Oristano
L’analisi dei risultati dal 2004 ai giorni nostri,
con i numeri dell’Oristanese spesso sotto la
media
Alle regionali del 2004 oltre sette sardi su 10 si erano presentati alle urne, 15 anni più tardi, invece, aveva scelto di votare appena un elettore su due. Chissà se si riuscirà a invertire la tendenza negativa domenica 25 febbraio, quando i cittadini sardi saranno chiamati a scegliere il presidente della Regione.
Tornando al 2004, in Sardegna gli elettori erano 1.449.052. Di questi erano andati a votare in 1.031.869, il 71,2%. Una risposta simile era arrivata anche in provincia di Oristano, con l’affluenza al 69,85% (152.275 aventi diritto, 106.370 votanti). Aveva vinto il centrosinistra con Renato Soru, davanti al centrodestra che aveva come leader Mauro Pili.
Cinque anni più tardi, nel 2009, il primo calo nella partecipazione al voto. Nell’isola aveva votato il 67,57% degli aventi diritto (gli elettori erano 1.473.180, i votanti 995.498). Sotto la media il dato registrato nell’Oristanese, con l’affluenza al 65,66% (152.774 aventi diritto, 100.324 votanti). Le urne in quell’occasione avevano premiato il centrodestra di Ugo Cappellacci, beffando proprio Soru, che non era riuscito a strappare la conferma.
Ma è nel 2014 che a farsi strada è stato davvero il partito del non voto, come testimoniato dal dato dell’affluenza, appena al 52,34%. A differenza delle tornate elettorali precedenti, si era votato in una sola giornata e non più in due. Urne aperte soltanto la domenica anche nel 2019, e così sarà pure quest’anno.
Dieci anni fa in Sardegna i votanti erano stati 774.939 su 1.480.332 aventi diritto. E in provincia di Oristano l’affluenza registrata era andata addirittura sotto il 50%, fermandosi al 49,66% (75.482 votanti su una platea di 151.883 elettori). A spuntarla era stato nuovamente il centrosinistra, stavolta guidato da Francesco Pigliaru, che aveva negato il bis a Cappellacci.
Infine, nel 2019 elezioni regionali vinte dal centrodestra con Christian Solinas, davanti all’allora sindaco di Cagliari Massimo Zedda per il centrosinistra e a Francesco Desogus per il Movimento 5 Stelle. L’affluenza era salita di poco più di un punto rispetto a cinque anni prima, arrivando al 53,74% (con 790.332 votanti su 1.470.401 aventi diritto). Ancora sotto la media il dato nell’Oristanese: affluenza al 51,25%, con 76.549 votanti su 149.346 elettori.
Fino ad arrivare ai giorni nostri. Domenica 25 febbraio si sfideranno Alessandra Todde, Paolo Truzzu, Renato Soru e Lucia Chessa. Il campo largo sostiene Todde. La coalizione di centrosinistra conta 10 liste: Sinistra Futura, Demos Democrazia Solidale, Partito Democratico, Alleanza Verdi e Sinistra, Partito Socialista Italiano – Sardi in Europa, Uniti per Alessandra Todde, Movimento 5 Stelle, Orizzonte Comune, Fortza Paris, Progressisti.
Nove, invece, le liste di centrodestra con Truzzu. Sono Forza Italia, Fratelli d’Italia, Alleanza Sardegna – Partito Liberale Italiano, Lega Salvini Sardegna, Riformatori Sardi, Democrazia Cristiana con Rotondi, Udc Sardegna, Partito Sardo d’Azione, Sardegna al Centro 20Venti.
La coalizione sarda di Soru conta sull’appoggio di cinque liste: +Europa – Azione con Soru, Movimento Progetto Sardegna, Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, Liberu, Vota Sardigna.
Infine, la candidata Chessa è sostenuta dalla sola lista Sardigna R-esiste.
Venerdì, 23 febbraio 2024
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