Oristano
La banda aveva aggredito il mercato con un prodotto di alta qualità a prezzi concorrenziali
Sono 14 le persone indagate dalla Questura di Oristano con l’inchiesta The Butcher, il macellaio, che ha messo insieme diverse vicende e portato alla scoperta di una banda che operava in tutta la provincia, specializzata nella produzione e lo spaccio di sostanze stupefacenti.
L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Oristano, è stata condotta dagli uomini della Squadra mobile di Oristano, guidata dal dirigente Samuele Cabizzosu. L’avviso di conclusione delle indagini preliminari è stato notificato a 14 persone residenti tra Oristano, Palmas Arborea e Masullas.
Nell’operazione sono stati impegnati oltre 80 uomini tra Questura di Oristano, Reparto prevenzione crimine Sardegna, Reparto volo di Fenosu, unita cinofile di Abbasanta e della Guardia di finanza.
Il risultato è arrivato grazie al materiale raccolto dopo numerosi appostamenti e pedinamenti di tipo tradizionale e da attività tecniche grazie alle quali si è riusciti ad individuare i luoghi in cui la banda custodiva chili di stupefacente da immettere nel mercato oristanese.
Nel corso dell’inchiesta sono stati eseguiti numerosi sequestri di marijuana. È stato appurato che gli indagati si occupavano direttamente della coltivazione di migliaia di piante di canapa indiana, per poi lavorarle ed avere il prodotto da spacciare per tutto l’anno.
Secondo gli elementi raccolti dalla polizia, erano gli stessi componenti del sodalizio criminale a mettere a disposizione i propri terreni e la manovalanza per gestire le piantagioni illegali. Si stima che la marijuana immessa sul mercato della provincia sia arrivata a circa una tonnellata.
Caratteristica peculiare delle piante coltivate dagli indagati è l’elevatissimo principio attivo: nello stupefacente sequestrato, il THC ha toccato punte del 25,6%, dato molto preoccupante che fa pensare a una continua ricerca sulla genetica della marijuana, al fine di poter creare un prodotto sempre di maggiore qualità, per poter monopolizzare il mercato.
L’inchiesta ha permesso di raccogliere prove a carico di tutti i soggetti coinvolti, talvolta colpiti da misure cautelari emesse dalla Procura della Repubblica o arrestati in flagranza di reato.
Con l’indagine è stata ricostruita l’intera filiera dello stupefacente sequestrato, evidenziando una particolare intuizione imprenditoriale del gruppo, che aveva deciso di produrre autonomamente lo stupefacente, quasi a costo zero, permettendosi quindi di spacciarlo – sia al dettaglio che a livelli intermedi – ad un prezzo molto competitivo, per entrare con forza nel mercato provinciale.
Mercoledì, 3 gennaio 2024
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