
(Adnkronos) - "Jannik ha sofferto per un virus che lo ha costretto al ritiro contro Alcaraz lunedì. Ora si sente un po' meglio, oggi riposerà ancora e dovrebbe tornare in campo domani. Siamo fiduciosi che starà bene". L'allenatore di Jannik Sinner, Darren Cahill, fa chiarezza, nel corso di un'intervista a 'Espn' sulle condizioni di salute del numero uno del mondo, ritiratosi dopo aver perso i primi 5 game nella finale del torneo Ato Masters 1000 di Cincinnati contro lo spagnolo Carlos Alcaraz.
Da domenica 24 agosto a domenica 7 settembre il 24enne altoatesino difenderà il titolo conquistato l'anno scorso allo Us Open di New York, quarta e ultima prova stagionale del Grande Slam.

(Adnkronos) - Jannik Sinner a Cincinnati è stato costretto al ritiro da un virus. Ora, però, è quasi pronto al rientro in campo, a pochi giorni dall'inizio dell'US Open. E' Darren Cahill, coach del numero 1 del mondo, a fare chiarezza sulla situazione dell'azzurro. "Jannik ha sofferto per un virus che lo ha costretto al ritiro contro Alcaraz lunedì. Ora si sente un po' meglio, oggi riposerà ancora e dovrebbe tornare in campo domani. Siamo fiduciosi che starà bene", dice Cahill nel corso di un'intervista a 'Espn'.
Da domenica 24 agosto a domenica 7 settembre il 24enne altoatesino difenderà il titolo conquistato l'anno scorso allo Us Open di New York, quarta e ultima prova stagionale del Grande Slam.
Nelle prossime ore il numero 1 del mondo tornerà in campo per riprendere il feeling con la racchetta. Nel pomeriggio italiano del 21 agosto ci sarà il sorteggio del tabellone principale e nelle prossime ore verrà definito il calendario del primo turno del singolare maschile: Sinner potrebbe scendere in campo domenica 24 agosto, lunedì 25 o martedì 26 per l'esordio a New York.
Se il debutto dovesse avvenire martedì, l'azzurro avrebbe più tempo per recuperare in pieno dopo il k.o. di Cincinnati. In caso di esordio domenica 24 agosto, in ogni caso Sinner avrebbe a disposizione 3 giorni pieni - a partire da giovedì - per allenamenti progressivamente più intensi per ritrovare la condizione migliore.

(Adnkronos) - Un nuovo video per chiedere scusa a chi si è sentito offeso vedendo le immagini di una dottoressa e un'infermiera che buttano nel cestino due scatole di prodotti di un'azienda farmaceutica israeliana, come gesto simbolico contro quanto sta accadendo a Gaza. A diffonderlo sono proprio le protagoniste della clip girata nella Casa della Salute di Pratovecchio Stia, una sede dell'Asl Toscana Sud Est, dopo l'ondata di sdegno che ha travolto la loro iniziativa, con duri commenti sul web e l'intervento anche della politica.
Mentre anche l'Asl si è espressa sul caso assicurando di essersi già attivata per ricostruire l'accaduto, arriva anche il passo indietro delle due operatrici che esordiscono nella nuova clip chiedendo scusa a "tutte le persone che si sono sentite offese dal video e per i modi con cui è stato girato". Sedute ad un tavolo con le due scatole 'incriminate' davanti, e senza i camici bianchi, offrono la loro versione. "Il video faceva parte in realtà di una campagna più ampia - precisa una delle due donne - e i 'farmaci' che sono stati 'gettati' in realtà sono qua. Come potete vedere sono campioni gratuiti, non acquistati con i soldi pubblici". E si tratta, è il chiarimento della dottoressa e dell'infermiera, di "integratori di sodio e potassio - che non butteremmo mai via anche perché sappiamo che quello non è il corretto smaltimento dei rifiuti - e salviette". Era "un gesto simbolico, un gesto rivolto alla pace, non ad altro. Non volevamo assolutamente offendere nessuno, coinvolgere l'azienda, coinvolgere i colleghi della Casa della Salute. Abbiamo finito il nostro lavoro all'incirca alle 16.30" e "il video è stato girato un'ora dopo, quando tutti i compiti erano stati assolti". "Ci dispiace veramente tanto del fraintendimento che abbiamo creato - aggiunge infine l'altra operatrice - e chiediamo scusa".
Leggi tutto: Farmaci israeliani nel cestino, il video-choc: oggi le scuse

(Adnkronos) - Un nuovo video per chiedere scusa a chi si è sentito offeso vedendo le immagini di una dottoressa e un'infermiera che buttano nel cestino due scatole di prodotti di un'azienda farmaceutica israeliana, come gesto simbolico contro quanto sta accadendo a Gaza. A diffonderlo sono proprio le protagoniste della clip girata nella Casa della Salute di Pratovecchio Stia, una sede dell'Asl Toscana Sud Est, dopo l'ondata di sdegno che ha travolto la loro iniziativa, con duri commenti sul web e l'intervento anche della politica.
Mentre anche l'Asl si è espressa sul caso assicurando di essersi già attivata per ricostruire l'accaduto, arriva anche il passo indietro delle due operatrici che esordiscono nella nuova clip chiedendo scusa a "tutte le persone che si sono sentite offese dal video e per i modi con cui è stato girato". Sedute ad un tavolo con le due scatole 'incriminate' davanti, e senza i camici bianchi, offrono la loro versione. "Il video faceva parte in realtà di una campagna più ampia - precisa una delle due donne - e i 'farmaci' che sono stati 'gettati' in realtà sono qua. Come potete vedere sono campioni gratuiti, non acquistati con i soldi pubblici". E si tratta, è il chiarimento della dottoressa e dell'infermiera, di "integratori di sodio e potassio - che non butteremmo mai via anche perché sappiamo che quello non è il corretto smaltimento dei rifiuti - e salviette". Era "un gesto simbolico, un gesto rivolto alla pace, non ad altro. Non volevamo assolutamente offendere nessuno, coinvolgere l'azienda, coinvolgere i colleghi della Casa della Salute. Abbiamo finito il nostro lavoro all'incirca alle 16.30" e "il video è stato girato un'ora dopo, quando tutti i compiti erano stati assolti". "Ci dispiace veramente tanto del fraintendimento che abbiamo creato - aggiunge infine l'altra operatrice - e chiediamo scusa".
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(Adnkronos) - Un nuovo video per chiedere scusa a chi si è sentito offeso vedendo le immagini di una dottoressa e un'infermiera che buttano nel cestino due scatole di prodotti di un'azienda farmaceutica israeliana, come gesto simbolico contro quanto sta accadendo a Gaza. A diffonderlo sono proprio le protagoniste della clip girata nella Casa della Salute di Pratovecchio Stia, una sede dell'Asl Toscana Sud Est, dopo l'ondata di sdegno che ha travolto la loro iniziativa, con duri commenti sul web e l'intervento anche della politica.
Mentre anche l'Asl si è espressa sul caso assicurando di essersi già attivata per ricostruire l'accaduto, arriva anche il passo indietro delle due operatrici che esordiscono nella nuova clip chiedendo scusa a "tutte le persone che si sono sentite offese dal video e per i modi con cui è stato girato". Sedute ad un tavolo con le due scatole 'incriminate' davanti, e senza i camici bianchi, offrono la loro versione. "Il video faceva parte in realtà di una campagna più ampia - precisa una delle due donne - e i 'farmaci' che sono stati 'gettati' in realtà sono qua. Come potete vedere sono campioni gratuiti, non acquistati con i soldi pubblici". E si tratta, è il chiarimento della dottoressa e dell'infermiera, di "integratori di sodio e potassio - che non butteremmo mai via anche perché sappiamo che quello non è il corretto smaltimento dei rifiuti - e salviette". Era "un gesto simbolico, un gesto rivolto alla pace, non ad altro. Non volevamo assolutamente offendere nessuno, coinvolgere l'azienda, coinvolgere i colleghi della Casa della Salute. Abbiamo finito il nostro lavoro all'incirca alle 16.30" e "il video è stato girato un'ora dopo, quando tutti i compiti erano stati assolti". "Ci dispiace veramente tanto del fraintendimento che abbiamo creato - aggiunge infine l'altra operatrice - e chiediamo scusa".
La Asl avvia accertamenti
Relativamente al video, diffuso sui social, che mostra due persone all'interno della Casa di Comunità di Pratovecchio Stia nell'Aretino, mentre gettano scatole di medicinali di fabbricazione israeliana, la Asl Toscana sud est precisa, con una nota, "di essersi già attivata per ricostruire l'accaduto e si riserva di intraprendere ogni azione utile a tutela della propria immagine e del personale che, ogni giorno, opera con impegno, dedizione e correttezza".
La Asl Tse sottolinea inoltre che "le riprese effettuate all'interno di un ambiente aziendale non sono state in alcun modo autorizzate né condivise. Le persone riprese nel video sono un medico di medicina generale e un’infermiera dipendente di una cooperativa".
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(Adnkronos) - Prima l'annuncio, poi la mezza marcia indietro. E' giallo sul futuro sportivo di Imane Khelif, la pugile algerina campionessa olimpica a Parigi 2024 finita al centro di un caso montato sul suo genere. L'ex manager del peso welter oro olimpico, Nasser Yesfah, ha dichiarato a Nice-matin che Khelif "non si allena più" e "non solo ha lasciato Nizza ma ha lasciato il mondo della boxe". In serata la precisazione sempre al quotidiano francese: "I miei commenti riguardavano solo la sua cessazione dell'attività a Nizza e non una decisione generale sulla continuazione della sua carriera", ha puntualizzato. Senza però sciogliere il dubbio sul futuro della campionessa.
Leggi tutto: Boxe, l'ex manager: "Imane Khelif ha smesso". Ma poi arriva la precisazione
(Adnkronos) - "Abbiamo bisogno di solide garanzie di sicurezza per assicurare una pace veramente affidabile e duratura". Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky lo ribadisce e ringrazia tutti i partner che stanno aiutando a fermare la guerra russa, dagli Stati Uniti con Donald Trump all'Europa e a tutti coloro che cercano la pace.
In giornata però arriva la reazione della Russia a gelare aspettative e prospettive. "L'Occidente comprende perfettamente che parlare in modo serio di questioni di sicurezza", di garanzie di sicurezza per l'Ucraina, "senza la Russia è un'utopia, una strada che non porta da nessuna parte", dichiara da Mosca il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov. "Non possiamo essere d'accordo sul fatto che ora si proponga di risolvere questioni di sicurezza senza la Russia", incalza nelle dichiarazioni riportate dai media russi.
Poi arriva l'affondo, riferendosi all’incontro di lunedì tra Trump, i leader europei e Zelensky: "Abbiamo visto solo un’escalation aggressiva della situazione e dei tentativi piuttosto goffi di modificare la posizione del presidente degli Stati Uniti". "Non abbiamo sentito alcuna idea costruttiva da parte degli europei in quell’occasione", attacca Lavrov.
Intanto l’esercito russo ha dichiarato di aver conquistato tre villaggi nella regione del Donetsk. Lo scrive il ministero della Difesa russo su Telegram, affermando che le sue truppe hanno "continuato ad avanzare in profondità nelle difese nemiche" nella regione contesa dell'Ucraina orientale, catturando i villaggi di Sukhetske e Pankivka nell'area della linea di contatto vicina agli hub logistici di Pokrovsk e Kostiantynivka, teatro di un recente sfondamento russo, nonché il villaggio di Novogeorgiivka nella vicina regione di Dnipropetrovsk, in cui le forze russe sono entrate per la prima volta a luglio.

(Adnkronos) - Un drone, ritenuto di fabbricazione russa, è esploso la notte scorsa in un campo nel villaggio di Osiny, nella Polonia orientale, a circa 120 km dal confine ucraino e a 100 km da quello bielorusso. Dura la condanna di Varsavia. "Un'altra violazione del nostro spazio aereo da est conferma che la missione più importante della Polonia all'interno della Nato è la difesa del proprio territorio", ha detto il ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorski.
Il portavoce del ministero degli Esteri polacco, Pawel Wronski, ha annunciato che Varsavia invierà una nota diplomatica di protesta alla Russia. Parlando all'emittente Tvn24, Wronski ha spiegato che la Polonia informerà anche i propri alleati Nato: "Presenteremo tutti gli altri episodi di violazione dello spazio aereo polacco". Ed ha sottolineato l’importanza dell’incidente nel contesto delle discussioni sulla fine della guerra in Ucraina: "Non si tratta solo di un conflitto alla periferia dell’Europa, ma di una situazione che minaccia non solo l’Ucraina, ma anche l’Europa, compresi gli Stati della Nato coperti dall’Articolo 5 del Trattato di Washington".
Secondo il portavoce del ministro, l'oggetto esploso sarebbe una versione russa del drone Shahed, informazione confermata anche dal vicepremier e ministro della Difesa, Wladyslaw Kosiniak-Kamysz, che ha puntato il dito contro Mosca: "La Russia sta ancora una volta provocando i Paesi della Nato, dopo gli incidenti con droni verificatisi in Romania, Lituania e Lettonia". Il ministro ha aggiunto che l'episodio avviene "in un momento particolarmente importante, mentre sono in corso discussioni sulla pace" in Ucraina.
L'esplosione, ripresa da alcune telecamere di sorveglianza della zona, ha mandato in frantumi le finestre delle case vicine, ma nessuno è rimasto ferito nell'impatto, ha riferito l'agenzia di stampa Pap che, citando fonti del ministero della Difesa, ha affermato che molto probabilmente si è trattato di un drone esca militare senza testata.
Leggi tutto: Drone russo esplode in Polonia, Varsavia: "Ennesima provocazione di Mosca"

(Adnkronos) - Giovanna Maria Giammarino è morta per un malore, mentre lavorava come guida turistica al Colosseo. Lo fanno sapere Cgil, Filcams e Fp Cgil Roma e Lazio.
"Nel tardo pomeriggio del 19 agosto ha accusato un malore, durante una visita guidata che non le ha lasciato scampo nonostante la celerità dei soccorsi da parte dei colleghi del Parco Archeologico del Colosseo" scrivono le associazioni sindacali. "In attesa che si chiariscano le cause del decesso, a partire dai ritmi di lavoro e le temperature, esprimiamo tutto il nostro cordoglio per la scomparsa di Giovanna Maria e le più sentite condoglianze alla famiglia e ai suoi cari. Un nome che si aggiunge alla fin troppo lunga lista di persone che hanno perso la vita sul lavoro e che ci responsabilizza affinché restino accese le luci sulle condizioni di lavoro nel mondo della cultura, che devono necessariamente cambiare e migliorare''.
Il Parco archeologico del Colosseo ha espresso, in una nota, un "profondo cordoglio", rinnovando la "vicinanza alla famiglia e ai colleghi in questo momento di grande dolore".
Il cordoglio
"Esprimo il più profondo cordoglio per la tragica scomparsa di Giovanna Maria Giommarino, guida turistica venuta a mancare mentre svolgeva con passione il proprio lavoro presso il Colosseo" dice il ministro della Cultura Alessandro Giuli. "Una perdita che richiama con forza il valore umano e professionale di chi, ogni giorno, contribuisce alla tutela e alla trasmissione del nostro patrimonio storico e artistico. In segno di vicinanza e lutto questa sera le luci del Colosseo verranno spente alle ore 21. Alla famiglia e ai suoi cari giungano le più sentite condoglianze, a nome mio personale e del Ministero della Cultura”.
"Esprimo le mie più sincere condoglianze alla famiglia, agli amici e ai colleghi di Giovanna, che hanno perso una professionista dedicata e appassionata" dice il Ministro del Turismo, Daniela Santanché. "Il mio pensiero va a tutti coloro che, come Giovanna, dedicano la propria vita alla valorizzazione del nostro patrimonio culturale. È nostro dovere rendere omaggio al loro impegno, garantendo un ambiente di lavoro che rispetti la loro dedizione e il loro sacrificio".
"E' una notizia che ci addolora" comunica in una nota il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. "A nome di tutta l'amministrazione, esprimo vicinanza e le mie più sentite condoglianze alla sua famiglia e a tutti i suoi colleghi".
Leggi tutto: Roma, guida turistica muore al Colosseo per un malore

(Adnkronos) - Il cadavere di un uomo è stato trovato questo pomeriggio in via Giovanni Cadolini, in zona Monteverde Vecchio a Roma. Senza documenti, dell'apparente età di circa 40 anni, il corpo si trovava sul tetto di un manufatto in cemento adibito ad autorimessa, all'interno di un'area condominiale. A segnalarlo un residente di un palazzo vicino che affacciandosi ha notato il cadavere. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di Roma Gianicolense, della Compagnia San Pietro e della sezione rilievi tecnico scientifici del Nucleo Investigativo di via In Selci e il medico legale.
Il corpo presenta lesioni compatibili con una caduta dall'alto e segni di decomposizione, per cui non si esclude possa essere lì da giorni. I proprietari degli appartamenti le cui finestre affacciano sull'area sono tutti in vacanza.
Leggi tutto: Roma, trovato cadavere su tetto autorimessa a Monteverde

(Adnkronos) - Pasquale Tridico, europarlamentare del Movimento 5 stelle dà la sua disponibilità a candidarsi con "Conte e le forze progressiste"."Amiche e amici della mia terra, cari calabresi, cara Calabria, la mia storia inizia qui, tra queste montagne, questo mare e fra voi che mi avete insegnato i valori della fatica, della solidarietà e del sogno - scrive in un lungo post su Facebook -. Ho avuto la fortuna di studiare, viaggiare, lavorare e crescere anche lontano, ma la Calabria è da sempre la mia radice più profonda e oggi la mia più grande responsabilità. Oggi sento forte il dovere di restituire alla mia terra ciò che mi ha dato: la forza di credere che nulla è impossibile, se lo si affronta insieme la speranza. Per questo ho deciso di dare la mia disponibilità al presidente Giuseppe Conte, alla comunità del M5S, a tutte le forze progressiste e a tutti i cittadini calabresi, per una mia candidatura alla presidenza della regione, perché questa terra merita sanità pubblica che funzioni, lavoro vero per i giovani, legalità, welfare, investimenti, sviluppo e dignità. La Calabria merita un futuro in cui restare non sia una condanna, ma una scelta di vita".
"La Calabria non è periferia: è cuore pulsante del Mediterraneo. Non è terra da abbandonare: è terra da far rinascere. Il futuro si costruisce. E io sono pronto a costruirlo con voi. È il tempo del coraggio. È il tempo della Calabria, la nostra terra, per riportarla a testa alta laddove merita di stare", conclude l'ex presidente dell'Inps.
Leggi tutto: Calabria, Tridico scioglie la riserva: "Disponibile a candidarmi"

(Adnkronos) - Fermato la mamma dei due fratelli minorenni, uno dei quali era alla guida dell'auto rubata che l'11 agosto scorso travolse e uccise la 71enne Cecilia De Astis in via Saponaro, al quartiere Gratosoglio di Milano.
La donna, classe 1992, italiana, è stata localizzata da all’interno dei giardini di viale Cermenate, a Milano, e arrestata. Ora si trova al carcere di San Vittore per un cumulo pena da scontare 3 anni e 10 mesi. Fra i reati a lei attribuiti, una serie di furti commessi dal 2017 al 2019.
La 33enne è stata trovata con addosso oltre 130 grammi in monili d’oro e oltre 1.500 euro in contanti. E' stata denunciata a piede libero anche per ricettazione.
Leggi tutto: Cecilia De Astis investita e uccisa a Milano, fermata madre del ragazzino alla guida
Uccisa da auto pirata a Milano, fermata madre del ragazzino alla guida: "Cumulo di pena da scontare"

(Adnkronos) - Fermato la mamma dei due fratelli minorenni, uno dei quali era alla guida dell'auto rubata che l'11 agosto scorso travolse e uccise la 71enne Cecilia De Astis in via Saponaro, al quartiere Gratosoglio di Milano.
La donna, classe 1992, italiana, è stata localizzata da all’interno dei giardini di viale Cermenate, a Milano, e arrestata. Ora si trova al carcere di San Vittore per un cumulo pena da scontare 3 anni e 10 mesi. Fra i reati a lei attribuiti, una serie di furti commessi dal 2017 al 2019.
La 33enne è stata trovata con addosso oltre 130 grammi in monili d’oro e oltre 1.500 euro in contanti. E' stata denunciata a piede libero anche per ricettazione.





(Adnkronos) - La vicenda di Stefano De Martino, con video e foto circolati sul web che lo ritraggono mentre è in compagnia della sua attuale fidanzata Caroline Tronelli in casa nella capitale e che sarebbero stati carpiti illegalmente dal sistema di videosorveglianza, riporta alla ribalta i rischi legati ad eventuali attacchi hacker. Ma è possibile difendersi da simili pericoli cyber addirittura legati ai sistemi di videosorveglianza? Lo scorso giugno l’Agenzia per la Cybersicurezza nazionale (Acn) ha pubblicato un bollettino di Csirt Italia sui rischi derivanti dalla compromissione di dispositivi e servizi connessi ad Internet - telecamere Ip, Iot, controllori, router e sistemi di supervisione industriali - che possono diventare la porta d’ingresso per attacchi informatici se non si adottano adeguate misure di prevenzione e protezione.
Tra le raccomandazioni da attuare in casa: cambiare le credenziali predefinite su router, telecamere, Nas e altri dispositivi; evitare l’uso delle configurazioni di default, personalizzando porte, utenti, nomi di rete e impostazioni di sicurezza: utilizzare l’autenticazione a più fattori ogni volta che è disponibile; usare password forti, uniche per ogni dispositivo (min. 12 caratteri, maiuscole, minuscole, lettere, numeri, caratteri speciali); aggiornare regolarmente il firmware dei dispositivi, abilitando gli aggiornamenti automatici quando disponibili.
Inoltre tra i consigli per l’ambiente domestico: disattivare l’UPnP (Universal Plug and Play) sul router, che può esporre servizi automaticamente su Internet; limitare l’accesso remoto e disabilitare il controllo da remoto se non strettamente necessario; isolare i dispositivi IoT su una rete guest, separandoli da Pc, smartphone e dispositivi personali; monitorare l’attività del router: verificare connessioni aperte e traffico anomalo, tramite pannello di gestione o app; utilizzare Dns sicuri per filtrare contenuti indesiderati e migliorare la sicurezza; configurare il firewall del router per bloccare connessioni in ingresso non autorizzate. Infine: utilizzare l’accesso remoto in modo sicuro, evitando l’apertura di porte sul router/firewall per servizi come Rdp, Vnc o Ssh; preferire invece l’uso di soluzioni Vpn dedicate per accedere alla rete domestica.
Leggi tutto: Attacchi hacker a videosorveglianza, come difendersi


(Adnkronos) - E' stata chiusa poco dopo le 13 di oggi la camera ardente per rendere omaggio a Pippo Baudo nel Santuario di Santa Maria della Stella a Militello in Val di Catania (Catania). La chiesa riapre alle 15 per i funerali che inizieranno alle ore 16. Presiederà il vescovo di Caltagirone, mons. Calogero Peri. Concelebreranno sedici sacerdoti tra cui il parroco don Giuseppe Luparello e don Giulio Albanese, padre spirituale di Baudo, che detterà l’omelia.
“Le ultime settimane sono state per Pippo Baudo di grande sofferenza. Era sotto morfina, però lucido. E, comunque, per lui è stato un tempo, sono parole sue, di purificazione, di liberazione", ha detto lasciando la camera ardente don Giulio Albanese, che gli è stato accanto negli ultimi mesi.

(Adnkronos) - Centinaia di persone sono assiepate davanti al Santuario della Madonna della Stella di Militello in Val di Catania per i funerali di Pippo Baudo che sono iniziati alle 16. A presiedere la funzione religiosa il vescovo di Caltagirone, mons. Calogero Peri. Concelebrano sedici sacerdoti tra cui il parroco don Giuseppe Luparello e don Giulio Albanese, padre spirituale di Baudo.
"La prima volta che ho sentito parlare di Pippo Baudo avevo nove anni e abitavo in Sicilia - il ricordo del presidente del Senato, Ignazio La Russa, arrivando al Santuario - Mio cugino Mario, che organizzava la festa della Matricola a Paternò, parlando con mio fratello Vincenzo, disse 'Dobbiamo invitare a presentare uno spettacolo quel Pippo Baudo, te lo ricordi, è un presentatore che farà strada'. Io avevo nove anni poi il suo nome lo hanno imparato tutti gli italiani".
"Credo che oggi ricordiamo la persona. Fino a poco fa abbiamo ricordato il grande artista, quello che è stato definito giustamente il gigante dello spettacolo, della cultura perché per me è stato un grande uomo di cultura”, ha detto il sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi, arrivando in chiesa.
“Oggi siamo qui, in mezzo alla sua gente, nel suo paese che lui amava tanto, era molto legato ai suoi genitori, voleva molto bene alla sua comunità. Siamo qui per ricordare, stringerci intorno alla sua famiglia e a lui come persona, perché poi alla fine a volte il personaggio schiaccia la persona e noi oggi siamo qua per Pippo, non per Pippo Baudo. Io credo che qui c'è la sua gente: lui per questa comunità ha fatto tantissimo, ha portato il nome di Militello nel mondo. Oggi ho fatto il viaggio assieme ad Al Bano e tutti noi conosciamo Militello in Val di Catania".
La temperatura sfiora i 35 gradi e in molti all'esterno cercano riparo all'ombra. Un carabiniere in alta uniforme in servizio al Santuario ha avuto un malore per il caldo ed è svenuto. Il carabiniere è stato portato via in ambulanza.
“Le ultime settimane sono state per Pippo Baudo di grande sofferenza. Era sotto morfina, però lucido. E, comunque, per lui è stato un tempo, sono parole sue, di purificazione, di liberazione", ha detto don Albanese, che gli è stato accanto negli ultimi mesi.
"Se Pippo Baudo ha detto tutto quello che voleva dire ai suoi figli? Quello che posso dirvi è che mi ha detto solo di ricordare i suoi figli e che gli ha voluto bene. Devo dire che lo ha ripetuto costantemente. Mi diceva: 'Forse a volte non ci sono riuscito, ho fatto fatica a essere esplicito, ma ho sempre voluto bene ai miei figli'", le parole di don Giulio parlando con i giornalisti all'uscita della camera ardente.
"La ragione fondamentale per cui Pippo Baudo è ritornato a Militello è perché qui, a Militello, ci sono le sue radici e lui esprimeva un debito di riconoscimento nei confronti di questa città, che non solo gli ha dato i natali ma, dal punto di vista valoriale, lo ha forgiato e formato", ha detto il padre spirituale di Pippo Baudo.

(Adnkronos) - Centinaia di persone assiepate dietro alle transenne in piazza Santa Maria della Stella a Militello in Val di Catania per assistere ai funerali di Pippo Baudo dal maxi schermo allestito all'esterno della chiesa.
"Il senso della giustizia è stato forte e sempre impresso nell'animo di Pippo. Soprattutto nel coraggio manifestato in più circostanze contro la mafia, un male da estirpare secondo lui, ricercando sempre e comunque la legalità", ha detto don Giulio Albanese, padre spirituale di Baudo, nella sua omelia, citando il testo delle Beatitudini: 'Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati'.
"La prima volta che ho sentito parlare di Pippo Baudo avevo nove anni e abitavo in Sicilia - il ricordo del presidente del Senato, Ignazio La Russa, arrivando al Santuario - Mio cugino Mario, che organizzava la festa della Matricola a Paternò, parlando con mio fratello Vincenzo, disse 'Dobbiamo invitare a presentare uno spettacolo quel Pippo Baudo, te lo ricordi, è un presentatore che farà strada'. Io avevo nove anni poi il suo nome lo hanno imparato tutti gli italiani".
"Credo che oggi ricordiamo la persona. Fino a poco fa abbiamo ricordato il grande artista, quello che è stato definito giustamente il gigante dello spettacolo, della cultura perché per me è stato un grande uomo di cultura”, ha detto il sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi, arrivando in chiesa.
“Oggi siamo qui, in mezzo alla sua gente, nel suo paese che lui amava tanto, era molto legato ai suoi genitori, voleva molto bene alla sua comunità. Siamo qui per ricordare, stringerci intorno alla sua famiglia e a lui come persona, perché poi alla fine a volte il personaggio schiaccia la persona e noi oggi siamo qua per Pippo, non per Pippo Baudo. Io credo che qui c'è la sua gente: lui per questa comunità ha fatto tantissimo, ha portato il nome di Militello nel mondo. Oggi ho fatto il viaggio assieme ad Al Bano e tutti noi conosciamo Militello in Val di Catania".
"Io sono stato qui nel 1974, Pippo voleva che io venissi a cantare nel suo paese. La mia risposta ovviamente fu strapositiva. E tornare oggi è una tripla emozione, perché ripercorro tutto quello che abbiamo fatto insieme. Tante cose...", le parole di Al Bano tra le lacrime. Presenti alle esequie di Pippo Baudo, tra gli altri, Gigi D'Alessio e Michele Guardì.
La temperatura sfiora i 35 gradi e in molti all'esterno hanno cercato riparo all'ombra. Un carabiniere in alta uniforme in servizio al Santuario ha avuto un malore per il caldo ed è svenuto. Il carabiniere è stato portato via in ambulanza.
“Le ultime settimane sono state per Pippo Baudo di grande sofferenza. Era sotto morfina, però lucido. E, comunque, per lui è stato un tempo, sono parole sue, di purificazione, di liberazione", ha detto all'uscita della camera ardente don Albanese, che gli è stato accanto negli ultimi mesi.
"Se Pippo Baudo ha detto tutto quello che voleva dire ai suoi figli? Quello che posso dirvi è che mi ha detto solo di ricordare i suoi figli e che gli ha voluto bene. Devo dire che lo ha ripetuto costantemente. Mi diceva: 'Forse a volte non ci sono riuscito, ho fatto fatica a essere esplicito, ma ho sempre voluto bene ai miei figli'", le parole di don Giulio parlando con i giornalisti.
"La ragione fondamentale per cui Pippo Baudo è ritornato a Militello è perché qui, a Militello, ci sono le sue radici e lui esprimeva un debito di riconoscimento nei confronti di questa città, che non solo gli ha dato i natali ma, dal punto di vista valoriale, lo ha forgiato e formato", ha detto il padre spirituale di Pippo Baudo.
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