'Italia, cercò di venderla a Firenze. Qui la storia fece il suo giro di boa: la Gioconda tornò sotto gli occhi di tutti il 4 gennaio 1914, in una cerimonia trionfale che consacrò il furto come uno degli eventi più clamorosi e affascinanti della storia dell'arte.
A scoprire il furto quella mattina del 22 agosto 1911 furono due artisti parigini, arrivati al Louvre per copiare la Gioconda: la parete che da anni custodiva l'enigmatico sorriso di Monna Lisa era spoglia. Quello che seguì fu un caso internazionale, uno scandalo culturale, un giallo degno dei romanzi più intricati. Ma a orchestrare tutto, incredibilmente, non fu un genio del crimine, né un facoltoso collezionista senza scrupoli. Il ladro si sarebbe scoperto più tardi era il decoratore italiano, un uomo semplice con un'idea fissa: riportare la Gioconda in Italia, la terra che, secondo lui, ne era la vera casa.
Vincenzo Peruggia era nato l'8 ottobre 1881 a Dumenza, un piccolo paese della provincia di Varese. Aveva imparato a dipingere pareti e a maneggiare vetri e cornici. Era emigrato a Parigi nel 1907, cercando fortuna come tanti altri connazionali. La sua salute era fragile: soffriva di saturnismo, dovuto all'inalazione di piombo presente nelle vernici. Isolato, lontano da casa, ma orgoglioso della sua identità italiana, Peruggia trovò impiego in una ditta che lo mandò anche al Louvre, dove lavorò montando vetri protettivi sulle opere esposte.
Fu lì che incontrò per la prima volta la Gioconda. Un ritratto piccolo, nemmeno il più appariscente della galleria, ma ipnotico. E, ai suoi occhi, profondamente italiano. Peruggia era convinto che fosse stata rubata da Napoleone - cosa storicamente falsa, visto che il quadro fu portato in Francia da Leonardo stesso all'inizio del Cinquecento - e decise che toccava a lui restituirlo al suo paese d'origine.
Il 20 agosto 1911, domenica, Peruggia entrò al museo e si nascose per la notte. Era tutto calcolato: il lunedì il Louvre era chiuso al pubblico. Alle prime luci del 21 agosto, indossò un camice bianco da operaio, come quelli usati dal personale del museo, e si diresse verso la Sala Carré, dove la Gioconda era esposta. Agì in pochi minuti. Staccò il dipinto dalla parete, entrò nella scaletta della Sala dei Sept Mètres, tolse con cura la cornice e il vetro, e lo avvolse nella sua giacca. Poi scese nel cortile e si diresse verso l’uscita Jean Goujon, forzando la porta con un piccolo coltellino. Nessuno lo fermò. Nessuno lo vide. Con passo tranquillo, salì su un autobus, sbagliò direzione, e finì per rientrare a casa in taxi, in Rue de l'Hôpital Saint-Louis, con la Gioconda sotto braccio.
Il furto fu scoperto la mattina seguente, 22 agosto 1911. Due artisti, Louis Béroud e Frédéric Languillerme, si recarono nella Sala Carré per copiare il quadro e trovarono solo un vuoto rettangolo bianco. Scattarono subito gli allarmi. Il capo della sicurezza fu avvisato, e in poche ore il Louvre si trasformò in un cantiere di indagini. La polizia trovò la cornice e il vetro protettivo abbandonati nella scaletta e scoprì che la porta secondaria era stata forzata. L'ipotesi che il ladro fosse un operaio fu immediata. Anche Peruggia fu interrogato, ma nulla sembrò sospetto. Aveva già nascosto la Gioconda sotto il pavimento del suo tavolo, in una cassa di legno costruita da lui stesso.
Intanto, l’opinione pubblica si scatenava. I giornali parlavano di un colpo orchestrato da un collezionista americano, o addirittura di una cospirazione internazionale. Vennero arrestati per errore persino Guillaume Apollinaire e Pablo Picasso, entrambi poi scagionati. Nessuno immaginava che il quadro fosse a pochi isolati dal Louvre, sotto le assi malmesse di una stanza umida.
Peruggia visse due anni da uomo invisibile. Temendo che l'umidità rovinasse il quadro, lo affidò per un periodo a un connazionale nel suo stesso palazzo. Poi lo riprese con sé, lo portò in Italia nel 1913, e si stabilì a Dumenza. Lì progettò il suo colpo finale: vendere la Gioconda agli Uffizi, con la pretesa che restasse in Italia.
Il 29 novembre 1913, scrisse sotto il falso nome di "Léonard V." al collezionista fiorentino Alfredo Geri, offrendogli il dipinto. Geri, incredulo, contattò Giovanni Poggi, direttore degli Uffizi. Organizzarono un incontro per l'11 dicembre 1913 a Firenze, presso l'Hotel Tripoli-Italia. Peruggia si presentò puntuale, aprì la valigia, e rivelò il contenuto. Poggi riconobbe immediatamente 'originale. Gli dissero che dovevano verificare l'autenticità e il giorno dopo, il 12 dicembre, fu arrestato dai carabinieri.
Il processo si svolse a Firenze il 4 e 5 giugno 1914. La stampa internazionale era presente, ma l'opinione pubblica italiana simpatizzava con Peruggia, considerandolo un patriota. La difesa sostenne che l'uomo non era del tutto lucido, e un test psichiatrico confermò un possibile squilibrio. La corte, accogliendo le attenuanti, lo condannò a un anno e 15 giorni di reclusione per furto aggravato. Il 29 luglio 1914, in appello, la pena fu ridotta a sette mesi e otto giorni. Essendo già stato in carcere in attesa del processo, fu subito scarcerato.
Dopo una breve esposizione in Italia - prima agli Uffizi, poi a Palazzo Farnese a Roma, infine alla Galleria Borghese - la Gioconda fu restituita ufficialmente alla Francia. Il 4 gennaio 1914, arrivò a Parigi su un vagone speciale delle ferrovie italiane. Al Louvre, la attendevano il presidente della Repubblica e il governo al completo. Era tornata a casa. Da quel momento in poi, la Gioconda non fu più solo un dipinto. Era diventata leggenda vivente.
Vincenzo Peruggia, dopo il clamore, scomparve nuovamente nell'anonimato. Partecipò alla Prima Guerra Mondiale, fu fatto prigioniero dagli austriaci, si sposò nel 1921 e tornò a vivere in Francia, con il nome modificato nei documenti da "Vincenzo" a "Pietro". Morì il 8 ottobre 1925, nel giorno del suo 44esimo compleanno, a Saint-Maur-des-Fossés, stroncato da un infarto. Sua figlia Celestina, nata nel 1924, ricordava che da bambina, nel quartiere, la chiamavano affettuosamente: "la Giocondina". (di Paolo Martini)
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(Adnkronos) - Il cancro al seno triplo negativo si conferma una neoplasia molto aggressiva. Tuttavia, questo tipo di tumore fa meno paura rispetto al passato perché può essere colpito da immunoterapia, anticorpi monoclonali farmaco coniugati e i Parp inibitori. Obiettivo di ricercatori e clinici infatti è sempre lo stesso: migliorare la sopravvivenza delle pazienti. E grazie alla ricerca, nuovi risultati positivi arrivano per il trattamento di questa neoplasia tra le più difficili da trattare, che in Italia colpisce circa 8mila donne l'anno, pari al 15% dei 55mila casi di tumori mammari che si registrano annualmente nel nostro Paese. L'anticorpo farmaco-coniugato datopotamab deruxtecanq, nuova classe di farmaci che veicola la chemioterapia direttamente all'interno delle cellule cancerose, ha infatti dimostrato un miglioramento rilevante della sopravvivenza libera da progressione di malattia per queste pazienti rispetto alla chemioterapia standard. E’ quanto emerge dai dati dello studio di fase 3 Tropion-Breast02, su 644 pazienti, presentati al congresso annuale della European Society for Medical Oncology (Esmo) a Berlino. Si tratta di pazienti con tumore al seno triplo negativo (Tnbc) localmente recidivante, inoperabile o metastatico per i quali l'immunoterapia non era indicata, non precedentemente trattate (ovvero in prima linea). Il nuovo anticorpo coniugato ha dimostrato anche una riduzione del 43% del rischio di progressione di malattia o di morte rispetto alla chemioterapia standard.
"L'anticorpo coniugato ha dimostrato un prolungamento della sopravvivenza, con un miglioramento di 5 mesi in media rispetto alla chemioterapia, e ha quasi raddoppiato il tempo libero da progressione di malattia - spiega Giampaolo Bianchini, responsabile del Gruppo mammella dell'Ircss Ospedale San Raffaele, Università Vita-Salute San Raffaele di Milano -. Questi importantissimi risultati, ottenuti nelle pazienti con tumore al seno metastatico triplo negativo in prima linea non candidabili all'immunoterapia, sono ancora più rilevanti in quanto questo è l'unico studio che ad oggi ha incluso pazienti con recidiva precoce di malattia, condizione purtroppo frequente e caratterizzata da aggressività e resistenza ai farmaci convenzionali, e per la quale ad oggi non avevamo valide opzioni terapeutiche".
"Il tumore al seno triplo negativo, in cui rientrano il 15% delle diagnosi di carcinoma mammario, non presenta i recettori degli estrogeni, del progesterone e della proteina Her2 – afferma Giuseppe Curigliano, presidente eletto Esmo (Società europea di oncologia medica), professore di Oncologia Medica all’Università di Milano e direttore Divisione Sviluppo di Nuovi Farmaci per Terapie Innovative allo Ieo di Milano -. Questo significa che non risponde alla terapia ormonale e ai farmaci che hanno come bersaglio Her2. È la forma più aggressiva, in cui il rischio di ricaduta a distanza aumenta rapidamente a partire dalla diagnosi. Inoltre, colpisce spesso donne giovani, al di sotto dei 50 anni, che si trovano nel pieno della loro vita familiare e professionale, come madri, mogli e lavoratici, con significativi impatti psicologici e sociali. Da qui la necessità di opzioni terapeutiche innovative che possano offrire un miglioramento delle attuali opzioni e preservino la qualità della loro vita. I risultati di questo studio confermano che datopotamab deruxtecan è superiore alla chemioterapia standard ed offre nuove opzioni di cura ai pazienti con tumore mammario triplo negativo”.
“I pazienti con tumore al seno metastatico triplo negativo presentano una delle prognosi peggiori di tutti i sottotipi di tumore al seno, e per coloro che non sono candidabili all’immunoterapia, la chemioterapia è stata a lungo il trattamento standard - dichiara Ken Takeshita, MD, Global Head, R&D, Daiichi Sankyo - I risultati dello studio Tropion-Breast02 mostrano che datopotamab deruxtecan ha il potenziale per sostituire la chemioterapia tradizionale in questo setting e di migliorare significativamente la sopravvivenza dei pazienti".
"Per la prima volta i pazienti con tumore al seno metastatico triplo negativo possono beneficiare di un’alternativa alla chemioterapia nel setting di prima linea che permette di ritardare la progressione di malattia e di prolungare la vita - sostiene Susan Galbraith, MBBChir, PhD, Executive Vice President, Oncology Hematology R&D, AstraZeneca - Osservare un miglioramento così importante per i pazienti trattati con datopotamab deruxtecan in monoterapia in prima linea nel setting metastatico ci rende fiduciosi nel suo potenziale in combinazione con durvalumab, e nel setting iniziale, potenzialmente curativo in cui sono in corso altri studi".
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(Adnkronos) - L’impresa funebre è un comparto economico che negli ultimi anni ha cambiato pelle: cresce, si professionalizza e si ridisegna, spinto dall’invecchiamento della popolazione, dalla ricerca di soluzioni più sostenibili come la cremazione e da regole sempre più stringenti. Al 30 giugno 2025, secondo i dati diffusi, le imprese funebri attive nel Paese sono 7.050: un dato superiore del 4,9% al 2019, quando se ne contavano 6.720, come riferisce Unioncamere-InfoCamere, Movimprese in una nota.
Ma la fotografia restituisce un quadro con interessanti variazioni interne. Il Sud e le Isole si confermano l’area con la maggiore concentrazione di attività (3.266, pari al 46,3% del totale), seguite dal Nord Ovest (1.508), dal Centro (1.311) e dal Nord Est (965). Alcune regioni hanno visto crescere sensibilmente il numero di operatori: la Puglia con un +16% rispetto al 2019, la Calabria (+13,1%), la Sicilia (+11,2%) e la Campania (+7,9%). In altre zone, invece, la dinamica è stata opposta: le Marche hanno perso l’11,1% delle imprese e la Valle d’Aosta addirittura il 23,1%. In termini assoluti, a giugno scorso la presenza maggiore di imprese funebri si registra in Sicilia (827), seguita da Lombardia (773) e Campania (616).
Ancora più eloquente è il cambiamento nella forma giuridica delle imprese. In sei anni le società di capitale sono passate da 2.122 a 2.771 (+30,6%), segno di una progressiva strutturazione e professionalizzazione del comparto. A fare da contraltare c’è la diminuzione delle imprese individuali (da 2.557 a 2.386, -6,7%) e delle società di persone (da 1.723 a 1.590, -7,7%), un ridimensionamento che suggerisce le difficoltà delle realtà più piccole nell’affrontare costi, burocrazia e nuove richieste del mercato.
Anche la variazione degli addetti, tra il 2019 e il 2025, evidenzia un andamento positivo, con una crescita complessiva dell’11,5% a livello nazionale. Considerando le imprese con addetti dichiarati, gli incrementi più rilevanti si registrano in Sicilia (+33,8%), Sardegna (+26,0%), Lazio (+22,8%) e Trentino-Alto Adige (+21,3%), segnalando un’espansione marcata in alcune aree periferiche e insulari. Al contrario, poche regioni mostrano flessioni, in particolare Liguria (-10,9%), Valle d’Aosta (-5,0%) e Basilicata (-0,6%), indicando contesti locali di ridimensionamento. Nel complesso, l’aumento diffuso degli addetti suggerisce una fase di rafforzamento del settore, pur con significative differenze territoriali.
Il settore si presenta dunque come un mosaico in lento ma progressivo cambiamento: all’aumento del numero complessivo si affianca infatti una trasformazione ancora più apprezzabile nelle forme organizzative e nella geografia interna. Se la domanda è sempre legata a un bisogno certo e inevitabile, le modalità con cui le imprese vi rispondono raccontano un comparto che tende a consolidarsi abbandonando le dimensioni più artigianali per assumere fisionomie più strutturate, con maggiore capacità di investimento, più attenzione al marketing e alla diversificazione dei servizi. "Le tendenze che emergono dall’analisi - si osserva nella nota - confermano che il settore funebre fa parte a pieno titolo della vita economica del Paese. Un comparto che cambia insieme alla società e che merita attenzione non soltanto nel suo ruolo simbolico, ma anche per il peso reale che porta nel tessuto imprenditoriale italiano".
Leggi tutto: Imprese, cresce economia del commiato settemila aziende (+4,9% su 2019)

(Adnkronos) - Un furto spettacolare ha scosso il Museo del Louvre di Parigi questa mattina, domenica 19 ottobre. Tre uomini incappucciati sono riusciti a penetrare all'interno della celebre galleria d'Apollon, portando via nove gioielli storici di valore inestimabile appartenenti alla collezione di Napoleone e dell'imperatrice. Il diamante Régent, il più prezioso, è salvo. E' quanto scrive il sito del quotidiano 'Le Parisien'.
Secondo i primi elementi dell’indagine, i ladri, tutti a volto coperto, hanno approfittato dei lavori in corso nella zona di Quai de Seine per accedere al museo. Servendosi di un montacarichi, sono giunti direttamente alla sala bersaglio, all’interno della sontuosa galleria d'Apollon.
Due uomini hanno infranto i vetri ed è lì che ha avuto luogo il colpo: i banditi hanno sottratto nove pezzi unici esposti nelle vetrine 'Napoléon' e 'Souverains Français', tra cui un diadema, una broche e un collier appartenuti alla coppia imperiale. Il terzo complice è rimasto all’esterno, probabilmente come palo.
Nonostante il furto, una fonte interna al Louvre ha confermato che il Régent, il celebre diamante da oltre 140 carati, non è stato toccato.
Il museo più visitato al mondo ha annunciato la chiusura per "ragioni eccezionali", secondo quanto riferito da fonti concordanti citate dall'Afp. I fatti si sono svolti tra le 9.30 e le 9.40: i ladri si sono introdotti nel museo e hanno trafugato diversi oggetti d’arte prima di fuggire, secondo quanto appreso dall'Afp da una fonte vicina all’inchiesta.
Il valore del bottino è “inestimabile”, ha dichiarato il ministro dell’Interno, Laurent Nuñez, spiegando ai media francesi che i banditi - "tre o quattro" - hanno agito in soli “sette minuti”. Il colpo è stato messo a segno utilizzando una piattaforma elevatrice montata su un camion, che ha permesso ai ladri di accedere dall’esterno direttamente alla “sala Apollo”, dove si sono concentrati su due teche espositive, ha precisato il ministro.
È stata aperta un’inchiesta per furto in banda organizzata e associazione a delinquere finalizzata a commettere un crimine. L’indagine è stata affidata alla Brigata per la repressione del banditismo della polizia giudiziaria, con il supporto dell’Ufficio centrale per la lotta contro il traffico di beni culturali, ha fatto sapere la Procura di Parigi. Il danno esatto è attualmente in corso di valutazione. Secondo una fonte di polizia, i ladri erano muniti di piccole seghe elettriche. Dopo la fuga è stato ritrovato uno scooter, presumibilmente utilizzato nel colpo.
La ministra della Cultura, Rachida Dati, ha rassicurato che non ci sono feriti, ma il colpo ha generato momenti di grande panico all'interno del museo. "La polizia correva vicino alla piramide e tentava di entrare dalle porte laterali, ma erano chiuse", ha raccontato una testimone presente fuori dal museo. "Dentro, la gente correva e batteva contro le vetrate per uscire, ma era impossibile".
Poco dopo il furto, i ladri sono fuggiti a bordo di uno scooter TMax in direzione dell'autostrada A6. Le forze dell'ordine hanno subito avviato una vasta operazione di ricerca. Una delle piste battute dagli inquirenti riguarda la possibile fusione dei gioielli per ricavarne l'oro.
Negli ultimi mesi, diversi musei francesi sono stati colpiti da furti ed effrazioni, sollevando dubbi sull'efficacia dei sistemi di sicurezza. A metà settembre, alcuni esemplari di oro nativo sono stati rubati dal Muséum national d’Histoire naturelle di Parigi. Il museo ha parlato di una "perdita inestimabile" per la ricerca e il patrimonio culturale. Il valore del danno è stato stimato in circa 600.000 euro. Nello stesso mese, un furto ha colpito anche un museo di Limoges, specializzato in porcellane, con un danno stimato in 6,5 milioni di euro.
Leggi tutto: Parigi, colpo clamoroso al Louvre: rubati i gioielli di Napoleone, tutto in 7 minuti

(Adnkronos) - Un furto spettacolare ha scosso il Museo del Louvre di Parigi questa mattina, domenica 19 ottobre. Tre uomini incappucciati sono riusciti a penetrare all'interno della celebre galleria d'Apollon, portando via nove gioielli storici appartenenti alla collezione di Napoleone e dell'imperatrice. Il diamante Régent, il più prezioso, è salvo. E' quanto scrive il sito del quotidiano 'Le Parisien'.
Secondo i primi elementi dell’indagine, i ladri, tutti a volto coperto, hanno approfittato dei lavori in corso nella zona di Quai de Seine per accedere al museo. Servendosi di un montacarichi, sono giunti direttamente alla sala bersaglio, all’interno della sontuosa galleria d'Apollon.
Due uomini hanno infranto i vetri ed è lì che ha avuto luogo il colpo: i banditi hanno sottratto nove pezzi unici esposti nelle vetrine 'Napoléon' e 'Souverains Français', tra cui un diadema, una broche e un collier appartenuti alla coppia imperiale. Il terzo complice è rimasto all’esterno, probabilmente come palo.
Nonostante il furto, una fonte interna al Louvre ha confermato che il Régent, il celebre diamante da oltre 140 carati, non è stato toccato. Il valore esatto del bottino è ancora in fase di valutazione.
La ministra della Cultura, Rachida Dati, ha rassicurato che non ci sono feriti, ma il colpo ha generato momenti di grande panico all'interno del museo. "La polizia correva vicino alla piramide e tentava di entrare dalle porte laterali, ma erano chiuse", ha raccontato una testimone presente fuori dal museo. "Dentro, la gente correva e batteva contro le vetrate per uscire, ma era impossibile".
Poco dopo il furto, i ladri sono fuggiti a bordo di uno scooter TMax in direzione dell'autostrada A6. Le forze dell'ordine hanno subito avviato una vasta operazione di ricerca. Una delle piste battute dagli inquirenti riguarda la possibile fusione dei gioielli per ricavarne l'oro, come accaduto un mese fa con le pepite d'oro rubate al Museo di Storia Naturale di Parigi.
Leggi tutto: Parigi, colpo clamoroso al Louvre: rubati i gioielli di Napoleone

(Adnkronos) - Furto al Louvre di Parigi. In un audace colpo avvenuto questa mattina, banditi hanno sottratto diversi gioielli esposti al Museo, prima di fuggire a bordo di scooter. Il valore del bottino è ancora in fase di valutazione. Secondo indiscrezioni al momento non confermate, sarebbero spariti anche gioielli dell'imperatore francese Napoleone Bonaparte.
Secondo quanto appreso dall'Afp da fonti vicine all’inchiesta, il furto è avvenuto in una finestra di tempo estremamente breve, tra le 9.30 e le 9.40. I ladri, il cui numero esatto non è stato ancora comunicato, hanno pianificato il colpo con precisione quasi militare.
Sempre secondo fonti investigative, i banditi sono arrivati in scooter e hanno utilizzato un montacarichi per raggiungere la sala del museo dove si trovavano i preziosi. Erano equipaggiati con piccole troncatrici, strumento che avrebbe permesso loro di forzare rapidamente le teche. Le autorità parigine stanno ora analizzando le registrazioni delle telecamere di sorveglianza e raccogliendo testimonianze per cercare di identificare gli autori del furto. Il Louvre, uno dei musei più sorvegliati al mondo, non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali al momento.
Leggi tutto: Parigi, colpo al Museo del Louvre: rubati gioielli in pieno giorno

(Adnkronos) - "Una rapina è avvenuta stamani all'apertura del Louvre. Non ci sono feriti da segnalare". E' quanto comunica via X il ministro della Cultura, Rachida Dati. "Sono sul posto con il personale del Museo e la Polizia - aggiunge - Sono in corso gli accertamenti".

(Adnkronos) - "La nostra forza, la forza dell'Occidente, nasce da un'eccellenza individuale senza pari. La voce singolare e potente della libertà. Ma essa si perfeziona solo quando l'intera orchestra suona insieme in un'armonia impeccabile e potente. Questa eredità è il motivo per cui non dobbiamo mai perdere di vista ciò che ci unisce". Così la premier Giorgia Meloni, nel videomessaggio inviato in occasione del 50esimo anniversario della Niaf, la National Italian American Foundation.
"So che ci sono forze che cercano di dividerci, di ridefinire la nostra storia e di distruggere le nostre tradizioni condivise. La chiamano cultura woke. Cercano di cancellare la nostra cultura. Si sbagliano", rimarca la presidente del Consiglio.
Leggi tutto: Meloni alla Niaf: "Cultura woke vuole cancellarci, si sbagliano"

(Adnkronos) - Il gip del tribunale di Civitavecchia ha disposto l'obbligo di dimora con divieto di uscita nelle ore notturne per un 35enne italiano, accusato dell'omicidio di Simona Bortoletto: il grave incidente è avvenuto lo scorso 23 settembre, intorno alle 22, a Fiumicino. La donna trentacinquenne stava percorrendo, insieme al figlio, via Redipuglia nella zona di Isola Sacra, quando è sopraggiunta una Smart che l'ha investita. L'uomo si trovava alla guida in stato di ebbrezza alcolica e sotto l'effetto di sostanze stupefacenti.
Leggi tutto: Donna investita e uccisa a Fiumicino, obbligo di dimora per 35enne

(Adnkronos) - Il Papa ha proclamato sette nuovi santi, espressione della Chiesa universale. Sono Bartolo Longo, José Gregorio Hernández Cisneros, Ignazio Maloyan, Peter To Rot, Vincenza Maria Poloni; María Carmen Rendiles Martínez; Maria Troncatti.
Il prefetto del Dicastero per le cause dei Santi, card. Marcello Semeraro, ha tratteggiato brevemente le vite dei sette beati. Quindi la proclamazione del Papa con la formula del rito e gli applausi dei fedeli in piazza San Pietro.
In particolare, tra i nuovi santi proclamati dal Papa ci sono tre italiani, due martiri, un arcivescovo armeno, un catechista. Per il Venezuela è la prima volta.
In piazza San Pietro per la canonizzazione da parte del Papa dei sette nuovi beati c’è il capo dello Stato, Sergio Mattarella, che guida la delegazione italiana in piazza con il presidente della Camera, Lorenzo Fontana.

(Adnkronos) - Sir David Attenborough, pioniere britannico della divulgazione naturalistica, ha fatto ancora una volta la storia: a 99 anni ha vinto il Daytime Emmy Award come "Personalità dell'anno per un programma non quotidiano", diventando così il più anziano vincitore nella storia del prestigioso premio televisivo.
Il riconoscimento è arrivato per il documentario "Secret Lives of Orangutans", prodotto da Netflix, che segue la vita quotidiana di un gruppo di oranghi nelle giungle di Sumatra, in Indonesia. Il film ha conquistato anche altri due premi: miglior direzione musicale e composizione e miglior regia per un programma non-fiction a telecamera singola.
Attenborough ha superato il precedente record detenuto dall'attore Dick Van Dyke, che nel 2024 aveva vinto a 98 anni per una partecipazione speciale in una soap opera. Nonostante l'eccezionale traguardo, David Attenborough che compirà 100 anni tra otto mesi, non era presente alla cerimonia di premiazione tenutasi a Pasadena, in California.
Naturalista, divulgatore e voce inconfondibile della natura per milioni di spettatori nel mondo, Sir David Attenborough vanta una carriera che dura da oltre 70 anni. Tra i suoi lavori più celebri: "Life on Earth", "The Private Life of Plants" e "The Blue Planet". Oltre 40 specie di piante e animali portano il suo nome, un tributo alla sua instancabile opera di sensibilizzazione. Nel 2025 ha presentato "Ocean", un documentario di lungometraggio definito da lui stesso come "uno dei progetti più importanti della sua carriera", con l'obiettivo dichiarato di contribuire alla salvaguardia della biodiversità e al contrasto del cambiamento climatico.
Durante la 52esima edizione dei Daytime Emmy Awards, premiata anche la soap opera "General Hospital" come miglior serie drammatica, mentre Drew Barrymore si è aggiudicata il premio come miglior conduttrice di talk show diurno. (di Paolo Martini)
Leggi tutto: David Attenborough da record, a 99 anni vince il Daytime Emmy Award

(Adnkronos) - Sam Rivers, bassista e membro fondatore della band statunitense nu-metal Limp Bizkit, è morto all'età di 48 anni. Al momento non sono state rese note le cause del decesso. Per lungo tempo aveva combattuto contro l'alcolismo e otto anni fa era stato sottoposto ad un trapianto di fegato. L'annuncio della scomparsa è stato dato direttamente dalla band con un post commosso su Instagram: "Oggi abbiamo perso nostro fratello. Il nostro compagno di band. Il nostro battito cardiaco", si legge nel messaggio firmato da Fred Durst, Wes Borland, John Otto e DJ Lethal.
Figura chiave nella scena nu-metal degli anni '90 e primi 2000, Rivers era molto più di un bassista per la band originaria di Jacksonville, in Florida, dove era nata nel 1994. "Sam Rivers non era solo il nostro bassista, era magia pura. Era il battito cardiaco di ogni canzone, la calma nel caos, l'anima del suono", scrivono i compagni del gruppo rap metal. Accanto al frontman Fred Durst, Rivers contribuì al successo globale dei Limp Bizkit, autori di hit generazionali come "Break Stuff", "Nookie", "Re-Arranged" e"My Way". Oltre al basso, prestava spesso anche la voce nei cori della band, aggiungendo profondità alle sonorità ibride tra rock e hip hop che hanno segnato unìepoca.
"Dal primo accordo suonato insieme, Sam portava una luce e un ritmo impossibili da rimpiazzare. Il suo talento era naturale, la sua presenza indimenticabile, il suo cuore enorme", continua il post dei compagni. La band ha voluto ricordare anche il lato umano di Rivers: "Era un essere umano che capita una sola volta nella vita. Una vera leggenda tra le leggende. Il suo spirito vivrà per sempre in ogni groove, ogni palco, ogni ricordo". A chiusura del messaggio, DJ Lethal ha invitato i fan a rispettare la privacy della famiglia in questo momento difficile, suggerendo un modo simbolico per onorare la memoria del bassista: "Suonate le sue linee di basso tutto il giorno. Rest in power, fratello". Al momento non sono state rese note le cause del decesso.
Nel 2015 Sam Rivers si era temporaneamente allontanato dalla band, per poi farvi ritorno nel 2018. In seguito, ha rivelato che la sua prolungata assenza era dovuta allo sviluppo di una patologia epatica, conseguenza di un abuso di alcol. Il suo rientro nel gruppo era stato possibile dopo un trapianto di fegato avvenuto nel 2017.
"La situazione era degenerata al punto che fui ricoverato alll'ospedale dell'Università della California a Los Angeles, dove il medico mi disse: 'Se non smetti, morirai. E, al momento, sembri aver bisogno di un nuovo fegato'", ha raccontato in un'intervista a "Metal Injection", riferendosi alla sua lotta contro la dipendenza dall'alcol. Dopo l'operazione, ha potuto riavvicinarsi alla musica: "Ho seguito un percorso terapeutico per l'alcolismo e ho ricevuto un trapianto di fegato perfettamente compatibile", ha scritto nel libro del 2020 "Raising Hell (Backstage Tales From the Lives of Metal Legends)". "Sono tornato e mi sento benissimo".
Dalla sua ripresa, Rivers ha partecipato attivamente alle tournée dei Limp Bizkit. L'ultima esibizione della band si è tenuta a fine agosto, come headliner al Leeds Festival. La prossima data del tour è fissata per il 28 novembre. L'ultimo post pubblicato da Rivers su Instagram risale a un giorno fa, in occasione del 25º anniversario di uno degli album più iconici della band, accompagnato dalla didascalia: "Nient'altro che amore". La sua ultima apparizione sui social risale invece alla fine di agosto, con la condivisione di una foto della visita della band a Londra. (di Paolo Martini)
Leggi tutto: E' morto Sam Rivers, bassista fondatore dei Limp Bizkit

(Adnkronos) - Donald Trump 'trolla' chi ha manifestato negli Stati Uniti nel 'No Kings Day'. Migliaia di persone sono scese in piazza in diverse città per protestare contro l'agenda dell'amministrazione considerata 'autoritaria'. Trump, con il ricorso all'intelligenza artificiale, ha reagito pubblicando due video sui suoi profili social.
Nel primo, il presidente si propone come un vero e proprio re: corona in testa, Re Donald saluta i suoi sudditi affacciandosi dal balcone della Casa Bianca. Il secondo video, invece, è a tema 'Top Gun'.
Il presidente pilota il caccia 'King Trump', sorvola i manifestanti e scarica sui cortei una 'bomba' disgustosa. Forse fango, forse altro...
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(Adnkronos) - Tre ventenni sono morti e un altro ha riportato gravissime ferite alla testa e al torace mentre un quinto è rimasto illeso: questo il tragico bilancio di un incidente avvenuto nella notte ad Asiago, in provincia di Vicenza.
L'auto su cui viaggiavano i cinque ragazzi si sarebbe schiantata, intorno alle 3.30 di stanotte, contro la fontana di una rotatoria lungo via Verdi. Le indagini sono in corso. Secondo una prima ricostruzione, i tre ventenni sarebbero morti sul colpo, incastrati nell'abitacolo della Peugeot 207 a bordo della quale viaggiavano, un altro ragazzo è stato trasportato in codice rosso all'ospedale di Bassano del Grappa e non sarebbe in pericolo di vita.

(Adnkronos) - Tre ventenni sono morti e un altro ha riportato gravissime ferite alla testa e al torace mentre un quinto è rimasto illeso: questo il bilancio di un incidente avvenuto nella notte ad Asiago, in provincia di Vicenza. L'auto su cui viaggiavano i cinque ragazzi infatti si sarebbe schiantata, intorno alle 3.30 di stanotte, contro la fontana di una rotatoria lungo via Verdi. Le indagini sono in corso. Secondo una prima ricostruzione, i tre ventenni sarebbero morti sul colpo, incastrati nell'abitacolo della Peugeot 207 a bordo del quale viaggiavano e il quarto è stato trasportato in codice rosso all'ospedale di Bassano del Grappa e non sarebbe in pericolo di vita.
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(Adnkronos) - "C’è un rumore di fondo che attraversa il nostro tempo: guerre, radicalismi, intolleranze, manipolazione digitale...Dentro quel rumore la libertà e la democrazia sembrano spesso voci isolate, ma sono le uniche che vale la pena continuare ad ascoltare. E sono voci che chi come noi fa informazione e cultura deve sostenere, proteggere, amplificare". Comincia così la lettera al direttore, pubblicata sul Corriere della Sera, a firma di Marina Berlusconi, presidente di Fininvest e di Mondadori.
"È anche per questo - prosegue - che la Silvio Berlusconi Editore, a un anno dalla nascita, dedica le sue nuove uscite a un tema decisivo: i rischi e i benefici della rivoluzione tecnologica e il suo rapporto col potere". "Oggi - sottolinea Marina Berlusconi - le prime cinque BigTech assieme - Nvidia, Microsoft, Apple, Alphabet, Amazon - sono arrivate a superare il Pil dell’area euro. Ma attenzione: ridurre tutto ai valori economici non basta, il potere dei giganti della tecnologia va ben oltre. È un potere che rifiuta le regole, cioè la base di qualsiasi società davvero funzionante. Noi editori tradizionali paghiamo le tasse, rispettiamo le leggi, tuteliamo il diritto d’autore e i posti di lavoro - basti pensare che in Italia le piattaforme occupano appena un trentesimo dei lavoratori del settore. Eppure, quasi due terzi del mercato pubblicitario globale vengono inghiottiti dai colossi della Silicon Valley, che fanno esattamente il contrario: per dirla con il titolo del saggio firmato dalla ex-Meta Sarah Wynn-Williams, sono Careless People, 'gente che se ne frega'".
"È concorrenza sleale bella e buona. Ben venga, dunque, il Digital Package varato dall’Ue tra il 2016 e il 2024 a tutela degli utenti delle piattaforme. Per Donald Trump va smantellato, perché è un ostacolo: in teoria al progresso, più realisticamente al profitto, che, sia ben chiaro, è fondamentale: da imprenditore non sarò certo io a negarlo. Ma sono anche convinta che un mercato sia veramente libero solo quando risponde a regole. Non troppe e soprattutto giuste - in questo l’Europa spesso inciampa. Mi auguro davvero che sul digitale la Commissione non indietreggi, anche - e forse soprattutto - alla luce della enorme capacità di influenza culturale nelle mani di BigTech. Non è più solo un problema degli editori, riguarda tutti". E ancora: "A differenza dei media tradizionali, le piattaforme prosperano in un far-west dove nessuno risponde di quello che ha scritto, l’importante sono i clic. E così si solleva la marea delle fake news, del linguaggio d’odio, del rifiuto delle opinioni diverse. In sintesi, il brodo culturale della polarizzazione e della radicalizzazione, in cui affoga purtroppo anche la politica".
"L’intreccio tra politica e BigTech negli Stati Uniti è sotto gli occhi di tutti e porta enormi vantaggi a un Paese che della tecnologia ha bisogno per affrontare le sfide geopolitiche", prosegue la presidente di Fininvest e di Mondadori nella sua lettera al direttore. "Lo sappiamo, ma è bene ricordarlo: questi colossi non sono più solo aziende private, sono attori politici. Con una differenza sostanziale rispetto a chi fa politica di mestiere: i padroni della Silicon Valley restano sempre al loro posto. Grazie a una buona dose di ipocrisia, sono passati dal wokismo al trumpismo con la disinvoltura di un cambio di felpa. Del resto, nell’era della polarizzazione si sbanda da un eccesso all’altro. Ma intanto libertà e democrazia rischiano di finire stritolate nella morsa degli opposti, che distrugge il dialogo e alimenta l’intolleranza".
"È un pericolo - avverte Marina Berlusconi - che non si scongiura certo alzando barricate contro il progresso. Come dice Ellul, 'non possiamo più mettere l’essere umano da una parte e gli strumenti dall’altra': la rivoluzione digitale è ormai in ogni nostro gesto. E poi sarebbe anche sbagliato. La tecnologia ha portato enormi miglioramenti in molti aspetti della nostra vita, tanto che siamo disponibili a barattarne le comodità con i nostri dati personali, sottovalutandone le dirompenti conseguenze. Eppure, davanti a certe derive inquietanti, la domanda s’impone: cosa possiamo fare? I regolatori devono garantire norme eque. La politica deve impedire eccessive concentrazioni di potere. Ma cosa può fare un editore per evitare che il treno deragli? Certamente non miracoli, ma può sempre dare un piccolo aiuto a chi vuole capire come è fatto, quel treno, in quale direzione corre. E dove la curva dei binari è più pericolosa".
"Mi permetto una provocazione: e se proprio nell’era del 'Muoviti veloce e rompi tutto' - il motto di Zuckerberg – ci trovassimo a riscoprire la forza lenta, ma costruttiva dei cari vecchi libri? I libri - sostiene - sono da sempre efficaci anticorpi contro barbarie e totalitarismo, ma oggi assumono anche una funzione nuova: quella di anticorpi contro l’assottigliamento del pensiero imposto dallo smartphone, veri e propri strumenti di resistenza contro l’omologazione digitale".
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(Adnkronos) - L'Afghanistan, dal 2021 di nuovo in mano ai Talebani, e il vicino Pakistan hanno concordato un "cessate il fuoco immediato" durante i colloqui a Doha, in Qatar, dopo l'ultima escalation, considerata dagli osservatori la peggiore da anni. Lo ha reso noto nella notte il ministero degli Esteri di Doha. Secondo Islamabad, c'è anche un accordo per un nuovo round di colloqui il 25 ottobre a Istanbul, in Turchia.
"A Doha, con la mediazione di Qatar e Turchia si è tenuto un ciclo di negoziati tra la Repubblica islamica del Pakistan e l'Afghanistan - si legge nella nota diffusa da Doha - Durante i negoziati le due parti hanno concordato un cessate il fuoco immediato e la creazione di un meccanismo per consolidare pace duratura e stabilità tra i due Paesi". Concordato anche, si legge, il proseguimento degli "incontri nei prossimi giorni per assicurare la sostenibilità del cessate il fuoco e verificarne l'attuazione".
Su X il ministro pakistano della Difesa, Khawaja Asif, ha confermato che c'è un accordo per il cessate il fuoco e ha condiviso una foto della stretta di mano. "Cesseranno immediatamente gli attacchi terroristici dall'Afghanistan in territorio pakistano", ha scritto annunciando che il nuovo incontro si terrà il 25 ottobre nella città su Bosforo.
Per il vicepremier e capo della diplomazia di Islamabad, Muhammad Ishaq Dar, si tratta di "un primo passo nella giusta direzione".
Il portavoce del governo talebano, Zabihullah Mujahid, ha confermato con un post su X "la firma di un accordo bilaterale", con cui "le parti ribadiscono il loro impegno per pace, rispetto reciproco e relazioni forti e costruttive". "E' stato deciso che nessuno dei due Paesi intraprenderà azioni ostili contro l'altro, né verranno sostenuti gruppi che sferrano attacchi contro il governo del Pakistan - si legge ancora - Entrambe le parti si asterranno dal colpire forze di sicurezza, civili e infrastrutture critiche".
Nessun dettaglio su modalità e meccanismi annunciati.
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(Adnkronos) - Oggi, domenica 19 ottobre, sarà l’ultimo assaggio dell’ottobrata, con sole e clima gradevole su gran parte delll'Italia. Da lunedì, l’atmosfera cambierà volto: in arrivo una settimana dal sapore autunnale con maltempo, tra piogge e pure la possibilità di eventi estremi.
Mattia Gussoni, meteorologo de iLMeteo.it, conferma la stabilità atmosferica attesa per la giornata di domenica su buona parte dell’Italia con sole e temperature leggermente oltre le medie climatiche specie durante il pomeriggio. Discorso diverso invece sulla Sicilia centro orientale e la Calabria ionica dove sono attese delle piogge a causa del passaggio di un insidioso ciclone.
Tuttavia, la lunga fase di bel tempo (l’ottobrata italiana), che ha caratterizzato molte regioni per gran parte di ottobre è destinata a concludersi. La causa di questo sblocco va ricercata nel particolare assetto configurativo che andrà a disegnarsi sull'Europa centro-occidentale. Stiamo parlando di una sorta di canale al cui interno fluiscono come immensi fiumi atmosferici delle perturbazioni che dal Nord Atlantico raggiungono il bacino del Mediterraneo. Già da lunedì 20 ottobre è previsto il transito di un impulso perturbato che innescherà una nuova fase di maltempo con piogge battenti che colpiranno in particolare dapprima il Centro-Nord per poi estendersi anche al resto del Paese. La formazione di un secondo minimo depressionario sul Mar Ligure (Genoa low in termine tecnico) causerà delle pericolose convergenze dei venti (Libeccio/Tramontana) e, vista la tanta energia potenziale in gioco (mari ancora caldi e tanta umidità nei bassi strati), saranno possibili eventi meteo estremi, come per esempio i temporali autorigeneranti specie su Liguria e alta Toscana. Si tratta di fenomeni particolarmente pericolosi in quanto possono persistere sulle stesse zone per molte ore, scaricando al suolo enormi quantità di pioggia.
Nel corso di martedì 21 e mercoledì 22 il maltempo continuerà ad insistere al Centro Sud con piogge, venti forti e un generale calo delle temperature. Insomma, godiamoci le ultime ore di quiete: da lunedì l’Autunno mostrerà il suo volto più instabile, con piogge, vento e fenomeni anche intensi pronti a investire gran parte del Paese.
Domenica 19. Al Nord: nuvolosità in aumento. Al Centro: soleggiato, nubi tra Medio Adriatico e basso Lazio. Al Sud: instabile su Sicilia e Calabria ioniche.
Lunedì 20. Al Nord: perturbazione con piogge. Al Centro: stabile, ma in serata peggiora sull’alta Toscana. Al Sud: instabile sulla Sicilia ionica.
Martedì 21. Al Nord: piogge sul Triveneto. Al Centro: forti temporali su settori tirrenici. Al Sud: peggiora in Puglia e Campania.
Tendenza: ultimi rovesci mercoledì 22 al Centro Sud, poi migliora ovunque con la rimonta dell’alta pressione.
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(Adnkronos) - Gli Stati Uniti rendono noto di essere in possesso di "informazioni credibili" secondo cui Hamas sta pianificando un attacco "imminente" contro i civili della Striscia di Gaza. "Gli Stati Uniti hanno informato i Paesi garanti dell'accordo di pace per Gaza (Qatar, Turchia ed Egitto) di informazioni credibili che indicano un'imminente violazione del cessate il fuoco da parte di Hamas contro la popolazione di Gaza", si legge in una nota diffusa nella notte dal Dipartimento di Stato. E "questo attacco pianificato contro i civili palestinesi costituirebbe una violazione diretta e grave dell'accordo di cessate il fuoco e comprometterebbe i progressi significativi raggiunti con il lavoro di mediazione".
Ad Hamas viene chiesto di "rispettare gli impegni" secondo "i termini del cessate il fuoco". "Se Hamas dovesse andare avanti con questo attacco, saranno adottate misure per proteggere la popolazione di Gaza e per tutelare" il "cessate il fuoco". Gli Stati Uniti e "gli altri Paesi garanti restano determinati nell'impegno per la sicurezza dei civili, per mantenere la calma" e "promuovere pace e prosperità per la popolazione di Gaza e della regione".
Non ci sono, evidenziano i media americani, dettagli sul possibile attacco, gli obiettivi o il luogo, ma la nota del Dipartimento di Stato arriva dopo le ultime parole di Donald Trump. "Se Hamas continua a uccidere persone a Gaza - ha detto nei giorni scorsi il tycoon - non avremo altra scelta se non quella di entrare e ucciderli". Sinora non ci sono reazioni da parte di Hamas. Il Times of Israel evidenzia come nei dettagli resi noti dell'accordo per un cessate il fuoco a Gaza non ci siano accenni espliciti a una potenziale repressione di Hamas nei confronti dei civili di Gaza.
"L'organizzazione terroristica di Hamas deve rispettare i suoi impegni con i mediatori e restituire nel quadro dell'attuazione dell'accordo" le salme degli ostaggi deceduti ancora nella Striscia di Gaza. Così l'ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu nella dichiarazione diffusa via X che conferma appartenere a Ronen Tommy Engel uno dei due corpi consegnati ieri sera da Hamas a Israele. "Non scenderemo a compromessi e non risparmieremo sforzi fino al ritorno di tutti gli ostaggi deceduti, fino all'ultimo", rimarcano.
"Il governo, e tutto l'organico per i dispersi e i rapiti dello Stato di Israele, è determinato, impegnato e lavora senza sosta per il ritorno (in Israele) di tutti i nostri ostaggi deceduti affinché abbiano degna sepoltura nel loro Paese", si legge ancora.
Secondo la ricostruzione delle Idf, Engel, 54 anni, è stato ucciso nel kibbutz di Nir Oz durante l'attacco del 7 ottobre 2023 in Israele e il suo corpo era stato portato nella Striscia di Gaza. La moglie e le due figlie, ricordano i media israeliani, erano state rapite, per poi essere liberate il mese successivo nell'ambito del primo accordo di tregua.
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