(Adnkronos) - Attacco in diretta alla tv iraniana. Israele colpisce con un raid la sede dell'Irib, la tv di Stato dell'Iran, centrando il quartier generale nel distretto 3 di Teheran. La giornalista Sahar Emami, in onda al momento dell'attacco, è stata interrotta dal boato delle bombe, che hanno subito oscurato lo schermo alle sue spalle.
L'Irib ha ripreso successivamente le sue trasmissioni in diretta. "Il regime sionista, nemico della nazione iraniana, ha condotto pochi minuti fa un'operazione militare contro l'emittente televisiva della Repubblica Islamica dell'Iran", ha dichiarato Hassan Abedini, un dirigente della tv. "Il regime non era a conoscenza del fatto che la voce della rivoluzione islamica e del grande Iran non sarebbe stata messa a tacere da un'operazione militare", ha aggiunto.
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(Adnkronos) - Quello che stiamo vivendo è un periodo "ancora caratterizzato da molte incertezze. Il mondo sta vedendo una evoluzione molto discontinua e molto complicata anche per il settore energetico in termini di approvvigionamenti e in termini di costi che si mantengono a livelli significativi, ma soprattutto con ancora una grande variabilità”. Lo sottolinea Stefano Besseghini, presidente di Arera, anticipando alcuni dei temi che saranno approfonditi nella Relazione annuale dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, che verrà presentata domani 17 giugno alla Camera dei Deputati a Roma. “Questa - aggiunge Besseghini - è stata, a grandi linee, la tendenza che ha caratterizzato buona parte del settennato di presidenza, a partire dal 2020 in avanti col Covid". (VIDEO)
Il presidente Arera ricorda come la pandemia abbia aperto "una particolarissima situazione di gestione del sistema elettrico, prima con consumi bassissimi e domande coperte sostanzialmente dalle rinnovabili poi con una corsa dei prezzi che abbiamo conosciuto nel 2022 e nel 2023 ma di cui ancora oggi sentiamo gli effetti”.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha poi ricevuto al Quirinale il presidente Stefano Besseghini, con i componenti il Collegio. Oltre al presidente Besseghini, erano presenti Gianni Castelli, Andrea Guerrini, Clara Poletti e Stefano Saglia.
(Adnkronos) - Un tir è precipitato dal viadotto 'Salso', lungo la A2 del Mediterraneo all'altezza di Castrovillari, in provincia di Cosenza, e due persone sono rimaste ferite. È accaduto nel primo pomeriggio. Per cause in corso di accertamento, il conducente del mezzo pesante ha perso il controllo, impattando contro le barriere laterali e precipitando dal viadotto, fuori dalla sede stradale. Nell'impatto due persone sono rimaste gravemente ferite e affidate alle cure dei sanitari. Sul posto vigili del fuoco, personale Anas e forze dell'ordine per la gestione della viabilità e per gli accertamenti del caso.
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(Adnkronos) - "Qual è il segreto per puntare ancora sulla famiglia e immaginarla sul divano guardando insieme la televisione?".
Con questa domanda Carlo Conti mette in luce la forza aggregante del festival di Sanremo in un contesto in cui è sempre più difficile mettere d'accordo di fronte allo schermo i vari gusti familiari. Lo fa in occasione della XVIII edizione di 'Un anno di zapping e di streaming' 2024/2025, la premiazione di Moige - Movimento italiano genitori, di programmi, canali web e spot, svoltosi presso la Camera dei Deputati a Roma. Un momento di riconoscimento per chi ha fatto la differenza nel mondo dell'intrattenimento pensando davvero a tutta la famiglia.
"Prima di tutto - spiega Conti - è sempre più difficile, perché ciascuno di noi ogni sera si fa il proprio palinsesto e abbiamo una scelta variegata. I gusti dei vari componenti della famiglia, infatti, si stanno allontanando sempre di più. Ciascuno ogni sera può vedere quello che vuole, quindi ci si trova chi a guardare una partita, chi, come la mamma a guardare un telefilm, i figli guardano poca televisione, magari guardano il telefonino. È difficile mettere tutti insieme. Un evento come Sanremo - conclude il conduttore - aiuta a mettere insieme tanti gusti, perché può piacere a tutti".
(Adnkronos) - Una donna di 40 anni si è lanciata con in braccia la figlia di tre mesi dal balcone della sua abitazione al primo piano nel quartiere Santa Lucia a Messina oggi 16 giugno. La piccola è morta nonostante i tentativi di salvarla dei medici del Policlinico dove è stata trasportata in codice rosso. La madre è ricoverata nello stesso ospedale. Sembra che la donna, casalinga, soffrisse di una depressione post partum.
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(Adnkronos) - L'avanzata dei 'robot chirurghi', le barriere abbattute dalla ricerca sugli xenotrapianti, la promessa delle cellule staminali. Nell'era delle nuove super cure anti-diabete, con i riflettori puntati sugli agonisti del recettore Glp-1, come si evolve il ruolo del trapianto nel trattamento della 'malattia del sangue dolce'? "Il messaggio più importante è che la ricerca va avanti", spiega all'Adnkronos Salute Ugo Boggi, pioniere del settore, professore di Chirurgia dell'Università di Pisa, che in questi giorni presiede insieme a Fabio Vistoli (Università dell'Aquila, a Pisa fino a 2 anni fa) e Lorenzo Piemonti (Irccs Ospedale San Raffaele di Milano) il XX Congresso mondiale dei trapianti di pancreas e di isole pancreatiche (Ipita 2025).
L'evento di riferimento globale nel campo della trapiantologia applicata alla cura del diabete, organizzato sotto l'egida della International Pancreas and Islet Transplant Association, torna in Italia dopo 16 anni, proprio a Pisa. E l'esperto fa il punto sui traguardi già raggiunti e sul futuro che si apre. Uno scenario a cui si lavora, spiega per esempio, è quello di "riuscire dalle cellule staminali a riprogettare una cellula difficile come l'isola pancreatica, che è una piccola centrale endocrina molto complessa". A questo proposito, fra i lavori presentati e discussi al summit c'è quello di un team cinese che "è stato in grado di farlo per ora in 3 pazienti". Una strada che si apre, dunque, e che la ricerca continuerà a esplorare. Il sogno resta "eliminare il diabete, la guglia" di questi sforzi scientifici.
"Lo sviluppo di terapie avanzate, su una malattia come il diabete che è una malattia 'sociale', procede - analizza Boggi - E c'è molta sinergia tra la terapia trapiantologica, che alcune volte vedeva il suo fallimento in alcuni meccanismi base della malattia, soprattutto nel diabete di tipo 2, e la cura medica. Grazie ai nuovi farmaci, gli agonisti del recettore del Glp-1, che hanno anche un forte effetto dimagrante nella maggior parte delle persone e sembra che possano avere anche effetti immunomodulanti, si è aperta anche qui una nuova era di ricerca. E si potrebbe riuscire a perfezionare il risultato fino ad ora buono, ma perfettibile, del trapianto grazie a questi farmaci". Potrebbe esserci un'alleanza? "E' già chiaro che c'è un'alleanza, ma potrebbe diventare più forte, non solo per evitare quelle alterazioni secondarie collegate a una certa forma di diabete, come pressione alta, dislipidemia. Sembra infatti che come effetto 'collaterale' i farmaci abbiano anche un'azione immunomodulante e antinfiammatoria che potrebbe andare a migliorare direttamente il risultato del trapianto in termini di riduzione di rigetto.
"Se la maggioranza dei pazienti ottiene un risultato con le terapie convenzionali - cioè antidiabetici orali se parliamo del diabete tipo 2, o insulina - esiste una parte di persone che con la cura medica ha un risultato insufficiente sotto diversi punti di vista: in termini di qualità di vita, ma anche di prevenzione di danni e complicanze, perché come è noto il diabete ha un carico di patologie associate notevole", approfondisce Boggi. E qui entra in gioco il capitolo trapianti. Per quanto riguarda il trapianto delle isole pancreatiche, "negli anni ci sono stati tanti miglioramenti. Oggi la possibilità di non avere più il diabete facendo un trapianto di isole pancreatiche, che 30 anni fa era praticamente zero, comincia a mostrare percentuali più elevate, a due cifre. Oggi col trapianto di isole ad 1 anno si può raggiungere anche una quota pari all'80% di insulino-indipendenza. Il problema è che, dopo 5 anni, la proporzione scende drasticamente e ci si chiede perché decade così rapidamente la funzione delle isole".
Gli obiettivi su questo fronte "sono molti - prosegue l'esperto - Osserviamo per esempio che, anche nella persona trapiantata che non è più insulino-indipendente, se le cellule continuano ad avere un certo grado di funzione, il trattamento del diabete migliora molto. E' insomma una buona strada terapeutica, molti passi in avanti sono stati fatti ed altri rimangono da fare. La ricerca si sta concentrando su tutti i mediatori dell'infiammazione". Come si inserisce su questo fronte la promessa delle staminali? All'evento in corso a Pisa, riferisce Boggi, vengono illustrati dal ricercatore Hongkui Deng "i primi 3 casi in cui si è stati in grado di prendere le cellule staminali della persona, riprogrammarle per diventare isole pancreatiche e indurre l'insulino-indipendenza. E' la strada che più affascina tutti, quella del trapianto di cellule, perché eviterebbe il trapianto del pancreas, ancora di più se abbinata alla possibilità addirittura di autogenerane di nuove, come mostra questo lavoro così di avanguardia, invece di dover prendere in prestito quelle di un altro, con il problema del rigetto".
Dall'altro lato c'è il trapianto di pancreas: "Ha lo svantaggio di richiedere un intervento chirurgico - rimarca Boggi - ma il vantaggio di avere un tasso di successo pressoché totale: l'insulino-indipendenza ad 1 anno è al 95% e si mantiene molto alta negli anni". Anche su questo fronte c'è qualcosa di nuovo: "A dicembre dello scorso anno a Riad c'è stata una consensus conference mondiale sulla chirurgia mininvasiva dei trapianti". A parte il documento che dà i principi generali, ripercorre lo specialista, "per il pancreas ci sarà un report analitico, a cui io ho partecipato, che si prospetta positivo: suggerisce che tutti i trapianti di pancreas andrebbero fatti in maniera mininvasiva, e quello che sembra essere il principale svantaggio dell'intervento in questione ridurrebbe il suo peso grazie all'uso del robot. Il problema attuale è che questa tecnologia è costosa ed è distribuita in maniera selettiva. Per fare i trapianti dobbiamo potervi però accedere in qualsiasi momento ed è una sfida organizzativa: rendere economicamente sostenibile, specie in un sistema sanitario pubblico, la spesa (certamente superiore all'ordinario) di una tecnologia così importante. L'obiettivo sarebbe che fosse disponibile per tutti coloro che ne hanno bisogno. Oggi non è ancora così". (segue)
Un altro filone che in questi anni si è guadagnato i riflettori internazionali è poi quello della ricerca sullo xenotrapianto. "Ora ci sono studi molto solidi, il pioniere principale su questo fronte è il chirurgo Robert Montgomery - ricorda Boggi - Gli esperti sono arrivati ad ottenere sopravvivenza e funzione del rene di maiale geneticamente modificato nell'uomo fino a quasi a 6 mesi. Questa finestra si potrebbe ampliare col tempo. Il percorso è avviato e possiamo cominciare a dire che siamo vicini almeno al superamento della barriera di specie". Si è lavorato sul rene, ma anche sul cuore. "Per il pancreas il percorso sarebbe più lungo - premette Boggi - però se la barriera cade questi meccanismi potrebbero magari tornare utili. Se il rene è l'organo più benigno da trapiantare e si presta bene a questa fase di sviluppo, il pancreas è un organo troppo delicato. Bisognerà metterci le mani quando le idee saranno più chiare".
Intanto, però, "siamo passati dall'avere rigetti pressoché immediati - ricordo l'impresa del professore Paride Stefanini, autore nel '66 del secondo xenotrapianto al mondo - a questi risultati. Ora possiamo avere organi di maiale modificati geneticamente in modo da diventare compatibili con l'uomo. Superare la barriera di specie sarà veramente come il primo passo dell'uomo sulla Luna. Il passo successivo, che certo non è immediato, sarebbe proprio arrivare a 'costruire' gli organi sulle persone che hanno bisogno di un trapianto, usando probabilmente meccanismi di bioingegneria simili. Diventerebbe come cambiare la batteria alla macchina. E potrebbe avvenire anche usando due tecniche insieme, tenendo cioè l'organo dell'animale come uno 'scheletro' su cui ricostruire l'organo umano con le cellule".
I nodi da affrontare sono tanti: c'è il tema dei "donatori deceduti che stanno diventando sempre più vecchi - evidenzia Boggi - In pratica, è come se si acquistasse una macchina usata che ha un milione di chilometri alle spalle. C'è dunque la necessità di pensare a sorgenti, se non alternative, quantomeno integrative, di organi. Non solo per ragioni quantitative, dunque, ma anche per questioni di 'qualità' degli organi. E' un problema di tutto il mondo, frutto anche dell'impatto del nostro maggior sviluppo socio-economico: se quando io ero giovane il donatore prototipale era il ragazzo caduto in motorino, oggi il donatore prototipale è il 'nonno'. E questo apre delle riflessioni su cui bisognerà lavorare", conclude l'esperto.
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(Adnkronos) - “Il Corpo nazionale dei Vigili del fuoco è in prima linea per quanto riguarda l'attività di regolamentazione e normazione, perché sin dal 2023 abbiamo istituito il Comitato per la transizione energetica e per i problemi legati ai cambiamenti climatici e quindi ci interessiamo di tutto ciò che accompagna la transizione energetica in questo più ampio spazio che l'Unione Europea e il nostro governo sta dando a questa problematica e quindi accompagniamo, chi deve utilizzare queste vettori energetici e questi nuovi carburanti alternativi a quelli tradizionali nelle attività che riguardano la sicurezza del cittadino, dell'ambiente e dei beni”.
Così Giampietro Boscaino, direttore centrale Prevenzione, Sicurezza tecnica, Antincendio ed Energetica Corpo nazionale Vigili del fuoco alla presentazione dello studio di Bip Consulting sul mercato GNL e bioGNL in Italia e un piano di rilancio della filiera in 10 punti per accelerare la decarbonizzazione del trasporto stradale e marittimo, delle industrie e delle località off-grid, organizzata da Federchimica-Assogasliquidi presso la sede di AdnKronos a Roma.
(Adnkronos) - "Lo studio ci ha permesso di avere una visione completa del mercato italiano del Gnl lungo tutta la filiera, dalla domanda all'infrastruttura. Abbiamo rilevato un rimbalzo dei consumi rispetto agli anni precedenti, dopo la contrazione registrata durante la crisi energetica del 2022”
A dirlo è Federico Buccetti, manager Native Strategy Bip Group, in occasione della presentazione dello studio di Bip Consulting sul mercato Gnl e bioGNL in Italia e un piano di rilancio della filiera in 10 punti per accelerare la decarbonizzazione del trasporto stradale e marittimo, delle industrie e delle località off-grid, organizzata da Federchimica-Assogasliquidi presso la sede di AdnKronos a Roma.
“Nel 2024 stimiamo un consumo annuo di circa 200 chilotoni di Gnl, con una copertura dell’80% garantita dalla dotazione attuale. Questa crescita è dovuta principalmente al calo dei prezzi del gas naturale, che dopo i picchi del 2022 sono tornati su livelli più accessibili, tra i 40 e i 50 euro a megawattora. È un contesto più stabile, anche se i prezzi restano circa il doppio rispetto al periodo pre-Covid. Nonostante ciò, possiamo leggere segnali decisamente positivi”, spiega l’esperto.
Un focus importante è dedicato al settore marittimo: “È un comparto che riteniamo molto promettente. Negli ultimi mesi si è lavorato sull’introduzione della normativa per il bunkeraggio navale del GNL, che rappresenta un passaggio fondamentale per stimolare un mercato oggi ancora marginale: nel 2024 si registrano pochissimi kton di consumo nel settore navale, ma le prospettive sono molto interessanti”, osserva Buccetti. “Abbiamo inoltre realizzato una mappatura delle infrastrutture in via di sviluppo, fondamentali per supportare sia l'autotrazione che l’utilizzo navale del Gnl. Nell’autotrasporto, ad esempio, le immatricolazioni GNL rappresentano oggi meno del 3-5% del totale: un dato che evidenzia un grande potenziale di crescita”, aggiunge.
Un tema centrale è quello del biometano, come sottolinea Bucetti: “Bisogna continuare a investire nel biometano per disporre di garanzie d’origine, che consentano di ottenere bioGnl attraverso sistemi di virtual liquefaction. Il bioGnl è cruciale: da un lato garantisce la decarbonizzazione dell’autotrasporto e del navale, dall’altro permette di abbattere i costi dell’Ets, che saranno sempre più rilevanti”.
“Abbiamo visto anche segnali di sviluppo nel settore industriale e nelle reti isolate, soprattutto in Sardegna. Il mercato è in ripresa, con prospettive di crescita concrete. Tuttavia, per renderlo competitivo rispetto al diesel è necessario mantenere gli incentivi per l’acquisto di mezzi a Gnl e introdurre misure come un tax credit sul consumo. Il Gnl può essere un vero vettore per la transizione energetica, ma ha bisogno di essere sostenuto da politiche mirate”, conclude.
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