(Adnkronos) - "Le malattie infiammatorie croniche intestinali non hanno solo un impatto fisico ma generano un peso psicologico e sociale significativo, troppo spesso sottovalutato. Per un paziente convivere con le Mici significa dover fare i conti con dolore addominale, diarrea e il bisogno di accedere ai servizi igienici più volte al giorno. Immaginate cosa comporti nella sfera privata, sociale, lavorativa e di relazioni". Lo ha detto Massimo Claudio Fantini, Segretario generale di Ig-Ibd e ordinario di Gastroenterologia, Università degli Studi di Cagliari, direttore della Struttura complessa di Gastroenterologia, Aou Cagliari, in occasione della presentazione di 'Voci di pancia', campagna di sensibilizzazione promossa da Lilly con il patrocinio di Amici Italia, Ig-Ibd (Italian group for the study of Inflammatory bowel diseases) ed Ifcca (International federation of crohn's & ulcerative colitis association) e presentata oggi a Roma.
Fondamentale il ruolo dell'alimentazione, secondo Fantini, "nel prevenire l'insorgenza di queste patologie - spiega - e nel favorire l'efficacia delle terapie che oggi fortunatamente abbiamo a disposizione oltre a mantenere quello che è lo stato di controllo dell'infiammazione". Le Mici "sono malattie presenti nei Paesi industrializzati - osserva Fantini - ovvero dove c'è stato un importante cambiamento della dieta e un eccessivo utilizzo di cibi ultra-processati, pieni di additivi che sappiamo avere un impatto negativo su quella che è la flora batterica intestinale, da cui dipendono queste malattie. Quindi occorre evitare i cibi ultra-processati, con gelificanti, conservanti, additivi chimici, che hanno un effetto sia sulla composizione della flora batterica intestinale, sia nella barriera, nel mantenere quello che è la selettività della barriera intestinale, e quindi di isolare in maniera appropriata i batteri buoni all'intestino dal sistema immunitario intestinale". Via libera, invece, alla "dieta mediterranea che favorisce lo stato di remissione ed evita stati di malnutrizione, quali l'obesità".
Per una donna in gravidanza affetta da malattie infiammatorie croniche intestinali "è fondamentale intraprendere un percorso in stretta collaborazione con il clinico che la segue - sottolinea Fantini - per tenere sotto controllo la malattia e gestire al meglio la terapia. Spesso le donne tendono a sospendere i farmaci per paura di effetti negativi sul feto. In realtà pochissimi farmaci devono essere sospesi, mentre è fondamentale proseguire la terapia per evitare la riacutizzazione della malattia, che è l'elemento più pericoloso per il nascituro". Infine, sul rapporto medico-paziente, "il clinico deve saper ascoltare, deve essere in grado di capire quelli che sono le reali esigenze, al di là di quello che può essere il bisogno di controllo della malattia per quanto riguarda l'infiammazione intestinale, e saper cogliere quali sono gli elementi più importanti che impattano negativamente nella vita di tutti i giorni" conclude.
(Adnkronos) - Passare all’azione. Per dare risposte concrete alle necessità dei pazienti che convivono con una Malattia infiammatoria cronica intestinale (Mici). Prime fra tutte quelle che riguardano la sessualità e la possibilità di diventare genitori, ma anche quelle che nascono fra i banchi di scuola o nei luoghi di lavoro, o ancora nei momenti di socialità e convivialità. Per ognuna di queste sfere d’azione ci sono azioni concrete da intraprendere insieme – Istituzioni, Associazione dei pazienti, comunità scientifica e Industria - ma anche consigli e approfondimenti che aiutano le persone con Mici a gestire meglio queste patologie ad alto impatto sociale. È questo il fulcro della seconda edizione della campagna 'Voci di pancia', campagna di sensibilizzazione promossa da Lilly con il patrocinio di Amici Italia, Ig-Ibd (Italian group for the study of Inflammatory bowel diseases) ed Ifcca (International federation of crohn's & ulcerative colitis association). Presentata oggi a Roma, la campagna raccoglie il lavoro di ascolto delle emozioni dei pazienti svolto durante la prima edizione e le elabora in azioni, così da coinvolgere anche le Istituzioni e spingerle a impegnarsi per migliorare la gestione della malattia e la qualità di vita dei pazienti.
La seconda edizione di 'Voci di pancia' si concentra su tre bisogni emersi dall’ascolto dei pazienti: sessualità e genitorialità, convivialità e nutrizione, lavoro e studio. Gli strumenti messi a disposizione sono: il 'Manifesto delle Azioni', proposte concrete di intervento rivolte alle Istituzioni; Mini - Guide per i pazienti che offrono suggerimenti e consigli sui temi emersi come prioritari nel corso della prima edizione della campagna e una serie vodcast realizzata con Chora media che, a partire dalle storie dei pazienti, fa entrare il grande pubblico nella vita quotidiana di chi vive con le Malattie infiammatorie croniche intestinali.
"Le Mici sono malattie caratterizzate da una infiammazione cronica della parete intestinale che provoca diarrea, dolore, debolezza e perdita di peso. Queste patologie colpiscono in Italia oltre 250.000 persone, con un’incidenza in costante aumento, e hanno un esordio soprattutto in età giovanile, tra i 15 e i 40 anni - spiega Alessandro Armuzzi, responsabile Uo Ibd, Istituto clinico Humanitas, Rozzano e professore ordinario di Gastroenterologia, Humanitas University - I pazienti con Mici possono soffrire di stati di infiammazione anche in altre parti del corpo quali articolazioni, cute e occhio, e in circa la metà dei casi la malattia ha un andamento medio-grave che incide fortemente sulla vita quotidiana".
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Colite ulcerosa e malattia di Crohn sono le due Mici più diffuse. "La Cu coinvolge il colon e causa lo sviluppo di ulcere della mucosa, lo strato più superficiale della parete intestinale, provocando sintomi debilitanti come dolore addominale, urgenza evacuativa, sanguinamento rettale e affaticamento cronico, compromettendo gravemente la qualità della vita dei pazienti - afferma Massimo Claudio Fantini, Segretario generale di Ig-Ibd e ordinario di Gastroenterologia, Università degli Studi di Cagliari, direttore della Struttura complessa di Gastroenterologia, Aou Cagliari-. Nella malattia di Crohn invece l’infiammazione coinvolge tutto lo spessore della parete intestinale e provoca la formazione di ferite profonde, provocando diarrea e dolore più frequentemente nella parte inferiore destra dell’addome. Per i sintomi che le caratterizzano, le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali non hanno solo un impatto fisico ma generano un peso psicologico e sociale significativo, troppo spesso sottovalutato".
Se la prima edizione di 'Voci di pancia' ha portato alla luce questo peso psicologico, grazie al dialogo con Amici Italia, la seconda edizione vuole proporre azioni che aiutino a rispondere alle domande e alle istanze delle persone con Mici. Il Manifesto delle Azioni identifica tre sfere di interesse e per ognuna fa una proposta concreta. Sul fronte dello studio/lavoro - riporta una nota - l’introduzione di incentivi fiscali o sgravi contributivi per le aziende che offrono opzioni di lavoro flessibile ai dipendenti affetti da Mici e riconoscimento della disabilità (Legge 104) e l’istituzione di corsi di formazione specifici per il per-sonale docente nelle scuole/università. Nell’ambito della sessualità/genitorialità la creazione di per-corsi formativi per medici e personale sanitario su come affrontare in modo empatico il tema della sessualità e supportare attivamente i pazienti con Mici. Infine, per quanto riguarda la convivialità e la nutrizione la realizzazione di Linee guida nutrizionali da parte del Ministero della Salute che aiutino a identificare cibi e opzioni alimentari ideali durante le diverse fasi della patologia.
"Le Mici non si vedono. E proprio perché invisibili - sottolinea Salvo Leone, direttore denerale di Amici Italia e Chairman di Ifcca - spesso non vengono capite. Ma dietro a ogni paziente c’è una battaglia silenziosa, fatta di dolore, urgenza, stanchezza, solitudine che spesso colpisce non solo la persona ma tutto il nucleo familiare. Oggi vogliamo rompere questo silenzio. Non è solo una questione medica: è una questione di diritti, di dignità, di qualità della vita. Con il Manifesto delle Azioni chiediamo un cambiamento reale, concreto, che parta dalle Istituzioni e arrivi nella vita di tutti i giorni. E ci rivolgiamo anche ai pazienti: non siete soli, non dovete vergognarvi. La vostra voce conta. Le vostre emozioni sono la forza da cui partire per costruire un futuro più giusto e più umano. 'Voci di Pancia' è proprio questo: un invito a trasformare la sofferenza in consapevolezza, e la consapevolezza in azione” .
"Il nostro impegno è quello di migliorare la vita delle persone, non solo grazie all’innovazione farmacologica. La campagna Voci di Pancia è un esempio di come interpretiamo questo ruolo: essere al fianco dei pazienti e delle Società scientifiche per ascoltare e raccogliere le loro necessità e, insieme, provare a costruire un mondo migliore - afferma Federico Villa, Associate VP Corporate Affairs e Patient Access Italy Hub di Lilly - Le Mici sono patologie spesso invisibili ma con un impatto molto importante sulla vita di chi ne è colpito. Vogliamo aiutare le persone e le loro famiglie ad alleggerire il carico di queste patologie nel quotidiano". Tutti i materiali sono visionabili e scaricabili su www.vocidipancia.it.
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(Adnkronos) - La super Ai in camice bianco batte Dr House. Messa alla prova su più di 300 casi impossibili è in grado di raggiungere un'accuratezza nella diagnosi 4 volte superiore a quella ottenuta in media dai 'colleghi' medici umani (con costi minori). La sfida è stata lanciata da un team di Microsoft Ai che ha provato a mettere a punto un sistema che riuscisse a emulare il processo diagnostico iterativo, cioè un percorso che parte da un punto, e poi perfeziona e migliora il risultato, testando ipotesi e aggiungendo man mano nuove informazioni. Proprio come farebbe un gruppo di esperti in carne e ossa.
L'intelligenza artificiale, spiegano gli autori dello studio nell'ambito del quale è stato valutato il sistema (disponibile in versione preprint, cioè non ancora sottoposto a revisione paritaria), promette grandi possibilità nell'ambizione di ampliare l'accesso alle conoscenze e al ragionamento medico specialistico. Tuttavia, è la riflessione di partenza, la maggior parte delle valutazioni di modelli linguistici si basa su vignette statiche e domande a risposta multipla che non riflettono la complessità e le sfumature della medicina basata sulle prove di efficacia in contesti reali. Nella pratica clinica, i medici formulano e rivedono iterativamente ipotesi diagnostiche, adattando ogni domanda e test successivo a ciò che hanno appena appreso, e valutano l'evoluzione delle evidenze prima di formulare una diagnosi definitiva. Per emulare questo processo, il team di scienziati ha introdotto un sistema: il 'Sequential Diagnosis Benchmark', che trasforma 304 casi clinici difficili da diagnosticare, presentati alla conferenza clinico-patologica del 'New England Journal of Medicine', in incontri diagnostici graduali.
Come si è svolto il 'test'? Un medico o un'Ia iniziano ad analizzare un breve abstract del caso e devono richiedere ulteriori dettagli a un modello 'gatekeeper' che rivela determinati risultati solo quando esplicitamente interrogato. La performance viene valutata non solo in base all'accuratezza diagnostica, ma anche in base al costo delle visite mediche e degli esami eseguiti. Da questo percorso nasce il MAI Diagnostic Orchestrator (MAI-DxO), un orchestratore indipendente dal modello che simula l'attività di un panel di medici, propone probabili diagnosi differenziali e seleziona strategicamente test di alto valore e convenienti.
I risultati ottenuti promuovono la 'macchina'. In abbinamento al modello di OpenAI, spiegano gli esperti, il sistema in questione - una sorta di intelligenza artificiale 'agentica', autonoma - raggiunge un'accuratezza diagnostica dell'80%, quattro volte superiore cioè alla media del 20% dei medici generalisti. Riduce inoltre i costi diagnostici del 20% rispetto ai medici e del 70% rispetto al modello standard di Ai. E se configurato per la massima accuratezza, raggiunge quota 85,5%. In altre parole, gli attuali modelli di Ai possono essere utilizzati in modo che adottino un processo di ragionamento simile a quello che seguirebbe un gruppo di specialisti umani e i miglioramenti delle prestazioni sono generalizzati, indipendentemente dai modelli utilizzati, che siano delle famiglie OpenAI, Gemini, Claude, Grok, DeepSeek e Llama. "Evidenziamo - concludono gli autori - come i sistemi di intelligenza artificiale, se guidati a pensare in modo iterativo e ad agire giudiziosamente, possano migliorare sia la precisione diagnostica che il rapporto costo-efficacia nell'assistenza clinica".
(Adnkronos) - In un contesto globale attraversato da grandi trasformazioni – dalla transizione green e digitale alla crescente competizione per le risorse, dalla sicurezza energetica alla ridefinizione degli equilibri geopolitici e marittimi – l’Italia si prepara a ospitare la quarta edizione del Summit Nazionale sull’Economia del Mare – Blue Forum, il più importante appuntamento italiano dedicato alla governance marittima e allo sviluppo della Blue Economy.
L’evento - promosso da Giovanni Acampora, Presidente di Assonautica Italiana, Si.Camera e Camera di Commercio di Latina e organizzato in collaborazione con Unioncamere - si aprirà ufficialmente il pomeriggio del 9 luglio 2025 presso il Ministero del Made in Italy, alla presenza del Ministro Adolfo Urso, con la presentazione del XIII Rapporto Nazionale sull’Economia del Mare, a cura di OsserMare, Centro Studi Tagliacarne e Unioncamere.
Il Summit proseguirà il 10 e 11 luglio presso la sede di Unioncamere: e per la prima volta, l’evento – nato a Gaeta – si svolgerà a Roma, nel cuore simbolico dell’Anno del Giubileo 2025. Il tema di questa edizione, “Creare Valore. Il Mare nell’anno del Giubileo”, richiama l’urgenza di trasformare il potenziale della Blue Economy in crescita reale, generando impatti concreti sul piano economico, sociale, ambientale e culturale. Il mare torna così al centro delle strategie di sviluppo nazionale ed europeo, come spazio di connessione, rigenerazione e responsabilità.
Il Summit 2025 si articolerà attorno a tre pilastri fondamentali, che rappresentano le direttrici strategiche su cui costruire un percorso di sviluppo condiviso in Italia e in Europa, alla luce anche delle nuove sfide tecnologiche poste dall’Intelligenza Artificiale, dal Digital Twin e dalle interconnessioni Spazio-Mare: Connettività, per unire infrastrutture, territori e settori attraverso innovazione, logistica e governance condivisa; Responsabilità, intesa come sostenibilità ambientale, sicurezza, legalità e valorizzazione del capitale umano; Rigenerazione, ovvero la capacità di innovare risorse e processi per generare nuovo valore e coesione sociale.
Il Summit vedrà la partecipazione di istituzioni, imprese, associazioni, enti di ricerca, autorità marittime, rappresentanze del lavoro e della formazione, in un dialogo aperto e costruttivo per contribuire all’elaborazione delle politiche nazionali e comunitarie del mare. Nel quadro delle celebrazioni giubilari, sarà inoltre presente l’Apostolato del Mare, a testimonianza del valore umano e spirituale legato alla vita e al lavoro sul mare.
Il Blue Forum - conclude la nota - sarà l’occasione per discutere strategie concrete e condivise in vista della definizione del nuovo Piano del Mare 2026/2028, contribuendo al rafforzamento della proiezione marittima dell’Italia come Nazione di Mare e attore centrale nel Mediterraneo e in Europa.
Leggi tutto: Mare, tutto pronto per IV Blue Forum per la prima volta a Roma
(Adnkronos) - Inizia in maniera spettacolare l'avventura di Elisabetta Cocciaretto a Wimbledon. Oggi, martedì 1 luglio, l'azzurra ha battuto in due set (6-2 6-3) la numero 3 al mondo Jessica Pegula, approdando al secondo turno del torneo grazie al successo più importante della sua carriera. Cocciaretto affronterà ora la vincente di Volynets-Maria al secondo turno.
"Non vedevo l’ora di giocare Wimbledon - ha spiegato l'azzurra a fine match -. Mi sono allenata tanto per poter giocare più partite possibile. Ho giocato contro una grande campionessa, un esempio per tutte. È stata una partita incredibile e ringrazio tutti quelli che mi hanno supportato".
Leggi tutto: Wimbledon, impresa Cocciaretto: elimina la numero 3 Pegula e vola al secondo turno
(Adnkronos) - “Nell’accingermi a partecipare a Ecoforum per raccontare della nostra filiera circolare per “l’industria pulita” ho avuto l’opportunità, grazie all’indagine IPSOS, di raccogliere le percezioni dei cittadini, poco ottimistiche rispetto alle performance dell’Italia circolare. Lo sottolinea Riccardo Piunti, presidente del Conou ricordando come "gli Italiani, ad esempio, ritengono mediamente che circa il 50% dell’olio minerale usato sia destinato a combustione, molti pensano che la raccolta del rifiuto sia un compito del meccanico vicino di casa, che il processo complessivo sia affidato a singole aziende specializzate senza un coordinamento; addirittura, un 6% pensa che l’olio usato finisca in fogna". Piunti aggiunge che "credono tuttavia che, quando si rigenera, l’olio sia mediamente di buona qualità dando credito alla tecnologia e non all’organizzazione. Vorrei, al contrario, che fossero informati e fieri dei risultati del nostro Paese, consci del ruolo del modello consortile che porta a raccogliere l’olio a titolo gratuito e rigenerare tutto".
"La coscienza dei buoni risultati - conclude - aiuterà il conseguimento di ulteriori traguardi che potranno essere raggiunti, nelle filiere più diverse, solo con il contributo informato di tutti".
(Adnkronos) - "Il teatro Ariston è l'attore principale del festival. Sono strettamente connessi, può dirlo anche un bambino dell'asilo: senza questo teatro non si può parlare di festival di Sanremo". A parlare con l'Adnkronos è Walter Vacchino, storico proprietario del teatro Ariston che dal 1977 ospita il festival della canzone italiana. In questi giorni impazzano sui media ricostruzioni e retroscena che accarezzano anche ipotesi alternative circa la sede che ospiterà il festival a partire dal 2026, complice anche la trattativa ancora non conclusa tra Rai e Comune per la gestione della manifestazione. L'esito della gara, dove Rai è l'unico partecipante, dovrebbe arrivare entro la fine di questa settimana ma il servizio pubblico ha già detto chiaramente che in caso di un verdetto negativo è pronta a traslocare il festival in altra location, forte dell'esperienza dell'Eurovision Song Contest realizzato a Torino nel 2023 (ma il capoluogo piemontese non è l'unica ipotesi sul tavolo).
"Settantacinque anni di lavoro della Rai con il Comune, testimoniato dal successo planetario, sono un investimento della città e della Rai e hanno un peso, sia per quello che riguarda il presente che il futuro -scandisce Vacchino- Io penso che il festival della canzone di Sanremo abbia una sua specificità, qualora si decidesse di spostarlo, cosa che logicamente sono liberissimi di fare, sarebbe un'altra cosa, non il festival di Sanremo".
Sul fatto che nella trattativa tra Rai e Comune per l'assegnazione del festival possa entrare anche il capitolo di una ristrutturazione del teatro Ariston, Vacchino dice: "Sicuramente soprattutto dal punto di vista tecnologico sarebbe auspicabile un intervento, visti gli standard sempre più elevati richiesti dal festival, basti pensare alle scenografie super tecnologiche di Riccardo Bocchini e Gaetano Castelli degli ultimi anni e al suono live di tutte le esibizioni". Lavori, spiega il proprietario dell'Ariston, "per i quali siamo ovviamente sempre disponibili, qualsiasi miglioramento è nella nostra ottica". La proprietà è sempre molto attenta a mantenere in perfetta efficienza lo stabile, ma arriva fin dove può arrivare. "Noi ci occupiamo dei lavori ordinari, quest'anno stiamo ad esempio potenziando gli impianti di condizionamento, dato che i teatri e i cinema sono ormai rifugi climatici e questa è una priorità -dice Vacchino- Ma il festival è un evento straordinario che merita interventi straordinari", conclude. (di Ilaria Floris)
Leggi tutto: Sanremo, il proprietario dell'Ariston: "Non c'è festival senza questo teatro"
(Adnkronos) - L’Italia, con 2.674 studi clinici condotti dall’inizio del 2022 ad oggi, si colloca al quarto posto nell’Unione europea per numero di clinical trials. Il primo posto, a livello continentale, spetta alla Spagna (3.500) seguita da Francia (3.362) e Germania (2.831). Sono dati abbastanza positivi, se si considera che l’Italia investe ogni anno solo 2,860 miliardi di euro nella ricerca biomedica rispetto ai 22 miliardi investiti complessivamente in ricerca e sviluppo (1,3% del Pil). Occupiamo infatti il 18.esimo posto tra i Paesi Europei e siamo anche tra gli ultimi al mondo. Appena il 39% del totale di queste risorse arriva da finanziamenti pubblici mentre 1,3 miliardi proviene da aziende farmaceutiche (soprattutto per le sperimentazioni cliniche).
È il quadro di luci e ombre emerso oggi durante un convegno promosso a Roma da Foce (ConFederazione oncologi, cardiologi ed ematologi). "Il nostro Paese rappresenta da anni un’eccellenza nel campo della ricerca medico-scientifica - afferma Francesco Cognetti, presidente Foce - Esistono tuttavia diversi problemi strutturali sui quali bisogna intervenire al più presto. Oltre alla cronica insufficienza di finanziamenti vi è una forte mancanza di personale specializzato in questo particolare settore: abbiamo bisogno di data manager, infermieri di ricerca, bioinformatici, ricercatori". Inoltre, sono "ancora troppo lunghi i tempi di approvazione per le sperimentazioni - illustra - e vi è la necessità di velocizzare sia le procedure autorizzative che le approvazioni da parte dei Comitati Etici. Tutto ciò si riflette anche in un forte calo della sperimentazione indipendente, cioè quella slegata dall’azienda del farmaco".
In questo contesto è "emblematico" l’esempio dell’oncologia "dove ormai solo il 20% degli studi su nuove molecole contro il cancro è no profit mentre il restante 80% è sponsorizzato - sottolinea il professore - Infine abbiamo l’assoluta urgenza di rendere disponibili, il prima possibile, ai pazienti, tutti i vantaggi e le novità apportati dalla ricerca clinica". Come sottolinea Cognetti, "i tempi complessivi dell’accesso dei pazienti ai nuovi farmaci sono attualmente troppo lunghi, anche superiori a 500 giorni dall’approvazione Ema per il passaggio dei prontuari terapeutici regionali. Prioritario deve essere, inoltre, accelerare al massimo tutti i passaggi soprattutto per i farmaci innovativi e orfani ed eliminare i piani terapeutici regionali: questo porterebbe a un azzeramento dei tempi di accesso a livello locale che rappresentano un vero vulnus all’articolo 32 della Costituzione. Purtroppo - riflette Cognetti - non aiuterà certo Aifa la composizione del nuovo Comitato etico nazionale per le sperimentazioni cliniche relative alle terapie avanzate e ad alta innovatività (terapie geniche e cellulari, prodotti di ingegneria tissutale e medicinali di terapie avanzate combinate). Infatti, per quel che riguarda gli indici bibliometrici e il grado di attinenza e appropriatezza della specifica esperienza professionale e clinico-scientifica, i suoi attuali componenti mostrano valori nettamente inferiori rispetto al Comitato precedente".
Invita, "nei momenti di crisi economica" a "ottimizzare le risorse, evitare gli sprechi e fare in modo che la ricerca clinica risponda subito ai reali bisogni di conoscenza e di salute di milioni di pazienti", Giuseppe Ippolito, professore International Medical University in Rome. "In un contesto di risorse limitate vanno", oltre "a ridurre la quantità della ricerca duplicativa, o che produce risultati non utilizzabili", si devono evitare "duplicazioni di finanziamenti agli stessi soggetti da parte delle istituzioni pubbliche" e favorire una "maggiore coordinazione". Sulla ricerca traslazionale, l’Italia "attrae purtroppo pochi finanziamenti in termini di venture capital - aggiunge Sergio Abrignani, professore ordinario di Patologia generale Università di Milano - Le farmaceutiche italiane svolgono una grande produzione ed esportazione di farmaci d’estrazione chimica di vecchia generazione e pochissima ricerca e innovazione, tranne le dovute eccezioni, su prodotti biologici per la medicina di precisione: anticorpi monoclonali, proteine ricombinante, farmaci a mRna". In questo contesto, "come avviene in altri Paesi Europei - prosegue - un ruolo potrebbe essere svolto da una maggiore promozione di questo settore da parte della filantropia".
La ricerca medica in Italia "risulta quanto mai frammentata sia a livello di finanziamento che di attività - evidenzia Cognetti - Sono complessivamente attivi sull’intero territorio nazionale 54 Irccs sui quali deve vigilare il ministero della Salute. I finanziamenti pubblici nel 2024 che sono saliti ad appena 179 milioni di euro rispetto ai 172 del 2022. Lo scorso anno però non abbiamo registrato un incremento dei trials condotti e dei pazienti coinvolti che si attestano rispettivamente a 7.421 e 61.887. Inoltre - avverte - si corre il rischio concreto di avere sempre più centri a gestire minori risorse finanziarie ed umane con una qualità di attività scientifica insufficiente in circa la metà. Non è assolutamente possibile continuare ad incrementare con nuovi riconoscimenti il numero degli Irccs lasciando praticamente invariato il finanziamento complessivo".
Accanto agli Irccs, gli enti pubblici di ricerca (Epr) contribuiscono "in maniera importante alla ricerca biomedica italiana, soprattutto nell’ambito della ricerca traslazionale e preclinica, sia in termini di pubblicazioni scientifiche che di trasferimento tecnologico - sostiene Luisa Minghetti, direttore Coordinamento e promozione della Ricerca dell’Istituto superiore di sanità - Una maggiore integrazione degli Epr nel sistema della ricerca biomedica e la disponibilità di piattaforme nazionali possono dare un nuovo impulso alla ricerca, aiutando a superare la frammentarietà del nostro sistema di ricerca e favorendo l’ innovazione tecnologica. In quest’ottica, l’Iss, unico Epr vigilato dal ministero della Salute, può svolgere un ruolo importante".
Ricorda che "la ricerca deve mettere a disposizione dei pazienti tutti i vantaggi possibili in termini di sopravvivenza e qualità della vita”, Rosanna D’Antona, presidente di Europa Donna Italia. “Questo - osserva - non sempre avviene in Italia, soprattutto non in modo uniforme sull’intero territorio nazionale. I farmaci innovativi infatti non sempre sono subito disponibili in tutti i 21 Sistemi sanitari, anche a causa dei prontuari regionali. Ci troviamo, specie per i farmaci salvavita, di fronte a forti diseguaglianze di accesso, come da anni ribadiamo nel nostro ‘Manifesto Tsm’, dove al punto 3 chiediamo che vengano accelerati i processi di approvazione dei farmaci, affinché siano prescrivibili più rapidamente per garantire a tutte le pazienti le medesime opportunità".
Il livello d’eccellenza dell’oncologia italiana "è testimoniato anche dalla sopravvivenza a cinque anni per tutte le forme di cancro - precisa Cognetti - Attualmente si attesta a 59% per gli uomini e 65% per le donne: ma quanto questi sensibili progressi possono durare in assenza di interventi concreti? La ricerca in oncologia si sta concentrando sull’utilizzo delle terapie innovative e dei test molecolari. Una maggiore conoscenza del Dna consente un nostro migliore approccio alla diagnosi e alla terapia di molte malattie tumorali”. Anche in ematologia “stiamo andando sempre di più nella direzione della medicina di precisione - rimarca Paolo Corradini, past president Sie, Società italiana di ematologia - Le cure sono più personalizzate e incentrate sul singolo caso di tumore del sangue e, più in generale, la loro efficacia è decisamente migliorata nel corso degli ultimi anni. Diagnosi e terapie hanno subito una grande innovazione e ci consentono nella maggioranza dei casi una guarigione del paziente. Tutto questo è stato possibile anche grazie alla continua ricerca clinica che deve però proseguire per trovare nuovi e ancora più mirati trattamenti".
"Le patologie cardio, cerebro e vascolari rappresentano ancora oggi la causa di morte numero uno in Italia - ricorda Ciro Indolfi, presidente della Federazione italiana di cardiologia - con importanti differenze tra il Nord e il Sud. Solo da un punto di vista economico nel nostro Paese si stimano costi diretti per 42 miliardi di euro all’anno per le malattie cardiovascolari - spiega - ai quali vanno poi aggiunti quelli indiretti nonché ovviamente le sofferenze e le difficoltà per pazienti e caregiver. Nonostante l'angioplastica coronarica abbia ridotto significativamente la morte per infarto, le malattie ischemiche del cuore nell'uomo e nella donna sono la principale causa di morte poiché il 50% di questi pazienti muore precocemente di morte improvvisa prima di potersi ricoverare. È necessario quindi potenziare la ricerca nel campo delle malattie cardiovascolari che oggi, anche grazie all'intelligenza artificiale e ai nuovi farmaci disponibili - conclude - potrebbe portare l'Italia ad un rischio cardiovascolare basso come le vicine nazioni di Francia e la Spagna".
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(Adnkronos) - Il laboratorio di Virologia dell’Inmi Spallanzani di Roma è stato designato dalla Commissione Europea come “Laboratorio di riferimento europeo per la sanità pubblica sui patogeni virali emergenti, zoonotici e veicolati da roditori” nell'ambito del consorzio 'Ue Reference Laboratory for Emerging, Rodent-borne and Zoonotic Viral Pathogens' di cui lo Spallanzani è partner insieme alla Public Health Agency of Sweden (Svezia), al Pasteur Institute (Francia) e al National Center for Public Health and Pharmacy (Ungheria).
"A rappresentare l’Istituto italiano è Francesca Colavita, responsabile scientifico del progetto per lo Spallanzani, che nei giorni scorsi ha preso parte alla prima riunione ufficiale del consorzio svoltasi presso l’Istituto Pasteur di Parigi e successivamente al primo incontro della rete dei Laboratori di Riferimento dell’Unione Europea (Eurl) organizzato a Lussemburgo dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) in collaborazione con la Direzione Generale per la Salute e la Sicurezza Alimentare della Commissione Europea.
"Questi due incontri – spiega la Colavita - rappresentano una tappa fondamentale per l’avvio delle attività dell’Eurl. Sono stati momenti preziosi per condividere strategie, rafforzare le collaborazioni tra i partners e con le istituzioni europee, strutturare operativamente il lavoro assegnato nell’ambito della preparazione e gestione delle emergenze di sanità pubblica legate alle malattie infettive. Come laboratorio di riferimento europeo siamo impegnati nel supporto alla diagnosi e alla sorveglianza dei patogeni virali emergenti a trasmissione zoonotica, contribuendo a rafforzare la risposta europea a eventuali focolai epidemici causati da virus ad alta patogenicità tra cui arenavirus, filovirus, hantavirus, henipavirus, lyssavirus, poxvirus e la cosiddetta ‘malattia X’, ovvero un possibile patogeno ad alto potenziale pandemico ancora sconosciuto. Svolgeremo attività di assistenza scientifica e tecnica per la Commissione Europea e l’Ecdc e dovremmo assicurare il coordinamento, la comunicazione e la diffusione delle informazioni ai laboratori di riferimento nazionali e della rete all’interno dell’Unione Europea. Un ruolo centrale che ci rende particolarmente orgogliosi”.
Il direttore del Laboratorio di Virologia, Fabrizio Maggi, ha commentato: “Questa designazione rappresenta la certificazione del grande lavoro che il nostro laboratorio porta avanti da anni nel campo dei virus ad alta patogenicità. È un riconoscimento dell’elevata professionalità di tutto il nostro personale e conferisce prestigio all’Istituto, sottolineando il ruolo strategico che i laboratori italiani possono svolgere a livello internazionale su tematiche cruciali per la salute pubblica”.
Anche la direttrice generale dell’Inmi, Cristina Matranga, ha espresso grande soddisfazione: "Questo importante riconoscimento testimonia l’eccellenza scientifica e tecnologica del nostro Istituto nel campo della virologia e conferma il nostro impegno per la sicurezza e la salute pubblica. L’esperienza dei nostri ricercatori, unita a un’infrastruttura all’avanguardia, rende il nostro laboratorio particolarmente adatto a coordinare e guidare gli sforzi comuni dell’Unione Europea. Il nostro obiettivo è continuare a offrire servizi di alta qualità e ricerca innovativa per affrontare le sfide poste dai virus emergenti, contribuendo attivamente alla protezione della salute globale".
Leggi tutto: Laboratorio Virologia dello Spallanzani è riferimento in consorzio Ue
(Adnkronos) - Lo scrittore franco algerino Boualem Sansal è stato condannato a cinque anni di carcere in appello da un tribunale di Algeri con l'accusa di aver ''minato l'unità nazionale'' dell'Algeria, "aver insultato un organismo costituito", compiuto "azioni che possono danneggiare l'economia nazionale" e per "possesso di video e pubblicazioni che minacciano la sicurezza e la stabilità del Paese".
Sansal, 80 anni, era stato condannato il 27 marzo a cinque anni di carcere in primo grado per le dichiarazioni rilasciate nell'ottobre del 2024 al quotidiano francese di estrema destra 'Frontières', in cui sosteneva che l'Algeria aveva ereditato territori che in precedenza erano del Marocco, come ricorda l'emittente Bfmtv.
Il primo ministro francese Francois Bayrou ha detto di sperare nella "grazia presidenziale" di Abdelmadjid Tebboune. "Tutti i francesi e il governo francese trovano insopportabile la situazione che Boualem Sansal. Ora che è stata pronunciata una condanna, possiamo immaginare che verranno adottate misure di clemenza, in particolare per la salute del nostro connazionale" che ha 80 anni, ha dichiarato il premier francese a margine di una visita al ministero dell'Interno per discutere dell'ondata di calore che sta interessando la Francia.
Anche Marine Le Pen ha commentato la sentenza. "La condanna a cinque anni di carcere inflitta al nostro connazionale Boualem Sansal, gravemente malato, durante il processo d'appello equivale a una condanna a morte", ha scritto su 'X'. "Questo processo politico, avviato dal regime algerino che si nutre di numerose provocazioni alimentate dall'estrema debolezza e codardia del governo francese, richiede una risposta politica concreta, ferma e risoluta", ha scritto Le Pen invitando il presidente francese Emmanuel Macron a "rompere il silenzio e agire di conseguenza".
(Adnkronos) - Divieto assoluto di tenere un cane a catena, con sanzioni tra i 500 e i 5mila euro, dai sei mesi ai due anni di reclusione per il maltrattamento di animali fino ai tre anni di carcere per chi li uccide che arrivano a quattro se lo si fa con sevizie. Entra in vigore da oggi la 'legge Brambilla', un provvedimento che tutela gli animali, inasprendo le pene per chi commette reati nei loro confronti. ''Una riforma storica che l'Italia attendeva da oltre vent'anni'', ha rivendicato Michela Vittoria Brambilla presentando il provvedimento in una conferenza stampa a palazzo Theodoli Bianchelli. Con la deputata di Noi moderati e presidente dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali, era presente anche il generale Giorgio Maria Borrelli, comandante del raggruppamento Cites dei Carabinieri.
Una riforma che attua ''un ribaltamento culturale totale della prospettiva che fino ad oggi esisteva in Italia. Gli animali esseri senzienti, diventano soggetti giuridici, portatori di diritti, tutelati direttamente dalla legge, che finalmente rende loro giustizia, inasprendo le pene in maniera importante per tutti coloro che commettono reati nei loro confronti''.
Da oggi si rischiano il carcere e multe salate se si commettono reati contro gli animali. Tutti, non solo cani e gatti. ''Chi uccide un animale rischierà fino a quattro anni di carcere e 60mila euro di multa sempre abbinata. Chi li maltratta fino a 2 anni di carcere e 30mila euro di multa sempre abbinata con aggravanti generiche che aumentano anche di un terzo la pena, se il fatto è commesso innanzi a minori o diffuso in rete. Poi si inaspriscono anche tutte le altre pene per chi commette reati ai danni degli animali. Una in particolare la voglio ricordare: da oggi scatta il divieto di tenere il cane alla catena, una barbarie medievale, con 5mila euro di multa per chi non lo rispetta''.
Una legge, sottolinea il generale Borrelli, che come ''Carabinieri Forestali, appartenenti al comando unità forestale ambientali ed agroalimentari, ci pone nelle condizioni di meglio operare nel settore della tutela degli animali. Ci sono anche elementi importanti per quanto riguarda, ad esempio, l'esposizione di questi reati in presenza di minori. Per noi è molto importante perché prelude a una progressione dal punto di vista della civiltà giuridica non indifferente''.
Portato a casa il risultato, Brambilla si dice ''orgogliosa'' di questa legge e punta il dito contro le opposizioni. ''Da quattro legislature porto avanti questa riforma con grande difficoltà. Nonostante sia una importante battaglia di civiltà quella per la tutela degli animali e dell'ambiente, le opposizioni hanno messo in campo una vera e propria guerra per impedire a questa riforma di arrivare in fondo, ma non ce l'hanno fatta''.
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(Adnkronos) - Non saltare la colazione, preferendo yogurt e frutta fresca. Evitare i cibi grassi o tropo elaborati, in favore di alimenti che aiutino a reintegrare i liquidi persi con la sudorazione, come cocomero, melone, cetrioli e zucchine. Sì ai gelati come spuntino, meglio se piccoli e senza troppe aggiunte come granelle o glassature. Questi alcuni consigli per contrastare il caldo con una corretta alimentazione elaborati dal Reparto alimentazione, nutrizione e salute dell’Istituto Superiore di Sanità.
“Per affrontare il caldo - sottolinea Laura Rossi, direttrice del reparto alimentazione, nutrizione e salute dell’Iss - è consigliabile seguire una dieta leggera e ricca di liquidi e sali minerali, consumando molta frutta e verdura fresca di stagione”.
1) Idratazione. Bere almeno 2 litri di acqua al giorno, preferibilmente fuori dai pasti, per mantenere il corpo idratato. Infatti, il caldo e il sudore corporeo che ne deriva portano inoltre a una disidratazione più veloce, per questo la regola dei due litri d’acqua al giorno, nei mesi estivi, diventa ancora più necessaria. È importante quindi ricordarsi di bere senza aspettare di avvertire la sete: si tratta infatti di uno stimolo che è già di per sé sintomo di disidratazione.
2) Frutta e verdura. Consumare abbondanti porzioni di frutta e verdura fresca, preferibilmente di stagione, ricche di vitamine e sali minerali. Alimenti come anguria, melone, cetrioli, zucchine, pesche, fragole, ciliegie, albicocche, fichi, frutti di bosco, pomodori, melanzane, sedano sono particolarmente adatti.
3) Pasti poco calorici. Prediligere pasti leggeri, poco calorici e facilmente digeribili, come insalate miste, pasta fredda con verdure, pesce poco condito, carne bianca o legumi. “Evitiamo i menù con primo, secondo e contorno - sottolinea Rossi - . Soprattutto quando si è in viaggio o si soggiorna in albergo è più facile che si cada nella voglia di mangiare più portate, anche a causa della vasta scelta e del buffet. Meglio optare per il primo o per il secondo, alternando le portate a pranzo e a cena, accompagnandole sempre con il contorno, in modo da creare pasti completi e piatti unici, bilanciati e ricchi di nutrienti. Tra gli abbinamenti possibili possiamo consigliare: pasta con legumi e/o verdure, riso con le verdure, carne con l'insalata, pesce con verdure e/o uova con verdure e così via”. Limitare il consumo di cibi ricchi di grassi, fritti, salse, troppo conditi o elaborati, che possono appesantire la digestione.
4) Non saltare la colazione. La colazione è un pasto molto importante che si tende a saltare in particolare quando fa caldo. È il pasto che interrompe il digiuno notturno. Quando fa caldo evitiamo colazioni troppo ricche di zuccheri e grassi, favorendo un apporto nutritivo bilanciato. Particolarmente consigliati, per far fronte al caldo estivo, lo yogurt al naturale e la frutta fresca di stagione, magari accompagnati da una manciata di frutta secca e di cereali.
5) Limitare il sale. Ridurre il consumo di sale, preferendo quello iodato, e moderare l'uso di salse e condimenti molto saporiti.
6) Evitare alcolici e bevande zuccherate. Gli alcolici e le bevande zuccherate possono contribuire alla disidratazione e rallentare la digestione. Così come è importante bere molta acqua, lo è altrettanto limitare il consumo di alcolici, che sembrano dissetarci, ma in realtà contribuiscono ad aumentare la disidratazione. Anche i cocktail, alcolici e analcolici, e le bibite gassate sono da evitare. L’effetto dissetante, come abbiamo detto, nel caso degli alcolici è solo apparente, mentre l’apporto di zuccheri è effettivo. Lo stesso vale per le bibite analcoliche, che contribuiscono ad aumentare i livelli di zuccheri nel nostro organismo. A queste, dunque, sono da preferire gli infusi freddi con frutta ed erbe di stagione.p
7) Spuntini freschi. Includere nella dieta spuntini freschi e leggeri, come yogurt, frutta fresca, frullati o centrifugati di verdura, per mantenere costante l'apporto di liquidi e nutrienti.
8) Si al gelato con moderazione. "Anche il gelato - sottolinea Rossi - può essere un ottimo spuntino a patto che sia piccolo, altrimenti è un sostituto di un pasto. Scegliamo gelati semplici in cui le granelle, le glassature e le coperture di cioccolato siano al minimo. Non pensiamo che i gusti di frutta possano essere consumati di più di quelli alle creme, in verità la differenza calorica tra le due tipologie è abbastanza piccola”. Anche la frutta secca in guscio (nocciole, mandorle, arachidi, etc.) può costituire un buon spuntino durante l'estate al patto di scegliere porzioni adeguate (30 g) e prodotti al naturale, senza sale o zucchero aggiunti.
9) Attenzione alla conservazione dei cibi: Prestare attenzione alla corretta conservazione degli alimenti, soprattutto quelli deperibili, per evitare rischi di contaminazione, soprattutto se si pensa di fare un pic-nic o di andare in giornata al mare portandosi il cibo. In estate, con il caldo, è importante conservare i cibi e mantenere la catena del freddo per tutti quegli alimenti che lo richiedono. La corretta conservazione in frigo è significativa, non solo per la nostra salute e dei nostri cari, ma anche per garantire le proprietà e i valori nutrizionali degli alimenti. Il caldo è nemico della conservazione. A causa di esso tutti i cibi si deteriorano prima del dovuto con il rischio di provocare delle intossicazioni alimentari.
10) Via libera ai legumi, fonte di proteine vegetali. In Italia mangiamo pochi legumi che invece sono una fonte importante di proteine vegetali. Inoltre, si tende infatti ad assumere i legumi soprattutto nei mesi invernali, mentre in estate abbiamo tante possibilità di integrarli nella nostra alimentazione aggiungendoli alle insalate o mangiandoli come contorno, per esempio, oppure in un zuppe fredde o in gustose creme. Anche le proteine animali sono importanti e in estate scegliamo le fonti proteiche meno grasse e meno ricche di sale come il pesce di stagione, dunque quei pesci che non sono nella loro stagione riproduttiva, come l’orata, la sogliola, la spigola e la sardina, e carni bianche. Limitiamo invece la assunzione di carne rossa e salumi ricchi di sale e grassi saturi.
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