Oristano

Giovedì un presidio davanti alla sede della Asl 5, con la segretaria nazionale Daniela Barbaresi

Una mobilitazione in cinque tappe, tra cui Oristano, organizzata da Cgil, Fp e Spi regionali insieme alle Camere del lavoro per dar voce ai territori e richiamare l’attenzione sui gravi deficit del servizio sanitario pubblico.

Si parte stamane a Sassari, con un corteo dalla sede dell’Aou fino al Pronto soccorso di viale Italia. Poi, dalle 15.30, presidio davanti all’ospedale civile, ad Alghero. Domani, martedì 6 febbraio, la protesta si sposterà a Olbia: alle ore 9.30 appuntamento davanti alla sede dell’Asl, in via Sircana, e poi corteo fino all’ospedale Giovanni Paolo II.

Mercoledì 7, alle ore 10, ancora un presidio, stavolta davanti alla sede dell’Asl di Nuoro.

Giovedì 8 sit-in a Oristano, davanti alla sede dell’Asl, in via Carducci, sempre dalle 10. Sarà presente anche Daniela Barbaresi, segretaria nazionale della Cgil.

Infine, venerdì 9 febbraio presidio davanti all’ingresso pedonale dell’ospedale Brotzu, in via Peretti a Cagliari.

“Se la sanità è una priorità per chi si candida a governare la Sardegna”, ha detto il segretario della Cgil Sardegna, Fausto Durante, “crediamo sia importante conoscere quali impegni e azioni si intendano promuovere per uscire dall’attuale disastro”. Durante auspica che da questo punto di vista i programmi siano chiari e determinati, “perché il livello della sanità in Sardegna impone interventi urgenti e una netta inversione di tendenza”.

“La Sardegna è prima in Italia per rinuncia alle cure: 12,3% (media italiana 7%)”, si legge in un documento della Cgil. “È tra le sette regioni che nel 2021 non hanno adempiuto ai Lea. Nell’Isola si muore più che nel resto d’Italia: nel 2022 l’incremento dei morti sfiora il 22% e non ha eguali in altre regioni. Mentre i cittadini subiscono gli effetti delle lunghissime liste d’attesa, la Regione non è stata capace di spendere le risorse destinate all’abbattimento dei tempi”.

“Il diritto alla salute”, prosegue la nota, “è sostanzialmente negato: chi può permetterselo cerca una risposta in altre regioni, ma questo pesa per 64 milioni di euro sul bilancio della Regione. La spesa sanitaria aumenta e i risultati peggiorano: manca una rete sanitaria territoriale, i pronto soccorso sono presi d’assalto, le strutture ospedaliere sono al collasso, il personale è allo stremo. Le persone fragili sono abbandonate a se stesse: le strutture residenziali e semi-residenziali accolgono soltanto 162 persone ogni 100.000 abitanti: la media nazionale è 547. L’assistenza domiciliare è carente: solo 29 anziani ogni 1.000 vengono presi in carico (la media italiana è 62)”.

Tante le richieste rilanciate dalla Cgil: “Vogliamo un servizio sanitario pubblico che garantisca il diritto alla salute sancito nella Costituzione. Chiediamo il potenziamento e l’integrazione delle reti sanitarie territoriali, servizi capillari e di prossimità che diano una risposta appropriata, efficace e di qualità in termini di cura e prevenzione. Vogliamo un piano di stabilizzazione del personale, il completamento degli iter concorsuali e nuove assunzioni per sopperire alla carenza di operatori sanitari. Vogliamo che allo stesso lavoro corrispondano lo stesso salario e gli stessi diritti, a prescindere che si lavori come dipendente diretto, in appalto, in convenzione o accreditamento”.

“Vogliamo che siano investite proficuamente tutte le risorse previste per l’abbattimento delle liste d’attesa”, conclude il documento sindacale. “Vogliamo che siano rilanciate le politiche socio-assistenziali e per la non-autosufficienza, il rafforzamento delle cure domiciliari, per la salute mentale, per gli anziani, per la disabilità. Chiediamo un approccio innovativo che colga le opportunità legate allo sviluppo della telemedicina e delle tecnologie medico-sanitarie più avanzate. Chiediamo l’attuazione di un piano di edilizia sanitaria e di ammodernamento dei macchinari e degli strumenti diagnostici e di cura, partendo dalla spesa dei fondi del Pnrr”.

Lunedì, 5 febbraio 2024

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Fonte: Link Oristano


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