La direzione del carcere sassarese di Bancali ha scritto all'avvocato di Alfredo Cospito, l'anarchico detenuto al 41 bis e da quasi 100 giorni in sciopero della fame, per invitare la dottoressa Angelica Milia, che segue le sue condizioni di salute, a non rilasciare più dichiarazioni a Radio Onda d'Urto. "Visto quanto segnalato dal direttore generale della D.G.D.1., con nota pervenuta a questa Direzione il 20 gennaio, la dottoressa Milia viene diffidata a rilasciare a seguito delle visite, dichiarazioni all'emittente radio 'Onda d'Urto', al fine di non vanificare le finalità del regime di cui all'ex art. 41 bis. Ulteriori dichiarazioni rese in tal senso, potranno indurre a valutare la revoca dell'autorizzazione all'accesso in Istituto", si legge nella lettera.

"E' BAVAGLIO ALL'INFORMAZIONE" - Immediata la replica dell'emittente che si definisce "storicamente legata ai movimenti sociali". "Si tratta di un provvedimento gravissimo, un attacco che non riguarda solo la nostra emittente (che trasmette dal 1985 come testata giornalistica regolarmente iscritta al Tribunale di Brescia) ma più in generale la libertà di informazione e che denota un accanimento repressivo-carcerario contro il detenuto, di cui pare acclarato non si vogliano far conoscere le condizioni di salute sempre più critiche, unico oggetto delle interviste rilasciate dalla dottoressa Milia a Radio Onda d'Urto. Evidentemente rompere il silenzio in cui rischia seriamente di morire Alfredo Cospito rappresenta qualcosa che...'vanifica le finalità del regime di cui all'ex art. 41 bis O.P."'.

"Crediamo quindi che a preoccuparsi, e a reagire, dovrebbero essere tutti gli operatori e le operatrici dell'informazione di questo Paese. Quello che può essere o non essere detto a una specifica emittente radiofonica non lo può decidere l'Amministrazione Penitenziaria - osserva la radio - La stessa preoccupazione dovrebbe riguardare gli organi, nazionali e lombardi, di rappresentanza dei giornalisti, oltre che le forze politiche, dentro e fuori il Parlamento". "Nelle prossime ore capiremo quale sia la via migliore e più efficace per rispondere, in maniera larga, a quello che riteniamo essere un segnale decisamente preoccupante. - conclude la nota dell'emittente - E' chiaro però che serve ora una risposta dal responsabile ultimo del Dap, ossia il Ministro della Giustizia, on. Carlo Nordio".

"MAI DETTO NIENTE SU 41BIS" - "Io mi sono sempre limitata a esternare le condizioni di Alfredo da quando ha iniziato lo sciopero della fame, non mi sono mai pronunciata su quelle che sono le condizioni carcerarie nelle quali vive". Così a Radio Onda d'Urto la dottoressa Angelica Milia, che segue le condizioni di salute dell'anarchico Alfredo Cospito, in sciopero della fame da quasi 100 giorni nel carcere di Bancali, in merito alla diffida che l'amministrazione penitenziaria di Sassari ha emesso nei suoi confronti. La dottoressa è stata autorizzata ad una nuova visita il 26 gennaio, ma è stata invitata a non parlare più con quella radio. "Sono allibita", commenta.

"Una volta - racconta - abbiamo parlato dello spazio ristretto nel quale lui prendeva l'ora d'aria ma al di là di questo niente, perché il detenuto mi viene portato in infermeria e di fatto io non ho mai visto la cella di Alfredo, è lui che me ne ha parlato. Non capisco perché non possa esternare quelle che sono le condizioni di salute di Alfredo - aggiunge - Oggi ho parlato con il collega delle carceri che mi ha detto che ha perso circa 10 chili nel giro di una settimana". A questo punto la visita del 26 gennaio potrebbe saltare. "Non lo so - dice alla emittente Angelica Milia - perché non so se anche questa intervista fatta oggi mi possa pregiudicare l'ingresso. Non lo so - ribadisce - sono allibita".

IL PERCHE' DELLA MOSSA DEL DAP - Una "violazione delle prescrizioni previste dall'articolo 41-bis" sarebbe alla base della lettera inviata dal carcere di Sassari al legale di Alfredo Cospito sul comportamento a cui dovrà attenersi la dottoressa Angelica Milia, il medico che segue le sue condizioni di salute nel carcere di Sassari. E' quanto ricostruisce l'ANSA con fonti del Dap. Nei giorni scorsi, infatti, le dichiarazioni rilasciate alla stampa dal sanitario sarebbero state segnalate all'autorità giudiziaria al fine di "valutare possibili violazioni" di quanto previsto dall'art. 41-bis, che intende proprio impedire contatti e comunicazioni tra i detenuti e l'esterno. "Nessuna censura", quindi, da parte dell'Amministrazione Penitenziaria, ma solo la "necessità di conciliare la libertà di espressione del medico con le finalità previste dal regime speciale dell'art. 41-bis", sottolineano le stesse fonti.

Fonte: Ansa Sardegna


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