(Adnkronos) - Computer di ultima generazione, connessione alla fibra super veloce, esperti informatici e spid: è quanto serviva a una organizzazione con base in provincia di Napoli per "inquinare" il clickday previsto dal Decreto flussi e permettere anche al clan Fabbrocino, la camorra dell'area Nolana, di guadagnare illegalmente sulle pratiche. E' quanto emerge da un'inchiesta della Direzione distrettuale Antimafia di Napoli, con il procuratore Nicola Gratteri, l'aggiunto Michele Del Prete e il sostituto Giuseppe Visone, che ha analizzato oltre 40mila domande di permesso di soggiorno temporaneo per motivi di lavoro presentate dal 2023.
L'indagine ha attirato l'attenzione della premier Giorgia Meloni che, un anno fa, aveva presentato un esposto alla Procura nazionale antimafia e antiterrorismo proprio per denunciare gravi irregolarità nel sistema del 'click day' per i permessi di soggiorno. Una denuncia fatta, ha ricordato oggi la presidente del Consiglio, "mentre molti gridavano allo scandalo e ci accusavano di fare propaganda". "Avevamo ragione. E avevamo il dovere di denunciare", rivendica Meloni.
Sono 34 le persone arrestate (11 in carcere, 23 ai domiciliari) dagli agenti della Squadra mobile della Questura di Napoli nell'operazione che, come ha sottolineato la premier, ha smantellato una rete organizzata e criminale "grazie al lavoro della magistratura e delle forze dell'ordine".
In totale 45 gli indagati, a vario titolo, nell'inchiesta: tra i reati contestati associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina pluriaggravato, estorsione aggravata dal metodo mafioso, falso ideologico e truffa. A capo dell'organizzazione ci sarebbero tre avvocati, in un giro da diversi milioni di euro che avevo permesso ad uno di loro di acquistare una Ferrari, ieri sequestrata dalla Polizia di Stato.
Il sistema prevedeva diverse complicità. Innanzitutto dei procacciatori di cittadini extracomunitari, in gran parte del Bangladesh, desiderosi di ottenere l'approdo in Italia e il visto. Per arrivare al documento - spesso neanche ritirato dai migranti - bisognava passare da un trafila. Prima il Caf di riferimento, gestito da uno dei 3 avvocati, secondo l'accusa. Poi, grazie agli accessi Spid forniti da 11 imprenditori compiacenti (alcuni ignari di ciò che accadeva) che simulavano la volontà di assumere manodopera proveniente dall'estero, la connessione super veloce permetteva di caricare decine di domande per richiedere la regolarizzazione degli immigrati.
Il tutto, scavalcando chi effettivamente ne aveva necessità. Dopo circa 30 giorni, con il silenzio-assenso arrivava il nulla osta che permetteva il passaggio successivo, quello del visto. Per ogni pratica, hanno ricostruito gli investigatori, il costo oscillava dai 2-3mila euro per iniziare, fino ai 10mila per il completamento dell'iter. Su 160mila pratiche presentate in Italia, 40mila sono state istruite in Campania e circa 4mila dall'organizzazione sgominata ieri tra San Giuseppe Vesuviano e Ottaviano.
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(Adnkronos) - Alessio e Sonia M. sono la prima coppia ufficiale di Temptation Island, il reality show di Canale 5 condotto da Filippo Bisciglia. "Prossimamente su Canale 5", scrive il profilo ufficiale del programma sui social a corredo di un filmato che presenta la primissima coppia. Lui ha 39 anni e lei 48: ecco chi sono e cosa fanno nella vita Alessio e Sonia.
Sono entrambi avvocati. Il primo a scrivere al programma è stato proprio Alessio e alle telecamere di Temptation Island ha spiegato il motivo: "Il nostro rapporto è turbolento e quindi io vivo le nostre giornate quotidiane con un mix di emozioni pressoché negative che mi fanno soffrire", ha detto.
Un sentimento condiviso anche dalla fidanzata Sonia M. che rivela: "Forse avrei dovuto scrivere io perché nell'arco degli ultimi due anni io ho notato da parte sua un allontanamento. Una serie di comportamenti e atteggiamenti che mi fanno dubitare del suo amore nei miei confronti”.
Sonia ritiene di amarlo e di averglielo dimostrato negli anni: "L'ho aiutato quando è diventato avvocato. Esercita anche adesso in casa mia". Ammette, però, di non voler ricadere negli errori del passato: "Ho subito una relazione che mi ha fatto soffrire in quanto ho ritenuto di essere stata usata e a oggi non voglio più sbagliare".
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(Adnkronos) - "A Termini Imerese non c'è soltanto la realizzazione di un terminal container ma c'è la ricostruzione di un porto, finalmente un'infrastruttura in cui crediamo molto e in cui stiamo investendo 186mln. Un porto, come quello di Palermo, multifunzionale in cui non ci sarà un luogo chiuso che vedrà solo movimentazione di merci e di contenitori ma un porto aperto che sarà in grado di ospitare la città, i termitani e anche tanti turisti". Così il presidente dell'Adsp del Mare di Sicilia occidentale Pasqualino Monti parlando a margine della conferenza stampa di presentazione del terminal container del porto di Termini Imerese. "Abbiamo in itinere tutta la parte della nautica da diporto e del porto turistico - ha aggiunto - per cui, come abbiamo sempre fatto, siamo convinti di rispettare i tempi contrattuali, ovvero giugno 2026".
(Adnkronos) - "Con l'apertura del terminal container, Termini Imerese si pone oggi come polo logistico strategico del Mediterraneo. Torneremo ad occupare il posto che alla nostra città spetta, non soltanto in Sicilia ma al centro del Mediterraneo". Cosi il sindaco di Termini Imerese Maria Terranova parlando a margine della conferenza stampa di presentazione del nuovo terminal container del porto che si è tenuta nella sede dell'Adsp del Mare di Sicilia occidentale a Palermo. "Dal primo incontro nell'ottobre del 2020 con il presidente (dell'Adsp del Mare di Sicilia occidentale ndr) Monti - ha aggiunto - abbiamo condiviso una visione: lo sviluppo di Termini Imerese, che per anni aveva faticato soprattutto dopo la chiusura della Fiat, doveva ripartire necessariamente dal suo porto. Oggi celebriamo questa giornata: l'utilizzo del porto di Termini in tutte le sue vocazioni, quella commerciale e quella turistica".
La situazione di Blutec a Termini Imerese “ci preoccupa. Dall'ultimo incontro avvenuto lo scorso anno al Ministero con il ministro Urso, non abbiamo più notizie. Non è mai stato presentato il piano industriale di Pelligra e neppure la Regione ha notizie chiare. A febbraio era previsto un incontro a Termini Imerese con il ministro Urso ma poi non si è concretizzato. Stiamo continuando a chiedere un incontro anche in assessorato regionale perché il territorio merita di avere risposte. Noi stiamo lavorando ma dall'altra parte vorremmo avere una chiarezza istituzionale che in quest'ultimo periodo sta mancando".
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(Adnkronos) - Una navigazione inclusiva a vela con le imbarcazioni confiscate dall’autorità giudiziaria alle attività illegali e affidate alla Lega navale italiana, che ritrovano una nuova vita e impiego nei valori di legalità, nella prevenzione sanitaria, nella solidarietà e nell’inclusione sociale per un mare senza barriere di ordine sociale, economico e fisico. Anche quest’anno, con questo obiettivo, salperà domani, 12 giugno, la terza edizione di ‘Vela & Salute’, crociera socio-solidale promossa dalla Lega navale italiana (Lni) con le sue strutture periferiche della Sicilia orientale e da Arnas Garibaldi di Catania.
La navigazione si svolgerà su 2 differenti rotte convergenti e si concluderà nel porto di Catania. Nello specifico - informa una nota - la partenza delle 2 rotte avverrà domani dai porti di Capo D’Orlando e da Pozzallo e quindi, da Nord toccando i porti di Capo D’Orlando, Milazzo, Messina, Riposto, Aci Trezza e Catania e, da Sud, da Pozzallo, Marzamemi, Siracusa, Augusta e Catania. In ogni porto, le locali Sezioni della Lega Navale svolgeranno attività socio-solidali, di inclusione in favore delle persone con disabilità, di prevenzione sanitaria sulla talassemia e di sensibilizzazione sulla donazione del sangue. Nel corso dell’ultima sosta a Catania, il 20 giugno, presso la sala Dusmet dell’ospedale Garibaldi di Catania è previsto il convegno 'Talassemie e drepanocitosi: dall’importanza della prevenzione alle possibilità di trattamento oggi … con uno sguardo al futuro!', organizzato da Arnas Garibaldi.
Anche questa edizione di Vela & Salute, che si concluderà il 21 giugno nel porto di Catania, si svolge nell’ambito della campagna nazionale ‘Mare di Legalità’, con il coordinamento della presidenza nazionale della Lega Navale italiana tramite il delegato per la Sicilia-Orientale, contrammiraglio Agatino Catania e grazie al coinvolgimento organizzativo ed operativo delle 13 strutture periferiche della Lega navale Italiana della Sicilia orientale. Vela & Salute gode del patrocinio dell’Assemblea Regionale Siciliana, dei Comuni di Catania e di Pozzallo, e di altre istituzioni ed enti che parteciperanno alle attività nei 10 porti raggiunti durante la navigazione socio-solidale, tra cui il Centro siciliano di riabilitazione, Aias, Aipd, 20novembre1989 Onlus e Scout europei. Quest’anno saranno coinvolti circa 150 soci volontari della Lni in mare e a terra e parteciperanno alla navigazione solidale ben 12 ‘barche della legalità’, alcune della quali già intitolate a vittime della mafia o del terrorismo: Lion (Lni Sant’Agata Militello) dedicata al sindacalista Placido Rizzotto; Blue Angel (Lni Messina) all’avvocato Nino d’Uva; Lady Marianna (Lni Riposto) alla magistrata Francesca Morvillo e agli agenti della scorta di Falcone, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani; Stubborn (Lni Aci Trezza) al giornalista Pippo Fava; Lighea (Lni Brucoli-Augusta) al giornalista Peppino Impastato; Ionia (Lni Catania) all’imprenditore Libero Grassi, oltre ad Azzurra (Lni Patti), Caliente (Lni Catania), Gloria (Lni Marzamemi-Pachino), Vitae (Lni Pozzallo), Ianez e Milva (Lni Riposto) che saranno intitolate ad altrettanti ‘eroi della legalità’ nel corso del 2025.
Nella seconda edizione, svoltasi nel maggio del 2024 con le medesime modalità, sono stati portati in mare 970 persone tra giovani fragili, scolaresche, pazienti e personale sanitario per la sensibilizzazione alla prevenzione sanitaria, con spirito di equipaggio solidale ed inclusivo per un mare senza barriere di ordine sociale, economico e fisico.
"L’iniziativa Vela & Salute - afferma Donato Marzano, presidente nazionale della Lni - è uno dei progetti ormai consolidati della campagna ‘Mare di Legalità’ e coniuga i compiti istituzionali di promozione della cultura marittima attraverso la navigazione con le barche sottratte al malaffare e dedicate dalla Lega navale alla memoria di eroi del quotidiano uccisi dalle mafie e dal terrorismo, alla prevenzione sanitaria, ai valori e alle azioni concrete in favore dell’inclusione sociale e alla promozione della legalità. ‘Mare di Legalità’ vede oggi l’impiego, lungo tutte le coste italiane, di 25 barche sequestrate alla criminalità organizzata e assegnate alla Lni per lo svolgimento di attività istituzionali. Il nostro obiettivo è portare all’attenzione dei cittadini, in particolare dei più giovani, e delle istituzioni, l’importanza di educare alla legalità e al rispetto delle regole, coinvolgendo tutti in iniziative di pubblico interesse nell’ambito della diffusione della cultura e delle tradizioni marittime, della promozione sociale, dello sport senza barriere, della formazione nautica e della salvaguardia ambientale, com’è nello spirito e nella missione della Lega navale italiana da 128 anni".
Aggiunge il contrammiraglio Catania, delegato Lni per la Sicilia orientale e coordinatore di Vela & Salute: "La terza edizione di Vela & Salute rappresenta un importante caposaldo della programmazione delle attività della Lega navale e con l’esperienza acquisita conferma l’impegno delle donne e uomini soci della Lni, votato sempre al rispetto del mare ma soprattutto all’abbattimento di ogni barriera di accesso a esso. Il successo del format progettuale si basa sulla volontaria disponibilità dei soci coordinati da ciascun presidente di sezione Lni e dall’impegno profuso nel mantenimento in efficienza degli assetti nautici in disponibilità. Infine, il tema inclusivo e di prevenzione sanitaria - conclude - si fonde con il fondamentale messaggio di legalità".
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(Adnkronos) - Un uomo di 51 anni residente a Bologna è morto mentre si trovava in vacanza a Riccione con le figlie, probabilmente a causa di un malore che lo ha colpito mentre trascorreva momenti di relax presso il bagno 88 del litorale cittadino. Il fatto è avvenuto nel primo pomeriggio di lunedì, quando Giangiacomo Giorgi si trovava in spiaggia in compagnia delle due figlie, che lo hanno visto sprofondare sott’acqua mentre stava facendo il bagno a pochi metri dalla riva. Secondo quanto ricostruito dalla Capitaneria di Porto di Riccione - intervenuta tempestivamente assieme ai soccorritori del 118 - i tre stavano giocando in acqua quando l’uomo ha perso conoscenza.
Le urla delle figlie hanno allertato il bagnino di turno, che ha provato a rianimare il turista con un massaggio cardiaco durante i pochi secondi intercorsi prima dell’arrivo dell’ambulanza. In pochi attimi è intervenuta anche un’automedica e sono stati effettuati diversi tentativi di rianimazione con l’utilizzo del defibrillatore. Purtroppo tutto si è rivelato inutile e il medico di turno non ha potuto fare altro che constatare il decesso. Ancora da chiarire le reali cause del decesso, anche se tutto farebbe pensare ad un arresto cardiaco: saranno gli esami clinici svolti sul cadavere a fare chiarezza sull’accaduto.
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(Adnkronos) - ''Non ne so nulla, però se il presidente degli Stati Uniti garantisce la sicurezza degli Stati Uniti fa il suo mestiere, quindi mi stupisco dello stupore''. Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini sull'ipotesi che ci siano anche italiani tra i migranti che Trump ha annunciato di voler mandare nel carcere di massima sicurezza di Guantanamo, a margine del convegno della Lega sul decreto sicurezza in sala Koch al Senato.
Per Salvini ''allontanare i clandestini da qualunque Paese, penso sia diritto di qualunque uomo di governo, in qualunque Paese al mondo''.
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(Adnkronos) - "Esprimiamo forte preoccupazione per il progetto di riorganizzazione dei laboratori di diagnostica clinica avanzato dalla Regione Lazio. Assumere modelli di General Contractor e Global Service, tutti basati su logiche commerciali e soprattutto sull’esternalizzazione delle attività diagnostiche, può essere molto pericoloso. Si rischia infatti di compromettere la qualità del dato scientifico ottenuto dalla medicina di laboratorio". E’ quanto dichiarato oggi da Sibioc, Società italiana di biochimica clinica e biologia molecolare clinica.
"Se approvata, la scelta del Lazio costituirebbe un pericoloso precedente che potrebbe essere preso a esempio da altre Regioni - afferma Marcello Ciaccio, presidente nazionale Sibioc - Vogliamo ricordare che la medicina di laboratorio è una componente essenziale del nostro sistema sanitario nazionale. Svolge un ruolo indispensabile in tutto il percorso diagnostico terapeutico assistenziale del cittadino-paziente. In moltissime malattie, i nostri esami guidano la prevenzione, la diagnosi precoce, il monitoraggio e anche le scelte terapeutiche. È perciò fondamentale garantire sempre la qualità del dato di laboratorio e questo è possibile solo attraverso un controllo rigoroso dell’intero processo diagnostico: dalla fase preanalitica a quella post-analitica. Servono quindi - aggiunge il professore - competenze specialistiche, formazione continua, adozione di standard internazionali, sistemi di accreditamento e una governance clinico-scientifica interna al sistema sanitario. Il passaggio da un sistema di rimborso ad analita, fondato sulla trasparenza e sull’appropriatezza clinica, a un rimborso a referto, mina la sostenibilità del sistema. Sposta l’attenzione dal valore clinico delle indagini alla mera quantità di output amministrativo. Si corre il rischio concreto di sacrificare il rigore diagnostico in nome della semplificazione burocratica e dell’efficienza apparente".
Per questo la Società scientifica si schiera contro la possibilità di esternalizzare delle performance di medicina di laboratorio. "L’introduzione di un Global Service gestito da soggetti non direttamente coinvolti nella responsabilità clinico-scientifica dell’attività diagnostica comporta un inevitabile scollamento tra il professionista e la qualità del servizio reso - conclude Ciaccio - Il sistema verrebbe così privato di un controllo diretto e competente che è garanzia di accuratezza, tempestività e appropriatezza delle analisi. Vogliamo quindi difendere la qualità della diagnostica perché rappresenta non solo una questione tecnica, ma anche una scelta di responsabilità verso i cittadini e il sistema sanitario nella sua complessità".
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(Adnkronos) - Nella prevenzione secondaria del tumore del seno, in Italia esistono ancora profonde disuguaglianze. Attualmente in alcune Regioni il programma di screening inizia a 45 anni, in altre solo dai 50; in alcune arriva fino ai 69 anni e, in altre, si estende fino ai 74. Sono differenze che creano un’ingiustizia strutturale nel sistema sanitario, influenzando direttamente le possibilità di individuare precocemente il carcinoma più frequente in Italia. La prevenzione della malattia è, infatti, negata a oltre 2 milioni di donne nel nostro Paese. Parte quindi la nuova campagna di Europa Donna Italia per sensibilizzare opinione pubblica e istituzioni sulla disomogeneità dell’età di accesso allo screening mammografico ‘La fortuna costa (La sfortuna di più)’ che chiede un diritto alla prevenzione uguale per tutte, indipendentemente da dove si vive.
In Italia - informa una nota - oggi ci sono cittadine ‘fortunate’ perché risiedono nelle poche Regioni - appena 6, su 20 - che hanno adottato la piena estensione della fascia di età dello screening dai 45 ai 74 anni, e cittadine ‘sfortunate’ perché abitano in Regioni in cui tale estensione è solo parzialmente attiva, o non lo è del tutto. "La possibilità di prevenire un carcinoma mammario però non può dipendere dalla fortuna - commenta Rosanna D’Antona, presidente di Europa Donna Italia - Sono disparità che non possiamo accettare perché disattendono le Linee guida europee che, fin dal 2017, chiedono di ampliare la fascia di età dello screening mammografico dai 45 ai 74 anni. Inoltre, creano differenze reali tra le cittadine circa le possibilità di salute e anche di salvezza dal tumore al seno. Ci uniamo così alla voce del presidente Mattarella, nel ricordare che la copertura universale e l’accesso uniforme alle prestazioni sull’intero territorio della Repubblica sono obiettivi irrinunciabili del nostro Servizio sanitario e i divari regionali nella sanità devono essere superati al più presto".
"Con oltre 53.600 nuove diagnosi registrate nel 2024 - evidenzia Paola Mantellini, direttrice dell’Osservatorio nazionale screening - in Italia il tumore al seno si conferma il più frequentemente diagnosticato tra le donne e, purtroppo, anche il più frequente per mortalità. Se viene intercettato agli esordi però tutto cambia: si può curare con terapie meno invasive e più efficaci, interventi chirurgici più conservativi e una sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi che nel nostro Paese supera ormai il 90%. Per questo lo screening può essere un salvavita e l’estensione della sua fascia di età, come anche documentato dalle Linee guida europee e italiane, è cruciale per garantire maggiore quantità e qualità di vita. Per questo motivo è importante, inoltre, dare una formalizzazione a questa proposta introducendo l’ampliamento nei Livelli essenziali di assistenza, facilitando quindi l’allargamento anche nelle Regioni in cui vigono i piani di rientro".
Del resto, "il programma di screening mammografico organizzato - afferma Silvia Deandrea, presidente della Federazione delle associazioni degli screening oncologici e del Gruppo italiano screening mammografico - chiama periodicamente le donne a effettuare una mammografia, garantendo che l’esame venga eseguito in modo totalmente gratuito, secondo parametri certificati di qualità ed efficacia. Le immagini radiologiche sono interpretate ‘in doppio cieco’ da 2 radiologi indipendenti per massimizzare l’accuratezza diagnostica e i centri in cui viene svolto lo screening sono direttamente collegati alle Breast Unit, strutture multidisciplinari specializzate che assicurano una presa in carico tempestiva e completa in caso di diagnosi".
Ampliare la fascia di età in cui lo screening viene garantito "rappresenta certamente un costo per il Servizio sanitario nazionale - conclude D’Antona - ma non farlo sarebbe un clamoroso autogol. A pagarne le conseguenze sarebbero in primo luogo le donne, private della possibilità di intercettare per tempo una malattia che, se diagnosticata precocemente, può essere curata. Ma a perdere è anche l’intera collettività: investire nella prevenzione significa infatti evitare i costi, ben più alti, che si sosterrebbero a curare tumori scoperti in fase avanzata a causa di diagnosi tardive. Ci teniamo a sottolineare che, quando parliamo di costi, non ci riferiamo solo a quelli economici, ma anche a quelli sociali, lavorativi, psicologici e, non ultimi, affettivi: quando una donna si ammala, tutto il sistema di relazioni e affetti intorno a lei ne è colpito".
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(Adnkronos) - Belve Crime con l'intervista di Francesca Fagnani a Massimo Bossetti ieri sera su Rai2 ha vinto la prima serata con il 12,4% di share. La puntata in cui l'uomo condannato all'ergastolo per l'omicidio di Yara Gambirasio ha raccontato la sua versione dei fatti ha tenuto incollati allo schermo 1.570.000 telespettatori. Lo spin-off crime del programma di Fagnani ha fatto totalizzare lo share più alto della stagione di 'Belve'.
Su Rai 1 'Doc' ha totalizzato 1.659.000 telespettatori e il 10,8% di share. Poco sotto con il 10,7% di share c'è 'Le Iene presentano: Inside' su Italia 1, visto da 1.101.000 telespettatori, e con il 10,6% di share c'è 'Doppio Gioco', in onda su Canale 5, che ha intrattenuto 1.659.000 telespettatori.
Su La7 'DiMartedì' ha conquistato, 1.321.000 telespettatori, pari al 9% di share. Su Rete 4 'È Sempre Cartabianca' ha raggiunto 613.000 telespettatori e il 5% di share. Su Rai 3 'Che Ci Faccio Qui' ha totalizzato 671.000 telespettatori e il 4,1% di share. Sul Nove 'Comedy Match - Best Of' ha conquistato 380.000 spettatori e il 2,3% di share. Infine, su Tv8 le qualificazioni Mondiali 2026 - Finlandia-Polonia ha segnato 322.000 telespettatori e il 2% di share.
Nella fascia access prime time, 'Cinque Minuti' su Rai 1 ha intrattenuto 3.992.000 telespettatori, pari al 24.2% di share. Dopo il talk condotto da Bruno Vespa, è andata in onda la diretta speciale 'Buon Vento Italia' guidata da Antonella Clerici dal Porto Antico del capoluogo - in occasione dell'approdo della nave Amerigo Vespucci - che ha raggiunto 3.656.000 telespettatori (21.1%), mentre 'Affari Tuoi' ha radunano 4.454.000 telespettatori, pari al 24.5% di share. Su Canale5 'Paperissima Sprint' ha totalizzato 2.329.000 telespettatori e il 13,1% di share.
(Adnkronos) - La pasta ha fatto il suo ingresso ufficiale nel mondo dell'alimentazione sportiva quasi 50 anni fa, a Montréal 1976, rivoluzionando le abitudini degli atleti. Oggi persino il Comitato olimpico Usa evidenzia che un basso consumo di carboidrati peggiora la performance sportive. A celebrare anche questo successo è stato l’ultimo appuntamento del ciclo di incontri ‘Let’s Talk About Food & Science’ promosso dal Gruppo Barilla, che ha visto a Milano esperti di nutrizione e campioni sportivi in un dibattito su pasta&sport, tra nuove evidenze scientifiche e falsi miti che continuano a trovare terreno fertile anche in Italia, dove la pasta e i carboidrati restano ancora vittime di luoghi comuni e mode estreme.
Un recente studio dell'Università di Milano pubblicato sull'International Journal of Food Sciences and Nutrition - informa una nota - ha osservato oltre 60 atleti non professionisti scoprendo un forte pregiudizio verso i carboidrati, ritenuti erroneamente responsabili di peggioramenti nella composizione corporea. La ricerca ha poi sottoposto alcuni partecipanti a un'alimentazione mediterranea con almeno 5 porzioni di pasta alla settimana, dimostrando che questo modello risultava migliore per effetto su forza muscolare e massa grassa. "Quando abbiamo suddiviso i soggetti in due gruppi per 8 settimane - una dieta ricca di carboidrati (55-60% dell'energia, ≥5 porzioni di pasta a settimana) e una più bassa (40-45%, ≤2 porzioni di pasta a settimana) - il gruppo 'high-carb' aveva effetti più favorevoli su forza e composizione corporea, senza effetti collaterali - spiega Patrizia Riso, autrice dello studio e professore di Nutrizione umana dell'Università di Milano - Il consumo regolare di alimenti fonte di carboidrati complessi come la pasta, se ben bilanciato e parte di un modello mediterraneo, naturalmente ricco di prodotti di origine vegetale, non ostacola il raggiungimento degli obiettivi sportivi. Al contrario, può contribuire a migliorare lo stato di nutrizione, la performance e il benessere".
L'ultima revisione dei Larn (Livelli di assunzione di riferimento di nutrienti) propone, per la prima volta, una sezione dedicata alla popolazione sportiva, confermando che anche l'alimentazione atletica deve ispirarsi alla dieta mediterranea con il 45-60% dell'energia dai carboidrati. "Le indicazioni generali - afferma Michelangelo Giampietro, specialista in Medicina dello sport - valgono anche per la quasi totalità degli sportivi amatoriali: apporto di carboidrati ben superiore a 2 grammi per chilo di peso corporeo desiderabile al giorno, preferibilmente complessi come quelli della pasta". Per gli atleti d'élite i valori crescono fino a 6-10 grammi per chilo per chi si allena 1-3 ore, fino a 12g/kg per maratona, triathlon e nuoto di fondo.
"Stupisce che, nonostante le evidenze scientifiche e nutrizionali – evidenzia Giampietro – molti attacchi alla dieta mediterranea arrivino proprio dal mondo dello sport, da chi propone modelli iperproteici come la dieta a zona o iperlipidici come la chetogenica, che invece non sono adatti a sostenere prestazioni atletiche di qualità". Il nostro organismo, infatti, è in grado di immagazzinare solo limitate quantità di carboidrati sotto forma di glicogeno nei muscoli e nel fegato. Ma se l’apporto è insufficiente – per esempio a causa di regimi low-carb – le scorte non si realizzano pienamente e, quindi, si esauriscono rapidamente. "I risultati? Maggior senso di fatica, calo della prestazione e minore concentrazione e capacità di aumentare la velocità nelle fasi finali delle corse - aggiunge l’esperto - Una dieta ricca di carboidrati, invece, migliora la qualità dell’esercizio e la capacità di prolungare nel tempo il lavoro muscolare, a tutti i livelli: dall’amatore all’atleta di alto livello".
La pasta ha un profilo nutrizionale ideale per chi pratica sport: apporta carboidrati complessi a lento rilascio, proteine vegetali (in media 12-13%, ma alcune tipologie superano il 20%), vitamine del gruppo B e minerali come il potassio, il tutto con una quota minima di grassi. "Nell’immaginario collettivo, un piatto di pasta viene ancora visto come un 'carico di zuccheri' che finisce dritto in grasso – illustra Elisabetta Bernardi, nutrizionista dell’Università di Bari e divulgatrice scientifica – ma si dimentica che 100 g di pasta cotta apportano solo 175 kcal, meno di tanti contorni light conditi generosamente". Oltre a fornire energia prima dell’attività fisica, la pasta è fondamentale nel recupero post-allenamento riducendo anche l’incidenza di infortuni e danni muscolari da sovraccarico. "Recuperare senza carboidrati – osserva Bernardi – è come avere un muratore con una pila di mattoni perfetti (le proteine) ma senza cemento per unirli. Le diete low-carb invece non aiutano chi fa sport: rallentano la sintesi proteica e amplificano la cosiddetta 'finestra catabolica'".
Come riporta il modello delle '4R' (Rehydrate-Refuel-Repair-Rest) del Comitato olimpico, dopo 60-90 minuti di esercizio intenso, le scorte di glicogeno si riducono fino al 60%. Tra i piatti suggeriti da Bernardi ci sono: fusilli con ricotta e limone, pasta e lenticchie e pasta al ragù per unire carboidrati, aminoacidi essenziali e ferro. C’è poi l’aspetto psicologico, spesso trascurato. "Il cibo è anche piacere e condivisione – rimarca – e per chi vive sotto pressione, come molti sportivi, mantenere la dimensione gratificante del pasto è fondamentale. Studi mostrano che i pasti condivisi migliorano aderenza alla dieta mediterranea e performance, riducendo anche ansia e depressione del 30-40%. E un piatto come la pasta, che piace a tutti, può davvero fare la differenza".
Non servono solo tabelle nutrizionali e studi clinici per dimostrare i benefici della pasta nello sport: a confermarlo è anche l’esperienza diretta di grandi atleti, da Pietro Mennea a Marcel Jacobs, da Serena Williams a Roger Federer e Usain Bolt. Fino a Micheal Phelps, che ne mangiava fino a 1kg al giorno… Tra loro, anche un pasta lover dichiarato come Filippo Magnini, 2 volte campione del mondo nei 100 metri stile libero. "La pasta ha sempre fatto parte della mia alimentazione e nei periodi di gara ne mangiavo anche oltre mezzo chilo al giorno - racconta Magnini - Solo nei momenti di pausa la riducevo a 80-100 grammi, ma non l'ho mai eliminata. Senza la giusta 'benzina' la ripartenza era più faticosa. Ricordo che i giapponesi portavano il fornellino in piscina per cuocersi la pasta in bianco tra una gara e l'altra!".
Oggi, da papà e coach, Magnini dà valore alla dimensione psicologica e conviviale del cibo. "Il pasto è un momento per ricaricare anche la mente, un gesto che deve dare piacere. A casa cucino spesso con mia figlia, che adora la pasta al pesto. È un modo per stare insieme, parlare, ridere, creare un momento di famiglia". E ai suoi atleti consiglia: "Via i telefoni e la tv durante i pasti. La pasta è versatile, completa e adatta a tutti: basta abbinarla a verdure, legumi o anche a un semplice filo d’olio e parmigiano per avere un pasto sano, equilibrato e che fa bene… allo sport e alla vita".
(Adnkronos) - In collaborazione con Ultima
Celebrare l’amore autentico tra esseri umani e animali e trasformarlo in un gesto concreto di solidarietà: è questo il cuore della nuova campagna Amore Animale di Ultima, brand di riferimento nel settore della nutrizione per cani e gatti in Italia con oltre 20 anni di esperienza, che torna in comunicazione con una narrazione emozionale e un progetto a sostegno di Enpa-Ente Nazionale Protezione Animali. Simbolo della campagna è un cortometraggio che racconta il legame profondo e spesso irrazionale che unisce le persone ai propri animali domestici: una bambina che gioca con il suo cane nella vasca da bagno, un gatto durante un giro in kayak, fino a un anziano che aiuta il suo cane con difficoltà motorie a salire in auto. Scene di quotidiana complicità che diventano metafora di un amore capace di renderci più umani. La campagna - on air dal 18 maggio - avrà una durata di 4 settimane e atterrerà su tv lineare (da Publitalia e Rai fino a Discovery), TV non lineare (con Amazon e Netflix), YouTube, Meta e TikTok. In ottica di talkability, sarà inoltre prevista a supporto una campagna di influencer marketing mirata.
Parallelamente, il progetto Amore Animale si arricchisce anche del lancio della capsule collection LovebyUltima (www.lovebyultima.com/it-it): due felpe (a tema cane e gatto), una shopper, una pettorina e un guinzaglio. L’intero ricavato delle vendite sarà devoluto per sostenere i cani e i gatti dei rifugi Enpa. Questo impegno costante di Ultima nasce dalla convinzione che ogni animale meriti amore, salute e dignità. Una collaborazione solida quella tra Ultima ed Enpa, che ha già portato a risultati significativi: oltre 170.000 pasti donati agli animali accolti nei rifugi solo tra il 2024 e i primi mesi del 2025.
"Per la realizzazione della campagna Amore Animale siamo partiti da un insight condiviso universalmente: l’amore che unisce noi e i nostri animali è così profondo che, a volte, può essere difficile da capire e facile da giudicare. Ma è amore. Un amore capace di farci connettere con il nostro lato più umano", spiega Maddalena Chianese, Italy Marketing Manager di Ultima. "Con questa campagna Ultima celebra questo profondo legame emotivo e, parallelamente, rinnova l’impegno con Enpa con l’obiettivo di restituire quell’amore che riceviamo anche ai cani e gatti che non hanno ancora una casa", aggiunge. Carla Rocchi, presidente nazionale di Enpa, commenta: "Siamo felici di rinnovare questa collaborazione con Ultima, un’azienda che ha dimostrato negli anni una sensibilità autentica verso gli animali più fragili. La campagna Amore Animale trasmette un messaggio potente e necessario: l’amore per un animale è un legame profondo, capace di generare gesti concreti di solidarietà. Insieme, possiamo trasformare questo amore in aiuto reale per migliaia di cani e gatti in attesa di una seconda possibilità".
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(Adnkronos) - All'indomani della strage nella scuola di Graz, dove un 21enne ha aperto il fuoco nel suo ex liceo uccidendo dieci persone prima di togliersi la vita, l'Austria si è fermata questa mattina alle 10 per un minuto di silenzio rotto solo dal suono delle campane. L'Orf, l'emittente radiotelevisiva pubblica austriaca, ha interrotto la programmazione televisiva e radiofonica e la Wiener Linien - il gestore del trasporto pubblico nella capitale - ha bloccato circa 900 mezzi di trasporto per 60 secondi. Un minuto di silenzio è stato osservato anche all'inizio della riunione del Consiglio dei Ministri. Le decisioni sono state rinviate a data ulteriore e non sono stati rilasciati comunicati stampa. Dopo la strage, il governo aveva dichiarato tre giorni di lutto nazionale.
La strage, in cui sono rimaste ferite altre 12 persone, è avvenuto presso la scuola secondaria Dreierschützengasse, nella zona nord-occidentale della città. Tutti i feriti della sparatoria sono in condizioni stabili, ha riferito oggi l'Associazione Ospedaliera della Stiria (KAGes), citata dal Kurier, precisando che alcuni pazienti restano in terapia intensiva, altri sono già stati trasferiti in reparto nei diversi ospedali in cui sono stati ricoverati. "Sono necessari interventi chirurgici di follow-up per due di loro, una persona con lesioni al volto e un'altra con una lesione al ginocchio", ha annunciato l'Associazione in un comunicato stampa.
La polizia austriaca ha intanto reso noto di aver rinvenuto una "lettera d'addio" e una "bomba artigianale non funzionante" nell’abitazione del 21enne che ieri ha aperto il fuoco. L’ordigno è stato sequestrato durante una perquisizione condotta dopo la strage, ha riferito la polizia su X.
Le autorità stanno ancora cercando di chiarire le motivazioni del giovane attentatore, che si è suicidato nei bagni dell’edificio scolastico dopo la sparatoria. Le indagini sono in corso per comprendere se il gesto sia stato premeditato e se vi fossero eventuali legami con ambienti estremisti o segnali d’allarme trascurati.
Il 21enne, il cui nome non è ancora stato reso noto, era un ex studente della Dreierschützengasse che non si è diplomato, ha dichiarato il ministro degli Interni Gerhard Karner in una conferenza stampa. Gli agenti hanno anche confermato che non era noto alla polizia prima dell'attacco.
Le informazioni attuali suggeriscono che l'aggressore fosse legalmente proprietario delle due pistole utilizzate nell'attacco e avesse una licenza per il porto d'armi, ha aggiunto la polizia.
Secondo quanto riportato dai media locali, il sospettato si “considerava vittima di bullismo” e avrebbe compiuto il gesto per “vendicarsi”, utilizzando una pistola e un fucile da caccia per compiere la sparatoria.
Secondo la polizia, il 21enne, originario della zona di Graz, ha agito da solo.
(Adnkronos) - Due alpinisti sono stati trovati morti sulla parete nord del Monviso. L'allarme era stato lanciato ieri sera intorno alle 22 dai familiari che non avevano più contatti con loro dal giorno precedente.
I due, un uomo e una donna, erano partiti lunedì con l'intenzione di raggiungere il bivacco Villata da cui partire nella notte di martedì per l'ascensione del Canale Coolidge che percorre il versante settentrionale della montagna dove sono stati ritrovati i corpi.
Dopo aver ricevuto l'allarme, la Centrale operativa del Soccorso alpino ha effettuato alcune verifiche presso i gestori dei rifugi ma non risultavano persone presenti nelle due strutture. Nel frattempo una squadra a terra ha individuato l'autovettura dei dispersi parcheggiata al Pian del Re.
Questa mattina, in collaborazione con il Servizio regionale di Elisoccorso in Azienda Zero Piemonte si è proceduto al trasporto in quota dei tecnici del Soccorso Alpino. Proprio durante queste operazioni l'elicottero ha perlustrato il canale Coolidge dove sono stati purtroppo individuati i corpi dei due alpinisti il cui recupero è stato effettuato dall'elicottero dei Vigili del Fuoco.
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(Adnkronos) - "Le amiloidosi sono un gruppo di malattie rare che tendono a essere più frequenti tra i maschi. In particolare, nella forma da transtiretina wild-type, cioè non ereditaria, i maschi sono colpiti 10 volte più frequentemente delle femmine. La causa di queste malattie sta nella deposizione di proteine, prodotte dal nostro corpo, nei tessuti". Così Giovanni Palladini, medico internista, direttore del Centro amiloidosi sistemiche e malattie ad alta complessità della Fondazione Irccs Policlinico San Matteo di Pavia e professore ordinario di Biochimica clinica e Biologia molecolare clinica presso l'università di Pavia, in occasione dell'incontro con la stampa dal titolo 'Amiloidosi cardiaca: quando il cuore nasconde una malattia rara', che si è tenuto a Milano presso la sede di Bayer Italia.
"Sono patologie difficili da diagnosticare perché assomigliano a malattie più comuni - prosegue Palladini - I sintomi si possono presentare in associazione e questo deve suscitare sospetto perché è difficile che si trovino sintomi di interessamento di diversi organi nella stessa persona senza una causa comune. I sintomi che suonano da campanello d'allarme - illustra - sono lo scompenso cardiaco che i cardiologi chiamano 'a frazione di eiezione conservata' e il formicolio a mani e piedi".
Si tratta di una malattia sistemica rara, progressiva e degenerativa. caratterizzata dalla deposizione di proteine filamentose, chiamate fibrille amiloidi, in vari organi e soprattutto nel cuore. "Le terapie per l'amiloidosi - chiarisce Palladini - hanno l'obiettivo di togliere la disponibilità della molecola che forma i depositi. Questo è possibile farlo in modo efficace nelle due forme di amiloidosi più comuni. Nel campo della amiloidosi da transtiretina, ci sono degli stabilizzatori molto efficaci da assumere per via orale. Si tratta di una terapia che stiamo cercando di trasferire, a livello sperimentale, anche nella amiloidosi da catena leggera. Tutto ciò - conclude - significa che non siamo più disarmati".
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