Bosa
Verrà monitorato con un trasmettitore satellitare
Ciuffo è tornato a volare sopra le falesie che per lui sono casa, dai promontori che sovrastano la costa di Bosa e sembrano fatti apposta per ospitare questa particolare specie di avvoltoio. È la storia del primo grifone completamente recuperato nell’isola dopo un incidente da elettrocuzione.
A dargli questo soprannome è stato un cittadino di Bosa che fa parte della grande comunità di appassionati e volontari grazie ai quali il processo di ripopolamento del grifone in Sardegna ha avuto un successo straordinario. Ha circa tre anni, è nato nell’isola ed è di casa nel Bosano, dove si era conservata l’unica colonia autoctona di grifoni in Italia prima che i progetti Life Under Griffon Wings e Life Safe for Vultures generassero un ciclo virtuoso che ha scongiurato l’estinzione dello “spazzino delle campagne” e che ora sta creando tutti i presupposti per il suo ritorno non solo nel Nord Ovest della Sardegna, ma in tutta l’isola.
Spinto dall’applauso e dal tifo dei bambini della prima elementare di Bosa, una volta liberato Ciuffo si è guardato attorno per pochi istanti, il tempo di decidere che direzione prendere, e poi ha decollato. La sua storia è straordinaria. Soccorso tempestivamente nell’aprile del 2023 dagli uomini del Corpo Forestale grazie alla segnalazione del fotografo naturalista Uccio Saccu, che con alcuni scatti partecipa a una mostra itinerante inaugurata il 25 gennaio a Cagliari, l’animale era in gravissime condizioni. Prelevato dalle campagne di Pozzomaggiore, è risultato vittima di un incidente da elettrocuzione che pareva irrecuperabile. Grazie alle cure dell’equipe veterinaria di Forestas, che opera nel Centro di recupero della fauna selvatica di Bonassai, a Sassari, è completamente guarito ed è tornato a sfidare le correnti ascensionali assieme alla sua comunità.
Ciuffo è il primo grifone in Sardegna completamente ristabilito dopo una elettrocuzione che peraltro, assicurano gli esperti, era tutt’altro che lieve. “È arrivato nella nostra clinica in condizioni disperate, con lesioni al radio e all’ulna particolarmente significative e certamente imputabili all’elettrocuzione”, ricorda Marco Muzzeddu, veterinario di Forestas, che ha coordinato il team che per tutti questi mesi si è preso cura di Ciuffo.
“Aveva perso tutte le piume”, prosegue Muzzeddu, “ma il protocollo terapeutico adottato, con cambi quotidiani di bendaggi, non solo ha permesso di assorbire completamente il vasto edema che si era procurato nell’incidente, ma anche la muta completa. Dopo dieci giorni abbiamo iniziato a pensare che avremmo potuto salvarlo, ma temevamo di non assistere a ciò che abbiamo visto oggi”.
Questa mattina Ciuffo è entrato nella grande famiglia di Life Safe for Vultures, il progetto di cui è capofila il Dipartimento di Medicina veterinaria dell’Università di Sassari e di cui sono partner l’Agenzia Forestas, il Corpo Forestale, E-Distribuzione e la Vulture Conservation Foundation.
La professoressa Fiammetta Berlinguer, responsabile scientifica del progetto, ha dotato l’esemplare di un trasmettitore satellitare per poterne monitorare i movimenti e tracciare le abitudini. “Ciò a cui abbiano assistito oggi”, spiega Berlinguer, “è un fatto davvero straordinario. Osservare i suoi comportamenti ci consentirà di disporre di ulteriori elementi utili per indirizzare al meglio anche le future attività di conservazione”.
Giovedì, 22 febbraio 2024
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