
(Adnkronos) - Nelle ultime 24 ore a Gaza sono state uccise 101 persone e 625 ferite dal fuoco delle Idf. Lo ha riferito il ministero della Salute della Striscia secondo cui 81 persone sono state uccise mentre erano in attesa di aiuti umanitari. Il ministero ha affermato che il numero di persone uccise in cerca di aiuti è salito a 1.320, con oltre 8.818 feriti.
Ieri almeno 48 palestinesi sono stati uccisi e decine sono rimasti feriti mentre aspettavano cibo a un valico nella Striscia di Gaza, riferisce l'ospedale Shifa di Gaza City, citato dai media israeliani, aggiungendo che morti e feriti si trovavano tra la folla ammassata al valico di Zikim, il principale punto di accesso per gli aiuti umanitari alla Striscia di Gaza settentrionale.
Intanto in un messaggio postato su Truth il presidente americano Donald Trump ricorda che la "via più veloce per mettere fine alle crisi umanitarie a Gaza" passa per "la resa di Hamas e il rilascio degli ostaggi".
E gli Stati Uniti impongono sanzioni a funzionari dell'Autorità Palestinese e dell'Olp, affermando che le loro azioni "compromettono prospettive di pace". In un comunicato del dipartimento di Stato, i due organismi palestinesi vengono accusati di "aver avviato azioni per internazionalizzare il conflitto con Israele, attraverso la Corte penale internazionale e la Corte dell'Aja". E di "continuare a sostenere il terrorismo, con l'incitazione e la glorificazione della violenza (in particolare nei libri di testo) e offrire pagamenti e benefici a terroristi palestinesi e alle loro famiglie".
"Gli Stati Uniti stanno imponendo sanzioni per negare i visti a funzionari dell'Olp e della Anp- conclude la dichiarazione del dipartimento di Stato - è nel nostro interesse nazionale imporre conseguenze e considerare Olp e Anp responsabili per non rispettare i loro impegni e minare le prospettive di pace".
L'Organizzazione mondiale della sanità ha supportato "l'evacuazione medica di 47 pazienti e 129 accompagnatori da Gaza, nonostante le continue difficoltà nelle operazioni umanitarie e le limitazioni di accesso. I pazienti sono stati inviati in Spagna (13 bambini e 1 adulto), Turchia (2 adulti), Francia (4 bambini e 1 adulto), Norvegia (6 bambini e 2 adulti), Giordania (18 bambini)", ha scritto su X il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, esprimendo gratitudine "a tutti i governi e agli operatori sanitari per il loro supporto e le cure specialistiche fornite ai pazienti critici di Gaza. Oltre 14mila pazienti necessitano ancora di cure urgenti", sottolinea il Dg. "Esortiamo altri Paesi a farsi avanti per accettare pazienti da sottoporre a evacuazione medica".
Leggi tutto: Gaza, "101 morti in 24 ore". Trump: "Hamas si arrenda e finirà la crisi umanitaria"

(Adnkronos) - “La pasta è un alimento simbolo della dieta mediterranea ed è parte integrante della nostra cultura alimentare”. Lo ha detto Livio Proietti presidente Ismea intervenendo alla conferenza stampa di presentazione della campagna di comunicazione integrata Masaf, Ismea in partnership con la Fipav – Federazione Italiana Pallavolo, che vede protagoniste le campionesse olimpiche della nazionale azzurra di volley, per la promozione della filiera della pasta italiana.
"L’Italia è il primo produttore globale, con una produzione costantemente in crescita e vanta una leadership mondiale indiscussa, trainando efficacemente l’immagine del Made in Italy. Come Ismea, - ha aggiunto Proietti - l’impegno a sostegno di una filiera così strategica è ad ampio raggio, sia attraverso campagne di valorizzazione - come questa in collaborazione con la Fipav che punta a sottolineare il nesso tra sport e buona alimentazione,- sia attraverso il rafforzamento dei contratti di filiera e della tracciabilità per garantire qualità e competitività".
Leggi tutto: Pasta, Proietti (Ismea): "Impegno a sostegno filiera ad ampio raggio"

(Adnkronos) - Il desiderio sessuale si può accendere anche pagina dopo pagina. Alcune storie non si leggono soltanto, ma accendono l'immaginario, si vivono e si percepiscono sulla pelle. Per questo, in occasione del National Orgasm Day - la Giornata dedicata all'orgasmo che si celebra in tutto il mondo oggi, 31 luglio - arrivano consigli di lettura per risvegliare la passione tra le righe. Rakuten Kobo, rivenditore di libri digitali a livello mondiale, suggerisce 5 titoli per esplorare il lato più audace e coinvolgente della letteratura contemporanea.
Che si tratti di un amore proibito, di un incontro casuale destinato a cambiare tutto o di una tensione che esplode solo all’ultima pagina, ecco i cinque titoli capaci di accendere il desiderio:
'Twisted hate' di Ana Huang (un’appassionante storia d’amore in cui l’odio si trasforma in attrazione irresistibile, perfetta per chi ama il trope 'enemies to lovers);
'The rivals' di Vi Keeland (un romanzo piccante e ad alta tensione in cui gli eredi di due famiglie rivali si contendono un hotel di lusso... e molto di più;
'House of pain' di Naike Ror (un successo di self-publishing che esplora il lato oscuro della bellezza e di come quest’ultima possa diventare una prigione anziché un privilegio);
'Nero come il nostro amore' di Kate Stewart (un viaggio alla scoperta di passioni e avventure al limite, un ottovolante di sentimenti e intrighi che divampano come un incendio indomabile;
'Burning Up. Anime in fiamme' di Claudia Castiello (una storia romantica in cui l’odio brucia più dell’amore e l’incompatibilità è solo l’inizio di un’attrazione esplosiva).
Tra i cinque libri consigliati c'è anche l'autrice italiana Claudia Castiello, con il suo 'Burning Up. Anime in fiamme', edito da Newton Compton. "Sono rimasta piacevolmente sorpresa che un mio libro compaia in una classifica dei cinque titoli più capaci di accendere il desiderio. Non me lo aspettavo", commenta all'Adnkronos.
Il libro di Castiello, scrittrice sarda classe 1994, è un contemporary romance che si concentra sulla dinamica tra due personaggi agli antipodi: Eleanor e Hunter, che inizialmente si detestano ma, quando si trovano a dover lavorare fianco a fianco, la passione si accende dando vita a una storia d’amore irresistibile, piccante e irriverente. Alla domanda su quale sia il segreto, in un romanzo, per 'accendere il desiderio' senza mai scadere nella volgarità, Castiello risponde: "Credo che la definizione di 'volgare' sia strettamente personale e diversa per ognuno di noi. Tuttavia, probabilmente sta tutto nell’emotività della scena, nella tensione e nel legame che si crea tra i protagonisti del romanzo, sia prima sia dopo l’atto sessuale. L’elettricità che scorre tra di loro - sottolinea - anche quando non c’è alcun contatto fisico è ciò che accende il desiderio. Quando c’è questo, per me personalmente, la volgarità non si manifesta. Ecco, forse è ciò che avviene prima o dopo l’atto a dare al lettore – sempre secondo i suoi gusti personali – gli strumenti per definire quelle scene volgari o meno".
Claudia Castiello si dice "assolutamente" favorevole a celebrare una Giornata dell'orgasmo. "Il piacere è ancora considerato un tabù per molti, ma non dovrebbe esserlo - afferma -. Bisognerebbe parlarne senza vergogna, perché non c’è niente di sbagliato nel desiderarlo. Non è qualcosa da nascondere, ma da celebrare. E parlarne apertamente - e celebrarlo - può creare consapevolezza, e allo stesso tempo abbattere quei muri che tutt’oggi persistono". Infine, sui giovani e la sessualità, la scrittrice sostiene come "purtroppo hanno ancora poco spazio per sentirsi ascoltati veramente riguardo a questo argomento. Sono profondamente convinta che creare dialoghi sani sia importantissimo per ricordare loro che il sesso è una scoperta di se stessi, di cosa piace e cosa invece no. E non c’è nulla di cui vergognarsi", conclude.
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(Adnkronos) - "Oggi coniughiamo sport e alimentazione grazie a campionesse straordinarie come quelle del Volley femminile che testimoniano come una corretta alimentazione sia sinonimo di benessere e longevità”. Lo ha dichiarato il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida intervenendo alla conferenza stampa di presentazione della campagna di comunicazione integrata Masaf, Ismea in partnership con la Fipav – Federazione Italiana Pallavolo, che vede protagoniste le campionesse olimpiche della nazionale azzurra di volley, per la promozione della filiera della pasta italiana con lo slogan “La pasta, integratore di felicità”, campagna che è stata presentata a Roma presso il Circolo del tennis del Foro Italico alla quale hanno partecipato anche il ministro per lo Sport e i giovani Andrea Abodi, e i principali gruppi industriali italiani della pasta.
"Il nostro obiettivo è proteggere e valorizzare il Made in Italy e sostenere le imprese. ll Governo ha il dovere di difendere e rafforzare ciò che rende unica l’Italia: qualità, identità e capacità di generare ricchezza attraverso ciò che sappiamo fare meglio. È quello che abbiamo ribadito oggi al tavolo riunito oggi e che ha visto la partecipazione di tutta la rappresentanza del mondo della produzione di pasta italiana. Siamo i produttori della massima qualità mondiale e di questo elemento di benessere”. Alla conferenza hanno preso parte anche il presidente di Sport e Salute Marco Mezzaroma, i presidente di Union Food Paolo Barilla, le tre testimonial azzurre Carlotta Cambi, Ekaterina Antropova e Anna Gray.
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(Adnkronos) - Il tennista italiano più vincente del 2025 guarda avanti e resta concentrato. Luciano Darderi ha conquistato tre tornei Atp nel giro di poche settimane: da Marrakech a Umago, passando per Bastad ha alzato al cielo più trofei pure di Jannik Sinner, con le dovute proporzioni: “È bello – spiega all’Adnkronos - ma devo restare con i piedi per terra e un po'... con la testa tra le nuvole”. Per continuare a sognare, oltre i limiti: “Aspiro al meglio”.
Dopo il successo nel 250 di Umago, si è fermato per un infortunio. Come procede il recupero?
“Ho avuto un problema alla caviglia sinistra negli ultimi punti della finale, ma già da un paio di giorni stavo facendo i conti con una tallonite dolorosa. Sto recuperando bene, con l'aiuto del fisioterapista e del personal trainer del mio team”
Quando tornerà in campo?
“A Cincinnati, nel 1000 in cui mi auguro di essere testa di serie”.
In un’intervista del 2021, da numero 771 del ranking diceva: “L’obiettivo è spingermi fino alla top 500”. Oggi occupa la posizione numero 35.
“Il mio best ranking è il numero 32, nel luglio 2024. Adesso nella race sono 26 al mondo e l'ho già detto all'inizio dell'anno, quando non tutto girava al meglio. L’obiettivo è entrare nei primi 20, poi vedremo”.
Il movimento italiano continua a stupire. Sinner comanda, Musetti è il numero 10, Cobolli il 21 e poi c'è lei. Qual è il prossimo step?
“Consolidare il mio ranking. Ora mi piacerebbe essere nei primi 30 al mondo in maniera stabile”.
Sinner è il punto di riferimento del movimento azzurro. Gli ‘ruberebbe’ qualcosa?
“Con Jannik ho un rapporto ottimo. Non gli ruberei nulla, siamo diversi. Ognuno di noi ha il suo percorso di crescita”.
C'è un momento di svolta nel suo?
“Solo tanto lavoro e sacrificio, ogni giorno dell'anno. Ringrazio mio padre Gino, che è anche il mio coach, per essere sempre al mio fianco. Poi, ho un team di una decina di persone che lavorano con me e il confronto quotidiano è essenziale. Per puntare in alto, ho capito che serve lavorare duro ed essere umili”.
La famiglia Darderi vive di sport, visto che gioca a tennis anche suo fratello Vito. Che tipo di confronto avete?
“Beh, viviamo di tennis. Siamo molto uniti, è la nostra forza”.
Lei è nato in Argentina, ma ha la cittadinanza italiana grazie a suo nonno e si è trasferito in Italia a 10 anni. A chi va il primo ‘grazie’?
“Tanti amici, soprattutto nel primo periodo a Roma, mi hanno dato una mano. Il primo ringraziamento è per Marcello Macchione, un maestro a cui devo tanto. Mi è stato molto vicino”.
In cosa si sente più argentino? E in cosa più italiano?
“Difficile. Di sicuro, argentino nel mangiare. Italiano per il vestire, le macchine, la pasta cacio e pepe” E se la ride. “Gioco per l'Italia e mi sento italiano. A Umago è stato bellissimo vedere un gran tifo azzurro tutto per me e la bandiera tricolore alla premiazione”.
Se dico ‘Coppa Davis’ qual è il suo primo pensiero?
“Mi piacerebbe vincerla e avere l'onore di essere ricevuto con la squadra dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Quirinale”. (di Michele Antonelli)

(Adnkronos) - Dopo il corteo funebre di ieri, per le vie della sua città natale, Birmingham, oggi Ozzy Osbourne sarà sepolto nella tenuta di famiglia nel Buckinghamshire. E ora il capitolo eredità. Dai due matrimoni, Ozzy ha avuto in totale sei figli: Jessica, Louis ed Eliot, nati dalle prime nozze e Aimee, Kelly e Jack, dalle seconde. La rockstar ha lasciato un patrimonio stimato in 220 milioni di dollari. Un’eredità imponente, pianificata nei minimi dettagli, che garantisce la sicurezza economica di tutta la sua famiglia - compresa la figlia maggiore Aimee.
Capelli castani lunghi, veletta calata sul volto e un'eleganza sofisticata. All'addio a Birmingham di Ozzy Osbourne, il leggendario frontman dei Black Sabbath scomparso il 22 luglio scorso all’età di 76 anni, dopo una lunga battaglia con il morbo di Parkinson, la presenza di Aimee, la figlia maggiore del cantante e della moglie Sharon Osbourne non è passata inosservata. L'attrice e cantante, 41 anni, si è sempre tenuta lontana dai riflettori ma ieri è stata fotografata assieme alla famiglia mentre il feretro di Ozzy sfilava in corteo funebre per le vie della città. Aimee si è fermata sul ponte Black Sabbath insieme alla madre Sharon e alla sorella Kelly Osbourne, che le teneva la mano, al fratello Jack e al figlio di Ozzy, Louis, nato dal primo matrimonio della rockstar con Thelma Mayfair Riley.
Secondo indiscrezioni raccolte da RadarOnline, la moglie di Ozzy, Sharon, sarà la prima beneficiaria: il testamento le garantisce l’usufrutto a vita dell’intero patrimonio, permettendole di gestire beni immobili, diritti musicali e investimenti del cantante. Alla scomparsa di Sharon, la ricchezza residua sarà suddivisa in parti uguali tra i tre figli della coppia: Aimee (41 anni), Kelly (40) e Jack (39). Ma è inverosimile che gli altri tre figli non siano chiamati in causa per la gestione del patrimonio. Inoltre, nell’eredità potrebbero rientrare anche le due sorelle di Ozzy, Gillian e Jean. All'orizzonte potrebbe dunque prospettarsi una battaglia legale. Tornando ad Aimee, nonostante la sua scelta di non partecipare al celebre reality 'The Osbournes' e di mantenere uno stile di vita riservato, non è mai stata dimenticata dal padre. La sua quota ereditaria potrebbe essere gestita tramite un trust fiduciario, che le garantirà pagamenti trimestrali fino ai 50 anni, momento in cui riceverà anche il capitale rimanente.
Il patrimonio di Ozzy comprende attualmente proprietà di lusso in California e nel Buckinghamshire, diritti musicali legati a oltre 175 milioni di album venduti, tra carriera solista e Black Sabbath e investimenti come il Metal Casino e i proventi residui dello show ‘The Osbournes’. Il testamento assegnerebbe, sempre secondo RadarOnline, anche beni specifici: Kelly erediterebbe parte della storica villa di Hancock Park a Los Angeles, mentre Jack potrebbe beneficiare della residenza di famiglia in California e di una quota dei diritti editoriali legati alle opere del padre.
Generoso fino all'ultimo, Ozzy ha destinato i proventi dello show d’addio a Birmingham con i Black Sabbath - circa 190 milioni di dollari - a fondazioni per la ricerca sul Parkinson, all’ospedale pediatrico di Birmingham e all’Acorn Hospice. Sharon, Kelly e Jack sono stati nominati esecutori testamentari, con il compito di custodire il lascito dell’artista e di garantire che le sue volontà vengano rispettate.
Ozzy Osbourne verrà sepolto oggi nella sua amata tenuta nel Buckinghamshire, al termine di una cerimonia funebre privata riservata alla moglie Sharon e ai familiari più stretti. Il leggendario frontman dei Black Sabbath riposerà secondo le sue volontà in una tomba affacciata sul lago situato nel cuore della vasta proprietà di 250 acri nei pressi di Gerrards Cross. A vegliare sul luogo del suo eterno riposo ci sarà un imponente tributo floreale con la scritta: 'Ozzy Fucking Osbourne', ultimo saluto alla rockstar che ha fatto della provocazione il marchio della sua vita.
Le esequie in forma privata fanno seguito a un imponente corteo funebre che ieri ha attraversato la città di Birmingham, dove decine di migliaia di fan si sono uniti alla famiglia di Ozzy in un commosso addio che ha affollato le strade. Tra i partecipanti al funerale di oggi, secondo quanto riferisce il 'Daily Mail' sono attesi il frontman dei Metallica, James Hetfield e Sir Elton John, mentre le composizioni floreali in omaggio alla rockstar, esposte ieri per la prima volta al memoriale pubblico di Birmingham, sono state esposte anche per l'addio in forma privata.
Leggi tutto: Ozzy Osbourne, eredità da 220 milioni: chi sono i beneficiari


(Adnkronos) - Martina Oppelli, 50enne triestina, affetta da sclerosi multipla da oltre 20 anni, è morta questa mattina in Svizzera, dove ha avuto accesso al suicidio medicalmente assistito. Lo rende noto l'Associazione Luca Coscioni spiegando che è stata accompagnata da Claudio Stellari e Matteo D’Angelo, iscritti a Soccorso civile, l’associazione che fornisce assistenza alle persone che hanno deciso di porre fine alle proprie sofferenze all’estero, e di cui è rappresentante legale Marco Cappato. Insieme a loro, hanno fornito aiuto logistico ed economico altre 31 persone, i cui nomi saranno resi pubblici.
"Lo scorso 4 giugno - ricorda l'Associazione Luca Coscioni - Oppelli aveva ricevuto il terzo diniego da parte della azienda sanitaria Asugi in merito alla verifica delle condizioni per accedere al suicidio medicalmente assistito: secondo l’azienda sanitaria non era sottoposta ad alcun trattamento di sostegno vitale, nonostante la completa dipendenza dall’assistenza continuativa dei caregivers e da presidi medici (farmaci, catetere e macchina della tosse)".
"Per questo motivo lo scorso 19 giugno – assistita dal team legale coordinato da Filomena Gallo, avvocata e segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni – Oppelli ha presentato un’opposizione al diniego, accompagnata da una diffida e messa in mora nei confronti dell’azienda sanitaria - continua l'Associazione -. A seguito della diffida, è stata avviata una nuova procedura di valutazione da parte della commissione medica, ma Martina Oppelli ha deciso di andare in Svizzera per accedere all’aiuto alla morte volontaria perché era impossibile per lei attendere altro tempo per una risposta: le sofferenze non erano in alcun modo tollerabili".
Prima della procedura, Martina Oppelli ha inviato un ultimo videomessaggio dalla Svizzera. Ecco il testo integrale:
"Gentili parlamentari e concittadini tutti, non so se vi ricordate di me, sono Martina Oppelli. Più di un anno fa feci un appello a tutti voi affinché venisse promulgata e approvata una legge, una legge sensata che regoli il fine vita, che porti a un fine vita dignitoso tutte le persone, malate, anziane, ma non importa, prima o poi tutti noi dobbiamo misurarci con la fine della nostra vita terrena. Sì, questo appello è finito nel vuoto.
Io all’epoca, ormai due anni fa, mi appellai alla sentenza Cappato per poter accedere al cosiddetto suicidio assistito presso l’azienda sanitaria della mia Regione. Per ben tre volte mi è stato negato, benché io ne avessi il diritto, ma chissà, forse non abbastanza, forse non lo so perché, io non ho tempo per aspettare un quarto diniego, ma anche se fosse un assenso io ero allo stremo delle mie forze. Sono in Svizzera, sì, forse una fuga direte voi, no, no, no, è un ultimo viaggio.
Ho pensato che forse avrei dato meno fastidio, meno problemi, fuggendo all’estero, com’è la cosiddetta fuga di cervelli all’estero, ma non importa, sono qui e voglio restare qui e morire dignitosamente qui in Svizzera. Ma perché, perché dobbiamo andare all’estero, perché dobbiamo pagare, anche affrontare dei viaggi assurdi? Io ho fatto un viaggio lunghissimo, dopo che non uscivo da casa da più di un mese e non lasciavo la mia città da oltre undici anni, è stato veramente uno sforzo titanico, ma l’ho fatto per avere una fine dignitosa alla mia sofferenza, per piacere. Io non voglio che questo iter si ripeta per altre persone, non potete rimandarci sempre a settembre, ogni anno a settembre, perché ci sono urgenze più grandi.
Sappiate che sono pienamente consapevole che esistono tragedie enormi, genocidi, terremoti, alluvioni e che magari la misera vita di una singola persona e la sua sofferenza appaiono troppo piccole in confronto a una guerra, ma il macrocosmo è fatto da infiniti microcosmi, già, e ogni microcosmo ha un proprio dolore e ogni dolore è assoluto nel momento in cui viene vissuto e va rispettato. Quindi, per piacere, ascoltate anche noi, non accomunate immagini di guerre, battaglie, terremoti anche alla mia immagine o all’immagine di altri malati, come se fossi quasi offensivo, sì, è offensivo pensare di sperare, di porre fine alle proprie sofferenze, quando altre persone fanno di tutto per vivere. Anche noi abbiamo fatto di tutto per vivere, credetemi.
Io sono 30 anni che mi arrampico sugli specchi pur di conservare questo sorriso che si sta lentamente spegnendo, rispettate ognuno di noi. Simone Weil, grande filosofa francese, scriveva “ognuno ha il proprio olocausto privato.” Così, il fine vita tocca a tutti prima o poi, può accadere a 120 anni, può accadere a 50, può accadere prima, ogni scelta va rispettata.
Fate una legge che abbia un senso, una legge che tenga conto di ogni dolore possibile, che ci siano dei limiti, certo, delle verifiche, ma non potete fare attendere due, tre anni prima di prendere una decisione. In questi ultimi due anni il mio corpo si è disgregato, io non ho più forza, ma non ho più forza nemmeno di respirare delle volte, perfino i comandi vocali non mi capiscono più. Ecco, io ho anche il catetere vescicale, ho un tubo di scappamento come una macchina al quale non sarei mai voluta arrivare, perché io non sono una macchina, sono un essere umano, io non funziono, io vivo e voglio vivere dignitosamente fino alla fine, o desideravo. Adesso desidero morire dignitosamente, per piacere.
Fate una legge sensata, cercate di mettervi nei panni di chiunque, di chiunque. Non esiste nessuna guerra utile in questo mondo, ogni battaglia è inutile, mettiamo da parte le diatribe politiche, perché non esiste destra o sinistra o centro, siamo tutti esseri umani, tutti, per piacere, per piacere, legiferate, ma legiferate con buon senso. Scusate il disturbo, me ne vado in silenzio, io miro all’oblio, non cercavo la fama, forse cercavo solo di evitare la fame in questi anni, lavorando onestamente, pagando le tasse onestamente, pagando anche i contributi di chi mi assisteva giorno e notte in questo paese onestamente. Perché sono dovuta venire qui all’estero? Perché non ce la facevo più ad aspettare, non ce la facevo più. Per piacere fate una legge che abbia un senso e che non discrimini nessuna situazione plausibile. Scusate il disturbo", conclude il videomessaggio.
Leggi tutto: Suicidio assistito negato per tre volte in Italia, Martina Oppelli è morta in Svizzera

(Adnkronos) - Martina Oppelli, 50enne triestina, affetta da sclerosi multipla da oltre 20 anni, è morta questa mattina in Svizzera, dove ha avuto accesso al suicidio medicalmente assistito. Lo rende noto l'Associazione Luca Coscioni spiegando che è stata accompagnata da Claudio Stellari e Matteo D’Angelo, iscritti a Soccorso civile, l’associazione che fornisce assistenza alle persone che hanno deciso di porre fine alle proprie sofferenze all’estero, e di cui è rappresentante legale Marco Cappato. Insieme a loro, hanno fornito aiuto logistico ed economico altre 31 persone, i cui nomi saranno resi pubblici.
"Lo scorso 4 giugno - ricorda l'Associazione Luca Coscioni - Oppelli aveva ricevuto il terzo diniego da parte della azienda sanitaria Asugi in merito alla verifica delle condizioni per accedere al suicidio medicalmente assistito: secondo l’azienda sanitaria non era sottoposta ad alcun trattamento di sostegno vitale, nonostante la completa dipendenza dall’assistenza continuativa dei caregivers e da presidi medici (farmaci, catetere e macchina della tosse)".
"Per questo motivo lo scorso 19 giugno – assistita dal team legale coordinato da Filomena Gallo, avvocata e segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni – Oppelli ha presentato un’opposizione al diniego, accompagnata da una diffida e messa in mora nei confronti dell’azienda sanitaria - continua l'Associazione -. A seguito della diffida, è stata avviata una nuova procedura di valutazione da parte della commissione medica, ma Martina Oppelli ha deciso di andare in Svizzera per accedere all’aiuto alla morte volontaria perché era impossibile per lei attendere altro tempo per una risposta: le sofferenze non erano in alcun modo tollerabili".
Prima della procedura, Martina Oppelli ha inviato un ultimo videomessaggio dalla Svizzera. Ecco il testo integrale:
"Gentili parlamentari e concittadini tutti, non so se vi ricordate di me, sono Martina Oppelli. Più di un anno fa feci un appello a tutti voi affinché venisse promulgata e approvata una legge, una legge sensata che regoli il fine vita, che porti a un fine vita dignitoso tutte le persone, malate, anziane, ma non importa, prima o poi tutti noi dobbiamo misurarci con la fine della nostra vita terrena. Sì, questo appello è finito nel vuoto.
Io all’epoca, ormai due anni fa, mi appellai alla sentenza Cappato per poter accedere al cosiddetto suicidio assistito presso l’azienda sanitaria della mia Regione. Per ben tre volte mi è stato negato, benché io ne avessi il diritto, ma chissà, forse non abbastanza, forse non lo so perché, io non ho tempo per aspettare un quarto diniego, ma anche se fosse un assenso io ero allo stremo delle mie forze. Sono in Svizzera, sì, forse una fuga direte voi, no, no, no, è un ultimo viaggio.
Ho pensato che forse avrei dato meno fastidio, meno problemi, fuggendo all’estero, com’è la cosiddetta fuga di cervelli all’estero, ma non importa, sono qui e voglio restare qui e morire dignitosamente qui in Svizzera. Ma perché, perché dobbiamo andare all’estero, perché dobbiamo pagare, anche affrontare dei viaggi assurdi? Io ho fatto un viaggio lunghissimo, dopo che non uscivo da casa da più di un mese e non lasciavo la mia città da oltre undici anni, è stato veramente uno sforzo titanico, ma l’ho fatto per avere una fine dignitosa alla mia sofferenza, per piacere. Io non voglio che questo iter si ripeta per altre persone, non potete rimandarci sempre a settembre, ogni anno a settembre, perché ci sono urgenze più grandi.
Sappiate che sono pienamente consapevole che esistono tragedie enormi, genocidi, terremoti, alluvioni e che magari la misera vita di una singola persona e la sua sofferenza appaiono troppo piccole in confronto a una guerra, ma il macrocosmo è fatto da infiniti microcosmi, già, e ogni microcosmo ha un proprio dolore e ogni dolore è assoluto nel momento in cui viene vissuto e va rispettato. Quindi, per piacere, ascoltate anche noi, non accomunate immagini di guerre, battaglie, terremoti anche alla mia immagine o all’immagine di altri malati, come se fossi quasi offensivo, sì, è offensivo pensare di sperare, di porre fine alle proprie sofferenze, quando altre persone fanno di tutto per vivere. Anche noi abbiamo fatto di tutto per vivere, credetemi.
Io sono 30 anni che mi arrampico sugli specchi pur di conservare questo sorriso che si sta lentamente spegnendo, rispettate ognuno di noi. Simone Weil, grande filosofa francese, scriveva “ognuno ha il proprio olocausto privato.” Così, il fine vita tocca a tutti prima o poi, può accadere a 120 anni, può accadere a 50, può accadere prima, ogni scelta va rispettata.
Fate una legge che abbia un senso, una legge che tenga conto di ogni dolore possibile, che ci siano dei limiti, certo, delle verifiche, ma non potete fare attendere due, tre anni prima di prendere una decisione. In questi ultimi due anni il mio corpo si è disgregato, io non ho più forza, ma non ho più forza nemmeno di respirare delle volte, perfino i comandi vocali non mi capiscono più. Ecco, io ho anche il catetere vescicale, ho un tubo di scappamento come una macchina al quale non sarei mai voluta arrivare, perché io non sono una macchina, sono un essere umano, io non funziono, io vivo e voglio vivere dignitosamente fino alla fine, o desideravo. Adesso desidero morire dignitosamente, per piacere.
Fate una legge sensata, cercate di mettervi nei panni di chiunque, di chiunque. Non esiste nessuna guerra utile in questo mondo, ogni battaglia è inutile, mettiamo da parte le diatribe politiche, perché non esiste destra o sinistra o centro, siamo tutti esseri umani, tutti, per piacere, per piacere, legiferate, ma legiferate con buon senso. Scusate il disturbo, me ne vado in silenzio, io miro all’oblio, non cercavo la fama, forse cercavo solo di evitare la fame in questi anni, lavorando onestamente, pagando le tasse onestamente, pagando anche i contributi di chi mi assisteva giorno e notte in questo paese onestamente. Perché sono dovuta venire qui all’estero? Perché non ce la facevo più ad aspettare, non ce la facevo più. Per piacere fate una legge che abbia un senso e che non discrimini nessuna situazione plausibile. Scusate il disturbo.

(Adnkronos) - La Formula 1 torna in pista. Da domani, venerdì 1 agosto, a domenica 3, si corre all'Hungaroring di Budapest per il Gp di Ungheria, quattordicesimo appuntamento del Mondiale - in diretta tv, anche in chiaro, e streaming. Si riparte dal dominio McLaren e dalla doppietta Norris-Piastri nel Gp del Belgio, dove Charles Leclerc è riuscito a chiudere sul podio, piazzandosi al terzo posto, e precedendo la Red Bull di Max Verstappen e la Mercedes di George Russell.
La Ferrari cerca quindi continuità con il pilota monegasco ma anche con Lewis Hamilton, che a Spa ha chiuso con un deludente settimo posto. Dalle prime sessioni di prove libere alla gara, ecco gli orari del weekend, il programma e dove vedere il Gran Premio di Ungheria.
Ecco il programma del Gp di Ungheria:
Venerdì 1 agosto
Ore 13.30 Prove Libere 1
Ore 17 Prove libere 2
Sabato 2 agosto
Ore 12.30 Prove libere 3
Ore 16 Qualifiche
Domenica 27 luglio
Ore 15 Gara
Tutti gli appuntamenti del Gp di Ungheria saranno trasmessi in diretta televisiva e in esclusiva sui canali SkySport. Le qualifiche di sabato 2 agosto e la gara di domenica 3 saranno trasmesse anche in chiaro, ma in differita, su TV8, rispettivamente alle 18.30 e alle 18. Il weekend di Formula 1 si potrà seguire in streaming anche sull'app SkyGo e su NOW, oltre che, quando previsto, sulla piattaforma web di TV8.
Leggi tutto: Formula 1, si corre in Ungheria: il programma e dove vedere il Gp in tv

(Adnkronos) - Nello studio Surpass-Cvot, tirzepatide ha raggiunto l'obiettivo primario, dimostrando una non inferiorità nel tasso di eventi avversi cardiovascolari maggiori (Mace-3), che includevano morte cardiovascolare, infarto del miocardio o ictus, rispetto a dulaglutide, in pazienti con diabete di tipo 2 e malattia cardiovascolare aterosclerotica conclamata. Sono i risultati - annunciati oggi da Eli Lilly and Company - dello studio pionieristico di fase 3 sugli esiti cardiovascolari, in pazienti diabetici, di due terapie incretiniche messe a confronto: tirzepatide, doppio agonista dei recettori Gip/Glp-1, e dulaglutide, agonista del recettore del Glp-1 che, nello studio Rewind, ha dimostrato un chiaro beneficio cardiovascolare. Nel trial, pur in mancanza di applicazione di controlli per il tasso di errore tipo 1 corretto per la molteplicità - si legge in una nota - tirzepatide ha mostrato benefici superiori su parametri chiave quali l'emoglobina glicata (Hba1c), il peso, la funzione renale e la mortalità per tutte le cause. Lo studio, che ha coinvolto oltre 13mila partecipanti in 30 Paesi, si è protratto per più di 4 anni e mezzo e rappresenta il più ampio e lungo studio mai condotto su tirzepatide.
"Come classe medica siamo lieti di accogliere i risultati positivi di Surpass-Cvot - afferma Francesco Giorgino, professore ordinario di Endocrinologia, Università degli Studi di Bari Aldo Moro e direttore Uo Endocrinologia, Policlinico di Bari - Uno studio solido, costruito su un'ampia popolazione di pazienti. Il diabete è una patologia cronica, sistemica e multifattoriale: avere a disposizione terapie di comprovata efficacia sulla correzione della iperglicemia e del peso eccessivo che offrano anche una protezione cardiovascolare, come tirzepatide ha dimostrato in questo studio, permette di gestire al meglio la complessità della malattia".
Nello studio - dettaglia la nota - il rischio di morte cardiovascolare, infarto miocardico o ictus è risultato inferiore dell'8% per tirzepatide rispetto a dulaglutide (Hr: 0,92; Ic 95,3%: 0,83-1,01), soddisfacendo i criteri predefiniti di non inferiorità. Tale risultato implica automaticamente una superiorità rispetto a un ipotetico placebo. Inoltre, tirzepatide ha mostrato risultati coerenti su tutte e tre le componenti dell'endpoint composito Mace-3. Il tasso di mortalità per tutte le cause è stato inferiore del 16% con tirzepatide rispetto a dulaglutide (Hr: 0,84; Ic 95%: 0,75-0,94). Un'analisi di confronto indiretto pre-specificata su dati individuali abbinati provenienti dagli studi Rewind e Surpass-Cvot ha dimostrato che tirzepatide ha ridotto il rischio di eventi Mace-3 del 28% (Hr: 0,72; Ic 95,0%: 0,55-0,94) e la mortalità per tutte le cause del 39% (Hr: 0,61; Ic 95,0%: 0,45-0,82) rispetto a un placebo ipotetico. In un'altra analisi chiave predefinita su partecipanti a rischio elevato o molto elevato di malattia renale cronica, tirzepatide ha rallentato il declino del tasso di filtrazione glomerulare stimato (eGfr) di 3,54 ml/min/1,73 m² a 36 mesi rispetto a dulaglutide (Ic 95,0%: 2,57-4,50).
"L'obiettivo principale dello studio Surpass-Cvot era dimostrare una efficacia sul rischio cardiovascolare di soggetti con diabete di tipo 2 che già avevano sofferto di un precedente evento cardiovascolare, almeno paragonabile a quella di dulaglutide, farmaco già riconosciuto per i suoi benefici cardiaci - illustra Stefano Del Prato, Affiliate Professor, Centro di ricerca interdisciplinare Health Science, Scuola universitaria superiore Sant'Anna di Pisa - Il raggiungimento di tale obiettivo è la conferma della protezione cardiovascolare offerta da tirzepatide. Si tratta di un risultato di grande rilievo in quanto, per la prima volta, l'efficacia cardiovascolare di un nuovo trattamento per il diabete di tipo 2 è stata confrontata con una terapia con comprovata evidenza di beneficio cardiovascolare, aprendo nuove prospettive per il trattamento integrato del diabete di tipo 2".
Nello studio - aggiunge la nota - tirzepatide ha determinato miglioramenti superiori nei livelli di emoglobina glicata (HbA1c), nel peso corporeo e nei biomarcatori cardiovascolari, inclusi i lipidi plasmatici e la pressione arteriosa sistolica, rispetto a dulaglutide. Il profilo di sicurezza e tollerabilità di entrambi i farmaci si è mantenuto in linea con quanto già noto per ciascun farmaco. Gli eventi avversi più comunemente riportati nello studio Surpass-Cvot per entrambi i trattamenti sono stati di natura gastrointestinale, generalmente di entità lieve o moderata, e nella maggior parte dei casi si sono risolti una volta completata la fase di titolazione della dose. Durante lo studio, il 13,3% dei partecipanti trattati con tirzepatide ha interrotto il trattamento a causa di eventi avversi, rispetto al 10,2% dei partecipanti trattati con dulaglutide.
"Annunciamo con soddisfazione i risultati positivi dello studio di outcome cardiovascolare Surpass condotto su tirzepatide - dichiara Elias Khalil, presidente e amministratore delegato Italy Hub di Eli Lilly - I dati confermano che tirzepatide conserva il beneficio cardioprotettivo tipico degli agonisti del recettore Glp-1, offrendo al contempo vantaggi clinici più ampi rispetto a un Glp-1 quale dulaglutide, tra cui una maggiore protezione renale e una riduzione del rischio di morte per tutte le cause. Queste evidenze, insieme all'eccellente profilo nel controllo glicemico e nella riduzione del peso corporeo, ne rafforzano il valore come opzione terapeutica solida e innovativa per le persone con condizioni cardiometaboliche". I risultati dettagliati dello studio Surpass-Cvot verranno presentati nel corso del Congresso annuale dell'European Association for the Study of Diabetes (Easd) 2025, in programma a settembre, e saranno pubblicati su una rivista scientifica peer-reviewed. Lilly - conclude la nota - prevede di sottoporre questi dati alle autorità regolatorie globali entro la fine dell'anno.
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(Adnkronos) - È arrivato oggi, giovedì 31 luglio, in Italia assistito dal consolato italiano a Miami, il connazionale Fernando Eduardo Artese, detenuto per alcuni giorni nel penitenziario di 'Alligator Alcatraz' e poi trasferito nel centro 'Krome' di Miami. Lo rende noto la Farnesina, ricordando che resta ancora a Krome un altro cittadino italiano, Gaetano Cateno Mirabella Costa: il consolato a Miami, l’ambasciata a Washington e la Farnesina continuano a seguire il suo caso e ad assisterlo nel procedimento dinanzi alle autorità statunitensi.
Mirabella Costa dovrà infatti presentarsi davanti a un giudice che valuterà le fattispecie di reato che gli sono addebitate.


(Adnkronos) - Matteo Berrettini non lascia e rilancia. Il tennista azzurro, che salterà anche il torneo Atp Masters 1000 di Cintinnati (quarto forfait consecutivo dopo Gstaad, Kitzbuhel e Toronto) ha pubblicato sui social un messaggio che fa ben sperare i tifosi: "Step by step with the best" ha scritto l'azzurro a corredo di una foto accanto a Jannik Sinner a Montecarlo. "Un passo alla volta con il migliore", dunque. Magari per rimettere piede in campo già agli Us open, ultimo Slam stagionale.
Solo poche settimane fa, in seguito all'eliminazione a Wimbledon, Matteo aveva parlato così: "Sono stanco, devo decidere cosa fare del mio futuro". Dopo la mancata partecipazione agli ultimi tornei, la foto con Sinner pubblicata oggi potrebbe rappresentare una svolta: Matteo torna alla carica e si allena con il numero uno al mondo per ritrovare stimoli e sicurezza, magari già per gli Us Open.
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(Adnkronos) - Hollywood sbarca al The Sanctuary Eco Retreat. Mel Gibson è stato avvistato ieri sera nel noto locale romano, a un passo dal Colosseo, con cocktail in mano mentre si godeva la serata tra luci soffuse e atmosfera da estate romana con tanto di ballerine a bordo piscina. Il look da ‘vip sotto copertura’ - maglia polo e jeans dai toni scuri e Crocs bianche - non è bastato a renderlo irriconoscibile agli occhi dei presenti. Ma Gibson si è mostrato gentile con tutti, come solo i grandi sanno essere.
Ma niente nottata brava per il regista e attore. Poco prima dello scoccare della mezzanotte Mel si è defilato in silenzio, in modalità ‘Cenerentolo’. Molto probabilmente sta ricaricando le energie prima di buttarsi sul set del sequel tanto atteso de 'La Passione di Cristo', le cui riprese sono previste negli studi di Cinecittà nel nuovo Teatro 22. "Inizieranno tra settembre e ottobre", come aveva annunciato l’amministratore delegato Manuela Cacciamani nell’intervista all’Adnkronos.
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(Adnkronos) - L'intesa tra Usa e Ue sui dazi al 15% per i prodotti europei entrerà in vigore domani 1° agosto. Ma l'incertezza, mancando ancora un piano operativo sui diversi settori, regna sovrana. E le sorprese, per le aziende italiane che esportano in Usa, sono dietro l'angolo. Anche quelle di ritrovarsi, concretamente, a dover fronteggiare un dazio maggiore rispetto al 15% previsto dall'accordo.
Come racconta ad Adnkronos/Labitalia Giuseppe Napoletano, amministratore unico della Solania Srl, azienda campana che esporta in tutto il mondo, Usa compreso, il pomodoro San Marzano Dop, una delle icone del made in Italy agroalimentare, che si produce esclusivamente nell'agro Sarnese – Nocerino.
"Da domani -sottolinea- ci sarà su ogni container che entrerà negli Stati Uniti c'è l'applicazione del dazio del 15% in più, sul pomodoro già pagavamo il dazio del 6,50 a cui si sommerà il 15%. Dalle informazioni che ho avuto l'altro giorno da Interglobo, lo spedizioniere che fa tutte le operazioni doganali il prezzo 6,50 più 15, che fa 21,50", sottolinea.
Un incremento di costi, quello legato ai dazi, che per Solania arriva in un periodo positivo per l'azienda. "Quelli del 2024 sono stati numeri importanti, siamo un'azienda -spiega- che esporta il pomodoro San Marzano Dop in tutto il mondo, facciamo 50 Paesi, dagli Stati Uniti, Canada, Brasile, fino ad arrivare tra il Giappone, Australia e Nuova Zelanda. Abbiamo sede in Campania, esattamente a Sarno e abbiamo due stabilimenti di produzione, una a Sarno e un'altro a Nocera Inferiore. Produciamo circa un milione di quintali di pomodoro, l'export per noi rappresenta quasi l'80%, e gli Usa il 50% di esso. E quindi il problema con l'applicazione dei dazi c'è, è chiaro che dobbiamo essere bravi a ottenere i costi per superare questo momento negativo", sottolinea.
Ma, nonostante l'incertezza e l'aumento dei costi legato all'applicazione dei dazi, l'imprenditorie non perde la fiducia. "Io sono fiducioso perché il consumatore americano è molto attento alla qualità, il nostro è un prodotto che va verso un mercato di fascia medio alta. Noi dovremo essere a produrre nel contenere i costi e gli eventuali aumenti di non applicarlo al cliente finale", sottolinea. E Napoletano, nel contenimento dei costi senza intaccare la qualità, si è mosso per tempo. "In previsione di questa situazione, quando si è iniziato a parlare di dazi, abbiamo ci siamo già attrezzati contenendo il costo dell'acciaio, visto che il nostro pomodoro va in contenitori metallici. Abbiamo già fatto i contratti a dicembre e gennaio scorso, in cui non abbiamo subito ulteriori aumenti, mentre in questo momento l'acciaio è aumentato del 7-8%", sottolinea.
La 'strada', per Napoletano, per vincere la 'guerra' dei dazi, deve essere questa: valore aggiunto del prodotto e ottimizzazione dei costi. "Abbiamo sentito il nostro importatore -spiega- e il sentimento è chiaro, quando ci sono queste situazioni incredibili a livello internazionale, anche loro devono stringere la cinghia in un momento particolare. Ma noi siamo fiduciosi perché il nostro prodotto è un prodotto di fascia medio alta, non è un prodotto cheap. Il problema lo potresti tenere su un prodotto cheap che magari aumenta del 15-20%", ribadisce. "Chi è abituato a mangiare qualità e a spendere per la scatola di pomodoro San Marzano, continuerà a farlo, non penso almeno per il momento, un'eventuale riduzione del consumo negli Usa", sottolinea.
E l'imprenditore sottolinea come oltre ai dazi a pesare sia la svalutazione del dollaro. "Se non c'è un intervento politico a livello internazionale" la situazione che si è creata con i dazi Usa "la puoi tamponare, però a lungo andare puoi avere dei problemi occupazionali, dei problemi di produzione. Questo accordo ha permesso agli Usa di fare il proprio business e di vendere proprie risorse all'Europa, però prima o poi vanno regolati questi scambi commerciali, non si possono tenere i tassi così alti. Mi auguro che da qui a fine anno, anche in occasione delle elezioni di medio termine in America, qualcosa possa succedere", sottolinea.
E intanto Napoletano è concentrato sul momento più importante per l'azienda: la produzione del pomodoro San Marzano che viene trasformato esclusivamente in pelati, come previsto dal disciplinare. "In questo momento abbiamo un pomodoro eccellente, un'annata di qualità. Negli ultimi giorni c'è stata una piccola pioggia che non ha fatto danni, perché poi sul pomodoro quello che incide sono eventuali grandinate, che potrebbe danneggiare il prodotto. Fino ad adesso stiamo facendo una qualità eccellente", sottolinea, concludendo che "noi produciamo poi anche pomodoro normale, in Puglia, e anche li stiamo avendo una qualità eccellente".
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(Adnkronos) - Intervento salvavita su una 'bimba piuma' a Milano. La piccola, 750 grammi, nata prematura alla 24esima settimana di gestazione, il 24 luglio è stata operata al cuore per la chiusura del dotto di Botallo su un lettino termico della Terapia intensiva neonatale dell'Ospedale San Raffaele di Milano, dai cardiochirurgi del Policlinico San Donato. La sinergia tra i due Irccs del Gruppo San Donato ha permesso di salvare la neonata evitando di trasferirla da una struttura all'altra.
L'intervento - informano oggi da Gsd - è stato eseguito con successo dall'équipe dell'Unità di Cardiochirurgia pediatrica e dei congeniti adulti dell'Irccs Policlinico San Donato, diretta da Alessandro Giamberti. La piccola presentava un dotto di Botallo ancora aperto, una condizione frequente nei grandi prematuri, che può causare un ritardo gravissimo nella crescita e produrre danni irreversibili a cuore e polmoni. Specie nel caso di neonati di così basso peso, l'epilogo può essere anche infausto. A causa dell'alto rischio connesso al trasporto di neonati tanto fragili, l'operazione è stata effettuata direttamente nella Tin, il reparto di Terapia intensiva neonatale. Con l'utilizzo di una tecnica di chirurgia mininvasiva - descrive una nota - è stata eseguita la chiusura del dotto mediante una clip metallica, un piccolo dispositivo in titanio o acciaio inossidabile usato per serrare il canale. La clip viene fissata attorno al dotto arterioso per bloccare il passaggio del sangue. Il flusso si interrompe immediatamente e, con il tempo, il dotto si cicatrizza e si atrofizza.
"Un gesto tecnico in sé rapido - spiega Giamberti - ma reso estremamente complesso dal peso e dalla fragilità della piccola paziente, che ha trasformato un intervento di per sé ordinario in qualcosa di straordinario. La buona riuscita dell'operazione consentirà alla neonata di avere ancora un futuro. Un risultato reso possibile non solo dal lavoro di noi chirurghi, che siamo solo una parte, forse la più evidente, di un'équipe multidisciplinare ben più ampia, composta da cardiochirurghi, neonatologi, anestesisti e ginecologi". Lo specialista elenca i colleghi coinvolti in questo "piccolo grande miracolo": da Massimo Chessa, responsabile del Centro di Cardiologia ed Emodinamica pediatrica e del congenito adulto all'Irccs Policlinico San Donato, a Giuseppe Isgrò, referente dell'Area pediatrica e del congenito adulto della Terapia intensiva cardiochirurgica del San Donato, a Massimo Candiani, direttore dell'Unita operativa di Ginecologia dell'Ospedale San Raffaele, con Graziano Barera, primario dell'Unità operativa di Neonatologia e patologia neonatale e Pediatria.
Il dotto di Botallo - approfondiscono gli esperti - è un piccolo vaso sanguigno, presente durante la vita fetale, che connette l'arteria polmonare all'aorta, consentendo al sangue di bypassare i polmoni, ancora inattivi prima della nascita. Dopo il parto questo dotto dovrebbe chiudersi spontaneamente. Tuttavia, nei bambini nati prematuramente il canale spesso resta aperto, causando un eccesso di sangue nei polmoni, ancora immaturi, con il rischio di comprometterne la funzionalità respiratoria e la crescita. La chiusura farmacologica è il primo passo terapeutico, ma nei casi più gravi o refrattari, come questo, si rende necessario l'intervento chirurgico. E' una procedura salvavita, soprattutto nei neonati dal peso così basso, che altrimenti non potrebbero mai raggiungere un livello di maturazione polmonare sufficiente per sopravvivere.
L'intervento di oggi - si legge nella nota - è il frutto di una forte e crescente collaborazione tra due centri di eccellenza riconosciuti a livello internazionale: negli ultimi mesi si è consolidata una sinergia operativa tra la Cardiologia e la Cardiochirurgia dell'Irccs Policlinico San Donato e la Ginecologia e Ostetricia e la Neonatologia e Pediatria dell'Irccs Ospedale San Raffaele, con percorsi integrati che seguono le donne e i neonati, dalla diagnosi prenatale di cardiopatie congenite al parto, fino alla cura post-natale.
"L'obiettivo del Gruppo San Donato è quello di sviluppare sempre più percorsi integrati, anche a livello internazionale - precisa Giamberti - per le cardiopatie congenite, incluse le gestanti con patologie cardiache (il cosiddetto Percorso rosa), rafforzando una rete clinica fondata su professionalità, interdisciplinarità e centralità del paziente".
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