Nurachi

Quattro le giornate di festa. Il programma e i ricordi delle priorissas del passato

La comunità di Nurachi conserva con cura una ricca storia che si perde nelle profonde notti di dicembre: sono le Notti di Santa Lucia, che nel centro del Sinis hanno segnato da sempre il debutto in società delle giovani donne, in particolare sa Priorissa e is Oberaias. Organizzate dalla Pro loco, dal Comune e dalla Leva 2010, quest’anno le Notti di Santa Lucia si celebrano il 9 e il 10 dicembre, con i mercati degli artigiani, e il 12 e 13 dicembre con il rito religioso. La manifestazione ha il patrocinio dell’Assessorato regionale del Turismo.

Si tratta di una festa che esalta la figura della donna: infatti nella notte tra il 12 e il 13 dicembre spetta proprio a sa Priorissa e alle sue aiutanti, is Oberaias, il compito di accendere il falò al centro della piazza della chiesa di San Giovanni Battista e illuminare la notte. È quello il momento in cui la comunità sarà chiamata a festeggiare e a ballare intorno al fuoco.

Nella storia di Nurachi sono state numerose le ragazze e le giovani donne che hanno indossato gli abiti della festa che si celebra nella notte di Santa Lucia, molto importante nel mondo cristiano e dalla forte connotazione simbolica legata alla luce che scaccia via le tenebre. A vestire gli abiti tradizionali di Priorissa quest’anno sarà Beatrice Ponti, 13 anni. Sarà accompagnata dalle amiche di sempre che ha scelto per questa importante occasione, Pamela Zucca e Nicole Frongia.

“Spero nella partecipazione di tutti”, commenta Beatrice Ponti, “mi aspetto che i più piccoli possano vivere le Notti di Santa Lucia come una vera e propria festa, con molto entusiasmo”.

L’edizione 2023 è molto ricca. Si comincia sabato 9 dicembre con il mercato di Santa Lucia e i prodotti degli artigiani. La tradizione sarda avrà ampio spazio con is Muccadoris pintaus: ci sarà spazio per l’inaugurazione di una mostra sull’arte della lavorazione dei Muccadoris nella tradizione campidanese e un laboratorio degli artigiani decoratori e esposizione di antichi reperti. Sempre sabato ci sarà anche Sa Festa in pratza: protagonisti i balli sardi con gli abiti dei paesi della provincia di Oristano. La serata si chiuderà con Sa chena manna: una grigliata di carne, bruschette, castagne e vino per tutti.

Nella mattina di domenica 10 dicembre sa cricca manna sarà impegnata nella raccolta della legna per il falò nelle vie del paese e con il taglio dell’alloro. Il mercato di Santa Lucia aprirà alle 10 e si potrà visitare ancora la mostra sui Muccadoris. La mattina prosegue con le Cantine in festa e is Cantadoris. I visitatori potranno degustare i vini e l’aperitivo della tradizione nurachese in compagnia dei migliori cantanti della tradizione sarda.

Alle 12 si potrà assistere alla preparazione del grande falò e agli addobbi della piazza che si prepara alla grande festa della sera. Alle 13 si potrà pranzare con piatti tipici, specialità e vini locali. Nel primo pomeriggio tanto spazio sarà dedicato ai bambini con “Il circo a tre ruote”,  spettacolo di giocolieri, equilibristi e clown, mentre alle 17 arriveranno mangiafuoco e sputafuoco, con il Cerchio di Saman: giochi e pioggia di fuoco e cerchi magici. All’imbrunire saranno poi gli artisti di Les Brillants a proporre uno spettacolo itinerante con personaggi fantastici, bolle di sapone e trampoli. La festa nella piazza centrale si vivrà con la presenza di numerosi danzatori con indosso gli abiti tradizionali dei paesi dell’Oristanese che si cimenteranno nei balli tradizionali. Sa chena manna avrà ancora il menù speciale per quanti vorranno condividere questa giornata gioiosa.

Nel pomeriggio di martedì 12 dicembre sa Priorissa e is Oberaias faranno il loro ingresso nella piazza della chiesa, accompagnate dalle bandiere dei comitati e da is goccius, preghiere cantate. Il rito religioso si concluderà con l’accensione del falò in onore di Santa Lucia e torneranno Sa Festa in pratza con i balli tipici e Sa Chena manna.

Mercoledì 13 dicembre saranno le celebrazioni religiose e le messe in chiesa a concludere questa edizione de Le Notti di Santa Lucia.

Il falò - Foto pagina Facebook Le Notti di Santa Lucia
Il falò - Foto dalla pagina Facebook Le Notti di Santa Lucia

La storia della festa. Sessantotto anni fa Giuseppina Canu aveva 21 anni e fu scelta per essere Priorissa: oggi, a 89 anni, ha indossato la stessa gonna di quel 12 dicembre 1955. “Avevo scelto il tessuto migliore”, spiega, indicando la gonna che ancora splende nella sua bellezza con i decori floreali in velluto. “Eravamo giovani, eravamo tantissimi, la piccola piazza era gremita di tutti i nurachesi e avevamo ballato per tutta la notte davanti al fuoco. Ho dei ricordi molto belli. In quegli anni ballavamo i balli sardi e anche quelli che cominciavano ad andare di moda”.

Ma la festa vera e propria a quel tempo durava un anno intero. “Con le mie amiche che avevo scelto come Oberaias“, ricorda la signora Canu, “Rosa Scalas e Celestina Lochi (rispettivamente del 1933 e del 1935), andavamo ogni sabato in giro per le case del paese a chiedere fiori freschi da porre ai piedi del simulacro di Santa Lucia, esposto nella chiesa. Avevamo il compito di tenere in ordine e pulita la cappella dedicata alla santa protettrice della vista. All’invito che resta un rito dopo l’investitura del ruolo di Priorissa, eravamo in pochi: c’erano le nostre famiglie e il parroco. Oggi invece questo aspetto della festa è un momento da vivere tutti insieme. Ricordo che dopo i festeggiamenti del 12 e 13 dicembre in modo più ristretto si celebrava Santa Lughiedda”.

C’è poi un altro aneddoto che si perde nella prima metà del 1900: dai racconti di Giuseppina Canu emerge che dopo l’investitura ufficiale si viveva il momento de s’intregu, quando la nuova Priorissa veniva accolta dalla precedente: si trattava di una sorta di passaggio di consegne in forma strettamente privata, tra le ragazze. Con il tempo questo rito si è perso, ma nulla toglie che dopo attenti studi possa tornare a essere un momento importante.

Per diventare Priorissa è sempre esistito un elenco conservato nella parrocchia, al quale i genitori potevano iscrivere le proprie figlie, per un puro desiderio o per sciogliere un voto nei confronti di Santa Lucia. Il nome della prescelta veniva poi annunciato in chiesa durante la messa dell’Epifania. Stefana Murgia fu Priorissa all’età di 17 anni, nel 1979. “Quell’anno ricordo di essermi arrabbiata così tanto con mia mamma che mi iscrisse contro il mio parere. Eppure capii solo vivendo questa esperienza che fu un momento molto ricco per me, da cui ho imparato tanto. Il paese”, dice Murgia, “collaborò alla riuscita della festa. Le mie Oberaias erano Eufrasia Pinna e Annarita Manca. Ricordo che diverse famiglie ci prestarono i loro gioielli più preziosi da indossare proprio la sera del 12 dicembre: per molte persone era motivo d’orgoglio, un desiderio, che sa Priorissa e is Oberaias potessero splendere ancora di più con indosso dei gioielli importanti. Qualcuno ce li prestò per sciogliere un voto personale. I nostri abiti erano semplici e non tradizionali, sono felice che l’abito tradizionale stia tornando in auge per celebrare Le Notti di Santa Lucia”.

Foto pagina Facebook Le Notti di Santa Lucia
Foto dalla pagina Facebook Le Notti di Santa Lucia

Nel 1982 fu la volta di Barbara Meli, che in quell’anno aveva 16 anni. “La mia investitura”, racconta, “arrivò per sciogliere il voto che i miei genitori avevano fatto in seguito ad un incidente a un occhio accaduto a mio padre. Le mie Oberaias erano Annalisa Pinna e Tiziana Lasiu. Ricordo la sera del 12 dicembre con una bellissima festa, ma il mio rammarico era legato a un desiderio inespresso: avrei voluto che il falò fosse molto, molto più alto!”, ammette sorridendo, mentre ricorda un vezzo di adolescenza. “Nei miei ricordi di oltre 40 anni fa c’è un grande mercato: in occasione della festa in tanti arrivavano dal Montiferru per vendere la frutta di stagione durante la festa a Nurachi”.

Simona Demelas nel 1994 aveva 18 anni e fin da bambina ha sempre sognato di ricoprire il ruolo di Priorissa. “Quando arriva dicembre per me si apre un periodo tanto atteso e di grande festa. Anche quando la vita mi ha portata distante da Nurachi”, dice Demelas, “ho sempre cercato di essere in paese per le Notti di Santa Lucia. È molto difficile da spiegare e far percepire a chi ci ascolta o legge qual è l’emozione che si prova. Ho vissuto la festa del 12 e 13 dicembre insieme alle mie Oberaias Kety Tiana e Martina Masala. Ricordo che il simulacro di Santa Lucia rimase a casa mia per un anno, un fatto insolito dettato dalla fase di restauro della chiesa in quel periodo. Ho memoria del simulacro in casa mia e proprio in quell’anno la devozione nei confronti della santa è cresciuta ancor di più”.

“Poter fare sa Priorissa ha dato un senso maggiore alla mia fede”, prosegue Simona Demelas, mentre cerca tra i suoi ricordi più belli. “Avevamo il dovere di frequentare tutte le novene che precedevano la festa. Nel 1994 la comunità di Nurachi fu molto generosa con noi, ci furono talmente tante offerte che riuscimmo a comprare tutti i fiori, dei boccioli di rosa in particolare. I dolcetti da offrire a tutti i nostri compaesani erano quelli tipici della tradizione ed erano preparati con la frutta secca e quella di stagione. Alla festa arrivarono persone anche dai paesi vicini”.

Il ballo è uno dei momenti tradizionali delle Notti di Santa Lucia, soprattutto il ballo sardo, che da sempre ha unito le comunità nelle piazze. Fino a che ha potuto, Pietro Manca ha insegnato alle giovanissime Priorissas e alle Oberaias i passi per poter danzare seguendo le note tradizionali. Una figura importante quella dello storico componente del gruppo folk, che viene ricordata dalle donne che ricoprirono il ruolo di Priorissa diversi anni or sono.

Martedì, 21 novembre 2023

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Fonte: Link Oristano


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