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Emily Ratajkowski compie 34 anni, la torta è il lato B

11 Giugno 2025
Emily Ratajkowski compie 34 anni, la torta è il lato B

(Adnkronos) - Emily Ratajkowski ha compiuto 34 anni. E fin qui nulla di strano, se non fosse che per il suo compleanno ha organizzato un party scatenato e super sexy con tanto di torta a forma di lato B. E sembra che il fondoschiena con tanga rosso che ha ispirato il dolce sia proprio il suo. 

"Wow il miglior compleanno di sempre. Mi sento così grato per la mia vita: gli amici, la comunità e il divertimento. Grazie per tutto l'amore", ha scritto sui social la super modella e attrice statunitense. 

 

Emily è nata il 7 giugno 1991. Per festeggiare il suo compleanno ha deciso di organizzare una festa nella sua casa di New York, alla presenza di tantissime persone, alle quali ha fatto tatuare (temporaneamente) il suo nome 'd'arte' Emrata, su alcune parti del corpo. 

 

In alcuni video postati sui social, si vede la modella, che per l'occasione indossava un top semitrasparente di Jean Paul Gaultier con motivi patchwork e spalline incrociate e pantaloni coordinati, mentre balla e twerka tra gli amici dopo aver spento le candeline sul provocatorio dessert firmato dall'artista egiziana Laila Gohar, celebre per trasformare il cibo in sculture concettuali e spesso ironiche. 

 

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Farmaceutica, Gardini (GenomeUp): "Ai per programmare terapie con plasmaderivati"

11 Giugno 2025
Farmaceutica, Gardini (GenomeUp):

(Adnkronos) - "Due pazienti su 3 oggi possono fare le terapie con plasmaderivati in Italia mentre un paziente su 3 va portato all’estero. Sicuramente l'intelligenza artificiale, applicata anche ai progetti di screening, può permettere di individuare i pazienti che hanno bisogno di questa terapia e fare una programmazione". Lo ha detto Simone Gardini, Ceo e Co-founder dell’azienda biotecnologica GenomeUp, durante il panel 'Malattie rare e ultra-rare: quale partnership tra imprese, Istituzioni e pazienti', a Milano, nell’ambito dell’evento 'Science meets humanity. Il futuro del biofarmaceutico tra plasma e nuove terapie', promosso da Kedrion Biopharma, specializzata nella produzione di farmaci plasmaderivati per malattie gravi, rare e ultra-rare, con il patrocinio gratuito della Società italiana di farmacologia (Sif).  

"Serve poi una comunicazione a livello massivo - aggiunge Gardini - o con delle custom audience che permettono di segmentare il pubblico utilizzando delle opzioni di targetizzazione aggiuntive. In questo modo l’intelligenza artificiale può rintracciare i possibili donatori allo scopo di aumentare la produttività", conclude. 

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Farmaci, Sava (Sif Magazine): "In plasmaderivati attenzione particolare a sicurezza"

11 Giugno 2025
Farmaci, Sava (Sif Magazine):

(Adnkronos) - Nelle terapie con plasmaderivati "ci sono tutti i problemi legati alla sicurezza dei farmaci e non soltanto all'efficacia. Bisogna tener conto che alcune di queste terapie potrebbero essere associate anche a pazienti che non assumono soltanto l'agente selezionato dal plasma, ma che utilizzano altri farmaci con la possibilità di interazioni e le conseguenti complicazioni che possono portare". Nella Società italiana di farmacologia (Sif) "ci sono competenze che possono dare una mano allo sviluppo clinico". Così Gianni Sava, direttore di 'Sif Magazine' e già professore di Farmacologia all'università di Trieste, intervenendo, a Milano, all'evento 'Science meets Humanity. Il futuro del biofarmaceutico tra plasma e nuove terapie', promosso da Kedrion Biopharma, azienda specializzata nella produzione di farmaci plasmaderivati per malattie gravi, rare e ultra-rare, che ha avuto il patrocino gratuito di Sif.  

"Dal punto di vista delle malattie rare", aggiunge Sava, Sif accoglie al suo interno "farmacologi con competenze precliniche, cliniche e regolatorie. Alcuni dei nostri soci sono stati componenti in vari tavoli dell'Aifa", Agenzia italiana del farmaco. "Abbiamo componenti con esperienza di vario tipio che possono, per esempio, contribuire anche a definire modelli preclinici di sviluppo e quindi cercare di portare contributi su come approcciare, dal punto di vista preclinico, molecole anche complesse". 

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Plasmaderivati, Lecci (Sda Bocconi): "Serve un’innovazione rapida meno costosa"

11 Giugno 2025
Plasmaderivati, Lecci (Sda Bocconi):

(Adnkronos) - "È necessario sviluppare dei modelli che consentano di rendere l’innovazione più rapida e meno costosa di quello che è ora. Il sistema pubblico non ha le risorse per consentirla". Sono le parole di Francesca Lecci, associate professor of Practice di government, health and not for profit, Sda Bocconi, intervenendo, a Milano, al panel 'Biofarmaci e plasmaderivati: la strada per un accesso equo all’innovazione', uno dei momenti di approfondimento e confronto previsti dall’evento promosso da Kedrion Biopharma, con il patrocinio gratuito della Società italiana di farmacologia (Sif).  

"In Italia - spiega Lecci - abbiamo degli esempi virtuosi come il Biopolo toscano, il Kilometro rosso di Bergamo, il Mind a Milano dove si prova a mettere vicini i centri di ricerca pubblici, industria, ma anche le nuove start up, in maniera tale da creare quell’ecosistema fertile che rende l'innovazione più rapida. Ma occorre fare più risk sharing, maggior condivisione del rischio. Gli strumenti ci sono, dobbiamo spostare l’attenzione dalla semplice fornitura di un bene alla fornitura di un servizio. Se pensiamo alla presa in carico dei pazienti, l’innovazione può avere una valenza pluriennale: permette di scaricare la spesa su un atto temporale più lungo per il sistema pubblico". 

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Clima, nuovo record a maggio 2025: è il secondo più caldo della storia

11 Giugno 2025
Maggio secondo mese più caldo - (Afp)

(Adnkronos) - Il mese scorso è stato il secondo maggio più caldo a livello globale, con una temperatura media di 15,79°C, 0,53 °C in più rispetto alla media di maggio del periodo 1991-2020. Lo rende noto il Copernicus Climate Change Service (C3S), implementato dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine per conto della Commissione europea con finanziamenti dell'Ue.  

Maggio 2025 è stato di 0,12 °C più freddo rispetto al maggio record del 2024 e di 0,06 °C più caldo rispetto al terzo maggio più caldo del 2020. Inoltre, ha registrato temperature di 1,40°C superiori alla media stimata del periodo 1850-1900, utilizzata per definire il livello preindustriale, interrompendo un periodo prolungato di 21 mesi (su 22) con una temperatura media globale superiore di oltre 1,5 °C rispetto al livello preindustriale. Il periodo di 12 mesi - da giugno 2024 a maggio 2025 - è stato di 0,69°C superiore alla media 1991-2020 e di 1,57°C superiore al livello preindustriale.  

In Europa, la temperatura media a maggio 2025 è stata di 12,98 °C, 0,29 °C al di sotto della media di maggio del periodo 1991-2020.  

La temperatura media globale per la primavera boreale 2025 (da marzo a maggio) è stata la seconda più alta mai registrata, con 0,59°C in più rispetto alla media del periodo 1991-2020, e più fredda solo della primavera boreale del 2024.  

La primavera europea del 2025, in particolare, ha visto un contrasto tra condizioni prevalentemente più secche della media in gran parte del nord e dell'ovest e condizioni più umide della media nel sud e nella Russia nordoccidentale. Alcune parti dell'Europa nordoccidentale hanno registrato i livelli di precipitazioni e umidità del suolo più bassi almeno dal 1979. La persistente siccità ha portato alla più bassa portata fluviale primaverile in Europa dall'inizio delle rilevazioni nel 1992.  

Secondo Carlo Buontempo, direttore del C3S presso l'Ecmwf, "maggio 2025 interrompe una sequenza senza precedenti di mesi con temperature superiori a 1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali. Sebbene questo possa offrire una breve tregua per il Pianeta, prevediamo che la soglia di 1,5°C verrà nuovamente superata nel prossimo futuro a causa del continuo riscaldamento del sistema climatico". 

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Hiv, Maggi (UniEn): "In Hiv terapie long acting sono il futuro anche nella prevenzione"

11 Giugno 2025
Hiv, Maggi (UniEn):

(Adnkronos) - "Le terapie long acting rappresentano una vera rivoluzione farmacologica". Per i pazienti con Hiv questa formulazione "può essere impiegata sia come trattamento che in prevenzione". Lo sottolinea Paolo Maggi, professore ordinario dell'università di Enna, a Napoli in occasione dell'evento 'Longitude on the go - Navigation Experience', che ha posto l'attenzione sull'impatto clinico e sociale delle terapie a lunga durata d'azione in pazienti con Hiv. Le formulazioni long acting, "già utilizzate principalmente in psichiatria e, in misura minore, in ginecologia - spiega - hanno un vantaggio enorme: consentono di passare dalla quotidiana assunzione di numerose pillole alla somministrazione mensile o bimestrale di un'iniezione intramuscolare, migliorando radicalmente la qualità della vita delle persone che convivono, ad esempio, con il virus dell'Hiv". (VIDEO) 

In diversi Paesi le terapie long acting trovano già applicazione anche nella prevenzione, sotto forma di PrEp (profilassi pre-esposizione), uno strumento fondamentale nella lotta contro la diffusione del virus. "L'utilizzo della PrEp long acting - afferma Maggi - è ormai una realtà in molti contesti internazionali, dove ha dimostrato di ridurre significativamente il numero di nuovi casi di infezione da Hiv. E' uno strumento potente di prevenzione, capace di cambiare il volto dell'epidemia, se adottato su larga scala. In Italia, l'iter ministeriale è già a buon punto: credo che in pochi mesi sarà disponibile". 

"La terapia long acting - rimarca Maggi - è un cambio di paradigma e un'innovazione, soprattutto nel trattamento dell'Hiv, perché nessuno può ignorare la comodità di una terapia di questo genere. Tuttavia, per l'Hiv c'è un vantaggio ancora più importante: rispetto alla semplice comodità, si riduce il rischio di dover essere schiavi di una terapia giornaliera per tutta la vita. Se, ad esempio, una persona ipertesa assume una compressa quotidiana, quando questa finirà l'effetto potrebbe verificarsi un aumento temporaneo della pressione. Nel caso di un paziente con Hiv, saltare delle dosi permette al virus di diventare resistente ai farmaci, costringendo a terapie più complesse e tossiche, con più farmaci. Inoltre questa terapia ha un altro grande vantaggio rappresentato dalla privacy: libera i pazienti da un costante promemoria della loro condizione, spesso vissuto con disagio e stigma". 

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Hiv, Esposito (Cotugno): "Terapie long acting rivoluzione in gestione Hiv"

11 Giugno 2025
Hiv, Esposito (Cotugno):

(Adnkronos) - "Le terapie long acting rappresentano una vera e propria rivoluzione nella gestione dell'Hiv: non solo dal punto di vista clinico, ma soprattutto per la qualità della vita delle persone che convivono con il virus". Lo afferma Vincenzo Esposito, direttore dell'Unità operativa complessa di Malattie infettive e Medicina di genere dell'ospedale Cotugno di Napoli, in occasione dell'evento 'Longitude on the go - Navigation Experience', dedicato all'innovazione terapeutica per l'Hiv, disponibile anche in Campania, che si è svolto a Napoli. (VIDEO) 

"Parliamo di una terapia di tipo iniettivo da somministrare ogni 2 mesi - spiega Esposito - Questo è importante non solo perché offre al paziente la possibilità di svincolarsi dalla somministrazione quotidiana delle terapie orali e, non avendo farmaci a casa, perde l'effetto stigmatizzante nel trattamento antivirale. Soprattutto - sottolinea - le iniezioni a lunga durata d'azione consentono di migliorare l'aderenza terapeutica. L'Hiv è una malattia cronica: sotto trattamento non si arriva più a un evento sfortunato e spiacevole. Ma abbiamo notato che proprio per questo scende progressivamente l'aderenza e i pazienti, nel tempo, tendono a saltare una compressa. Con la terapia long acting, che viene somministrata per via intramuscolo presso gli ambulatori, questo non succede perché" si fa "con appuntamento fisso in una finestra di 7 giorni che ci consente anche un minimo di flessibilità, laddove il paziente abbia un inconveniente".  

Questo modello terapeutico "noi lo consigliamo dove ci sono le indicazioni per chi vuole accedere a questo tipo di terapia - precisa l'infettivologo - Ma i pazienti sono sempre più informati e chiedono se esista un modo diverso di assumere i farmaci. La risposta ora c'è. Questo approccio, infatti, nasce anche da un ascolto profondo dei bisogni delle persone con Hiv, che hanno diritto non solo alla sopravvivenza, ma a una vita di qualità. In Campania il modello organizzativo attuale, voluto dalle istituzioni con cui abbiamo collaborato, prevede l'accesso" alla terapia "presso tutte le divisioni di Malattie infettive che si occupano di Hiv - chiarisce Esposito - E' una notizia estremamente positiva perché colma un gap importante e restituisce equità nell'accesso alla cura. Mi aspetto che i pazienti reagiscano molto bene: i riscontri al Cotugno, dove abbiamo iniziato prima, sono stati buoni e credo che adesso, visto che tutta la regione può accedere a questo tipo di terapia, senza particolari difficoltà burocratiche, avremo un incremento di assunzioni di questo tipo di terapia. L'interesse è già alto - conclude - Man mano che aumenterà la consapevolezza su sicurezza ed efficacia, crescerà anche la richiesta. Chi vuole assumere questa terapia, non deve fare altro che parlarne con il proprio clinico". 

 

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Musk si pente: "Rammaricato per alcuni post contro Trump, sono andati troppo oltre"

11 Giugno 2025
Elon Musk e Donald Trump - (Afp)

(Adnkronos) - Elon Musk fa mea culpa dopo lo scontro a distanza con Donald Trump. In un post pubblicato sui social, il fondatore di Tesla e SpaceX ha ammesso di "rammaricarsi per alcuni dei post" rivolti al presidente degli Stati Uniti. "Sono andati troppo oltre", ha scritto Musk, riferendosi alle critiche aspre rivolte a Trump nei giorni scorsi. 

Il dissidio era esploso dopo che Musk aveva attaccato duramente il nuovo disegno di legge sulla spesa pubblica promosso dalla Casa Bianca. Il miliardario aveva definito la proposta legislativa "un disgustoso abominio" e aveva invitato a "punire politicamente" i parlamentari repubblicani che l’avevano sostenuta. La misura è considerata un pilastro della seconda amministrazione Trump e mira a rilanciare diversi settori strategici dell’economia americana. 

 

Musk, che da gennaio a maggio è stato un cardine dell'amministrazione di Trump, ha lasciato alla fine del mese scorso il Doge, il Dipartimento per l'Efficienza governativa. L'addio all'incarico è stato 'celebrato' con una conferenza stampa dai toni cordiali nello Studio Ovale. Poi, però, le critiche al 'Big Beautiful Bill' di Trump hanno innescato il durissimo scontro tra il magnate e il presidente, tra post social e dichiarazioni. 

Dopo un paio di giorni 'impreziositi' da colpi bassi - Musk ha associato Trump ai celeberrimi Epstein files prima di cancellare il messaggio - i due protagonisti hanno usato toni più concilianti. Trump, dopo aver definito Musk "un pazzo" e "un poveretto", ha messo il silenziatore alle polemiche e ieri ha augurato all'ex partner "il meglio per il futuro". Ora, arriva il mea culpa di Mr X. 

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Wembanyama, dall'Nba al... tempio buddista. La star si fa monaco

11 Giugno 2025
Victor Wembanyama - Ipa/Fotogramma

(Adnkronos) - Victor Wembanyama si fa... monaco. Il cestista francese, stella della Nba con i San Antonio Spurs ed eletto 'rookie dell'anno' la scorsa stagione, ha deciso di ritirarsi in un monastero buddista dopo un viaggio in Cina. La clamorosa decisione del giocatore sta scuotendo gli Stati Uniti e non solo, con le foto che ritraggono 'Wemby' con saio e testa rasata che stanno facendo il giro del web. 

Il 21enne, uno degli astri nascenti del bastet mondiale e uomo copertina del campionato americano, ha deciso di fermarsi per almeno 10 giorni in un monastero buddista nella provincia di Henan, in Cina, dopo che lo scorso febbraio era stato colpito da una trombosi venosa alla spalla che ne aveva compromesso la stagione. Wembanyama è rimasto colpito dalla vita monastica buddista, tanto da rimandare negli Stati Uniti i membri del suo staff che lo accompagnavano in questo viaggio in Cina e decidere di rimanere nel tempio, costruito oltre 1500 anni fa e noto per la disciplina, la ricerca della pace interiore e l'insegnamento del kung fu.  

Difficile dire se Wembanyama tornerà negli Stati Uniti dopo i 10 giorni concordati con gli Spurs, che si augurano, come tutti i loro tifosi, di riabbracciare presto la propria stella. 

 

Victor Wembanyama, nella stagione che ha incoronato i Boston Celtics, è stato eletto a furor di popolo ‘rookie dell’anno’ dopo aver concluso un’annata da record, la sua prima nella massima serie di basket statunitense. Il francese, 20 anni e di ruolo centro, è attualmente il più alto cestista in attività (2,21 m) e di lui il compagno di squadra Sandro Mamukelashvili dice: "Per lui il limite non è il cielo. È un alieno". Prima scelta del Draft 2023, 'Wemby' ha collezionato numeri eccezionali nella sua prima stagione in Nba, che alla fine è stata, statistiche alla mano, persino migliore di quella d’esordio di James, nel 2003. LeBron riuscì a fare meglio soltanto negli assist (6 contro 4) e nelle palle rubate (1,6 contro 1,2), per il resto Victor lo ha ‘battuto’ in tutto, dai punti fino alle stoppate e ai rimbalzi, peraltro giocando 10 minuti in meno del fuoriclasse dei Lakers. 

Il confronto con uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi serve per comprendere l’impatto che Wembanyama ha avuto sull’Nba. Il francese ha giocato 71 partite su 82, in risposta a chi aveva dubbi sulla sua tenuta fisica: in media ha collezionato 21,4 punti, 10,6 rimbalzi, 3,9 assist, 3,6 stoppate (primo in questa statistica) e 1,2 palle rubate, a cui si aggiungono medie altissime al tiro (46,5% complessivo dal campo, 32,5 dall’arco e quasi 80 dalla lunetta). Soltanto Kareem Abdul-Jabbar era riuscito a collezionare numeri migliori in ogni categoria, nel lontano 1975-76. In una partita contro i Washington Wizards poi, Wembanyama è entrato ancor di più nella storia degli Spurs diventando il primo giocatore di sempre a realizzare 50 punti con 8 triple in una singola partita. "Il mio primo pensiero è che, alla fine, voglio che le mie future prestazioni oscurino questa partita. Voglio fare in modo che, con il tempo, questa diventi una partita come le altre", ha detto Victor poco dopo la fine del match. Parole di chi, secondo molti, è destinato a dominare i parquet americani per i prossimi vent’anni. 

 

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Dazi, Lagarde: "Da commercio globale diviso in blocchi rischi per tutti"

11 Giugno 2025
Christine Lagarde - (Ipa)

(Adnkronos) - “Se il commercio globale dovesse frammentarsi in blocchi concorrenti, il commercio mondiale si contrarrebbe in modo significativo, e tutte le principali economie peggiorerebbero”. Lo ha detto la presidente della Bce, Christine Lagarde, in un intervento alla People's Bank of China, a Pechino. E dunque, “se vogliamo seriamente preservare la nostra prosperità, dobbiamo perseguire soluzioni cooperative, anche a fronte di differenze geopolitiche”, ha ammonito. 

“Le politiche commerciali coercitive non sono una soluzione sostenibile alle attuali tensioni commerciali”, ha detto ancora Lagarde, evidenziando che il protezionismo punta ad affrontare gli squilibri non risolvendone “le cause alla radice” ma erodendo “le fondamenta della prosperità globale”. E “con i Paesi ora profondamente integrati attraverso le catene di approvvigionamento globali - ma non più allineati geopoliticamente come in passato - questo rischio è più grande che mai. Le politiche commerciali coercitive hanno molte più probabilità di provocare ritorsioni e di portare a risultati reciprocamente dannosi”, ha messo in guardia Lagarde. 

Intanto, al termine di due giorni di colloqui a Londra, Cina e Stati Uniti hanno raggiunto un principio d'intesa su un "quadro" per attuare gli accordi commerciali raggiunti nelle ultime settimane. Lo ha annunciato il viceministro del Commercio cinese Li Chenggang, spiegando che le delegazioni hanno condotto "scambi professionali, razionali, approfonditi e franchi" in merito al consenso emerso nella telefonata del 5 giugno tra i due capi di Stato e agli accordi siglati a Ginevra lo scorso mese. Anche il segretario al Commercio degli Stati Uniti, Howard Lutnick, ha confermato che "è stato concordato un quadro per attuare il consenso di Ginevra", come riportato dai media americani. 

I colloqui si sono svolti in un clima di tregua, con la sospensione temporanea delle misure più dure: gli Stati Uniti hanno ridotto i dazi sulle importazioni cinesi dal 145% al 30%, mentre la Cina ha abbassato le tariffe sui beni statunitensi dal 125% al 10%. Queste misure resteranno in vigore per 90 giorni. A Londra l’attenzione si è spostata sul tema dei controlli alle esportazioni: Pechino ha recentemente introdotto restrizioni sulle terre rare e una nuova procedura per le licenze, mentre Washington ha limitato la vendita di software per la progettazione di chip avanzati e componenti aeronautici sensibili. Non è stato ancora comunicato quando e dove si terrà il prossimo round di negoziati. 

 

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Ucraina-Russia, l'ultima minaccia di Mosca: "Se Kiev non tratta perderà altri territori"

11 Giugno 2025
Vladimir Putin

(Adnkronos) - "Trattate o perderete altri territori". E' la minaccia che la Russia invia all'Ucraina attraverso le parole di Vladimir Medinsky, consigliere del presidente russo Vladimir Putin e capo della delegazione di Mosca ai colloqui con l'Ucraina, attraverso il Wall Street Journal. La mancata disponibilità di Kiev, dice Medinsky, rischia di tradursi in ulteriori perdite. Mosca, secondo esperti e analisti, sta preparando una nuova offensiva che nel corso dell'estate punta ad assestare un'ulteriore spallata a Kiev. 

Negli ultimi giorni le forze russe hanno attaccato nella regione di Dnipropetrovsk e rimane alta la tensione nell'oblast di Sumy. Vladimir Putin, in sostanza, non si accontenterebbe delle 4 regioni - Donetsk, Luhansk, Kherson, Zaporizhzhia - annesse anche se controllate solo in parte. 

"Vogliamo la pace, ma se l'Ucraina continuerà a seguire gli interessi nazionali di altri Paesi, saremo costretti a rispondere", dice Medinsky. Il funzionario sostiene che "con la Russia è impossibile condurre una guerra lunga" e cita a sostegno il precedente storico della guerra ventennale con la Svezia. 

 

Intanto, va in archivio l'ennesima notte caratterizzata da raid russi. Un attacco con droni ha colpito notte la città di Kharkiv, provocando almeno due vittime e 54 feriti, tra cui otto bambini. Lo ha riferito il sindaco Ihor Terekhov, citato dal Kyiv Independent, precisando che l’attacco ha causato danni a edifici residenziali e un vasto incendio. Secondo il sito Rbc-Ukraine, sono stati colpiti anche diversi edifici commerciali. 

L'attacco arriva a pochi giorni dal più massiccio bombardamento con droni su Kharkiv dall’inizio della guerra, che aveva già provocato numerose vittime. Situata vicino al confine russo, la seconda città dell’Ucraina è da tempo sotto costante pressione militare. 

 

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Palestina fuori dai Mondiali 2026, decisivo un rigore sospetto allo scadere - Video

11 Giugno 2025
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(Adnkronos) - Un rigore 'misterioso' in pieno recupero elimina la Palestina dalla corsa ai Mondiali 2026. Il match con l'Oman giocato a Amman, Giordania, finisce 1-1 e promuove la selezione del golfo alla fase dei ripescaggi. La Palestina, in vantaggio al 49' con Oday Kharoub, viene raggiunta al 97' su calcio di rigore trasformato da Issam Al-Sabhi. Il penalty viene fischiato per un contatto molto dubbio: l'intervento di Ahmad Taha su Mohsin Al Ghassani viene giudicato falloso dall'arbitro, il Var non può intervenire perché il direttore di gara ravvisa un contatto, seppur lieve. 

 

L'episodio finisce sotto i riflettori dei social e molti utenti gridano allo scandalo giudicando la decisione dell'arbitro totalmente ingiustificata. Nascono discussioni tra chi ipotizza un complotto anti-Palestina e chi sottolinea che l'Oman ha giocato in 10 uomini dal 73' per l'espulsione di Harib Al Saadi. 

 

 

l'Oman ha totalizzato 11 punti, mentre la Palestina si è fermata a 10. Corea del Sud e Giordania si sono qualificate direttamente alla Coppa del Mondo FIFA 2026 dal Gruppo B; Iraq e Oman hanno proseguito agli spareggi, classificandosi rispettivamente terzo e quarto. 

 

 

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Alfredino Rampi, 44 anni fa la tragedia indimenticabile del bimbo intrappolato in un pozzo a Vermicino

11 Giugno 2025
Alfredino Rampi - (Ipa)

(Adnkronos) - Sono trascorsi 44 anni dalla prima tragedia vissuta da tutta Italia in diretta televisiva, il dramma indimenticabile di Alfredo Rampi. Il bimbo di 6 anni, morto in un pozzo artesiano dopo 60 ore di disperati tentativi di riportarlo in superficie, è scolpito nella memoria di due generazioni come 'Alfredino'.  

Tutto inizia la sera del 10 giugno del 1981. I genitori del bambino, non vedendolo rientrare, lanciano l'allarme. Qualche ora più tardi un poliziotto avverte dei deboli lamenti provenire da un pozzo artesiano su via di Vermicino, che collega la via Casilina alla Tuscolana: è la voce di Alfredino. Da quel momento si susseguiranno diversi disperati tentativi di soccorso che però non avranno esito. Il 12 giugno arriva a Vermicino anche l'allora presidente della Repubblica Sandro Pertini per seguire di persona l'andamento delle operazioni che però non riusciranno a salvare la vita del bambino. Da quella sconfitta della macchina dei soccorsi, incassata nonostante gli atti di eroismo di alcuni, sono nati il dipartimento della Protezione Civile e un Centro, che porta il nome di Rampi, che oggi si occupa di informare sui rischi e intervenire in situazioni di emergenza. 

Da quella sconfitta della macchina dei soccorsi, incassata nonostante gli atti di eroismo di alcuni, sono nati il dipartimento della Protezione Civile e un Centro, che porta il nome di Rampi, che oggi si occupa di informare sui rischi e intervenire in situazioni di emergenza. 

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Michael Douglas: "Mi scuso per Trump da parte del mio Paese"

11 Giugno 2025
Michael Douglas - (Ipa)

(Adnkronos) - “Mi scuso e mi vergogno con i miei amici, con i miei vicini in Canada, in Messico o in tutti i Paesi dell’Unione europea e della Nato. Mi rendo conto che il mio Paese è responsabile del caos che regna nel mondo. Sono imbarazzato e mi scuso". A dirlo è Michael Douglas, nel corso della sua masterclass alla 71esima edizione del Taormina Film Fest, dove l’attore è stato ospite e dove gli è stato tributato il Taormina Excellence Achievement Award nel corso della serata inaugurale al Teatro Antico.  

L’attore, vincitore di due Oscar, ha accennato tra le righe al governo di Donald Trump, ma senza entrare nel merito: "Questo è un festival cinematografico ed è molto difficile passare cinque minuti senza parlare della ‘grande T’, ma preferisco non entrare nel merito - dice Douglas -. Sono nato nel 1944, e penso che questo sia il periodo peggiore che io ricordi. Sono nato alla fine della Seconda Guerra Mondiale ma nella mia vita questo è il periodo peggiore". 

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Los Angeles, coprifuoco e arresti. Trump: "Manifestanti sono animali, pagati da qualcuno"

11 Giugno 2025
Polizia in azione a Los Angeles - (Afp)

(Adnkronos) - Ancora caos a Los Angeles. Dopo l'invio dei Marines da parte del presidente Donald Trump, la sindaca Karen Bass ha dichiarato lo stato di emergenza locale e imposto un coprifuoco notturno nel centro della città, dopo diverse notti di disordini, vandalismi e saccheggi. "Ho dichiarato un'emergenza locale e imposto un coprifuoco per fermare il vandalismo e i saccheggi nel centro di Los Angeles", ha dichiarato ai giornalisti. 

Le manifestazioni sono nate in risposta a un'ondata di arresti da parte delle autorità migratorie in una città con una significativa presenza di popolazione straniera e latinoamericana.  

La misura, per tutta la notte fino alle 6 del mattino, riguarda un'area ristretta di circa 2,5 chilometri quadrati e si applica a tutti, eccetto residenti, giornalisti e operatori dei servizi di emergenza. Le proteste, inizialmente pacifiche, sono degenerate dopo il tramonto, con piccoli gruppi che hanno approfittato della confusione per danneggiare proprietà, incendiare veicoli e saccheggiare negozi. 

La polizia di Los Angeles ha annunciato dal canto suo di aver avviato arresti di massa contro gruppi di manifestanti che hanno violato il coprifuoco imposto nel centro città, dopo giorni di proteste contro la politica migratoria del governo statunitense. "Gruppi multipli continuano a radunarsi... e sono in corso arresti di massa. Il coprifuoco è in vigore", ha scritto il dipartimento di polizia su X, senza specificare il numero di fermi effettuati. 

Una manifestazione contro l’agenzia federale Ice a Lower Manhattan, nel cuore di New York, è degenerata nella notte in violenti scontri tra manifestanti e polizia, con oltre 80 arresti e scene caotiche per le strade del centro. Come riporta il New York Post, migliaia di persone si sono radunate a Foley Square per protestare contro le deportazioni in corso nella città, al grido di 'Abolire l'Ice' e "cacciare l'Ice da New York". Dopo ore di protesta pacifica, al calare del sole sono esplosi disordini, con lanci di oggetti contro gli agenti, uso di spray al peperoncino da parte della polizia e arresti brutali documentati in video. 

Tra i partecipanti anche figure istituzionali come la consigliera di Brooklyn Shahana Hanif e il Public Advocate Jumaane Williams, che hanno duramente attaccato il sindaco Eric Adams per il presunto sostegno alle operazioni Ice. "Il sindaco sta collaborando con Trump per militarizzare le nostre strade", ha dichiarato Hanif. Williams ha invece accusato la Nypd di permettere che "l'Ice rapisca persone in città". La protesta di Manhattan si inserisce in un’ondata nazionale di mobilitazioni contro l'agenzia federale, con manifestazioni simili rilevate anche a San Francisco, Seattle e Chicago, oltre ai noti disordini prolungati a Los Angeles. 

Il presidente Usa Donald Trump ha definito le proteste un’invasione da parte di un "nemico straniero" e ha ordinato l’invio di migliaia di soldati, decisione che ha innescato un duro scontro istituzionale con il governatore Gavin Newsom. 

E dopo aver descritto i manifestanti come “animali” che “portano con orgoglio le bandiere di altri Paesi”, ma non la bandiera statunitense e sostenendo che sono pagati da qualcuno, alle truppe di Fort Bragg, nella Carolina del Nord, il tycoon ha detto: "Ciò a cui state assistendo in California è un vero e proprio assalto alla pace, all'ordine pubblico e alla sovranità nazionale, portato avanti da rivoltosi che sventolano bandiere straniere con l'obiettivo di continuare l'invasione straniera del nostro Paese". 

Trump ha quindi confermato l'intenzione di estendere a livello nazionale le operazioni di espulsione di massa già attuate a Los Angeles, nonostante le forti proteste. "Li stiamo mandando via e continueremo a farlo", ha dichiarato alla stampa, avvertendo che le eventuali manifestazioni contro la linea dell'amministrazione "saranno affrontate con forza pari o superiore". 

Trump ha difeso quindi la repressione delle proteste con un messaggio chiaro al resto del Paese: "Se non avessimo reagito con forza, le rivolte si sarebbero diffuse ovunque". La nuova offensiva sugli arresti da parte dell’Ice arriva dopo pressioni interne, guidate dal vice capo di gabinetto Stephen Miller, per accelerare le deportazioni e colmare le lacune rispetto agli obiettivi dichiarati durante la campagna elettorale. 

Il presidente americano ha inoltre avvertito che eventuali manifestanti durante la parata militare di sabato a Washington saranno affrontati con "una forza molto pesante". La parata, organizzata per celebrare i 250 anni dell’Esercito statunitense e coincidente con il 79º compleanno di Trump, sarà accompagnata da imponenti misure di sicurezza, tra cui barriere già installate attorno alla Casa Bianca. Rivendicando lo spirito patriottico dell’iniziativa, Trump ha dichiarato: "Se non avessimo vinto la Seconda guerra mondiale, oggi parlereste tedesco o giapponese. Sarebbe una combinazione dei due". 

E, interpellato sulla possibilità di invocare l’Insurrection Act per rispondere alle proteste, ha ribadito che "se c’è un’insurrezione, lo farei certamente".  

Secondo il Washington Post l'amministrazione Trump si sta preparando ad avviare il trasferimento potenziale di migliaia di stranieri, illegalmente negli Stati Uniti, nella base militare di Guantanamo, a Cuba. Le operazioni dovrebbero iniziare in settimana e dovrebbero coinvolgere anche cittadini italiani. Il quotidiano afferma che "gli stranieri sotto esame" provengono anche da "nazioni europee alleate".  

Leggi tutto: Los Angeles, coprifuoco e arresti. Trump: "Manifestanti sono animali, pagati da qualcuno"

Caso Garlasco, dal frammento del tappetino al Frùttolo: l'incognita dei reperti

11 Giugno 2025
Carabinieri nella villetta dei Poggi (Fotogramma/Ipa)

(Adnkronos) - Dal frammento insanguinato del tappettino del bagno della villetta di via Pascoli ai resti mai analizzati, ritrovati nella spazzatura di casa Poggi. Domani, giovedì 12 giugno, i periti della Scientifica, nominati dal gip di Pavia, Daniela Garlaschelli - la genetista Denise Albani e il dattiloscopista Domenico Marchegiani - andranno a ritirare i reperti del delitto di Garlasco, al centro dell'incidente probatorio che inizierà il prossimo 17 giugno, nell'ambito della nuova indagine della procura di Pavia, che vede indagato Andrea Sempio per omicidio in concorso.  

I periti alle 10 di mattina sono attesi al comando Carabinieri di via Moscova, dove ritireranno uno scatolone contenente le circa sessanta fascette para-adesive, utilizzate subito dopo il delitto dal Ris di Parma per repertare altrettante impronte nella villetta. Tra queste la traccia 10, trovata sulla porta interna dell'ingresso dell'abitazione. Già esclusa l'attribuzione sia ad Alberto Stasi, il fidanzato della vittima condannato in via definitiva per l'omicidio, sia al nuovo indagato Andrea Sempio. L'impronta non è nemmeno della compagnia di persone che frequentava la villetta di Garlasco, incluse le gemelle cugine della vittima Stefania e Paola Cappa.  

La speranza è che dalla para-adesiva della traccia 10 e dalle altre fascette si possa estrarre del materiale biologico, per una possibile comparazione con il Dna. Lo scatolone, che contiene le 58 para-adesive, tornate a Vigevano dopo le analisi del Ris di Parma, non è mai stato aperto dai carabinieri del nucleo investigativo di Milano, diretti dai comandanti Antonio Coppola e Fabio Rufino. Ad accompagnarlo un verbale che ne attesta il contenuto.  

Nel pomeriggio i periti della Scientifica andranno poi all'Istituto di Medicina Legale di Pavia, dove sono conservati da quasi 18 anni i tamponi prelevati a Chiara Poggi e diversi oggetti raccolti nella villetta di via Pascoli, che saranno al centro dell'incidente probatorio al via il 17 giugno. Innanzitutto il frammento del tappetino del bagno con l'impronta insanguinata, lasciata dall'assassino. E poi la spazzatura mai analizzata, la confezione di Estathé, il Frùttolo, i cereali, i biscotti e i cucchiaini. Forse la colazione che la mattina del 13 agosto Chiara Poggi consumò con il suo o - stando alla nuova indagine della procura di Pavia - i suoi assassini.  

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Italia-Romania: orario, probabili formazioni e dove vederla in tv (in chiaro)

11 Giugno 2025
Cesare Casadei - Ipa/Fotogramma

(Adnkronos) - Oggi, mercoledì 11 giugno, l'Italia scende in campo negli Europei Under 21. La Nazionale guidata da ct Carmine Nunziata affronta la Romania nella prima giornata del girone A, completato da Spagna e dalla Slovacchia padrona di casa. Si gioca a Trnava, a circa 50 chilometri dalla capitale Bratislava, nei quattro precedenti agli Europei U21 tre vittorie per gli Azzurrini e un pareggio, con l’ultima sfida tra le due compagini nel 2021 a Frosinone, un’amichevole che ha visto l’Italia imporsi 4-2. 

 

La sfida tra Italia e Romania è in programma oggi, mercoledì 11 giugno, alle ore 21. Ecco le probabili formazioni: 

Italia (4-3-2-1): Desplanches; Zanotti, Ghilardi, Bertola, Angori; Casadei, Prati, Pisilli; Baldanzi, Fazzini; Ambrosino. Ct. Nunziata 

Romania (4-2-3-1): Hindrich; Sirbu, Ignat, M. Ilie, Borza; Akdag, Mihai; R. Ilie, Stoica, Corbu; Munteanu. Ct. Pancu 

 

Italia-Romania, come tutte le partite degli Azzurrini agli EuropeI Under 21, saranno trasmesse in diretta televisiva e in esclusiva, in chiaro, su Rai 2. Sulla Rai saranno visibili inoltre altre tre partite della fase a gironi, su Rai Sport, e tutte le sfide dei quarti di finale, le semifinali e la finale. Tutti i match saranno disponibili anche in streaming su RaiPlay. 

 

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Washington Post: "Usa deportano europei a Guantanamo, anche italiani"

11 Giugno 2025
La base di Guantanamo

(Adnkronos) - L'amministrazione di Donald Trump si sta preparando ad avviare il trasferimento potenziale di migliaia di stranieri, illegalmente negli Stati Uniti, nella base militare di Guantanamo, a Cuba. Le operazioni dovrebbero iniziare in settimane, come riferisce il Washington Post, e dovrebbero coinvolgere anche cittadini italiani. Il quotidiano afferma che "gli stranieri sotto esame" provengono anche da "nazioni europee alleate". La listra comprende Regno Unito, Italia, Francia, Germania, Irlanda, Belgio, Paesi Bassi, Lituania, Polonia, Turchia e Ucraina. L'elenco comprende anche paesi extraeuropei, con molti soggetti provenienti in particolare da Haiti. 

Il WP si basa su documenti condivisi da fonti anonime e sottolinea che il tema è considerato "altamente sensibile". "L'amministrazione probabilmente non informerà i governi stranieri, in relazione agli imminenti trasferimenti nella celeberrima struttura militare, compresi stretti alleati degli Stati Uniti come Regno Unito, Germania e Francia". 

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Caldo super in arrivo, metà giugno di fuoco: previsioni meteo

11 Giugno 2025
image

(Adnkronos) - Il caldo domina. I giorni veramente roventi, secondo le previsioni meteo, devono ancora arrivare: a metà giugno l'anticiclone 'darà fuoco' all'Italia da Milano a Roma, da Napoli a Palermo.  

"Nei prossimi giorni arriverà una potente ondata di caldo sull’Italia. L'attore principale di questa fiammata sarà il famigerato anticiclone africano, denominato Scipione che, dalle zone desertiche di Marocco e Algeria, si allungherà verso l'Europa e il mar Mediterraneo, inglobando di conseguenza anche il nostro Paese", dice Matteo Gussoni, meteorologo di ilMeteo.it, all'Adnkronos. 

"Analizzando nel dettaglio questa avanzata dell'alta pressione si notano chiaramente le caratteristiche intrinseche dell'onda calda in questione: si tratta di una massa d'aria di matrice subtropicale che provocherà, oltre ad una stabilità atmosferica, con tanto sole, anche un'impennata delle temperature", afferma. 

I giorni più roventi da segnare sul calendario sono quelli del weekend alle porta. "Nel periodo compreso tra venerdì 13 e domenica 15 giugno, si prevedono temperature estreme: città come Bologna, Padova, Milano, Rovigo, Terni toccheranno almeno i 34-35 gradi, Roma 36 gradi, Firenze e Foggia addirittura i 38. E attenzione: nelle zone interne di Sardegna e Sicilia la colonnina di mercurio salirà fino a raggiungere i 40-42", le previsioni dell'esperto. 

Caldo soffocante di giorno e di notte: "Sarà una fase meteo davvero importante, con condizioni di afa persistente ed opprimente che renderanno l’atmosfera particolarmente pesante. Farà molto caldo anche di notte: si prevedono temperature minime superiori ai 20 gradi in molte città italiane: saremo dunque in presenza delle cosiddette 'notti tropicali' (quando cioè la temperatura non scende mai sotto i 20 gradi nemmeno di notte). Questo fenomeno, ormai sempre più frequente nei mesi estivi, rappresenta un chiaro segnale dell’intensificazione delle ondate di caldo". 

Il caldo si estenderà anche ai mari. "Raggiungeranno valori anomali per essere solamente ad inizio giugno: entro domenica sono previsti picchi massimi intorno ai 27 gradi su Mar Ligure, alto Adriatico e sul basso Tirreno. Stiamo parlando di un'anomalia di circa +4/5 gradi rispetto a quanto ci si aspetterebbe in questo periodo dell'anno, un dato piuttosto allarmante segno evidente dei cambiamenti climatici in atto che di fatto sta trasformando il mar Mediterraneo in un bacino dalle caratteristiche tropicali", spiega ancora. 

La settimana si profila rovente, ma la situazione potrebbe anche cambiare in peggio. "Per il momento questa sarà la settimana più calda di giugno; vedremo nei prossimi mesi come proseguirà la stagione estiva. Gli ultimi aggiornamenti del centro europeo propendono per un'estate rovente con temperature diffusamente oltre le medie climatiche a luglio e agosto e quindi nuove ondate di calore in arrivo sull’Italia". 

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Referendum e tensioni dopo voto, nel Pd per ora no alla resa dei conti

11 Giugno 2025
Elly Schlein

(Adnkronos) - A metà pomeriggio compare anche l'inedito: il selfie sfottò. Ed è la premier Giorgia Meloni a inaugurarlo via social. Destinataria la segretaria del Pd. "Elly Schlein dice che i voti del referendum dicono no a questo Governo…", la didascalia di un sorriso raggiante. La diretta interessata ribatte via social ripostando un commento di Meloni quando chiedeva "rispetto" per chi aveva votato nel referendum del 2016. "La coerenza, questa sconosciuta", scrive Schlein.  

L'esito del referendum, però, lascia strascichi. Nel Pd e non solo. Oggi Riccardo Magi punta il dito contro gli alleati sulla cittadinanza. "Una parte significativa del Movimento Cinque Stelle non ha sostenuto questo referendum", sostiene il segretario di Più Europa. Parole alle quali Giuseppe Conte replica: la battaglia è giusta ma lo strumento del referendum "ci ha lasciato perplessi e lo ritenevamo sbagliato". 

Freddo sul quesito anche un "pezzo di elettorato democratico", l'accusa di Magi. Lo conferma anche l'analisi dell'Istituto Cattaneo secondo cui tra il 15 e il 20% degli elettori Pd alle europee del 2024 ha votato no al quesito. "Questo deve portare a una discussione politica tra le forze della coalizione di opposizione che si definiscono progressiste", incalza Magi.  

Intanto, quella interna al Pd non sembra alle viste. Il confronto in direzione, sollecitato dai riformisti, non dovrebbe essere calendarizzato in tempi brevi come lasciava intendere in giornata alla Camera un dirigente dem. E oggi non si è tenuta la riunione dell'area Bonaccini, Energia Popolare, di cui ieri si vociferava. La volontà della componente, almeno di una parte, è quella di evitare una "resa dei conti". Lo dice Dario Nardella: "Il referendum è fallito. Non servono giri di parole. Ma ora niente resa dei conti. Serve capire davvero il messaggio degli italiani e migliorare, anche cambiando schema".  

Da parte sua, la segretaria Schlein valorizza i 13 milioni di sì, difende la scelta di aver appoggiato i referendum sul lavoro e insiste sulla linea tracciata fin qui: "Noi possiamo battere la destra, ma non rincorrendola sulla sua agenda. Questo è un errore che molti partiti socialdemocratici hanno commesso negli anni. Ogni volta che li inseguiamo loro crescono, dobbiamo offrire un’alternativa", ha detto oggi pomeriggio intervenendo alla alla 'Seconda conferenza internazionale sulla giustizia sociale' organizzata dall'Alexis Tsipras Institute. Una tesi non proprio coincidente con il fronte 'duro' della minoranza dem. "Quella identitaria è una scelta che è sempre stata avversa alle forze progressiste", dice Pina Picierno. 

In mattinata era stato Igor Taruffi a ribattere proprio alla vicepresidente del Parlamento europeo che ha definito il referendum un "regalo a Meloni". Per il responsabile Organizzazione della segreteria Schlein "parlare di regalo alla destra è sbagliato. Sul lavoro il Pd ha imboccato la strada giusta. Il regalo alla destra" semmai, dice Taruffi, "si è fatto negli anni passati quando si è rotto il rapporto con il nostro popolo". L'analisi dell'Istituto Cattaneo da ragione ai vertici Pd che hanno sempre evidenziato l'aderenza dell'elettorato dem ai quesiti referendari: "Il 'relativo successo' del Sì sul reintegro dei lavoratori licenziati è dovuto innanzitutto alla massiccia adesione degli elettori Avs, M5S, Pd. Con qualche defezione marginali tra i dem". 

 

Intanto, gli analisti fanno anche i conti sulla 'soglia alternativa' al quorum indicata dal centrosinistra: superare i 12 milioni e 300mila ottenuti dalla destra nel 2022. La 'soglia' è stata superata nel quesiti sul lavoro solo contando anche il voto degli italiani all'estero. "Considerando esclusivamente i voti degli elettori residenti in Italia, il centrodestra nel 2022 aveva ottenuto 12,3 milioni di voti, mentre i sì ai 4 referendum sul lavoro sono stati in media 12,1 milioni - si legge in una nota di Youtrend - e i sì al quesito sulla cittadinanza sono stati circa 9 milioni. 

I voti ottenuti dal centrodestra alle politiche sono quindi superiori ai sì ottenuti in entrambi i referendum. Se invece si considerano anche i voti dei residenti all'estero, il centrodestra nel 2022 aveva ottenuto 12,6 milioni di voti e la media dei sì sui quattro quesiti sul lavoro è di 12,9 milioni, superando quindi di poco (circa 300 mila voti) i voti ottenuti dal centrodestra alle elezioni 2022''.  

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Trump manda Marines a Los Angeles contro "nemici stranieri", California dal giudice: "Va fermato"

11 Giugno 2025
Donald Trump a Fort Bragg

(Adnkronos) - La California si è rivolta a un tribunale per chiedere un'ordinanza restrittiva per impedire il dispiegamento di truppe statunitensi nelle strade di Los Angeles, dopo che il presidente Donald Trump ha inviato i Marines e la Guardia Nazionale per i disordini legati alle operazioni contro gli immigrati illegali. 

"Ci sono state notti terribili. C'erano persone che hanno demolito il cemento armato con enormi martelli e hanno lanciato blocchi contro la polizia. Se non fossimo intervenuti, Los Angeles in questo momento sarebbe in fiamme. In alcune aree si può dire che ci sia stata un'insurrezione. Sono animali, sono nemici arrivati dall'estero. L'amministrazione Biden ha permesso che entrassero", le parole di Trump, che non esclude il ricorso all'Insurrection Act con il conseguente impiego dell'esercito, davanti ai soldati durante la visita a Fort Bragg. 

 

Mentre il presidente parla, circa 700 Marines attendono ordini dal Comando Settentrionale e completano l'addestramento nell'area di Los Angeles. Come riferisce la Cnn, il battaglione deve perfezionare il training relativo al controllo di disordini in ambito urbano e stabilire le regole di ingaggio e il livello di forza eventualmente da impiegare. Secondo l'emittente, viene previsto lo scenario nel quale i Marines dovrebbero effettuare arresti solo in circostanze estremamente particolari - in caso di de-escalation fallita - con un iter che prevede la consegna dei soggetti alle forze dell'ordine appena possibile. 

 

"Mandare combattenti addestrati in strada è senza precedenti e minaccia il cuore stesso della nostra democrazia", ha dichiarato il governatore Gavin Newsom. "Donald Trump si sta comportando come un tiranno, non come un presidente. Chiediamo alla Corte di bloccare immediatamente queste azioni illegali", ha detto Newsom. Un giudice federale di San Francisco non ha accolto la richiesta della California di bloccare con effetto immediato la decisione del presidente e ha fissato un'udienza per giovedì. 

 

"Il governatore e il sindaco di Los Angeles sono incompetenti. Se il governatore non riesce a gestire questa situazione, forse non dovrebbe fare il governatore. Ci ho parlato un giorno fa, gli ho detto che deve fare un lavoro migliore. Se non avessimo mandato la Guardia Nazionale, Los Angeles ora brucerebbe", ha ripetuto Trump. 

"Lì ci saranno le Olimpiadi 2028, non vogliamo che la gente veda una situazione del genere. Questa gente è pagata per creare disordini, sono animali. Avete visto le persone che hanno lanciato pietre contro le auto della polizia? La Guardia Nazionale aveva bisogno di un aiutino extra, abbiamo mandato un certo numero di Marines", le parole del presidente, contestate da Newsom. "Non c'è stata alcuna chiamata. Nemmeno un messaggio in segreteria - la posizione del governatore - Gli americani dovrebbero essere allarmati da un presidente che schiera i marines per strada e non sa nemmeno con chi parla". 

Il presidente tira dritto e conferma l'intenzione di estendere a livello nazionale le operazioni di espulsione di massa già attuate a Los Angeles. "Li stiamo mandando via e continueremo a farlo", ha spiegato, avvertendo che le eventuali manifestazioni contro la linea dell'amministrazione "saranno affrontate con forza pari o superiore". 

 

 

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Belve Crime, Bossetti: "Ho tentato il suicidio. Yara? Prego per lei ogni giorno"

11 Giugno 2025
Massimo Bossetti - Stefania Casellato

(Adnkronos) - A 11 anni dal suo arresto per l’omicidio di Yara Gambirasio, Massimo Bossetti parla dal carcere di Bollate con Francesca Fagnani, nel corso di un’intervista rilasciata a'Belve Crime' andata in onda oggi, martedì 10 giugno.  

Il 12 ottobre del 2018 la Cassazione ha confermato la condanna all’ergastolo di Massimo Bossetti: colpevole, secondo tre gradi di giudizio, dell’omicidio della tredicenne di Brembate. Ancora oggi, dopo 11 anni dal suo arresto, lui continua a proclamarsi innocente. “Sopravvivo all’ingiustizia che sono costretto a vivere ogni giorno”, ha dichiarato. "Non sento alcuna colpa addosso. Ma sì, porto l’etichetta del mostro. Anche se venissi prosciolto, resterà tatuata sulla mia testa fino alla fine dei miei giorni”. 

I genitori di Yara, quando Bossetti è stato arrestato hanno dichiarato: "Nessuno ci darà indietro Yara, ma ora almeno sappiamo chi è stato". "Il dolore di un genitore che perde un figlio è terribile, tremendo. La giustizia però non è stata fatta, quella che si dovrebbero meritare non è ancora arrivata", dice Bossetti. 

"Che rapporto ha con la verità?", lo incalza Fagnani. “Non c’è verità possibile per chi non vuole ascoltare. A prescindere dal reato, di bugie ne ho dette nella mia vita. Ma chi non le dice?“ Nel cantiere, dove lavorava, veniva etichettato come “Il Favola”. "Si perché mi assentavo spesso, lo ammetto, dicendo di avere dei tumori al cervello. Ma ho inventato questa balla perché non venivo pagato da 4 mesi. Unica scusa plausibile per assentarmi", ha detto. 

Nonostante la verità processuale, parte dell’opinione pubblica ha un pensiero diverso su Bossetti: "Ricevo ancora tante email e lettere in carcere e dopo la serie su Netflix sono aumentate. Mi supportano, mi incoraggiano. E io rispondo, li ringrazio", dice.  

“Lei come riesce a resistere?”, chiede Fagnani. “La rabbia è tramutata in forza e la forza viene alimentata dai miei familiari, che non mi hanno mai abbandonato”. Si impazzisce, dice Bossetti, “ma non bisogna farsi prendere dal contesto”. 

Durante le indagini è emerso che durante la settimana andava a farsi delle lampade, un dettaglio che Bossetti aveva nascosto alla moglie Marita Comi: "Andavo due, tre volte al mese. Non mi sembrava il caso di parlarne con mia moglie, perché c’erano tanti problemi economici. L’ho sempre negato per preservare il rapporto". Ricorda il matrimonio con Marita Comi come "felice, finché non ho saputo in carcere dei suoi tradimenti". A rivelarlo fu il pubblico ministero in aula.  

Oggi il rapporto con Marita è ancora solido: "Mia moglie è sempre al mio fianco. Fisicamente no, però la sento ancora al mio fianco. Ci sentiamo sempre, sento il suo sostegno, il suo appoggio, mi ha sempre detto di rimanere forte. È convinta della mai innocenza, sa chi sono". E i figli? "Vengono a trovarmi ogni settimana". 

"Quando mi hanno detto dell'infedeltà di mia moglie, mi sono gelato. Cosa c’entrava dire cose private in un’aula pubblica? Il giorno dopo ho visto mia moglie. Le chiesi di dirmi la verità, lei lo ha ammesso e io sono partito in bestia. La testa è partita", dice Bossetti che ricorda quella confessione come la ferita più grande della sua vita: "Ho tentato il suicidio appena tornato in cella. Sono stato ritrovato con la testa immersa nel lavandino e un cintura al collo. Mi hanno portato in infermeria e mi hanno salvato. Di fronte a un forte dramma non ho pensato ai miei figli, ma non ci ho capito più nulla". 

A quel punto Fagnani lo incalza, e gli fa notare di aver compiuto quel gesto "inconsapevolmente", collegando il tentativo di suicidio di Bossetti – un gesto apparentemente rimosso – al cuore dell’intera vicenda: l’omicidio di Yara Gambirasio. "Ha capito dove voglio arrivare? Lei non si ricorda come l’ha fatto. Le motivazioni possono essere tantissime. Magari anche in un’altra occasione può essere successo qualcosa di simile". "No assolutamente, non paragoniamo le due cose", replica Bossetti.  

Bossetti racconta in modo drammatico il giorno in cui venne arrestato: "Stavo lavorando, sento chiamare dal capo cantiere. Scendo e mi trovo davanti 40 persone. Un carabiniere mi ordina di inginocchiarmi. Ho sentito una mano stringermi il collo. È stato disumano, vergognoso. Nessuno mi spiegava nulla". E smentisce più volte di aver tentato la fuga: "Stavo solo cercando di scendere dalla botola, non è come pensate". 

Nelle ore in cui Yara scomparve, Bossetti non è riuscito a dare un alibi. "Non ricordo dove fossi. Era un giorno normale. So solo che pioveva e il telefono era scarico". Ci sono dei movimenti bancari, continua a ribadire, ma resta un vuoto in quelle ore. "Quel giorno ho fatto commissioni, ma non ricordo i dettagli". 

Dopo il ritrovamento del corpo, le indagini si concentrano su una traccia di DNA rinvenuta sugli indumenti di Yara, etichettata come "Ignoto 1", associato a Bossetti. "Le analisi sono state fatte più volte ed è sempre emerso il suo Dna, sugli slip e sui leggings di Yara". Bossetti replica: "È tutto assurdo, anomalo e incompreso".  

Fagnani incalza: "Non per la scienza, capisce? Non per la scienza né per la legge". "Il Dna nucleare, cosa evidenzia?", dice Bossetti. "Il Dna nucleare evidenzia in modo univoco l'identità di una persona", sottolinea Fagnani. "Il Dna nucleare che normalmente si dovrebbe disperdere a poche settimane, invece era ancora presente", dice Bossetti. "E neanche poco", interviene la conduttrice.  

"Il Dna mitocondriale che è risaputo da tutti, che non si può disperdere, non c'è", aggiunge Bossetti. "Però il valore legale e forense ce l'ha il Dna nucleare, è quello che stabilisce l'identità delle persone. E purtroppo per lei e pure per Yara c'era il suo", fa notare Fagnani. "Però, scusi, poi c'è una domanda banalissima da fare: ma il suo Dna, come ci è finito sugli slip di Yara?", chiede Fagnani. "È quello che vorrei capire anche io", conclude Bossetti. “Quel dna non può rappresentarmi. Io Yara non l’ho mai vista. Che tipo di aggancio poteva avere un uomo di 40 anni con una bambina di 13 anni?”. 

"Lei potrebbe mai confessare avendo tre figli e sapendo quello che comporterebbe", chiede Fagnani. "Se io fossi stato l’autore del delitto, non avrei esitato un secondo a confessare. Non è il mio caso, non so più come dirlo", ribadisce. 

"Io non ho visto l’esito scientifico, ho diritto di poterlo vedere e di rifarlo. Non ho eseguito io personalmente il test", dice Bossetti. "Non si può pensare a un complotto contro una persona. Hanno trovato un dna che non si può inventare", continua Fagnani. 

"A Yara rivolgo un pensiero ogni giorno, prego sempre per lei. Io la tirerò sempre in ballo, né io né Yara abbiamo avuto una meritata giustizia, per questo la citerò sempre", continua l'uomo.  

"Un giorno che vuole rivivere per sempre?". "Il giorno in cui mi sono sposato e il giorno in cui mia moglie ha dato alla luce mio figlio". E il giorno che cambierebbe? "Quello dell’arresto", risponde senza esitazioni. 

Crede in Dio? "Io ho sempre creduto in Dio. Chiedo aiuto, non perdono, chiedo sostegno. Non c’ho nulla da perdonare".  

Cosa si aspetta quando uscirà? "Non riesco a vedere un futuro per me, il destino mi porterà chissà dove. La vita è imprevedibile per natura", conclude.  

 

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