(Adnkronos) - Basi Usa in Qatar e Iraq nel mirino dell'Iran, in risposta all'attacco congiunto con Israele di sabato notte, quando Washington e Tel Aviv hanno colpito i siti nucleari di Teheran. Una rappresaglia annunciata, arrivata oggi con un lancio di missili "pari a quello delle bombe americane lanciate sull'Iran" dagli Stati Uniti, ha poi rivendicato il Consiglio di Sicurezza Nazionale iraniano confermando l'attacco. 

Al momento non risultano morti e feriti nei raid, mentre Doha spiega che i missili sul suo territorio sono stati tutti intercettati. 

Ad essere presa di mira, la base di Al Udeid in Qatar, la più grande base militare degli Stati Uniti in Medio Oriente. Secondo Axios, Teheran avrebbe lanciato almeno 10 missili contro l'impianto situato nel deserto fuori da Doha e dove sono di stanza circa 10mila soldati americani. 

L'esercito di Teheran, nell'annunciare di aver attaccato "la più grande risorsa strategica americana nella regione", ha quindi confermato di aver "preso di mira la base statunitense di Al Udeid in Qatar con un devastante e potente attacco missilistico nell'ambito dell'operazione Besharat Fatah". 

Dopo la reazione irata di Doha, che si riserva "il diritto di rispondere" alla violazione della sua "sovranità", le forze iraniane hanno precisato che l'attacco è avvenuto lontano "dalle strutture urbane e dalle zone residenziali in Qatar" e che "l'azione non ha rappresentato alcuna minaccia nei confronti del paese amico e fraterno Qatar e del suo nobile popolo". 

Nel mirino dell'Iran anche una base Usa in Iraq, secondo alcune fonti si tratterebbe della base di Ayn al-Asad, già bersagliata dall'Iran l'8 gennaio del 2020 in quella che fu la rappresaglia della Repubblica islamica per l'uccisione a Baghdad del generale Qassem Soleimani. Baghdad intanto esprime "grave preoccupazione" dopo gli attacchi di Teheran, ribadendo il pericolo di un "allargamento del conflitto".  

"Questa escalation preannuncia tensioni ancora maggiori e segna una svolta pericolosa e senza precedenti nel conflitto", ha dichiarato il Ministero degli Esteri in una nota, ribadendo i suoi "ripetuti avvertimenti riguardo al pericolo di coinvolgere nuove parti, il che potrebbe portare a un ampliamento del confronto" in Medio Oriente. 

Diversi media internazionali parlano intanto di una rappresaglia annunciata in anticipo sia al Qatar che agli Usa in modo da limitare danni e vittime. 

E' il caso del New York Times, che cita tre funzionari iraniani a conoscenza dei piani, spieganod che l'Iran avrebbe coordinato gli attacchi alla base americana in Qatar con i funzionari dell'emirato del Golfo, informato in anticipo Doha. Secondo le stesse fonti, l'Iran doveva simbolicamente contrattaccare gli Stati Uniti, ma allo stesso tempo farlo senza scatenare un'ulteriore escalation. Una strategia, fa notare il quotidiano americano, simile a quella adottata nel 2020, quando l'Iran avvisò l'Iraq prima di lanciare missili balistici contro una base americana nel Paese arabo. 

Anche secondo Axios e Bbc l'Amministrazione Trump sarebbe stata informata in anticipo. L'attacco è stato una risposta calcolata, che non voleva innescare una reazione catastrofica da parte americana mantenendo la promessa di vendicare i raid Usa, spiega un analista dell'emittente britannica.  

In ogni caso, la rappresaglia non giunge inaspettata. Dopo le minacce dei giorni scorsi, ancora nella mattinata di oggi il comandante supremo delle forze armate di Teheran aveva infatti dichiarato che il Paese "non farà mai marcia indietro" e lanciato quindi un duro avvertimento agli Stati Uniti, "entrati ormai in guerra". 

Nel mezzo dell'escalation, oltre al Qatar, anche Iraq, Kuwait, Emirati Arabi Uniti e Bahrein hanno intanto chiuso il loro spazio aereo nel timore che la rappresaglia iraniana prenda di mira anche i loro Paesi. 

"Non abbiamo violato i diritti di nessuno né accetteremo mai che qualcuno violi i nostri, e non ci arrenderemo alla violazione di nessuno. Questa è la logica della nazione iraniana", le parole su X della Guida Suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei, dopo l'attacco. 

Donald Trump ha intanto pubblicato un post sul suo social Truth. Ma non per commentare direttamente la situazione dell'attacco missilistico iraniano. Il presidente americano ha scelto infatti di attaccare le "fake news" - e coloro che secondo lui le diffonderebbero - sul precedente attacco americano ai siti nucleari iraniani.  

"I siti che abbiamo colpito in Iran sono stati completamente distrutti, e tutti lo sanno", ha scritto: mentre Trump e i funzionari statunitensi hanno definito l'operazione un successo clamoroso, alcuni osservatori - e media statunitensi - hanno fatto presente che è troppo presto per una valutazione adeguata dei danni e per calcolare quanto gli attacchi abbiano danneggiato il programma nucleare. L'impianto di Fardo, ad esempio, si trova in profondità nel sottosuolo, il che rende difficile utilizzare le immagini satellitari per valutare con precisione l'entità dei danni causati dalle bombe statunitensi. Questo ha scatenato la rabbia di Trump. 

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