Abbasanta
Il Comprensivo dovrebbe essere accorpato a quello di Ghilarza
Continua la levata di scudi dopo la firma del decreto sul taglio delle dirigenze scolastiche in provincia: oltre a due a Oristano e a quello di Marrubiu, dovrà essere accorpato anche l’Istituto comprensivo di Abbasanta, che andrà a confluire in quello di Ghilarza, insieme a quelli di Paulilatino e Norbello. Ma gli insegnanti non ci stanno e propongono una riflessione sulle conseguenze della decisione.
“Il personale docente dell’Istituto comprensivo di Abbasanta, essendo venuto a conoscenza dell’accorpamento all’Istituto comprensivo di Ghilarza, attualmente sottodimensionato, dopo aver riflettuto e vagliato le conseguenze relative a tale provvedimento, ritiene che la soppressione del proprio istituto avrà ricadute negative sia dal punto di vista amministrativo sia, soprattutto, da quello didattico”, spiegano in una nota. “Il nostro istituto è infatti abbastanza complesso, essendo composto da 9 plessi situati in 3 comuni diversi, Abbasanta, Norbello e Paulilatino, cui afferiscono anche gli alunni di Bidonì, Aidomaggiore e Sorradile; ciascuno dei quali con una realtà sociale, culturale ed economica differenziata”.
Ci sono a rischio dei posti di lavoro. “Abbasanta è un comune montano e, pertanto, con i suoi 452 alunni rientra a pieno titolo nel numero di 400 alunni previsto per tali Comuni. L’Istituto comprensivo ha la sua autonomia, ha un dirigente scolastico e un direttore dei servizi generali e amministrativi, titolari da 5 anni, e 3 assistenti amministrativi, che conoscono in maniera approfondita la complessa realtà summenzionata e che, con tale soppressione, sarebbero tutti perdenti posto”, hanno continuato i docenti.
I progressi fatti negli anni potrebbero andare sprecati. “Le scelte educative, didattiche e organizzative portate avanti negli anni hanno permesso all’Istituto di avere un tasso di dispersione scolastica pari a zero. I risultati delle prove nazionali Invalsi nella scuola primaria e secondaria di I grado sono progressivamente migliorati nel corso degli ultimi anni, allineandosi e talvolta superando la media regionale e nazionale”, hanno dichiarato gli insegnanti. “Inoltre, l’offerta formativa è stata potenziata con l’istituzione dei corsi ad indirizzo linguistico e sportivo, del tempo pieno in un plesso della scuola primaria, delle certificazioni linguistiche e, dal corrente anno scolastico, del Ministay all’estero per le classi terze della scuola secondaria di I grado”.
“Le iscrizioni nel corso degli anni sono rimaste costanti e i trasferimenti degli alunni sono avvenuti esclusivamente per motivi familiari. Si evidenziano, inoltre, gli importanti investimenti da parte della scuola per l’acquisto di strumenti e arredi per l’allestimento di nuovi laboratori, finalizzati al raggiungimento degli obiettivi che caratterizzano il nostro piano dell’offerta formativa”, aggiunge la nota. “Da non sottovalutare anche la destinazione di fondi pubblici da parte delle diverse Amministrazioni per importanti progetti didattici, la ristrutturazione e la messa in sicurezza degli edifici scolastici, con particolare attenzione agli uffici amministrativi della sede centrale dell’Istituto comprensivo”.
Per gli insegnanti le conseguenze sono chiare. “Sulla base di queste essenziali considerazioni, l’accorpamento all’Istituto comprensivo di Ghilarza non garantirebbe gli stessi standard qualitativi raggiunti, poiché si andrebbe a costituire un mega istituto composto da 16 plessi e 11 comuni di riferimento. Trattandosi, nel complesso, di una realtà già caratterizzata da povertà educativa, mancanza di strutture di aggregazione, livello socio-economico medio-basso e un tasso di spopolamento elevato, una sola autonomia porterebbe a una gestione impersonale della scuola e all’impossibilità di avere cura del singolo, con una conseguente regressione a livello didattico-educativo e una progressiva dispersione scolastica”, hanno concluso i docenti. “Pertanto, quanto deliberato dalla Giunta regionale nel documento del 22 dicembre 2023, n. 46/25, non porterebbe alcun beneficio ai due Istituti comprensivi coinvolti, ma solo una grande perdita per tutto il territorio”.
Martedì, 3 gennaio 2024
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