Corea del Sud, oltre 120mila telecamere private hackerate per produrre video 'hot'

Quattro persone sono state arrestate in Corea del Sud con l’accusa di aver violato oltre 120.000 telecamere Ip installate in abitazioni e attività commerciali, utilizzando poi le immagini registrate per produrre materiale sessualmente esplicito destinato a un sito web con sede all’estero. Lo riferisce la Bbc, citando la polizia locale, secondo cui gli hacker avrebbero sfruttato vulnerabilità dei sistemi – come password troppo semplici – per accedere ai dispositivi, sempre più diffusi come alternativa economica ai tradizionali impianti di videosorveglianza.
Le telecamere compromesse si trovavano in appartamenti privati, sale karaoke, studi di pilates e perfino in una clinica ginecologica. Uno dei sospetti avrebbe violato da solo 63.000 dispositivi, realizzando 545 video e vendendoli in criptovalute per circa 35 milioni di won (oltre 20mila euro), mentre un altro avrebbe hackerato 70.000 telecamere e commercializzato 648 filmati per circa 10mila euro. I due sarebbero responsabili di oltre il 60% dei contenuti pubblicati nell’ultimo anno sul sito illegale ora sotto indagine. La polizia ha inoltre fermato tre persone accusate di aver acquistato o visionato i video.
Le autorità hanno annunciato misure drastiche per bloccare la piattaforma e collaborare con agenzie estere per risalire al suo gestore. "L’hacking delle telecamere Ip e le riprese illegali causano immense sofferenze alle vittime e sono reati gravissimi: li estirperemo con indagini energiche", ha dichiarato Park Woo-hyun, responsabile delle investigazioni informatiche. La polizia sta contattando i proprietari delle telecamere violate per assisterli nella rimozione dei contenuti e, soprattutto, invita gli utenti a cambiare regolarmente le password per proteggere la propria privacy.
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