(Adnkronos) - "Serve uno scatto deciso e forte per rilanciare il nostro Servizio sanitario nazionale, come chiede da tempo il nostro presidente Mattarella, interpretando un sentimento molto diffuso tra i cittadini. Basta ideologismi che non portano da nessuna parte". Così Francesco Vaia, componente dell'Autorità garante nazionale dei diritti delle persone con disabilità, che ieri in un intervento sul 'Corriere della Sera' ha rilanciato una serie di proposte per il futuro della sanità pubblica. "Occorre lavorare tutti uniti per rivedere il ruolo indispensabile del medico di famiglia. Ne parlerò oggi al congresso della Fimmg Lazio a Roma", ha aggiunto.
Proprio sui medici di famiglia si è concentrato l'intervento di Vaia, già direttore della Prevenzione del ministero della Salute. "Al cittadino va offerta una risposta in tempi rapidi e di qualità. Questo il vero discrimine e non l'ideologica presa di posizione 'contro' a prescindere. Credo che siamo in grado di farlo, come Paese, se lo vogliamo", ha sottolineato. Vaia ha poi illustrato come dovrebbe cambiare la funzione del medico di medicina generale, in "medico accompagnatore che abbia una preparazione e una visione olistica". Dovrebbe essere "il vero internista-olista di questo millennio. Una figura da recuperare e rilanciare, motivandola di più, incentivando i giovani medici a scegliere questa professione con una scuola di specializzazione 'ad hoc' e con la dotazione di adeguati strumenti - ha proseguito - Il medico di famiglia potrebbe essere il vero collante, il case manager, la figura professionale che risponde alla esigenza di integrazione tra ospedale e territorio, disponendo di pacchetti di prestazioni e di ricovero".
"L'abbiamo già sperimentato con successo durante la pandemia: le Usca (o Uscar) composte prevalentemente da medici di medicina generale sono state una delle chiavi del successo, ad esempio dello Spallanzani che le guidava. Questi due punti darebbero una scossa fenomenale per abbattere le liste e rendere veramente operativa la prevenzione, oggi sempre più, ahimè, appannaggio dei più abbienti. Insomma, non esiste un declino irreversibile del Ssn", ha concluso Vaia.
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