(Adnkronos) - Pole position da primato di Max Verstappen nel Gp di Monza. Il campione del mondo della Red Bull trova il miglior tempo nelle qualifiche: un 1:18.793 che è anche il nuovo record della pista. Il fuoriclasse olandese chiude davanti alla McLaren di Lando Norris (1:18.869) al termine di una sessione tiratissima. Terzo Oscar Piastri, sull'altra McLaren, quarta la Ferrari di Charles Leclerc. Il monegasco partirà dalla seconda fila come l'anno scorso, quando aveva agguantato una vittoria epica nel Gran Premio d'Italia. Quinto Lewis Hamilton sull'altra Rossa, che però scatterà dalla decima piazza in virtù della penalizzazione rimediata nel Gp d'Olanda. Sesto George Russell su Mercedes, davanti al compagno di squadra Kimi Antonelli.
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(Adnkronos) - L'italia di Julio Velasco vola in finale dei mondiali di pallavolo femminile. Le azzurre hanno vinto una battaglia durissima in rimonta contro un grande Brasile solo 3-2 (22-25, 25-22, 28-30, 25-22, 15-13). L'Italia 'vendica' la sconfitta maturata in Olanda nel 2022 quando proprio il Brasile di Ze Roberto negò la finale iridata alle azzurre.
L'Italia torna così in una finale mondiale dopo sette anni e conquista la 35esima vittoria consecutiva in gare ufficiali. Nel match, in programma domani, l'Italia affronterà la Turchia che nella prima semifinale ha avuto la meglio sul Giappone 3-1.
Le azzurre hanno battuto il Brasile di Gabi, per la prima volta in un mondiale, al tie break 15-13 con l'ultimo punto di Paola Egonu in una partita difficilissima, dove alla fuoriclasse brasiliana non sono bastati 29 punti. La squadra di Velasco con alcune giocatrici acciaccate come Fahr e Orro perdono sul filo il primo set 25-22 e ribattono colpo su colpo nelle secondo con lo stesso punteggio. Il terzo parziale è stato il più tirato con le verdeoro che si sono imposte sul filo di lana 30-28. Poi l'Italia torna avanti, con Velasco che da i consigli giusti alla sua squadra per chiudere 25-22 per il 2-2. Si va al tie break finale con l'Italia che parte avanti, poi superata dal Brasile ma alla fine le azzurre mettono testa e cuore e chiudono 15-13 per conquistare l'accesso in finale contro la Turchia del Ct italiano Daniele Santarelli. Una sfida in casa per il libero azzurro Monica Di Gennaro.
(Adnkronos) - L'italia di Julio Velasco vola in finale dei mondiali di pallavolo femminile. Le azzurre hanno vinto una battaglia durissima in rimonta contro un grande Brasile solo 3-2 (22-25, 25-22, 28-30, 25-22, 15-13). L'Italia 'vendica' la sconfitta maturata in Olanda nel 2022 quando proprio il Brasile di Ze Roberto negò la finale iridata alle azzurre.
Nella finale in programma domani, l'Italia affronterà la Turchia che nella prima semifinale ha avuto la meglio sul Giappone 3-1.
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(Adnkronos) - "Siamo abbastanza tranquilli sugli stoccaggi, sicuramente a livello nazionale, sono quasi al 90%, ma anche a livello europeo ancorché un po' più basso, il livello è buono". Cosi il ministro dell'Ambiente e sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin durante un punto stampa a margine del Forum Teha a Cernobbio. "La situazione dovrebbe essere abbastanza equilibrata in maniera tale da non destare enormi preoccupazioni, poi bisogna sempre essere cauti nel fare queste affermazioni", ha osservato.
Sul fronte dei prezzi "per l'Europa pesa il livello di stoccaggi per l’inverno ma poi dipende dalle pipeline, se tutte funzionano dovrebbe esserci abbastanza tranquillità e la cosa dovrebbe incidere anche sul prezzo". Quanto all'ipotesi di aumentare le forniture di gnl dagli Stati Uniti, "gli Usa in questo momento stanno offrendo sul mercato gas a un prezzo abbastanza competitivo, ci sono meno rischi ad averlo da Occidente che averlo da Oriente" ed infatti "ci sono operatori importanti a livello nazionale che si sono rivolti agli Usa e che stanno facendo di tutto per agevolarci".
"Sto pensando di rimandare la data" per lo smantellamento delle centrali di carbone previsto per il 31 dicembre del 2025, per "tenerle come riserva sull'emergenza" vista la complessa situazione geopolitica globale. "Noi non produciamo più energia elettrica dalle centrali a carbone, in particolare Brindisi e Civitavecchia, le due grandi centrali che dovrebbero non solo cessare il 31 dicembre del 2025 ma essere smantellate". Tuttavia, spiega, "era una decisione nata a fine del decennio precedente" ed "è chiaro che rispetto ad allora abbiamo la guerra in Europa, abbiamo una situazione molto difficile nel Mediterraneo, abbiamo periodi internazionali che si muovono di ora in ora e non solo di giorno in giorno, pertanto non ho intenzione di smantellare le centrali a carbone sulla parte continentale ma di tenerle come riserva sull'emergenza".
"Io credo - conclude - che nessuno ad oggi è in grado di garantirci la sicurezza e quello può essere un elemento che ci garantisce sicurezza".
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(Adnkronos) - "Sono molto felice di essere tornata dalla Puglia dopo il lancio della candidatura di Decaro. Con questa candidatura possiamo dire che la coalizione progressista è in campo compatta in tutte le regioni al voto e il centrodestra si deve abituare a una coalizione progressista unita, che non farà il favore di dividersi ed è in pista con tutti i candidati". Cosìdetto la segretaria Pd Elly Schlein al Forum Sbilanciamoci di Cernobbio.
"In queste settimane di lavoro mi ha colpito che non abbiamo litigato su nessun candidato e invece le forze di maggioranza stano ancora litigando sui candidati e non sappiamo chi candidano in Veneto, Campania e Puglia", ha aggiunto la leader del Pd.
"E' giusto interloquire con tutti, naturalmente sempre a partire da proposte, posizioni e idee del Pd e con la coerenza di sempre", ha aggiunto spiegando che a Milano "il Pd sta lavorando come sempre, ho piena fiducia nel lavoro del Pd".
"Le istituzioni tutte, anche il governo, devono tutelare l'incolumintà della Global Flotilla, per questo ho scritto una lettera alla Meloni, tanto più davanti alle inaccettabili minacce del governo israeliano che vanno rispedite al mittente. E' criminale non chi rispetta i diritti umani ma il blocco degli aiuti", ha poi detto Schlein parlando dell'iniziativa umanitaria e della missiva inviata alla premier.
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(Adnkronos) - La navetta incrocia la folla curiosa nel bel mezzo del tragitto. Nei giorni del Gran Premio d’Italia, Monza è piena zeppa tifosi. E per tanti, la tappa fissa prima di raggiungere l’Autodromo è l’Hotel de la Ville, a due passi dal centro storico della città. Il motivo? Semplice. Da oltre sessant’anni è la casa dei piloti della Formula 1. Gli appassionati lo sanno e farci un salto, magari nelle prime ore del mattino, è un’idea da non sottovalutare. Perché potrebbe trasformarsi nell’occasione irripetibile di incontrare i propri beniamini.
"Siamo qui dalle 6 di stamattina" raccontano con entusiasmo alcuni ragazzi appostati dietro ai cancelli. Sono sostenitori della Ferrari e le magliette rosse con il numero 16 fanno la spia dell’obiettivo. "Aspettiamo l’uscita di Charles Leclerc, magari per un selfie. Sarebbe un sogno". Da George Russell, atteso dai supporter della Mercedes, all’ex ferrarista Carlos Sainz, oggi alla Williams, l’attesa è spasmodica. "Prima o poi passeranno – dicono due fidanzati, entrambi con cappellino griffato McLaren -. E se saranno di buonumore, magari ci faranno anche un autografo. Noi vogliamo dare il cinque a Lando Norris".
Da oltre 60 anni, l’hotel è gestito dalla famiglia Nardi. E proprio negli anni Sessanta del secolo scorso, iniziò a diventare la casa dei piloti di Formula 1 nei giorni del Gran Premio d’Italia. "Per noi è l’evento dell’anno" racconta all’Adnkronos Francesco, il titolare. "In questi 5 giorni, dal mercoledì alla domenica, la città si accende". A iniziare fu Bartolomeo, suo nonno: "Grazie al suo lavoro, la struttura si è trasformata da un semplice albergo di provincia alla prima casa di lusso fuori Milano". Il lavoro con il circuito cominciò subito: "Allora si prendeva la scuderia – spiega Francesco -. Dai meccanici ai piloti, tutta la squadra dormiva qui. E quando capitava di accogliere due team rivali, venivano fuori pure episodi divertenti". Come meccanici che di notte si improvvisavano cantanti, per disturbare gli avversari in vista del giorno dopo. "Era un’altra Formula 1. Una situazione diversa rispetto a oggi, dove abbiamo tante richieste e in media mettiamo a disposizione 7-8 camere per scuderia".
A un certo punto, il racconto viene interrotto dal signor Luigi Nardi, il padre del 35enne Francesco. Ha 78 anni e in hotel, nei giorni del Gran Premio di Monza, ne ha viste di tutti i colori: "Iniziammo nel periodo d’oro della Lotus, con Colin Chapman e Jim Clark. Al termine del weekend, gli addetti ai lavori ogni tanto bevevano qualche bicchiere in più – ricorda con un sorriso –. Un anno, la domenica sera alzarono un po’ il gomito e successe che alla fine, chiuso il ristorante, un famoso giornalista inglese rimase appisolato sotto a un tavolo. Lo ritrovammo il lunedì mattina, era abbastanza riposato".
Il viaggio continua con le parole di Francesco: "Tanti tifosi della Ferrari vengono qui soprattutto perché Monza è casa e sognano di incontrare i loro idoli. Ricordo che Michael Schumacher, per evitare la folla, si alzava presto, infilava il casco integrale e poi saliva su un 'Ciao' per raggiungere l’Autodromo". Fotografia di una Formula 1 d’altri tempi. "E poi Massa, un signore. Felipe veniva con tutta la sua famiglia dal Brasile e organizzava grandi tavolate. Viveva Monza come una festa, si godeva ogni momento".
Dalla richiesta più strana al cliente più spendaccione, gli aneddoti si perdono: "Una volta, prima di ripartire, un pilota ci chiamò per farsi portare un piatto di penne all’arrabbiata a Linate, prima del suo volo. Chi è? Il nome non posso rivelarlo, perché corre ancora oggi" sghignazza Francesco. Sulle spese pazze interviene il signor Luigi: "Vijay Mallya, ex patron della Force India, non si faceva problemi per nulla. Ogni giorno apriva bottiglie costosissime, come se niente fosse. I suoi conti erano sempre i più importanti".
L’Hotel de la Ville oggi è tappezzato di foto che, tra camere e corridoi, ripercorrono la storia mitica della corsa. Tutto frutto di una solida collaborazione con l’Autodromo, che nel 2022 ha festeggiato il secolo di storia. "I piloti e i team si sentono coccolati. E ce lo confermano bloccando le stanze per l’anno successivo già alla fine del Gran Premio, la domenica sera, quando ci sarebbe altro a cui pensare. Alcuni, addirittura, ci chiedono la stessa camera per questioni di scaramanzia". Quest’anno, la famiglia Nardi ha intensificato ancor di più il legame con il Circus, grazie a una lista di cocktail creata dal bartender Roberto Rosato. Dal cocktail 'Silverstone' a 'Brasile', fino a 'Monza', ovviamente. Un drink che con ogni probabilità sarà scelto dal vincitore per festeggiare il successo di domenica. (di Michele Antonelli)
(Adnkronos) - "Era forte, restando semplice, una sobrietà che andava controcorrente: faceva tutto senza alzare la voce. Come le sue linee, pulite ed essenziali". Lo ha detto l’attore Massimo Lopez, arrivando alla camera ardente di Giorgio Armani in via Bergognone, a Milano. "Ricordo una volta in cui ero in un suo negozio a provare un cappotto blu - ha spiegato -. Lui entrò e mi disse: ‘No, levalo, te ne do uno beige’. Lo vedevo alle sue sfilate, e poi l’ultima volta fu una o due estati fa: io passai con il gommone, lui era sul suo yatch e ci scambiammo un saluto".
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(Adnkronos) - "In questo momento anche se sei una superpotenza commerciale, anche se hai una forza economica straordinaria, se non sei in grado di esercitare un ruolo globale sul piano geopolitico, questa tua forza economica è soggetta a mille tensioni" e su questo "Draghi ha fatto bene a sottolinearlo". Lo ha detto, nel corso di un punto stampa al forum Teha di Cernobbio, l'ex presidente del Consiglio ed ex commissario Ue all'Economia, Paolo Gentiloni.
Nel risiko bancario in atto in Italia "c'è un ruolo del governo" ma "non è un'eccezione italiana. Basta che ci guardiamo intorno nel mondo, ma sulle modalità con cui questo ruolo si è sviluppato fanno bene le autorità europee a segnalare eventuali problemi. Nessuno fa finta che i governi non si occupino delle banche", ha poi continuato Gentiloni.
"Ho nazionalizzato una delle banche che oggi è protagonista e non immaginavo che qualche anno dopo sarebbe diventata così importante", ha detto rispondendo a una domanda su Mps.
"La vera prova di maturità per noi europei sarà l'Ucraina. Mi auguro che il prossimo sarà un anno in cui il sostegno economico e militare continui al punto di rendere possibile una pace giusta", le parole dell'ex presidente del Consiglio ed ex commissario Ue.
(Adnkronos) - Oggi, 6 settembre, Andrea Camilleri avrebbe compiuto 100 anni. "Il centenario della nascita di Andrea Camilleri consente di ricordare una figura di primo piano del panorama culturale italiano e internazionale. Numerose sue opere continueranno a essere fonte di ispirazione per generazioni di lettori e di scrittori", afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
"Andrea Camilleri - aggiunge il Capo dello Stato - è stato un autore poliedrico che ha offerto un contributo significativo nei molteplici ambiti in cui ha operato, spaziando dal teatro alla televisione, alla narrativa. Ha saputo coniugare trame poliziesche e raffinata verve umoristica, in cui un linguaggio complesso (in cui gioca un ruolo il dialetto della sua Sicilia) ha permesso di rappresentare la ricchezza e la complessità del patrimonio etnografico della sua terra natia a un crescente gruppo di appassionati". "Camilleri - continua - si è distinto per la sua creatività, raffigurando personaggi e scenari, talora immaginari, che nello stesso tempo tratteggiano spaccati di diverse epoche. Il lascito culturale di Camilleri è un bagaglio prezioso".
Così Anche il presidente della Regione Sicilia Renato Schifani ricorda lo scrittore agrigentino, morto a Roma nel 2019. "Oggi Andrea Camilleri avrebbe compiuto cento anni. Un anniversario che non è soltanto una ricorrenza letteraria, ma un momento di memoria collettiva per l'Italia intera e, in particolare, per la Sicilia. Camilleri - scrive Schifani su Facebook - ha saputo trasformare la nostra terra in un luogo narrativo universale: i paesaggi, i dialetti, le contraddizioni e la bellezza di questa Isola sono diventati materia viva di una lingua nuova, capace di emozionare milioni di lettori e spettatori in tutto il mondo".
"Il suo commissario Montalbano - prosegue - non è soltanto un personaggio di carta o televisivo, ma un compagno di viaggio che ha contribuito a raccontare la Sicilia con le sue luci e le sue ombre. Grazie a Camilleri, Vigata è diventata un mito, un punto di incontro tra immaginazione e realtà, e i luoghi scelti per ambientare le riprese della celebre serie hanno conosciuto una straordinaria stagione di crescita culturale e turistica. Ragusa Ibla, Scicli, Punta Secca, Modica e tanti altri centri barocchi hanno visto aumentare negli anni l'afflusso di visitatori attratti dal desiderio di calcare gli stessi scenari del commissario più amato d'Italia. La Regione Siciliana ha voluto accompagnare questo centenario con iniziative che rendono omaggio al maestro e, al tempo stesso, rafforzano il legame tra letteratura, identità e promozione del territorio. In collaborazione con il Comitato nazionale Camilleri 100, abbiamo sostenuto gli eventi in programma al Teatro Antico di Taormina. L'obiettivo è far sì che la memoria di Camilleri non resti confinata nelle pagine dei suoi libri o nelle immagini televisive, ma continui a vivere come motore di sviluppo e consapevolezza identitaria".
"Camilleri, amava definirsi siciliano di Porto Empedocle e cittadino del mondo - aggiunge il governatore della Sicilia - In questa duplice appartenenza risiede il segreto del suo successo: aver saputo raccontare la Sicilia senza stereotipi, con affetto ma anche con ironia e spirito critico, rendendola riconoscibile e al tempo stesso universale. Nel celebrare i 100 anni dalla sua nascita, non ricordiamo soltanto la scrittore geniale, ma l'uomo che con la sua voce inconfondibile ha insegnato a milioni di persone a guardare la Sicilia con occhi nuovi. La nostra Regione è orgogliosa di custodirne l'eredità e di tramandarla alle future generazioni affinché il nome di Andrea Camilleri continui a essere sinonimo di cultura, libertà e identità siciliana".
Sui social anche Luca Zingaretti, a lungo volto televisivo del commissario Montalbano, ricorda Andrea Camilleri. "Di lui - scrive sui social - mi mancano tre cose. Mi mancano i libri che avrebbe scritto, così divertenti e così profondi. Mi mancano soprattutto quelli dedicati a Salvo Montalbano che mi permettevano di andare a trovare quel mio vecchio amico di Vigata, per sapere come se la passava. E poi credo che Andrea, nonostante il grande successo ottenuto in tutto il mondo, sia un autore ancora da scoprire pienamente. Questo sarà il divertimento e il compito delle nuove generazioni quando, rileggendolo tra qualche anno, ne faranno una lettura più ampia, permettendosi dei punti di vista che solo la distanza del tempo può concedere".
Ma non sono solo i libri a mancare, continua l’attore e regista: “Mi manca la sua voce 'civile'. Andrea era uno di quei pochi intellettuali autorevoli a cui si guardava quando c’era bisogno di una direzione, di un suggerimento. Quando, raramente, si esprimeva su qualcosa faceva il punto nave sull’argomento e rimetteva le cose in ordine. Come tutti gli intellettuali di questo tipo, posso dire che se ne sente già la mancanza".
Il ricordo si fa infine più personale e intimo: “E poi, soprattutto mi manca l’amico. Quello da vedere o a cui telefonare, magari raramente, ma di cui hai bisogno quando cerchi un consiglio o un conforto. Quegli amici più grandi, più esperti e più saggi che illuminano il cammino. Mi manca Andrea perché, e questo non l’ho mai detto a nessuno, era un uomo buono, capace di ascoltare, e giusto. E scusatemi se non mi sembra una cosa da poco. Buon compleanno, Andrea caro! Qui ti si continua a volere un gran bene!"
(Adnkronos) - Dal sedicente osteopata al 'massaggiatore olistico', dal venditore di elettromedicali all''imbonitore' che promette di guarire il mal di schiena in poche mosse. Quando si parla di fisioterapia e riabilitazione motoria, sul web e in Tv circolano ancora troppe falsi messaggi. "Alcuni, purtroppo, sono generati anche da qualche 'addetto ai lavori' (o che, più spesso, si spaccia per tale) e, francamente, proprio questo è il terreno dove, alle volte, è più difficile combattere bufale e falsi miti". Così all'Adnkronos Salute Piero Ferrante, presidente della Fnofi (Federazione nazionale degli Ordini dei fisioterapisti), in vista della Giornata mondiale della fisioterapia, in programma l'8 settembre.
"Senza immaginare generalizzazioni sterili e infelici - spiega Ferrante - non è certo un mistero che, spesso, ci si imbatte nel sedicente osteopata che, ad esempio, con una rotazione del collo promette istantanea guarigione e invece, se non è capace di eseguire correttamente le manovre (manovre 'curative' che tra l'altro, essendo l'osteopata un professionista sanitario della prevenzione, non potrebbe nemmeno eseguire, dovendo tale figura occuparsi solo di 'prevenzione in assenza di patologia'), rischia di procurare danni serissimi". E la memoria va al 13 settembre 2024, quando a 'Unomattina' su Rai1 un osteopata ha praticato una manovra sul collo del conduttore Massimiliano Ossini. Una manovra che non è passata inosservata al giornalista Andrea Vianello: "La stessa - ha commentato su X - mi causò un ictus e la dissecazione della carotide". Fortunatamente per Ossini andò meglio.
Ma occorre fare attenzione, avverte Ferrante, perché "si può incappare in Tv nel venditore di elettromedicali ad uso domestico, senza alcuna competenza, che promette 'mai più mal di schiena', magari facendo breccia nelle paure di una persona anziana o malata, e quindi fragile sia nel corpo che emotivamente. Oppure imbattersi nel 'massaggiatore olistico' che, in casi di patologie croniche o degenerative, propone l'utilizzo di oli essenziali (e sono casi, purtroppo, tristemente mappati)".
Proprio "in queste ore - sottolinea il presidente dei fisioterapisti - la Federazione ha dovuto prendere posizione nei confronti di alcuni laureati in scienze motorie che, non avendone titoli né competenza, avrebbero la pretesa di intervenire, vantando addirittura un'esclusività tanto pericolosa per i cittadini quanto assolutamente al di fuori delle norme, sull'esercizio fisico terapeutico, persino tentando di screditare la professione sanitaria di fisioterapista che, ricordo, è una professione sanitaria che con la legge Lorenzin del 2018 è stata riconosciuta come professione protetta e riservata ai soli iscritti all'Ordine". Da qui l'appello della Fnofi ai cittadini in occasione del World Physiotherapy: "Diffidate da 'guaritori' e da imbonitori che promettono risultati incredibili; la riabilitazione e la fisioterapia sono temi seri che richiedono competenze serie, da affrontare con un approccio serio e che richiedono l'intervento del professionista sanitario fisioterapista e l'impegno del paziente a seguirne le indicazioni terapeutiche".
"La Fnofi, in queste ore - evidenzia Ferrante - ha accolto con grande sollievo la conferma da parte del Consiglio di Stato della posizione del ministero della Salute nei confronti della categoria dei massofisioterapisti che, al di là delle assonanze terminologiche con la nostra professione, non sono professionisti sanitari e non possono, quindi, esercitare in autonomia alcuna attività fisioterapica".
Ad oggi i fisioterapisti in Italia sono oltre 74mila, iscritti ai 38 Ordini dislocati su tutto il territorio nazionale. Riconoscerli e rintracciarli è molto semplice: sul sito della Federazione (www.fnofi.it) è presente un'apposita sezione (https://albo.alboweb-fnofi.net/registry/search) - "assai facilmente raggiungibile dalla home page", assicura il presidente - per verificare se un professionista è iscritto e, quindi, abilitato all'esercizio. Basta digitare cognome e nome e controllare se il nominativo digitato è presente.
La Giornata mondiale della fisioterapia, istituita nel 1996 dalla World Physiotherapy, la Confederazione mondiale per la fisioterapia che rappresenta oltre 600mila fisioterapisti in tutto il mondo, propone ogni anno un tema di riflessione. Per il 2025 la giornata è dedicata all'invecchiamento sano, con un'attenzione particolare alla prevenzione della fragilità e delle cadute.
"Il fisioterapista non si occupa solo della riabilitazione ma, per profilo professionale, anche di tutta l'attività di prevenzione. E' un 'esperto del movimento', particolarmente efficace nell'attività preventiva: si pensi a tutto il tema delle patologie croniche e degenerative, per accompagnare nel miglior modo i cittadini nella prevenzione. Con una battuta - è il messaggio di Ferrante - potremmo dire che 'più prevenzione fa meno riabilitazione', ma proprio per questo è indispensabile coinvolgere professionisti sanitari competenti: non basta improvvisarsi 'personal trainer' ed è semplicemente assurdo che presunti esperti, che non hanno nemmeno un'idea vaga di cosa possa essere il contatto con persone malate, fragili, a rischio, che hanno legittimo diritto di vedere esaudite le loro altrettanto legittime richieste di salute, abbiano la velleità di rivolgere verso queste categorie di cittadini la loro attività".
"Il secondo messaggio che vorremmo veicolare - conclude il presidente Fnofi - è di non sottovalutare dolori o rigidità muscolari, ma è importantissimo affidarsi ad un fisioterapista abilitato, iscritto al suo Ordine territoriale, per una valutazione funzionale e un eventuale programma riabilitativo, adeguato caso per caso".
Leggi tutto: Giornata mondiale fisioterapia, Ferrante (Fnofi): "Troppi guaritori e imbonitori in Tv"
(Adnkronos) - Semifinale agli Us Open 2025 con qualche brivido per Jannik Sinner. Il numero uno del ranking Atp è uscito dal campo accompagnato dal fisioterapista al termine del secondo set contro il canadese Auger-Aliassime. Jannik a un certo punto non riusciva più a spingere con il dritto e ha commesso diversi errori con il rovescio. Risultato ha perso il secondo set e poi ha chiamato il medical time out, occhi sull'addome ed è uscito dal campo accompagnato dal fisioterapista. Poi, dopo qualche minuto, è rientrato corricchiando. L'italiano ha ricominciato alla grande e ha eliminato il canadese guadagnandosi domani la finale contro Carlos Alcaraz. Ma cosa potrebbe essere accaduto all'addome? "Il servizio è un colpo fondamentale del tennis, basti pensare a quanto sia importante ai fini della vittoria non perderlo subendo un break. Un servizio ben padroneggiato rappresenta un vantaggio sostanziale per i giocatori, elemento chiave ad alto livello. Tuttavia, a causa della sua continua ripetizione e della sua intensità, questo colpo è potenzialmente dannoso, non solo per gli arti superiori ma anche per gli inferiori e il tronco". Così all'Adnkronos Salute Andrea Bernetti, medico fisiatra, segretario generale della Simfer (Società italiana di medicina fisica e riabilitativa).
"Nel secondo set ho sentito qualcosa dopo un servizio" ha spiegato Sinner a 'Supertennis' dopo il match vinto contro Auger-Aliassime. "La situazione è migliorata dopo l'intervento del fisioterapista e ho provato anche a servire un po' più veloce". Problema dunque messo da parte del numero uno del tennis? "Possiamo ragionevolmente ritenere come si sia probabilmente in una situazione gestibile, magari momentanea, che possa permettergli di competere al massimo livello in finale", risponde Bernetti. "Il tronco, in particolare, rappresenta un anello vitale nella produzione e nel trasferimento di energia dagli arti inferiori a quelli superiori; pertanto, un disturbo biomeccanico potrebbe essere una potenziale fonte di rischio per infortuni a questo livello nel tennis. Ad esempio, possibili movimenti di compenso operati da un giocatore durante il servizio potrebbero indurre un sovraccarico addominale tale da indurre l' insorgenza di un infortunio", prosegue il medico fisiatra.
"Gli infortuni muscolari del retto addominale sono infortuni comuni e debilitanti tra i tennisti agonisti. Il sovraccarico eccentrico (in allungamento), seguito dalla contrazione forzata del retto addominale durante la fase di caricamento del servizio, è il meccanismo di infortunio più comune - avverte - Nella classificazione degli infortuni muscolari dobbiamo distinguere ovviamente il grado di gravità. Esistono infatti infortuni strutturali, con vera e propria lesione di un quantitativo più o meno grande di fibre muscolari, e infortuni non strutturali nei quali il muscolo non ha una vera e propria lesione delle sue componenti. Fortunatamente questi ultimi sono la maggioranza e possono essere gestiti in maniera più semplice".
(Adnkronos) - E' nel segno di Marc Marquez anche la gara Sprint del Gp di Catalogna. Lo spagnolo della Ducati ha avuto però campo libero dal fratello Alex, scivolato via in curva, a quattro giri dalla fine quando era saldamente in testa.
Marc ringrazia e si invola a vincere davanti a Fabio Quartararo con la Yamaha e Fabio Di Giannantonio, poi la Ktm di Acosta, seguito da Bastianini e Binder. Marc Marquez vince così un'altra Sprint, la sua 14esima in stagione ed è sempre più leader del Mondiale. Incidenti tra Bezzecchi e Aldeguer e tra Morbidelli e Martin, con tutti e quatto out, mentre Pecco Bagnaia, partito 21esimo, ha chiuso in 14esima posizione.
In settima posizione chiude Zarco, seguito da Marini, Ogura e Oliveira a chiudere la Top ten. Per Marc Marquez arriva l'ottava vittoria Sprint consecutiva, sequenza record. Domenica alle 14 la gara lunga.
Leggi tutto: MotoGp Catalogna, vince ancora Marc Marquez: è l'ottava Sprint consecutiva
(Adnkronos) - Settembre tempo di ripartenze e di confronto allo specchio con gli 'sgarri' commessi a tavola durante pranzi e cene estive. Con la paura di mettersi sulla bilancia per scoprire, o accertare, quel paio di chili in più che proprio non andavano presi. Un obiettivo sembra accomunare le intenzioni di tanti: sgonfiarsi e perdere peso, proprio come ci si era prefissati di fare in vista dell’estate. Quali le buone prassi quando le temperature ancora alte accompagnano i residuali momenti di svago dell’estate? Ci sono alimenti o pietanze da preferire o da evitare? A fare il punto per l'Adnkronos Salute è Mauro Minelli, immunologo clinico e docente di Nutrizione Umana alla Lum che sintetizza le sue raccomandazioni in 10 punti.
1) "Mai perdere l’abitudine di bere a sufficienza. Occorre compensare la cospicua perdita di liquidi che, soprattutto con la sudorazione, il caldo può aver favorito. Quindi adeguato apporto di acqua o tè non zuccherato, ma anche di minerali come magnesio, potassio, sodio e calcio".
2) "Consumare pasti leggeri - prosegue Minelli - che non comportino significativi dispendi di energia per la digestione e che, magari, siano cotti con metodi conservativi delle sostanze nutritive presenti negli alimenti, come la cottura al vapore".
3) "Prediligere, quando possibile, frutta fresca e verdura come cetrioli, pomodori, lattuga o spinaci, prodotti facilmente digeribili, in gran parte costituiti da acqua ed in grado di fornire minerali preziosi".
4) "Evitare più che si può bevande alcoliche in grado, quando abusate, di agire con effetti negativi sulla circolazione sanguigna, sulle dinamiche digestive riducendo la velocità di svuotamento gastrico, sulle complessive performances psico-fisiche dell’organismo".
5) "Limitare il consumo di sushi, carpacci, tiramisù e similari, in quanto i cibi crudi di origine animale, come pesce, carne o uova, non sono granché adatti per le giornate ancora calde potendo, le alte temperature, favorire la rapida moltiplicazione di batteri come, ad esempio, la salmonella".
6) "Da scartare sono anche fast food o pasti grassi, come salumi e carni rosse, cibi troppo speziati e conditi, tutti difficili da digerire e, soprattutto a cena, capaci di disturbare il riposo notturno", suggerisce Minelli.
7) "Se non assoluto divieto, almeno ragionata moderazione per dolci o pasti ricchi di carboidrati e ad alta densità calorica, in grado di generare oscillazioni certamente non salutari dei livelli di zucchero nel sangue".
8) "Ripresa di un’adeguata attività fisica, semmai impostata su programmi di allenamento anche a corpo libero e che, opportunamente adattati al tenore di vita di ciascuno, permettano di “bruciare” il tessuto adiposo accumulato e rimodulare il metabolismo".
9) "Escludere percorsi standardizzati e genericamente impostati su slogan, criteri modaioli o sul 'sentito dire': il digiuno intermittente, la dieta low carb, quella high carb, quella chetogenica ed altre ancora hanno obiettivi e caratteristiche nutrizionali che, non tenendo conto di eventuali allergie o problematiche metaboliche o alterazioni strutturali e/o funzionali del canale intestinale, potrebbero non essere in linea con le nostre reali esigenze".
10) "In condizioni di normalità, soggetti giovani-adulti potrebbero impostare un programma alimentare di recupero post-vacanziero seguendo alcune semplici indicazioni di massima, semmai preliminarmente condivise ed ottimizzate da professionisti della nutrizione e/o da personale medico di prossimità".
Secondo il medico-nutrizionista a colazione meglio "una bevanda ad elevato contenuto di leucina: e' dimostrato che a colazione un drink di leucina è in grado di stimolare, soprattutto al termine dei pasti, la sintesi di proteine muscolari. A metà mattina: una bevanda alcalinizzante e integrativa di potassio e magnesio. Da ripetere eventualmente in caso di fame, astenia o stipsi. A pranzo: due fette di pane bianco morbido accompagnate da verdure (elencate di seguito)".
"In alternativa - avverte il medico nutrizionista - alle fette di pane si può prevedere una omelette al formaggio sempre accompagnata da verdure che potranno essere condite con un cucchiaio di olio extravergine di oliva. Nel pomeriggio: una barretta proteica addizionata di fibre (neutra, ovvero al gusto di pistacchio o cioccolato); in alternativa una barretta al cioccolato. A cena: una porzione di pasta condita con verdure, oppure un risotto sempre con verdure e un altro cucchiaio di olio extravergine di oliva per il condimento. Si tratta di pasti intercambiabili, nel senso che sarà sempre possibile sostituire il pranzo con un prodotto previsto per la cena e viceversa. Nell’arco delle 24 ore, magari nelle pause-caffè, si potranno anche gustare dei biscottini a prevalente contenuto di proteine e fibre e a basso tenore glucidico, fino ad un massimo di 50 grammi al giorno".
Bevande concesse: "Te, caffe, tisane senza zucchero. Per dolcificare è consigliabile un dolcificante tipo aspartame o sucralfato/ciclammato Non sono ammesse bevande alcoliche come vino o birra", conclude Minelli.
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(Adnkronos) - Una turista italiana di 18 anni è stata violentata in spiaggia a Durazzo, in Albania, da un giovane di 26 anni, con precedenti penali, che è stato arrestato. Lo riferiscono i media locali, citando la polizia albanese, secondo cui l'episodio risale a ieri mattina intorno alle 5.30, mentre la ragazza era sdraiata sui lettini della spiaggia di un albergo.
L'uomo, identificato in Leonardo P., è stato riconosciuto grazie alle telecamere di sorveglianza: ha ammesso il rapporto con la 18enne, sostenendo però che fosse stato consensuale. La ragazza è stata ricoverata in ospedale, dove è stata visitata e dove sono stati riscontrati segni di lividi sul collo, sulle mani e sulle altre parti del corpo, che dimostrerebbero la violenza.
"Ero con degli amici durante la notte e abbiamo anche consumato bevande alcoliche. Per un momento ho lasciato il gruppo e mi sono seduta su un lettino a pochi metri dall'hotel - il racconto della 18enne alla polizia - Durante questo lasso di tempo, una persona mi si è avvicinata e mi ha aggredita e, nonostante i miei tentativi di difendermi, mi ha violentata dopo che ho opposto resistenza".
Leggi tutto: Albania, violentata turista italiana 18enne: arrestato un 26enne
(Adnkronos) - La due volte campionessa olimpica in acque libere Sharon van Rouwendaal ha concluso la sua carriera di nuotatrice con una toccante dichiarazione su Instagram. "Mi sono persa compleanni, riunioni di famiglia e persino il funerale di mia nonna. Per diciotto anni ho vissuto in un tunnel. Mia madre una volta mi ha detto: 'Non so se ne sia valsa la pena'. Questa domanda mi accompagna da allora", ha scritto la trentunenne sui social.
Van Rouwendaal ha vinto l'oro olimpico sui 10 chilometri nel 2016 e nel 2024. Ha anche vinto quattro gare ai campionati del mondo e otto medaglie d'oro europee.
(Adnkronos) - “Una Europa dinamica ha bisogno di imprese dinamiche: sono loro il vero motore della crescita e della trasformazione del continente per rimanere competitivo nel panorama globale”. Così Markus Kerber, managing partner 1886 Ventures; former ceo and managing director of the Federation of German Industries - Bdi e advisor scientifico della ricerca “Guidare il futuro: le aziende capofiliera come motore di innovazione e sostenibilità per le filiere industriali italiane ed europee”di Philip Morris Italia e Teha, presentata al 51° Forum di Cernobbio di The European House Ambrosetti, intitolato ‘Lo Scenario di oggi e di domani per le strategie competitive’ e in svolgimento fino al 7 settembre a Villa d’Este.
Secondo Kerber, infatti: “Aziende dotate di solide competenze manageriali, capaci di guardare al futuro con una visione e strategia chiare, sono ciò di cui l’Europa ha bisogno per cavalcare le sfide, anziché subirle - spiega - In questo contesto, l’Unione europea non può creare aziende innovative e visionarie dal nulla, ma può svolgere il ruolo cruciale di catalizzatore, creando le condizioni affinché queste aziende crescano e competano sui mercati globali”.
“In un’Europa dove il 97% delle imprese sono Pmi, responsabili del 41% del valore aggiunto e del 49% dell’occupazione, diventa indispensabile affiancare al tessuto di Piccole e Medie imprese grandi aziende leader di settore in grado di trainare e guidare l’intera filiera a essere più competitiva e innovativa”, conclude.
Leggi tutto: Imprese: Kerber (Bdi), ‘vero motore per crescita e trasformazione europea’
(Adnkronos) - Donald Trump 'in finale agli US Open' con Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, che domani 7 settembre si affrontano nella finale dello Slam americano. Il presidente degli Stati Uniti sarà lo spettatore d'eccezione del match che, in diretta tv e streaming, assegnerà il titolo a New York. La presenza del numero 1 della Casa Bianca è un evento da cerchiare in rosso. Un presidente non entra a Flushing Meadows da oltre 20 anni e Trump non mette piede nell'impianto da un decennio. Tutto questo ai giocatori interessa ma fino ad un certo punto. "Ci sono tante persone importanti qui, noi giocatori lo percepiamo e siamo ancora più orgogliosi di essere in campo. Vuol dire che il tennis è importante, ci farà piacere", dice Sinner archiviando la domanda in conferenza stampa.
Alcaraz è un po' più loquace. "E' un privilegio per il torneo avere un presidente che sostiene l'evento e sostiene il tennis. Io, sarò sincerò, cercherò di non pensare alla sua presenza", dice. "Non voglio essere teso per questo motivo, credo però che sia una gran cosa avere il presidente in tribuna per un match di tennis", aggiunge lo spagnolo.
Per Trump sarà un ritorno a Flushing Meadows dopo dieci anni di assenza. L'ultima apparizione risale a settembre 2015, quando fu accolto dai 'buu' del pubblico durante il quarti di finale, poco dopo l'avvio della sua campagna per le presidenziali del 2016. In passato, la Trump Organization disponeva di una suite privata all'Arthur Ashe Stadium, sospesa però nel 2017, durante il primo anno del suo mandato. Proprio in quegli anni si stava consumando la "rottura" tra il tycoon e la sua città natale, con il trasferimento definitivo da New York a Mar-a-Lago, in Florida, ufficializzato nel 2019.
Dall’inizio del suo secondo mandato, Trump sta provando a rendere lo sport sempre più centrale nella sua agenda pubblica, partecipando a diversi eventi con grande richiamo di pubblico. Ha assistito al Super Bowl a New Orleans, alla Daytona 500 in Florida, a incontri Ufc a Miami e Newark, ai campionati Ncaa di wrestling a Philadelphia e alla finale del Fifa Club World Cup a East Rutherford, nel New Jersey. L'ultimo leader americano ad assistere dal vivo a una finale degli Us Open era stato Bill Clinton nel 2000, mentre nel 2023 Barack Obama aveva presenziato alla partita inaugurale del torneo assieme alla moglie Michelle.
Leggi tutto: Sinner-Alcaraz, domani finale US Open con Trump superstar
(Adnkronos) - Tragedia in Alaska dove un ricercatore italiano, Riccardo Pozzobon, è morto nel corso di una missione di ricerca sul ghiacciaio Mendenhall. Il 40enne, secondo quanto riferito dalla Società Geologica Italiana, sarebbe stato travolto dall'acqua di fusione mentre riempiva la sua borraccia.
Pozzobon era in Alaska "per esplorare i segreti nascosti nelle profondità ghiacciate di corpi celesti lontani come Europa o Encelado, studiando i ghiacciai", come si legge sul sito del Dipartimento di Geoscienze. Il 2 settembre è stato inghiottito da un corso d’acqua di fusione glaciale. Le ricerche sono proseguite per alcuni giorni ma senza successo.
"La notizia che arriva dall’Alaska lascia senza parole. Una tragedia che tocca profondamente una famiglia e scuote l’intera comunità scientifica, a Padova e in tutta Italia. Le immagini di Riccardo con il suo sorriso luminoso nei ‘suoi’ luoghi di ricerca sono le immagini di un uomo innamorato del proprio lavoro. Nei suoi occhi c’è quella curiosità inesauribile che muove ogni vero ricercatore. Il mio abbraccio più sincero alla sua famiglia, agli amici e a tutti i suoi colleghi", ha detto il ministro dell'Università e della Ricerca Anna Maria Bernini.
(Adnkronos) - ''In un panorama globale in rapida evoluzione segnato da tensioni geopolitiche, tecnologie dirompenti e competizione sempre più intensa, l'Unione Europea rischia di perdere ulteriore terreno rispetto alle potenze mondiali come Stati Uniti e Cina. Pur avendo una solida base manifatturiera, l'influenza dell'Europa nelle catene del valore globali rimane limitata, con relativamente poche aziende che raggiungono lo status di campioni globali. Per rilanciare la propria competitività, l'Ue deve creare un ambiente che consenta a più imprese di crescere, innovare e coordinare reti di valore complesse''. È questa la premessa dello studio 'Driving the future: lead firms as engines of innovation and sustainability for Italian and European industrial value chains', elaborato da Teha group in collaborazione con Philip Morris Italia, presentato oggi nell'ambito della 51esima edizione del Forum Teha di Cernobbio.
La ricerca ha beneficiato del contributo di un Advisory Board di alto livello composto da personalità di primo piano del panorama istituzionale ed economico europeo: Daniele Franco (Presidente, Fondazione Policlinico Gemelli; ex Direttore Generale della Banca d'Italia; ex Ministro dell'Economia e delle Finanze 2021-2022), Elżbieta Bieńkowska (Board Chair, Centre for European Policy Studies - Ceps; ex Commissario UE per Mercato Interno, Industria, Imprenditorialità e PMI 2014-2019), Valerio De Molli (Managing Partner & Ceo, The European House - Ambrosetti), Pasquale Frega (President and Managing Director, Philip Morris Italia), Markus Kerber (Managing Partner, 1886 Ventures; ex Ceo e Managing Director della Federazione delle Industrie Tedesche - Bdi), ed Enrico Letta (Dean of the IE School of Politics, Economics, and Global Affairs, Ie University; ex Primo Ministro d'Italia 2013-2014).
L'obiettivo strategico della ricerca è stato quello di identificare e misurare il ruolo delle Aziende capofiliera come leva competitiva cruciale per Italia ed Europa: di fronte alla crescente competizione globale con Stati Uniti e Cina, l'UE deve trasformare le proprie imprese leader in catalizzatori di ecosistemi industriali capaci di trascinare l'innovazione e la crescita dell'intero tessuto produttivo. Solo attraverso una comprensione sistematica di cosa rende un'impresa davvero "leader" - combinando influenza settoriale, capacità innovativa, dinamismo e visione strategica - l'Europa può costruire i campioni industriali del futuro e rilanciare la propria competitività sui mercati globali.
Secondo Valerio De Molli, Managing Partner & Ceo di Teha Group e The European House – Ambrosetti, “La competitività dell'Europa è funzione diretta della competitività delle sue aziende: le top 100 lead firms pesano per il 32% del valore aggiunto industriale e il 42% della spesa totale in R&D, dimostrando il loro ruolo cruciale come motori dell'economia continentale. La politica industriale non può creare campioni dal nulla, ma deve rimuovere gli ostacoli che frenano la crescita delle nostre imprese più promettenti. Il primo ostacolo è la frammentazione: abbiamo un Mercato Unico che è ancora lontano dall'essere davvero unico, come evidenziato chiaramente dai rapporti Letta e Draghi. Le nostre lead firms devono competere con giganti americani e cinesi che operano in mercati domestici di scala continentale, mentre noi le costringiamo a navigare 27 sistemi normativi diversi. È tempo di completare davvero l'integrazione europea per dare alle nostre aziende leader le stesse armi competitive dei loro rivali globali”.
Secondo Pasquale Frega, Presidente e Amministratore delegato di Philip Morris Italia, “Le aziende leader hanno un ruolo strategico nel plasmare le catene del valore italiane ed europee per costruire modelli di crescita lungimiranti. Per fare questo, la collaborazione tra grandi e piccole imprese è essenziale. In Philip Morris Italia vediamo il ruolo di azienda capofiliera come una responsabilità industriale e sociale: creare valore lungo tutta la filiera attraverso investimenti in innovazione, sostenibilità e competenze. Questo è quello che facciamo con le 44.000 persone e le 8.000 imprese italiane coinvolte nella nostra filiera. Tale visione è coerente anche con il Patto delle Catene del Valore, un modello che mira a garantire stabilità e crescita, rafforza la competitività e sostiene le transizioni. Gli accordi di filiera che portiamo avanti dal 2011 con Coldiretti e il Ministero dell’Agricoltura sono un esempio concreto di questo modello. Ne è prova il fatto che l’89% delle aziende agricole coinvolte ha adottato soluzioni agritech, rispetto al 46% delle aziende che non ne fanno parte. Perché questa visione possa generare un impatto duraturo non possiamo essere soli. È fondamentale disporre di un quadro regolatorio chiaro e prevedibile, che non ostacoli l’innovazione e rafforzi la competitività del sistema industriale nazionale ed europeo”.
Questi i punti chiave emersi dallo studio: primo, la competitività dell’Europa dipende in larga parte dalla competitività delle aziende capofiliera: le imprese leader, pur rappresentando meno dell’1% delle aziende manifatturiere, generano il 64% del valore aggiunto e il 43% dell’occupazione del settore. Queste aziende che combinano visione, agilità e innovazione guidano la crescita settoriale, mentre quelle che non riescono a evolversi fanno crollare interi sistemi industriali. Secondo, le 100 Aziende capofiliera Europee contribuiscono al 32% del valore aggiunto manifatturiero dell'Ue e i loro lavoratori generano in media 3,2 volte più valore aggiunto rispetto ai dipendenti delle piccole imprese.
Terzo, le Aziende capofiliera sono laboratori di futuro: le prime 100 imprese manifatturiere leader in Europa investono circa il 42% del totale degli investimenti privati in R&S, pari a 149 miliardi di Euro. Quarto, l’Europa ha un problema di visione: alcuni dei settori industriali che pesano di più sul valore aggiunto europeo sono quelli che elaborano e comunicano una visione di futuro meno innovativa. Quinto, verso un Patto delle Catene del Valore: è possibile valorizzare il ruolo delle aziende Capofiliera per spingere verso l’alto digitalizzazione, sostenibilità e produttività delle filiere: un Patto delle Catene del Valore potrebbe trasformare le imprese leader in hub di competenze che trasferiscono attivamente skills, tecnologia e risorse alle pmi.
Alla luce dei punti chiave emersi dallo studio, risulta evidente che il rafforzamento della competitività industriale europea richiede un’azione strategica mirata a valorizzare il ruolo delle aziende capofiliera. Per questo, lo studio propone cinque raccomandazioni di policy prioritarie per trasformare le imprese leader in motori di innovazione, sostenibilità e crescita condivisa: Primo garantire continuità alle politiche per l’innovazione: occorre definire quadri regolatori stabili e in grado di promuovere investimenti di lungo periodo e innovazione sostenibile, soprattutto nelle catene del valore strategiche. Regole chiare e coerenti offrono alle imprese un contesto prevedibile per investire nella transizione.
Secondo semplificare l’accesso ai finanziamenti: occorre facilitare l’inclusione delle piccole e medie imprese nell’ambito del Patto delle Catene del Valore, coinvolgendole in programmi di innovazione e incentivando la collaborazione in R&S. Terzo promuovere il reskilling lungo le filiere: occorre sostenere la formazione continua e lo sviluppo di competenze specialistiche sfruttando il ruolo strategico delle aziende capofiliera in collaborazione con istituzioni educative.
Quarto catene del valore 4.0: occorre accelerare la digitalizzazione delle filiere produttive, valorizzando il ruolo delle imprese leader nel diffondere innovazione e tecnologie avanzate, a supporto della produttività, sostenibilità e competitività dell’intero ecosistema industriale. Quinto meccanismi di monitoraggio e accountability: occorre creare un Osservatorio dedicato per valutare l’impatto dei Patti di Catene del Valore su produttività, occupazione e innovazione, garantendo trasparenza e orientamento strategico.
Lo studio ha fatto leva su un'ampia attività di stakeholder engagement, che ha visto la partecipazione di vertici di imprese, istituzioni nazionali ed europee e associazioni di categoria in interviste riservate, oltre a un'analisi quantitativa su oltre 5.400 imprese manifatturiere europee. La ricerca offre un'analisi completa del ruolo delle Aziende capofiliera nell'ecosistema industriale europeo, combinando analisi qualitative e quantitative per evidenziare come la presenza o assenza di imprese leader forti possa catalizzare crescita, stagnazione o declino in interi settori.
Nonostante quello di “azienda capofiliera” sia un concetto intuitivo e diffuso nel discorso pubblico, esiste un vuoto analitico e statistico su questa tipologia di azienda: non esiste una definizione univoca, né un criterio analitico per misurarne peso e impatto sull’economia Europea. La ricerca si è posta l’obiettivo di colmare questo vuoto, analizzando oltre 60 casi di imprese di successo e sviluppando un innovativo quadro analitico per la misurazione di impatto. Lo studio ha inoltre sviluppato un sistema proprietario di Ai e web scraping per identificare e comprendere la capacità delle aziende capofiliera europee di elaborare una visione di futuro, colmando un vuoto analitico su uno dei driver più strategici della competitività dell’Europa: l’innovatività delle sue aziende più grandi.
Leggi tutto: Imprese, patto catene del valore per rilancio competitività europea
(Adnkronos) - ''In un panorama globale in rapida evoluzione segnato da tensioni geopolitiche, tecnologie dirompenti e competizione sempre più intensa, l'Unione Europea rischia di perdere ulteriore terreno rispetto alle potenze mondiali come Stati Uniti e Cina. Pur avendo una solida base manifatturiera, l'influenza dell'Europa nelle catene del valore globali rimane limitata, con relativamente poche aziende che raggiungono lo status di campioni globali. Per rilanciare la propria competitività, l'Ue deve creare un ambiente che consenta a più imprese di crescere, innovare e coordinare reti di valore complesse''. È questa la premessa dello studio 'Driving the future: lead firms as engines of innovation and sustainability for Italian and European industrial value chains', elaborato da Teha group in collaborazione con Philip Morris Italia, presentato oggi nell'ambito della 51esima edizione del Forum Teha di Cernobbio.
La ricerca ha beneficiato del contributo di un Advisory Board di alto livello composto da personalità di primo piano del panorama istituzionale ed economico europeo: Daniele Franco (Presidente, Fondazione Policlinico Gemelli; ex Direttore Generale della Banca d'Italia; ex Ministro dell'Economia e delle Finanze 2021-2022), Elżbieta Bieńkowska (Board Chair, Centre for European Policy Studies - Ceps; ex Commissario UE per Mercato Interno, Industria, Imprenditorialità e PMI 2014-2019), Valerio De Molli (Managing Partner & Ceo, The European House - Ambrosetti), Pasquale Frega (President and Managing Director, Philip Morris Italia), Markus Kerber (Managing Partner, 1886 Ventures; ex Ceo e Managing Director della Federazione delle Industrie Tedesche - Bdi), ed Enrico Letta (Dean of the IE School of Politics, Economics, and Global Affairs, Ie University; ex Primo Ministro d'Italia 2013-2014).
L'obiettivo strategico della ricerca è stato quello di identificare e misurare il ruolo delle Aziende capofiliera come leva competitiva cruciale per Italia ed Europa: di fronte alla crescente competizione globale con Stati Uniti e Cina, l'UE deve trasformare le proprie imprese leader in catalizzatori di ecosistemi industriali capaci di trascinare l'innovazione e la crescita dell'intero tessuto produttivo. Solo attraverso una comprensione sistematica di cosa rende un'impresa davvero "leader" - combinando influenza settoriale, capacità innovativa, dinamismo e visione strategica - l'Europa può costruire i campioni industriali del futuro e rilanciare la propria competitività sui mercati globali.
Secondo Valerio De Molli, Managing Partner & Ceo di Teha Group e The European House – Ambrosetti, “La competitività dell'Europa è funzione diretta della competitività delle sue aziende: le top 100 lead firms pesano per il 32% del valore aggiunto industriale e il 42% della spesa totale in R&D, dimostrando il loro ruolo cruciale come motori dell'economia continentale. La politica industriale non può creare campioni dal nulla, ma deve rimuovere gli ostacoli che frenano la crescita delle nostre imprese più promettenti. Il primo ostacolo è la frammentazione: abbiamo un Mercato Unico che è ancora lontano dall'essere davvero unico, come evidenziato chiaramente dai rapporti Letta e Draghi. Le nostre lead firms devono competere con giganti americani e cinesi che operano in mercati domestici di scala continentale, mentre noi le costringiamo a navigare 27 sistemi normativi diversi. È tempo di completare davvero l'integrazione europea per dare alle nostre aziende leader le stesse armi competitive dei loro rivali globali”.
Secondo Pasquale Frega, Presidente e Amministratore delegato di Philip Morris Italia, “Le aziende leader hanno un ruolo strategico nel plasmare le catene del valore italiane ed europee per costruire modelli di crescita lungimiranti. Per fare questo, la collaborazione tra grandi e piccole imprese è essenziale. In Philip Morris Italia vediamo il ruolo di azienda capofiliera come una responsabilità industriale e sociale: creare valore lungo tutta la filiera attraverso investimenti in innovazione, sostenibilità e competenze. Questo è quello che facciamo con le 44.000 persone e le 8.000 imprese italiane coinvolte nella nostra filiera. Tale visione è coerente anche con il Patto delle Catene del Valore, un modello che mira a garantire stabilità e crescita, rafforza la competitività e sostiene le transizioni. Gli accordi di filiera che portiamo avanti dal 2011 con Coldiretti e il Ministero dell’Agricoltura sono un esempio concreto di questo modello. Ne è prova il fatto che l’89% delle aziende agricole coinvolte ha adottato soluzioni agritech, rispetto al 46% delle aziende che non ne fanno parte. Perché questa visione possa generare un impatto duraturo non possiamo essere soli. È fondamentale disporre di un quadro regolatorio chiaro e prevedibile, che non ostacoli l’innovazione e rafforzi la competitività del sistema industriale nazionale ed europeo”.
Questi i punti chiave emersi dallo studio: primo, la competitività dell’Europa dipende in larga parte dalla competitività delle aziende capofiliera: le imprese leader, pur rappresentando meno dell’1% delle aziende manifatturiere, generano il 64% del valore aggiunto e il 43% dell’occupazione del settore. Queste aziende che combinano visione, agilità e innovazione guidano la crescita settoriale, mentre quelle che non riescono a evolversi fanno crollare interi sistemi industriali. Secondo, le 100 Aziende capofiliera Europee contribuiscono al 32% del valore aggiunto manifatturiero dell'Ue e i loro lavoratori generano in media 3,2 volte più valore aggiunto rispetto ai dipendenti delle piccole imprese.
Terzo, le Aziende capofiliera sono laboratori di futuro: le prime 100 imprese manifatturiere leader in Europa investono circa il 42% del totale degli investimenti privati in R&S, pari a 149 miliardi di Euro. Quarto, l’Europa ha un problema di visione: alcuni dei settori industriali che pesano di più sul valore aggiunto europeo sono quelli che elaborano e comunicano una visione di futuro meno innovativa. Quinto, verso un Patto delle Catene del Valore: è possibile valorizzare il ruolo delle aziende Capofiliera per spingere verso l’alto digitalizzazione, sostenibilità e produttività delle filiere: un Patto delle Catene del Valore potrebbe trasformare le imprese leader in hub di competenze che trasferiscono attivamente skills, tecnologia e risorse alle pmi.
Alla luce dei punti chiave emersi dallo studio, risulta evidente che il rafforzamento della competitività industriale europea richiede un’azione strategica mirata a valorizzare il ruolo delle aziende capofiliera. Per questo, lo studio propone cinque raccomandazioni di policy prioritarie per trasformare le imprese leader in motori di innovazione, sostenibilità e crescita condivisa: Primo garantire continuità alle politiche per l’innovazione: occorre definire quadri regolatori stabili e in grado di promuovere investimenti di lungo periodo e innovazione sostenibile, soprattutto nelle catene del valore strategiche. Regole chiare e coerenti offrono alle imprese un contesto prevedibile per investire nella transizione.
Secondo semplificare l’accesso ai finanziamenti: occorre facilitare l’inclusione delle piccole e medie imprese nell’ambito del Patto delle Catene del Valore, coinvolgendole in programmi di innovazione e incentivando la collaborazione in R&S. Terzo promuovere il reskilling lungo le filiere: occorre sostenere la formazione continua e lo sviluppo di competenze specialistiche sfruttando il ruolo strategico delle aziende capofiliera in collaborazione con istituzioni educative.
Quarto catene del valore 4.0: occorre accelerare la digitalizzazione delle filiere produttive, valorizzando il ruolo delle imprese leader nel diffondere innovazione e tecnologie avanzate, a supporto della produttività, sostenibilità e competitività dell’intero ecosistema industriale. Quinto meccanismi di monitoraggio e accountability: occorre creare un Osservatorio dedicato per valutare l’impatto dei Patti di Catene del Valore su produttività, occupazione e innovazione, garantendo trasparenza e orientamento strategico.
Lo studio ha fatto leva su un'ampia attività di stakeholder engagement, che ha visto la partecipazione di vertici di imprese, istituzioni nazionali ed europee e associazioni di categoria in interviste riservate, oltre a un'analisi quantitativa su oltre 5.400 imprese manifatturiere europee. La ricerca offre un'analisi completa del ruolo delle Aziende capofiliera nell'ecosistema industriale europeo, combinando analisi qualitative e quantitative per evidenziare come la presenza o assenza di imprese leader forti possa catalizzare crescita, stagnazione o declino in interi settori.
Nonostante quello di “azienda capofiliera” sia un concetto intuitivo e diffuso nel discorso pubblico, esiste un vuoto analitico e statistico su questa tipologia di azienda: non esiste una definizione univoca, né un criterio analitico per misurarne peso e impatto sull’economia Europea. La ricerca si è posta l’obiettivo di colmare questo vuoto, analizzando oltre 60 casi di imprese di successo e sviluppando un innovativo quadro analitico per la misurazione di impatto. Lo studio ha inoltre sviluppato un sistema proprietario di Ai e web scraping per identificare e comprendere la capacità delle aziende capofiliera europee di elaborare una visione di futuro, colmando un vuoto analitico su uno dei driver più strategici della competitività dell’Europa: l’innovatività delle sue aziende più grandi.
Leggi tutto: mprese, patto catene del valore per rilancio competitività europea