(Adnkronos) - La vacanza non può aspettare, i genitori lasciano il figlio di 10 anni in aeroporto per non perdere il volo. E' successo a Barcellona, in un terminal dell'aeroporto El Prat, come racconta l'emittente Antena 3. Il ragazzino, a quanto pare, era sprovvisto di documenti necessari per salire a bordo dell'aereo con mamma e papà. I genitori, però, non hanno rinunciato al viaggio. Il piano? Si parte lo stesso e il bambino resta a terra, in attesa dell'arrivo di un parente. L'episodio è stato ripreso in un video pubblicato anche sui social.
Il ragazzino, secondo la ricostruzione, non aveva un visto da abbinare al passaporto. Un'addetta dell'aeroporto, che ha assistito alla scena, ha chiesto l'intervento delle forze dell'ordine. Gli agenti hanno bloccato la coppia, che era intenzionata a partire con l'altro figlio. "La polizia ha portato i genitori in un commissariato di zona, dove era stato condotto il bambino di 10 anni. Per loro era tutto normale. Per e per la polizia, ovviamente, no", le parole dell'addetta dello scalo.
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(Adnkronos) - La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si è recata oggi a Istanbul dove ha avuto un incontro trilaterale con il presidente della Repubblica di Turchia, Recep Tayyip Erdoğan, e con il primo ministro del Governo di Unità nazionale libico, Abdulhameed Mohamed Dabaiba. Nel corso dell’incontro - riferisce una nota di Palazzo Chigi - i tre leader hanno discusso il rafforzamento della cooperazione per rispondere alle sfide comuni, a partire da quella della gestione dei flussi migratori.
Ricordando gli eccellenti risultati raggiunti in questo ambito con la Turchia, la premier ha sottolineato l’opportunità di valorizzare le lezioni apprese applicandole anche per il sostegno all’azione del Governo di Unità nazionale libico in ambito migratorio. In questo quadro, Meloni ha discusso con i suoi interlocutori una serie di linee d’azione per combattere le reti criminali internazionali di trafficanti di esseri umani, migliorare la prevenzione dei movimenti irregolari e sostenere la Libia nella gestione della pressione migratoria cui è sottoposta.
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(Adnkronos) - Ha confessato Lorena Venier, infermiera di Gemona del Friuli in provincia di Udine, accusata di omicidio per la morte del figlio Alessandro, trovato a pezzi dentro un bidone nella cantina della sua casa. La donna avrebbe ammesso le proprie responsabilità di fronte al pubblico ministero nell'interrogatorio di ieri. Al momento resta ignoto il movente del brutale omicidio del 35 enne, che da pochi mesi era diventato papà di una bambina.
Nel pomeriggio è atteso l'interrogatorio della compagna dell'uomo, che al momento è nel carcere di Trieste.
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(Adnkronos) - “Sono innocente, sono vittima di una persecuzione politica”. Lo ha detto la deputata brasiliana Carla Zambelli, arrestata il 29 luglio scorso a Roma, nel corso dell’interrogatorio di garanzia presso la Corte di Appello capitolina. La difesa, l’avvocato Angelo Alessandro Sammarco, ha chiesto la scarcerazione della sua assistita, presente oggi in aula. La decisione dei giudici è attesa nei prossimi giorni. “Per noi la procedura dell’accusa contestata in Brasile nei suoi confronti non è regolare”, afferma il penalista.
Fuori dall’aula era presente il padre di Zambelli, che si è detto “molto preoccupato” per lo stato di salute di sua figlia. “E’ stata operata recentemente alla testa. Deve assumere nove pasticche al giorno”. L’uomo, 77 anni, era in casa quando è entrata la polizia nell’appartamento nel quartiere Aurelio a Roma per arrestare la figlia. “C’è un mandato di arresto per lei in Brasile e per questo è scappata qui in Italia. Con un altro governo in Brasile non sarebbe successo”.
La deputata brasiliana di origini italiane era ricercata dall'Interpol per una condanna a dieci anni di carcere in Brasile. Zambelli, membro del partito dell'ex presidente Jair Bolsonaro, ha la cittadinanza italiana ed è stata condannata in Brasile per l'hackeraggio del sistema informatico del Consiglio nazionale di giustizia (Cnj).
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(Adnkronos) - Perché l'infezione fetale da citomegalovirus (Cmv) può verificarsi anche in donne apparentemente immuni? La risposta arriva dallo studio Child, uno dei più ampi condotti a livello internazionale sul tema, che ha analizzato circa 10mila gravidanze, nell'ambito di un finanziamento della Fondazione regionale per la ricerca biomedica (Frrb). La ricerca, guidata dalla Fondazione Irccs Policlinico San Matteo di Pavia, in collaborazione con altri 10 ospedali della Lombardia, ha indagato sulla minaccia Cvm, uno dei principali responsabili di sordità congenita e ritardi dello sviluppo psicomotorio nei neonati, che può colpire il feto anche quando la madre è già entrata in contatto con il virus prima della gravidanza.
Il citomegalovirus - ricordano dal San Matteo - è un virus comune e spesso silente, che resta latente nell'organismo per tutta la vita. Tuttavia, può riattivarsi in situazioni di debolezza immunitaria, come nei pazienti trapiantati o durante la gravidanza. L'infezione congenita colpisce circa 1 neonato su 150, con complicanze permanenti in 1 caso su 6. "Sapevamo che, nelle donne non immuni che sviluppano un'infezione da Cmv durante la gravidanza - illustra Daniele Lilleri, microbiologo del Policlinico San Matteo e primo autore dello studio - il rischio di trasmissione al feto è elevato (circa 30-40%), mentre è molto più basso (meno del 3%) in quelle già immuni. Ma non era chiaro cosa succedesse nei rari casi in cui l'infezione colpisce comunque il feto".
Lo studio, di prossima pubblicazione su 'Lancet Microbiology', dimostra che, in alcune donne già entrate in contatto con il Cmv prima della gravidanza, la risposta immunitaria non è ancora del tutto sviluppata. "In particolare - spiegano Fausto Baldanti, direttore Sc Microbiologia e virologia e Lilleri - è presente un numero ridotto di linfociti T della memoria, fondamentali per una risposta rapida ed efficace: gli anticorpi neutralizzanti, da soli, non sono sufficienti a proteggere il feto nei casi di infezione congenita; gli anticorpi materni mostrano una minore capacità di attivare le cellule Natural killer, decisive nel contrasto al virus". Grazie alla nuova ricerca, "per la prima volta vengono identificati con precisione i difetti immunologici che permettono l'infezione del feto anche in donne apparentemente protette. Un risultato fondamentale - conclude la nota - non solo per migliorare la diagnosi e la prevenzione in gravidanza, ma anche per guidare lo sviluppo di vaccini efficaci contro il Cmv". Lo studio, infatti, identifica le caratteristiche della risposta immunitaria che un vaccino dovrebbe sviluppare per prevenire l'infezione del feto.
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(Adnkronos) - L’accelerazione tecnologica che ha investito il mondo del lavoro negli ultimi anni non è solo un'opportunità: è una sfida sistemica. Secondo il Future of Jobs Report 2025 del World Economic Forum, entro il 2030 il 39% delle competenze lavorative subirà cambiamenti radicali o diventerà obsoleto. Eppure, nonostante questo scenario trasformativo, quasi 4 aziende su 10 non hanno una strategia chiara per affrontare il divario di competenze. Un disallineamento pericoloso e mentre l’intelligenza artificiale, l’automazione e i big data ridisegnano ruoli e funzioni, resta indietro un elemento cruciale: la cultura organizzativa. Molte organizzazioni faticano a conoscere e valorizzare le competenze reali delle proprie persone. Nel contesto di una digitalizzazione crescente, la narrazione dominante tende infatti a promuovere un’immagine dell’intelligenza artificiale come mezzo per creare dipendenti 'super efficienti' e privi di difetti.
“La vera rivoluzione non è far diventare le persone 'perfette', ma renderle più consapevoli, libere di sbagliare, ascoltate e guidate da una leadership che sa evolversi. Non superuomini digitali, ma professionisti umani, con punti di forza e margini di miglioramento reali”, afferma Giacomo Marchiori, founder di Talentware, piattaforma fondata insieme a Ismet Balihodzic e Andrea Raimondo che permette di gestire un'organizzazione tramite un approccio skill-based, migliorando la talent retention, il decision-making e la performance aziendale.
Concetto pienamente condiviso anche da Alessandro Castelli, Senior Hr Lead, Business e Mental Coach, che vanta una lunga esperienza sia in ambito aziendale sia nella consulenza strategica per la gestione e la valorizzazione delle persone. Castelli sottolinea “che lavorare sullo sviluppo delle persone e delle competenze non possa più essere un’iniziativa spot: servono percorsi e alleanze che uniscano aziende, consulenti, accademie e business school, rafforzati da linguaggi capaci di parlare davvero ai giovani, come per esempio lo sport, per costruire un ecosistema culturale capace di far arrivare questi messaggi in modo autentico e generare cambiamento”. Una visione che mette al centro la persona in un mondo sempre più tech-driven. “Il ruolo dell’intelligenza artificiale nelle Hr non è quello di trasformare le persone in superuomini, ma di aiutarle a esprimere il proprio potenziale, valorizzando i loro punti di forza, i margini di miglioramento e le competenze spesso inespresse”, prosegue Marchiori.
Alla base di questa visione, Talentware illustra cinque leve strategiche della trasformazione culturale oggi imprescindibili per affrontare il cambiamento innovativo in atto.
1. Ascolto reale (non solo 'attivo'). Molte aziende dichiarano di ascoltare, ma mancano strumenti concreti e continuativi. Il risultato? Giovani in stage che non ricevono feedback, manager che arrivano ai confronti con approcci poco data-driven perché non hanno strumenti adeguati per raccogliere i dati chiave sul dipendente. L’ascolto diventa un esercizio formale, svuotato di efficacia. “Ascoltare davvero - commenta Alessandro Castelli - significa dare continuità alla voce delle persone, non limitarsi a un sondaggio una volta all’anno senza poi mettere in atto azioni concrete”.
2. Errore come crescita, non stigma. In Italia c’è ancora troppa paura di sbagliare, anche ai livelli manageriali. Questo frena le scelte innovative, mentre altri paesi europei (ad esempio, Francia, Spagna, Nordics) sperimentano con coraggio soluzioni tech.Serve cambiare mindset: l’errore è parte del progresso. Non sbaglia chi rischia, sbaglia chi resta fermo. La vera innovazione nasce da una cultura che accetta l’incertezza come terreno fertile per apprendere, migliorare e crescere. È tempo che anche i nostri manager si sentano autorizzati a sperimentare, senza dover prima chiedere 'permesso al passato'.
3. Leadership: più umana, grazie alla tecnologia. Un vero leader oggi delega all’Ai i compiti ripetitivi e si dedica a ciò che conta davvero: ascoltare, motivare, formare. Tecnologia non per sostituire, ma per liberare il potenziale umano. Affidare all’Ai i task operativi non è una perdita di controllo, ma un guadagno di tempo e visione. È in quel tempo riconquistato che la leadership può tornare ad essere relazione, fiducia, cura delle persone. L’Ai gestisce i dati, il leader coltiva il senso.
4. Accademie, formare per il lavoro reale. Le università chiedono visibilità sulle competenze richieste dalle aziende. È il momento di collaborare per costruire corsi aggiornati e coerenti. Meno teoria, più impatto concreto dal primo giorno di lavoro. Le imprese hanno il dovere di essere trasparenti sui bisogni reali, e le accademie la responsabilità di adattare la formazione. Serve un nuovo patto formativo, basato su competenze tangibili, esperienze pratiche e dialogo costante. Il futuro del lavoro comincia in aula, ma solo se l’aula parla il linguaggio del lavoro.
5. Lo sport come leva Hr. Non è solo una metafora, ma una scuola concreta di soft skill: resilienza, concentrazione, spirito di squadra. Integrare sport e cultura organizzativa aiuta ad attrarre, motivare e trattenere le nuove generazioni, soprattutto in un mondo del lavoro sempre più fluido.
La vera sfida, dunque, è costruire un’architettura culturale condivisa, che parta dalle persone ma sia guidata dall’intera organizzazione, fino ai vertici.
“La trasformazione non si affronta con iniziative spot. Serve un ecosistema culturale che sappia ascoltare, dare senso all’errore, aggiornare la leadership e parlare con i giovani in modo autentico,” avverte Castelli.
“Questa evoluzione deve coinvolgere tanto i leader di oggi quanto quelli di domani: significa aiutare i giovani a costruire la propria identità professionale e di leadership, in un contesto che sappia davvero valorizzare competenze e relazioni. Senza questa visione integrata, rischiamo che l’innovazione tecnologica diventi un acceleratore di alienazione”, conclude.
(Adnkronos) - Quando Ballando con le stelle chiama... Andrea Delogu risponde. Il dance show condotto da Milly Carlucci si sta preparando per la nuova edizione in partenza in autunno e piano piano, sta svelando i nomi dei nuovi concorrenti che si metteranno alla prova davanti alla giuria.
Dopo l'annuncio di Maurizio Ferrini, primo concorrente ufficiale, Ballando con le stelle ha svelato il nome del secondo concorrente: la conduttrice Rai, che a giudicare dal video condiviso sui social, non vede l'ora di vestire i panni da ballerina.
Lo sketch tra Andrea Delogu e Milly Carlucci è tutto da ridere. La conduttrice riceve una chiamata inaspettata proprio da Milly, o meglio, dalla sua imitatrice, l'attrice Giulia Vecchio. Delogu accetta con entusiasmo la proposta di entrare nel cast.
“Ti offro il ballerino più bello, il ballerino più sensuale di tutti: Paolo Belli”, dice Milly. Andrea, sorpresa, replica: “Ma Paolo non balla, Milly...”. La risposta?: “Ma senti chi parla, perché tu balli tesoro?”. L'avventura in sala prove può ufficialmente cominciare.
(Adnkronos) - Katy Perry e Justin Trudeau. La coppia che non ti aspetti, eppure… la superstar della musica pop e l’ex ministro canadese sono stati avvistati a cena in un ristorante di lusso a Montreal.
A lanciare la notizia è stato TMZ, che ha pubblicato foto e video dei due mentre chiacchierano a un tavolo per due. La complicità non sfugge agli occhi dei paparazzi. Katy e Justin hanno cenato a ‘Le Violon’, locale di alta cucina dello chef Danny Smiles, nel quartiere Plateau. Dopo, una passeggiatina (romantica) nel parco Mount Royal.
Insomma, niente è stato confermato. Ma le immagini fanno chiacchierare. Alla fine, entrambi sono tornati single da poco, quindi le tempistiche pareggiano i conti. Trudeau ha annunciato la separazione dalla moglie Sophie nel 2023, dopo 18 anni di matrimonio. Per Katy Perry, invece, il divorzio è fresco. La popstar infatti ha chiuso da poche settimane una lunga relazione con l’attore Orlando Bloom, da cui ha avuto una figlia Daisy Dove, nata nel 2020. Anche se, a quanto pare, la coppia si è lasciata in modo amichevole proprio per il bene del frutto del loro amore.
Justin ha 53 anni e Katy 40, ma la differenza d’età tra i due sembra soltanto un numero. C’è chi attraverso le foto ha cercato di intuire i contenuti della conversazione fatta durante la cena, a base di cocktail e aragosta. Oltre alla sintonia personale, non mancherebbe anche quella politica. Justin ha guidato per dieci anni il Canada con il Partito Liberale e Perry è impegnata in battaglie sociali negli Stati Uniti. Ed entrambi si sono schierati a favore di cause progressiste come i diritti LGBTQ+ e il controllo delle armi.
Per ora, sembra solo una cena. Ma nel gossip mai dire mai.
(Adnkronos) - Benedetta Rossi, la cuoca conduttrice di 'Fatto in casa da Benedetta' ha informato i suoi oltre 5 milioni di follower di aver subito un intervento alla tiroide. Postando una foto che la ritrae in un letto d'ospedale con un vistoso cerotto sul collo, Benedetta ha voluto tranquillizzare i fan, spiegando di stare bene e di essere già tornata a casa, sottolineando l'importanza della prevenzione: "Ciao a tutti! Eccomi qui - ha scritto accanto alla foto - un po' acciaccata e con un bel cerotto sul collo, ma sto bene. Vi racconto sempre tutto, anche se, questa volta lo faccio con un po' di ritardo, semplicemente perché non vi volevo far preoccupare. Lunedì scorso ho affrontato un intervento chirurgico. Da qualche settimana avevo scoperto di avere un brutto nodulo alla tiroide e per questo mi sono dovuta operare. L'operazione è riuscita senza complicazioni, io sto bene e sono già a casa", ha aggiunto.
"Innanzitutto - ha proseguito - ci tengo a ringraziare il personale medico e ospedaliero per il loro straordinario lavoro e per la loro grande professionalità e umanità. Quello che ho fatto, è un tipo di intervento un po' delicato, che coinvolge in parte anche le corde vocali, quindi in questi giorni facevo fatica a parlare, ma adesso la voce sta tornando. Ora dovrò tenere questo cerotto per un po', riposare e recuperare le energie. Per fortuna sono circondata dall'affetto della mia famiglia e di tutte le persone che mi vogliono bene, questo mi aiuta tantissimo. Dopo questa esperienza, mi permetto di darvi un consiglio: cerchiamo sempre di trovare il tempo per fare controlli regolari, è importantissimo. Un abbraccio grande e ci vediamo presto", ha concluso.
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(Adnkronos) - Dalla carriera di adv producer alle ville di lusso in Indonesia. E’ questa la storia professionale di Francesca Rizzo, romana, classe 1977. “Nel 2016 - racconta all’Adnkronos/Labitalia - ho lasciato un lavoro di successo presso una famosa concessionaria di pubblicità di reti televisive, dove lavoravo come adv producer, per inseguire la mia voglia di libertà e dedicarmi al flipping immobiliare”.
Nel 2019 fonda, insieme al marito Michele Porinelli, un’accademia per insegnare alle persone a fare investimenti immobiliari. “Raccontavo le mie giornate di lavoro sui social - afferma - pian piano le persone si sono fatte avanti, chiedendoci consigli su come operare nel settore. Non avevamo mai pensato che una passione potesse trasformarsi in un vero e proprio lavoro di consulenza”. Nel 2020 arriva il salto definitivo: la coppia lascia l’Italia e si trasferisce a Dubai. Lo scoppio della pandemia, però, complica i loro piani; attendono quindi la riapertura dei confini di Bali, loro meta definitiva, vivendo in Kenya. “Trasferirsi all’estero è un atto di coraggio, non una fuga. Non esiste un cambiamento vero senza passare per un momento di disorientamento”, confessa Francesca.
Dal 2021 Francesca e Michele sono alla guida di Bali Holiday Properties, società che realizza ville di lusso per affitti brevi. “Abbiamo iniziato con una villa, oggi siamo a 30 e puntiamo al centinaio entro il 2028”. Ma la strada non è stata facile: “Ho dovuto lavorare il doppio per essere ascoltata. La bellezza di Bali ti accoglie, ma il contesto lavorativo è ancora fortemente maschile. Ho imparato che essere straniera e donna è una doppia sfida, ma anche una grande opportunità di crescita”. Per superare il senso di isolamento, Francesca crea Bali Talks: “Un podcast che dà voce a storie di espatriati, viaggiatori, scrittori e imprenditori. Condividere le esperienze mi ha aiutato a ritrovare energia e motivazione. Bali non è solo un’isola da sogno. E’ un mix di modernità, tradizione e qualità della vita. Qui ho trovato il mio posto nel mondo”.
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(Adnkronos) - “Ho presentato cinque punti che saranno le linee di questo mandato, o perlomeno del primo anno, a partire dal completamento delle opere pubbliche in corso, soprattutto a Civitavecchia e Fiumicino, molte delle quali legate a scadenze del Pnrr che richiedono grande attenzione sui cantieri. Poi la transizione energetica, con il cold ironing a Civitavecchia, progetto prioritario a livello nazionale con impatto positivo per il porto e la comunità. Massima attenzione anche all'attuazione della ZLS (Zona Logistica Semplificata), procedimento in corso con la Regione Lazio, che può diventare un'opportunità importante di semplificazione e sviluppo per le imprese che operano nell’ambito portuale, con la realizzazione di uno sportello unico e la promozione delle aree retroportuali. Un focus importante sarà riservato alla struttura interna dell’ente, al personale dell’AdSP che sarà protagonista degli obiettivi futuri: nascerà un nuovo ufficio dedicato all’intercettazione dei fondi di bandi nazionali, e all'individuazione delle best practice da applicare ai nostri tre porti.” Lo ha dichiarato Latrofa, nuovo Commissario Straordinario dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale, che governa i porti di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta, in occasione della conferenza stampa di presentazione delle linee guida del proprio mandato, presso la Sala Comitato dell'AdSP, a Molo Vespucci.
(Adnkronos) - Si è tenuta oggi presso la sede dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale la prima conferenza stampa di Raffaele Latrofa, neo Commissario Straordinario dell’AdSP e designato Presidente per il prossimo quadriennio, in attesa della conclusione dell’iter parlamentare. Nel corso dell’incontro, Latrofa ha illustrato le linee strategiche del suo mandato alla guida dei porti di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta, definendole "una sfida entusiasmante e di grande responsabilità istituzionale, che affronto con determinazione, spirito di servizio e ascolto del territorio".
"In questa fase iniziale da Commissario – ha dichiarato – assicurerò piena continuità amministrativa, ma allo stesso tempo darò subito avvio a un metodo di lavoro improntato all’efficienza, al gioco di squadra e al confronto costruttivo con tutti i soggetti coinvolti. L’Autorità ha davanti a sé sfide complesse ma decisive: dobbiamo trasformarle in opportunità di crescita sostenibile e sviluppo strategico."
Le 5 priorità del mandato, ha spiegato Latrofa, sono: 1.Completamento delle opere infrastrutturali già finanziate, in particolare a Civitavecchia e nel nuovo porto commerciale di Fiumicino; 2. Transizione energetica e sostenibilità ambientale, con il cold ironing, la riconversione dell’area Enel per il dopo carbone e lo sviluppo della darsena Mare Nostrum; 3. Attuazione della Zona Logistica Semplificata (ZLS) del Lazio, con sportello unico e promozione delle aree retroportuali; 4. Intermodalità e connessione ferroviaria dei tre porti; 5.Riorganizzazione interna e semplificazione amministrativa, con digitalizzazione dei processi e valorizzazione del personale.
Il Commissario ha peraltro individuato alcune azioni prioritarie sulle quali si concentrerà sin da subito. Si parte con lo snellimento dei procedimenti amministrativi: “Il primo dovere di un’Autorità è quello di funzionare bene, con tempi certi e regole chiare. In questi giorni ho iniziato una ricognizione approfondita dei procedimenti pendenti: l’obiettivo è di velocizzare le pratiche, semplificare i flussi, evitare duplicazioni, e garantire efficienza e trasparenza all’azione amministrativa.”
Latrofa ha quindi indicato la volontà di una accelerazione delle opere infrastrutturali: “Molti interventi sono stati finanziati, alcuni sono in fase progettuale, altri in corso, altri hanno avuto fisiologici rallentamenti. Metterò tutta la mia esperienza in materia per supportare i bravi tecnici dell’Autorità. Vorrei attivare un tavolo permanente con i Rup e i tecnici per monitorare lo stato di avanzamento di ogni opera, intervenire sulle criticità, e rendere cantierabili tutti i progetti strategici.”
Necessario poi costruire una nuova relazione con il territorio: “Ho iniziato a incontrare le istituzioni locali, la Capitaneria di Porto, e continuerò con gli operatori economici e i rappresentanti delle forze sociali. La mia idea è quella di un’Autorità che non cali dall’alto le decisioni, ma che sia un punto di raccordo tra sviluppo economico, tutela ambientale, legalità e diritti del lavoro. I porti sono il cuore pulsante di territori interi, non semplici recinti doganali.”
Altro focus, il potenziamento della struttura interna dell’ente: “Il vero capitale dell’AdSP sono i suoi dipendenti. Ho voluto incontrarli tutti insieme nel mio secondo giorno, perché nessun cambiamento è possibile senza il loro contributo. Ho già dato mandato di avviare una ricognizione sulle competenze presenti e sui bisogni formativi. Serve una macchina snella ma solida, capace di reggere le sfide della transizione ecologica, digitale e logistica.” Latrofa punta anche a una nuova unità per la progettazione europea e l’innovazione: “Proporrò la creazione di un ufficio interamente dedicato all’intercettazione dei fondi europei, alla replicazione delle best practices internazionali e al coordinamento dei progetti su energia, sostenibilità e digitalizzazione. L’AdSP deve diventare protagonista nel contesto portuale mediterraneo ed europeo.”
"Lavoreremo – ha dichiarato Latrofa - per rendere il sistema portuale del Lazio un nodo competitivo nel Mediterraneo, in grado di attrarre investimenti, creare lavoro di qualità e generare sviluppo per i territori. Civitavecchia sarà il porto energetico e crocieristico della capitale, Fiumicino la porta logistica complementare, Gaeta un polo commerciale dinamico e integrato." "Credo profondamente nel valore del dialogo istituzionale e dell’ascolto dei territori. I porti non sono recinti chiusi: sono infrastrutture pubbliche, devono essere parte della vita delle città. Per questo da subito incontrerò i Sindaci, la Regione, i sindacati, gli operatori e tutti i soggetti coinvolti, con l’obiettivo di costruire insieme un progetto condiviso."
"Considero ogni opinione, anche la più severa, come un segnale di attaccamento alla propria comunità. È lo stesso sentimento – ha concluso Raffaele Latrofa - che ho sempre avuto per la mia città, e che oggi porto con me in questa nuova responsabilità. Sono qui per lavorare con serietà, dialogare con tutti e dare il massimo per i tre porti che mi sono stati affidati."
“Sono stato nominato come Commissario Straordinario, ma ho ben chiaro che ogni giorno che vivrò in questo ruolo dovrà essere preparatorio per una gestione ordinaria forte, autorevole, innovativa. Il sistema portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale - ha concluso - ha tutte le carte in regola per tornare a essere strategico nel panorama nazionale. Per farlo dobbiamo lavorare insieme. Con responsabilità. Con verità. Con coraggio.”
La conferenza si è chiusa con l’impegno del Commissario a rendere pubblici, entro l’autunno, i primi risultati concreti dell’attività svolta e una relazione dettagliata sulle opere in corso e le prospettive di sviluppo per ciascun porto del sistema.
Leggi tutto: Porti: Adsp Mtcs, Latrofa illustra linee guida del suo mandato
(Adnkronos) - Può un anziano invalido al 100%, non autosufficiente e con gravi difficoltà motorie, sentirsi dire per tre volte di fila che non ha diritto all'accompagno? È la domanda che si pone Riccardo Rondelli, che ha deciso di raccontare all'Adnkronos la vicenda personale che riguarda il padre di 86 anni al centro di un caso che definisce "un'ingiustizia". "Vorrei sapere se altri cittadini si trovano nelle sue stesse condizioni - sottolinea -. Siamo infatti passati da una situazione in cui, magari, l’accompagno veniva elargito con estrema facilità alla situazione odierna, dove invece viene riconosciuto solo se l’anziano staziona a letto. Poco importa se non è in grado di lavarsi, assumere la terapia farmaceutica, andare in bagno autonomamente, prepararsi da mangiare".
Carte alla mano, infatti, Rondelli ritiene il rifiuto dell'indennità "incomprensibile". L'uomo nell'ultimo nell'esame obiettivo della Commissione medica dell'Inps, viene descritto infatti con una deambulazione limitata: "Deambulazione autonoma con ricerca di appoggio, passaggi posturali autonomi lievemente difficoltati", si legge nel documento, in cui si certifica anche che l'anziano "indossa catetere vescicale a permanenza con contenitore posizionato in regione addominale di sinistra" e "ode con difficoltà la normale voce di conversazione nonostante protesi acustiche". Nel certificato medico viene messo nero su bianco che si tratta di un paziente "non autosufficiente": "Mio padre non può stare solo. Tanto più che anche mia madre è invalida e le sue condizioni stanno peggiorando e infatti - aggiunge con poco ottimismo - stiamo preparando la pratica per la richiesta di accompagno anche per lei".
"La prima volta abbiamo fatto la domanda di accompagno per mio padre all'incirca tre anni fa e ci è stata rifiutata, poi l'abbiamo rifatta e ci è stata ancora rifiutata, l'abbiamo ripresentata a giugno, ma nonostante mio padre si sia nel frattempo aggravato, è stato rifiutato ancora l'accompagno per pagare una persona che possa badare a lui - osserva Rondelli - Cosa che facciamo da tempo io e mia sorella: mandiamo una persona tre volte a settimana, quando non va lei andiamo noi perché i nostri genitori non possono stare soli, hanno bisogno tutti i giorni di qualcuno". Rondelli si sente vittima di un'ingiustizia di fronte alla quale è pronto a presentare ricorso: "Io e mio padre abbiamo sempre lavorato, pagato le tasse, siamo persone oneste, gente normale, ma di fronte a una situazione del genere cascano davvero le braccia". (di Sara Di Sciullo)
Leggi tutto: "Mio padre invalido al 100%, ma gli negano indennità di accompagno": la denuncia
(Adnkronos) - "La Russia ha bisogno di una pace duratura e stabile'' che sia ''fondata su solide basi che soddisfino sia Mosca sia Kiev e garantiscano la sicurezza di entrambi i Paesi". Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin in una conferenza stampa congiunta con il leader bielorusso Alexander Lukashenko.
Putin ha quindi affermato che "sempre importanti e positivi" i colloqui a Istanbul, ma che "aspettative eccessive" nei negoziati hanno "prodotto delusioni".
(Adnkronos) - E' cinquantenne e italiano chi, di solito, chiede assistenza sanitaria all'Unità mobile 'Salute e inclusione', il servizio della Fondazione Consulcesi in collaborazione con la Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg) del Lazio. Il presidio sanitario di prossimità, attivo a Roma, conferma il suo ruolo centrale nel rispondere alle difficoltà di accesso alle cure, in linea con i recenti dati Istat e Caritas, registrando nel primo semestre 2025 oltre 1.100 accessi, che hanno portato alla realizzazione di 1.262 interventi gratuiti a favore delle fasce più vulnerabili della popolazione. Il servizio - ricorda una nota - è operativo in 3 aree critiche della Capitale (Stazione Ostiense, Stazione Tuscolana e Piazza Santi Apostoli) e rappresenta un punto di riferimento per chi è escluso, di fatto, dal sistema sanitario.
Dal punto di vista demografico, il profilo del paziente tipo è di sesso maschile e ha circa 50 anni. Gli uomini rappresentano infatti oltre l'80% degli accessi (1.048), seguiti dalle donne (163) e, in misura significativa, da persone transgender che con 51 accessi trovano nell'Unità mobile un luogo sicuro e non giudicante in cui ricevere cure. Un dato particolarmente interessante riguarda la nazionalità dei pazienti. "Per la prima volta dall'attivazione del servizio - si legge - i cittadini italiani rappresentano la maggioranza relativa dei pazienti: con 389 accessi, superano i cittadini stranieri. Seguono persone provenienti da Romania, Ucraina, Marocco, Tanzania e Algeria". Questa evoluzione - per gli operatori - segnala un bisogno crescente di assistenza anche tra persone non migranti, spesso colpite da vulnerabilità economica o da barriere nell'accesso al sistema sanitario nazionale.
Dal punto di vista logistico, il luogo con più richieste all'Unità mobile è stata Stazione Ostiense, con 720 accessi - riporta la nota - seguita da Stazione Tuscolana (310) e Piazza Santi Apostoli (232). La distribuzione nel tempo è stata regolare, con un picco nel mese di maggio (230 accessi) e numeri costanti tra gennaio e aprile (tra i 199 e i 215 accessi mensili).
"Questi numeri non raccontano solo un'attività medica, ma un bisogno reale e crescente di prossimità, ascolto e accoglienza sanitaria - afferma Alessandro Alcione, medico e coordinatore del progetto - Siamo di fronte a un sistema di welfare che, nelle sue crepe, lascia scoperte le persone più fragili. L'Unità mobile intercetta quel bisogno con umanità, rapidità e continuità. Questo anche perché molti non hanno accesso al medico di medicina generale per motivi burocratici: mancanza di residenza, permesso di soggiorno o iscrizione fuori regione".
L'accessibilità, la fiducia costruita nel tempo e il supporto di una rete di volontari e operatori rendono questo progetto un punto di riferimento per chi vive ai margini. Un presidio che è prima di tutto umano, oltre che sanitario. "Con questo progetto - commenta Simone Colombati, presidente della Fondazione Consulcesi - continuiamo a portare sul territorio un'idea concreta di sanità solidale. Vogliamo che nessuno resti indietro, soprattutto in un contesto come quello attuale, dove la fragilità non è solo sociale o economica, ma anche culturale e sanitaria. I risultati ci confermano che siamo sulla strada giusta".
Nei prossimi mesi - conclude la nota - l'Unità mobile Consulcesi-Fimmg continuerà a operare regolarmente, intensificando gli sforzi per raggiungere e sostenere chi, troppo spesso, resta invisibile.
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(Adnkronos) - Jannik Sinner si prepara agli Us Open a Montecarlo, tra allenamenti e sorrisi con l'amico Matteo Berrettini. Il numero uno del ranking Atp, reduce dalla fenomenale vittoria a Wimbledon, sta lavorando per i prossimi tornei in America, con l'obiettivo di riconfermarsi campione nello Slam di New York. L'azzurro, affiancato da coach Simone Vagnozzi e dal preparatore Umberto Ferrara, in questi giorni sta lavorando con Berrettini (al quarto torneo consecutivo saltato, dopo l'ultimo infortunio).
Per Sinner e Berrettini, lavoro fisico e preparazione atletica, ma anche scambi sul cemento e partite devastanti a calcio tennis per chiudere le sessioni giornaliere. A raccontarlo lo stesso Jannik, con una serie di foto e video condivisi su Instagram. Dopo una prima foto pubblicata nelle stories, in cui Sinner si mostra stanchissimo e sdraiato a terra insieme al suo staff, c'è una story della partita a calcio tennis giocata insieme a Berrettini contro coach Vagnozzi e il preparatore Umberto Ferrara. Un modo per alleggerire la tensione e sorridere in vista dei prossimi impegni. E di un calendario molto fitto, che consentirà pochi errori all'azzurro per conservare il trono del ranking Atp.