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Iran, Iezzi (Cybersecurity Maticmind): "Paralisi Bank Sepah serio colpo al regime"

17 Giugno 2025
La sede di Bank Sepah a Teheran (dal sito)

(Adnkronos) - "La paralisi di Bank Sepah provocata dall’attacco informatico condotto dal gruppo israeliano Predatory Sparrow è un colpo ben assestato al regime iraniano che dimostra quanto la cyberwar sia utilizzata in questo conflitto come elemento di sostegno alle azioni militari nel campo di battaglia. Il blocco delle attività della banca, infatti, ha molteplici effetti sia dal punto di vista del morale avversario che dal punto di vista delle sue capacità belliche. Colpire l’istituto bancario più antico e rinomato del Paese crea infatti il panico nella popolazione, mina la fiducia nel regime e ne compromette i canali finanziari per il sostegno alla guerra – ossia le fonti per il pagamento dei proxy, a partire da Hamas e degli Houthi, delle armi e della ricerca nucleare". Lo dice all'Adnkronos Pierguido Iezzi, direttore Cybersecurity di Maticmind. 

"L’attacco fa parte di una strategia di convergenza tra le azioni militari vere e proprie e quelle nel dominio del cyberspazio, già ben operata da Israele nel teatro mediorientale a partire dalla risposta al pogrom del 7 ottobre: la componente digitale interviene a sostegno di quella fisica per amplificarne la portata e moltiplicarne gli effetti, in un crescendo devastante per l’avversario. Questo attacco, condotto con ogni probabilità con un wiper che ha penetrato il perimetro digitale della banca per poi distruggerne le banche dati, va ben oltre i classici Ddos e defacement con cui gli hacktivisti creano rumore di fondo nel cyberspazio senza tuttavia assicurare danni duraturi: qui si tratta di un’azione sofisticata che ha richiesto mesi di preparazione, frutto dell’opera di una APT. Ogni buco nella rete informatica, ogni varco nei sistemi della difesa cyber anticipa l’impatto vero e proprio e oggi la paralisi digitale di Bank Sepah può a buon titolo avere gli stessi effetti di una deflagrazione vera e propria", conclude Iezzi. 

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Moby scende in campo insieme al Parma, annunciata nuova partnership

17 Giugno 2025
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(Adnkronos) - Parma Calcio è lieto di annunciare una nuova partnership con Moby, la compagnia di navigazione delle famiglie italiane, che a partire dalla stagione 2025/2026 sarà back sponsor di maglia della Prima Squadra Maschile. Da sempre Moby si vede assegnare dai propri passeggeri lo scudetto riservato alla migliore compagnia di navigazione italiana, facendo iniziare le vacanze in direzione di Sardegna, Sicilia, Corsica e Isola d’Elba fin dal viaggio, con un network di rotte, di orari e di servizi di bordo unico. Oggi Moby rafforza la propria presenza anche nel mondo del calcio: la Balena Blu approda a Parma con una nuova sponsorizzazione, diventando partner del Parma Calcio. Un legame naturale che unisce lo stile distintivo della squadra a quello della compagnia di navigazione. 

Così come lo stile del Parma ha saputo incantare i tifosi, Moby conquista ogni giorno passeggeri italiani ed europei grazie a un’eleganza tutta sua. Con soluzioni innovative e schemi che hanno trasformato il concetto di navigazione, la compagnia ha ridefinito l’esperienza di viaggio via mare in Italia. A partire da Moby Fantasy e Moby Legacy, le due ammiraglie in viaggio ogni giorno fra Livorno ed Olbia e viceversa, che sono i due traghetti più grandi ed ecologicamente sostenibili del Mediterraneo, con standard da nave da crociera e un’attenzione particolare alla ristorazione con un intero ponte dedicato al cibo, con preparazioni a vista, un grande show cooking galleggiante in mezzo al mare.  

È stata l’ammiraglia Fantasy, nel porto di Livorno, a fare da cornice alla presentazione ufficiale della partnership tra Moby e Parma Calcio. La firma dell’accordo si è svolta nel ristorante della nave, “Achille Onorato”, al termine di una visita che ha toccato i saloni più rappresentativi, il ponte e la cabina di comando. 

“Ci fa piacere unire due eccellenze assolute – spiega Alessandro Onorato, sales manager della Balena Blu – e ritroviamo nella squadra gialloblu la nostra stessa attenzione alla qualità, alla sostenibilità e alla cura nei confronti del pubblico. La nostra storica presenza nel mondo del calcio è sempre abbinata a squadre e società che rispecchiano i valori di Moby e anche col Parma Calcio ci sentiamo a casa”. 

"C'è soddisfazione per questa nuova partnership con un marchio così importante e riconosciuto come Moby - sottolinea Federico Cherubini, CEO di Parma Calcio -, un brand che ha alle spalle una famiglia, così come Parma Calcio. In questo senso è stato un grande piacere incontrare e avere come interlocutori Achille Onorato, amministratore delegato di Moby e Alessandro Onorato, sales manager della Balena Blu. Questo nuovo accordo deve essere solo un primo passo per poter valorizzare Parma Calcio e Moby, due società espressione di famiglia, qualità e sostenibilità. Unendo le nostre forze puntiamo a creare valore condiviso e nuove opportunità". 

Il campionato deve ancora iniziare, ma Parma Calcio e Moby sono già a bordo di questa nuova avventura da vivere insieme. 

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Federlegnoarredo: "Nel primo trimestre filiera chiude a -0,7%, in linea con il 2024"

17 Giugno 2025
Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo

(Adnkronos) - Per la filiera legno-arredo, il primo trimestre 2025 risulta in linea con l’andamento del gennaio-marzo 2024, registrando un -0,7% complessivo, senza differenze sostanziali tra il mercato nazionale (-0,5%), che pesa poco meno del 56% e l’export (-1%).  

E' questa la fotografia scattata dal Monitor realizzato dal Centro studi di FederlegnoArredo su un campione di circa 400 aziende che nel trimestre indagato hanno realizzato vendite per oltre 2,2 miliardi di euro. Il macrosistema arredamento, che rappresenta oltre il 60% delle vendite totali, chiude il primo trimestre 2025 con un -2%, determinato sia dalle esportazioni (-2,4%) che dal mercato interno ( -1,7%). Leggermente migliore l’andamento del macrosistema legno: +1,9% il totale, +1,3% mercato interno e +3,2% l'export. 

“Dati - spiega Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo - che potremmo definire confortanti, stante la situazione internazionale e le ricadute che le scelte Oltreoceano stanno avendo sulle nostre imprese. Abbiamo chiesto ai nostri associati di azzardare anche una previsione per tutto il 2025, per quanto difficile, data l’incertezza del momento. E chi ha comunque provato a quantificare la chiusura d’anno l’ha rivista al ribasso, rispetto alla precedente rilevazione, seppur mantenendo una chiusura d’anno positiva, guidata più dalle esportazioni che dal mercato interno (+2,8%). Se le previsioni fatte a inizio 2025 individuavano, per la filiera, una chiusura d’anno a +6,4%, adesso la percentuale scende a +4,7, per il mercato interno si passa dal +4,7% al +2,8%, mentre per l’export dal + 8,7 % al +7,1%. Nel macrosistema arredamento, particolarmente votato all’export, le previsioni del segmento passano dal +8,8% di inizio anno al 6,5% attuale. Più che previsioni tenderei a definirle speranze, consapevoli che, data la velocità con cui cambiano gli scenari geopolitici e con quale forza impattano da un giorno all’altro nel business delle aziende, sono sempre più spesso letture ‘di breve respiro’”. 

Dal focus dedicato al tema dei dazi si evince che poco meno della metà dei rispondenti ritiene di poter subire un impatto, di questi circa la metà lo quantifica in un 5%; il 26% ritiene invece che avrà un impatto che può arrivare fino al 10%, e il restante 25%, dichiara oltre il 10%, ma c’è anche chi non è in grado di fare nessun tipo di previsione. “E' questo - commenta Feltrin - il dato a mio avviso più preoccupante che testimonia lo stato di confusione e totale incertezza che ha immobilizzato molte aziende, nell’attesa di avere un quadro stabile e decidere le strategie future, a partire dall’apertura verso nuovi mercati o la scoperta di potenziali. Nonostante ciò, uno spiraglio di ottimismo arriva dai dati della produzione industriale di aprile che vedono l’industria del mobile segnare un +7,1% rispetto aprile 2024 e quella del legno un +2,7%, mentre l’andamento generale della manifattura è stazionario (-0,1%). Aspettiamo almeno il primo semestre per capire davvero la direzione che sta prendendo l’anno in corso”. 

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Bambina in fin di vita per il morbillo, Bassetti: "Bisogna tornare a parlare di vaccini"

17 Giugno 2025
Bambina in ospedale -

(Adnkronos) - Una bambina di diciannove mesi ha rischiato la vita per il morbillo ed è stata ricoverata per 10 giorni in rianimazione al Meyer di Firenze. Un caso che, secondo l'infettivologo Matteo Bassetti, "può far capire alla gente che il morbillo è tutt'altro che una malattia infettiva tranquilla". "Qualcuno dice: 'Negli anni '70 noi l'abbiamo fatta in piedi'. Sì, perché non c'era la vaccinazione, - dice Bassetti all'Adnkronos - quindi non c'era modo di prevenirla, ma nei bambini un caso su 12 ha la polmonite ed è tantissimo. Su 100 bambini vuol dire che potenzialmente 8 possono avere la polmonite, possono avere l'encefalite, possono avere delle gravi complicanze. Quindi bisogna tornare a parlare di vaccinazioni".  

"Sembra che ci sia paura di parlare delle vaccinazioni anche a livello politico istituzionale e questo non è una bella cosa - osserva il direttore di Malattie infettive dell'ospedale Policlinico San Martino di Genova - . Devo dire che sono rimasto un po' colpito: agli Stati generali della prevenzione" che si sono svolti a Napoli "avrei visto al primo posto la priorità di parlare delle vaccinazioni, dell'importanza dei vaccini per i bambini, per gli adulti, per gli anziani, per gli immunodepressi. Invece non l'ho visto e questo spero che non sia un segnale. Io mi auguro che si voglia tornare a parlare di vaccinazioni in questo Paese". "Credo - conclude - che la prevenzione sia fatta certamente di screening oncologici e di stili di vita, ma la prevenzione è fatta tanto anche di vaccini. Bisogna tornare a parlare di vaccinazioni. Tornare a parlarne a livello ministeriale, a livello governativo. Avrei visto molto bene tutto questo. Torniamo a parlarne - è l'appello - perché stiamo andando veramente indietro come i gamberi". 

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Milano, al Poliambulatorio della Fondazione Atm una giornata dedicata a salute e prevenzione

17 Giugno 2025
(Fotogramma/Ipa)

(Adnkronos) - E' stata battezzata dai promotori 'Incontro con la tua salute': è una giornata dedicata al benessere e alla prevenzione, un evento gratuito e aperto al pubblico in programma a Milano giovedì 19 giugno dalle 15 alle 19 al Poliambulatorio Fondazione Atm in via Carlo Farini 9 (I piano). Il messaggio? "Prendersi cura della propria salute è un gesto quotidiano che parte dall'informazione e dalla prevenzione", si legge nella presentazione dell'appuntamento. Previsti mini consulti gratuiti con medici specialisti in: audiologia, urologia, odontoiatria, fisioterapia e psicoterapia Emdr. L'iniziativa permette di interagire con professionisti e realtà del territorio che operano nel campo della salute ed è pensata per offrire uno spazio accessibile dove informarsi, fare domande e prendersi un momento per sé, con il supporto di esperti qualificati.  

L'ingresso è libero, con prenotazione consigliata per le consulenze. Alle 18 sono previsti i saluti istituzionali e dalle 19.30 verrà offerto un aperitivo a tutti i partecipanti che desidereranno fermarsi e visitare la nuova sede del Poliambulatorio sita al primo piano della struttura. I professionisti presenti sono: Monica Sommariva, chirurgo urologo, specialista nella riabilitazione del pavimento pelvico (è stata responsabile della terapia oncologica vescicale e della riabilitazione pelvica perineale, effettuata con metodologia Synergo e della sezione dedicata al dolore pelvico cronico dell'ospedale di Magenta; Michele Murelli, fisioterapista, responsabile della palestra di pediatria all'Istituto nazionale tumori (Int) di Milano nell'ambito del Progetto Sport; Fabio Ravisha, igienista dentale; Anna Giani, audiologa presso la Società 'Audiomedica', collaboratrice con il Poliambulatorio per gli apparecchi acustici; Ludmilla Soresi, psicoterapeuta.  

La storia del Poliambulatorio di Fondazione Atm è di vecchia data, comincia già a partire dal secolo scorso. Nel 1920, infatti, vennero fondati due enti: la Cassa di soccorso e malattia e la Cassa speciale di previdenza dedicati ai tranvieri milanesi. Dopo anni di cambiamenti nel 1933 la Cassa di soccorso costruisce l'ospedale dei Tranvieri in viale Campania che dispone di tutte le specializzazioni allora esistenti. Ma nel tempo le situazioni mutano: con l'emanazione della Legge 22 dicembre 1979, n. 833 anche la Cassa soccorso e malattia dell'Atm viene inglobata nell'Unità socio sanitaria locale.Viene costruita una nuova sede in via Farini e nasce nel 1998 la Fondazione Atm, esempio di Welfare comunitario che, si spiega nella nota, "contribuisce a generare una concreta solidarietà fra dipendenti, pensionati e cittadini". Oggi il Poliambulatorio vanta circa 30 specialità mediche, diagnostica per immagini e la possibilità di eseguire analisi di laboratorio nei propri spazi, con tariffe agevolate, a tutti i cittadini.  

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Colombo (Meta): "Eccesso di regolamentazione porta le aziende a cambi repentini e perdita di valore"

17 Giugno 2025
Colombo (Meta):

(Adnkronos) - “La regolamentazione oggi, per quanto ci riguarda, ha portato ad avere un potenziale cambio del modello di business che significherebbe avere pubblicità meno profilata, meno personalizzata, che, al di là di rendere difficile il nostro mestiere come piattaforme, farebbe perdere valore alle aziende. Oggi, soprattutto quelle piccole e medie, vedono la possibilità di raggiungere il giusto consumatore, il giusto cliente, al giusto prezzo come un'opportunità anche per competere con le grandi aziende”. Lo ha detto il Country Director Italia di Meta, Luca Colombo, a margine della tavola rotonda organizzata da Ispi “Ai governance tra innovazione e regole: una sfida europea”, che si è tenuta a Milano. “Le nostre piattaforme sono note alla maggior parte delle persone per quello che è il servizio che viene offerto attraverso Facebook, Instagram e Whatsapp – ha specificato Colombo -. Le aziende riescono a raggiungere le giuste persone con i propri messaggi, ossia attraverso la pubblicità, un elemento centrale del mondo digitale per noi e molti altri attori”. 

Secondo il manager “ci sono studi che dimostrano che personalizzare la pubblicità permette alle aziende di raggiungere risultati concreti attraverso i loro investimenti. Solo in Italia, oggi la pubblicità attraverso le piattaforme di Meta genera circa 26 miliardi di euro di valore. Se la pubblicità non può essere più personalizzata, anche questo impatto andrà a calare”. “Stiamo lavorando con la Commissione Europea per trovare un percorso che continui a garantire valore, ma la frammentazione o la non chiarezza della direzione da prendere non aiuta nessuno. Noi, ad esempio, abbiamo già dovuto cambiare due volte nell’ultimo anno le nostre strategie per venire incontro alle nuove regole imposte dall’Europa. È il momento di fare un punto della situazione perché questa incertezza non aiuta noi ma neanche il resto del mercato”. 

“Guardando l'Europa e in particolare l'Italia, ci sono grandissime potenzialità che non vengono espresse. Sicuramente la regolamentazione non aiuta perché la frammentazione e la non chiarezza di certe decisioni non consente di avere un percorso ben definito. Se andiamo a vedere come anche alcuni prodotti vengono impattati da questo tipo di contesto vediamo che c'è molto da cambiare – ha sottolineato Colombo. Se vogliamo fare un esempio, la partnership con Essilor-Luxottica che vede la presenza in diversi mercati di occhiali intelligenti che permettono di avere un primo ponte verso il futuro della tecnologia. Questi stessi oggetti hardware che in America offrono delle esperienze grazie all'intelligenza artificiale, in Europa sono stati a lungo limitati, a causa della regolamentazione e della scarsa chiarezza che non ci ha permesso di attivare una serie di funzionalità che invece nel resto del mondo sono di particolare gradimento e attrazione da parte dei consumatori”. 

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Inzaghi, il retroscena del Ceo del'Al-Hilal: "Tutto fatto prima della finale di Champions"

17 Giugno 2025
Simone Inzaghi - Fotogramma/IPA

(Adnkronos) - "Era già tutto deciso, ma non era stato firmato prima della finale solo perché Inzaghi per rispetto ci ha chiesto di aspettare". Sono le parole di Esteve Calzada, amministratore delegato dell'Al-Hilal, che in un'intervista alla Bbc ha svelato un retroscena non banale sull'arrivo in Arabia Saudita dell'ex allenatore dell'Inter. Dichiarazioni diventate presto virali e prese non benissimo - sui social - da tanti tifosi nerazzurri.  

 

"Potrebbe sembrare qualcosa di improvviso - le parole di Calzada - ma è il risultato di un duro lavoro. Inzaghi stava per giocare una partita importantissima e ci ha chiesto di mettere tutto da parte fino a dopo la finale". Dopo la sconfitta senza storia nella finale di Champions League a Monaco contro il Psg, l'accordo è stato poi ufficializzato: "In questa stagione siamo arrivati secondi, al di sotto delle aspettative. Da Simone ci aspettiamo che ci aiuti a vincere di nuovo e a riconquistare il campionato". Domani, mercoledì 18 giugno, l'Al-Hilal inizierà la sua avventura al Mondiale per Club contro il Real Madrid. Sarà la prima partita della nuova avventura di Simone Inzaghi.  

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Mazzetti (Meta): "Su Ai Act richiesta imprese è stata semplificazione"

17 Giugno 2025
Mazzetti (Meta):

(Adnkronos) - Il tema principale riguardante l’Ai Act “è stato quello della richiesta da parte delle imprese di una semplificazione normativa da parte della Commissione europea e degli stati membri” così da mettere al centro “competitività, innovazione e crescita, cercando di creare regole che possano attrarre investimenti, spingere la creazione di innovazione e l’adozione delle nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale. In questo senso ci sono stati passi in avanti nelle ultime settimane e crediamo sia la strada giusta”. Lo ha detto oggi il responsabile per le relazioni istituzionali di Meta, Angelo Mazzetti, a margine della tavola rotonda organizzata da Ispi “Ai governance tra innovazione e regole: una sfida europea”, che si è tenuta a Milano. 

Le differenze principali tra Stati Uniti ed Europa “stanno nella differenza d’approccio alla materia – ha poi aggiunto Mazzetti. Negli Usa “si è messa la crescita, l’innovazione e la possibilità per le imprese di testare e investire a lungo termine al centro dell’attività politica. Nella Commissione Europea nel corso degli ultimi anni, e all’interno dell’Ue più in generale, il focus è stato principalmente sulla regolamentazione e non è stata prestata particolare attenzione alle sovrapposizioni legislative che si sono create, alle barriere interne del commercio e alla frammentazione”. Il risultato è stato “un ritardo per le imprese, ma adesso si ha l’occasione di prendere la direzione giusta che possa tornare a mettere al centro dell’iniziativa politica il tema della crescita e della competitività”. 

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Ai Act, regole e incertezze. L’Europa accelera ma il dibattito resta acceso

17 Giugno 2025
Tavola rotonda sull

(Adnkronos) - L’intelligenza artificiale resta uno dei temi sotto i riflettori dell’Ue. Con l’Ai Act in fase di implementazione il dibattito resta infatti molto acceso: i dubbi riguardano potenziali cambiamenti o addirittura il rinvio nell’attuazione di alcuni punti cardine, mancando ancora elementi cruciali come le linee guida e il "code of practice". La prima fase ha visto una reale implementazione il 2 febbraio 2025, proibendo quei sistemi di intelligenza artificiale catalogati da “rischi inaccettabili” e introducendo requisiti per le aziende operanti sul mercato europeo. I passi successivi sono ancora in via di definizione, e proprio di questo si è parlato durante la tavola rotonda “Ai governance tra innovazione e regole: una sfida europea” organizzata da Ispi a Milano. A confronto, speaker del mondo istituzionale e normativo, e dell’innovazione e delle imprese. 

Ha aperto il confronto Andrea Bertolini, direttore del Centro sulla regolazione della robotica e Ia (Scuola Superiore Sant’Anna), con un intervento molto critico rispetto all’Ai Act, così come formulato al momento. “Intelligenza artificiale è un termine estremamente ambiguo – ha detto – e la classificazione per livelli di rischio non riesce a sopperire a questa ambiguità. I danni conseguenti dall’ambiguità concettuale si vedono nelle definizioni di applicazioni proibiti e sistemi ad alto rischio”. “Le linee guida non danno elasticità al sistema e non essendo vincolanti, creano incertezza. Non avere assoluta chiarezza sui temi tecnici significa avere divergenza nell’applicazione”. Di opinione diversa Edoardo Raffiotta, professore di diritto dell’intelligenza artificiale presso l’Università di Milano Bicocca: “Chiamare l’Ai Act colpevole della difficoltà di innovazione in Europa è ingiusto”. Il professore ha rimarcato come il vero problema sia quello dell’eccesso normativo: “Facciamo chiarezza su quali sono le regolazioni che vanno riviste o addirittura abrogate. Intanto possiamo vedere le tante regolazioni a livello statale che stanno emergendo negli Stati Uniti. Negli Usa ci saranno 48 regolamentazioni su 50 Stati, anche lì non c'è uniformità regolatoria ma questo non impedisce l'innovazione e la crescita”. 

La legislazione stabilisce un quadro normativo completo che si applica a qualsiasi organizzazione coinvolta nello sviluppo o implementazione di sistemi di intelligenza artificiale che possono influenzare utenti o mercati all’interno dell’Unione europea. Il regolamento si pone l’obiettivo di affrontare eventuali storture nell’utilizzo dell’Ia. Gli obiettivi principali includono rendere le intelligenze artificiali più sicure per l’utilizzo pubblico e commerciale, mitigare i rischi alla sicurezza, garantire il controllo umano sui sistemi di Ia, proteggere la privacy di dati e garantire la trasparenza nelle applicazioni che utilizzano questa tecnologia. Il set di regole ha un enorme potenziale sul piano geopolitico e nasce con l'obiettivo di rendere l’Europa centro del soft power digitale, visto il ruolo che si ritaglierebbe come primo ente a mettere a terra una regolamentazione sistemica sui sistemi di intelligenza artificiale. Uno sforzo tutt’altro che neutro, in un periodo storico segnato da tensioni transatlantiche. A livello globale coesistono due approcci: da un lato l’Ai Act, un modello basato sul rischio, mentre negli Stati Uniti la responsabilità è ex post, con regole determinate dal mercato e un principio di minimo intervento per il quale l’innovazione viene prima della regolamentazione. La conseguenza è l’emergere di standard divergenti e una frammentazione normativa che complica ancor più le operazioni transnazionali. 

Per Luca Colombo, Country Director Italia di Meta, l’intelligenza artificiale in Europa “fa fatica a muoversi”. “Noi – ha spiegato – investiamo tra i 15 e i 20 miliardi di dollari in ricerca e sviluppo all’anno che non vengono messi a terra quando arrivano in Europa. C’è la necessità di migliorare sul lato regolamentare” perché “l’Ue non avrà sviluppato i grandi modelli che oggi sono alla base di questa rivoluzione, ma ha molti spazi nel momento in cui si costruiscono le applicazioni”. Meta è al lavoro con la Commissione europea per “trovare un percorso che continui a garantire valore, ma la frammentazione o la non chiarezza della direzione da prendere non aiutano nessuno”, ha aggiunto Colombo; “abbiamo già dovuto cambiare due volte nell’ultimo anno le nostre strategie per venire incontro alle nuove regole europee, in particolare sulla pubblicità personalizzata, che è fondamentale per le aziende, in particolare per le piccole e medie che sono lo scheletro del nostro sistema economico. È il momento di fare un punto della situazione perché questa incertezza non aiuta né noi, né il resto del mercato”.  

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Ue, stop importazioni gas e petrolio da Russia dal 2028

17 Giugno 2025
Piattaforma petrolifera (Afp)

(Adnkronos) - L'Ue vuole bloccare, in modo "graduale", le importazioni di gas e petrolio dalla Russia entro la fine del 2027. Per questo la Commissione europea ha presentato una proposta legislativa, che mira a porre fine all'esposizione dell'Unione ai rischi per la sicurezza economica, e di mercato, dovuti alla dipendenza dai combustibili fossili russi. In definitiva, il regolamento proposto mira a "rafforzare l'indipendenza energetica e la competitività dell'Unione".  

Per la presidente Ursula von der Leyen "la Russia ha ripetutamente tentato di ricattarci, trasformando le sue forniture energetiche in armi. Abbiamo adottato misure chiare per chiudere il rubinetto e porre fine per sempre all'era dei combustibili fossili russi in Europa". 

La proposta legislativa segue la roadmap di RePowerEu, adottata dalla Commissione il mese scorso. Definisce un piano a livello dell'Unione per eliminare gradualmente e in modo coordinato le importazioni di gas russo, "in uno spirito di solidarietà, perseguendo al contempo la transizione verso un'economia pulita". La proposta, secondo la Commissione, è stata concepita per "preservare la sicurezza dell'approvvigionamento energetico dell'Ue, limitando al contempo l'impatto su prezzi e mercati". I volumi di gas russo rimanenti, secondo l'esecutivo comunitario, "possono essere gradualmente eliminati senza impatti economici significativi o rischi per la sicurezza dell'approvvigionamento, grazie alla disponibilità di sufficienti fornitori alternativi nel mercato globale del gas, a un mercato del gas dell'Unione ben interconnesso e alla disponibilità di infrastrutture di importazione adeguate nell'Ue".  

Oggi, spiega un alto funzionario Ue, l'Ue importa ancora circa 35 miliardi di metri cubi di gas naturale dalla Russia. Di questi, 20 miliardi di metri cubi sono gas naturale liquefatto (Gnl) che arriva dalla penisola di Jamal, nel mare di Kara, Siberia Nordoccidentale, via nave, principalmente in terminali di rigassificazione ubicati in Francia, Spagna, Olanda e Belgio. Il resto, circa 15 miliardi di metri cubi, arrivano tramite il gasdotto TurkStream, che va dalla Russia fino alla Tracia Orientale, in Grecia, attraversando il Mar Nero, e arriva in Ungheria e Slovacchia, oltre che in Grecia.  

La proposta prevede misure di salvaguardia integrate per rispondere alla realtà dei mercati del gas, fornendo al contempo alle aziende un "solido quadro giuridico". Nel complesso, l'eliminazione graduale dei combustibili fossili russi "contribuirà in modo significativo al raggiungimento degli obiettivi della bussola della competitività, del Clean Industrial Deal e del piano d'azione per un'energia accessibile", che sottolineano come un sistema energetico "più pulito e indipendente contribuisca a rilanciare l'economia, sostenendo al contempo le ambizioni di decarbonizzazione dell'Europa". 

Il regolamento proposto prevede l'eliminazione graduale del gas da gasdotto e del gas naturale liquefatto (Gnl) provenienti dalla Federazione Russa o esportati direttamente o indirettamente da Mosca. Contiene anche misure volte a facilitare l'interruzione completa delle importazioni di petrolio russo entro la fine del 2027. Gli Stati membri saranno tenuti a presentare piani di diversificazione, con misure e traguardi precisi, per la graduale eliminazione delle importazioni di gas e petrolio russi. 

In base al divieto graduale previsto, le importazioni di gas russo con nuovi contratti saranno vietate a partire dal primo gennaio 2026. Le importazioni con contratti a breve termine esistenti saranno sospese entro il 17 giugno 2026, a eccezione di quelle relative al gasdotto consegnato a Paesi senza sbocco sul mare e collegate a contratti a lungo termine, che saranno consentite fino alla fine del 2027. Dall'inizio del 2028 non entrerà più gas russo nell'Ue, sintetizza un alto funzionario Ue.  

Le importazioni con contratti a lungo termine saranno sospese entro la fine del 2027. Saranno inoltre vietati i contratti a lungo termine per i servizi di terminale Gnl per clienti russi o controllati da imprese russe. Questo dovrebbe far sì che la capacità dei terminali possa essere reindirizzata verso fornitori alternativi. L'approccio graduale, secondo la Commissione, dovrebbe limitare i possibili impatti sui prezzi dell'energia nell'Unione ed evitare rischi per la sicurezza dell'approvvigionamento. 

La Commissione assicura che aiuterà gli Stati nel processo e che monitorerà attentamente, insieme all'Agenzia dell'Ue per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell'energia (Acer), i progressi e gli impatti dell'eliminazione graduale delle importazioni di gas e petrolio russi. Se la sicurezza dell'approvvigionamento di uno o più Stati membri fosse minacciata, la Commissione può adottare misure di emergenza. Le disposizioni volte a migliorare la trasparenza, il monitoraggio e la tracciabilità del gas russo nei mercati dell'Ue dovrebbero aiutare ad attuare il divieto di importazione.  

In base al regolamento proposto, le società titolari di contratti di fornitura di gas russo dovranno fornire informazioni alla Commissione. Inoltre, gli importatori di gas russo dovranno fornire alle autorità doganali "tutte le informazioni necessarie" a conferma del percorso del gas importato, dalla sua origine fino al punto di importazione nell'Unione.  

La proposta di regolamento seguirà la procedura legislativa di codecisione, vale a dire che saranno il Parlamento Europeo e il Consiglio ad adottarla. L'adozione in Consiglio richiederà la maggioranza qualificata. L'Ungheria ha già accusato l'esecutivo Ue di far passare una sanzione per la guerra in Ucraina, che richiederebbe l'unanimità, attraverso un'altra procedura, per la quale basta la maggioranza qualificata, cosa che toglie a Budapest l'arma del veto. La Commissione assicura che "continuerà a collaborare strettamente con gli Stati membri sugli sforzi di diversificazione e sui miglioramenti infrastrutturali, in particolare con quelli maggiormente colpiti". 

 

 

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Dolore e depressione, un libro racconta la rinascita possibile

17 Giugno 2025
Dolore e depressione, un libro racconta la rinascita possibile

(Adnkronos) - Il dolore, quello fisico e mentale che allontana dalla vita. Un percorso segnato da crisi di panico, depressione, fibromialgia che, al di là di ogni aspettativa, si trasforma in rinascita, in consapevolezza, nella capacità di scrollarsi di dosso tutta la cenere dei colpi ricevuti lungo la strada, dei pezzi di esistenza bruciata. Nella cornice di una Roma che diventa materna e si connette con chi la ama, mentre la colonna sonora è quella contemporanea, da Achille Lauro a Emma. C'è tutto questo in 'Cenere zero', il nuovo libro di Fabio Maria Salvatore pubblicato da Love&Co, il marchio editoriale di Compagnia Editoriale Aliberti, da pochi giorni nelle librerie e negli store online.  

"Ho combattuto così tanto per sentirmi libero, ma la libertà non è l'assenza di dolore. È il saperlo accogliere e muoversi comunque, lasciare che il corpo continui a danzare anche quando l'anima è stanca. Perché alla fine, il vero miracolo non è restare in piedi, ma continuare a camminare anche quando ti senti spezzato", scrive nel libro Fabio Maria Salvatore, regista, scrittore, autore e opinionista televisivo che presenta al pubblico, a 11 anni di distanza dal suo ultimo libro, questo romanzo autobiografico "per chi ha sofferto in silenzio, per chi si è alzato ogni giorno senza sapere come, per chi ha detto 'sto bene' quando dentro stava affondando". 

Salvatore ha esordito giovanissimo in teatro accanto a Giorgio Albertazzi imparando che le parole possono salvare. L'incontro con Alda Merini ha cambiato tutto: il suo cammino d'uomo, la sua fede, il modo di abitare il dolore. L'amore per la poesia gli è stato donato da Enzo Garinei, che gli ha insegnato a scrivere "con l'anima, non con la penna". Ha firmato spot e progetti sociali su temi di antimafia, giustizia e diritti Lgbtqia+, portando avanti una battaglia sull'umanizzazione del dolore, gentile, autentica, tenace. 

Ha raccontato la malattia senza pietà né retorica, scrivendo libri che hanno aperto strade e cuori, tra cui 'Cancro, non mi fai paura' (Aliberti, 2008) e 'A braccia aperte tra le nuvole. La notte della sofferenza, la grazia della fede' (Piemme, 2012), 'Buio e luce. Alzate gli occhi al cielo' (Edizioni San Paolo, 2018), 'Il tuo nome è Francesco. A piedi nudi lungo la via del perdono' (Piemme, 2014). È profondamente legato agli ultimi, guidato spiritualmente da due 'papà' che hanno segnato la sua vita: Monsignor Vincenzo Paglia (presidente della Pontificia Accademia per la Vita) e Don Aniello Manganiello (prete anticamorra, in prima linea a Scampia). 

Da questo sguardo nasce il Magna Grecia Awards, uno dei più importanti premi culturali italiani da lui ideato e diretto, che abbraccia le culture e i talenti del Mediterraneo. E l'Enea Experience Odyssey, festival di denuncia sociale e di pluralità delle opinioni, che porta alla luce storie di resistenza, coraggio e verità. 

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Sanità, De Luca: "Campania derubata di 3 mld in 10 anni, ora stesse risorse per tutte le regioni"

17 Giugno 2025
Sanità, De Luca:

(Adnkronos) - "Dobbiamo lavorare per unificare l'Italia, il primo problema è quello finanziario perché ci sono divari insostenibili tra regioni del Nord e il complesso delle regioni del Sud. Il primo obiettivo è unificare le condizioni finanziare della sanità italiana, non voglio togliere alle regioni che hanno di più ma gli incrementi di risorse che vanno al sistema devono essere usati per recupera i divari. Non sono stati dati 70mln di euro in più alla Campania, per 10 anni la Campania è stata derubata di 300 mln l'anno, 3 mld in totale. Questo è avvenuto con la violazione di una legge: per 10 anni la legge è stata calpestata e anche la Costituzione italiana e l'ho ricordato ieri a Mattarella. Siamo arrivati al punto di dover far ricorsi al Tar del Lazio per imporre con un decreto il rispetto della legge nel momento in cui si faceva il riparto del Fondo sanitario. Siamo ancora sotto di 200 mln di euro, ogni cittadino campano riceve 32 euro in meno rispetto agli altri cittadini. Ci decidiamo a dare le stesse risorse a tuti i cittadini italiani". Così Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, nel suo intervento in chiusura degli Stati generali della prevenzione a Napoli. In platea ad ascoltarlo il ministro della Salute Schillaci e il sottosegretario alla Salute Gemmato.  

"Cominciano a imboccare la strada giusta - ha precisato De Luca - da subito con 100 mln da recuperare nel prossimo riparto del Fondo sanitario. Combattiamo da soli, destra e sinistra quando si parla di risorse voltano la faccia da una altra parte".  

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Sanità, Rocca: "No divisioni, serve responsabilità per recuperare fiducia cittadini in Ssn"

17 Giugno 2025
Sanità, Rocca:

(Adnkronos) - "Ragioniamo sull'Ia, sul Fascicolo sanitario elettronico, ed è giustissimo. Ma poi vediamo che c'è sfiducia dei cittadini rispetto al Ssn e manca l'adesione agli screening. Serve una responsabilità globale di noi attori per riuscire a rimettere al centro i bisogni della comunità cambiando paradigma con una ottica istituzionale e senza divisioni. Non consentire ad alcuna politica di alimentare anche l'antiscienza". Così il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca nel suo intervento agli Stati generali della prevenzione che si chiudono oggi a Napoli.  

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Ia, Schillaci: "Ci aiuterà nella prevenzione personalizzata"

17 Giugno 2025
Ia, Schillaci:

(Adnkronos) - "L'intelligenza artificiale è uno strumento che può dare un contributo anche nella prevenzione. Mettere insieme i dati clinici dei pazienti può dare una migliore valutazione del singolo pazienti. Si può andare verso una medicina personalizzata ma anche una prevenzione personalizzata scoprendo prima i soggetti a rischio di sviluppare una patologia. Io credo che l'intelligenza artificiale può aiutarci e migliorare il Ssn". Lo ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci a margine della seconda e ultima giornata degli Stati generali della prevenzione a Napoli.  

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Sanità, Di Silverio (Anaao): "Bene proposta Schillaci su gettonisti, ma serve decreto"

17 Giugno 2025
Sanità, Di Silverio (Anaao):

(Adnkronos) - "Magari si riuscisse a fare quello proposto dal ministro della Salute", di usare i fondi con cui si pagano oggi i medici 'gettonisti' per far rientrare questi nel Ssn con i concorsi, "purtroppo i medici 'gettonisti' vengono pagati da Asl e ospedali con una quota parte del bilancio delle aziende che si chiama 'beni e servizi' che oggi non è soggetto al tetto di spesa del personale sanitario. Diciamo che sono risorse più libere. Il tetto di spesa formalmente è stato tolto nell'ultima finanziaria ma potrà essere effettivo quando il ministero della Salute farà un decreto sui fabbisogni, senza io non posso sapere quanti medici servono in un reparto. L'ultimo decreto sui fabbisogni è stato fatto nel 1988. Quindi per la soluzione proposta da Schillaci serve un decreto ministeriale sui fabbisogni e velocizzare le procedure concorsuali che ci mette di solito 3 anni". Così Pierino Di Silverio, segretario nazionale dell'Anaao-Assomed il sindacato dei medici dirigenti del Ssn, commenta a margine degli Stati generali della prevenzione a Napoli la a proposta del ministro Schillaci.  

Dal 30 luglio le asl e gli ospedali non potranno più fare contratti con le cooperative di medici 'a gettone', saranno rispettati quelli in essere fino a scadenza, ma questo potrebbe aprire una carenza di organico che si sovrappone con quella per le ferie estive. "La situazione è gravissima - conclude Di Silverio - le ferie tanto agognate potrebbero comportare una riduzione di personale. Poi molti in ferie non ci vorranno andare perché saranno precettati e aumenterà lo stress, il 'bourn-out' e le dimissioni. La situazione critica che si vive negli ospedali porta i colleghi a pensare che non ne valga più la pena".  

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Israele-Iran, Trump: "Cessate il fuoco non mi basta" - Video

17 Giugno 2025

(Adnkronos) - "Non voglio un cessate il fuoco, voglio la fine della guerra. Il cessate il fuoco? Lo ha detto Emmanuel...". Donald Trump fissa l'obiettivo nella guerra tra Israele e Iran. Il presidente degli Stati Uniti, a bordo dell'Air Force One dopo aver lasciato in anticipo il G7, risponde alle domande dei giornalisti. Il cessate il fuoco nel conflitto tra Israele e Iran non sarebbe un risultato soddisfacente per Trump: "Non è quello che sto cercando", dice con una stoccata al presidente francese Emmanuel Macron, 'reo' di aver generato un equivoco. "E' un bravo ragazzo ma non ci azzecca spesso", dice Trump 

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Justin Bieber, lo scontro con i paparazzi e lo sfogo sui social: "So di essere rotto"

17 Giugno 2025
Justin Bieber - Fotogramma/IPA

(Adnkronos) - Prima lo scontro con i paparazzi e poi lo sfogo sui social. Justin Bieber è tornato a parlare della sua rabbia e lo ha fatto con un post condiviso sui social in cui ha ammesso di stare attraversando un periodo difficile legato alla sua salute mentale.  

Negli ultimi giorni è diventato virale un video in cui si consuma un acceso confronto tra Justin Bieber e un paparazzo che lo ha seguito da vicino mentre si trovava in spiaggia. Il cantante, visibilmente irritato, ha chiesto più volte privacy: "Sono un padre, sono un marito. Non capisci, non ti è chiaro. Io mi sto facendo gli affari miei", ha detto con tono deciso. E ancora: "Capisci quello che ti sto dicendo? Prenderai questo video fuori dal contesto e dirai che sono pazzo". 

 

Dopo l’episodio, il cantante si è sfogato sui social, ammettendo di lottare con problemi di rabbia: “So di essere rotto, so di avere problemi con la rabbia. Da tutta la vita lavoro su me stesso, cercando di diventare come le persone che mi dicevano che dovevo essere ‘aggiustato’ come loro. Ma questo continua solo a farmi sentire sempre più stanco e arrabbiato”. 

Bieber ha parlato della fede, di come lo stia aiutando a trovare la forza per andare avanti: "Gesù è l’unico che continua a spingermi ad andare avanti, perché sinceramente sono esausto di pensare a me stesso ultimamente". L'ennesimo episodio di rabbia ha preoccupato i fan: "Hai bisogno di aiuto?", si legge sotto i commenti nel post condiviso su Instagram. 

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