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Una gradinata di Orgosolo si tinge dei colori della Palestina

02 Giugno 2025
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Le autrici del murale sono tutte donne del paese del Nuorese
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Mattoncini Lego celebrano la prima maglia azzurra di Gigi Riva

02 Giugno 2025
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Il busto di Rombo di Tuono esposto a Coverciano dal 27/6 all'8/7
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Minacce social a figlia Meloni, prof autore del post scrive alla premier: "Vorrei chiederle scusa di persona"

02 Giugno 2025
Giorgia Meloni (Fotogramma/Ipa)

(Adnkronos) - “Le chiedo, se possibile, di potermi incontrare per poterglielo dire guardandola negli occhi”. È uno dei passaggi centrali della lettera che il professor Stefano Addeo ha scritto alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, dopo le polemiche scaturite da un post pubblicato – e poi rimosso – sui social, in cui evocava per la figlia della premier la stessa sorte di Martina Carbonaro, la ragazza uccisa ad Afragola dal suo ex fidanzato. 

“Non c’è giustificazione possibile per le parole scritte. Mi assumo ogni responsabilità – scrive Addeo – anche se confesso che mai nelle mie intenzioni vi era l’idea di augurare la morte a una bambina. È stata una frase infelice, inadeguata, inaccettabile, che non mi rappresenta né come uomo né come educatore”. 

Nel testo, di cui è entrato in possesso il quotidiano Roma e che sarà pubblicato integralmente domani, Addeo parla della sua situazione personale, del rapporto con la madre anziana e della sofferenza per quanto accaduto: “So bene che nulla può cancellare il male fatto con quelle parole. Solo la verità, il pentimento e il rispetto possono servire, ora”. Il docente si rivolge direttamente alla premier chiedendo perdono per il gesto “che ha ferito Lei e la sua famiglia, e in particolare Sua figlia, che mai avrebbe dovuto essere tirata in ballo in alcun modo”. 

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Wolff contro Verstappen: "Si è comportato come un tassista a Roma o a Napoli"

02 Giugno 2025
Wolff e Verstappen - Fotogramma/IPA

(Adnkronos) - "Questa è road rage, arrabbiatura da strada. Verstappen si è comportato come alcuni tassisti a Roma o a Napoli, senza regole. Non ho capito cosa volesse fare, ma devo capirlo perché se l'ha fatto per rabbia è inaccettabile". Stanno facendo discutere le affermazioni di Toto Wolff, che ieri aveva parlato così a Sky Sport del comportamento del campione del mondo Max Verstappen verso la fine del Gp di Spagna. Il team principal della Mercedes è stato molto critico nei confronti dell'olandese. Al centro della discussione, il contatto con Russell dopo l'ingresso in pista della safety car.  

Ma cos'è successo durante il Gp di Spagna? Negli ultimi giri del Gran Premio di Catalogna vinto da Oscar Piastri, l'incidente di Kimi Antonelli ha portato all'ingresso della safety car. Un jolly per tanti piloti, tra cui Charles Leclerc (che ha chiuso terzo), che hanno potuto approfittare del ricompattamento del gruppo. "Verstappen è uscito da curva 4 senza accelerare, pensavo avesse un problema alla macchina. George l'ha superato, poi però Max gli ha chiuso la porta di nuovo" ha spiegato Wolff nella sua analisi del contatto, valso tra l'altro 10 secondi di penalizzazione a Verstappen. 

Il contatto in pista è stato commentato così da George Russell: "L’ha fatto sicuramente apposta, l’ho visto spesso nei videogiochi ma vi confesso che è la prima volta che succede in Formula 1. Magari in Formula E. Un vero peccato per i ragazzi che sognano di fare i piloti e vedono certe cose, è inaccettabile. Siamo fortunati che le vetture di oggi siano così sicure, ma non è scontato". Per la cronaca, Verstappen era stato protagonista in precedenza di un altro contatto con Leclerc, poco prima del sorpasso valso il podio al ferrarista. Una situazione finita sotto investigazione nel dopo gara, senza però conseguenze per il monegasco.  

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Milano, accoltellato dall'ex e dal figlio della compagna: 35enne in pericolo di vita

02 Giugno 2025
Auto dei carabinieri (Fotogramma)

(Adnkronos) - Un 35enne di origine ecuadoriana lotta tra la vita e la morte all’ospedale Humanitas di Rozzano, alle porte di Milano. Ieri, domenica 1 giugno, l’uomo è stato accoltellato dopo una lite dall’ex e dal figlio della sua attuale compagna, una donna peruviana di 43 anni. È successo in via Curiel, a Corsico, poco prima delle 22. L’uomo è stato colpito da due fendenti al torace e si è subito accasciato a terra, mentre gli aggressori - un peruviano di 39 anni e il figlio 19enne della donna - hanno cercato di scappare. Poco dopo, a fermarli sono stati i carabinieri della compagnia di Corsico, che hanno allertato i soccorsi. I due sono stati portati al carcere di San Vittore. L’uomo aggredito è stato portato in ospedale in codice rosso ed è stato subito ricoverato. Al momento è in pericolo di vita. 

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Lite tra 2 corrieri durante consegna, separati dai carabinieri

02 Giugno 2025
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E' accaduto in via Satta a Cagliari
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Rissa in centro a Cagliari, gambiano ferito all'addome

02 Giugno 2025

Ambulanza - RIPRODUZIONE RISERVATA

Fermato un tunisino di 20 anni per tentato omicidio

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Rissa tra due gruppi di giovani del Gambia e nordafricani ieri notte in via Sassari, in pieno centro a Cagliari.

Un ragazzo gambiano di 29 anno è stato colpito all'addome con alcuni colpi inferti con il collo scheggiato di una bottiglia.

L'aggressore, un ventenne di origine tunisina senza fissa dimora, si è dato alla fuga a piedi nelle vie limitrofe. Grazie a una battuta di ricerche il sospettato è stato rintracciato pochi minuti dopo in piazza del Carmine e condotto al Comando provinciale. La vittima è stata soccorsa dal personale del 118 e trasportata in codice rosso all'ospedale "Santissima Trinità": le sue condizioni sono serie ma non sarebbe in pericolo di vita. Il residuo di bottiglia utilizzato per l'aggressione è stato recuperato e sottoposto a sequestro. Al termine degli accertamenti l'indagato è stato dichiarato in stato di fermo per tentato omicidio e trasferito alla casa circondariale "Ettore Scalas" di Uta, a disposizione della Procura della Repubblica di Cagliari, che coordina le indagini. Le indagini proseguono per acquisire ulteriori testimonianze, analizzare le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona e accertare eventuali responsabilità di altri partecipanti alla lite.

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Attacco Ucraina, per la Russia una Pearl Harbour nel momento in cui la guerra cambia

02 Giugno 2025
Attacco Ucraina, per la Russia una Pearl Harbour nel momento in cui la guerra cambia

(Adnkronos) - Si può parlare di una 'Pearl Harbour' per la Russia, come stanno facendo i blogger pro guerra di quel Paese. Non è ancora confermato il numero degli aerei strategici distrutti dall’attacco coordinato dei droni ucraini contro quattro o cinque basi militari anche a migliaia di chilometri dal fronte, ma è chiaro che pur se fossero solo dieci, e potrebbero essere fra 30 e 40 - secondo fonti ucraine sarebbero stati colpiti 41 aerei, il Wall Street Journal precisa che sono 41 gli aerei colpiti e dieci quelli completamente distrutti - è stata una operazione di dimensioni enormi per le implicazioni che avrà sull’andamento del conflitto e anche per gli equilibri strategici, proprio come l’attacco giapponese contro la base americana nelle Hawaii nel 1941.  

L’attacco è avvenuto nel momento in cui la guerra si sta trasformando. E rischia di innescare una risposta nucleare di Mosca, che nella sua nuova dottrina, ma in modo più implicito anche nelle precedenti, prevede il primo colpo in risposta a un attacco convenzionale che crei una minaccia critica alla sovranità e all’integrità territoriale, anche da parte di un Paese non nucleare sostenuto da Paesi che lo sono. Fra l’altro è questa la risposta che alcuni esponenti della ‘comunità Z’, coro di questa guerra su Telegram, hanno iniziato a chiedere da ieri. “Non è solo un pretesto, ma una ragione per lanciare attacchi nucleari contro l’Ucraina”, ha scritto l’autore di una di queste bacheche.  

Da alcuni mesi il conflitto in Ucraina “ha cambiato il suo centro di gravità”, spiega uno degli analisti militari contattati dall’Adnkronos: non è più guerra di contatto, l’invio a Kiev di munizioni o carri armati non è più la priorità. E il Cancelliere tedesco Friedrich Merz nei giorni scorsi ha reso noto il sollevamento dei limiti alla gittata dei missili forniti dagli alleati. 

Con l’esaurirsi dei carri armati russi da riparare, ancora nei depositi dall’epoca della guerra fredda, previsto fra settembre e fine anno, e una capacità di produzione di nuovi carri ancora limitata - 80 l’anno, lo stesso numero di quelli distrutti al fronte lo scorso maggio - gli obiettivi saranno le retrovie. In una guerra di profondità. 

Ha iniziato la Russia a cambiare le modalità e l’Ucraina ha risposto. Mosca con attacchi ‘contro valore’, vale a dire città e infrastrutture. Ieri con 472 droni, il più vasto attacco con droni dal 2022, contro Kharkiv e Zaporizhzhia, tre missili balistici e quattro missili cruise. Kiev con attacchi ‘contro forza', con obiettivi associati alla guerra. "Non puoi conquistare un Paese a piedi”. Senza carri armati, fai altro.  

L’attacco contro le basi con aerei strategici si è svolto fra l’altro alla vigilia del nuovo round di negoziati fra Russia e Ucraina a Istanbul i cui equilibri inevitabilmente ridefinisce. “Il messaggio è politico militare e strategico”. E dice a Mosca “non puoi fare quello che vuoi”. In questo senso, non è vero che la Russia vuole perdere tempo. L’Ucraina non è costretta ad accettare una tregua qualunque.  

Cambiano anche gli equilibri in Europa e per il futuro. “Mosca non può minacciare i Baltici, la Polonia, se non ha carri armati. Su cosa potrà contare nel 2030? Se l’Ucraina rimane in piedi, se i russi rimarranno senza carri armati, e proprio nel momento del disimpegno convenzionale degli Stati Uniti in Europa, la situazione inevitabilmente cambia. E se ieri sono stati attaccate le basi degli aerei strategici, un domani potranno esserlo quelle delle Flotte o i porti commerciali. “Lo hanno fatto una volta lo possono rifare”, l’inevitabile conclusione.  

Nel momento in cui avviene la trasformazione della guerra in Ucraina, Kiev dimostra di saper operare nella nuova fase, di riuscire ad arrivare a una enorme profondità con un attacco pianificato “da un anno, sei mesi e nove giorni”, come ha reso noto Volodymir Zelensky, congratulandosi con Vasyl Malyuk, il direttore dell’Sbu che lo ha organizzato sotto la supervisione del Presidente. Di essere in grado di colpire obiettivi nemici di grande portata, come lo sono gli aerei strategici (i Tu-95MS ampiamente usati nella guerra contro l’Ucraina e i T22M3) da diverse decine di milioni di dollari di valore e non sostituibili (l’unica produzione riavviata da poco è quella degli aerei da ricognizione A-50, fra gli obiettivi dell’attacco di ieri).  

In previsione di negoziati sulla riduzione delle armi strategiche fra Russia e Stati Uniti, la perdita di mezzi a disposizione di Mosca- la cui portata sarà confermata nei prossimi giorni dalle immagini satellitari - lascia i russi in svantaggio. Se fosse vero che gli aerei distrutti sono 30-40, la forza russa sarebbe dimezzata, “un elemento di debolezza drammatico al tavolo di un negoziato”.  

Al momento non esiste una protezione per attacchi di droni, 117 quelli ucraini usati ieri, contro gli aerei strategici, Sono troppo grandi per essere nascosti negli hangar, i droni troppo piccoli per essere tracciati. Una ventina di giorni fa, è stato segnalato su fonti aperte, lo spostamento massiccio di diverse decine di questi aerei dalle loro basi in Siberia alla Penisola di Kola, un trasferimento inusuale usualmente associato all’impiego di questi aerei per un attacco.  

Sono forse trapelate informazioni che sono state tuttavia male interpretate, un altro elemento che rende il fallimento dell’intelligence russa macroscopico. La trasformazione in atto spiega anche la vera natura degli interventi previsti dai Paesi ‘volenterosi’ “bene informati sulla nuova natura del conflitto”: “nessuno parla dell’invio di soldati stranieri nelle trincee, ma nelle città”. “L’escalation da parte russa è una ipotesi seria. Dal momento che Mosca si trova a corto di mezzi convenzionali deve dimostrare di avere qualcosa in mano”, si denuncia.  

Secondo Kiev, sono stati distrutti ieri nell’operazione “Pavutyna” (ragnatela) il 34% dei lanciatori di missili cruise strategici russi. Mosca ha per il momento confermato l’attacco contro cinque basi - Belaya, nella regione di Irkutsk, nel sud est della Siberia, a 5.500 chilometri dal confine con l’Ucraina, un sito nella regione dell’Amur, nel nord della Siberia, Olenya, nella Penisola di Kola, vicino a Murmansk, Dyagilevo, 200 chilometri a sud est di Mosca, nella regione di Ryazan, e Ivanovo, 300 chilometri a nord est della capitale - e l’incendio di diversi aerei solo in due siti. Fonti russe hanno spiegato che i droni sono stati lanciati da camion parcheggiati vicino alle basi. L’ascoltatissimo blogger russo pro Rybar cita la distruzione di 8 Tu-95M, 4 Tu22 e un An-12, una “tragica perdita”, anche se non delle dimensioni rivendicate da Kiev, che attribuisce a “negligenza criminale” da parte delle autorità russe.  

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Turismo, in Alabama viaggio sul cammino dei diritti civili nell'anno di un doppio giubileo

02 Giugno 2025
Turismo, in Alabama viaggio sul cammino dei diritti civili nell

(Adnkronos) - Un viaggio dell’anima per conoscere i luoghi che, negli Stati Uniti, hanno fatto la storia dei diritti civili. Per non dimenticare quel capitolo buio - mai abbastanza raccontato nei testi delle scuole europee - che è stato la schiavitù e la segregazione degli afro-americani e la lunga lotta per il riscatto e la conquista di pari opportunità. Un tema tuttora scomodo e che ancora oggi segna i volti di tanti cittadini di colore che hanno un posto nella società ma che portano dentro la memoria dei loro avi e di chi ha permesso di conquistarlo. Per ripercorrerlo, e promuovere un turismo della consapevolezza, è nato il Civil Rights trail, un cammino trasversale a diversi Stati americani ma che ha il suo cuore in Alabama, nel ‘profondo’ Sud, lì dove negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso si sono svolti avvenimenti destinati a cambiare il corso della storia. E che proprio in questo 2025 celebrano importanti anniversari.  

Esattamente 70 anni fa, il 1° dicembre 1955, Rosa Parks, una sarta impiegata nell’azienda tessile di Montgomery, l’attuale capitale dell’Alabama, si rifiutò di cedere il posto in autobus a un bianco, come dettava la ‘prassi’. Un gesto che le valse l’arresto ma che avrebbe portato, il 13 novembre 1956, alla storica sentenza della Corte Suprema che dichiarò incostituzionale la segregazione razziale nei mezzi pubblici, dopo aver scatenato un altro evento simbolo: il boicottaggio degli autobus di Montgomery che durò 381 giorni. A guidarlo un pastore di colore della chiesa battista arrivato da Atlanta, la capitale della vicina Georgia, altro luogo di ‘pellegrinaggio’ lungo il cammino dei diritti civili: Martin Luther King jr, diventato poi un leader internazionalmente conosciuto nella difesa degli afro-americani.  

Fu sempre lui, dieci anni dopo, nel marzo 1965, a guidare i manifestanti partiti dalla cittadina di Selma che pacificamente chiedevano il diritto di voto. Ci vollero tre tentativi, e quella violenta repressione che passò alla storia come ‘Bloody Sunday’, per permettere a 25mila persone di percorrere 85 chilometri a piedi e raggiungere Montgomery, dopo aver attraversato un altro luogo diventato iconico, l’Edmund Pettus Bridge. Per ricordare la marcia, che culminò con la firma del Voting Rights Act da parte del presidente Lyndon Johnson, il 6 agosto 1965, in questo 60° anniversario si è svolto il Bridge Crossing Jubilee. 

In questo doppio ‘Giubileo’ dei diritti civili, il tragitto compiuto dagli attivisti si può percorrere in auto, da turisti, facendo tappa nei centri interpretativi e nei siti storici e simbolici (per tutte le informazioni si può consultare il sito web dell’Alabama Tourism Department https://alabama.travel). Tra i luoghi significativi di Selma, si possono visitare la Brown Chapel African Methodist Episcopal Church, dove i manifestanti si riunirono prima della marcia della ‘Bloody Sunday’, e ascoltare testimonianze dirette da guide volontarie presso il National Voting Rights Museum and Institute. 

Una volta giunti a Montgomery, un buon punto di partenza per visitare la città sulle tracce della storia è proprio quello dell’arrivo della famosa marcia, dove King pronunciò il celebre discorso ‘How Long, Not Long’: la piazza antistante il Campidoglio dello Stato dell'Alabama. Un imponente edificio bianco in stile neoclassico costruito - dopo una prima versione andata a fuoco - nel 1851 all’indomani della proclamazione di Montgomery capitale dell’Alabama, sul modello del ben più famoso ‘cugino’ di Washington. Da qui è passato l’altro volto della storia americana ‘sudista’, quello della Guerra civile, che si è consumata tra il 1861 e il 1865, che si intreccia a doppio filo al percorso dei diritti civili. A pochi passi, la ‘Casa Bianca’ del Sud, infatti, fu sede della Confederazione degli Stati che diede vita alla sfortunata secessione, con la residenza dell’allora presidente Jefferson Davis. 

Oggi il Capitol Hill di Montgomery è sede delle istituzioni locali e in parte è visitabile, per ammirare, oltre alle stanze del governatore, il ciclo di murales degli anni Venti che ricoprono la cupola e la doppia scala in legno all’ingresso fabbricata da uno schiavo liberato. Domina da una collina, ‘Goat Hill’, la Dexter Avenue, una delle principali vie della città lungo la quale si trovano luoghi simbolo della sua storia. A cominciare dalla King Memorial Baptist Church, risalente al 1883, a mattoncini rossi, iscritta come gli altri due monumenti istituzionali nel registro dei National Historic Landmarks e in attesa di riconoscimento nel Patrimonio Unesco. Oggi è intitolata a Martin Luther King jr. ed è l’unica chiesa di cui è stato pastore: qui si può vedere il pulpito da cui diffondeva il suo messaggio di speranza e sempre qui si tenne la riunione per lanciare il boicottaggio degli autobus, che di fatto segnò la nascita del Movimento per i diritti civili. Visitabile anche il Dexter Parsonage Museum, nella casa dove King è vissuto con la sua famiglia dal 1954 al 1960, restaurata e recuperata come numerose altre costruzioni che fanno parte della ‘Old town’.  

Tra gli scorci più fotografati di Dexter Avenue, con Capitol Hill sullo sfondo, sicuramente è Court Square Fountain, piazza con al centro una fontana di ferro costruita nel 1885 nel luogo dove un tempo si tenevano le aste degli schiavi. E proprio all’angolo una targa indica la fermata dove Rosa Parks attese il bus e per ricordarla c’è una statua ad altezza uomo. L’edificio dove lavorava, a pochi passi, oggi è un esempio di riqualificazione architettonica: ospita il Prevail Union Craft Coffee, un coffee shop molto attento alla sostenibilità (nel dehors un murales che ritrae Rosa Parks), oltre a laboratori artigianali e gallerie d’arte, ma anche la testimonianza di quando l’ingresso per i bianchi era separato da quello per i neri.  

Non sono pochi in città gli esempi di riuso post-industriale, come il Freedom Rides Museum, situato nell'ex Greyhound Bus Station, dove i segregazionisti attaccarono i manifestanti per i diritti civili che protestavano pacificamente contro la separazione dei posti nei trasporti pubblici. Un autobus restaurato degli anni Cinquanta è esposto nel Rosa Parks Museum, dove si può vedere anche il documento con le impronte digitali dell’eroina al momento del suo arresto. Il Museo, per volere della stessa Rosa Parks, è completato da una biblioteca aperta ai giovani ed è gestito dalla Troy University.  

A Montgomery si trova, poi, il primo importante memoriale negli Stati Uniti costruito per onorare il Movimento per i diritti civili. Un monumento dell’artista Maya Lin, la stessa che ha creato il memoriale dedicato ai veterani del Vietnam a Washington, inaugurato nel 1989, che è un tributo ai caduti per la giustizia, in particolare le vittime dei linciaggi: 24 nomi scolpiti su una parete in granito dove scorre l’acqua, a formare una sorta di fontana che delimita anche l’ingresso al Peace and Justice Memorial Center, dove i visitatori possono approfondire la storia della diseguaglianza razziale negli Stati Uniti. Il centro fa capo alla Eji-Equal Justice Initiative, un’organizzazione no proft basata a Montgomery che si occupa di tramandare l’eredità lasciata dal Movimento ma anche di difendere i diritti civili ancora ai giorni nostri.  

La Eji ha promosso un altro, più recente memoriale, The National Memorial for peace and Justice, sorto nel 2018 in un ampio spazio all’aperto, concepito come un luogo sacro di memoria: a onorare quanti morirono per difendere i loro diritti contro il terrore razziale, una struttura imponente con i nomi di oltre 4mila vittime di linciaggio scolpiti su colonne appese dall’alto che rappresentano ciascuna una diversa contea degli Stati Uniti in cui gli orrori hanno avuto luogo. Una collina del ricordo, del silenzio e della meditazione, che si trova poco distante da Downtown ed è raggiungibile con lo shuttle gratuito che parte dal Legacy Museum, riaperto nell’attuale location nel 2021. Una vasta ed esaustiva ricostruzione, che accoglie 35mila visitatori al mese, con documenti e pannelli interattivi, per ripercorrere i secoli della schiavitù, dalla deportazione dei neri dall’Africa iniziata nel 1619 fino all’abolizione del traffico nel 1800 e alla Guerra Civile, per raccontare una storia che è proseguita nonostante i divieti costituzionali, tanto da portare al Movimento per i diritti civili negli anni Cinquanta e Sessanta; una narrazione che arriva ai giorni nostri, a sottolineare come quella dell’integrazione sia una vicenda tutt’altro che superata. Tra i documenti più toccanti di questa visita immersiva che invita alla riflessione, gli annunci con cui venivano offerti in vendita all’asta gli schiavi.  

L’ultima, in ordine di tempo, delle location entrate a far parte dei ‘Legacy Sites’ di Montgomery è il Freedom Sculpture Park, aperto lo scorso anno. In un parco affacciato sul fiume, antica via di comunicazione, e a ridosso della ferrovia che trasportava, oltre alle merci, anche gli schiavi, c’è una raccolta di sculture dedicate ai neri ma anche ai nativi americani. Alla fine del percorso su un grande muro sono impressi i nomi di 4 milioni di schiavi, censiti nel 1870. Completa il tour un visitor center dove si può assistere a un video che racconta l’altra sponda della schiavitù, quella africana, e ricostruire alberi genealogici grazie a tavole interattive. 

Ad annunciare una novità attesa entro l’anno è Ron Simmons, Ceo di Experience Montgomery (https://experiencemontgomeryal.org), la divisione della Camera di commercio che promuove il turismo: “Nell’ambito delle iniziative di Eji, a ottobre aprirà un albergo vicino al Legacy Museum e sarà concepito come una prosecuzione della visita, con nuove sculture esposte e un corridoio in vetro sopraelevato che sarà il punto di osservazione più alto, e un ristorante che proporrà piatti della cucina afro-americana. Crediamo molto nel potenziale turistico del Civil Rights Trail, che solo qualche anno fa era impensabile. A marzo, quando abbiamo celebrato il Jubilee, alla presenza di personalità ed ex presidenti Usa, gli hotel erano tutti pieni”. 

Il Civil Rights Trail, dopo Montgomery, porta dritto a Birmingham, che per dimensioni è la più grande città dell’Alabama. Cresciuta nel 1800 grazie allo sviluppo delle estrazioni minerarie e dell’industria pesante, Birmingham ha conosciuto una forte immigrazione e nelle sue fabbriche, accanto agli afro-americani, era impiegata e sfruttata anche manodopera europea. Ancora oggi il suo volto post-industriale domina lo skyline e sono ben presenti le tracce di comunità straniere. Un tessuto socio-economico dove la segregazione era imposta dalla legge, dalle consuetudini e dalle violenze, e che ha costituito terreno fertile per rafforzare il Movimento per i diritti civili. Lo stesso Martin Luther King fu chiamato a Birmingham, dove gli eventi facevano correre in avanti la storia: è qui che, arrestato durante una marcia non violenta, scrisse la famosa ‘Lettera dalla prigione di Birmingham’, considerata uno dei documenti più rilevanti del Movimento per i diritti civili. I luoghi simbolo degli eventi che scandirono il Movimento sono raccolti nel Civil Rights District (tutte le informazioni si possono trovare sul sito web www.inbirmingham.com). Il cuore è rappresentato dalla 16th Street Baptist Church, nata nel 1873 come la prima chiesa ‘nera’ di Birmingham e unico luogo di fatto dove gli afro-americani potevano incontrarsi.  

Oggi l’imponente edificio a mattoncini rossi è un monumento nazionale e visitandolo si può apprendere la storia di eventi che hanno fatto balzare la città alle cronache internazionali segnando il destino del travagliato percorso dei diritti civili, come la bomba piazzata nel 1963 dal Ku Klux Clan, temuta organizzazione segreta terroristica di stampo razzista, che uccise quattro ragazzine. A loro è dedicata la scultura all’ingresso del Kelly Ingram Park, il parco storico che occupa la piazza che fu teatro di dimostrazioni e di violente repressioni, come racconta Barry McNealy, storico del Birmingham Civil Rights Institute e guida turistica: “Ogni angolo di questo luogo offre uno storytelling; parla di marce di bambini resilienti, di violenze ad opera delle forze dell’ordine che usavano potenti getti d’acqua e cani contro i manifestanti. Le sculture e i mattoni del pavimento stanno qui a ricordarlo”.  

Di fronte, la visita del Birmingham Civil Rights Institute offre una ricostruzione delle condizioni di vita degli afro-americani, ricreando ambienti e contesti urbani. C’è anche la porta originale della cella in cui fu imprigionato Martin Luther King e una serie di documenti audio e video, fra cui il suo famoso discorso in occasione della marcia su Washington in cui pronunciò la frase diventata simbolo ‘I have a dream’, con cui esprimeva il sogno di una società con pari diritti per bianchi e neri. Quella che fu definita la ‘campagna di Birmingham’ impresse un’accelerazione al Movimento per i diritti civili che portò nel 1964 all’emanazione del Civil Rights Act, che vietò la segregazione razziale. 

Il viaggio emozionale lungo la strada e la storia dei diritti civili può concludersi spingendosi fuori dai confini dell’Alabama per una tappa ad Atlanta, la città che ha dato i natali a Martin Luther King, nel 1929, e dove le sue spoglie sono tornate dopo l’assassinio a Memphis nel 1968. 

Ad Atlanta si trova la casa dove la famiglia abitò dal 1926 al 1941, in Auburn Avenue, una delle tante in stile vittoriano che popolano interi viali della città. Ma anche la Ebenezer Baptist Church, la chiesa dove prestava servizio il padre, che aveva lo stesso nome, e dove Martin Luther King fu battezzato. All’interno, se si ha la fortuna di trovarla aperta, si possono ascoltare registrazioni dei suoi sermoni. Sulla stessa via si trova il monumento funebre in marmo, in un luogo fortemente evocativo, al centro di una fontana che simboleggia un fiume che scorre con accanto una fiamma perenne. Adiacente è la Freedom Hall che ospita eventi e mostre. L’intero distretto rappresenta il Martin Luther King National Historical Park, che comprende anche un Visitor Center e un’altra chiesa (per informazioni si può visitare il sito https://discoveratlanta.com).  

A raccontare l’eredità del Movimento per i diritti civili, in Downtown ad Atlanta, è poi il National Center for Civil and Human Rights, attualmente in ristrutturazione. E un fil rouge lega questa eredità all’impegno personale e politico di Jimmy Carter, 39º Presidente degli Stati Uniti d’America, dal 1977 al 1981, georgiano, scomparso solo qualche mese fa a 100 anni. Un impegno, che gli valse anche il Premio Nobel per la pace, raccontato e testimoniato nella Jimmy Carter Presidential Library and Museum che si può visitare immersi nella quiete di un parco di Atlanta. Un altro luogo della memoria e un must per il turista che voglia ripercorrere la storia e le emozioni del Movimento per i diritti civili. Magari facendo una sosta durante lo scalo all’aeroporto di Atlanta che, grazie ai numerosi voli diretti con l’Italia, è anche la porta d’ingresso per l’Alabama. 

 

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Lazio, ufficiale la chiusura del rapporto con Baroni: "Grazie mister"

02 Giugno 2025
Marco Baroni - Fotogramma/IPA

(Adnkronos) - "La S.S. Lazio ringrazia Marco Baroni per la professionalità e l’impegno dimostrati alla guida della prima squadra. La società augura al tecnico le migliori fortune professionali. Grazie Mister". Con questa nota, la Lazio ha comunicato sul proprio sito web la fine del rapporto con il tecnico Marco Baroni. In mattinata, il direttore sportivo biancoceleste Angelo Fabiani aveva anticipato in esclusiva all'Adnkronos che Maurizio Sarri sarà il nuovo allenatore del club capitolino. 

 

La Lazio ha ringraziato Baroni per la stagione appena conclusa anche con un video sui social. 

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I tesori archeologici di Mont'e Prama protagonisti in Lombardia

02 Giugno 2025

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Conferenze organizzate con i circoli dei sardi a Lecco e Pavia

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La Fondazione Mont'e Prama fa tappa a Lecco e Pavia per raccontare l'unicità del patrimonio archeologico del Sinis, tra storie di Giganti e testimonianze archeologiche del territorio.

Le conferenze, ospitate rispettivamente dal Circolo Culturale Sardo Amsicora di Lecco e dal Circolo Logudoro di Pavia, si sono svolte in due prestigiose sedi: il Palazzo delle Paure di Lecco e il Castello Visconteo di Pavia.
    Al centro degli incontri, la presentazione di "Giganti prima dei Giganti", a cura del responsabile dell'area scientifica della Fondazione, Giorgio Murru, accompagnato dalle suggestive foto di Nicola Castangia.

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2 giugno: Todde, 'Statuto è figlio della stagione costituente'

02 Giugno 2025

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'La Repubblica nasce come frutto di coraggio, lotta e speranza'

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Celebrare il 2 giugno è avere consapevolezza della scelta che ha cambiato il destino del nostro Paese".
    Lo scrive su Fb la presidente della Regione Alessandra Todde che oggi ha partecipato alla cerimonia per la Festa della Repubblica organizzata dalla Prefettura di Cagliari al Teatro Lirico.
    "Nel mio intervento ho ricordato che la Repubblica nasce come frutto di coraggio, di lotta, di speranza.
    Il 2 giugno del 1946, per la prima volta, votarono anche le donne.

Quasi tredici milioni.

Donne che avevano curato, combattuto, salvato. Donne come Lina Merlin, confinata in Sardegna dal fascismo, come Nadia Gallico Spano, non era sarda di origine, ma lo fu per appartenenza e impegno. Donne come Nilde Iotti, Teresa Mattei, Maria Federici - aggiunge - Nel mio discorso ho sottolineato che la Costituzione non è un testo da celebrare ogni tanto, ma una promessa da realizzare ogni giorno.
    Perché la libertà, come scriveva Calamandrei, è come l'aria: ci accorgiamo di quanto vale solo quando comincia a mancare. Ed è nostro compito, oggi più che mai, scegliere da che parte stare: dalla parte dei diritti, dei più fragili, della pace, della libertà".

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Un parco accessibile a chi ha mobilità ridotta o deficit visivi

02 Giugno 2025

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Nel sentiero nel centro Sardegna anche una carrozzina elettrica

(di Luca Urgu) Il primo sentiero della Sardegna totalmente accessibile alle persone con mobilità ridotta e ipovedenti compie il suo primo anno di attività.

E' stato realizzato nel parco Seleni, a Lanusei, in Ogliastra: un polmone verde sempre molto frequentato durante l'anno ma che ha il picco di visitatori durante la primavera e l'estate.
    Il percorso ad anello nel bosco di lecci ad alto fusto, che garantiscono sempre una temperatura piacevole anche nelle giornate calde d'estate, è di poco più di un chilometro e consente di procedere in sicurezza, anche in carrozzina e o per le persone con un deficit visivo.

La vera rivoluzione è stata ribattezzata Àndala Segura per far subito tranquillizzare i visitatori che ci si trova in un luogo "sicuro", appunto. È infatti un sentiero per tutti perché progettato utilizzando i criteri del 'design for all' ispirato a concetti come l'inclusione sociale e l'uguaglianza attraverso una serie di servizi realmente fruibili dall'utenza. Si va dai parcheggi e bagni accessibili, al percorso su fondo naturale compattato e lavorato per supportare la fruizione autonoma e assistita in carrozzina; inoltre il tragitto è costeggiato da pali cordati che servono da corrimano e - in alcuni tratti - da pali batti-bastone per la fruizione autonoma delle persone con deficit visivo. Completano il progetto i supporti tattili (braille, cartelli con le tracce e icone-pittogrammi tattili in rilievo) e tag NFC per la lettura assistita con dispositivi portatili. Inoltre c'è a disposizione una carrozzina a trazione elettrica con allestimento off-road. Per noleggiarla basta contattare i ragazzi della cooperativa La Nuova Luna che gestisce il parco archeologico e il supporto viene messo a disposizione.
    Soddisfatto del progetto e della sua evoluzione in questi primi dodici mesi il sindaco di Lanusei Davide Burchi. "Abbiamo la fortuna di essere nati ereditando la bellezza, quella ambientale e culturale, la bellezza del poter vivere bene con poco. Abbiamo però ovviamente la responsabilità di cercare di migliorare e di rendere fruibile per tutto questo patrimonio", ha detto il primo cittadino. "Quindi realizzare questo sentiero, che è già per noi un luogo di grandissimo pregio, è certamente un punto d'arrivo ma anche di partenza perché cercheremo di sviluppare ancora meglio i servizi e le potenzialità dell'area".

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Tumore alla prostata, dall'Asco novità nelle terapie dei casi più gravi

02 Giugno 2025
Tumore alla prostata, dall

(Adnkronos) - Il tumore della prostata, cancro diagnosticato di recente anche all'ex presidente degli Stati Uniti Joe Biden, è la forma più frequente di neoplasia tra gli over50. In Italia colpisce un uomo su 8. Nel solo 2024, nel nostro Paese, sono stati stimati 40.192 nuovi casi, secondo i dati di Aiom e Airtum, raccolti nel volume 'I Numeri del cancro in Italia 2024' che evidenziano anche la costante crescita della sopravvivenza dei pazienti italiani, attestata al 91% a 5 anni dalla diagnosi. Come tutti i pazienti oncologici anche chi convive con un cancro alla prostata aspira a vivere più a lungo e meglio, avere a disposizione farmaci che rallentino la progressione della malattia o, addirittura, la fermino.  

E per pazienti con tumore alla prostata metastatico sensibile alla castrazione arrivano buone notizie da Chicago, dove è in corso il congresso dell’American Society of Clinical Oncology (Asco): l’aggiunta di darolutamide alla terapia di deprivazione androgenica porta a un miglioramento clinicamente significativo della qualità di vita correlata alla salute. Il che significa, in parole semplici, che il dolore oncologico appare più tardi, così come i sintomi urinari, che i pazienti riportano uno stato di benessere generale, sociale e funzionale più prolungato rispetto a coloro che non aggiungono questa molecola alla terapia. 

All’Asco sono stati presentati i risultati di studi scientifici che valutano il miglioramento della qualità di vita grazie a darolutamide e che hanno analizzato anche l’efficacia di combinazioni terapeutica a base di radio-223 dicloruro nei pazienti con metastasi alle ossa. I risultati della nuova analisi post-hoc dello studio di Fase 3 Aranote dimostrano un miglioramento clinicamente significativo della qualità di vita correlata alla salute (HrQol) ed è stata posticipata la progressione del dolore nei pazienti con carcinoma della prostata metastatico sensibile alla castrazione (mCspc) trattati con darolutamide più terapia di deprivazione androgenica (Adt) rispetto a quelli trattati con placebo più Adt. Darolutamide ha prolungato il tempo al deterioramento nel punteggio complessivo del Functional assessment of cancer therapy-prostate (Fact-p), endpoint esplorativo predefinito che rappresenta la misura del benessere generale, di 5 mesi rispetto a placebo, con una mediana di 16 mesi rispetto a 11 mesi.  

"I risultati dello studio Aranote evidenziano chiaramente un ulteriore ruolo positivo di darolutamide - sottolinea Orazio Caffo, direttore Oncologia all' Ospedale Santa Chiara di Trento -. Oltre a estendere la sopravvivenza libera da progressione determina ritardi clinicamente significativi nel deterioramento della qualità della vita, rispetto alla sola terapia ormonale. Il tumore della prostata può, infatti, determinare ripercussioni importanti sulla quotidianità. E’ fondamentale la disponibilità di nuovi trattamenti in grado di preservare il benessere del paziente a 360 gradi e di ritardare la progressione del dolore". 

Sempre all’Asco di Chicago sono stati presentati i dati di due studi clinici per la valutazione di radio-223 dicloruro nei pazienti con carcinoma della prostata metastatico resistente alla castrazione con metastasi ossee. Si tratta del primo e unico radiofarmaco alfa-emittente approvato per il trattamento di questo tipo di pazienti. I risultati mostrano che l’aggiunta di radio-223 a enzalutamide, un inibitore della via del recettore degli androgeni (Arpi), provoca un’azione positiva su alcuni parametri che sono la spia dell’attività del tumore. La combinazione peraltro aveva già dimostrato la sua efficacia nell’aumentare la sopravvivenza libera da progressione radiologica, con una riduzione del 31% del rischio di progressione o di morte rispetto alla somministrazione del solo enzalutamide. 

"La nuova analisi dallo studio Peace III fornisce ulteriori informazioni utili sui benefici derivati dalla combinazione terapeutica - afferma Ugo De Giorgi, direttore dell’Oncologia Universitaria Ospedale Vito Fazzi di Lecce -. Siamo incoraggiati da questi risultati con la terapia di combinazione con il radio-223 dicloruro che ha dimostrato miglioramenti nella risposta sia a Psa che ad Alp, oltre ai miglioramenti nella sopravvivenza già noti. Si sta quindi affacciando nella nostra pratica clinica un’ulteriore possibile opzione di cura per quei pazienti colpiti da tumore prostatico metastatico resistente alla castrazione, inclusi quei pazienti che necessitano di una più decisa risposta clinica, che talvolta la sola terapia ormonale non è in grado di dare". 

"Tutti questi risultati riflettono il nostro costante impegno nel ridefinire le cure del carcinoma della prostata e nel migliorare i risultati dei pazienti nelle varie fasi della malattia. Ci concentriamo sulle terapie innovative - dichiara Christine Roth, Vicepresidente Esecutivo, Global Product Strategy and Commercialization e membro del Pharmaceuticals Leadership Team di Bayer - che rispondono a tutte le esigenze dei pazienti oncologici e intendiamo migliorare la loro esperienza terapeutica complessiva".  

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Lazio, i campioni d'Italia del '74: "Sarri? Non poteva esserci scelta migliore"

02 Giugno 2025
Maurizio Sarri - Fotogramma/IPA

(Adnkronos) - Maurizio Sarri è il nuovo allenatore della Lazio. Lo ha annunciato il direttore sportivo dei biancocelesti Angelo Fabiani, in esclusiva all'Adnkronos. Per i capitolini si tratta di un grande ritorno, commentato così da alcune storiche bandiere del club.  

"Sappiamo chi è e penso che la società abbia fatto bene, per come la vedo io non poteva esserci scelta migliore" ha spiegato all'Adnkronos Giancarlo Oddi, campione d’Italia con la Lazio nel 1974. "Siamo andati a cercarlo - ha aggiunto l'ex difensore - e c'è un'idea. Come allenatore non gli si può dire niente, conosce l’ambiente e questa è una cosa importante per un tecnico. Se ha accettato di tornare a Roma vuol dire che crede fermamente nel progetto". 

Renzo Garlaschelli, ex attaccante e anche lui campione d'Italia con la Lazio nel '74, ha invece detto: "Non me l’aspettavo, sono sincero. Ora speriamo che cominci un nuovo ciclo per la squadra. Di sicuro non si discute, è un ottimo allenatore. Non vorrei però più sentire le lamentele dell’ultima volta, relative alle troppe partite. In una squadra come la Lazio è normale giocare spesso. Il prossimo anno avrà solo il campionato, staremo a vedere. È la condizione ideale per lui". 

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Tumori al seno, anticorpo coniugato in prima linea rallenta la malattia

02 Giugno 2025
 - (FOTOGRAMMA)

(Adnkronos) - Cala del 44% il rischio che il tumore del seno metastatico Her2 positivo progredisca grazie all’anticorpo farmaco-coniugato in prima linea trastuzumab deruxtecan in associazione a pertuzumab. E’ quanto emerge da uno degli studi più rilevanti presentati oggi nella sessione orale late-breaking dell’edizione 2025 del Congresso dell’American Society of Clinical Oncology (Asco). I risultati positivi dello studio di Fase3 Destiny-Breast09 evidenziano che trastuzumab deruxtecan in associazione a pertuzumab ha dimostrato un miglioramento statisticamente significativo e clinicamente rilevante della sopravvivenza libera da progressione (Pfs) rispetto a taxano, trastuzumab e pertuzumab (Thp) come trattamento di prima linea dei pazienti con tumore del seno metastatico Her2 positivo.  

Trastuzumab deruxtecan è un anticorpo farmaco-coniugato (Adc) DXd specifico per il recettore Her2. Nell’analisi ad interim predefinita, trastuzumab deruxtecan in associazione a pertuzumab ha ridotto il rischio di progressione di malattia o di morte del 44% rispetto a taxano, trastuzumab e pertuzumab. La sopravvivenza libera da progressione mediana è risultata di 40,7 mesi con trastuzumab deruxtecan in associazione a pertuzumab rispetto a 26,9 mesi con taxano, trastuzumab e pertuzumab come valutato della revisione centrale indipendente in cieco (Bicr). Il beneficio di Pfs con trastuzumab deruxtecan in associazione a pertuzumab rispetto a taxano, trastuzumab e pertuzumab è stato coerente nei diversi sottogruppi, compresi i fattori di stratificazione pre-specificati di malattia de novo o ricorrente, stato del recettore ormonale (Hr) e stato di mutazione Pik3Ca. 

La sopravvivenza libera da progressione valutata dallo sperimentatore ha dimostrato una Pfs mediana di 40,7 mesi con trastuzumab deruxtecan in associazione a pertuzumab rispetto a 20,7 mesi con taxano, trastuzumab e pertuzumab. Il tasso di risposta obiettiva (Orr) confermato con trastuzumab deruxtecan in associazione a pertuzumab è stato dell’85,1% rispetto al 78,6% con taxano, trastuzumab e pertuzumab. Il tasso di risposta completa (Cr) è stato del 15,1% con trastuzumab deruxtecan in associazione a pertuzumab rispetto all’8,5% con taxano, trastuzumab e pertuzumab. La durata della risposta (Dor) mediana con trastuzumab deruxtecan in associazione a pertuzumab ha superato tre anni (39,2 mesi) rispetto a poco più di due anni (26,4 mesi) con taxano, trastuzumab e pertuzumab.  

La sopravvivenza globale (Os) non era matura al momento dell’analisi ad interim (16% maturità al cut-off dei dati); tuttavia, i dati ad interim di sopravvivenza globale mostrano una tendenza iniziale a favore della combinazione trastuzumab deruxtecan in associazione a pertuzumab rispetto a taxano, trastuzumab e pertuzumab. Un ulteriore braccio sperimentale dello studio che valuta la monoterapia con trastuzumab deruxtecan rispetto a taxano, trastuzumab e pertuzumab rimane in cieco per i pazienti e gli sperimentatori e continuerà fino all'analisi finale della sopravvivenza libera da progressione. 

"Nello studio Destiny-Breast09 sono stati inclusi oltre 1.100 pazienti con carcinoma mammario Her2-positivo metastatico - spiega Giuseppe Curigliano, presidente eletto Esmo (Società europea di oncologia medica), professore di Oncologia medica all’Università di Milano e direttore Divisione Sviluppo di nuovi farmaci per terapie innovative allo Ieo di Milano -. Destiny-Breast09 è lo studio con il maggior numero di pazienti condotto finora nel trattamento di prima linea della malattia metastatica Her2 positiva. Ed è il primo studio in più di un decennio a dimostrare un miglioramento dei risultati nel setting di prima linea per un’ampia popolazione di pazienti con tumore del seno metastatico Her2 positivo. Trastuzumab deruxtecan ha dimostrato importanti miglioramenti in numerosi parametri, dalla sopravvivenza libera da progressione, al tasso di risposta obiettiva, alla risposta completa, fino alla durata della risposta. Questi risultati possono cambiare la pratica clinica. Trastuzumab deruxtecan è un farmaco di tipo Adc, che combina un anticorpo monoclonale, trastuzumab, con un agente citotossico, deruxtecan, per trattare specifici tipi di neoplasia. È altamente selettivo per le cellule tumorali, riducendo al minimo i danni alle cellule sane circostanti e aumentando l’efficacia del trattamento nei pazienti con tumore Her2-positivo".  

"Anche l’Italia ha contribuito attivamente all’arruolamento di pazienti nello studio Destiny-Breast09 con 9 centri coinvolti - sottolinea Valentina Guarneri, direttore della Oncologia 2 dell’Istituto Oncologico Veneto – Irccs di Padova e professore ordinario di Oncologia medica all’Università di Padova -. Padova è stato il primo centro italiano per pazienti trattati nello studio. Nei tumori Her2-positivi, il doppio blocco anti-Her2, trastuzumab e pertuzumab, associato a chemioterapia con taxano rappresenta, ad oggi, la strategia standard di prima linea. I pazienti spesso presentano progressione di malattia a circa due anni dall’inizio della terapia standard di prima linea. L’attuale trattamento standard di seconda linea è rappresentato dall’anticorpo farmaco-coniugato trastuzumab deruxtecan, in pazienti che abbiano ricevuto uno o più precedenti regimi a base di terapia anti-Her2. Destiny-Breast09 ha evidenziato l’efficacia di trastuzumab deruxtecan anche in prima linea. Con una sopravvivenza libera da progressione mediana di oltre tre anni, i risultati di Destiny-Breast09 mostrano che trastuzumab deruxtecan, in combinazione con pertuzumab, ha il potenziale per diventare il nuovo standard di cura di prima linea". 

"Nel 2024, in Italia, sono state stimate quasi 53.700 nuove diagnosi di tumore del seno, il più frequente in tutta la popolazione - afferma Saverio Cinieri, presidente di Fondazione Aiom -. Nel 6-7% dei casi il tumore alla mammella si presenta metastatico già alla diagnosi, ma la maggior parte delle donne che oggi vive in Italia con la neoplasia metastatica ha sviluppato una ripresa di malattia dopo il trattamento per la forma iniziale".  

Grazie ai progressi diagnostici e terapeutici, "alla disponibilità di nuovi farmaci, alle migliori terapie di supporto e alla migliore integrazione delle terapie sistemiche con quelle locali, la sopravvivenza globale di queste pazienti è notevolmente aumentata - conclude Cinieri - Il carcinoma mammario metastatico Her2-positivo sta diventando una patologia sempre più curabile, raggiungendo l’obiettivo della cronicizzazione in un consistente numero di casi, proprio grazie all’innovazione e ai farmaci anti Her2. È importante che tutte le donne con tumore del seno metastatico siano curate all’interno delle Breast Unit, per garantire loro un approccio multidisciplinare e una migliore aspettativa di vita. È dimostrato, infatti, che i risultati terapeutici dipendono anche dal livello di esperienza dei centri in cui vengono effettuati i trattamenti". 

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Gaza, Idf: "Avviata l'espansione dell'offensiva di terra nella Striscia"

02 Giugno 2025
Gaza, Idf:

(Adnkronos) - Le forze israeliane (Idf) confermano di aver allargato l'offensiva di terra nella Striscia di Gaza. "Nelle ultime 24 ore le truppe hanno ampliato le manovre di terra, eliminato terroristi e distrutto molti depositi di armi e infrastrutture del terrore, sia in superficie che sotterranee", affermano, secondo quanto riporta il Times of Israel. Le Idf confermano anche operazioni dell'Aeronautica militare contro decine di obiettivi nella Striscia di Gaza, teatro delle operazioni delle Idf contro Hamas dall'attacco del 7 ottobre 2023 in Israele. 

 

"Sono sconvolto dalle notizie di palestinesi morti e feriti mentre ieri cercavano aiuti a Gaza. E' inaccettabile che i palestinesi rischino la vita per procurarsi cibo". E' quanto afferma il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che chiede un'indagine "immediata" e "indipendente" su quanto avvenuto affinché "i responsabili ne rispondano". 

"Israele ha obblighi chiari, in base al diritto internazionale umanitario, di accettare e facilitare la distribuzione di aiuti umanitari - aggiunge - Va ripristinato immediatamente l'ingresso senza impedimenti di assistenza su scala tale da soddisfare i bisogni enormi a Gaza".  

"L'Onu deve poter lavorare in sicurezza e in condizioni di pieno rispetto dei principi umanitari - ribadisce - Continuo a chiede un cessate il fuoco immediato, permanente e sostenibile. Tutti gli ostaggi devono essere rilasciati immediatamente e senza condizioni. E' l'unico modo per garantire la sicurezza di tutti". "Non esiste una soluzione per il conflitto", rimarca.  

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2 giugno, attestato di benemerenza ad Alessandro Diana, il volontario 19enne morto 5 anni fa

02 Giugno 2025
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Cerimonia per la Festa della Repubblica a Cagliari
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Decadenza Todde, vertice del centrodestra ma senza Psd'Az

02 Giugno 2025

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Riunione a Oristano. Solinas: 'Opposizione si deve ricostruire'

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l vertice del centrodestra è convocato per questa sera nella sede di Fdi in via De Castro a Oristano: si incontrano rappresentanti regionali di tutti i partiti della coalizione, dai partiti nazionali fino ai partiti regionali e le forze civiche e autonomiste del centrodestra "per analizzare la situazione politica alla luce della decisione del tribunale e delineare la strada per essere pronti a un nuovo ritorno alle urne".


    Pesa però un'assenza, quella del Psd'Az, ormai non più rappresentato tra i partiti del Consiglio regionale, annunciata dal suo segretario ed ex governatore Christian Solinas.


    L'assenza è dovuta alla concomitanza con una riunione convocata a Nuoro alla stessa ora del vertice oristanese "per analizzare la situazione politica e definire le iniziative conseguenti al pronunciamento del Tribunale di Cagliari, che nei giorni scorsi ha rigettato il ricorso di Alessandra Todde". Stesso tema, ma tavoli diversi.
    "Rispettiamo tutte le iniziative delle coalizioni che si riuniscono per analizzare questa complessa congiuntura politica - spiega Solinas -, ma non esultiamo certo per le difficoltà che l'Istituzione autonomistica deve affrontare dinanzi a un pasticcio senza precedenti nella gestione della dovuta trasparenza delle spese elettorali generato per intero dal M5s e dalla sua candidata a presidente".
    D'altro canto, sottolinea l'ex governatore, "anche l'opposizione deve ricostruire una comunità politica devastata da veleni e rotture che hanno compromesso spesso i necessari rapporti umani prima che politici di una classe dirigente". "È mancata, e si è sentito - precisa - in questo avvio di legislatura, la tensione autonomistica che aveva sempre alimentato il dibattito consiliare e il centrodestra, ridotto al predicato civico, ha smarrito quel lievito sardista, che gli aveva consentito di vincere le elezioni sia nel 2009 che nel 2019".
    Il Psd'Az è convinto "che la vera sfida per restituire ai sardi una guida sicura e autorevole della nostra Regione sia quella della partecipazione dal basso - evidenzia -, a partire dalle donne e dagli uomini di Pratobello", evidenzia ricordando le battaglie del fronte dei comitati contro la speculazione energetica in Sardegna. E annuncia: "Lavoreremo per una grande assemblea aperta a tutte queste espressioni civiche, partecipative e ai partiti che si pongono in alternativa ai modi, alle mistificazioni e alla doppia morale dei Cinquestelle al governo".

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Eruzione dell'Etna, turisti in fuga dal cratere dopo l'esplosione - Video

02 Giugno 2025
Eruzione dell

(Adnkronos) - Un'intensificazione dell'attività vulcanica dell'Etna ha provocato il crollo di parte del cratere sud-est. Le immagini delle telecamere del sistema di sorveglianza hanno registrato stamattina "un flusso piroclastico" che generato una colonna eruttiva di fumo e cenere che ha superato i 5.000 metri di altezza 

Moltissimi i video dell'eruzione postati sui social: in uno si vede la fuga degli escursionisti e dei turisti che si trovavano in quel momento a pochi passi dal cratere e dalla colata. 

 

 

In altri video mostrano il momento dell'esplosione dalle città sottostanti, come Catania e Acireale, tra lo stupore dei turisti. 

 

 

 

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Tumori, Aurigemma (Regione Lazio): "Sensibilizzare tutti gli attori del percorso terapeutico"

02 Giugno 2025
Il presidente del Consiglio regionale del Lazio, Antonello Aurigemma

(Adnkronos) - “Il Manifesto per l’umanizzazione delle cure in oncologia sposa pienamente le linee guida di quello che in Consiglio regionale stiamo facendo sulla sanità. La sanità non è soltanto un fattore algebrico per far quadrare i conti delle amministrazioni regionali ma dietro quei numeri ci sono pazienti, persone e familiari. Questo manifesto va in questa direzione, cercando di sensibilizzare il più possibile tutti gli attori protagonisti del percorso terapeutico: Istituzioni, pazienti, personale sanitario per umanizzare anche delle semplici cure, perché a volte un sorriso è più importante di qualsiasi tipo di farmaco”. Così il presidente del Consiglio regionale del Lazio, Antonello Aurigemma, intervenuto a Roma all’evento “Non girarci intorno” di Merck Italia, la campagna di sensibilizzazione sul tumore della vescica promossa attraverso il Giro d’Italia. Il presidente ha fatto un plauso e firmato il manifesto realizzato da Merck Italia, in collaborazione con le associazioni di pazienti Ailar, Walce e PaLiNUro e con clinici di riferimento in ambito oncologico, presentato lo scorso 11 marzo, nel corso di un incontro tenutosi a Roma. 

“L’importanza della prevenzione è al centro anche delle politiche regionali di Lazio, che a dicembre 2024 ha approvato il ‘Consiglio della Salute’ - ricorda Aurigemma - con l'obiettivo di fare prevenzione e screening all'interno dei posti di lavoro. Abbiamo iniziato a dicembre con il Consiglio Regionale e ci sono state poi tutta una serie di tappe che hanno visto il personale sanitario che in maniera volontaria si è prestato a fare questa prevenzione su tutto il territorio regionale in tutti i campi, da quello cardiologico, oncologico, oculistico. C’è stata un’ampia partecipazione di pubblico grazie alla disponibilità del personale sanitario, delle aziende farmaceutiche e di tanti volontari che hanno consentito di poter fare prevenzione e screening a migliaia di persone”. 

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Palou De Comasema (Merck): "Sono 1300 i collaboratori coinvolti nella campagna ‘Non girarci intorno’"

02 Giugno 2025
Ramon Palou De Comasema, general manager Merck Italia

(Adnkronos) - La campagna ‘Non girarci intorno’ “ha coinvolto 1300 collaboratori di Merck Italia. Un bellissimo esempio di collaborazione con le associazioni pazienti e i medici, per portare maggiore consapevolezza sui sintomi e sull’importanza della diagnosi precoce del tumore della vescica. E’ stato molto divertente poter lavorare tutti insieme e la giornata conclusiva di oggi dimostra lo spirito con cui abbiamo portato avanti questa campagna”. Così Ramon Palou De Comasema, general manager Merck Italia, intervenuto a Roma alla tappa finale del tour 'Non girarci intorno', la campagna di sensibilizzazione sul tumore uroteliale, promosso dalla farmaceutica che ha seguito tutte le tappe del Giro D’Italia. 

Da 35 anni la farmaceutica è impegnata in area oncologica e “dieci giorni fa è stato annunciato” l’ingresso di Merck anche in area “tumori rari - fa sapere il general manager- dove il numero di pazienti che hanno bisogno sono pochi, ma le necessità sono enormi e noi vogliamo dare loro beneficio”, ha dichiarato. Merck ha confermato il suo approccio ‘oltre il farmaco’ al paziente oncologico anche attraverso il ‘Manifesto per l’umanizzazione delle cure in oncologia’, realizzato in collaborazione con le associazioni di pazienti Ailar, Walce e PaLiNUro e con clinici di riferimento in ambito oncologico e presentato lo scorso 11 marzo, nel corso di un incontro tenutosi a Roma. Un documento volto a migliore qualità della vita e il benessere psicologico dei pazienti oncologici. 

“Il cancro non può essere una battaglia che l'industria farmaceutica può vincere da sola – ha sottolineato Comasema - Abbiamo bisogno di tutto il supporto della società. Politici, associazioni dei pazienti, associazioni dei medici. Il manifesto pone a tutta la società, la sfida di raggiungere un obiettivo: la fine del cancro. E aiutare il paziente ad avere una vita migliore e più lunga. È un obiettivo fondamentale”, conclude. 

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