Oro di Bankitalia, emendamento di Fratelli d'Italia per proteggerlo da 'mani' straniere

L’emendamento presentato da Fratelli d'Italia in Senato alla legge di Bilancio sulla proprietà delle riserve auree di Bankitalia serve a proteggerle da 'mani' straniere. E’ quanto si spiega nel dossier elaborato dall’ufficio studi di Fdi, che l’Adnkronos ha potuto visionare, dal titolo 'Oro di Bankitalia al popolo italiano: smontiamo le fake news'.
"Il capitale della Banca d’Italia, comprese quindi le riserve auree, è detenuto da banche, assicurazioni, fondazioni, enti e istituti di previdenza, fondi pensione ecc. aventi sede legale in Italia. In molti casi si tratta di soggetti privati, alcuni dei quali controllati da gruppi stranieri", si legge nel testo.
"L'Italia non può correre il rischio che soggetti privati rivendichino diritti sulle riserve auree degli italiani. Per questo c’è bisogno di una norma che faccia chiarezza sulla proprietà". Inoltre, "sul sito della Banca d’Italia si afferma che l’oro è di ‘proprietà dell’istituto’. Un motivo in più per esplicitare che le riserve auree sono di proprietà di tutti gli italiani", viene sottolineato.
Il governo non vuole l'oro per venderlo
Il dossier respinge come "falso" il pensiero secondo cui "il governo vuole l’oro di Bankitalia per venderlo. Al contrario, vogliamo affermare che la proprietà dell’oro detenuto dalla Banca d’Italia è dello Stato proprio per proteggere le riserve auree da speculazioni”, si spiega. “L’unico che ventilò l’ipotesi di una vendita delle riserve auree fu un governo di sinistra, quello di Romano Prodi, che nel 2007 salutava come ‘positivo’ il dibattito sul tema”, si ricorda nel dossier.
Nessuna violazione dei trattati Ue
L'emendamento è stato elaborato "per ribadire un principio scontato, e cioè che le riserve auree sono di proprietà del popolo italiano" e "non mette in discussione l'indipendenza della Banca d'Italia, né viola i trattati europei", si legge nell'introduzione del dossier.
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