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Il coach di Musetti: "Dalla scuola tennis al Roland Garros, Lorenzo e l'obiettivo Finals"

28 Maggio 2025
Lorenzo Musetti e Simone Tartarini a Wimbledono nel 2022

(Adnkronos) - L'eccezione che conferma la regola ha portato Lorenzo Musetti alla top ten e a puntare sempre verso l'alto. Se il "meglio deve ancora venire" - come spiegato dall'azzurro dopo il successo al primo turno del Roland Garros - parte del merito è anche di Simone Tartarini, il suo storico coach. L'uomo che l'ha tirato su, prendendolo per mano a 8 anni e accompagnandolo un passo per volta nel gotha del tennis mondiale. "Lavoriamo insieme da un bel pezzo, si presentò da piccolo nella mia scuola a La Spezia e il viaggio iniziò quasi per gioco". Tra un torneo e l'altro, in giro per l'Italia e per il mondo. 

A braccetto, dai primi giorni di scuola tennis fino alle posizioni di vertice del ranking Atp: "Il nostro è un caso strano – spiega Tartini all'Adnkronos - perché non succede mai. Di solito, dopo un po' i ragazzi salutano il primo allenatore e prendono altre strade". Musetti ha sempre avuto ben chiara la sua: "Lorenzo è nato a Carrara, ma si avvicinò al mio circolo molto presto. Avevo una buona scuola e lui era relativamente piccolo, ma ricordo una manualità pazzesca e quel rovescio a una mano che lo fece subito notare. I genitori mi chiesero di collaborare". Così iniziò un lungo viaggio, che Tartarini ripercorre con un pizzico di nostalgia: "Il primo incontro ci fu proprio a Carrara, organizzai un evento con i ragazzi del mio gruppo e un circolo con cui lui giochicchiava. Lo feci giocare con delle bambine molto brave, che avevano appena vinto il titolo italiano. Lui faceva fatica ed era un po' lento, ma lasciava intravedere qualità su cui poter lavorare. Ma da lì a diventare giocatori, passava una vita". 

Dopo una chiacchierata e una stretta di mano con mamma e papà, il rapporto tra Simone e Lorenzo divenne quotidiano: "I genitori iniziarono ad accompagnarlo a La Spezia tutti i giorni, per gli allenamenti. Un sacrificio notevole, considerando i loro impegni e quelli di Lorenzo, che andava alle elementari". Tutto partì così, con i tornei Under 10 in regione: "Poi passammo ai nazionali Under 12, mentre a 14 anni andò a giocare anche match in Europa. Il primo vero risultato? La finale dei Campionati Europei di categoria".  

Simone spiega di aver avuto poche difficoltà nella gestione di Lorenzo: "È sempre stato un ragazzo educato e sensibile e qui un grande applauso va fatto alla famiglia, ai loro sforzi". Poi, se la ride e tira fuori un aneddoto: "Per anni – ricorda – abbiamo condiviso le stanze in albergo, in giro per tornei. Un po' per risparmiare, un po' perché aveva paura a dormire da solo. Iniziammo a dividere le camere al termine del percorso da Under 18, quando fece 19 anni". 

Tartarini si sofferma su un aspetto spesso dato per scontato, soprattutto vista la mediaticità raggiunta oggi dal tennis: "Parliamo di uno sport selettivo, spesso non è chiaro. Per investire in una carriera ci vuole un supporto economico importante, anche perché il tennis è uno sport molto precoce a differenza del calcio. A 12-13 anni devi già girare l'Italia e l'Europa e ci sono spese importanti, visto che i tornei durano giorni o settimane e c'è un allenatore da portare dietro". Anche se tutto inizia come un gioco: "E nel nostro caso lo è rimasto per un po'. Di certo nessuno pensava che avrebbe raggiunto questi risultati. Più che un progetto, era un sogno". E forse proprio lì è da cercare la svolta: "Non abbiamo mai lavorato pensando a quello, perché se cominci a farlo è l'inizio della fine. Il bambino non si diverte più. Ricordiamoci che nel tennis guadagnano i primi 100 al mondo, ma questi giocatori hanno anche tante spese. A parte le entrate milionarie dei migliori del ranking, oltre il numero 100 è difficile vivere di questo sport. Noi abbiamo sempre lavorato cercando di migliorarci, mai per guadagnare. Tutto è venuto pian piano, perché Lorenzo ha dato tutto. Anche gli sponsor si sono avvicinati nel tempo, grazie ai risultati". 

Tartarini ripercorre i vari step della carriera di Musetti, riuscito già a togliersi grandi soddisfazioni a 23 anni: "Un risultato notevole, a livello juniores, è stato il successo all'Australian Open nel 2019, quando diventò il numero uno al mondo di categoria. Lì capimmo però che la vita da professionista era un'altra cosa". Altri momenti da ricordare? "La prima wild card a Roma, nel 2020. A 18 anni eliminò gente come Wawrinka e Nishikori, non male. Quei match ci fecero dire che sì, si poteva fare". Il discorso del coach si avvicina un passo per volta all'attualità, visto che oggi Musetti è impegnato al Roland Garros. Da numero 7 del ranking, sui campi che pochi mesi fa gli hanno consegnato la gioia più bella: "Per me, le Olimpiadi saranno sempre il massimo. L'evento sportivo per eccellenza. Aver vinto un bronzo a Parigi, chiudendo un podio con Djokovic e Alcaraz, è stato pazzesco".  

Sulla terra rossa, l'azzurro si è sempre sentito a casa. Dopo la crescita sull'erba, ora l'obiettivo è migliorare sul cemento: "Fino al 2024 non era andato bene nemmeno lì. Poi abbiamo perfezionato alcuni aspetti e ha fatto la sua miglior annata sull'erba, insieme ad Alcaraz è stato il giocatore con più punti in stagione sulla superficie. A detta di tutti è uno dei più tecnici al mondo e potenzialmente può far bene su ogni campo. Fatica forse sul veloce, ma è una questione tattica e non tecnica. A volte è un po' conservativo e cerca di giocare qualche palla in più, ma ricordiamoci che ha 23 anni e si sta costruendo". 

Dopo la finale di Montecarlo e la semifinale di Roma, far bene al Roland Garros è uno degli obiettivi di Musetti. Anche in prospettiva Atp Finals. "Ci pensiamo, Lorenzo lo faceva già l'anno scorso quando era quindicesimo nel ranking e sarebbe sbagliato non farlo ora, è un obiettivo importante. Ora è sesto nella race, è giusto farci un pensiero". Nel torneo di Torino, potrebbe riproporsi la sfida con Sinner: "Motivazione in più? Jannik è il numero uno, al momento è il migliore e fa la sua strada. Lorenzo ne fa un'altra e in Italia ci sono tanti ragazzi che stanno facendo bene. Penso che sia un discorso che riguardi proprio il movimento, come testimoniato dalla Coppa Davis. Tutti aiutano tutti".  

Le considerazioni di Tartarini guardano anche alla semifinale persa a Roma contro Alcaraz, con un po' di nervosismo: "Era in riserva ed è ricaduto in vecchi errori. Le condizioni non erano le migliori, c'era un vento irregolare e si giocava malissimo. Ma valeva per entrambi. Lui non l'ha accettato e si è focalizzato su quello, anziché cercare di risolvere i problemi. Io spesso l'ho ripreso, ormai conosco benissimo anche le sue dinamiche mentali. Ci sono momenti, anche in partite importanti, in cui qualche parola più forte riesco a dirgliela. Ha capito, sbagliare fa parte del percorso".  

Un percorso velocizzato, secondo il coach, dalla famiglia: "Diventare papà a 21 anni per la prima volta e ora una seconda volta, può dare tanti pensieri e un senso di inadeguatezza. Io l'ho vissuto, sono stato padre in giovane età e mi ricordo pensieri, paure e preoccupazioni di quel periodo. La famiglia l'ha messo di fronte a responsabilità maggiori, aiutando una maturazione che va avanti e deve esaurirsi". Non è un caso che Lorenzo abbia citato Ligabue. Sì, il meglio deve ancora venire. (di Michele Antonelli) 

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Giro d'Italia, oggi la 17esima tappa: orario, percorso e dove vederla

28 Maggio 2025
Giro d

(Adnkronos) - Riparte il Giro d'Italia con la 17esima tappa. Oggi, mercoledì 28 maggio, la Corsa Rosa lascia il Trentino-Alto Adige per approdare in Lombardia. Si va da San Michele all'Adige a Bormio, con arrivo in una delle spettacolari sedi delle Olimpiadi Invernali di Milano Cortina 2026. Sarà un tappa di "resistenza", da 155 chilometri, ideale per le fughe. Ecco orario, percorso e dove vederla in tv e streaming.  

Ma qual è il percorso della diciassettesima tappa del Giro d'Italia? Ci saranno tre salite importanti in questa tappa di montagna, tra cui il Mortirolo. Due saranno nella parte centrale: la Val di Non e poi la Val di Sole, prima del Passo del Tonale (GPM 2, con pendenza massima del 9%). Dopo la discesa su Ponte di Legno, si affronterà il leggendario Passo del Mortirolo da Monno (ultimi 3 km sempre con pendenza superiore al 10%). Quindi, discesa molto impegnativa fino a Grosio e poi lunga risalita fino alle porte di Bormio, con la scalata delle Motte e svolta verso l’arrivo. Ultimi 3 km sostanzialmente in discesa, con qualche curva da attenzionare in maniera particolare fino al traguardo.  

La diciassettesima tappa del Giro d'Italia 2025 partirà alle 12.50. La diretta tv in chiaro dell’edizione numero 108 della Corsa Rosa sarà a cura di Rai Sport e Rai 2 (streaming gratuito su RaiPlay), mentre la diretta tv in abbonamento sarà fruibile su Eurosport 1. Lo streaming in abbonamento sarà disponibile su Discovery+, Sky Go, Now e Dazn. 

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Usa, italiano sequestrato e torturato: arrestato il secondo sospetto

28 Maggio 2025
Auto della polizia Usa - Fotogramma

(Adnkronos) - Secondo arresto per il caso del turista italiano sequestrato e torturato a New York, con l'obiettivo di rivelare le password per accedere al suo conto in bitcoin. Il secondo sospetto si è consegnato alla polizia ed è stato arrestato. Parlando con Fox 5, la responsabile della polizia di New York, Jessica Tisch, ha dichiarato: "William Duplessie, che noi cercavamo, si è consegnato questa mattina".  

Per "il rapimento, possesso illegale di armi e aggressione" era già stato arrestato nei giorni scorsi - dopo che il 28enne Michael Valentino Teofrasto Carturan era riuscito a fuggire da un appartamento del quartiere di Nolita a Manhattan - John Woetz, 37 anni. Duplessie, 33 anni, residente a Miami, "sarà incriminato con le stesse accuse", ha precisato Tisch, che non esclude che ci possano essere altre persone coinvolte, oltre ai due sospetti arrestati. 

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Italia-Uzbekistan, Meloni attesa oggi a Samarcanda e nelle vie spunta il tricolore

28 Maggio 2025
Giorgia Meloni - Afp

(Adnkronos) - Al via oggi, giovedì 28 maggio, la missione asiatica della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, attesa in serata nella storica città uzbeka di Samarcanda. Un tempo fulcro di un vastissimo impero e snodo cruciale dei traffici lungo l'antica Via della Seta, la città conserva intatto il fascino della sua storia millenaria. Oggi è uno dei più celebri siti patrimonio dell'umanità dell'Unesco, riconoscimento ottenuto nel 2001.  

Nella mattinata di domani, venerdì del 29 maggio, Meloni incontrerà il presidente della Repubblica dell'Uzbekistan, Shavkat Mirziyoyev, per un vertice bilaterale incentrato sul rafforzamento del partenariato strategico tra Roma e Tashkent e sull'ampliamento della cooperazione. Al termine dei colloqui, è prevista la firma di una serie di accordi bilaterali. Come riportato dal sito ufficiale della presidenza uzbeka, l'incontro punterà anche a promuovere progetti di cooperazione innovativa e iniziative di scambio umanitario. Il governo uzbeko attende con particolare interesse l'arrivo della premier italiana. In centro città, non lontano dalla monumentale statua in bronzo di Tamerlano seduto in trono, le strade si colorano già di bandiere italiane accanto a quelle nazionali uzbeke, pronte ad accogliere il corteo ufficiale diretto al centro congressi di Samarcanda, sede del vertice.  

L'incontro tra Meloni e Mirziyoyev si inserisce nel solco degli accordi siglati in occasione della visita ufficiale del presidente uzbeko in Italia, nel giugno 2023. All'epoca fu adottata una dichiarazione congiunta che sanciva l'avvio di un partenariato strategico tra i due Paesi, accompagnata dalla firma di undici intese intergovernative che toccano ambiti quali economia, istruzione, turismo e cultura. Dopo la tappa a Samarcanda, la missione diplomatica della premier proseguirà in Kazakistan, ad Astana, dove è in programma il vertice tra Asia Centrale e Italia. (dall'inviato Antonio Atte) 

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B&B e case vacanza, sì ai check-in da remoto: il Tar del Lazio accoglie il ricorso dei gestori

28 Maggio 2025
Keybox - Fotogramma

(Adnkronos) - Via libera ai check-in da remoto in B&B e case vacanza. Il Tar del Lazio ha infatti dichiarato illegittima la circolare del ministero dell'Interno del 18 novembre 2024 che introduceva l'obbligo di riconoscimento 'de visu' degli ospiti a carico dei gestori di strutture ricettive, considerando non conformi all’art. 109 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (Tulps) le procedure di check in da remoto. Il Tar Lazio ha dunque accolto il ricorso presentato dalla Federazione associazioni ricettività extralberghiere (Fare) e ha ritenuto la circolare "contrastante" con la riforma del 2011 e "non sufficientemente giustificata".  

Secondo il Tar il provvedimento impugnato, "non sarebbe neppure idoneo a raggiungere l’obiettivo che si vuole perseguire, poiché l’identificazione de visu di per sé non elide il rischio che l’alloggiato, dopo l’identificazione, dia le chiavi dell’immobile locato ad un altro soggetto non identificato". Ed inoltre, "la Circolare oggetto di gravame creerebbe un’evidente disparità di trattamento rispetto ad altre categorie di attività, specificamente rispetto a chi noleggia autoveicoli, malgrado di frequente attentati terroristici siano avvenuti proprio tramite l’uso di macchine", nonché "lesiva del principio di proporzionalità".  

Non ultimo il Tar del Lazio fa riferimento a una "violazione dei principi di concorrenza e di non discriminazione, difetto di istruttoria e carenza di motivazione”, con "illegittimo vantaggio per le strutture alberghiere a scapito delle numerose attività di locazione breve".  

"La sentenza conferma ciò che Fare sostiene da sempre: la sicurezza non può essere una scusa per rallentare l’evoluzione del settore e caricare di responsabilità improprie chi lavora nel rispetto della legge", dichiara Elia Rosciano, presidente di Fare. "Non ci siamo mai opposti alle regole – afferma Rosciano – ma solo alle regole sbagliate. Oggi possiamo dire che la giustizia ci ha dato ragione". 

Sono arrivate altre reazioni dal settore degli affitti brevi, Aigab, Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi, ha così commentato la notizia: "Siamo già in contatto con il Governo, e con il Viminale in particolare con il quale il dialogo non si è mai interrotto in questi mesi, condividendo il nostro know how al fine di validare con urgenza il riconoscimento degli ospiti da remoto tramite processi tecnologici come alternativa alla compresenza fisica in grado di garantire il riscontro dell’ingresso degli ospiti nelle case".  

"Auspichiamo che il principio di proporzionalità ispiri l'agire di molte amministrazioni pubbliche locali - ha rimarcato Aigab - che hanno abusato della Circolare introducendo regolamenti che da oggi decadono, avendo nel frattempo causato malessere, costi e preoccupazioni a centinaia di migliaia di famiglie e imprenditori".  

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Ucraina, Trump: "Putin gioca col fuoco". Medvedev: "Brutta è la Terza guerra mondiale"

28 Maggio 2025
Vladimir Putin e Donald Trump

(Adnkronos) - Alta tensione tra Usa e Russia sugli sviluppi della guerra in Ucraina. Vladimir Putin "sta giocando con il fuoco", ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump in un post su Truth Social in cui ha ricordato all'omologo russo "che se non fosse stato per me, alla Russia sarebbero già successe cose molto brutte". 

All'avvertimento della Casa Bianca è arrivata, per bocca del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, una replica che sa di minaccia: "Conosco solo una cosa davvero brutta, la terza guerra mondiale. Spero che Trump capisca questo!", ha scritto su X. 

Intanto Trump, "sempre più frustrato" per i continui attacchi di Vladimir Putin in Ucraina e il mancato avanzamento nei colloqui di pace, starebbe valutando, secondo quanto rivelato dal Wall Street Journal citando fonti informate, la possibilità di imporre sanzioni alla Russia questa settimana. Le misure non comprenderebbero nuove sanzioni bancarie, rivelano ancora le fonti citate dal Journal, ma includerebbero diverse opzioni per spingere il presidente russo a fare concessioni al tavolo negoziale, a partire dal cessate il fuoco di 30 giorni sostenuto dall'Ucraina e costantemente rifiutato dalla Russia.  

Le stesse fonti però non escludono che alla fine Trump, che per settimane ha resistito alle pressioni di alleati internazionali e interni, come il senatore repubblicano Lindsey Graham che ha preparato un pacchetto bipartisan di durissime sanzioni, possa decidere di non imporre le nuove sanzioni. Interpellata dal giornale americano, la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha detto: "Il presidente è chiaro sul fatto che vuole un accordo di pace negoziale, e sta intelligentemente tenendo tutte le opzioni sul tavolo".  

Nei giorni scorsi, lo stesso Trump ha detto che "assolutamente" sta valutando possibili sanzioni, quando è esploso contro Putin: "Lo conosco da tanto tempo, sono sempre andato d'accordo con lui, ma sta mandato i missili contro le città e sta uccidendo persone e non mi piace - ha detto - siamo nel mezzo di negoziati e manda missili contro Kiev ed altre città, non mi piace per niente".  

Le fonti vicine al presidente ribadiscono, però, come Trump si stia stancando dei negoziati e stia meditando di abbandonarli del tutto se non funzionerà la spinta finale. Una possibilità del genere sarebbe in netto contrasto rispetto alle promesse elettorali di essere in grado di concludere la guerra nei primi giorni di mandato.  

In questi mesi, Trump abbia cambiato posizione più volte su Putin, usando parole dure nei suoi confronti, usando la minaccia delle sanzioni, ma anche allo stesso tempo parlando di ridurre le barriere commerciali con la Russia per aprire il Paese ad investimenti Usa. Ma le parole e toni duri usati domenica da Trump, che in fondo pensava che visto il loro rapporto Putin avrebbe messo fine al conflitto come favore personale, sembrano rappresentare per alcuni commentatori un punto di svolta.  

"Sembra da queste dichiarazioni che il presidente Trump stia capendo chi è Putin - afferma William Taylor, ex ambasciatore Usa in Ucraina - la domanda è: è serio? sarà questo sufficiente ad adottare delle misure, delle sanzioni? La risposta è che sembra che Trump sia sul punto di concludere, o abbia già concluso, che l'ostacolo è Putin".  

Bisogna in ogni caso non dimenticare che è invece certo il fatto che Trump non è un fan di Volodymyr Zelensky e che il tycoon riteneva che nuove sanzioni a Mosca potrebbero spingere il presidente ucraino a continuare il conflitto. Basti pensare che dopo l'attacco a Putin di domenica, Trump ha subito criticato anche Zelensky dicendo che "non fa nessun favore al suo Paese parlando nel modo in cui parla".  

Infine, Trump in passato ha espresso la convinzione che nuova sanzioni alla Russia non limiterebbero la sua capacità bellica, compromettendo invece i tentativi di rilanciare i rapporti economici tra Washington e Mosca.  

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Belve, Massimo Ferrero manda Francesca Fagnani in tilt

27 Maggio 2025
Francesca Fagnani

(Adnkronos) - Massimo Ferrero manda in tilt Francesca Fagnani a Belve nella puntata del 27 maggio. L'imprenditore, ex presidente della Sampdoria, mette a dura prova la conduttrice, che deve fermarsi più volte per riprendere fiato dopo le risposte dell'ospite 'frizzante'. La situazione 'deraglia' quando Fagnani riferisce a Ferrero una frase detta dall'allenatore Marco Giampaolo. 

"Sono rancoroso come un dio del Vecchio Testamento? Se ero un dio mica stavo qua... L'ha letta da qualche parte, non ha tutta st'intelligenza st'omo", dice Ferrero, innescando "la ridarella" della conduttrice, che deve impegnarsi per riprendere il controllo della situazione. "Siamo alla decima domanda, ne devo fare 90...", dice la giornalista.  

"Sono un riccio, se mi dai fastidio ti pungo. Sono cattivissimo? Non è vero, è una cazzata. Dietro parlano male, davanti si inchinano... Io non sono furbo, sono intelligente. I furbi sono i 'piottari' che vogliono fregare 100 lire, un cappuccino... Io punto più in alto", dice Ferrero. 

L'intervista prosegue a strappi, tra accelerazioni e frenate: "Detesto la sobrietà? Ma che vordì? Io c'ho la terza elementare, Francè... Ho una risata cimiteriale? Famme grattà, il cimitero... Ho fatto il ballerino di tip tap, se vuoi faccio un'esibizione: chiami la produzione, mi fai dà 10 sacchi e lo faccio...". "Che fatica...", sospira Fagnani, che nel corso della chiacchierata surreale viene chiamata "Ferragni" dall'ospite: "Mi chiamo Fagnani...". Le domande sulla parentesi della Sampdoria precedono il rush finale: "I tifosi mi odiavano? E' vero. Sono stato ingenuo, sono arrivato e ho detto che l'inno faceva schifo... Du' cojoni...". Fagnani tiene duro: "Sono provatissima". 

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Balotelli a Belve, il 'nemico' nel calcio e la risposta a Mourinho

27 Maggio 2025
Mario Balotelli

(Adnkronos) - C'è un 'nemico' per Mario Balotelli nel calcio? "Se proprio devo fare un nome...". A Belve, nella puntata del 27 maggio, l'attaccante risponde alle domande di Francesca Fagnani e, almeno in parte, vuota il sacco. "Chi non sopporto in campo? Sono troppi...", dice sorridendo. Messo alle strette, Balotelli accetta di fare un nome: "Brendand Rodgers, ex allenatore del Liverpool, mi sta troppo antipatico", ammette Supermario, che ai reds ha vissuto una parentesi poco brillante nella stagione 2014-2015, con Rodgers in panchina. 

"Tra i calciatori c'è chi non posso vedere? Sì, non faccio i nomi... Non faccio queste cose", dice Balotelli. "Gli amici? Ho un ottimo rapporto con Boateng, Neymar, Materazzi... Marco mi ha picchiato? Non è vero, ha detto una cazzata...", dice. Tra i tanti aneddoti relativi alle 'balotellate', spicca quella legata al racconto di José Mourinho. Balotelli, unico attaccante a disposizione dell'Inter, viene ammonito nel primo tempo di un match chiave di Champions League. Mourinho passa l'intervallo a catechizzare il giocatore: "Non farti ammonire". Pronti, via e Balotelli rimedia subito il secondo giallo in avvio di ripresa: espulso. "Lui racconta sempre questa storia qua, ma José non racconta che al ritorno ho segnato un gol e ho fatto un assist", puntualizza. 

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Gaza, Pd-M5S-Avs e +Europa chiamano alla piazza: "7 giugno a Roma, fermare il massacro"

27 Maggio 2025
Bandiera palestinese - Fotogramma

(Adnkronos) - Il centrosinistra scende in piazza per Gaza. L'appuntamento è per sabato 7 giugno a Roma per una manifestazione nazionale che chiede di "fermare il massacro del popolo palestinese". Oggi, martedì 27 maggio, Pd, M5S e Avs in una nota congiunta sottoscritta da Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli hanno ufficializzato la mobilitazione e la piattaforma dell'iniziativa: sarà la mozione unitaria già presentata dai tre partiti in Parlamento. Più Europa non la sottoscrisse, ma ribadisce l'adesione alla manifestazione. "Tutte e tutti a Roma sabato 7 giugno. Una grande manifestazione nazionale per fermare il massacro del popolo palestinese", scrivono i leader di Pd, M5S e Avs.  

"Una piattaforma chiara, inscritta nella mozione parlamentare che unitariamente abbiamo presentato in Parlamento. Facciamo appello a tutte e tutti coloro che sentono come insopportabile quello che sta succedendo: mobilitiamoci insieme per fermare il massacro e i crimini del governo Netanyahu a Gaza”, sottolineano. Un'impostazione che però non convince Iv e Azione. Sia Italia Viva che Carlo Calenda chiedono di integrare la piattaforma con le richieste avanzate da Sinistra per Israele. "Ci sembra che siano un giusto completamento a quelle presentate oggi da Pd M5S e AVS. Ci uniamo alla richiesta di integrare quei punti negli intenti della manifestazione del 7 giugno", dice Calenda.  

In Transatlantico risponde a stretto giro Fratoianni incrociato dai cronisti, e la risposta del leader di Sinistra Italiana è concisa: "No, non si cambia. La piattaforma è quella, è chiara e ampia, ben 11 punti". E anche dal Movimento arriva uno stop: "Evitiamo di annacquare e diluire i contenuti di quella piazza - spiegano fonti M5S- la cornice della piattaforma è la mozione unitaria". Testo su cui, ricordano i 5 Stelle, "Azione Iv si sono astenute mentre in Più Europa, Riccardo Magi ha votato a favore e Benedetto Della Vedova si è astenuto". E proprio Della Vedova in serata si è unito alla richiesta di Iv e Azione: "Trovo fondamentale che si aggiunga la condivisione delle istanze formulate da Sinistra per Israele in vista della manifestazione del 7 giugno".  

I punti principali della mozione unitaria Pd-M5S-Avs su Gaza erano, innanzitutto, la richiesta al governo Meloni di riconoscere lo stato di Palestina. E poi il cessate il fuoco immediato a Gaza, la liberazione degli ostaggi nelle mani di Hamas, la fornitura di aiuti umanitari, il rispetto della tregua in Libano e il pieno rispetto del diritto internazionale. La sospensione delle forniture e compravendita di armi con Israele, sollecitare sanzioni in sede europea nei confronti del Governo israeliano per la sistematica violazione del diritto internazionale e dare piena attuazione ai mandati di arresto emessi dalla Corte Penale Internazionale nei confronti di Netanyahu e Gallant.  

I punti che Sinistra per Israele chiede di integrare nella piattaforma di Pd, M5S e Avs sono la richiesta della liberazione immediata di tutti i rapiti israeliani; l'esposizione sempre anche delle coccarde gialle dei rapiti; che sia espressa solidarietà attiva verso gli israeliani che si oppongono al governo e verso i palestinesi che si oppongono ad Hamas". Ed inoltre "⁠che l'iniziativa affermi la necessità dello smantellamento di Hamas; la ⁠condanna del dilagante antisemitismo, anche quando si manifesta nelle forme dell'ostilità verso i singoli cittadini di Israele, rifiutando qualunque avallo al principio della colpa collettiva; ⁠il rilancio della prospettiva di pace con al centro la proposta di 'due popoli e due Stati'".  

La richiesta, per il momento, non sembra possa essere accolta. Quanto al luogo in cui si terrà la manifestazione è ancora in ballo, in quanto diverse piazza a Roma sono già prenotate per altri eventi. Piazza del Popolo che era stata inizialmente individuata, ospita un concerto il 7 giugno. "Una piazza a Roma la troveremo", dice Fratoianni.  

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Visti agli studenti stranieri, Trump sospende i colloqui e valuta controllo profili social

27 Maggio 2025
Donald Trump - Ipa

(Adnkronos) - L'amministrazione Trump sta prendendo in considerazione l'imposizione - a tutti gli studenti stranieri che intendono seguire corsi negli Stati Uniti - di un controllo obbligatorio dei social media. Lo ha rivelato 'Politico', che ha preso visione di una comunicazione riservata del Dipartimento di Stato firmata dal segretario Marco Rubio. In preparazione a questa misura, le ambasciate e i consolati americani sono stati istruiti a sospendere temporaneamente la programmazione di nuovi colloqui per i visti studenteschi. 

Il piano, se attuato, potrebbe rallentare drasticamente le procedure per il rilascio dei visti, con conseguenze significative per le università statunitensi che dipendono dagli studenti internazionali anche sul piano economico. La direttiva fa riferimento a ordini esecutivi che mirano a combattere il terrorismo e l’antisemitismo, ma non specifica quali contenuti sui social verranno considerati problematici. In passato, il controllo dei profili era stato limitato a studenti di ritorno, soprattutto coinvolti in proteste contro le azioni israeliane a Gaza. 

Secondo 'Politico', molti funzionari del Dipartimento di Stato hanno espresso frustrazione per la vaghezza delle precedenti linee guida, lasciando incertezza su quali espressioni online possano attivare controlli più approfonditi, ad esempio la pubblicazione di una bandiera palestinese su X. La misura si inserisce in un contesto più ampio di stretta sull’immigrazione e critiche dell’amministrazione verso atenei considerati troppo indulgenti nei confronti di presunti episodi di antisemitismo. 

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Agenas, per tempi e Reti oncologiche Sardegna da aiutare

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Energia, Elettricità futura: "Pronti a collaborare a proposta Meloni sui contratti pluriennali"

27 Maggio 2025
Tralicci e pala eolica - Afp

(Adnkronos) - Elettricità Futura "esprime apprezzamento in merito alle proposte del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che nel suo intervento all'assemblea di Confindustria ha individuato nei contratti a lungo termine uno strumento efficace e già disponibile per realizzare il disaccoppiamento tra i prezzi di energie rinnovabili e gas". E' quanto si legge in una nota in cui l'associazione, che riunisce le principali aziende della filiera elettrica, afferma che "è pronta fin da ora a collaborare concretamente a questa e a tutte le altre soluzioni che potranno abbassare il costo dell'energia per famiglie e imprese, tra cui l’Energy Release".  

Elettricità Futura ha accolto positivamente anche la posizione del presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, che ha sottolineato come per abbassare il costo dell’energia per famiglie e imprese sia necessario anche aumentare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, accelerando gli iter autorizzativi. Oggi in Italia sono già pronti oltre 150 GW di progetti per nuova capacità rinnovabile, spesso bloccati da lungaggini burocratiche delle regioni. 

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Usa alzano allerta in Italia per rischio terrorismo. Fonti Viminale: "Nessun allarme specifico"

27 Maggio 2025
Polizia in piazza San Pietro - Ipa

(Adnkronos) - Gli Stati Uniti hanno aggiornato il 'travel advisory' per l'Italia, portandolo a livello di 2 su 4, invitando i visitatori a "esercitare accresciuta attenzione a causa del terrorismo". Sul sito del dipartimento di Stato, risalente al 23 maggio, si legge che "c'è un rischio di violenza terroristica, tra cui attacchi terroristici e altre attività in Italia". 

Da quanto trapela dal Viminale e apprende l'Adnkronos, non ci sono informazioni specifiche sull'organizzazione di eventi ostili sul nostro territorio. Come spesso ripetuto in questi mesi dal ministero dell'Interno il livello di allerta sul territorio nazionale è massimo dal 7 ottobre 2023, giorno del l'attacco di Hamas a Israele, e massima è l'attenzione riservata a tutti gli obiettivi e i luoghi ritenuti sensibili. Dunque, "l'allerta è massima ma senza allarmismi", precisano le stesse fonti. 

Tra i potenziali obiettivi, sul sito del dipartimento di Stato americano vengono indicati luoghi affollati e simbolici, come attrazioni turistiche, centri di trasporto, mercati, edifici governativi locali, ristoranti, hotel, siti religiosi, scuole, parchi, aeroporti e aree pubbliche. Il Dipartimento di Stato consiglia ai viaggiatori di restare vigili, monitorare i media locali, preparare un piano d’emergenza e iscriversi al programma "Step" per ricevere allerte dall’ambasciata. 

Leggi tutto: Usa alzano allerta in Italia per rischio terrorismo. Fonti Viminale: "Nessun allarme specifico"

Portano la torta in studio ma... si rovescia a terra: l'incidente a La volta buona

27 Maggio 2025
Caterina Balivo - La volta buona

(Adnkronos) - Gerardina Trovato buon complean...no. La cantante catanese che oggi, martedì 27 maggio, compie 58 anni, ospite nel salotto di Caterina Balivo a 'La volta buona' è stata sorpresa con una torta speciale che, purtroppo, non ha potuto mangiare. Il motivo? Si è rovesciata per terra... letteralmente.  

"La torta, la torta! Chi ce la porta?", ha esclamato Caterina Balivo tra applausi e sorrisi, mentre in studio entrava Carolina Rey. La conduttrice televisiva, infatti, aveva il compito di portare il dolce su un carrellino. Ma il momento di festa è durato ben poco: le ruote si sono incastrate nel divano e la torta si è ribaltata sul pavimento.  

 

Caos in studio. L'incidente ha suscitato l'ilarità tra gli ospiti che tentavano di sdrammatizzare. Ci ha provato la padrona di casa: "Allora, calmi tutti", ha detto Balivo, cercando di rimediare al danno. "Torta caduta, festeggiata fortunata... si dice così", ironizza e conclude "bastava il pensiero sicuramente".  

Carolina Rey, visibilmente dispiaciuta per l'imprevisto, ha invitato Gerardina Trovato nel suo nuovo programma, UnoMattina Estate, con la promessa di festeggiare insieme il compleanno con una nuova torta e con una certezza "questa volta non la porterò io".  

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Giro d’Italia 2025, Del Toro soffre ma rimane in rosa: la classifica aggiornata

27 Maggio 2025
Isaac Del Toro - Ipa

(Adnkronos) - La sedicesima tappa del Giro d’Italia 2025 non toglie la maglia rosa a Isaac Del Toro ma modifica la classifica generale. La prima tappa di montagna fa le prime vittime con Primoz Roglic che saluta la corsa dopo l'ennesima caduta e Juan Ayuso (Uae Team Emirates XRrg) che salta. Del Toro soffre ma resiste: il suo vantaggio in classifica scende. 

CLASSIFICA GENERALE (maglia rosa)  

1. Isaac Del Toro in 61h31’56” 

2. Simon Yates a 26″ 

3. Richard Carapaz a 31″ 

4. Derek Gee a 1’31” 

5. Damiano Caruso a 2’40” 

6. Egan Bernal a 3’23” 

7. Michael Storer a 3’31” 

8. Antonio Tiberi a 4’07” 

9. Giulio Pellizzari a 4’36” 

10. Adam Yates a 5’08”  

CLASSIFICA A PUNTI (maglia ciclamino)  

1. Mads Pedersen 240 punti 

2. Olav Kooij 135 punti 

3. Wout Van Aert 98 punti 

4. Casper Van Uden 88 punti 5. Isaac Del Toro 80 punti 

 

CLASSIFICA MIGLIOR SCALATORE (maglia azzurra)  

1. Lorenzo Fortunato 319 punti 

2. Christian Scaroni 125 punti 

3. Juan Ayuso 54 punti 

4. Manuele Tarozzi 50 punti 5. Pello Bilbao 38 punti 

 

CLASSIFICA MIGLIOR GIOVANE (maglia bianca)  

1. Isaac Del Toro in 61h31’56” 

2. Antonio Tiberi a 4’07” 

3. Giulio Pellizzari a 4’36” 

4. Davide Piganzoli a 7'19'' 

5. Max Poole a 7'34'' 

Christian Scaroni vince la sedicesima tappa del Giro d'Italia, la Piazzola sul Brenta-San Valentino (Brentonico) di 203 km. L'italiano dell'Xds Astana Team va in fuga con altri 22 ciclisti arrivando insieme al compagno di squadra e maglia blu in quanto leader della classifica scalatori Lorenzo Fortunato. I due arrivano insieme all'arrivo, posto a 1315 m d'altezza, con Fortunato che dopo aver vinto tutti i gran premi della montagna della tappa controlla il compagno, per poi passare il traguardo insieme dopo essersi tenuti per mano dai 100 metri all'arrivo. Grande lavoro del team con Giulio Pellizzari, Red Bull-Bora-Hansgrohe, che arriva terzo al traguardo con 55'' di distacco. Il 2003 è il nuovo uomo classifica del team dopo il ritiro di Primoz Roglic anche se ha già detto quanto sia impossibile fare classifica, nonostante oggi abbia scalato 9 posizione portandosi al 9° posto. 

 

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Harvard, governo pronto ad annullare tutti i contratti federali. E l'ateneo risponde a Trump

27 Maggio 2025
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(Adnkronos) - Non si placa la battaglia di Trump contro l'Università di Harvard. L'amministrazione Usa ha deciso di annullare tutti i contratti federali rimanenti con l'ateneo, per un valore stimato di 100 milioni di dollari. A rivelarlo è il New York Times, che ha potuto visionare una lettera inviata dalla Casa Bianca alle agenzie federali, in cui si chiede di "trovare fornitori alternativi" per i servizi futuri, segnando una rottura definitiva nei rapporti tra il governo e l'ateneo.  

Il provvedimento si inserisce in una serie di attacchi del governo Trump contro Harvard, accusata di non rispettare la decisione della Corte Suprema - risalente al 2023 - che vieta l'uso del fattore razziale nei processi di ammissione, oltre a tollerare episodi di antisemitismo e promuovere un'ideologia ostile ai valori nazionali. Già il mese scorso erano stati congelati 3,2 miliardi di fondi pubblici destinati all'università, e bloccata la possibilità di accettare nuovi studenti internazionali. 

Il presidente di Harvard, Alan Garber, ha denunciato la misura come "illegale e ingiustificata", avvertendo che "mette a rischio il futuro di migliaia di studenti e studiosi". L'univeristà ha avviato diverse cause legali per ottenere il ripristino dei fondi e del diritto di accogliere studenti stranieri, parzialmente riottenuto grazie a un'ordinanza del giudice federale Allison D. Burroughs. 

Tra i contratti colpiti dall'ultima decisione dell'amministrazione, figurano collaborazioni con nove agenzie federali, tra cui uno studio sugli effetti del caffè per conto del National Institute of Health e un programma di formazione per dirigenti del Dipartimento della Sicurezza Interna. La lettera del governo cita anche la recente assegnazione di una borsa di studio da parte della Harvard Law Review a uno studente coinvolto in un episodio controverso durante una protesta Pro-Pal.  

E dopo l'ennesimo attacco all'ateneo il presidente di Harvard ha risposto nuovamente alle misure dell’amministrazione Trump contro l’università. In un’intervista a Npr, Garber ha definito le azioni del governo "sconcertanti" e "dannose non solo per Harvard, ma per l’intero Paese", sottolineando che "i finanziamenti per la ricerca non sono un regalo: sono risorse assegnate per lavori considerati prioritari dal governo federale". 

Garber ha riconosciuto che esistono problemi da affrontare, in particolare legati alla libertà di espressione e alla diversità di opinioni politiche nel campus, ma ha messo in dubbio il legame tra le misure punitive e la lotta all’antisemitismo. "Perché tagliare i fondi alla ricerca? Non aiuta a risolvere il problema dell’antisemitismo, ma danneggia il progresso scientifico di cui beneficia tutto il Paese", ha dichiarato. Ha inoltre respinto le accuse secondo cui Harvard avrebbe rifiutato di collaborare con il governo sulla questione degli studenti stranieri: "Per quanto ne so, non è vero. Abbiamo fornito tutte le informazioni previste dalla legge". 

Di fronte alla possibilità che l’azione dell’amministrazione sia un monito per tutte le università statunitensi, Garber ha lanciato un appello alla comunità accademica: "Dobbiamo essere fermi nei nostri principi. Siamo qui per produrre e diffondere conoscenza, per educare cittadini che servano il mondo. Se falliamo in questo compito, possiamo aspettarci di essere attaccati. Ma la risposta non deve essere il cedimento: dobbiamo raddoppiare il nostro impegno per il bene della nazione e del mondo". 

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Belve, Massimo Ferrero confessa: "Il mio sogno era comprarmi la Roma"

27 Maggio 2025
Massimo Ferrero - (Foto Stefania Casellato)

(Adnkronos) - Massimo Ferrero è tra gli ospiti di Francesca Fagnani a 'Belve' nella puntata che andrà in onda questa sera, martedì 27 maggio alle 21:20 su Rai 2. Un fiume in piena, "Aho', Fagnani ma chi ce tornava a fasse sbranà ancora da te", dice subito Ferrero accomodandosi sullo sgabello: "La gente è 'nvidiosa, io so' un maschio Scarface, so' bello e uncino" aggiunge il Viperetta che rivela: "Il mio sogno era compramme la Roma". 

Un'intervista divertente, sorprendente ma che attraverso le domande di Fagnani racconta in profondità le mille sfaccettature del 'Gatto di Testaccio' che di sé dice: "So' un riccio, si me dai fastidio te puncico. So' invidiatissimo, a 70 anni vado ancora de moda".  

L'ex patron della Sampdoria rivela con il suo forte accento romano: "Il mio sogno era compramme la Roma". Dopo questa confessione, Fagnani lo incalza sui 7 anni alla guida della società ligure e gli dice: "È stato uno dei presidenti più odiati dal popolo blucerchiato". "Non hanno mai accettato la mia romanità. So' andato via e gli ho detto 'me rimpiangerete' e mo' me rimpiangono pe' davero. I tifosi non sono i padroni delle squadre", risponde. "Ma lei gli aveva detto che il loro inno era brutto!", lo provoca Fagnani e Ferrero taglia corto: "Beh, due p… Devi partire alla riscossa in campo, co' quella noia ma come fai, voi mette quello della Roma??". 

Sulla vicenda giudiziaria, che lo ha visto arrestato nel 2021 e poi prosciolto, Ferrero confessa: "Hanno voluto fermarmi. Ero circondato de ladroni. Non ci credevo, mi è crollato il mondo. Ai miei figli ho detto che era tutto un film. Nella stessa vicenda fu coinvolta anche sua figlia Vanessa, "si è sentito responsabile?" domanda Fagnani: "No, perché non sono responsabile delle cazzate degli altri".  

"Vabbè ma qualche errore come imprenditore lo avrà fatto, no?", incalza Fagnani e Ferrero: "Sbaja chi lavora". Spassoso siparietto quando Fagnani ricorda a Ferrero quando disse a Moratti 'caccia via quer filippino' riferendosi all'allora proprietario dell'Inter, Thohir "che però è indonesiano" osserva la giornalista. "Si è scusato con l'Inter e con la gente delle Filippine alla quale, dice lei, è legato da un rapporto bellissimo. Ma quale?" domanda Fagnani. "Perché ce l'avevo dentro casa un filippino" la battuta di Ferrero. 

"È invidiato?" chiede Fagnani. "Tantissimo. Io la mattina me svejo e canto, la gente invece è invidiosa", la risposta di Ferrero che aggiunge: "Sono ingombrante perché dico quello che penso e la verità fa male". La giornalista ricorda le parole dell'ex allenatore della Sampdoria Marco Giampaolo che lo definì "un rancoroso dio del Vecchio Testamento". "Magari, se ero Dio nun stavo qua" scherza Ferrero che poi aggiunge: "Questa frase l'ha letta da qualche parte perché quello mica ce l'ha tutta sta intelligenza!". 

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