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Elena Cattaneo, 'scienza sotto attacco, donne non rinunciate'

19 Giugno 2025
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La ricercatrice a Cagliari per Women Stan Up for Science
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Dicembre letterario festeggia 10 anni con anteprima estiva

19 Giugno 2025
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Nove appuntamento con il Club Jane Austen da giugno a settembre
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Aou Cagliari, miglior comunicazione pubblica digitale d'Italia

19 Giugno 2025
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Progetto di questo anno porta le cure palliative nel Metaverso
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Ingegneri clinici, Convegno Aiic riferimento per tecnologia Ia e sostenibilità

19 Giugno 2025

(Adnkronos) - "Anche quest'anno il nostro convegno è riuscito a lasciare il segno, nel senso che abbiamo avuto oltre 2.500 partecipanti, con esperti, società scientifiche, istituzioni, ricercatori ed accademici che hanno condiviso ciò che nel settore della sanità si muove in tema di sostenibilità. Abbiamo poi avuto un riscontro da un punto di vista delle aziende davvero importante. Tutto questo conferma il nostro evento come un momento di riferimento per la sanità, per le tecnologie e per gli operatori". Così Lorenzo Leogrande, presidente del 25esimo Convegno nazionale Aiic, Associazione italiani ingegneri clinici, a Napoli, al termine dei lavori dell'evento. "E' stato un appuntamento che ha certamente avuto sostenibilità ambientale e intelligenza artificiale come i due temi-pilastro - ha sottolineato Umberto Nocco, presidente Aiic - Sono argomenti su cui tutta la nostra associazione si è impegnata, e su cui intendiamo prenderci anche nel futuro responsabilità specifiche, ampliando le nostre competenze e generando un sistema virtuoso di dialogo ad ampio raggio con tutti gli stakeholder. Argomenti su cui anche il prossimo Convegno Aiic, che terremo nel giugno 2026 a Torino, potrà fare ulteriori approfondimenti".  

L'impianto autorevole del convegno, dal titolo 'Tecnologie, sostenibilità, ambiente. Il contributo dell'innovazione alla sanità del futuro', ha posto in modo inedito l'attenzione sull'impatto ambientale dello sviluppo tecnologico all'interno di un programma messo a punto da Stefano Bergamasco, coordinatore Centro Studi Aiic, con il contributo di tutto il direttivo dell'associazione (Gianluca Giaconia, Leo Traldi, Carmelo Minniti, Alberto Lanzani, Pasquale Garofalo, Danilo Gennari, Andrea Fisher, Emilio Chiarolla, Francesco Pezzatini), di Giovanni Poggialini, responsabile corsi di formazione, e dei 2 coordinatori Aiic della Campania, Nicola Tufarelli e Antonio Mancaniello. Per Leogrande "al termine dei lavori di Napoli possiamo dire che la sostenibilità, soprattutto in riferimento all'ambiente, è un tema non ancora maturo all'interno dei contesti assistenziali e l'obiettivo di questo nostro convegno era proprio quello di sensibilizzare tutti i professionisti, gli operatori della sanità, in generale, le istituzioni e anche il mercato. Siamo agli inizi di questo percorso, ma abbiamo registrato che sono davvero tanti gli ambiti su cui lavorare per rendere più sostenibili e più green le nostre strutture sanitarie, in stretta collaborazione con le società scientifiche disponibili ad un autentico cambiamento di sistema". 

E' tempo di parlare di riutilizzazione di tecnologie sanitarie. "Il fenomeno delle tecnologie second hand - precisa Minniti - è in piena espansione tanto in ambiti con alto contenuto tecnologico quanto in sistemi a ridotta disponibilità economica. Il nostro obiettivo è analizzare la tematica in modo da consentire che una scelta di ripiego, diventi invece una scelta strategica per una sanità più accessibile e più sostenibile".  

A tale proposito - riporta una nota - Federico Lega, professore ordinario di Economia politica e Management sanitario dell'Università di Milano, ha dimostrato che, dati alla mano, il mercato del riuso e condizionamento delle tecnologie medicali obsolete è in crescita e che anche in Italia potrebbe essere utile la messa a punto di un'Agenzia nazionale per la gestione di queste tecnologie. Ma perché il tutto possa avvenire occorre ricordare che "nessuno può prendere una decisione da solo - puntualizza Pietro Derrico, past president Aiic e SiHta - Non lo possono fare i burocrati, i funzionari, i professionisti sanitari, né tantomeno i gestori di tecnologia come ingegneri clinici. Lo devono comprendere tutti, insieme ai legislatori che definiscono le norme sui grandi ideali della convivenza della società. Si tratta qui di riutilizzare un dispositivo monouso, come fanno molti Paesi nel mondo, prendendosi la responsabilità di garantire al paziente la sicurezza intrinseca del nuovo prodotto: così si possono perseguire gli obiettivi di sostenibilità dell'ambiente e dei costi sociali". Ma "per accedere ad un riutilizzo sicuro dell'apparecchiatura - osserva Alessandro Preziosa, presidente Associazione elettromedicali, Confindustria Dispositivi medici - dobbiamo conoscere a fondo quelli che sono i dati e quelle che sono effettivamente le situazioni dell'obsolescenza dell'apparecchiatura". 

Connesso al riutilizzo e alla necessità de basso impatto ambientale c'è anche il 'Right to Repair', approccio sempre più sostenuto in Unione europea. "Rivendicare il diritto alla riparazione - afferma Lanzani, vicepresidente Aiic - significa difendere la possibilità per gli ospedali di scegliere liberamente come gestire il ciclo di vita dei dispositivi medici, senza vincoli imposti da monopoli commerciali. Come ingegneri clinici, siamo non solo utenti consapevoli, ma garanti della sicurezza e dell'efficienza delle tecnologie al servizio del paziente, che rappresenta il consumatore più fragile".  

Uno dei temi che affrontati e approfonditi al convegno è stato quello "dell'interoperabilità tra sistemi informativi e soprattutto dei medical device - evidenzia Giaconia, vicepresidente Aiic - Ovviamente non è un tema nuovo, perché Aiic affronta l'argomento dell'interoperabilità da anni, soprattutto con il coinvolgimento di Maurizio Rizzetto, esperto dell'Associazione e di Himms, comunità professionale internazionale. Ma il tema sta divenendo sempre più cruciale perché il dato è diventato veramente l'oro del valore in sanità. Il passo nuovo che dobbiamo compiere oggi è quello dell'interoperabilità tra i medical device e i sistemi informativi: e su questo purtroppo c'è un po' di ritardo. Facciamo un po' di autocritica perché abbiamo necessità come ingegneri clinici di fare formazione e di aggiornarci su questo tema, ma c'è anche un po' di ritardo anche da parte dell'industria perché i medical device spesso non hanno quegli standard di interoperabilità che invece oggi qualsiasi sistema informativo in sanità richiede". Da qui l'invito ad entrare nella fase 2 dell'interoperabilità. Per non perdere le occasioni offerte dallo sviluppo della sanità digitale. 

Al 25esimo Convegno Aiic si è parlato anche di criteri Esg, di Green procurement, di esperienze ospedaliere di sostenibilità ambientale, di telemedicina, con progetti eccezionali quali: il 'Telestroke' dell'Asl di Salerno; il progetto 'Metacare, metaverso per la sanità territoriale' della Asl 3 di Nuoro e il progetto 'Ted: the intelligent doctor at your home' dell'Università di Salerno. Non poteva mancare un approfondimento sulle stampanti 3D con le realizzazioni del 3D Innovation hub dell'Irccs Humanitas Research Hospital di Milano. 

Il mondo della produzione industriale è, in assoluta trasparenza - viene precisato - tra i protagonisti del convegno, perché qui gli ingegneri clinici italiani hanno la possibilità di vedere-testare-approfondire-comprendere le realizzazioni più avanzate del settore. L'industria a Napoli ha poi ricevuto anche i suoi riconoscimenti, grazie al Premio Innovazione che ha permesso ai soci Aiic di selezionare i migliori progetti presentati dalle aziende. Tra queste sono state premiate Moviebell (categoria sanità digitale e Ai), Medtronic (diagnostica-terapeutica-riabilitativa) e Native Digital (supporto-processo), mentre un gruppo di brand è stato selezionato per gli stand convegnistici più interattivi (Ge, Philips, Asp, AbMedica, Olympus e Altamed).  

Il mondo dei produttori è stato anche rappresentato da Fabio Faltoni, neo-eletto presidente di Confindustria Dispositivi medici che, in sessione plenaria, ha lanciato un appello: "Se vogliamo davvero che la sanità digitale italiana ed europea sia protagonista e non gregaria, dobbiamo creare un ambiente che accompagni l'innovazione, non che la rincorra a fatica. Il nostro settore - ha concluso - ha implicazioni etiche, cliniche, sociali troppo rilevanti per rinunciare a regole. Ma serve un cambio di passo, serve praticità, velocità, realismo su alcuni aspetti regolatori, soprattutto a livello europeo: ci ingabbiamo da soli, nel momento in cui dovremmo invece correre". 

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Ingegneri clinici, 2 campani tra i vincitori di Aiic Award

19 Giugno 2025

(Adnkronos) - Telemedicina con controllo vocale e ottimizzazione dei consumi energetici delle apparecchiature ospedalieri grazie a una presa elettrica smart. Sono i progetti campani che sono stati premiati con l'Aiic Awards, consegnati durante il 25esimo Convegno nazionale dell'Associazione italiana ingegneri clinici, in corso a Napoli, sul tema 'Tecnologie, sostenibilità, ambiente. Il contributo dell'innovazione alla sanità del futuro'.  

Il progetto di telemedicina Ted "è stato realizzato dalla collaborazione delle università di Salerno, del Salento e l'ospedale salernitano San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona", racconta all'Adnkronos Salute il vincitore, Massimo Giordano, Università degli Studi di Salerno. "Considerando che 24 milioni di italiani hanno una malattia cronica, la telemedicina, che è in grado di raccogliere dati e inviare notifiche in tempo reale, può semplificare l'accesso ai servizi sanitari, specie per over 75 che hanno anche delle barriere tecnologiche, per questioni generazionali - osserva Giordano - Proprio per ovviare al problema, abbiamo messo a punto un sistema basato sugli assistenti vocali che migliorano l'interazione con il clinico e l'aderenza alle terapie dei pazienti cronici, mantenendoli nel comfort abitativo. Il sistema impiegato nel progetto, dedicato a pazienti con diabete o scompenso cardiaco, si compone di sensori da indossare e anche ambientali, per rendere la casa sicura e intelligente. Rilevando parametri vitali come elettrocardiogramma (Ecg), frequenza cardiaca e respiratoria con dispositivi wearable - una pettorina o una fascia - il sistema permette di programmare triage vocali, promemoria farmacologici e consulenze nutrizionali, oltre al follow-up clinico. Il sistema, inoltre, proprio per il fatto di essere basato sull'interazione vocale limita l'isolamento sociale". 

L'altra idea premiata, nell'edizione dedicata all'innovazione come fattore chiave di sostenibilità, riguarda l'ottimizzazione energetica e gestione intelligente del parco tecnologico ospedaliero, messa a punto da Vincenzo Muto, ingegnere clinico di di Althea Italia Napoli, in collaborazione con l'Aou Federico II di Napoli e ControlloCasa di Roma. "Il progetto ha l'obiettivo di contribuire a contrastare l'aumento significativo dei costi legati al consumo di energia, in particolare all'interno delle strutture ospedaliere - spiega Muto - In questo scenario, è nata l'idea di introdurre una presa elettrica intelligente, chiamata Smarty, che rappresenta una soluzione innovativa e versatile per la gestione dell'energia e delle apparecchiature elettromedicali. Smarty è in grado di monitorare in tempo reale i consumi energetici degli apparati a cui è collegata, oltre a rilevare diversi parametri ambientali, come la temperatura. La presa si connette alla rete Wi-Fi e invia i dati a un sistema cloud dove non solo vengono archiviati, ma anche analizzati, tramite algoritmi dedicati, permettendo così una gestione evoluta dei dispositivi e una significativa riduzione degli sprechi energetici".  

Con questo dispositivo intelligente è inoltre possibile "abilitare una manutenzione programmata adattiva, cioè basata non su scadenze fisse, come una revisione annuale, ma modulata in base al reale utilizzo, quindi all'usura, del singolo dispositivo, pianificando in modo più efficace gli interventi manutentivi e riducendo così il rischio e i costi dei guasti". Infine, "grazie alla gestione da remoto - conclude l'ingegnere - è possibile accendere o spegnere i dispositivi collegati in modo centralizzato, evitando gli sprechi dovuti al funzionamento inutile (ad esempio durante la notte o nei fine settimana), contribuendo così a una gestione più sostenibile e intelligente delle risorse ospedaliere". 

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Roma, Massara è il nuovo direttore sportivo: "Bentornato Frederic"

19 Giugno 2025
Frederic Massara - Fotogramma/IPA

(Adnkronos) - Frederic Massara è il nuovo direttore sportivo della Roma. Lo ha comunicato il club giallorosso con una nota ufficiale: "L’As Roma - si legge - è lieta di annunciare la nomina di Frederic Massara come nuovo Direttore Sportivo del Club. Per Massara si tratta di un ritorno a Trigoria, dove in passato ha già contribuito con professionalità e competenza allo sviluppo sportivo della Roma in una fase cruciale della storia recente della società. Con una vasta esperienza nel calcio italiano e internazionale, Massara porta con sé una profonda conoscenza e una chiara visione strategica per l’area tecnica. Il Club guarda con fiducia a questo nuovo capitolo, convinto che la leadership di Frederic contribuirà a costruire un futuro competitivo e ambizioso. Bentornato a Roma!". 

Per l'ex ds di Milan e Rennes si tratta di un ritorno in giallorosso. Massara ha già lavorato sia come collaboratore del ds Walter Sabatini sia come suo sostituto dal 6 ottobre 2016 fino all'1 settembre 2017 e come segretario generale e ds, in sostituzione di Monchi, per un anno dal 2018. 

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Studio, e-commerce in Italia ha generato 150 mld euro di valore condiviso e 1,8 mln addetti

19 Giugno 2025
Studio, e-commerce in Italia ha generato 150 mld euro di valore condiviso e 1,8 mln addetti

(Adnkronos) - L’e-commerce si conferma un motore fondamentale per lo sviluppo economico, sociale e ambientale dell’Italia. Il settore ha prodotto un impatto complessivo pari a 150,1 miliardi di euro - di cui 88,6 miliardi di euro di valore aggiunto - equivale al 7% del Prodotto interno lordo italiano, registrando una crescita del 6,6% rispetto all’anno precedente. Questo valore si suddivide in tre componenti principali: 58,9 miliardi di euro di ricadute dirette derivanti dalle attività degli online seller; 50 miliardi di euro di ricadute indirette, ovvero l’apporto economico dei fornitori e dei servizi a monte e a valle; e 41,2 miliardi di euro di ricadute indotte, cioè gli effetti positivi sul resto del sistema economico. 

Questo è quanto emerge dalla nuova edizione dello studio 'L’e-commerce crea valore per l’Italia', realizzato da Netcomm, il Consorzio del Commercio Digitale in Italia, in collaborazione con Althesys, società indipendente di consulenza strategica e ricerca economica. Il rapporto, presentato in occasione del convegno 'La Rete del Valore del Commercio Digitale per l'Italia e l'Unione Europea' - tenutosi oggi presso Spazio Europa a Roma - analizza l’intero comparto delle vendite online, con un focus sulla capacità dell’e-commerce di generare ricchezza, benessere diffuso e sostenibilità lungo tutta la filiera produttiva e distributiva nazionale. 

“L’e-commerce è oggi uno dei settori più dinamici e ad alto potenziale dell’economia italiana: il digitale equivale al 7% del PIL nazionale, con ricadute positive e crescenti su occupazione, innovazione e sostenibilità del sistema fiscale. Le imprese mostrano potenziale di crescita, resilienza e capacità di reagire anche nei momenti più critici, grazie a modelli collaborativi e a un forte lavoro di rete. Il concetto stesso di rete del valore è dimostrato dall’andamento aggregato di questi ultimi dieci anni: il sistema crea crescita al di là delle fluttuazioni di breve periodo. L’impresa singola si rafforza proprio perché è parte di una filiera strutturata e interconnessa, che tiene insieme competenze, occupazione, fiscalità, export e innovazione”, commenta Roberto Liscia, presidente di Netcomm.  

“Questo settore ha bisogno di politiche pubbliche che sostengano strategicamente un ecosistema capace di produrre valore e di creare un contesto che favorisca l’export, proprio in un momento in cui la rete del valore consente di adattarsi agilmente alla rapidità con cui mutano le nuove barriere. La vera sfida è quella della digitalizzazione delle pmi, che rappresentano il cuore del nostro tessuto imprenditoriale. Dobbiamo formarle, accompagnarle e farle crescere, anche sul mercato internazionale”, dice. 

“I risultati dello studio di Netcomm in collaborazione con Althesys evidenziano non solo che l’e-commerce è un settore molto dinamico che continua a crescere, ma anche che porta ricadute diffuse sul sistema socio-economico italiano. Benefici per i consumatori, acceleratore della crescita delle pmi, elemento abitatore delle esportazioni, sono alcuni dei fattori che contribuiscono a creare valore condiviso per il nostro Paese. Il comparto costituisce uno straordinario moltiplicatore per l’economia italiana: a un euro di valore aggiunto degli online seller ne corrispondono tre di benefici per il sistema, coinvolgendo quasi il 7% degli occupati in Italia”, afferma Alessandro Marangoni, ceo di Althesys e presidente dello Shared Value Institute. 

"La ricerca di Netcomm in collaborazione con Althesys conferma il ruolo chiave della filiera digitale per lo sviluppo dell'economia del nostro Paese e, come Amazon, siamo orgogliosi di fare la nostra parte. In 15 anni di presenza in Italia, i nostri investimenti superano i 20 miliardi di euro e i posti di lavoro diretti creati a tempo indeterminato sono oltre 19.000. Negli anni abbiamo inoltre dimostrato di essere un alleato strategico per il tessuto imprenditoriale italiano: oggi sono più di 21.000 le PMI italiane presenti nel nostro negozio online e per loro mettiamo a disposizione strumenti mirati come la vetrina Made in Italy e il programma Accelera con Amazon, pensati per supportarle nel percorso di digitalizzazione e internazionalizzazione", commenta Francesca Pellizzoni, manager programmi Made in Italy e supporto alle pmi, Amazon.it. 

Dalla ricerca emerge chiaramente il dato strutturale sul moltiplicatore del valore: ad ogni euro di valore aggiunto generato direttamente dal comparto e-commerce, ne corrispondono tre di benefici per l’intero sistema economico italiano, tra ricadute dirette, indirette e indotte. Si tratta di un indicatore che evidenzia la forte capacità dell’e-commerce di attivare valore lungo tutte le maglie del sistema produttivo, confermando la natura interconnessa e sistemica del commercio digitale. Il contributo fiscale complessivo prodotto dalla filiera raggiunge i 44 miliardi di euro, pari al 7,7% delle entrate fiscali italiane nel 2023, confermando il ruolo determinante dell’e-commerce nel sostenere la spesa pubblica e il benessere collettivo.  

L’e-commerce e la sua filiera hanno coinvolto direttamente e indirettamente 1,8 milioni di lavoratori in Italia compreso l’indotto, in crescita del 15% tra il 2022 e il 2023, e pari al 6,8% degli occupati in Italia, e hanno contribuito a generare un totale di 40,3 miliardi di euro di salari lordi nella sola filiera (+13,8% rispetto al 2022). Di questi, 1,17 milioni di lavoratori sono impiegati direttamente nella value chain del commercio digitale: 310.000 nei comparti dei fornitori, 542.000 tra retailer, brand e marketplace, e 319.000 nei servizi di logistica, consegna e pagamento. La creazione di valore è ben distribuita tra le diverse fasi della filiera. La componente a monte - che comprende fornitori di servizi informatici, consulenza, marketing e componentistica - ha generato 35,5 miliardi di euro, pari al 23,7% del valore complessivo. La fase centrale, costituita dagli online seller, ha prodotto il maggior impatto con 79 miliardi di euro, pari al 52,6% del totale. Infine, la fase di supporto alle attività di vendita online, come logistica e pagamenti digitali, ha generato 35,6 miliardi di euro, corrispondenti al 23,7%. Questi dati dimostrano la natura estesa e inclusiva dell’e-commerce, che attiva risorse, competenze e investimenti in comparti eterogenei e complementari. 

Dal lato dei consumatori, i dati evidenziano che nel 2024 il 44,3% degli italiani sopra i 14 anni ha effettuato almeno un acquisto online, con un aumento di dieci punti percentuali rispetto al 2019. Il commercio elettronico ha consolidato il proprio ruolo non solo per il risparmio di tempo e l’ampiezza dell’offerta, ma anche per la trasparenza e la competitività dei prezzi. Dal punto di vista del capitale umano, il settore sta contribuendo in maniera significativa alla qualificazione del lavoro, attraverso l’adozione di contratti collettivi nazionali, la formazione continua e programmi aziendali di upskilling digitale, che stanno promuovendo l’innovazione dei profili professionali e la resilienza dell’occupazione lungo tutta la filiera. L’e-commerce sta assumendo un ruolo guida anche nella promozione di modelli di consumo circolari e sostenibili. L’introduzione di soluzioni logistiche a basso impatto ambientale, come i veicoli elettrici e il packaging riciclabile, ha contribuito in modo significativo alla riduzione delle emissioni di CO2. Oggi, la maggioranza degli imballaggi utilizzati nella logistica e-commerce è costituito da cartone ondulato, e l’Italia si sta già preparando al raggiungimento degli obiettivi del nuovo Regolamento UE 2025/40, che prevede il 40% di packaging riutilizzabile entro il 2030. 

 

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Anziani, avvocato Perfetti: "Rsa non sostenibili se non si chiarisce chi paga"

19 Giugno 2025
Luca Perfetti, professore di diritto amministrativo e senior partner di BonelliErede

(Adnkronos) - La recente giurisprudenza civile sui ricoveri ad elevata integrazione sanitaria e socio-sanitaria "crea un problema perché afferma che le prestazioni delle Rsa in regime di accreditamento sono parte del Servizio sanitario nazionale e si esclude che debbano essere corrisposte e pagate dall’utente. Dall’altro lato, però, si limita la rimborsabilità delle Rsa all’interno di un budget che non le prevede. In questo modo non sono sostenibili perché, se non si chiarisce chi le paga, queste prestazioni non saranno più rese, deprimendo il diritto alla salute". Così Luca Perfetti, professore di diritto amministrativo e senior partner di BonelliErede, partecipando a Milano al convegno ‘Rs(a)ppropriatezza: leggi chiare, costi certi. Chi paga le Rsa?’, organizzato da Associazione RisoRsa. 

"Le sentenze della Cassazione" secondo cui alcune prestazioni socio-assistenziali strettamente collegate a quelle sanitarie sono a carico del Ssn "sono sbagliate perché immaginano che i diritti fondamentali siano finanziariamente condizionati alla presenza di soldi pubblici per finanziarli. La Corte Costituzionale afferma, invece, il contrario: il bilancio deve conformarsi ai diritti e non i diritti al bilancio. La soluzione è un intervento del legislatore che chiarisca la situazione. Il rischio è che si espanda il contenzioso tra utenti, gestori delle Rsa e Ats, cosa che porta a molte spese, molta confusione e pochi risultati", conclude. 

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Foggia, 51enne ucciso a colpi d'arma da fuoco: corpo era in Smart

19 Giugno 2025
Carabinieri e ambulanza (Fotogramma)

(Adnkronos) - Sarebbe stato ucciso con colpi d'arma da fuoco, esplosi a distanza ravvicinata Giovanni Mastropasqua, detto Gigi, 51 anni, trovato senza vita in una Smart rossa verso il mezzogiorno di oggi, giovedì 19 giugno, a Foggia. Uno dei colpi lo ha raggiunto al collo. Si indaga nel mondo della droga.  

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Atp Halle, oggi Sinner-Bublik - Il match in diretta

19 Giugno 2025
Jannik Sinner - Fotogramma/IPA

(Adnkronos) - Jannik Sinner torna in campo nell'Atp di Halle. Oggi, giovedì 19 giugno, l'azzurro affronta Alexander Bublik nel sedondo turno del torneo tedesco. Il numero uno del ranking arriva dal successo in due set contro Yannick Hanfmann, mentre il tennista kazako (numero 45 Atp) è reduce dal successo contro Alexandre Muller nel primo turno. 

I due si sono affrontati in cinque precedenti, con l'azzurro che guida con un parziale di 4-1. L'ultimo match risale all'ultimi Roland Garros, con successo di Sinner a quarti.  

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Turismo, Ziller (Lmdv Hospitality): "Al Twiga Porto Cervo stile iconico e identità territoriale"

19 Giugno 2025
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(Adnkronos) - Una nuova vita per uno spazio leggendario che ha segnato la storia del divertimento italiano. Con l’apertura di Twiga Porto Cervo, dall’acquisizione delle mura dell’ex Billionaire, Lmdv Hospitality Group compie un passo strategico che non segna solo l’espansione del brand, ma anche l’inizio di una nuova visione per l’hospitality di lusso in Italia. Con un progetto che parla anche molto di identità locale e di una nuova dimensione dell’esperienza 'dalla cena al club'. A illustrarlo è Carlo Ziller, Ceo del Gruppo.  

Nell’operazione Twiga Porto Cervo c’è una forte attenzione per il territorio. Che indotto vi aspettate e quante persone saranno impiegate? 

"La nostra visione parte sempre dal concetto di integrazione locale. Crediamo che ogni apertura debba generare valore reale per il territorio, non solo a livello economico, ma anche culturale, sociale e relazionale. Twiga Porto Cervo impiegherà oltre 150 professionisti, selezionati con attenzione, molti dei quali provenienti direttamente dalle altre nostre strutture. Allo stesso tempo, lavoreremo per aumentare progressivamente il coinvolgimento di professionisti provenienti dalla Sardegna, creando sinergie con il territorio e valorizzando il capitale umano locale. L’indotto complessivo, tra collaborazioni con fornitori, artigiani, servizi logistici, accoglienza e intrattenimento, sarà significativo e destinato a crescere, soprattutto in una prospettiva di allungamento della stagione e radicamento nel tessuto economico di Arzachena e della Costa Smeralda". 

Montecarlo, Forte dei Marmi e Baia Beniamin e ora Porto Cervo interpretano un'identità globale del lifestyle, adattandola però al contesto unico di ciascuna destinazione. Quanto è strategica oggi la capacità di interpretare le specificità locali senza tradire la vocazione dei brand? 

"Ogni Twiga nasce per essere riconoscibile ovunque nel mondo, ma mai replicato. La nostra identità globale si fonda su eleganza, energia e qualità dell’esperienza, e trova espressioni diverse a seconda del contesto in cui si inserisce. Porto Cervo rappresenta per noi una sfida importante: integrare l’identità storica di una destinazione iconica, fatta di storia e stile, con un linguaggio più contemporaneo e aperto a nuove generazioni. Significa rispettare ciò che questo luogo ha rappresentato per decenni, ma al tempo stesso offrirgli una nuova energia, più trasversale e attuale. Saper leggere e valorizzare le specificità locali è oggi una competenza imprescindibile. Non si tratta di adattarsi, ma di dialogare profondamente con il territorio, comprenderne la cultura, le abitudini, le aspettative. Solo così possiamo restare coerenti con la nostra voce e far evolvere il brand senza tradirlo". 

Il concetto di lifestyle esperienziale è al centro della strategia di Lmdv Hospitality Group. Quanto pesa la valorizzazione del territorio, dalle materie prime sarde alla cornice naturale, nella vostra visione? 

"Per noi valorizzare il territorio non è un’opzione, ma una parte essenziale della nostra visione. Oggi il concetto di lusso è sempre più legato all’autenticità, le persone vogliono emozionarsi, creare un legame profondo con il luogo in cui si trovano. In Sardegna questo significa dialogare con la cornice naturale, non cercando di sovrastarla, ma integrandosi con essa. Twiga ha un’identità forte e riconoscibile, ma in ogni destinazione in cui investiamo ci impegniamo ad integrare le materie prime locali, raccontando i sapori del territorio attraverso la nostra cucina, che deve essere capace di parlare anche la lingua del luogo. La Costa Smeralda ha una forza visiva e simbolica straordinaria e il nostro compito non è imitarla, ma incorniciarla. L’esperienza Twiga nasce per esaltare ciò che già esiste, aggiungendo contenuto, visione e cura in ogni dettaglio". 

In che modo puntate anche a favorire la destagionalizzazione? 

"Crediamo molto nel potenziale della Costa Smeralda anche oltre i classici mesi estivi. A partire dalla prossima stagione, il nostro obiettivo sarà prolungare l’apertura del Twiga e costruire una programmazione pensata per un pubblico che cerca esperienze di qualità anche a giugno, settembre e ottobre. La chiave sarà offrire contenuti capaci di attrarre un turismo consapevole, attraverso eventi gastronomici, musicali e culturali su misura, in sinergia con le nuove aperture nel settore dell’hotellerie e con l’allungamento naturale che questi investimenti stanno già generando sul territorio. Siamo pienamente disponibili a dialogare con le amministrazioni locali e con gli altri operatori privati, per creare insieme un sistema solido e condiviso. L’obiettivo è chiaro, non limitare la stagione a soli due mesi, ma contribuire a un nuovo modello di sviluppo per la Costa Smeralda". 

Lmdv Hospitality Group porta in Costa Smeralda il suo format che unisce ristorazione di alto profilo e nightlife esclusiva. Quanto conta oggi, per una clientela cosmopolita, vivere l’esperienza completa 'dalla cena al club'? 

"Oggi il vero lusso è il tempo e la qualità con cui viene vissuto. I nostri ospiti non cercano semplicemente un buon ristorante o un buon club, ma un’esperienza completa, continua, senza interruzioni. Vogliono sentirsi trasportati, senza dover cambiare luogo, ma poter cambiare atmosfera. Il format 'dalla cena al club' risponde perfettamente a questa esigenza, ovvero permette di passare da un aperitivo elegante a una cena divertente, fino a una serata coinvolgente, tutto in uno stesso spazio curato nei minimi dettagli. In destinazioni come Porto Cervo, questa continuità dell’esperienza diventa ancora più centrale, perché il pubblico è esigente, abituato al meglio, e desidera vivere ogni momento con intensità, ma anche con comfort, in un flusso coerente fatto di eleganza, atmosfera e attenzione al dettaglio. La forza di Twiga sta proprio nella capacità di unire questi mondi, gastronomia, intrattenimento, design, in un racconto unico, riconoscibile, ma sempre diverso in ogni luogo". 

Può svelarci qualche dettaglio dell’offerta food? 

"Senza anticipare tutto, posso dire che l’offerta sarà sfaccettata ma coerente, con grande attenzione alla materia prima locale, alla tecnica contemporanea e alla leggibilità dei piatti. Casa Fiori Chiari porterà in Costa Smeralda una cucina calda e conviviale, di chiara ispirazione mediterranea, con un’anima italiana e partenopea. Vesta, invece, avrà un’identità più essenziale e sofisticata, con una proposta gastronomica centrata su crudi e pescato locale, e che includerà piatti reinterpretati della tradizione sarda. In entrambi i format non mancheranno omaggi alla tradizione sarda, alcuni reinterpretati con rispetto e creatività. Entrambe le cucine saranno pensate per integrarsi con il ritmo della serata e offrire un’esperienza che accompagna, non interrompe". 

Il Twiga è diventato negli anni un'icona di stile e di nightlife esclusiva. Con l'acquisto delle mura del Billionaire a Porto Cervo, vi aspettate di entrare in una nuova dimensione per questo marchio così rinomato?  

"L’acquisto delle mura dell’ex Billionaire ha un valore che va oltre l’aspetto immobiliare, è un gesto simbolico, che segna l’inizio di una nuova fase per Twiga. Prendere in mano uno spazio così carico di storia, trasformarlo e reinterpretarlo significa posizionarsi con chiarezza nel presente, ma con una visione rivolta al futuro. Porto Cervo ci offre l’occasione di elevare ulteriormente il brand, creando un punto di riferimento non solo per l’estate italiana, ma per l’intero Mediterraneo. Le migliorie riguardano ogni aspetto dell’esperienza da un layout completamente ripensato, una qualità architettonica allineata ai nuovi codici dell’ospitalità, una proposta gastronomica ancora più curata e un’identità musicale trasversale, pensata per un pubblico intergenerazionale. Inoltre, la nostra visione è quella di contribuire attivamente all’allungamento della stagione, già a partire dalla prossima estate. Vogliamo essere presenti più a lungo e in modo sempre più integrato, in sintonia con la direzione di sviluppo del territorio e con i nuovi investimenti che stanno interessando il comune di Arzachena. L’obiettivo è dare continuità e valore, allineandoci a un’idea di Costa Smeralda sempre più viva, sostenibile e internazionale. Twiga Porto Cervo rappresenta la naturale evoluzione del brand, ovvero un luogo dove tutto è pensato per coinvolgere, sorprendere e far sentire ogni ospite parte di qualcosa di unico". 

Dopo il Twiga Porto Cervo state già pensando di esportare il modello in altre destinazioni di punta? 

"Sì, stiamo già guardando a nuove destinazioni, sia italiane che internazionali. Il nostro obiettivo non è aprire in modo indiscriminato, ma solo dove ci siano le condizioni per portare valore reale, integrandoci nel contesto. Valuteremo attentamente altri mercati di riferimento, con lo stesso approccio che ci contraddistingue, identità forte, cura del dettaglio e rispetto per il luogo". 

 

 

 

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Sanità, Altini (Usl Modena): "Nuovo sistema garanzia dei Lea strumento fondamentale"

19 Giugno 2025
Mattia Altini, direttore generale azienda Usl di Modena

(Adnkronos) - "Oggi ci siamo visti per mettere a tema il nuovo sistema di garanzia dei Lea, quindi quegli indicatori che oggi sono forniti alle aziende, alle regioni e che identificano anche una performance, una risposta quindi complessiva alla capacità di rendere esigibile ai cittadini la risposta ai bisogni come definito della legge 833/78" che ha istituito il Ssn. "Questo è uno strumento fondamentale, nel senso che si governa ciò che si misura e quindi è necessario misurare tutti i fenomeni all'interno del sistema salute per poter migliorare. Quindi la quantità di indicatori e la complessità di quel sistema è sicuramente di ausilio alle regioni e alle aziende". Lo ha detto Mattia Altini, direttore generale azienda Usl di Modena, in occasione di un incontro promosso oggi a Roma da Salutequità dal titolo "Nuovo Sistema di Garanzia dei Lea", con i principali stakeholder, per richiamare l’attenzione sul fatto che la valutazione delle performance non basta, ma servono interventi tempestivi e decisivi sulle Regioni per ristabilire l’effettiva applicazione dei Lea laddove non sono garantiti.  

"Una delle cose che però abbiamo fatto notare oggi è che quel sistema di garanzia, quindi ciò che ne deriva in termini di risposta al cittadino, non influenza abbastanza il sistema di finanziamento - spiega Altini -. Nel senso che oggi il sistema di finanziamento nazionale verso le regioni è basato sul numero di residenti, quindi quota capitali è pesata. Dunque, la nostra capacità di rispondere ai bisogni, che è in realtà la cosa più importante nei confronti dei cittadini, influenza ancora poco il sistema di finanziamento. Quindi questo dobbiamo certamente modificarlo". "Restano alcune criticità rilevanti, come il tema della rinuncia alle cure. Oggi abbiamo discusso anche di come questo fenomeno però si intrecci con l'overuse (sovra-utilizzo), perché c'è qualcuno che rinuncia, perché gli indici di consumo delle attività sanitarie sono molto disomogenei, quindi ci sono quote di popolazioni che accedono alle prestazioni e attività sanitarie, e per questo il sistema complessivo è in difficoltà, di cui altri invece non riescono a fruire". 

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Basket, è Mezzanotte il primo rinforzo della Dinamo Sassari

19 Giugno 2025
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L'ala ex Treviso ha firmato con i biancoblu
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Sebastiano (Liuc): "Per utenza Rsa servono maggiori risorse pubbliche"

19 Giugno 2025
Antonio Sebastiano, direttore dell’Osservatorio settoriale sulle Rsa della Liuc Business School

(Adnkronos) - "La politica nazionale deve portare avanti la riforma della non autosufficienza, investendo risorse nei servizi rivolti alla popolazione anziana e fragile. Per il tipo di utenza delle Rsa, non gestibile a domicilio, servono maggiori risorse pubbliche. Credo non siano sufficientemente adeguate le quote mediamente riconosciute dai fondi sanitari regionali". E' l’analisi di Antonio Sebastiano, direttore dell’Osservatorio settoriale sulle Rsa della Liuc Business School, intervenuto in occasione del convegno ‘Rs(a)ppropriatezza: leggi chiare, costi certi. Chi paga le Rsa?', che si è svolto oggi a Milano, promosso dall'Associazione RisoRsa. 

Per il settore resta centrale il tema dell’equilibrio economico. "Il fatto che storicamente ci sia un numero molto cospicuo di enti che chiude con la gestione caratteristica in negativo - osserva Sebastiano - riuscendo poi a recuperare in termini di risultato finale grazie a ricavi straordinari, evidenzia ancor di più le difficoltà di questo settore". 

L’incontro milanese ha offerto anche l’occasione per fare il punto sugli ultimi bilanci. "All’interno del nostro campione - illustra l'esperto - il bilancio del 2022 è risultato in perdita per quasi 1 ente su 2. È stato un anno particolarmente difficile, che ha pagato l’effetto dell’aumento dei costi, della crisi energetica e in generale dell'inflazione. Fortunatamente i bilanci del 2023 che stiamo esaminando in questo momento evidenziano un buon recupero". 

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Infezioni in piscina, medici anti-bufale: "I rischi sono tanti, il cloro non uccide tutti i germi"

19 Giugno 2025
Piscina a Milano - Ipa

(Adnkronos) - È iniziata la stagione della piscina, in vacanza o come fuga dal caldo della città. La nuotata in piscina o i giochi nei parchi acquatici sono uno dei passatempi più piacevoli dell’estate. Si tratta, però, di ambienti caratterizzati da umidità e calore che, soprattutto quando sono affollati, possono diventare una fonte di infezioni. "Il cloro, infatti, non uccide ogni tipo di germe. Così, nelle piscine proliferano virus, batteri, funghi; insomma un’ampia varietà di microrganismi che possono provocare infezioni e malattie con sintomi piuttosto fastidiosi. Divertirsi e praticare una salutare attività fisica senza rischi è possibile: basta seguire poche ma rigorose norme igieniche". A fare il punto sono i medici anti-bufala del sito 'Dottore ma è vero che...?' della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri. 

Quali sono i rischi possibili quando si frequenta una piscina? "Può succedere - chiariscono i medici - di venire a contatto con diversi patogeni che sono presenti in acqua e negli ambienti circostanti. Batteri, virus, funghi e altri microrganismi possono causare infezioni e malattie, spesso non gravi, che si innescano con il contatto o con l’ingestione di acqua. La contaminazione può avvenire anche attraverso gli occhi, le orecchie, il naso e le mani. Alcuni di questi virus sono molto resistenti: sopravvivono a temperature oltre i 60 gradi e al cloro, utilizzato per disinfettare le acque. Nelle piscine all’aperto, che sono frequentate soprattutto in estate, il rischio di contaminazione con le feci di animali, di solito uccelli o roditori, non è raro. Meno patogene, ma ugualmente presenti, sono le secrezioni umane, comprese la saliva e il sudore, che potrebbero rappresentare una fonte di infezioni".  

Come ci si accorge di essere entrati a contatto con un virus in piscina? "I più diffusi sono l’adenovirus, il rotavirus, il norovirus, che provocano gastroenteriti soprattutto nei bambini. I sintomi a cui fare attenzione sono nausea e diarrea. In altri casi possono provocare infezioni agli occhi (congiuntivite) e alla gola - rispondono - Nei periodi di sovraffollamento delle piscine, o quando non sono garantite adeguate condizioni igieniche, si sono registrati anche casi di epatite virale di tipo A. Questa infezione – che si sta manifestando con maggior frequenza anche in Italia – provoca dolori addominali, nausea, febbre, ma molto spesso, soprattutto nei più giovani, è asintomatica e regredisce spontaneamente".  

E invece i batteri? "I più comuni batteri associati agli impianti per il nuoto sono la Salmonella, la Shigella e l’Escherichia coli. Tutti provocano diarrea e disidratazione che, specialmente nei più piccoli, è da non sottovalutare. L’Escherichia coli è il più insidioso: i sintomi più gravi, benché rari, sono la colite emorragica e l’insufficienza renale acuta. La maggior parte dei batteri si diffonde nelle acque da utenti che ne sono portatori. Per questo, è buona norma non frequentare piscine in presenza di disturbi gastrointestinali - avvertono gli esperti - Consideriamo anche la Legionella, sebbene il contagio avvenga diversamente. Si trasmette infatti per via respiratoria: l’origine dell’infezione potrebbe trovarsi negli impianti sanitari, nelle fontanelle di acqua potabile e nelle docce oppure, nel caso di piscine coperte, negli impianti di climatizzazione". 

Altri batteri sono responsabili di una particolare infezione nota come 'otite del nuotatore', causata da patogeni che penetrano nell’orecchio, un ambiente favorevole al loro sviluppo. I batteri di cui si è parlato potrebbero causare anche la cistite? "Uno dei batteri più comuni responsabile della cistite è proprio l’Escherichia coli che, come abbiamo visto in questa scheda, dall’intestino può passare alla vescica. Causa - rimarcano - così la fastidiosa infezione, caratterizzata soprattutto da dolore e bruciore quando si fa pipì e dal bisogno di urinare spesso. L’associazione tra i bagni in piscina e la cistite non è comunemente citata negli studi, probabilmente perché il contatto con il batterio e il suo passaggio nell’apparato urinario non sono necessariamente collegati alla frequentazione di una piscina. O, almeno, è difficile verificare questo collegamento, visto che Escherichia coli è parte della nostra flora batterica".  

In piscina ci possono essere anche contatti con funghi. "Sì, in piscina, come si sa, è possibile entrare in contatto alcuni tipi di funghi che causano infezioni dette micosi. La trasmissione può avvenire tra persone o dal contatto con materiali infetti. Di solito si tratta di micosi superficiali, non gravi, che si manifestano con cambiamenti del colore e dell’aspetto in piccole porzioni di pelle (compreso il cuoio capelluto) o sulle unghie - chiosano i medici - Non provocando dolore, spesso questi segni si trascurano, con il rischio che l’infezione si diffonda o che si contagino altre persone. Una visita dal medico di medicina generale, o dal dermatologo, permette la diagnosi e la terapia più adeguata che consiste in un antimicotico da applicare sulla parte lesa o da assumere oralmente". 

Esistono anche malattie causate da parassiti che posso prendere in piscina? "Un’infezione possibile è la giardiasi, causata dalla giardia, un minuscolo organismo che attacca l’intestino dell’organismo ospite, in questo caso l’uomo. Il rischio che si trasmetta in piscina c’è, perché la giardia resiste al cloro. L’infezione avviene tramite l’ingestione di acqua contaminata da materiale fecale e provoca sintomi anche a distanza di una o due settimane dal contagio: diarrea e disidratazione, soprattutto. Con una diagnosi tempestiva (basta un’analisi delle feci) si procede al trattamento più adeguato, con farmaci specifici che saranno prescritti dal medico. Per prevenire la giardiasi valgono le stesse precauzioni adottate contro virus e batteri", ricordano.  

Un altro organismo capace di scatenare infezioni in piscina è l’ameba, ed è molto pericolosa. "Negli ultimi anni sulla stampa sono apparsi allarmi a proposito della cosiddetta 'ameba mangia-cervello', più correttamente Naegleria fowleri. Questo parassita - raccontano - riesce a penetrare nel naso attraverso l’acqua inalata o schizzata; da lì cerca di introdursi verso il cervello e il sistema nervoso centrale. E il soprannome spaventoso ha una motivazione: sebbene i contagi siano rari, l’infezione provocata non è guaribile e porta alla morte il soggetto infetto nel 97% dei casi. Ciò accade soprattutto a causa di diagnosi tardive: i sintomi iniziali non sono gravi (disturbi intestinali, mal di testa, talvolta febbre), ma dopo circa cinque giorni sopraggiungono rigidità della nuca, allucinazioni, convulsioni, fino al coma. In ogni caso si tratta di un’infezione estremamente rara e sporadica, possibile solo in piscine che non sono adeguatamente pulite e disinfettati o non contengono abbastanza cloro". 

Quali sono le precauzioni da adottare per godersi una nuotata? "Quando si frequentano le piscine o i parchi acquatici, occorre seguire (e far seguire ai più piccoli) alcune norme igieniche: non frequentare la piscina in presenza di disturbi gastrointestinali; utilizzare sempre le ciabatte; utilizzare un telo per sedersi o sdraiarsi su qualunque superficie; fare la doccia prima di entrare in acqua; utilizzare una cuffia o i tappi per le orecchie; cercare di non ingerire l’acqua; non fare pipì in acqua; risciacquarsi dopo il bagno; asciugarsi bene, orecchie comprese; non condividere con altre persone indumenti e asciugamani; lavare sempre le mani prima di mangiare o bere; lavare ogni indumento e accessorio al rientro a casa. Assicurarsi, infine, che la gestione dell’impianto sia corretta, che ogni utente segua le norme igieniche, che non siano presenti materiali estranei in acqua", concludono i medici anti-bufale.  

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Usa, 17 casi di listeria con 3 morti. Nel mirino fettuccine Alfredo pronte

19 Giugno 2025
Ambulanza americana (Fotogramma/Ipa)

(Adnkronos) - Un'epidemia da 17 casi in 13 Stati Usa, 16 dei quali ricoverati in ospedale e 3 morti, tutti collegati allo stesso ceppo di listeria. Nel mirino ci sarebbero i pasti pronti di fettuccine Alfredo con l'aggiunta di pollo, ritirati dall'azienda produttrice nei giorni scorsi. A lanciare l'alert, dopo un bilancio delle infezioni, censite sono i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc), che a seguito dell'epidemia multistato hanno pubblicato un avviso di sicurezza alimentare. Una di queste infezioni in una donna in gravidanza ha avuto come esito la perdita del feto. I decessi sono stati segnalati in Illinois, Michigan e Texas. E i casi si sono verificati tra il 24 luglio 2024 e il 10 maggio 2025. 

L'azienda FreshRealm ha ritirato dal mercato i pasti a base di fettuccine di pollo Alfredo il 17 giugno 2025. Questi prodotti erano venduti da Kroger e Walmart con i marchi Marketside e Home Chef nei reparti refrigerati di quei negozi, mentre sono esclusi dal ritiro i pasti surgelati. L'invito dei Cdc è a non consumare i prodotti oggetto del ritiro, di gettarli via o restituirli dove sono stati acquistati. Si raccomanda poi di pulire frigorifero, contenitori e superfici che potrebbero essere entrate in contatto con gli alimenti ritirati. La Listeria può infatti sopravvivere nel frigorifero e può diffondersi facilmente ad altri alimenti e superfici. In caso di sintomi va ovviamente contattato un medico.  

La listeria è particolarmente pericolosa per le persone di età pari o superiore a 65 anni, le donne in gravidanza o le persone con un sistema immunitario indebolito. Questo perché ha maggiori probabilità di diffondersi oltre l'intestino ad altre parti del corpo, causando una grave condizione nota come listeriosi invasiva. Nelle donne in gravidanza, questo batterio può causare aborto spontaneo, parto prematuro o un'infezione potenzialmente letale nel neonato. Negli over 65 anni o nelle persone con sistema immunitario indebolito, spesso comporta il ricovero ospedaliero e talvolta la morte. I sintomi di solito - febbre dolori muscolari, stanchezza, ma anche mal di testa, rigidità del collo, confusione, perdita di equilibrio o convulsioni - si manifestano entro 2 settimane dall'ingestione del cibo contaminato, ma possono manifestarsi anche lo stesso giorno oppure al contrario dopo 10 settimane.  

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Libri, 'Buono per incartare il pesce': il giornalismo protagonista del racconto di Willy Labor

19 Giugno 2025
Libri,

(Adnkronos) - C'è un protagonista, Gianni Crevatin, ma c'è soprattutto un protagonista che va oltre il racconto: è il giornalismo, con i suoi limiti e le sue nevrosi, con le sue conquiste e i suoi eccessi. 'Buono per incartare il pesce' è il racconto di esordio, edito da Castelvecchi, di Willy Labor, che ha alle spalle una lunga esperienza da giornalista economico e parlamentare e che oggi è il responsabile della comunicazione di Unioncamere.  

E' un lavoro che va letto per lo sviluppo del suo intreccio narrativo, che ruota intorno a uno scoop su un politico locale, ottenuto senza troppi scrupoli, che porta notorietà al giornalista che lo fa, Crevatin, ma che lo costringe anche a fare i conti con le sue conseguenze, che gli impongono un confronto con la propria coscienza, che diventa una riflessione pubblica sull'etica del giornalismo. 

Ma è anche un racconto in cui si riconosce facilmente chi il giornalismo lo frequenta tutti i giorni. Partendo dalle basi del mestiere. "La notizia era vera e il mio compito è non nascondere le notizie". E arrivando all'autoassoluzione che ricorre quando si chiama in causa il sistema. E che dà il titolo al racconto. "Sono solo un ingranaggio di un sistema informativo che funziona così e quando si trova una cosa che fa notizia e che fa vendere copie, si cavalca fino a che dura. Tanto poi, il giorno dopo, ci si incarta il pesce...". La replica del suo interlocutore è la molla che fa scattare la coscienza. "Col giornale il giorno dopo ci si incarta il pesce ma le ferite inferte restano, a volte, per sempre".  

La forza narrativa di Crevatin è che può essere ognuno di noi. Ambizioni, vanità, rimpianti e giustificazioni incluse. "La libertà assoluta non esiste per un giornalista. Hai sempre un editore che puoi danneggiare o dei lettori che vanno assecondati in qualche modo nelle loro convinzioni altrimenti non comprano più il giornale (...) All'interno di questi paletti si può essere liberi. Se ho una notizia, qualsiasi notizia, la pubblico e il mio compito è finito". E' una semplificazione, a volte anche un alibi, ma chiunque abbia scritto una notizia, almeno per un momento, si è sentito protetto da questa ferma, volubile, convinzione.  

Il resto va letto, possibilmente senza concedersi troppe pause, come si deve fare quando si incontra un buon racconto. (Di Fabio Insenga)  

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Sanità, Donetti (Reg. Umbria): "Nuovo sistema di garanzia dei Lea fondamentale per Ssr"

19 Giugno 2025
Daniela Donetti, direttrice Direzione Regionale Salute e Welfare Regione Umbria

(Adnkronos) - "Indubbiamente quando si parla di indicatori, di Nuovo sistema nazionale di garanzia dei Lea, parliamo di punti di riferimento molto importanti per quanto riguarda la programmazione e la valutazione di dove stiamo andando con la qualità dei nostri servizi sanitari regionali. Noi abbiamo inserito questi indicatori sia negli obiettivi dei direttori generali sia in tutti i nostri sistemi di valutazione della performance, soprattutto per quanto riguarda l'aspetto delle reti regionali, di patologie e di specialità e li abbiamo inseriti anche in un'ottica di programmazione nel nuovo Piano sociosanitario regionale. È logico che i monitoraggi devono essere fatti costantemente, la valutazione ci consente di modificare sostanzialmente quelli che sono poi i nostri andamenti a livello regionale e a livello di qualità del servizio che noi andiamo ad erogare". Lo ha detto Daniela Donetti, direttrice Direzione Regionale Salute e Welfare Regione Umbria, durante un incontro promosso oggi a Roma da Salutequità dal titolo "Nuovo Sistema di Garanzia dei Lea", con i principali stakeholder, per richiamare l’attenzione sul fatto che la valutazione delle performance non basta, ma servono interventi tempestivi e decisivi sulle Regioni per ristabilire l’effettiva applicazione dei Lea laddove non sono garantiti. 

Nel corso dell’evento, che ha il contributo non condizionato del Gruppo Servier in Italia, si è ricordato che, fino al 2023 gli indicatori 'core' di base, ai quali è collegato anche il meccanismo di premialità delle Regioni (cioè una quota integrativa di risorse che viene loro erogata solo dopo la verifica del raggiungimento degli obiettivi) erano solo 22. Dal 2023 sono diventati 24 e nel 2024 sono passati a 27. 

"L'aderenza terapeutica - spiega Donetti - è un elemento fondamentale, consente non solo la sostenibilità ma anche la qualità delle prestazioni che noi eroghiamo. Noi lo abbiamo inserito anche negli atti di negoziazione con la Medicina generale e con i nostri professionisti, ma è un percorso culturale che dobbiamo fare anche con i cittadini in logica di consapevolezza delle terapie e delle cure. L'altro termine, parlando di equità, è anche quello della consapevolezza. Cioè la costruzione di un sistema di equità è la costruzione di un sistema partecipato dove la consapevolezza delle cure è costruita col cittadino e per il cittadino con i professionisti e questo è un elemento su cui noi stiamo lavorando in modo veramente molto importante" conclude. 

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Roma, minivan contro scooter sul lungotevere: morta una ragazza di 22 anni

19 Giugno 2025
Il luogo dell

(Adnkronos) - Incidente mortale oggi, giovedì 19 giugno, sul Lungotevere a Roma. A perdere la vita è stata una ragazza di 22 anni dopo che lo scooter sul quale viaggiava insieme a un 23enne, si è scontrato con un minivan guidato da un 28enne.  

Lo scontro intorno alle 12 sul lungotevere Flaminio all'altezza del civico 78. Inutili i tentativi dei sanitari del 118 di rianimare la giovane, mentre il ragazzo è stato trasportato all'ospedale Gemelli per le ferite riportate.  

In corso gli accertamenti per ricostruire l'esatta dinamica dell'incidente. Entrambi i mezzi sono stati posti sotto sequestro. Temporaneamente chiuso il tratto del lungotevere da Ponte Duca D'Aosta a piazza Gentile da Fabriano in direzione della piazza. 

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Iran minaccia chiusura stretto di Hormuz, a rischio il 25% del petrolio mondiale

19 Giugno 2025
Stretto di Hormuz - (Ipa)

(Adnkronos) - L'Iran ha minacciato di chiudere lo stretto di Hormuz alla navigazione in risposta all'attacco in corso da parte di Israele. Lo ha affermato Behnam Saeedi, membro del Comitato per la sicurezza nazionale del Parlamento di Teheran, citato dall'agenzia di stampa Mehr. "L'Iran ha numerose opzioni per rispondere ai suoi nemici e utilizza tali opzioni in base alla situazione", ha affermato Saeedi. 

"La chiusura dello stretto di Hormuz è una delle possibili opzioni per l'Iran", ha affermato. Mehr ha poi citato un altro parlamentare, Ali Yazdikhah, secondo cui l'Iran avrebbe continuato a consentire la libera navigazione nello Stretto e nel Golfo fino a che i suoi vitali interessi nazionali non fossero a rischio. 

"Se gli Stati Uniti entrassero ufficialmente e operativamente in guerra a sostegno dei sionisti, l'Iran avrebbe il legittimo diritto di esercitare pressione sugli Stati Uniti e sui paesi occidentali per ostacolare il transito del loro commercio di petrolio", ha affermato Yazdikhah. 

 

Lo Stretto di Hormuz è una rotta strategica per il trasporto di petrolio e Gnl. 'Corridoio marittimo' fra Iran e Oman, collega il Golfo Persico con il Golfo dell'Oman e il Mar arabico. La maggior parte del petrolio e del Gnl esportato da Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Iraq, Qatar e dallo stesso Iran passa da qui- 

Appena 33 chilometri nel punto più stretto, dallo Stretto di Hormuz - stando alla U.S. Energy Information Administration - nel 2024 sono passati in media 20 milioni di barili di greggio al giorno e il transito è stato cruciale per circa un quinto del commercio globale di Gnl, innanzitutto dal Qatar. Secondo l'Agenzia internazionale per l'energia, lo Stretto di Hormuz è "la via d'uscita dal Golfo per circa il 25% delle forniture di petrolio a livello globale" e la sua "chiusura, anche per un tempo limitato, avrebbe un impatto importante sul mercato del petrolio e del gas". 

In passato non sono mancati casi di sequestri di petroliere da parte dei Guardiani della Rivoluzione, i Pasdaran iraniani. Negli anni Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita hanno cercato di trovare altre rotte per bypassare lo Stretto di Hormuz, anche con la costruzione di oleodotti. 

 

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Ancona, mamma 30enne morta in casa: sull'addome diverse coltellate

19 Giugno 2025
Carabinieri (Fotogramma)

(Adnkronos) - Una mamma di 30 anni è stata trovata morta nella sua casa con diverse coltellate sull'addome e al torace. Riversa a terra, in posizione supina, è stata trovata dai genitori ieri pomeriggio nella sua abitazione a Jesi nell'Anconetano, mentre il figlio minore, otto mesi appena, dormiva nel suo lettino e la maggiore era all'asilo. Sul posto i carabinieri impegnati nelle indagini. La pista più accreditata resta quella del gesto volontario anche se non è stato trovato alcun biglietto o avesse dato segnali di istinti suicidi.  

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Anziani, Rsa costi e norme: a Milano il convegno sul futuro dell'assistenza

19 Giugno 2025
Anziani, Rsa costi e norme: a Milano il convegno sul futuro dell

(Adnkronos) - Aggiornamento delle tariffe secondo i costi standard reali; chiarezza normativa sul regime delle prestazioni in Rsa; un modello di finanziamento sostenibile per garantire servizi essenziali e tutelare i diritti delle persone più fragili. Sono le richieste alle istituzioni emerse in occasione del del convegno 'Rs(a)ppropriatezza: leggi chiare, costi certi. Chi paga le Rsa?', organizzato da Associazione risoRsa e patrocinato dal Comune di Milano. L’incontro, che si è svolto oggi a Palazzo Reale del capoluogo lombardo - informa una nota - è stato molto importante anche alla luce di recenti sentenze della Cassazione ritenute da tecnici ed esperti contraddittorie e non coerenti con la previsione normativa e la successione delle leggi nel tempo. Una confusione che mette in difficoltà un settore essenziale in un contesto sociale di popolazione sempre più anziana. 

"Non si tratta solo di numeri - ha affermato Massimo Riboldi, presidente Associazione RisoRsa e Villaggio Amico - dietro ogni retta c’è una persona, una famiglia, un bisogno reale. È tempo che la legge e la politica riconoscano pienamente il valore sociale delle Rsa", residenze sanitarie assistenziali. L’assessore al Welfare e salute del Comune di MilanoLamberto Bertolè, sottolineando la grande attenzione del Comune di Milano su un tema di cui, afferma, “si parla troppo poco”, ha osservato che l’assistenza agli anziani è un problema che sta deflagrando, sia per la mutata composizione demografica, sia per la riduzione del potere d’acquisto delle famiglie con il progressivo passaggio al sistema contributivo delle pensioni. Per questo ha chiesto con forza di porre al centro dell’agenda politica il futuro dell’assistenza agli anziani. 

A fare luce sulla dimensione sociale e sanitaria dell’invecchiamento, è intervenuta Juliette Gagliardi, ricercatrice esperta in economia sanitaria, del team di Statista, osservando che "nel 2030 la generazione più numerosa e longeva dei nostri tempi, quella dei baby boomers, avrà superato i 65 anni di età mettendo a dura prova la sostenibilità dei sistemi sanitari e previdenziali". Il suo contributo ha analizzato come la crescita della quota di popolazione interessata da sindromi croniche come l’Alzheimer e altre demenze impatta il Sistema sanitario italiano e le famiglie colpite. Dagli interventi è emerso che il sistema Rsa sta affrontando una crisi strutturale aggravata da tre fattori principali: le recenti sentenze della Corte di Cassazione che stabiliscono a carico del Ssn l'intera retta per i pazienti affetti da Alzheimer, in contrasto con altre sentenze, creando così incertezza su chi paga; la mancata applicazione, ad esempio in Regione Lombardia, delle modalità di calcolo delle tariffe previste dal d.lgs. 502/92, dal decreto Lea del 2017 e dal DM 15 aprile 1994, con impatti negativi su bilanci e rette a carico dei cittadini; la crescente insostenibilità finanziaria, documentata da uno studio validato dall’Osservatorio settoriale sulle Rsa della Liuc Business School che mostra le difficoltà economiche del settore, con il 46% degli enti in perdita già nel 2022.  

A questo si aggiunge che in Italia, secondo Paese più longevo al mondo, in media ci sono 22 posti letto in Rsa ogni mille residenti anziani mentre nei Paesi Ocse sono circa il doppio. "Le analisi del nostro Osservatorio evidenziano che a partire dal 2020 il settore delle Rsa sta affrontando una crisi strutturale di sostenibilità economico-finanziaria - ha illustrato Antonio Sebastiano, direttore Osservatorio settoriale sulle Rsa della Liuc Business School - Nel 2022, su un campione di circa 400 Rsa, quasi la metà ha chiuso li bilancio in perdita e, in molti casi, la gestione caratteristica è in negativo e viene sanata attraverso ricavi straordinari, anche derivanti da cessione di asset immobiliari e finanziari. Non è più solo un problema per i gestori: è un tema che deve interessare anche i decisori pubblici. Servono politiche di sostegno mirate, perché un welfare territoriale efficace non può prescindere da strutture solide ed efficienti".  

È stato presentato inoltre uno studio inedito e attuale, condotto all’interno del nucleo Alzheimer di Villaggio Amico, che ha indagato natura delle prestazioni, livello, tempistiche e costi in relazione sia al totale dei servizi erogati, che comprendono anche i servizi assistenziali, alberghieri e generali, sia al totale delle prestazioni che rientrano nello standard assistenziale imposto dalla normativa regionale in materia di autorizzazione e accreditamento. I risultati hanno evidenziato che il 18,3% del tempo assistenziale è occupato da attività sanitarie; il 45,7% a prestazioni assistenziali; il 29,3% a servizi alberghieri e generali; il 6,7% a pause e spostamenti. 

"A oltre 30 anni dal Decreto del 15 aprile 1994 - ha evidenziato Riboldi - è arrivato il momento di applicare davvero criteri oggettivi e trasparenti per il calcolo della quota sanitaria nelle Rsa. I dati dimostrano che Regione Lombardia dovrebbe corrispondere circa 90 euro al giorno per coprire la componente sociosanitaria, come previsto dai Lea, Livelli essenziali di assistenza. È una questione di equità, di sostenibilità per le famiglie e di rispetto per le strutture che operano con efficienza e qualità". Aggiunge Andrea Lopez, avvocato specializzato in diritto sanitario e sociosanitario, founding partner Lda Legal & Consulting: "È fondamentale sgombrare da dubbi interpretativi la natura dei ricoveri in Rsa sulla base delle definizioni normative e, laddove il legislatore ritenesse che le prestazioni sociosanitarie residenziali non siano qualificabili come lungo-assistenza, il sistema venga finanziato affinché i gestori delle strutture siano in grado di garantire la continuità dei servizi. I costi derivanti dalle pronunce giudiziarie non possono ricadere sui gestori, poiché ciò comprometterebbe non solo i diritti dei cittadini - ha concluso - ma anche la continuità dei servizi essenziali per la collettività e i posti di lavoro degli operatori quotidianamente impiegati". 

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