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Zaniolo e la presunta rissa con due Primavera, procura Figc apre inchiesta

27 Maggio 2025
Nicolò Zaniolo - (IPa)

(Adnkronos) - La procura federale della Figc ha aperto un'indagine sulla presunta rissa che avrebbe coinvolto Nicolò Zaniolo. L'obiettivo è verificare quanto avvenuto lunedì sera al Viola Park negli spogliatoi giallorossi dopo la semifinale del campionato Primavera tra i giovani di Fiorentina e Roma. Il fascicolo è in mano al procuratore capo Giuseppe Chiné.  

La Roma ha denunciato ieri il comportamento del giocatore della Fiorentina dopo. "La AS Roma comunica che, al termine della gara odierna, si è verificato un episodio increscioso che coinvolge il calciatore Nicolò Zaniolo. Secondo quanto ricostruito, il calciatore si sarebbe recato nello spogliatoio della squadra Primavera al termine della partita e avrebbe avuto un comportamento provocatorio nei confronti di alcuni atleti del vivaio giallorosso. Durante il confronto, sarebbero stati colpiti fisicamente due calciatori della formazione Primavera", si legge nella nota del club capitolino. "La AS Roma condanna con fermezza ogni forma di comportamento aggressivo o non conforme ai valori dello sport", conclude la Roma. 

 

La replica di Zaniolo è arrivata a stretto giro. In una nota della Fiorentina si legge: "Al termine della partita sono sceso negli spogliatoi per complimentarmi con i ragazzi della Fiorentina e poi sono passato nello spogliatoio della Roma per salutare e complimentarmi anche con loro per la stagione, ma ad un certo punto - spiega Zaniolo - hanno iniziato ad insultarmi quindi, a quel punto, per evitare che la situazione degenerasse, ho preferito andare via". 

 

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Orsini: "Serve piano industriale straordinario per rilanciare economia europea e nazionale"

27 Maggio 2025
Emanuele Orsini (Fotogramma/Ipa)

(Adnkronos) - “Confindustria propone un Piano industriale straordinario per rilanciare l’economia europea e nazionale”. È la proposta di Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, dal palco dell’assemblea a Bologna. “L’amara verità - dice il numero uno degli industriali - è che oggi sia l’Europa che il nostro Paese affrontano un rischio concreto di deindustrializzazione, aggravato dalla guerra dei dazi, ma alimentato da un pregiudizio anti-industriale”. 

Questo piano si basa su due leve. La prima: “Investimenti, per sostenere la capacità innovativa dell’industria, da realizzare con il contributo delle risorse pubbliche e private”. Per attivarli, serve un “new generation Eu per l’industria” e un “mercato dei capitali realmente unico e integrato”, prosegue Orsini. La seconda sono “le regole per rimettere al centro la competitività, l’abbattimento degli oneri burocratici e l’unione tra le dimensioni della sostenibilità”. 

"Alle politiche europee serve un radicale mutamento di impostazione - scandisce - le scelte degli ultimi anni stanno presentando un conto pesantissimo. Hanno indebolito la nostra competitività industriale, hanno messo a rischio centinaia di migliaia di posti di lavoro e, di conseguenza, l’intero sistema di welfare e di coesione sociale". Il presidente di Confindustria chiede di "intervenire subito per cambiare questa rotta". "Se questo non accade, avremo dato ragione a chi non vuole un’Europa né più unita, né più forte. A volerla, unita e forte, siamo noi. E tutti quelli che con noi si battono per correggere gli errori compiuti", sottolinea. 

Dal palco dell’assemblea il presidente di viale dell’Astronomia dice che “al netto dell’effetto dei dazi, dopo due anni di flessione della produzione, l’industria italiana è in forte sofferenza. E’ ancora frenata da troppi ostacoli, che riducono la competitività delle imprese rispetto a quelle di Paesi con regole, sistemi fiscali e infrastrutture più favorevoli”, spiega rivolgendosi alle istituzioni presenti in sala, tra cui la premier Giorgia Meloni. “Troppo spesso in Italia i successi delle imprese vengono scambiati come effetto di grandi strategie di sviluppo che, invece, non ci sono state”, prosegue Orsini, chiedendo dunque di “cambiare prospettiva. Anzi, ribaltarla”. 

Per le imprese italiane quella della bolletta energetica è “una situazione insostenibile” su cui “bisogna agire con urgenza”, ribadisce il presidente di Confindustria, parlando “a nome di tutte le imprese che si trovano a fare i conti con bollette che rischiano di metterle fuori mercato”. Dopo “tutti gli incentivi per le rinnovabili, noi non possiamo più accettare di continuare a pagare l’energia al prezzo vincolato a quello del gas”, prosegue, esortando a entrare “subito nella logica del disaccoppiamento”. Sul punto, nelle settimane passate si era consumato un piccolo ‘strappo’ con il governo successivo al varo del decreto bollette, che aveva lasciato Confindustria amareggiata. Ora però alla premier Meloni il numero uno di viale dell'Astronomia dice che gli ha fatto “piacere quanto dichiarato” nelle interrogazioni parlamentari, in cui la presidente del Consiglio ha detto che bisogna abbattere il sovraccosto dell’energia. 

Le aziende italiane hanno un sovraccosto energetico “che supera il 35% del prezzo medio europeo e che arriva anche a toccare punte dell’80%, nel confronto con i maggiori Paesi europei” mentre i consumi industriali italiani “rappresentano il 42% del fabbisogno elettrico nazionale (125 twh) e per le imprese il prezzo dell’energia viene calcolato in base al costo dell’elettricità prodotta con il gas”, ricorda Orsini. Dunque, l’energia è “la componente più urgente” del Piano industriale straordinario proposto da viale dell’Astronomia. 

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Belve, ospiti oggi 27 maggio: chi sono i protagonisti delle interviste

27 Maggio 2025
Francesca Fagnani - (Ipa)

(Adnkronos) - Oggi, martedì 27 maggio, torna 'Belve', programma ideato e condotto da Francesca Fagnani in onda su Rai 2 alle 21.20. Ma chi sono gli ospiti di questa sera? 

Per i faccia a faccia in studio ci saranno il calciatore Mario Balotelli, l'attrice Lunetta Savino e l'imprenditore Massimo Ferrero. Gli ospiti di Fagnani si confronteranno e si metteranno mettersi in gioco rispondendo alle sue domande chiare, dirette e spesso irriverenti. A impreziosire la serata per il momento musicale ci sarà Serena Brancale che interpreterà una cover. Non mancherà come di consueto la sigla di chiusura con tutti i fuori onda degli ospiti, diventato ormai negli anni uno dei momenti più attesi dal pubblico di Belve. 

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Giornata senza tabacco, Fondazione Veronesi e Aiom: tassarlo funziona'

27 Maggio 2025
Giornata senza tabacco, Fondazione Veronesi e Aiom: tassarlo funziona

(Adnkronos) - Aumentare la tassazione sul tabacco è una misura fondamentale, efficace e largamente accettata. Lo dimostrano i dati provenienti da Francia e Irlanda raccolti e analizzati dal Centro di ricerche sulla Gestione dell’assistenza sanitaria e sociale (Cergas) di Sda Bocconi School of Management e una nuova indagine condotta da AstraRicerche su richiesta di Fondazione Veronesi. A partire da questi risultati, in occasione della Giornata mondiale senza tabacco del 31 maggio, promossa dall’Organizzazione mondiale della sanità, Fondazione Umberto Veronesi Ets richiama l’attenzione su una delle misure più efficaci nella lotta al tabagismo: l’aumento delle tasse sul tabacco. Per questo, la Fondazione e l’Associazione italiana oncologia medica (Aiom) chiedono una strategia integrata e una fiscalità più coraggiosa. Mentre in Italia il prezzo medio di un pacchetto da 20 sigarette supera di poco i 5 euro, con incrementi minimi negli ultimi anni - informa una nota - in Francia è passato da 7,05 euro nel 2017 a quasi 11 euro nel 2023, con l’obiettivo di arrivare a 13 euro entro il 2027. In parallelo, il Paese ha osservato un calo significativo del consumo di tabacco, soprattutto tra i giovani: in soli 5 anni, tra il 2017 e il 2022, la quota di fumatori quotidiani tra i diciassettenni francesi è scesa dal 25,1% al 15,6%. In Irlanda, dove in seguito a una politica di aumenti intrapresa nel 2015 un pacchetto costa oggi oltre 15 euro, la percentuale di fumatori è scesa dal 23% al 18% tra il 2015 e il 2021.  

"Francia e Irlanda - afferma Amelia Compagni, direttrice Cergas di Sda Bocconi School of Management e professoressa associata dipartimento di Scienze sociali e politiche Università Bocconi - hanno adottato strategie fiscali ambiziose per contrastare il tabagismo, con prezzi delle sigarette tra i più alti in Europa. Negli ultimi anni, entrambi i Paesi hanno ottenuto riduzioni significative nel consumo di prodotti del tabacco, controbilanciate però da un aumento nell’utilizzo delle sigarette elettroniche. Emerge quindi l’importanza di una politica fiscale guidata da obiettivi di salute pubblica, e integrata da misure di educazione, prevenzione e trattamento, per creare la prima generazione libera dal tabacco". 

Secondo l’indagine AstraRicerche su un campione rappresentativo di oltre mille adulti italiani (18-65 anni), più della metà degli italiani riconosce che una tassazione più elevata sul tabacco aiuta a prevenire l’iniziazione, ridurre il consumo e favorisce la cessazione. Il 60% degli intervistati si dichiara favorevole a un aumento deciso delle tasse, che punti almeno a raddoppiare il prezzo del pacchetto, portandolo a 11-12 euro, come già avviene in altri Paesi europei. Solo il 20% sarebbe sfavorevole. Queste percentuali non cambiano se la misura includesse anche le sigarette elettroniche. Inoltre, se il prezzo del pacchetto di sigarette raddoppiasse, quasi un terzo delle persone dichiara che smetterebbe, mentre un altro terzo calerebbe i consumi: al contempo, non aumenterebbe la propensione all’acquisto di tabacco da fonti illegali come il contrabbando. 

Gli italiani chiedono anche un impiego mirato delle risorse fiscali raccolte: la maggioranza vorrebbe destinarle a educazione scolastica, prevenzione delle malattie fumo-correlate e servizi di disassuefazione dal fumo. L’esperienza internazionale e l’opinione pubblica convergono su un punto chiave: è urgente adottare una strategia integrata che combini leva fiscale, educazione, campagne informative, rispetto dei divieti, monitoraggio del mercato e supporto per chi vuole smettere. Il tabacco è la principale causa prevenibile di malattia e morte nel mondo. L’Oms stima 8 milioni di vittime all’anno, di cui 1,2 milioni di non fumatori esposti al fumo passivo. In Europa, si contano circa 700mila morti l’anno attribuibili al tabacco, di cui oltre 90mila in Italia, quasi la metà per tumori. Si stima che i costi diretti e indiretti dovuti al tabagismo tocchino i 26 miliardi di euro l’anno nel nostro Paese. Il fumo, inoltre, aggrava le disuguaglianze socioeconomiche, colpendo più duramente chi ha meno risorse per difendersi dalla promozione del tabacco, per accedere alla diagnosi precoce o alle cure. 

"L’uso di tabacco - sottolinea Giulia Veronesi, direttore Chirurgia Toracica ospedale San Raffaele, professore ordinario Università Vita e Salute San Raffaele di Milano e membro del Comitato di lotta al Fumo di Fondazione Umberto Veronesi Ets - è responsabile di circa l’85% dei decessi per tumore del polmone, dei bronchi e della trachea. A fronte di questi danni risaputi, l’Italia è rimasta indietro nella politica di lotta al tabagismo nel panorama internazionale secondo i criteri dell’Oms. Le evidenze ci sono e sono chiare: alzare le tasse sul tabacco significa ridurre i consumi e prevenire malattie e decessi evitabili e liberare risorse utili per il Sistema sanitario nazionale". 

Anche l’Aiom è fortemente impegnata nella promozione della prevenzione primaria e secondaria del cancro. "Agli stili di vita scorretti, e tra questi prima di tutto il fumo di sigaretta - rimarca Francesco Perrone, presidente Aiom - si attribuisce circa il 40% delle diagnosi di cancro, che in Italia si stimano nell’ordine di 390mila all’anno, oltre mille al giorno. Per questo motivo Aiom si è schierata a favore della campagna per ottenere dal governo un drastico aumento delle accise sul tabacco, forse l’unica strategia che abbia dimostrato di ridurre in maniera efficace il numero di fumatori, come dimostrato dai dati Cergas, con innegabili vantaggi per la salute dei cittadini. E, non ultimo, con notevoli risparmi per il Ssn a cui si potrebbero anche destinare i ricavi derivanti dall’aumento delle accise". 

Il tema del World No Tobacco Day 2025 - Unmasking the Appeal - punta a ‘smascherare’ le strategie dell’industria del tabacco che, attraverso marketing, packaging e lobbying, continua a rendere ‘attraente’ un prodotto letale. Fondazione Umberto Veronesi ETs è da più di vent’anni quotidianamente impegnata nella lotta al fumo, anche attraverso attività di advocacy per sensibilizzare l’opinione pubblica e le Istituzioni sui danni causati dal tabagismo. Dal 2008 sul territorio nazionale sono stati realizzati progetti e iniziative dedicate alla dipendenza dal tabacco e ai danni del fumo di sigaretta, con attività educative e campagne di informazione e sensibilizzazione rivolte a giovani ed adulti. Allo stesso tempo la Fondazione - conclude la nota - sostiene il finanziamento alla ricerca scientifica d’eccellenza per migliorare la diagnosi e la cura dei tumori correlati al fumo e realizza attività di well being aziendale al fine di promuovere una cultura no-smoking per i dipendenti. Per maggiori informazioni, fondazioneveronesi.it. 

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Ictus in aumento nei giovani: fattori di rischio, screening e prevenzione

27 Maggio 2025
Giovane con mal di testa (Foto )

(Adnkronos) - E’ convinzione diffusa che l’ictus cerebrale sia una patologia associata alle persone anziane ed è vero perché sia l’incidenza (cioè il numero di nuovi casi/anno) sia la prevalenza (numero di persone colpite dalla patologia, in un dato momento storico, in una data popolazione) aumentano con l’avanzare dell’età. Alice Italia Odv (Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale) intende però accendere i riflettori sul crescente numero di casi che si verifica anche tra i giovani adulti, con un inevitabile impatto devastante sulla vita di chi ne è colpito.  

"Si tratta, infatti, di una condizione non così rara: circa il 10-15% di tutti gli ictus si verifica negli adulti di età compresa tra 18 e 50 anni, con una sensibile prevalenza nel sesso femminile. Studi recenti, condotti sia negli Stati Uniti che in Europa, hanno confermato - osserva Alice Italia in una nota - come l’ictus ischemico nei giovani adulti sia in aumento, così come in aumento è la prevalenza dei tradizionali fattori di rischio di ictus, tipicamente comuni tra gli anziani (ipertensione, dislipidemia, diabete mellito, uso di tabacco e obesità)". 

“Questo fenomeno sembra attribuibile non solo alla mancata prevenzione dei classici fattori di rischio ma anche a condizioni peculiari dell’età più giovanile quali la presenza di predisposizioni genetiche e la diffusione dell’abuso di alcol e droghe, note per la capacità di favorire l’insorgenza di ictus o di aumentarne il rischio: i giovani sembrano sottovalutare i fattori di rischio, sottoponendosi raramente a controlli medici - spiega Marina Diomedi, responsabile Uosd Stroke Unit, Fondazione Policlinico Tor Vergata di Roma e membro del Comitato Tecnico-Scientifico di Alice Italia Odv - L’insorgenza di ictus nei giovani-adulti si associa, inoltre, ad un tasso maggiore di mortalità e, soprattutto, ad un aumento di disabilità permanente, tanto più grave considerando la lunga aspettativa di vita di chi sopravvive all’ictus”. 

I principali fattori di rischio per l’ictus nei giovani includono:  

1) Ipertensione arteriosa e dislipidemia. "L'ipertensione è uno dei principali fattori di rischio per l'ictus in età adulta, ma anche tra i giovani può avere gravi conseguenze, così come l’ipercolesterolemia (causa di formazione di placche coronariche e carotidee) perché non sempre vengono diagnosticate e trattate in modo adeguato". 

2) Diabete. "Sono almeno 4 milioni gli italiani che convivono con questa patologia, circa 500.000 quelli con il diabete di tipo 1 (detto anche insulino-dipendente) e oltre 3 milioni e mezzo quelli con il diabete di tipo 2, legato all’obesità e ad uno stile di vita scorretto - proseguono gli esperti - L’eccedenza di zuccheri nel sangue può indurire i vasi sanguigni, rendendo più difficile la circolazione e, di conseguenza, provocare l’accumulo di placche sulle pareti delle arterie. In presenza di diabete, il processo di aterosclerosi avviene più rapidamente e il rischio di ictus cerebrale raddoppia".  

3) Fumo di sigaretta. "E' dimostrato essere associato ad un aumentato rischio di ictus nei giovani, specie se in associazione ad altri fattori di rischio. L’aumento di rischio è del 40% circa nei modici fumatori (20 sigarette al giorno). L’aumento di rischio - si legge nella nota di Alice - è maggiore nei giovani, essendo di circa 3 volte nei soggetti di età inferiore a 55 anni, mentre di solo circa 1,5 volte nei soggetti più anziani. Nella donna è noto che l’associazione di fumo, emicrania con aura e assunzione di estro progestinici sia predisponente al tromboembolismo sistemico e all’ictus ischemico". 

4) Alcol etilico. "L’abuso, molto frequente nei soggetti giovani, è considerato un fattore di rischio per ictus ischemico e per quello emorragico - ricordano gli esperti - agirebbe sia come fattore di rischio classico, aumentando di 3-4 volte la probabilità di incorrere in un episodio di patologia cerebrovascolare, sia come fattore precipitante, che determina, cioè, l’insorgenza dell’evento acuto, in occasione di una forte bevuta (con 'binge drinking' si intende l'abitudine di consumare un'eccessiva quantità di alcol in un breve periodo di tempo, con l'obiettivo di raggiungere uno stato di ubriacatura. In sostanza, si tratta di un'abbuffata di alcol, spesso praticata fuori dai pasti). Il rischio aumenta proporzionalmente alla quantità di alcol assunta".  

5) Uso di sostanze (droghe). "L'abuso di sostanze come cocaina e anfetamine è un fattore di rischio significativo per l'insorgenza dell'ictus. Queste sostanze, infatti, aumentano la pressione arteriosa e danneggiano i vasi sanguigni, favorendo la formazione di coaguli". 

6) Emicrania con aura. "Nelle giovani donne al di sotto dei 45 anni, l’emicrania con aura è ritenuta un fattore di rischio indipendente per lo stroke ischemico e l’infarto miocardico. Questo rischio in media di circa 3 volte si moltiplica fino a 7 volte in caso di associazione con fumo e uso di contraccettivi orali e a 16 volte se presenti anche ipertensione e obesità".  

“Un giovane colpito da ictus può affrontare disabilità gravi, come perdita di mobilità, difficoltà cognitive, difficoltà linguistiche e problemi emotivi - afferma Andrea Vianello, presidente di Alice Italia Odv - E queste conseguenze possono interferire con la capacità di condurre una vita normale, interrompendo il proprio percorso educativo, professionale e sociale. Non solo, ma le famiglie sono spesso costrette a modificare radicalmente la propria vita per assistere un giovane che ha subito un ictus e in questo caso il supporto psicologico, per far fronte ai cambiamenti, diventa fondamentale. E’ necessario dunque sensibilizzare i giovani sulla conoscenza e sul monitoraggio dei fattori di rischio con un focus particolare sull'ipertensione, il diabete, la dislipidemia e l'abuso di sostanze e proprio per questo la nostra associazione prevede, nei prossimi mesi, attività di informazione e screening dedicati agli under 55". 

"L'ictus in età giovanile è un fenomeno in crescita che merita maggiore attenzione: è fondamentale intervenire con politiche di prevenzione, sensibilizzazione e supporto per migliorare la vita di chi ne è stato colpito e ridurre allo stesso tempo l'onere economico e sociale associato alla patologia. Un'educazione mirata sui principali fattori di rischio è l’elemento chiave per prevenire l'insorgenza di ictus e promuovere uno stile di vita sano anche tra le nuove generazioni", conclude Alice.  

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Ia: Compiti a portata di app? Facile ma verifica orale e esperienza docenti è dietro l’angolo

27 Maggio 2025
Flavio Coletta studente Its

(Adnkronos) - Youmath, Solvely, Socratic, TextCortex. Sono solo alcuni dei più famosi strumenti di Intelligenza Artificiale usati dagli studenti non solo per studiare, ma anche per superare le verifiche in modo più semplice, a patto però di non venire scoperti dai professori. Perché ormai, non è un segreto, l’intelligenza artificiale è entrata a gamba tesa nelle aule scolastiche. Una realtà, questa, confermata anche dall’edizione 2025 di ‘Dopo il diploma’, la ricerca condotta da Skuola.net insieme ad Elis, su un campione di 2.500 alunni delle scuole superiori. Il 51% degli intervistati dichiara di usare una o più risorse basate sull’Ia generativa - come ChatGpt, giusto per citare la più famosa - ‘molto spesso’ o ‘spesso’. Un numero, anche questo, lievitato da un anno all’altro: nel 2024 ci si fermava al 34%. Di conseguenza, se sono quasi raddoppiati quelli che usano spesso e volentieri l’Ia, si sono praticamente dimezzati quelli che non l’hanno mai fatto: sono passati dal 25% al 16%.  

Sbagliato però pensare che gli studenti siano così sprovveduti da utilizzare l’Ia solo per copiare e basta. L’indagine condotta da Generazioni Connesse - il Safer Internet Centre Italiano, coordinato dal ministero dell'Istruzione e del Merito - e curata da Skuola.net, Università degli studi di Firenze e Sapienza Università di Roma (Cirmpa), evidenzia che per scopi didattici l’Ia serve soprattutto per cercare informazioni utili alla preparazione di interrogazioni e verifiche sulle varie materie: così per il 62%. Solo in seconda posizione si piazza la produzione di testi (48%). L’intelligenza artificiale si dimostra, poi, un buon alleato anche per correggere testi o per tradurre contenuti in altre lingue: ci si affidano per tali scopi quasi 4 studenti su 10. Circa un terzo (33%) la usa per personalizzare tecniche di studio, il 30% per risolvere problemi di matematica. 

Sicuramente, su quest’ultimo campo, le alunne e gli alunni corrono più veloce dei loro docenti: solo il 18% degli intervistati, infatti, ha ricevuto dal proprio istituto indicazioni chiare sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale in ambito scolastico. E proprio su questo Francesco Amato, docente di 'Scienze e tecnologie informatiche' presso l’Itis 'Galileo Galilei' di Roma, spiega all’Adnkronos/Labitalia che “l’uso passivo dei Sistemi di Intelligenza Artificiale (Ai) da parte degli studenti può essere evitato con la guida del docente". "La Harvard University - prosegue - ha avviato una sperimentazione che consente agli studenti di un corso introduttivo di Computer Science di usare un’assistente virtuale che li aiuti nello studio senza rivelare loro le risposte complete a un quesito o a un esercizio. Lo studio passivo penso sia sempre esistito e, più recentemente, l’enciclopedia digitale Encarta prima e Wikipedia poi hanno reso sempre più facile copiare una serie di nozioni per portare a termine una ricerca assegnata. Il valore del docente, tuttavia, è sempre stato quello di guidare gli studenti verso un approccio allo studio ragionato e attivo ed il suo ruolo in classe sarà sempre più prezioso”. 

“E’ abbastanza facile - ammette - capire quando lo studente usa un sistema di intelligenza artificiale per svolgere i propri compiti sia perché un docente conosce lo stile espressivo di ciascuno dei suoi studenti, sia perché la soluzione a un esercizio proposta da un sistema di Ia, sebbene corretta, può essere stata ottenuta attraverso metodi risolutivi non spiegati a lezione”. Ma come contrastarne l’uso indiscriminato? “Sicuramente - afferma il professore Amato - diventa sempre più centrale il ruolo delle verifiche orali durante le quali gli studenti sono chiamati a spiegare gli argomenti studiati e a commentare le soluzioni proposte dei problemi assegnati. In mancanza di uno studio attivo ragionato fatto a casa, gli studenti non sapranno rispondere, le capacità espressive saranno limitate, e, davanti a un esercizio completamente nuovo, non sapranno né proporre soluzioni originali né tanto meno suggerire strategie risolutive”. 

Ci sono però altri metodi. “Un mio collega che insegna Lingua e Cultura Francese, per esempio, durante il compito in classe sulla comprensione del testo, ha inserito informazioni deliberatamente imprecise - fa notare - sulla cultura e la geografia della Francia: la città più a sud era Lille (e non Marsiglia), i famosi castelli si trovavano in Borgogna (e non lungo la Loira) e così via. Nel compito ha poi posto domande inerenti al testo e, se lo studente fosse riuscito a sottoporle ad un chatbot come ChatGpt, questi avrebbe dato la risposta geograficamente corretta, ma errata secondo il testo della verifica. In questo modo il docente è riuscito immediatamente ad individuare gli studenti che hanno ricorso ad un aiuto esterno con un cellulare ben nascosto e ha potuto prendere i provvedimenti del caso”. 

“Certo - sottolinea - un sistema di intelligenza artificiale può essere utile se usato in modo costruttivo dallo studente, ponendo ad esempio domande mirate, leggendo (e capendo) le risposte, verificandone la correttezza. Ancora, l’intelligenza artificiale potrebbe aiutare lo studente a creare esercizi aggiuntivi a quelli assegnati dal docente e basati sulle tracce date dal docente stesso (o dal libro di testo) e molti altri validi usi”.  

Esistono molti sistemi di Ia a disposizione dello studente e sempre più sofisticati. “Con il riconoscimento delle immagini - spiega - adesso è possibile inviare una foto di un testo o una formula, per chiederne un riassunto o la soluzione dell’esercizio e questi strumenti vanno sempre più migliorando. Nel settore dell’intelligenza artificiale si possono identificare due figure: gli addestratori e i valutatori; i primi programmano i sistemi di Ia, i secondi stilano dei test cognitivi per verificarne il livello di preparazione. Man mano che il lavoro degli addestratori porta ad una nuova evoluzione dei sistemi di Ia i test vengono superati a pieni voti ed i valutatori devono pensarne di nuovi; tali test non valutano le emozioni, l’autocoscienza, il libero arbitrio, tutte facoltà che appartengono agli esseri umani. Tuttavia, sul piano cognitivo i sistemi di Ia stanno dimostrando di saper risolvere problemi ed eseguire compiti intellettuali sempre più complessi e se il loro utilizzo non fosse supervisionato o guidato da un docente potrebbe favorire un atteggiamento passivo degli studenti nei confronti dello studio”. 

E questo i ragazzi lo sanno bene, anche se è difficile farne a meno. Parola di Flavio Coletta, 18 anni rappresentante studenti Its 'Galileo Galilei' di Roma.  

“Tutti - dice all’Adnkronos/Labitalia - usano l’intelligenza artificiale per motivi di studio e anche per velocizzare i compiti in vista delle verifiche, magari per finire prima e andare a giocare. Personalmente uso l’intelligenza artificiale tutti i giorni per studiare e credo sia una svolta, ma non perché mi facilita, ma perché mi permette di apprendere in modo più veloce. Però ci sono ragazzi che pensano che con l’uso dell’intelligenza artificiale il lavoro da fare sia finito, non controllano ad esempio la scrittura dei testi con una duplice conseguenza negativa. Da una parte si consegna un lavoro fatto male e dall’altra non si impara".  

"Con questo atteggiamento - fa notare - l’intelligenza artificiale non aiuta lo studente nell’apprendimento delle competenze che poi servono per un futuro universitario e professionale. Eppure, si può usare l’intelligenza artificiale in modo positivo e costruttivo per preparare un riassunto accurato che poi mi servirà per un compito in classe o per un orale, anche se non si deve abbandonare la scrittura personale, perché alla lunga si perde la capacità di scrivere autonomamente. Per questo, a mio parere, l’intelligenza artificiale è un aiuto o meglio un valore aggiunto a disposizione di noi studenti che però non va a sostituirsi alla nostra capacità di pensare. Se usata con criterio facilita i concetti appresi durante le spiegazioni aiutando nello studio e quindi alla resa finale dell’interrogazione o della verifica scritta”.  

Tornando ai mezzi usati di intelligenza artificiale usati per superare le verifiche, Flavio ammette che “dovendo consegnare il cellulare, un secondo telefono si ha sempre a disposizione e viene nascosto sotto la gamba sperando di non essere beccato dal professore”.  

Tutti trucchetti che però servono a poco perché “se l’uso dell’intelligenza artificiale non è accompagnato da uno studio approfondito può essere facilmente ‘scoperto’ dai docenti. A nulla serve poi l’introduzione a scuola dell’uso del tablet. Nel nostro istituto, ad esempio, i dispositivi vengono bloccati che dalle 8 fino alle 13, impedendoci di navigare su determinate applicazioni”. Ma tutto si può fare, come dire fatta la legge trovato l’inganno.  

 

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Btp Italia 2025 al via oggi, dal rendimento a come si compra: ecco cosa sapere

27 Maggio 2025
Btp Italia 2025 al via oggi, dal rendimento a come si compra: ecco cosa sapere

(Adnkronos) - Scatta oggi, 27 maggio 2025, l’emissione della ventesima edizione del Btp Italia, il titolo di Stato pensato specificamente per i piccoli risparmiatori che vogliono proteggere i propri soldi dall’erosione dei prezzi. Il rendimento minimo reale minimo garantito è stato fissato all’1,85%, a cui si aggiunge l’adeguamento semestrale all’inflazione italiana misurata dall’Istat. La cedola definitiva, ha comunicato il ministero dell’Economia e delle Finanze, sarà invece stabilita con successiva comunicazione nella mattinata di venerdì 30 maggio, all’apertura della quarta giornata di emissione, e potrà essere confermata o rivista al rialzo. 

 

Ogni sei mesi, il capitale investito viene rivalutato in base all’andamento dei prezzi al consumo. Se l’inflazione sale, cresce anche il valore del titolo e delle cedole. Se invece i prezzi scendono o si verifica deflazione, lo Stato garantisce comunque il rendimento minimo dell’1,85%. 

Il nuovo titolo ha una durata di sette anni, con scadenza fissata al 4 giugno 2032. Per chi lo acquista durante l’emissione e lo mantiene fino alla fine è previsto un premio fedeltà aggiuntivo dell’1% sul capitale iniziale investito. 

La tassazione è agevolata al 12,5% invece del 26% applicato alla maggior parte degli investimenti finanziari. Il titolo è inoltre esente dalle imposte di successione e, fino a 50.000 euro investiti, non concorre al calcolo dell’Isee per l’accesso ai servizi pubblici. 

 

La Prima Fase del periodo di collocamento, dedicata a risparmiatori individuali e affini, si svolgerà dal prossimo martedì 27 maggio fino a giovedì 29 maggio, salvo chiusura anticipata. Il numero indice dell’inflazione calcolato alla data di godimento e regolamento del titolo è 121,39000. 

Per coloro che sottoscriveranno il titolo in questa fase e lo deterranno fino a scadenza (4 giugno 2032), è previsto un premio fedeltà pari all’1% del capitale investito. Per la sottoscrizione del BTP Italia, oltre a recarsi in banca o all’ufficio postale, è possibile anche l’acquisto online mediante il proprio home-banking (con funzione di trading abilitata). 

La Seconda Fase, dedicata agli investitori istituzionali, avrà luogo nella giornata di venerdì 30 maggio dalle ore 10 alle 12. La data di regolamento di tutti gli ordini di acquisto eseguiti nella Prima e nella Seconda Fase è unica e coincide con quella di godimento. 

Chi compra nei primi giorni si assicura il tasso minimo dell’1,85%, anche se venerdì 30 maggio potrebbe essere rivisto al rialzo. L’investimento minimo è di 1.000 euro e non sono previsti tetti massimi. 

 

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Urso: "La Perla è salva, investitore garantirà sito produttivo e tutti gli occupati"

27 Maggio 2025
Negozio La Perla (Ipa)

(Adnkronos) - "La Perla è salva! Il simbolo del Made in Italy sarà rilanciato da un investitore che garantirà marchio, sito produttivo e tutti gli occupati". È quanto ha annunciato, secondo quanto si apprende, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, al tavolo La Perla a Bologna, presso lo stabilimento di via Mattei. 

"Sono qui con voi, perché questa era la battaglia del Made in Italy e l'abbiamo combattuta insieme, senza mai mollare. Grazie all’impegno straordinario dei commissari, dei curatori italiani, dei liquidatori inglesi e dello staff del Mimit, abbiamo individuato una soluzione industriale per una delle crisi più emblematiche del settore moda, tra le più complesse mai affrontate dal Ministero, per la prima volta alle prese con più procedure in diversi Paesi, con una complessità legale che appariva inestricabile. Un grande successo frutto di un lavoro di squadra", ha affermato Urso, secondo quanto si apprende. 

"Siamo pronti ad assegnare La Perla - ha aggiunto - a un soggetto unitario che ha manifestato il proprio interesse per il marchio, il sito produttivo e i lavoratori, presentando un progetto industriale concreto per il rilancio di questa storica realtà, icona della moda italiana. Abbiamo voluto che questo momento decisivo si svolgesse qui - ha continuato Urso -, nel sito produttivo di Bologna, di fronte ai sindacati, ai lavoratori e alle istituzioni di questo territorio, perché lo devo alle lavoratrici che avevo incontrato all'inizio di questa vertenza e che mi hanno spronato a non mollare. Qui, in questo stabilimento è cominciata la storia di una grande icona del Made in Italy e qui si misura la resilienza del Made in Italy che stupisce e affascina il mondo". 

"Anche in questo caso una crisi si è trasformata in opportunità, con più investimenti e più occupazione", ha affermato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, che ha ringraziato il sottosegretario con delega alle crisi d’impresa Fausta Bergamotto per l’impegno profuso nel dossier.  

"Il piano industriale presentato - ha aggiunto - prevede non soltanto l’assunzione dei 210 dipendenti coinvolti nelle procedure Lpm e Lpmg Ita, ma anche un incremento della forza lavoro con ulteriori 40 nuove assunzioni. Elemento qualificante del progetto è la volontà di mantenere e rilanciare il sito produttivo di Bologna, investendo nella sua progressiva riattivazione come cuore manifatturiero del marchio. Una scelta che, ben oltre il valore simbolico, riflette una strategia chiara di valorizzazione del Made in Italy come tratto identitario del brand". 

"Il 10 giugno al Mimit presenteremo il soggetto industriale ai sindacati e alle istituzioni - ha detto Urso - e stiamo definendo con il ministero del Lavoro la norma per la proroga della cassa integrazione in attesa che si compiano tutte le procedure per il trasferimento al nuovo soggetto, norma che sarà presente nel prossimo decreto-legge. Abbiamo mantenuto tutti gli impegni in una battaglia che sembrava impossibile. Grazie anche alle lavoratrici che ci hanno sempre creduto".  

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Spithill: "SailGP cambierà il mondo della vela, l'Italia può prendersi la scena"

27 Maggio 2025
Jimmy Spithill

(Adnkronos) - La nuova avventura di Jimmy Spithill lucida i principi di una vita. “Nello sport - spiega all'Adnkronos - la certezza è che ci saranno sempre sfide, difficoltà ed errori. Prima o poi, bisognerà rialzarsi e imparare l’arte della resilienza, la capacità di reagire e adattarsi alle situazioni. Per diventare atleti e persone migliori”. Skipper da record, con alle spalle una carriera da film, l’australiano è pronto a ricominciare a capo del Red Bull Italy SailGP, la neonata squadra italiana di vela di cui è ceo, fondatore e co-proprietario, che rappresenterà la penisola nel campionato SailGP. Un torneo velico di grande prestigio, in cui team nazionali battagliano in varie tappe in giro per il mondo. 

 

Spithill, come nasce questa sfida?  

“Nel 2021 ho partecipato all’America’s Cup con Luna Rossa, sfidando New Zealand. In quei giorni, molti di noi guardavano la prima stagione di SailGP. Io poi sono entrato nel team Usa da Ceo e timoniere e lì ho avuto la conferma. Come atleta, mi piace gareggiare e voglio farlo sempre. Con l’America’s Cup, invece, questo sport non ha mai avuto una stagione regolare. Al termine di un’edizione, nessuno sa mai cosa succede per un po’ di tempo. Con SailGP no. Ed è qui che sta l’appeal, nell’avere la possibilità di competere in una stagione regolare”.  

SailGP Italia è stata acquisita dal Muse Consortium, con lei, Assia Grazioli-Venier e Gian Luca Passi de Preposulo. Qual è il vostro obiettivo?  

“Non ci nascondiamo, vogliamo diventare la prima squadra in SailGP. L'Italia è una nazione fantastica, con molti fan di sport di corsa e velocità. Dalla Formula 1 alla MotoGP, ce n’è per tutti i gusti. L'ho visto durante tutta la mia carriera e me ne sono reso di nuovo conto in questa prima fase. Un dato interessante? Questo sport ha circa l’85% di fan provenienti dal mondo delle corse, che fanno da traino. Gli appassionati di vela puri sono in minoranza”.  

Quindi è una sfida anche commerciale?  

“Sappiamo che qui c'è un talento incredibile. Ci sono molti atleti fantastici, ma crediamo anche che, fuori dall'acqua, si possa avere successo su più fronti. È appena finita la quarta stagione del campionato, ora ci sono 12 squadre e 13 eventi. I numeri dell’audience e sponsor importanti come Rolex, lo stesso della Formula 1, fanno intuire la portata del movimento”.  

Si intuisce anche dai nomi di alcuni investitori...  

“Sebastian Vettel, ex pilota di Formula 1, è il proprietario del Team Germania. Kylian Mbappé, stella del Real Madrid, ha invece investito nel team francese. Si tratta di campioni che comprendono il valore di questo sport, una prova banale che il discorso funziona”.  

  

Con il team Red Bull Italy SailGP ci sarà anche Ruggero Tita, due volte oro olimpico. Quale valore può dare?  

“Ruggi, come lo chiamo io, è un atleta incredibile e una brava persona. L’ho conosciuto durante le campagne dell'America’s Cup con Luna Rossa. È corretto e ha molto talento, è già una star e un punto di riferimento di questo sport. Sta crescendo con un ruolo da leader in una squadra importante ed è una cosa fantastica”.  

A proposito di America’s Cup, quanto aiuta l’esperienza accumulata in un’avventura del genere?  

“Ho amato tutte le otto le edizioni dell’America’s Cup a cui ho partecipato, ma la sfida principale è sempre stata la mancanza di una stagione regolare e di regole stabili, il non sapere se una squadra potrà essere ai blocchi di partenza l’anno dopo. Una cosa molto strana, che non succede per esempio in sport mainstream come calcio e Formula 1. Avere continuità è importante per far crescere il team, gli atleti e la disciplina stessa. Con relativi investimenti”.  

Nel 2027, l’America’s Cup arriverà in Italia e sarà Napoli a ospitare la manifestazione. Cosa ne pensa?  

"Incredible. È uno spettacolo. Per Napoli e per il movimento in generale è un’opportunità grandiosa e il bello è che ora ci saranno due competizioni per gli italiani, con il Red Bull Team in SailGP e Luna Rossa in America's Cup. I tifosi avranno più cose da seguire e non si annoieranno”.  

La rivedremo all’America’s Cup?  

"Non lo so. Non ho ancora fatto piani per l’America’s Cup e al momento sono concentrato su Red Bull Italy SailGP. Penso che i giovani talenti come Ruggero Tita e Marco Gradoni siano molto forti, lo abbiamo già visto. Sono ancora un grande appassionato di questo sport e amo competere, ma adesso il focus è sul mio lavoro. L’Italia è in ottime mani con questa nuova generazione di talenti".  

Il fascino di SailGP si lega in primis ai catamarani F50, le Formula 1 del mare. Ce li racconta?  

"La faccio breve. Sono barche foiling ad alte prestazioni, velocissime ma difficili da guidare. Più di quelle dell’America’s Cup. In SailGP il discorso è più impegnativo, perché c’è meno automazione e una componente fisica maggiore. La comunicazione a bordo dev’essere perfetta. Dal mio punto di vista, sono le barche più belle e complesse al mondo. Volano sull’acqua". 

L’altro grande tema di SailGP riguarda gli avversari.  

"Sulla linea di partenza ci sono 12 barche, è come un Gran Premio di MotoGp o di Formula 1. L'adrenalina sta nella competizione stessa, un aspetto unico è che tutto è pensato per avvicinare i tifosi al campo di gara. Molto diverso dalle regate tradizionali, dove gli spettatori non sono una priorità e le gare si svolgono spesso lontano dalla costa, tenendo il pubblico a distanza". 

 In questi giorni le voci su "Uncharted", docuserie sulla sua carriera, dominano la scena.  

"Penso che in tutti gli sport ci sia interesse e voglia di capire il dietro le quinte e la vita dei campioni, che magari intraprendono un’altra carriera dopo l'agonismo. Con ‘Drive to survive’, per esempio, abbiamo visto quanto questo aspetto sia interessante e ricco di fascino in Formula 1. È bello che le persone possano vedere come funziona. Nel caso di SailGp, alle telecamere non viene nascosto nulla e penso sia anche curioso vedere atleti che diventano proprietari di team, come successo a me e a Ben Ainslie".  

Lei è stato il più giovane skipper dell’America’s Cup, ma anche il più giovane vincitore del trofeo e oggi si sta cimentando in una sfida visionaria che promette successo. Ce l’ha un segreto?  

"Sono stato fortunato, ho avuto brave persone attorno a me. Campioni di alto livello, che hanno però sempre pensato in primis alla squadra e non al loro ego. E poi, lo sport dà tantissime lezioni di vita. Qualche volta si perde e ogni tanto si vince, ma di sicuro ogni giorno si impara. Basta stare attenti". Jimmy Spithill insegna. (di Michele Antonelli) 

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Pedone travolto e ucciso nell'Aretino, alla guida 19enne: ha perso controllo auto

27 Maggio 2025
Ambulanza - (Ipa)

(Adnkronos) - Incidente mortale sulla strada regionale 71 nei pressi della località Il Riccio di Cortona, in provincia di Arezzo. Un uomo di 39 anni, residente a Tuoro sul Trasimeno (Perugia) e di origini albanesi, è stato travolto e ucciso da un’auto mentre camminava sul ciglio della strada. L’incidente è avvenuto oggi, martedì 27 maggio, alle 7:44. La vittima è morta sul colpo. 

Alla guida della vettura, un ragazzo di 19 anni di Cortona che avrebbe perso il controllo del mezzo per cause ancora in corso di accertamento. Secondo le prime ricostruzioni, l’auto avrebbe invaso il margine della carreggiata colpendo il pedone in pieno, senza lasciargli scampo. 

Sul posto sono intervenuti immediatamente i soccorsi del 118, con l’automedica Alfa 3 della Valdichiana e l’ambulanza Blsd di Cortona. Era stato anche allertato l’elisoccorso Pegaso, ma il personale sanitario non ha potuto fare altro che constatare il decesso. I rilievi sono affidati ai Carabinieri della compagnia di Cortona, che stanno lavorando per ricostruire con precisione la dinamica dell’incidente e accertare eventuali responsabilità. Il tratto interessato, una delle arterie più trafficate della zona, è stato temporaneamente chiuso al traffico per consentire le operazioni di soccorso e i rilievi tecnici. 

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Corsa finale per la guida del Lirico Cagliari, 7 i candidati

27 Maggio 2025
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In pole Macciardi, c'è anche Vicari: oggi i primi colloqui
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Grazioli-Venier: "Ecco perché SailGp è un nuovo capitolo per la vela italiana”

27 Maggio 2025
Assia Grazioli-Venier

(Adnkronos) - SailGp Italia non è solo una squadra: è un manifesto, un ritorno alle origini e insieme uno scatto nel futuro. “L’Italia ha il 70% di costa: la vela è nel nostro Dna”, dice all'Adnkronos Assia Grazioli-Venier, mente e cuore dietro Muse Sport, il consorzio che ha acquisito il team nazionale. Eppure, prima ancora di avere una barca in acqua, l’Italia era già nella top 5 globale per fanbase. “Abbiamo 8,6 milioni di fan della vela nel Paese, ma quasi 2 milioni sono già consapevoli di SailGP: è un’opportunità tutta da esplorare. Ma il dato più impressionante è questo: una volta scoperto il prodotto, il tasso di conversione è del 79%. Significa che 8 persone su 10 diventano fan attivi. È un dato eccezionale nel panorama sportivo”. 

A Taranto, senza nemmeno una squadra ufficiale, 10,3 milioni di global audience e oltre 6 milioni di euro di impatto economico per la città. “Questa non è la vela di mio padre,” dice Grazioli-Venier, il cui padre – come quello di Gian Luca Passi de Preposulo – ha partecipato alla Whitbread, la regata intorno al mondo, 50 anni fa. “SailGP è velocità, innovazione e sostenibilità. E sta conquistando persone che prima non si sarebbero mai avvicinate alla vela. SailGP Italia è un brand, sì. Ma prima di tutto è un cambio di paradigma. Non potremmo essere più entusiasti di portare il meglio del Made in Italy nel mondo". 

 

Un esempio concreto di quel potenziale?  

Taranto. Nel 2023, prima ancora dell’annuncio della squadra italiana, Sailgp ha organizzato lì una tappa. Abbiamo registrato 25.000 spettatori dal vivo – uno dei numeri più alti in assoluto a livello globale. L’evento ha raggiunto un’audience televisiva globale dedicata di 10,3 milioni di spettatori, secondo YouGov – cioè persone che si sono sintonizzate globalmente ed intenzionalmente per seguire la regata. Inoltre, ha generato oltre 6,1 milioni di euro di impatto economico diretto per la città, secondo Deloitte. È il tipo di legacy che vogliamo costruire: non solo spettacolo, ma valore concreto per i territori. Quando annunceremo la città che ospiterà la nostra prima gara “home race”, sarà importante comunicare che SailGP non è solo sport, ma una piattaforma strategica con ricadute economiche, turistiche e culturali. Non è un semplice evento di due giorni – è un asset strategico". 

Assia Grazioli-Venier, partiamo dalle presentazioni.  

"Sono co-fondatrice di Muse Capital, un fondo di venture capital che da oltre dieci anni investe in settori trascurati come la salute femminile, la sostenibilità e l’intrattenimento tecnologico. In parallelo, abbiamo creato Muse Sport – la nostra piattaforma di consulenza nello sport – che supporta proprietà consolidate ed emergenti, sia maschili che femminili". 

Come è cominciato tutto?  

"Nel 2012 sono entrata nel Consiglio di Amministrazione della Juventus. Ci sono rimasta nove anni, durante i quali abbiamo sviluppato progetti commerciali come Juventus Academy, Juventus Village e il lancio della squadra femminile nel 2016. È lì che ho iniziato a riflettere seriamente sugli “emerging sports” – la prossima generazione dello sport tradizionale – e ho cominciato a mappare nuove opportunità all’incrocio tra cultura, tifosi e innovazione". 

Cosa avete fatto finora con Muse Sport?  

"Abbiamo investito nei Washington Spirit nella NWSL, e Sports Innovation Lab – che fornisce dati in tempo reale sul comportamento dei fan a livello globale, e realtà emergenti come Miami Pickleball e la WPBL (Women’s Pro Baseball League). Cerchiamo momenti in cui la crescita commerciale si intreccia con l’impatto culturale". 

E la vela come è entrata nel radar?  

"Circa due anni fa mi è stata proposta l’opportunità di investire in un team americano di SailGP. Ammetto che inizialmente ero scettica. Pensavo fosse simile all’America’s Cup – élite, tradizionale, poco appetibile dal punto di vista commerciale. Invece, studiando meglio il modello, ho scoperto il contrario: SailGP è moderno, veloce, inclusivo e guidato da una missione. Una piattaforma racing globale sotto forma di lega velica". 

Cosa ti ha colpito?  

"Diversi aspetti. Innanzitutto il calendario: è internazionale e mensile, con tappe in alcune delle località costiere più iconiche del mondo. Poi l’economia del modello: un tetto di spesa annuo di 10 milioni di dollari rende tutto scalabile e sostenibile. Ma è stato anche lo storytelling: una lega in cui uomini e donne gareggiano insieme, con trasparenza totale sui dati, open-source AI integrata per migliorare le prestazioni e un impegno profondo verso la sostenibilità ambientale. Anche il linguaggio è cambiato: non si parla più solo di vela, ma di 'racing'. Non solo 'sailors', ma 'drivers' e 'players'. È una nuova era". 

Hai iniziato quindi con un investimento nel team USA?  

"Esatto. Sono entrata come investitore di minoranza per capire meglio il modello dall’interno. Più osservavo, più mi rendevo conto che si trattava di una delle opportunità di crescita più sottovalutate nello sport globale. Quando Jimmy Spithill ha espresso la volontà di lasciare il team americano per fondare un team italiano, mi sono mossa subito. Gli ho proposto un consorzio strategico e l’ho convinto che eravamo il partner giusto, per esperienza, visione e network". 

Ed è lì che entra Gian Luca Passi de Preposulo?  

"Sì – Gian Luca è un amico da oltre vent’anni. È un imprenditore straordinario con un background profondo nel lusso e nel branding. Quando gli proposi inizialmente di entrare nel team americano, mi disse: 'Chiamami quando c’è l’Italia'. E così è stato. Insieme a Jimmy, abbiamo costruito un team con radici italiane ma visione globale – unendo competenze in sport, cultura e strategia commerciale. Con Gianluca come chairman, abbiamo costruito un team radicato nel mercato italiano, ma con una visione internazionale". 

Come avete strutturato l’investimento?  

"Siamo entrati con una valutazione di 45 milioni di dollari – competitiva ma proiettata al futuro. Era una cifra coerente sia per gli investitori di fascia alta che per la lega, che ci voleva come partner strategici. Da quando ho investito nella squadra USA, le valutazioni sono cresciute di 3–4 volte, quindi il nostro ingresso è arrivato al momento giusto. E siamo orgogliosi di essere la prima squadra SailGP co-acquisita da un fondo guidato da donne. Dal punto di vista commerciale, ci sono vari settori che oggi dominano le sponsorship SailGP: automotive, banche e fintech, luxury & fashion, media & intrattenimento, healthcare & beauty e consumer tech. Brand come Rolex, Oracle, Mubadala, Cognizant, T-Mobile, Range Rover sono già saliti a bordo. Il valore commerciale per le squadre è aumentato del 300% negli ultimi due anni". 

Perché l’Italia è così importante per SailGP?  

"L’Italia è una nazione marittima – da sempre. Ma ciò che colpisce è che, prima ancora di avere una barca , eravamo già uno dei primi cinque mercati globali per SailGP. Non è solo una questione di tradizione – è potenziale reale. A differenza di Paesi come Australia o Regno Unito, noi non avevamo ancora gareggiato. Eppure il pubblico era già pronto. In Germania, l’annuncio del team nazionale ha generato un +200% di visibilità in una notte. Questo è il tipo di slancio che stiamo costruendo". 

Perché uno sport considerato “di nicchia” sta crescendo così velocemente?  

"Perché SailGP non è più nicchia. È veloce, data-driven, sostenibile, inclusivo e pensato per il digitale. L’85% dei fan globali non arriva dalla vela, ma dal motorsport. È un pubblico da racing, non da regata. E SailGP parla la loro lingua. In più, i campionati misti uomo-donna rappresentano una straordinaria opportunità commerciale. Mi entusiasma l’idea di dimostrare che avere uomini e donne come fan core dello stesso prodotto è una strategia vincente. Gli studi dimostrano che le donne sono fan più fedeli, più coinvolte e con maggiore potere d’acquisto – quindi è anche una scelta di business intelligente. Non è solo questione di chi è a bordo – ma di chi guarda, chi condivide e chi compra". 

E’ anche un pubblico più giovane?  

"Assolutamente. Fin dall’inizio, SailGP ha puntato su piattaforme come TikTok, Instagram e YouTube. Oggi la lega ha superato 1,8 miliardi di visualizzazioni video e continua a crescere tra Gen Z e Millennial. Il prodotto è visivo, cinematografico e globale – proprio ciò che le nuove generazioni cercano". 

E ora?  

Adesso inizia il vero lavoro. SailGP Italia non è qui solo per gareggiare, siamo qui per costruire qualcosa di iconico. In acqua, abbiamo un oro olimpico come Ruggero Tita. Fuori dall’acqua, e con Red Bull come title sponsor, abbiamo costruito un team capace di far crescere brand, cultura e risultati. Perché, alla fine, il team è tutto. Dentro e fuori dall’acqua". (di Andrea Persili) 

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Gaza, Israele pronto ad accettare tregua. Witkoff: "Nessuna risposta di Hamas"

27 Maggio 2025
macerie e Gaza

(Adnkronos) - Gli inviati speciali di Donald Trump, Steve Witkoff e Adam Boehler, hanno detto ai parenti degli ostaggi a Gaza che gli Stati Uniti non hanno ricevuto al momento una risposta di Hamas relativamente a quello che hanno definito "l'unico piano di cessate il fuoco sul tavolo". A scriverne è 'Haaretz', all'indomani di una serie di annunci e smentite su presunte intese. Gli sforzi volti ad individuare una soluzione vanno avanti, hanno ancora detto i due inviati, chiedendo alle famiglie di non commentare le notizie relative ad accordi o alla mancanza di intese sul rilascio degli ostaggi. 

L'inviato statunitense ha proseguito affermando che "Israele accetterà un cessate il fuoco temporaneo che comporterebbe il ritorno della metà degli ostaggi vivi e deceduti e porterebbe a negoziati sostanziali per trovare un percorso verso un cessate il fuoco permanente, che ho accettato di presiedere". "Quell'accordo è sul tavolo. Hamas dovrebbe accettarlo", ha detto Witkoff. 

 

 

Due missili lanciati dallo Yemen sono stati intercettati dalle difese aeree israeliane alle prime ore di oggi, a poche ore di distanza l'uno dall'altro. A darne notizia è il Times of Israel, citando le Idf. Il primo missile ha fatto scattare le sirene dell'allarme aereo in Cisgiordania, per il secondo non è risuonato alcun allarme perché nessun centro abitato è risultato a rischio.  

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Cristiano Ronaldo lascia l'Al Nassr? Il post: "Questo capitolo è finito"

27 Maggio 2025
Cristiano Ronaldo - (Afp)

(Adnkronos) - "Questo capitolo è finito". Inizia così il post pubblicato da Cristiano Ronaldo sui social. Il messaggio lascia intendere che il fuoriclasse portoghese potrebbe non rinnovare il contratto con l’Al Nassr. "La storia? Ancora da scrivere. Grato a tutti”, ha poi aggiunto.  

 

Il post è arrivato a poche ore dalla conclusione della Saudi Pro League. Ronaldo, quaranta anni, è passato dal Manchester United all'Al-Nassr nel 2022. Il suo contratto in Arabia Saudita sta per scadere, ma il fuoriclasse portoghese ha messo nel mirino la partecipazione al nuovo Mondiale per Club, al via a giurno. Le pretendenti, per lui, non mancano.  

 

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Vela, De Preposulo: “Dalla foto di mio padre al brand Italia, perché punto su SailGp"

27 Maggio 2025
Gian Luca Passi de Preposulo

(Adnkronos) - “Tutto è nato da una foto in bianco e nero nell’ufficio di mio padre.” Così Gian Luca Passi de Preposulo, imprenditore, venture capitalist e advisor, racconta all'Adnkronos l’incipit di una storia che sembra scritta dal destino. Una barca, due padri, un’amicizia ventennale con Assia Grazioli Venier. E poi, SailGP: “La Formula 1 della vela”, ma con barche identiche, inclusione obbligatoria, trasparenza totale. “Mi interessava solo se ci fosse stato un team italiano,” confessa. Detto, fatto. Con Jimmy Spithill al timone e Ruggero Tita a bordo, il consorzio guidato da Muse Sport ha portato l’Italia dove mancava: in una lega globale, sostenibile, spettacolare. “Vogliamo elevare il percepito del brand Italia.” Non solo mare, ma visione. 

  

Partiamo dalla notizia. SailGP Italia, la squadra nazionale di vela che rappresenta l’Italia nell’ambito del prestigioso campionato SailGP, è stata acquisita da un consorzio guidato da Muse Sport. Muse Sport è guidato da lei e Assia Grazioli Venier. Come vi è venuto in mente?  

"A livello personale, io vengo da un’esperienza di oltre vent’anni nel mondo della moda e del lusso, tra cui Giorgio Armani e poi Moncler. Circa dieci anni fa mi sono trasferito negli Stati Uniti, dove ho iniziato a fare da advisor per alcuni brand e aziende della Silicon Valley. In seguito ho creato una mia piattaforma di investimento. Inizialmente aiutavo gli imprenditori a far emergere i loro marchi, poi sono diventato anche investitore in alcune di queste realtà. È stato naturale per me, a un certo punto, coinvolgere anche alcune celebrities di Hollywood, che sono entrate come advisor e investitori. Da lì, in modo molto organico, ho iniziato a presentare opportunità anche ad alcune famiglie italiane, che conoscevo bene grazie ai dodici anni trascorsi a Milano". 

Poi cosa è successo?  

"Con il tempo, la piattaforma si è strutturata sempre di più, e ho raccolto capitali anche attraverso Azimut – il mio primo partner ufficiale – con cui abbiamo creato un fondo chiamato Festina Lente. Assia, una mia amica da vent’anni, è diventata venture capitalist a Los Angeles. Ha fondato un suo fondo e ha sempre avuto un forte interesse e competenza nel mondo dello sport". 

Ma come vi è venuta in mente la vela?  

"Qualche anno fa Assia era a Venezia e le ho suggerito di andare a trovare i miei genitori – siamo originari di Carbonera, un paesino vicino a Treviso. Nell’ufficio di mio padre ha notato una foto in bianco e nero di lui su una barca. Gli ha chiesto dove e quando fosse stata scattata. Mio padre le ha raccontato che risale alla prima edizione della Whitbread Round the World Race nel 1973, durante la tappa da Portsmouth a Cape Town. Assia, stupita, ha risposto: “Anche mio padre ha partecipato alla prima Whitbread!”. Questo ha creato un legame ancora più forte tra di noi, oltre all’amicizia che già ci univa da anni". 

Un legame che vi ha portato ad investire nella Formula 1 della vela  

"Sì, l’anno scorso Assia mi ha chiamato e mi ha detto: “Sto pensando di entrare in un consorzio che sta acquistando una quota del team americano di SailGP.” Le ho risposto che l’idea era molto interessante, ma che mi sarebbe piaciuto far parte di un’operazione simile solo se ci fosse stato un team italiano. La conversazione si è chiusa lì, ma dopo qualche settimana mi ha richiamato dicendomi: “Gianluca, Larry Ellison ha deciso di aprire due nuovi team in franchising: uno brasiliano e uno italiano.” In più, mi ha raccontato che Jimmy Spithill sarebbe diventato azionista di maggioranza del team italiano, e che c’era l’opportunità di entrare come co-proprietari". 

Quindi?  

"Abbiamo fatto una proposta alla Lega – quella di Larry Ellison – e Assia ha incontrato Jimmy a San Diego. Poco dopo ci siamo trovati tutti su Zoom per discutere l’idea.Dopo qualche confronto, abbiamo ricevuto il via libera per investire attraverso il nostro veicolo nel team italiano. Ovviamente, all’epoca non c’era ancora una barca: era tutto su carta. Le competenze disponibili in quel momento erano soprattutto legate alla storia dell’America’s Cup". 

SailGp, la Formula 1 della vela, è ancora giovane.  

"Esatto, non dobbiamo dimenticare è nata nel 2019: siamo solo alla quinta stagione. Se guardiamo all’esplosione che ha avuto, ad esempio, la Formula 1, ricordiamoci che parliamo di uno sport con 70-75 anni di storia alle spalle. Siamo ancora in una fase iniziale, ma l’aspetto interessante è che in Italia abbiamo una tradizione velica straordinaria, sia nel passato che nel presente. Basti pensare a figure come Raul Gardini, Gianni Agnelli, Patrizio Bertelli. Abbiamo una vera e propria passione multigenerazionale per la vela. Negli ultimi decenni, però, l’unico grande evento che il pubblico ha potuto seguire è stata l’America’s Cup che però si svolge ogni quattro anni e dura un mese e mezzo. A parte quello, poco altro. È da lì che abbiamo capito che esisteva una reale opportunità".  

A quel punto arriva Henry (Larry) Ellison, ceo di Oracle e ideatore di SailGp.  

"Grande appassionato di vela. Racconto un aneddoto. Henry (Larry) Ellison aveva un sogno sin da ragazzo: possedere una barca a vela. Si racconta che la sua prima moglie lo lasciò perché, invece di comprare una casa dopo il matrimonio, acquistò una barca a vela e si trasferirono a vivere lì, in California. Appena ne ebbe la possibilità, entrò nel mondo dell’America’s Cup, vincendola in modo leggendario con Jimmy Spithill, che oggi è considerato un’icona nel mondo della vela e dello sport in generale. Nel 2013, durante l’America’s Cup a San Francisco, la sua imbarcazione, Oracle, stava perdendo 8 a 1 contro i neozelandesi. Per vincere l’America’s Cup bisogna arrivare per primi a nove regate. Jimmy e il team americano riuscirono in un’impresa incredibile: ribaltare il risultato e vincere 9 a 8. Un'impresa considerata tra le più grandi nella storia dello sport". 

Ecco ma SailGp è profondamente diversa dall’ America’s Cup.  

"Certo, Larry Ellison capì che, per quanto affascinante, l’America’s Cup era un evento elitario, con barriere d’accesso altissime e costi proibitivi. Così decise di creare una nuova Lega, fondata su cinque pilastri fondamentali". 

Cioè?  

"Parità tecnica: tutte le barche devono essere identiche. In Formula 1, chi ha più risorse economiche può investire in tecnologia e ottenere l’auto più veloce. Qui no: le prestazioni dipendono solo dal talento dell’equipaggio. Inclusività: ogni team deve essere misto. È obbligatoria la presenza di almeno una donna a bordo. Esclusività e appeal globale: ogni team rappresenta un solo Paese e ogni tappa si svolge in location spettacolari: Dubai, Saint-Tropez, Rio de Janeiro, New York, Los Angeles. È come avere un “Gran Premio di Monaco” per ogni evento. Gli spettatori possono seguire la gara da terra o dai loro yacht. Sostenibilità economica: la maggior parte dei team sportivi, a livello globale, perde soldi. Per questo, la League ha introdotto un salary cap: ogni team ha un tetto massimo di spesa fissato a 10 milioni di dollari l’anno. Una cifra importante, ma irrisoria rispetto agli stipendi di molti sportivi nei principali campionati mondiali. Trasparenza totale: tutti i dati delle barche sono condivisi in tempo reale. Ogni team può monitorare in diretta i dati degli avversari durante le regate. Nessun segreto, tutto è alla luce del sole. In questo modo la competizione si basa davvero solo sulla bravura dell’equipaggio, sulla loro capacità, sulla loro strategia e resistenza. Una cosa rara nello sport moderno, soprattutto a questi livelli". 

Così arriviamo al 2025 quando, insieme alla venture capitalist e imprenditrice Assia Grazioli-Venier e al celebre velista australiano Jimmy Spithill, due volte vincitore dell’America’s Cup, lei decide di lanciarsi nel SailGp e diventa proprietario del Red Bull Italy SailGP Team. Quale è la peculiarità del vostro progetto?  

"Siamo una vera piattaforma globale per un team italiano nel mondo della vela, e questa piattaforma offre alle aziende italiane la possibilità di entrare in contatto diretto con un team sportivo che ha visibilità mondiale. Si tratta di una piattaforma per creare valore, per coinvolgere partner in settori diversi — dall’hospitality alla moda, dalla tecnologia all’intrattenimento. Abbiamo la fortuna di contare su un team di altissimo livello: Ruggero Tita, due volte medaglia d’oro olimpica, come skipper, e Jimmy Spithill come Ceo. Siamo solo all’inizio di questa avventura, ma crediamo che le opportunità di collaborazione siano molte". 

Cosa ispira questo progetto?  

"Quello che porto in questo progetto è il desiderio di elevare il percepito del brand Italia e più nello specifico del team SailGp Italia. E voglio farlo rivolgendomi a un pubblico che, in Italia ma anche all’estero, è molto sensibile a questi valori. Il team è, per me, una piattaforma perfetta: una vetrina in cui possono convergere mondi diversi, come l’ospitalità la moda, la tecnologia". 

Ci sono precedenti  

"C'è già un precedente importante, quello di Prada con Luna Rossa, e il lavoro fatto da Bertelli va sicuramente riconosciuto. Quello che stiamo cercando di fare è simile, ma con una visione ancora più aperta a tanti ambiti: vogliamo dare accesso al team a imprese italiane di eccellenza". 

Quanti investimenti avete fatto?  

"Posso dirti che il valore del team è stimato intorno ai 45 milioni. A questo si aggiungono investimenti molto significativi: inizialmente parliamo di centinaia di milioni da parte della League voluta da Larry Ellison. E oggi ci sono investimenti continui, nell’ordine di decine o anche centinaia di milioni, da parte dei Global Sponsors. Il nostro obiettivo ora è riuscire a coinvolgere anche brand italiani, portandoli a scoprire le opportunità offerte dal progetto SailGp Italia e a diventare nostri partner". 

Quale è il tratto di italianità – se c’è- che portate in questo progetto?  

"Direi che il primo elemento è la possibilità di portare una regata in Italia, in una nazione che ha il 70% del territorio bagnato dal mare. Questo vuol dire poter scegliere tra tantissime location straordinarie. Il secondo è il concetto di ospitalità, che è centrale nella cultura italiana. Quando saremo in Italia, tutto ciò che ruoterà attorno al team sarà pensato per valorizzare questo aspetto. E anche quando saremo all’estero, con “Casa Italia” come punto di riferimento, ci impegneremo a portare questo spirito in ogni tappa. Insomma: tradizione, valori, accoglienza. E, ancora una volta, la voglia di ispirare i giovani e creare nuove opportunità nel mondo della vela". (di Andrea Persili) 

Leggi tutto: Vela, De Preposulo: “Dalla foto di mio padre al brand Italia, perché punto su SailGp"

SailGp, l'Italia 'scommette' sulla vela ed entra nella Formula 1 del mare

27 Maggio 2025
Red Bull Italy SailGP

(Adnkronos) - Chiudi gli occhi, immagina il vento. Quello che sibila tra le sartie di un catamarano lanciato ad altissima velocità sul mare di Sydney. E' il vento della Formula 1 del mare: SailGp. La notizia, in fondo, è semplice: Muse Sport Consortium ha acquisito SailGp Italia, la squadra nazionale che rappresenterà il tricolore nel campionato più spettacolare della vela mondiale. Ma la notizia vera è un’altra: l’Italia è tornata nel grande mare. Perché Muse Sport non è solo un consorzio. È un’idea. Un progetto che parla la lingua antica della vela ma con l’accento del futuro. I tre demiurghi: Assia Grazioli Venier, imprenditrice e investitrice. Gian Luca Passi de Preposulo, advisor per i più grandi marchi del lusso, con la cultura del bello come orizzonte. E Jimmy Spithill: leggenda vivente. Il ragazzo di Pittwater che nel 2013, alla guida di Oracle, compì l’impresa delle imprese. Da 8 a 1 a 9 a 8. Contro i neozelandesi. “È come chiudere un cerchio,” racconta Assia Grazioli Venier, che ricorda all'Adnkronos l'amicizia ventennale con Passi de Preposulo. “I nostri padri hanno navigato insieme nella Whitbread del ’73. Quella vera, quella epica. Adesso siamo noi a riportare il tricolore nella vela.” 

Ma attenzione: la Formula 1 del mare non è l'America's Cup. Qui ci sono dodici nazioni, barche identiche, inclusione obbligatoria, zero segreti. "Conta il talento del team", dice De Preposulo all'Adnkronos. Tappe da New York a Sydney, da Saint-Tropez ad Abu-Dhabi. Numeri da capogiro: 1,8 miliardi di visualizzazioni globali nel 2024, 133 milioni di fan, 6,5 milioni di euro di impatto economico medio a tappa. Audience digitale e televisiva superiore a molti sport olimpici. Un'opportunità straordinaria per l’Italia. Una nazione con l’anima d’acqua e il corpo di costa: il 70% del territorio nazionale si affaccia sul mare. “La vela è nel nostro Dna,” dice Grazioli Venier. E quando lo dice, lo accompagna con i numeri: 8,6 milioni di fan della vela nel Paese. Quasi 2 milioni già consapevoli di SailGp. E soprattutto, 79% di conversione. Tradotto: otto italiani su dieci che scoprono SailGp se ne innamorano.  

Potenziale economico espolosivo. Nel 2022, Taranto ha ospitato una tappa SailGp senza una barca tricolore in gara. Eppure i numeri dicono che è come se ci fosse: 25.000 spettatori in due giorni, 10,3 milioni di audience globale, oltre 6 milioni di euro di ricadute economiche per la città. Perché? La risposta è già scritta nel mare. Red Bull Italy SailGp non vuole essere solo una squadra, un team. Ma un cambio di paradigma. Non solo perché al timone c'è Spithill, che promette all'Adnkronos: "Vogliamo diventare il team numero uno della SailGp". E perché a bordo c’è Ruggero Tita, oro olimpico, atleta totale. Ma perché dietro ci sono visione e progetto, davanti un orizzonte: fare della vela una piattaforma. “Vogliamo creare un ecosistema che unisca sport, design, turismo, media, tecnologia, sostenibilità. Dove la vela è la punta dell’iceberg e sotto c’è il meglio del Made in Italy", dice Passi de Preposulo. 

"Siamo entrati con una valutazione di 45 milioni di dollari – competitiva ma proiettata al futuro. Era una cifra coerente sia per gli investitori di fascia alta che per la lega, che ci voleva come partner strategici. Da quando ho investito nella squadra Usa, le valutazioni sono cresciute di 3–4 volte, quindi il nostro ingresso è arrivato al momento giusto. E siamo orgogliosi di essere la prima squadra SailGP co-acquisita da un fondo guidato da donne", sottolinea Grazioli Venier. Un'opportunità commerciale vera: ci sono vari settori che oggi dominano le sponsorship SailGp: automotive, banche e fintech, luxury & fashion, media & intrattenimento, healthcare & beauty e consumer tech. Brand come Rolex, Oracle, Mubadala, Cognizant, T-Mobile, Range Rover sono già saliti a bordo. Il valore commerciale per le squadre è aumentato del 300% negli ultimi due anni.  

Le città in lizza per la tappa italiana del 2026 sono più di una: Venezia, Napoli, Palermo, Roma. Città di mare, certo. Ma soprattutto, città di storie. E SailGp, in fondo, è questo: uno sport che si fa racconto. Basti pensare a Henry (Larry) Ellison, ceo di Oracle e ideatore di SailGp. Si dice che Ellison aveva un sogno sin da ragazzo: possedere una barca a vela. Si racconta che la sua prima moglie lo lasciò perché, invece di comprare una casa dopo il matrimonio, acquistò una barca a vela e si trasferirono a vivere lì, in California. Storie di vela ma soprattutto di passione, capaci di unire mondi distanti. "Dalla Formula 1 alla MotoGP, c’è qualcosa per tutti", dice Spithill. "L’ho visto in tutta la mia carriera ed è ancora più evidente adesso. Un dato interessante? Circa l’85% dei fan di SailGP proviene dal mondo del motorsport. Un Campionato non solo per i veri appassionati di vela". (di Andrea Persili e Michele Antonelli) 

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Tesla crolla in Europa, ad aprile vendite -52,6%

27 Maggio 2025
Logo Tesla - (Afp)

(Adnkronos) - Le vendite di Tesla nell'Ue hanno registrato un calo del 52,6% e dall'inizio dell'anno del 46,1%. E' quanto emerge dai dati dell'Acea, l'Associazione dei costruttori di auto europeo. La quota di mercato di Tesla è scesa all'1,1% nei primi 4 mesi dell'anno con 41.677 veicoli immatricolati (77.314 nei primi 4 mesi del 2024). 

Leader delle vendite di auto elettriche fino al 2024, Tesla è stata superata in questa categoria in Europa ad aprile da 10 marchi tra cui Volkswagen, Bmw, Renault ma anche la cinese Byd secondo i dati di Jato Dynamics. 

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Caso Garlasco, rischio contaminazione sulle impronte rilevate con polveri e adesivi

27 Maggio 2025
Garlasco, rilievi dei Ris nella villetta dell

(Adnkronos) - Le sessanta impronte rilevate dal Ris di Parma con polveri e adesivi per evidenziarle e asportarle dalle superfici all’interno della villetta di via Pascoli a Garlasco sono a "forte rischio contaminazione". E' il nuovo elemento che si aggiunge all’indagine della Procura di Pavia su Andrea Sempio, indagato per l’omicidio di Chiara Poggi. I para adesivi sono stati repertati dagli esperti poco dopo il delitto del 13 agosto 2007 e dopo quasi 18 anni saranno al centro dell’incidente probatorio che prenderà il via il prossimo 17 giugno.  

Le impronte, prelevate in particolare al piano terra della villetta e attribuite a persone note o non approfondite in quanto non ritenute utili, si trovano anche sulla porta d'ingresso toccata da più soccorritori e carabinieri, alcuni dei quali entrati senza guanti. Una di queste in particolare, la numero 10, vicino alla maniglia interna della porta d’ingresso ha catturato l’attenzione dei nuovi inquirenti e la difesa di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per l’omicidio della fidanzata, che punta ora a trovare un Dna utile all’indagine in corso. La consulenza tecnica dei pubblici ministeri ha già escluso che l’impronta sia riconducibile a Sempio, a Stasi o dei familiari della vittima.  

Ora, però, il consulente della famiglia Poggi, il genetista Marzio Capra che ha partecipato fin dall’inizio all’indagine sull’omicidio, solleva una questione: "Sui para-adesivi - svela all'Adnkronos - c’è un forte rischio contaminazione, l’ipotesi è che non avendo utilizzato pennelli singoli per evidenziare ciascuna traccia, non si può escludere che ci sia stato un ‘trasferimento’ di materiale pennellando da una all’altra”. Difficile per lui anche pensare di poter ottenere ulteriori risultati dall’impronta 33, la traccia palmare - attribuita dai consulenti della procura a Sempio - trovata sulla parete della scala dove giaceva il corpo senza vita di Chiara. Un'impronta senza sangue - come mostrano i test fatti subito dal Ris - trovata vicino ai gradini che tuttavia l’assassino non calpesta. "L'intonaco grattato dalla traccia 33 è andato interamente consumato nel tentativo di trovare del Dna che comunque non sarebbe stato databile", conclude il genetista.  

Ma tra battaglia di indizi e speranza di prove certe, la nuova inchiesta della Procura di Pavia riapre il dibattito sul caso Garlasco. Mentre sull'amico del fratello della vittima c’è un’indagine coperta da segreto istruttorio, per l’allora fidanzato resta una condanna definitiva che ha seguito le regole. 

La Procura di Pavia non si è mai occupata di Alberto Stasi, all'epoca c'era Vigevano poi la Corte d'Appello di Milano. Le richieste di archiviazione di Sempio, firmate dall'ex pm di Pavia Mario Venditti, hanno ottenuto l’approvazione di due diversi giudici e fanno parte dei sette tentativi della difesa Stasi di riaprire i giochi, tra cui due tentativi di revisione davanti Corte d'Appello di Brescia (nel secondo caso anche dalla Cassazione). Di recente il ricorso alla Corte europea dei Diritti dell'Uomo ha stabilito che il processo a Stasi è stato equo. I magistrati (circa 40) che si sono occupati del condannato hanno tutti riconosciuto la responsabilità di Stasi oltre ogni ragionevole dubbio.  

Quando Stasi va a processo la legge gli consente di scegliere il rito abbreviato (non più possibile nei casi più efferati come dimostrano le condanne di Alessandro Impagnatiello o Filippo Turetta) e viene punito “con il massimo della pena” prevista per l’omicidio. Alberto Stasi "non appare meritevole di alcuna attenuante” visto il comportamento “tenuto contemporaneamente e dopo l'omicidio” data l’assenza di pietà per la vittima e avendo da subito sviato le indagini. La pena di 24 anni deve essere ridotta di un terzo per la scelta del rito abbreviato e si arriva così ai 16 anni di condanna. 

Chiara viene colpita all’ingresso, trascinata fino alle scale della cantina, sollevata con le mani sporche di sangue e gettata giù. Le suole insanguinate delle scarpe ‘a pallini’ dicono che l’assassino si ferma al gradino zero, poi si lava in bagno. E’ certo che l’assassino si pulisce le mani ed essendoci sul dispenser (pulito) solo le impronte di Stasi questo fa di lui l’ultimo che l'ha toccato e quindi il killer, si legge in sentenza. Una prova rafforzata dalla suola insanguinata sul tappetino del bagno davanti al lavabo: scarpa Frau numero 42 che combacia con la taglia del fidanzato. Stasi ha una bici nera da donna vista da una testimone e non ha un alibi in quei 23 minuti (tra le 9.12 e le 9.35). 

Ma allora le scarpe immacolate? Stasi uccide la mattina, torna a casa e finge di lavorare alla tesi. Prova a chiamare più volte Chiara e solo dopo quattro ore, pur sapendola sola in casa, va da lei in auto indossando le scarpe Lacoste. Dice di entrare, ma la perizia dell’appello bis (che in primo grado il gup Stefano Vitelli non fa fare) dimostra che quando il laureando dice di aver sceso un paio di gradini e di aver visto Chiara senza vita sta mentendo. E’ statisticamente impossibile su quelle macchie di sangue fresco non sporcarsi le scarpe. Ed è fisicamente impossibile vedere il corpo senza scendere, le conclusioni dei giudici.  

Il fidanzato parla di un incidente domestico difficile da credere guardando la scena del crimine. La vittima non ha il volto pallido: il sangue le ricopre il viso. Inoltre, Stasi nasconde di avere una bici nera da donna che verrà sequestrata solo alcuni anni dopo. Il processo d’appello bis svelerà che sono stati sostituiti i pedali su quella ‘Umberto Dei’ e che su altri pedali non sospetti è stato trovato il Dna della vittima. 

Diversi carabinieri entrano in casa senza guanti e senza calzari, le scarpe di Stasi verranno sequestrate solo il giorno dopo. Passano 40 giorni e i militari notano un sistema d’allarme nell’officina di biciclette del padre dell’allora sospettato, ma è tardi: conserva solo cento eventi e i dati del 13 agosto sono cancellati. Il computer acquisito la mattina del 14 agosto viene aperto e rovistato dai carabinieri senza rispettare le procedure forensi. 

E poi c'è la bici. La scelta "anomala" - costata un processo all’allora carabiniere Francesco Marchetto - di non sequestrare la bici nera da donna di Stasi “ha avuto indubbie ripercussioni negative sull'andamento delle indagini, senz'altro non limpido, caratterizzato anche da errori e superficialità”, scrive la Cassazione. 

C’è il movente? Il ragazzo perbene e lo studente modello con "la passione per la pornografia" (a dire dei giudici) uccide con disprezzo Chiara Poggi diventata "per un motivo rimasto sconosciuto, una presenza pericolosa e scomoda, come tale da eliminare". La ventiseienne viene colpita a morte "dall'uomo di cui si fidava e a cui voleva bene, che l'ha fatta definitivamente 'scomparire' in fondo alle scale". Dopo averla uccisa "è riuscito con abilità e freddezza a riprendere in mano la situazione, e a fronteggiarla abilmente, facendo le sole cose che potesse fare, quelle di tutti i giorni: ha acceso il computer, visionato immagini e filmati porno, ha scritto la tesi, come se nulla fosse accaduto”.  

Gli strani suicidi che avvengono a Garlasco, la pista satanica, lo strano mondo che si muove intorno al Santuario della Bozzola e sensitive che dicono di sapere chi è stato. Il presunto segreto fatale alla vittima e il sicario, l'assassino fumatore e l'ipotesi della rapina senza bottino, ogni ipotesi alternativa è stata vagliata. E le gemelle K? Dopo quasi 18 anni resta il fotomontaggio delle sorelle Stefania e Paola Cappa, cugine della vittima, e l’odio social. Hanno un alibi e di loro non c’è traccia vicino al corpo di Chiara.  

Sui social c’è chi mette in dubbio anche il fratello Marco Poggi che era in vacanza in Trentino insieme ai genitori. Mamma Rita Preda e papà Giuseppe non hanno saltato una sola udienza dei cinque processi durati otto anni. Mai una parola di rabbia verso chi avevano accolto in casa e che hanno poi scoperto essere l’assassino. Si sono affidati alla giustizia e il verdetto di condanna “oltre ogni ragionevole dubbio” è stato pronunciato in nome del popolo italiano. Per lo Stato Alberto Stasi è il colpevole dell'omicidio di Chiara Poggi. 

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Liverpool, auto sulla folla durante festa per vittoria scudetto: 50 feriti, due sono gravi

27 Maggio 2025
Il luogo dell

(Adnkronos) - Almeno 27 persone, tra cui un bambino in gravi condizioni, sono state trasportate in ospedale tra le circa 50 che sono rimaste ferite dopo che un'auto è piombata sulla folla durante la parata per la vittoria della Premier League del Liverpool. Tra questi ci sono anche quattro bambini. A renderlo noto sono state le forze di sicurezza locali, spiegando che due tra i feriti ricoverati in ospedale sono gravi, uno di loro è un bambino. 

Il vice capo della polizia del Merseyside, Jenny Sims, ha reso noto che l'incidente non viene trattato come un fatto terroristico, che si ritiene si tratti di un episodio isolato e che nessuno viene attualmente ricercato in relazione a esso dopo il fermo di un uomo di 53 anni, britannico, originario della regione di Liverpool e proprietario dell'auto. 

Il primo ministro britannico Keir Starmer ha definito “terribili" le scene di Liverpool e ha affermato: “Penso a tutte le persone ferite e colpite. Voglio ringraziare la polizia e i servizi di emergenza per la rapida risposta che stanno dando a questo scioccante incidente”, ha dichiarato in un comunicato ufficiale. “Mi tengo informato sugli sviluppi. Chiedo di lasciare alla polizia lo spazio necessario per indagare”, ha aggiunto. "Tutti, soprattutto i bambini, dovrebbero essere in grado di celebrare i loro eroi senza questo orrore”, ha concluso. 

Migliaia di tifosi hanno festeggiato lunedì, mentre un autobus che trasportava i giocatori attraversava le strade della città britannica in mezzo a una moltitudine di razzi rossi, il colore della squadra.  

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