(Adnkronos) - Un insetto sta devastando orti, alberi da frutto, aree verdi e fiori in Piemonte e Lombardia, ma rappresenta una minaccia seria in tutta Europa. Ufficialmente si chiama 'Popillia japonica Newman' ma è conosciuto anche come 'scarabeo giapponese.
Si tratta di un coleottero scarabeide estremamente polifago, originario del Giappone e della Russia orientale. All’inizio del XX secolo è stato accidentalmente introdotto negli Stati Uniti e in Canada e negli anni ’70 in Portogallo (per la precisione nell’isola di Terceira nell’arcipelago delle Azzorre).
Nell’estate del 2014, è stato segnalato per la prima volta nell’Europa continentale e in particolare in Italia tra Piemonte e Lombardia in una vasta area del Parco del Ticino. Dal 2017, l’insetto è presente anche in Svizzera.
"Gli adulti di Popillia japonica sono di colore verde metallizzato brillante con le elitre che non arrivano a coprire completamente il corpo di color bronzo ramato; sono di forma ovale e di dimensioni variabili da 8 a 11 mm di lunghezza e da 5 a 7 mm di larghezza. La femmina è tipicamente più grande del maschio", si legge sul sito della Regione Lombardia. C'è un elemento che consente di distinguere facilmente questa specie da altri coleotteri spesso presenti negli stessi ambienti: la presenza di ciuffi di peli bianchi (5 ai lati terminali dell’addome e 2 più ampi sulla parte terminale delle elitre).
Popillia japonica è un insetto gregario e può essere ritrovato in gruppi numerosi in attività trofica o riproduttiva. Quando le temperature sono basse le larve sfuggono al freddo approfondendosi nel terreno per 10-20 cm, gli adulti invece sono attivi tra giugno e settembre con un picco di attività a metà luglio. In estate le femmine depongono le uova direttamente nel terreno o singolarmente o in piccoli gruppi; talvolta scavano una piccola galleria nei primi 10 cm di suolo per depositare le uova.
I danni a carico delle foglie rappresentano senza dubbio il sintomo più evidente della presenza di Popillia japonica. Questi insetti si nutrono in modo gregario e iniziano generalmente dalla cima per poi scendere via via verso il basso. Quando la densità della popolazione dell’insetto è elevata, le foglie risultano scheletrizzate con la sola venatura centrale ancora integra, mentre fiori e frutti vengono quasi completamente distrutti. Le foglie così colpite imbruniscono e cadono o rimangono attaccate alla pianta.
"Le larve si nutrono appena al di sotto della superficie del suolo e causano danni esclusivamente alle radici. I sintomi sono aspecifici; nel caso di tappeti erbosi infestati questi includono diradamento, ingiallimento ed avvizzimento, con la comparsa di evidenti macchie di erba morta generalmente a fine estate o all’inizio dell’autunno. Nel caso di gravi infestazioni l’intero manto erboso può andare incontro a morte", si legge ancora sul sito della Regione Lombardia.
Il Popillia japonica non è pericoloso per l’uomo, ma le sue infestazioni causano ingenti perdite economiche e richiedono elevati costi di contenimento.
Al momento i Popillia japonica sono stati segnalati su più di 300 specie vegetali comprendenti alberi da frutto, essenze forestali, colture in pieno campo, ortive, piante ornamentali e piante spontanee dove si nutrono di foglie, fiori e frutti. Le larve, invece, nutrendosi delle radici preferibilmente di graminacee, possono provocare ingenti danni a prati, campi sportivi e tappeti erbosi.
A partire da luglio in Piemonte saranno effettuati i monitoraggi nella zona cuscinetto dove l’insetto non è ancora stato segnalato, ma la Regione si è già mossa a fine maggio posizionando 1200 trappole 'attract and kill' con forma a ombrello con una rete impregnata di insetticida che attirano il coleottero con esche specifiche e lo eliminano.
In Lombardia sono state effettuate ispezioni visive, monitoraggi larvali, trappolaggi (sia per la cattura massale degli individui, sia per monitorare l’andamento delle popolazioni dell’insetto) e trattamenti contro larve e adulti sia mediante prodotti chimici che biologici. Inoltre sono stati adottati protocolli per la protezione dell’aeroporto di Malpensa, con particolare attenzione alle aree di carico e scarico merci e passeggeri, differenziate in funzione del rischio fitosanitario e della tipologia di area nella quale vengono applicate; e un piano ad hoc per l'area di San Siro dal momento che "le estese superfici a prato e aree verdi dell’intero quartiere, incluse le piste in erba per la corsa dei cavalli, rendono l’area di San Siro particolarmente adatta allo sviluppo di importanti popolazioni di Popillia japonica".
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