Oristano
Ritardi per i tariffari, grande preoccupazione anche da parte della Cisl di Oristano
Anche nell’Oristanese nei laboratori di analisi privati sono in pericolo le prestazioni in regime di convenzione con il sistema sanitario nazionale. Salvo rinvii, dovrebbe entrare in vigore il prossimo 1° aprile il nuovo tariffario nazionale, con tagli dei rimborsi anche del 70%. Sindacati e associazioni chiedono l’intervento della Regione, che potrebbe rivedere al rialzo le tariffe ma facendosi carico delle maggiori spese.
Nei giorni scorsi ha espresso grande preoccupazione Adiconsum Sardegna, che si è detta pronta a “denunciare i vertici regionali per le gravi inadempienze a danno dei cittadini”, qualora l’amministrazione non adeguasse il tariffario entro la fine del prossimo mese.
Da tempo i laboratori convenzionati sollecitano un ritocco al rialzo delle tariffe, ferme dal 1997, e non si aspettano certo un taglio, che non sarebbe sostenibile economicamente.
Sulla vicenda ha preso posizione anche la Cisl di Oristano. “Come organizzazione sindacale ci uniamo all’appello di Federlab”, ha detto Alessandro Perdisci, segretario generale del sindacato, “la Regione Sardegna metta in essere un nuovo tariffario sostituendo quello attuale, oramai obsoleto, come già fatto da altre regioni”.
“La decisione del Ministero della Salute”, ha concluso Perdisci, “rappresenta un serio rischio di aggravare ulteriormente la già drammatica situazione della sanità sarda. Non solo: porterebbe anche a un ulteriore aumento sia dei costi per i pazienti che delle liste di attesa negli ospedali”.
“Condividiamo in pieno l’allarme lanciato dal segretario della Cisl di Oristano e dai laboratori privati della regione”, ha affermato il presidente di Adiconsum Sardegna, Giorgio Vargiu. “A partire da aprile i cittadini residenti in Sardegna potrebbero subire da un lato una riduzione delle prestazioni sanitarie come analisi di laboratorio ed esami clinici, dall’altro un’impennata dei costi delle prestazioni anche nelle strutture convenzionate col Servizio sanitario nazionale”.
“La conseguenza diretta”, ha proseguito Vargiu, “sarebbe quella di privare migliaia di utenti delle cure mediche di cui necessitano, attraverso una diminuzione generalizzata dei servizi sul territorio e un incremento dei prezzi di analisi ed esami che renderebbe impossibile per molti sardi affrontare i costi della sanità. La Regione Sardegna appare distratta dalle prossime elezioni regionali e ha rinviato alle calende greche la soluzione del problema: ma la sanità è un diritto fondamentale dei cittadini, riconosciuto dalla nostra Costituzione, e proprio per questo chiediamo all’amministrazione di intervenire subito, adeguando entro il prossimo 30 marzo il tariffario. In caso contrario, saremo costretti a denunciare penalmente i vertici regionali per le gravi inadempienze a danno dei cittadini”.
Giovedì, 15 febbraio 2024
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