
(Adnkronos) - Sarà la coppia storica composta da Ezio Greggio e Enzo Iacchetti a condurre lo sbarco in prima serata di 'Striscia la notizia'? In molti pensano di sì dopo che Greggio, intervenendo il 19 ottobre a 'Domenica In' con un videomessaggio affettuoso rivolto a Iacchetti che era ospite di Mara Venier, ha detto: “Sono molto contento perché a breve torneremo a lavorare insieme nella nostra trasmissione. Non vedo l’ora di rivederti da vicino e abbracciarti”. Ma alla domanda di Mara Venier su quando ricomincerà 'Striscia la Notizia', Iacchetti ha preferito non sbilanciarsi: “Non si sa, Mara. Gira voce che si cominci, questa è l’unica cosa che posso dire”.
Non è chiaro infatti se 'Striscia', nella nuova versione di prima serata, tornerà in onda nella seconda settimana di novembre, come profetizzato da Jimmy Ghione all'inizio di settembre, ospite della rassegna 'Protagonisti' a La Spezia, quando però non era ancora stato svelato il cambio di collocazione dall'access prime time al prime time. Ma secondo i ben informati, il ritorno dovrebbe avvenire comunque entro novembre, per mantenere la promessa fatta da Pier Silvio Berlusconi a luglio durante la presentazione dei palinsesti di Mediaset, quando disse che se anche 'La Ruota' avesse fatto "un trilione di ascolti", il programma di Antonio Ricci sarebbe tornato "in una nuova veste" a novembre.
Il piano di produzione del nuovo show di prima serata, che presenterà il tg satirico in una versione inedita adattata ai tempi e al pubblico del prime time, è - a quanto apprende l'Adnkronos - ancora in fase di definizione. A Mediaset le bocche sono cucitissime. Tanti sarebbero ancora i dettagli da stabilire, a partire dalla serata prescelta per la collocazione in palinsesto. Tranne il sabato sera, occupato da 'Tu sì que vales' costantemente leader, le altre serate sono tutte candidabili, persino quella del lunedì, dove attualmente c'è il 'Grande Fratello', che però per sua natura è uno show che potrebbe potenzialmente spostarsi in altra serata, giacché i concorrenti sono nella 'casa' 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

(Adnkronos) - "Siamo convinti che il rilancio della competitività europea passi proprio da economie locali solide e dinamiche. È necessario rafforzare la nostra competitività, consolidare la coesione territoriale affinché nessuna regione resti indietro nel percorso di crescita ed innovazione". Lo ha detto oggi il vicepresidente esecutivo della Commissione Europea, Raffaele Fitto, intervenendo in videomessaggio al Salone del Leasing 2025.
"L'attuale scenario geopolitico ed economico, caratterizzato da una crescente complessità e da rapidi mutamenti, ci impone una riflessione profonda e azioni rapide per garantire all'Europa un futuro di solidità" ha poi concluso.
Leggi tutto: Fitto: "Rilancio della competitività passa da economie locali"
Da lunedì 27 ottobre tram ogni 10 minuti... 
(Adnkronos) - Da oggi alla guida della categoria delle lavoratrici e dei lavoratori delle costruzioni Uil c’è il friulano Mauro Franzolini, sindacalista impegnato nella Uil fin dal 1987. A deliberarlo il consiglio generale Fenealuil, che ha riunito, oggi a Roma, presso il Nhow Hotel, i suoi componenti e ha eletto all’unanimità Franzolini nuovo segretario generale. Circa 200 i partecipanti, con numerosi ospiti fra i quali il segretario generale Uil Pierpaolo Bombardieri, la segreteria confederale, i segretari generali delle categorie, numerosi segretari regionali confederali e i presidenti dei servizi Uil.
Entra a far parte della nuova segreteria, inoltre, Andrea Merli, già responsabile della formazione nazionale e delle politiche internazionali, che da oggi si occuperà di contrattazione dei materiali da costruzione – legno, cemento, lapidei e laterizi - insieme con i segretari nazionali Pierpaolo Frisenna responsabile delle politiche organizzative, Francesco Sannino responsabile della contrattazione edile, Stefano Costa responsabile salute e sicurezza, mercato del lavoro e appalti, Vincenzo Mudaro – tesoriere nazionale. Il Consiglio ha, inoltre, deliberato l’avvio della stagione congressuale che si concluderà con la celebrazione del xix congresso della categoria nei giorni 13-14-15 maggio 2026 a Taranto.
Franzolini subentra a Vito Panzarella, che ha guidato con successo la Federazione dal 2014, portando avanti una crescita costante dei suoi iscritti e un innalzamento qualitativo della categoria estremamente importante che ne ha fatto una federazione coesa e forte, apprezzata dalle lavoratrici e dai lavoratori e punto di riferimento nel panorama sindacale attuale. Appena eletto il neo segretario ha voluto ricordare la figura di Giulio Regeni. Giovane ricercatore italiano che si trovava in Egitto nel 2016 per una ricerca sui sindacati indipendenti egiziani, quando è stato rapito, torturato e ucciso. “Giulio era un ragazzo impegnato per la verità e la giustizia dei più deboli, il suo esempio non va dimenticato ma ricordato, e per questo non smettiamo di chiedere verità e giustizia sulla sua morte", ha detto.
Franzolini si è detto onorato di essere stato scelto per rappresentare la categoria e felice di continuare l’opera riformista iniziata da Panzarella. “Mi auguro -ha sottolineato- che anche la politica riesca a ritrovare la spinta riformista di cui questo Paese ha bisogno per rispondere alle esigenze di un lavoro che cambia. Da parte nostra massima apertura al confronto sulle tematiche che ci riguardano per garantire la tutela degli interessi di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori. Per questo rimaniamo concentrati sui rinnovi contrattuali, sia nazionali che territoriali – ha spiegato - attraverso i quali vanno difesi i diritti e l’uguaglianza delle condizioni di lavoro, va recuperato e migliorato il potere di acquisto in un’ottica di maggiore redistribuzione dei profitti. Bene in questo senso la detassazione degli aumenti contrattuali inserita in manovra. Ma occorre rimettere al centro la dignità lavorativa riportando ordine nel sistema delle tutele, perché il dumping contrattuale non diventi normalità. Su questo, ancora una volta, il Presidente Mattarella è stato chiaro", ha ricordato.
E proprio contro il lavoro povero e il lavoro privo di tutele promosso nei contratti pirata Franzolini ha richiamato l’attenzione sul sistema bilaterale edile: "parliamo di un modello – ha sottolineato - che va replicato in altri settori e non di certo abolito, un patrimonio di prestazioni e competenze fortemente attaccato nell’ultimo anno attraverso interlocuzioni di frange della politica con associazioni imprenditoriali poco rappresentative e che non comprendono i suoi vantaggi straordinari. Noi continuiamo a lavorare, di concerto con le controparti datoriali, per efficientare questo strumento ancora di più e mostrare quanto utile sia per avere un settore sano, regolare e sicuro".
"Le ultime inchieste giudiziarie che coinvolgono gli appalti così come i continui incidenti nei cantieri e nelle fabbriche, mostrano chiaramente -ha continuato il dirigente sindacale- quanto ancora ci sia da fare, quanti lavoratori siano in realtà fantasmi persi tra le maglie della lunga catena dei subappalti, ricattati, sfruttati e senza alcun diritto contrattuale. Per questo vanno premiati i sistemi virtuosi come il nostro che rendono visibili gli invisibili, fanno emergere il lavoro nero e danno dignità al lavoro. Al governo diciamo di confrontarci senza pregiudizi e di dialogare con noi lavorando insieme anche su questo, per colpire e smantellare le condizioni che permettono la disapplicazione delle norme. Servono più controlli, veri e non prestabiliti, una seria qualificazione delle imprese, formazione continua e di qualità, una strutturazione del settore che favorisca anche l’’innovazione tecnologica che tanto può fare anche per la salute e la sicurezza", ha sottolineato ancora.
Ultimo punto affrontato dal neosegretario è l’impegno sulla crescita organizzativa “il lavoro portato avanti in questi anni da chi mi ha preceduto è stato straordinario, la nostra federazione è cresciuta tantissimo grazie all’impegno di tutti ma anche alla passione che Vito ci ha saputo trasmettere. Ascoltare, comprendere e aiutare lavoratrici e lavoratori è la nostra missione e occorre tenerlo presente sempre. Proseguiremo sulla strada del rinnovamento e dell’efficienza per essere sempre più rappresentativi e far sì le ragioni della Uil e della Feneal, cioè di chi rappresentiamo, siano ascoltate", ha concluso.
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(Adnkronos) - "Dopo il no di Jannik Sinner alla Coppa Davis, il Codacons chiede il ritiro di tutti i riconoscimenti ufficiali e delle onorificenze assegnate al tennista". Si apre così il perentorio comunicato con cui il Codacons prende posizione nel caso alimentato attorno a Jannik Sinner. Il numero 2 del mondo ha annunciato che non giocherà le Final Eight di Coppa Davis per gestire meglio la preparazione in vista della prossima stagione. La decisione, non anomala per i big del tennis considerato il calendario, in Italia ha scatenato polemiche che hanno coinvolto anche soggetti extra-tennis.
"La scelta di Sinner di rinunciare a giocare la coppa Davis rappresenta uno schiaffo all’Italia, agli italiani e a milioni di tifosi appassionati di tennis – spiega l’associazione – E’ nel diritto di ogni sportivo decidere sulla propria carriera e anteporre altri interessi, anche economici, a quelli del Paese che rappresentano, ma una simile scelta deve essere portata avanti con coerenza", scrive il Codacons.
"Non si può essere rappresentanti dell’Italia nel mondo quando c’è da ritirare riconoscimenti ufficiali, per poi fare scelte sportive che vanno nella direzione diametralmente opposta. Per tale motivo, e dopo la decisione di Sinner di non partecipare alla coppa Davis, chiediamo siano ritirate tutte le onorificenze e annullati i riconoscimenti istituzionali assegnati al tennista, dalla nomina ad “Ambasciatore della Diplomazia dello Sport” della Farnesina al Collare d’Oro al merito sportivo del Coni, fino alla cittadinanza onoraria del Comune di Torino", prosegue la nota.
"Se Sinner dedicasse meno tempo a girare spot pubblicitari per qualsiasi prodotto, forse avrebbe modo di rappresentare meglio il proprio Paese sia nello sport sia fuori dallo sport", la chiusura.
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(Adnkronos) - "Vennero qui il primo novembre, verso le undici e un quarto di sera. Era tardi, al ristorante c'erano solo mio padre, mia madre, il pizzaiolo e il cameriere. Ma Pasolini era un frequentatore assiduo e venne fatto sedere comunque. Ad accompagnarlo c'era un ragazzo gracile, era Pino Pelosi". Sono passati cinquant'anni da quella notte, quando Pier Paolo Pasolini venne ucciso all'Idroscalo di Ostia, che oggi lo ricorda con una scultura di Mario Rosati. Mezzo secolo di processi, arresti, smentite, revisioni, dubbi e nuove inchieste che sembrano non aver scalfito i ricordi di Roberto Panzironi, titolare del ristorante 'Al biondo Tevere', sull'Ostiense, dove l'autore di 'Ragazzi di vita' consumò il suo ultimo pasto insieme al ragazzo 'gracile' e affamato che per le cronache fu l'indiscusso assassino di Pasolini.
"Nel 1975 avevo 18 anni - racconta all'Adnkronos il ristoratore romano - Pelosi era un ragazzo come me, lui 17enne. Mangiò solo lui quel 1 novembre, lasciando spizzicare di tanto in tanto il 'poeta' che qui veniva con tanti ragazzi a preparare le scene dei film. Ricordo ancora bene che il 'professore', così lo chiamavano i miei, si fermava il pomeriggio, quando andavano via i clienti del pranzo e aspettavamo quelli della cena: lui stava lì, preparava le sequenze, istruiva i collaboratori e si confrontava con i tecnici. E' qui che girò anche 'La commare secca'. Veniva spesso con Moravia, Dario Bellezza, ma anche Dacia Maraini, e si metteva sempre a un tavolo quadrato che abbiamo nella sala sopra. Parlavano di poesie, di libri; contrariamente a Moravia, che era burbero con gli aspiranti scrittori che gli chiedevano consigli, Pasolini era sempre tranquillo e aiutava i più giovani a mettere giù i loro testi".
"Quella sera Pasolini e Pelosi si sedettero a un tavolo che ancora oggi è nella sala principale del nostro ristorante, fermo nel tempo eppure pronto a ospitare ogni nuovo cliente. Sulla sedia dove Pasolini si accomodò, c'é ancora un fiocchetto che mia madre legò a una gamba appena seppe la tragica notizia. Si fermarono poco, venti, trenta minuti - continua Roberto -. Era tranquillo, spizzicò qualcosa dal piatto di Pelosi, non alzò mai la voce, e a mezzanotte meno qualche minuto papà li accompagnò al cancello e lo salutò".
Oggi il ristorante sulle sponde del Tevere vive nella memoria di Pasolini, una targa ne celebra "l'amore rivolto al popolo di Roma". "Di lui, a me che ero poco più che un ragazzino, una cosa è rimasta impressa più di ogni altra: mangiava sempre senza sale, perché diceva che gli bloccava il cervello. Il primo carpaccio che servimmo qui, verso la fine degli anni Sessanta, fu il poeta a insegnarlo a mia madre. Era un carciofo tagliato fino fino, messo sotto limone con un filo d'olio, ma, per carità, sempre e rigorosamente senza sale". (di Silvia Mancinelli)

(Adnkronos) - "Il Difensore civico svolge un ruolo importante. Riduce la distanza che spesso si crea tra i cittadini e le istituzioni. Vogliamo continuare a valorizzare la figura che sa comunicare le esigenze e le problematiche dei cittadini del territorio". Sono le parole del presidente del Consiglio regionale del Lazio, Marino Fardelli, partecipando, oggi a Roma, alla presentazione del progetto ‘Il difensore civico sui banchi di scuola’. Un’iniziativa che mira ad avvicinare i giovani alla figura eletta dal Consiglio regionale con il compito di tutelare il cittadino dagli abusi, ritardi e negligenze della Pubblica Amministrazione.
Attraverso incontri, laboratori e momenti di confronto, l’iniziativa porterà il Difensore civico a dialogare direttamente con studenti e istituti scolastici del territorio sui temi dei diritti, della cittadinanza attiva e della giustizia sociale. Anche il presidente del Consiglio regionale parteciperà agli incontri con le studentesse e gli studenti: "Andrò nelle scuole a presentare i progetti e faremo in modo che ogni consigliere, di qualsiasi partito, colore o bandiera, possa accompagnare il Difensore civico in questo percorso - fa sapere Aurigemma - È importante che la Regione svolga il suo ruolo istituzionale e che sappia diffondere la consapevolezza sul ruolo e sulle competenze del Difensore civico".
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(Adnkronos) - "L'ufficio del difensore civico rappresenta un presidio di legalità, di partecipazione e di trasparenza. La platea di cittadini che vi si rivolge è over 60. Il progetto presentato oggi è un investimento sul capitale umano per il futuro dei ragazzi che oggi frequentano le scuole e che domani saranno cittadini consapevoli della nostra società". Così Marino Fardelli, Difensore civico della Regione Lazio e Presidente del Coordinamento nazionale dei Difensori civici delle Regioni e delle Province Autonome Italiane, intervenendo, oggi a Roma, alla presentazione del progetto ‘Il difensore civico sui banchi di scuola’.
Un’iniziativa che mira ad avvicinare i giovani alla figura, eletta dal Consiglio regionale, che ha il compito di tutelare il cittadino dagli abusi, ritardi e negligenze della Pubblica Amministrazione ed assicurarne il buon andamento, la correttezza e l’imparzialità. "Un presidio di legalità, di partecipazione e di trasparenza", lo descrive Fardelli.
Il progetto, che vuole "investire sulla consapevolezza dei propri diritti, sulla partecipazione attiva e la giustizia sociale, in un momento di conoscenza e informazione", specifica il difensore civico del Lazio, è il primo passo di un percorso che si dipanerà negli istituti scolastici del territorio, attraverso incontri, laboratori e momenti di confronto con gli studenti.
Leggi tutto: Fardelli (Dif. Civico Lazio): "Rendiamo più consapevoli i cittadini di domani"

(Adnkronos) - Il disegno di legge di bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2026 e bilancio pluriennale è stato bollinato dalla Ragioneria di Stato e inviato dal ministero dell'Economia e delle Finanze alla presidenza del Consiglio dei ministri. Lo comunica una nota del Mef. Il testo conta 154 articoli nella sua versione finale: erano 137 nella prima bozza circolata nei giorni scorsi.
Nel testo cambia la norma sugli affitti brevi: l’aumento dell’aliquota sulla cedolare secca al 26% sul primo immobile vale solo per chi si affida a intermediari immobiliari o portali telematici, mentre resta al 21% per gli altri. Nel documento si legge infatti che l'aliquota è ridotta al 21% per i redditi derivanti dai contratti di locazione breve relativi a una unità immobiliare individuata dal contribuente in sede di dichiarazione dei redditi "sempre che, durante il periodo d’imposta, non siano stati conclusi contratti aventi ad oggetto tale unità immobiliare tramite soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare o tramite soggetti che gestiscono portali telematici, mettendo in contatto persone in cerca di un immobile con persone che dispongono di unità immobiliari da locare".
Confermato il taglio dell’Irpef dal 35 al 33% per i redditi dai 28mila ai 50mila euro e la sterilizzazione sopra ai 200mila euro, tramite detrazioni. “Per i contribuenti titolari di un reddito complessivo superiore a 200.000 euro l’ammontare della detrazione dall’imposta lorda spettante in relazione ai seguenti oneri, determinato tenendo conto di quanto previsto dai commi precedenti e dall’articolo 15, comma 3-bis, è diminuito di un importo pari a 440 euro”, si legge nel testo.
Nel testo bollinato è stato inserito un articolo, il 134, attraverso il quale si istituisce un fondo da ripartire "con una dotazione di 2.200 milioni di euro per l'anno 2026, destinato a far fronte agli effetti finanziari derivanti da contenziosi nazionali ed europei". Scopo del fondo è quello di dare copertura a eventuali procedure di infrazione verso l'Italia o sentenze a carico dello Stato. Tra queste rientra il rimborso nei confronti di Mediolanum da parte del fisco italiano in seguito alla sentenza della Corte di giustizia europea sulla questione della doppia tassazione dei dividendi.
Leggi tutto: Manovra 2026, cambia norma su affitti brevi nel testo bollinato: ecco le misure
(Adnkronos) - "Quella del Mostro di Firenze non fu solo una sequenza di omicidi seriali, ma un vero e proprio atto di odio profondo e patologico verso le donne. Un femminicidio ripetuto, anche se allora, più di 40 anni fa, non lo chiamavamo così. L'obiettivo era la donna, il cui corpo veniva, se possibile, mutilato e sfregiato, mentre l'uomo veniva eliminato soprattutto in quanto ostacolo". L'ex magistrata Silvia Della Monica è stata una figura chiave nella primissima fase dell'inchiesta sul serial killer mai identificato, autore di otto duplici omicidi commessi tra il 1968 e il 1985 nei dintorni di Firenze.
Da sostituto procuratore della Procura di Firenze fu tra i primi a capire che la scia di sangue degli anni Ottanta affondava le radici nel primo delitto del 21 agosto 1968. Fu lei a ricevere, nel settembre 1985, l'anonima busta contenente un lembo di seno della vittima francese Nadine Mauriot, l'ultima della lunga e inquietante catena di delitti. Un macabro messaggio, che riapriva simbolicamente la sua connessione con un'indagine che aveva già lasciato.
Oggi, a distanza di quarant'anni, la nuova serie 'Il Mostro' di Stefano Sollima - distribuita da Netflix - riaccende l'attenzione su quella stagione cupa. E Della Monica, con discrezione, ha accettato di commentare pubblicamente l'opera del regista che ha già firmato i successi televisivi di 'Romanzo criminale', 'Gomorra' e 'Suburra', avendo avuto l'opportunità di visionare i quattro episodi realizzati.
"Sollima è stato molto attento, ha ricostruito bene quel periodo, con precisione. Io ho solo risposto a qualche domanda tecnica, niente di più - premette Della Monica intervistata dall'Adnkronos - Ma ho apprezzato che non abbia mai cercato di spettacolarizzare l'orrore e la sofferenza, con grande rispetto delle vittime. Il suo lavoro parte da un momento investigativo che col tempo era stato un po' accantonato, ma che aveva messo a nudo l'origine della vicenda: il collegamento con il duplice omicidio del 1968, la stessa pistola Beretta calibro 22 usata nei diversi delitti anche se mai ritrovata, la pista sarda e soprattutto la violenza misogina che permeava tutto".
Secondo Della Monica, è proprio l'ambiente "squallido e patriarcale" che Sollima riesce a rendere in modo efficace. Un contesto in cui "le donne non avevano alcun valore, ridotte a oggetto. Una cultura del dominio maschile feroce, radicata e silente". Una rappresentazione che, per l'ex magistrata, va oltre la cronaca giudiziaria. "È una lettura storica e sociale - sottolinea - che restituisce dignità alle vittime, senza morbosità".
Eppure, per chi come lei ha vissuto quegli anni da protagonista, la visione della serie Netflix porta inevitabilmente a riflettere sulle difficoltà investigative dell'epoca. "Lavoravamo con strumenti che oggi sembrerebbero preistorici. Niente archivi digitali, niente Dna, nemmeno l'idea di isolare una scena del crimine era scontata. E poi, le intercettazioni? Un'impresa".
Della Monica entrò nel caso nel 1981, affiancando un collega nella gestione di un duplice omicidio, mentre già si occupava di criminalità organizzata. "Fui la prima donna magistrato nella Procura di Firenze, e, probabilmente, nell’intero distretto della Corte d'Appello. Seguii in particolare il caso di Baccaiano, il delitto avvenuto il 19 giugno 1982, e in quella circostanza chiesi ai familiari di autorizzare una ricostruzione mediatica, e concordai con la stampa di dare la notizia che il ragazzo era sopravvissuto e aveva avuto il tempo di fornire indicazioni agli inquirenti, Speravo in una reazione di chi aveva commesso il delitto. In effetti giunse una telefonata sospetta ma non fu possibile registrarla e svilupparla per le difficoltà che all’epoca presentavano le intercettazioni".
La pista sarda - quella che ipotizzava il coinvolgimento di un gruppo di uomini provenienti dalla Sardegna, legati da vincoli familiari e da un codice patriarcale violento - rimane, a suo giudizio, una chiave ancora oggi importante: "Per avere consentito il collegamento dei successivi omicidi con quello del 1968 e soprattutto con la pistola calibro 22, la stessa arma anche nei successivi omicidi. Ma l'arma, purtroppo, non fu mai trovata. Indagando su questo caso, vi era duplice preoccupazione: fermare l'autore di questi terribili delitti, dando una risposta alle famiglie delle vittime e ad una Toscana terrorizzata, ma anche agire con sempre maggiore. attenzione e prudenza perché ad ogni arresto di un possibile sospettato negli anni '80 seguiva inevitabilmente un altro duplice omicidio. Quindi trovare l'arma era fondamentale".
E da lì nacquero divisioni investigative. E fu per questo - per divergenze sull'arresto di alcuni sospettati avvenuto mentre era all’estero per indagini di criminalità organizzata negli - che decise di lasciare le indagini. "Non condividevo l'arresto di Mele e di Mucciarini. Soprattutto mancava, in una situazione indiziaria immutata, il ritrovamento della pistola. E temevo che potesse avvenire un nuovo duplice omicidio. In quel periodo avevo anche da seguire altre inchieste internazionali di criminalità organizzata e mi sembrò più opportuno farmi da parte, in sordina, senza creare tensioni tra gli inquirenti".
Eppure, la storia tornò a bussare alla sua porta in modo clamoroso, proprio nel 1985, con la lettera anonima contenente la parte del corpo di Nadine Mauriot: "Un messaggio diretto, quasi personale. Ma io cerco sempre di attenermi ai fatti. In quel momento fui costretta a rientrare, anche se non desideravo farlo. Comunque era un messaggio macabro che non mi sorprese e che avevo ipotizzato come possibile sfida verso gli inquirenti, in particolare a Piero Vigna, che io avevo coinvolto nelle indagini, per le sue indiscusse capacità investigative. Anche Vigna interpretò questo messaggio, corredato da un lembo di seno della vittima, come un ulteriore sfregio alle donne e, in particolare, una sfida verso un magistrato donna".
Alla domanda su quale sia il suo giudizio complessivo sulla ricostruzione Netflix, Della Monica risponde con equilibrio: "Manca, se non sbaglio, il momento in cui io abbandonai le indagini e fui poi richiamata in causa. Ma la serie è interessante, ben documentata, onesta, accurata nei dettagli, rispettosa e non dà risposte forzate". Alla domanda se di questo episodio si potrebbe parlare in una prossima serie, risponde: "Solo Sollima può dirle se ci saranno altre puntate".
Infine, un pensiero per chi ha ereditato il peso dell'inchiesta: "Non ho mai voluto suggestionare chi è venuto dopo di me. Tutti i colleghi che si sono occupati degli omicidi del Mostro lo hanno fatto con grande impegno e serietà. Nessuno può immaginare cosa volesse dire lavorare con i mezzi dell’epoca e sotto una pressione emotiva, carica di attese. La verità non l'abbiamo trovata, ed è un dolore che resta"
E il Mostro? Per Della Monica, resta ancora un caso aperto. Ma non ha mai dubbi su un punto: "Gli omicidi del Mostro sono stati guidati da una brutale violenza di genere, da un odio palese verso le donne. E questo, il regista Stefano Sollima l'ha raccontato nel modo più giusto possibile". (di Paolo Martini)
Leggi tutto: Mostro di Firenze, ex magistrata: "Fu femminicida seriale, odiava le donne"

(Adnkronos) - Kenan Yildiz al Santiago Bernabeu, con la 10 di Alessandro Del Piero. Oggi, mercoledì 22 ottobre, la Juventus sfida il Real Madrid - in diretta tv e streaming - nella terza giornata di Champions League, tornando in quello stadio che è stato teatro di sfide memorabili. Tudor, per uscire dal momento negativo certificato dal brutto ko di Como nell'ultimo turno di Serie A, si affida ancora una volta a Yildiz, ora più che mai leader tecnico e faro offensivo bianconero.
"Ogni bambino sogna di giocare in quello stadio, uno dei più belli del mondo. Affrontare un club del genere in Champions è incredibile. Sognavo di essere qui, e ora il mio nome è tra quello dei protagonisti. È un grande orgoglio", sono state le parole emozionate alla Uefa di Yildiz, che ad appena 20 anni si è caricato il peso della Juventus sulle spalle, iniziando la stagione con 5 gol e 6 assist in 13 presenze. Il 'nuovo' ruolo di leader, e quella fascia da capitano che potrebbe ricadere sul suo braccio per la prima volta in Champions proprio al Bernabeu, ha richiamato ancora di più il paragone con Alessandro Del Piero, leggenda bianconera.
Corsi e ricorsi storici che si intrecciano in Champions League. Nel settembre 2024 Yildiz era diventato il più giovane marcatore della storia juventina nella massima competizione europea, a 19 anni e 136 giorni, segnando al Psv un gol... alla Del Piero e infrangendo proprio il record di Alex, in rete a 20 anni e 308 giorni. "A me piacciono questi gol", aveva commentato negli studi di SkySport l'ex capitano bianconero allargando il sorriso. In primo piano le immagini del tiro a giro di Kenan e della 'prima volta' di Del Piero contro il Borussia Dortmund nel 1995.
In molti rivedono in Yildiz movenze e qualità che erano state di Del Piero. L'abbraccio tra i due, in realtà, c'è già stato. In occcasione di Juventus-Atalanta, gara di campionato terminata 1-1. 'Pinturicchio' era allo Stadium come commentatore per la Cbs e nel pre-partita è stato 'puntato' proprio dal talento turco. Yildiz ha quindi ha interrotto il riscaldamento per qualche secondo ed è piombato alle spalle di Del Piero, abbracciandolo tra i sorrisi di Alex e dello studio.
La speranza di Yildiz, in vista della sfida con il Real Madrid, è ricalcare le orme di chi, proprio al Bernabeu, ha scritto la storia. "Dico sempre che non mi piacciono i paragoni tra me e Del Piero, perché lui è una leggenda, ha finito la sua carriera, mentre io sono appena all'inizio", ha spiegato il turco, "voglio costruire la mia storia. Però sì, lui è uno di quelli che ho sempre ammirato". E chissà se nella memoria di Kenan c'è quel Real Madrid-Juventus del 5 novembre 2008.
Quel giorno la doppietta di Del Piero regalò un 2-0 storico alla Juventus di Ranieri. Alex firma il primo gol al 17' con un sinistro rasoterra all'angolino, che non lascia scampo a Casillas. La 'linguaccia' si ripete nella ripresa. Al 67' Del Piero trasforma un calcio di punizione dal limite dell'area superando la barriera e lasciando immobile, tra il sorpreso e lo sconsolato, il portiere spagnolo. Nel mezzo c'è una partita di talento e di governo, certificata dalla standing ovation con cui il Bernabeu lo saluta al momento dell'uscita dal campo.

(Adnkronos) - Sì al patteggiamento per Davide Lacerenza e Stefania Nobile nell'inchiesta sulla Gintoneria. La giudice per le indagini preliminari di Milano Marta Pollicino ha accolto i patteggiamenti di Lacerenza (4 anni e 8 mesi) e dell'ex compagna Nobile (3 anni), figlia di Wanna Marchi, arrestati lo scorso marzo per detenzione e spaccio di droga e favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
Difesi dall'avvocato Liborio Cataliotti, davanti alla giudice è stato disposto anche un risarcimento, tramite confisca del patrimonio, da oltre 900mila euro. Le bottiglie di champagne e di arredi sequestrati nel locale di via Napo Torriani saranno quindi messi all'asta per ripagare i debiti. Lacerenza potrà chiedere l'affidamento in prova ai servizi sociali, mentre Stefania Nobile a breve inizierà i lavori di pubblica utilità. "Entrambi godranno di ulteriori sconti se si comporteranno bene" spiega il legale.
Leggi tutto: Lacerenza e Nobile patteggiano, champagne Gintoneria all'asta per i debiti

(Adnkronos) - "Sono onorata di essere ambassador del progetto. È un ruolo che permette di veicolare un messaggio importante: democrazia e partecipazione, sin dalle giovanissima età. Il Difensore civico si interfaccia con gli enti, le istituzioni, i cittadini e, in questo caso, con i ragazzi. Con le loro proposte e le loro idee, i giovani diventano così protagonisti attivi in un percorso in grado di portare valore aggiunto alla collettività e tendere una mano al prossimo". Sono le parole di Sara Manfuso, opinionista televisiva e Ambassador del progetto ‘Il difensore civico sui banchi di scuola’, presentato, oggi a Roma, in Consiglio Regionale del Lazio.
L’iniziativa è il primo passo di un percorso che porterà la figura eletta dal Consiglio regionale - con il compito di tutelare il cittadino dagli abusi, ritardi e negligenze della Pubblica Amministrazione ed assicurarne il buon andamento, la correttezza e l’imparzialità - a dialogare direttamente con studenti e istituti scolastici del territorio, attraverso incontri, laboratori e momenti di confronto dedicati ai temi dei diritti, della cittadinanza attiva e della giustizia sociale.
Leggi tutto: Manfuso: "Ragazzi protagonisti attivi con il difensore civico"

(Adnkronos) - "Possiamo essere orgogliosi dei risultati che, in un contesto di grande incertezza, il nostro Paese ha conseguito". Lo ha affermato oggi il ministro dell'Economia e Finanze, Giancarlo Giorgetti, intervenendo in collegamento al Salone del Leasing 2025, in corso a Milano.
"Non sono in sé i miliardi di interessi passivi risparmiati, non sono le promozioni delle agenzie di rating, non sono neanche i tassi di crescita sempre in terreno positivo - ha sottolineato il ministro -. A renderci orgogliosi deve essere la consapevolezza di avere intrapreso il percorso giusto e che quindi dobbiamo consolidare con responsabilità e serietà. Continueremo a farlo per il tempo che abbiamo davanti e contiamo sul vostro supporto".
"Nel primo semestre del 2026 dovranno completarsi gli interventi del Pnrr. Da questi potrà avvenire un'ulteriore accelerazione degli investimenti. E la necessità di investire non si fermerà certo a giugno del 2026".
"Voglio richiamare l'importanza del percorso di risanamento finanziario che porterà il deficit sotto il 3% e, auspicabilmente, l'Italia fuori dalla procedura europea per il deficit eccessivo, speriamo già nel 2026, così come il miglioramento del rating sovrano e la discesa lineare dello spread ridottosi di 170 punti base in tre anni. Anche le sottoscrizioni dell'emissione del Btp valore che sono un segno tangibile della fiducia degli italiani proprio verso il nostro Paese" ha aggiunto. Se anche il quadro geopolitico e commerciale "si stabilizzasse", le aspettative "potrebbero ulteriormente migliorare e tradursi in una espansione più forte dell'attività economica, che i nostri fondamentali giustificherebbero in modo pieno"ha concluso il ministro.
Leggi tutto: Giorgetti: "Orgogliosi dei risultati che il Paese ha raggiunto in un contesto incerto"

(Adnkronos) - L'innovazione tecnologica sta ridefinendo il modo di pensare, organizzare ed erogare l'assistenza sanitaria, con un impatto diretto e profondo sui servizi alla persona e nel welfare sanitario. Affronta questo tema la terza diretta della serie di webinar promossa da Cadiprof - dal titolo 'Sanità digitale, telemedicina e intelligenza artificiale. Trasformazione tecnologica e innovazione', in collaborazione con Adnkronos, per celebrare '20 anni di impegno e tutele per i lavoratori degli studi professionali'. Dopo aver parlato di 'Prevenzione e corretti stili di vita' e di 'Sostenibilità e non autosufficienza', l'iniziativa della Cassa di assistenza sanitaria integrativa per i lavoratori degli studi professionali - venerdì 24 ottobre alle 13 online sui canali web e social di Adnkronos e Cadiprof, dove sono disponibili anche le puntate precedenti - apre una finestra sul futuro della sanità dove il fascicolo sanitario elettronico, le piattaforme di telemedicina, i sistemi di monitoraggio remoto e gli strumenti predittivi grazie all'intelligenza artificiale diventano i tasselli di un unico disegno: un sistema sanitario più proattivo e vicino alle persone.
In studio, a confrontarsi sulle nuove prospettive di assistenza
sanitaria ci sono: Sergio Pillon, vicepresidente Aisdet -
Associazione italiana dell'associazione sanità digitale e
telemedicina; Giampaolo Stopazzolo, medico esperto per la
transizione digitale in sanità; Gaetano Stella, presidente
Cadiprof; Michele Carpinetti, vicepresidente Cadiprof. Nel corso
della diretta - a cui sarà possibile intervenire inviando domande e
osservazioni al numero WhatsApp 347.4412645 o all'indirizzo mail
Nel corso della diretta si chiarirà anche il ruolo dell'intelligenza artificiale, le cui applicazioni spaziano dalla diagnostica per immagini alla medicina predittiva, dall'analisi dei dati clinici alla pianificazione dei percorsi terapeutici personalizzati. L'appuntamento per scoprire come la digitalizzazione consenta di spostare il baricentro dell'assistenza dall'ospedale al territorio, dal trattamento alla prevenzione, dalla reazione alla previsione, è per venerdì 24 ottobre alle 13 in diretta sui canali web e social di Adnkronos e sul sito e canale YouTube di Cadiprof, per il webinar 'Sanità digitale, telemedicina e intelligenza artificiale'.
Leggi tutto: Telemedicina e Ia, un webinar sull'evoluzione tecnologica che cambia il welfare

(Adnkronos) - A settembre l'Agenzia medica e biologica della Federazione Russa ha annunciato che il vaccino a mRna 'Enteromix' contro il cancro aveva superato gli studi preclinici con "risultati promettenti". Ora la Serbia, con il ministro per la Cooperazione economica Nenad Popović, ha annunciato che sarà il primo Paese a testare il vaccino.
Secondo 'Gazeta Tema', il progetto fa seguito a un accordo diretto tra il presidente russo Vladimir Putin e il presidente serbo Aleksandar Vučić. Un team russo ha già ispezionato gli ospedali di Belgrado e le sperimentazioni congiunte inizieranno dopo che i medici serbi si saranno formati a Mosca. Le dosi iniziali, secondo quanto riferito da Popović, saranno prodotte dall'ospedale Torlak di Belgrado dal 2026.
Sul vaccino russo, che sarebbe destinato alla cura del melanoma e di alcuni tipi di cancro ai polmoni, gli esperti internazionali rimangono freddi soprattutto perché la sperimentazione umana è iniziata solo a giugno con 48 volontari. E' ancora nella memoria l'annuncio, in piena pandemia di Covid, del vaccino Sputnik che alla fine non ha confermato le promesse. Anche in quel caso la 'diplomazia dei vaccini' aveva avvicinato Russia ed Europa.
Traccia inedita live in una grotta di Masullas...
Vini di Sardegna tra degustazioni e laboratori l'8 e 9 novembre...
Fdi, 'la competenza è dello Stato. Leggi simili già impugnate'... Leggi Tutte le Notizie di oggi in Sardegna
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