Il Consiglio regionale della Sardegna ha approvato oggi un disegno di legge che definisce le aree idonee per l’installazione di impianti di energia rinnovabile. Secondo la Giunta, il provvedimento esclude oltre il 98% del territorio regionale, rendendolo “non idoneo”. La legge specifica le tipologie di impianti: piccoli (fino a 1 megawatt), medi (1-10 megawatt) e grandi (oltre 10 megawatt). Questi includono fotovoltaico, termoidraulico, agrivoltaico, eolico, biomasse, idroelettrico e geotermoelettrico, regolati da criteri tecnici presenti negli allegati.

Gli impianti potranno sorgere su aree produttive, industriali dismesse, ex discariche, miniere e cave in disuso. Il fotovoltaico è consentito anche su edifici pubblici e privati, vicino a porti e aeroporti, ma esclusi gli approdi turistici.

Dal 2025, un fondo regionale con una dotazione iniziale di 678 milioni di euro finanzierà progetti per l’installazione di impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo per l’autoconsumo. Gli incentivi prevedono sovvenzioni e strumenti finanziari per promuovere l’energia sostenibile.

I comuni potranno richiedere deroghe per impianti in aree non idonee, a condizione di rispettare il patrimonio storico, paesaggistico e agricolo. È necessario coinvolgere i cittadini e i comuni confinanti in un dibattito pubblico. Contestualmente, viene abrogata la moratoria di 18 mesi sulla realizzazione degli impianti.