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Djokovic, show agli Us Open: pubblico fischia, lui vince il set e manda... baci

03 Settembre 2025
Djokovic - X

(Adnkronos) - Novak Djokovic show agli Us Open 2025. Il tennista serbo, ai quarti di finale dello Slam americano, l'ultimo della stagione e a cui Jannik Sinner arriva da campione in carica, sfida il 'padrone di casa' Taylor Fritz e dà spettacolo, non solo in campo, ma anche 'sfidando' il pubblico. L'Arthur Ashe Stadium, come è ovvio che sia, è tutto schierato dalla parte dell'americano, numero quattro del mondo, dando vita a un tifo piuttosto rumoroso che non è piaciuto, per usare un eufemismo, al serbo. 

Djokovic, vittorioso 6-3 nel primo set, ha conquistato anche il secondo parziale con un tiratissimo 7-5, dopo aver annullato un'enormità di palle break ed esprimendo un livello di tennis che sembra andare oltre la carta d'identità. Al momento del punto decisivo, Djokovic ha alzato il pugno al cielo guardando gli spalti dello stadio e inviando baci agli spettatori.  

Un chiaro gesto di sfida che ha acceso ancor di più il tifo dell'Arthur Ashe, ma che, come spesso è capitato nella carriera di Nole, ha avuto il solo effetto di caricarlo ancora di più. 

 

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Fritz, nuovo look contro Djokovic: la fascia è... al contrario

03 Settembre 2025
Taylor Fritz - Ipa/Fotogramma

(Adnkronos) - Taylor Fritz e lo strano caso della fascia... al contrario. Il tennista americano, durante i quarti di finale degli Us Open, Slam in cui l'anno scorso ha raggiunto la finale, poi persa con Jannik Sinner, contro Novak Djokovic ha sfoggiato il solito look total break, ma con un dettaglio diverso che non è sfuggito agli appassionati di tennis e, soprattutto, al popolo di X. 

Fritz infatti gioca sul cemento dell'Arthur Ashe Stadium, nell'unico incontro della sessione serale, con la sua 'solita' fascia, rigorosamente firmata Boss, ma al contrario, con la scritta quindi capovolta. Difficile capire se sia stato un errore di cui non si è accorto al momento dell'ingresso in campo oppure un inedito gesto scaramantico. Sicuramente però non è qualcosa che si vede spesso. 

 

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Regionali Puglia, Emiliano si ritira. Via libera a Decaro, ma resta nodo Vendola

03 Settembre 2025
Antonio Decaro ed Elly Schlein - (IPa)

(Adnkronos) - “Ringrazio Michele Emiliano per essersi messo con generosità a disposizione del partito e per aver deciso di non candidarsi alle prossime regionali" in Puglia. Così la segretaria del Pd Elly Schlein che aggiunge: "Continuerà a dare un contributo imprescindibile alla costruzione del futuro della Regione, essendo stato protagonista in questi dieci anni da Presidente di una fase di straordinario sviluppo e innovazione in Puglia. Tutto il Partito democratico gli è riconoscente per il grande servizio svolto per la comunità e siamo certi che la sua competenza continuerà a essere una risorsa importante per noi, ben oltre i confini della Regione che ha guidato in questi anni". 

"Ci aiuterà anche a scrivere una pagina nuova nel futuro della Puglia accanto alla coalizione progressista che stiamo costruendo e alla candidatura più competitiva che possiamo mettere a disposizione: quella di Antonio Decaro, che ha già dimostrato a Bari le sue grandi doti amministrative". 

Delle due condizioni poste da Decaro per candidarsi alla presidenza della regione Puglia, una è dunque venuta meno. Lunedì Francesco Boccia è stato a casa di Emiliano a Bari: l'ennesimo incontro, l'ultimo di una serie. Il più difficile ma quello risolutivo, a quanto pare. Il presidente uscente ha acconsentito al passo indietro. Per lui potrebbe esserci un ruolo da assessore ("Ma a Michele non interessa", dicono i suoi) o più probabilmente da parlamentare.  

Dunque almeno una parte del problema, quella tutta interna al Pd, sarebbe stata risolta. L'altra, ovvero la richiesta di Decaro che anche Nichi Vendola non si candidi, quella no. "Dopo il passo indietro di Emiliano, lo farà anche Vendola? No, è Avs a fare le sue liste", taglia corto Angelo Bonelli. Sul nodo Vendola, la palla è ora nelle mani dell'ex sindaco di Bari. "Il nostro lavoro è finito", si dice tra i dem.  

"Ringrazio il Partito democratico per la fiducia e per il lavoro fatto in queste settimane nella costruzione della proposta politica per la Puglia 2030. A Michele Emiliano, che ha scelto di non candidarsi al consiglio regionale, va la mia stima e la mia gratitudine per avere, generosamente, fatto un passo di lato. Lui resta per me un protagonista assoluto della storia nuova che si è aperta vent'anni fa, a partire da Bari e poi in tutta la Puglia. La sua esperienza e la sua collaborazione saranno preziose per immaginare insieme il futuro di questa terra", si legge in una nota di Decaro, europarlamentare del Pd. 

"Mi auguro che lo stesso gesto di generosità possa arrivare anche da Nichi Vendola e da Avs, che considero alleati fondamentali per il governo della regione, in modo da avviare la campagna elettorale e di tornare finalmente a parlare dei temi che interessano i pugliesi", conclude Decaro. 

 

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Regionali, Fratelli d'Italia non molla il Veneto: centrodestra verso vertice

03 Settembre 2025
Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani - (Fotogramma/Ipa)

(Adnkronos) - Se il candidato del centrodestra in Veneto sarà indicato dalla Lega? "Partita finisce quando arbitro fischia... E l'arbitro non ha ancora fischiato". Parafrasando la celebre massima dell'indimenticabile allenatore Vujadin Boskov, il coordinatore di Fratelli d'Italia in Veneto, Luca De Carlo, riassume così al telefono con l'Adnkronos lo stato delle trattative interne al centrodestra sulla scelta del candidato nella Regione finora guidata da Luca Zaia. La partita resta aperta e la coalizione di governo è ancora alla ricerca della quadratura del cerchio, mentre si avvicina l'appuntamento elettorale: il 23 novembre rappresenta infatti la data ultima per il voto. "È ragionevole pensare che nel giro di pochissimo i leader sciolgano il nodo...", aggiunge il senatore di Fdi. 

Secondo gli ultimi rumors, un vertice tra Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani potrebbe tenersi entro la fine della settimana. Oggi, tuttavia, la premier sarà impegnata con il Consiglio dei ministri e con la call dei Paesi volenterosi per discutere le garanzie di sicurezza per l'Ucraina. Lo stesso giorno Salvini non dovrebbe essere a Roma. Da qui le ipotesi: c'è chi indica venerdì come data possibile per il faccia a faccia e chi, invece, ritiene probabile un rinvio alla settimana successiva. Tajani, intanto, assicura: "Noi siamo una coalizione politica, non siamo un accordo elettorale, per questo correremo uniti ovunque, troveremo il miglior candidato possibile in tutte le regioni e in tutte le città in cui si voterà". L'obiettivo di Forza Italia, sottolinea il leader azzurro, è "ottenere una percentuale a due cifre". 

Di certo i leader non aspetteranno l'esito delle regionali nelle Marche, in programma il 28 e 29 settembre, per completare il mosaico delle candidature: la scadenza è troppo lontana. Il 17 settembre Meloni, Tajani e Salvini saranno ad Ancona per sostenere la rielezione del governatore uscente Francesco Acquaroli, uomo di Fdi. Calabria e Toscana rappresenteranno altri due banchi di prova: in corsa ci sono l'uscente Roberto Occhiuto (Fi) e il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi (Fdi). 

Resta invece in stallo la situazione in Campania e in Veneto. Nella Regione del Sud, per il dopo Vincenzo De Luca, circolano i nomi del viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli (Fdi), del rettore della Federico II Matteo Lorito in qualità di civico, ma anche di Mara Carfagna, di Noi Moderati. In Veneto, dopo lo stop alla ricandidatura di Zaia per il limite dei mandati, il 'Doge' non ha ancora sciolto le riserve sulla possibilità di presentare una lista personale. Il Carroccio continua a rivendicare la scelta del candidato: per Alberto Villanova, capogruppo della Liga Veneta in Consiglio regionale, si tratta della "linea del Piave": "Non c'è più tempo da perdere. È una questione di correttezza verso i veneti. Che, per inciso, avrebbero largamente preferito essere ancora governati dal presidente di regione più amato d'Italia". 

Ma Fratelli d'Italia non sembra intenzionato a cedere la golden share. "Da parte della Lega la richiesta è sicuramente legittima, ma si scontra con la realtà attuale", sottolinea De Carlo. "Oggi c'è un partito fortemente maggioritario come Fratelli d'Italia, che nelle ultime tornate elettorali ha raccolto quasi tre volte i voti della Lega. Non c'è più, inoltre, il fattore Zaia: è evidente quindi che le condizioni siano cambiate rispetto al passato". "Chi mastica politica - prosegue il coordinatore veneto di Fratelli d'Italia - sa che esiste la realpolitik, e la questione Veneto si inserisce all'interno di un quadro generale più ampio. Come ho già avuto modo di sottolineare, se il nome non fosse di Fdi ma della Lega, si tratterebbe di un atto di estrema generosità da parte di Giorgia Meloni e del nostro partito. Come nel calcio: rigore è quando l'arbitro fischia. E l'arbitro, per ora, non ha ancora fischiato". 

Altro fronte ancora aperto è quello della Puglia, dove Forza Italia spinge per la candidatura del deputato Mauro D'Attis. Sul tavolo resta però anche la disponibilità di Marcello Gemmato, sottosegretario alla Salute di Fdi: "Se la coalizione dovesse convergere sul mio nome per sfidare il centrosinistra per il dopo Emiliano, direi che 'ci sono'", conferma all'Adnkronos. (di Antonio Atte e Francesco Saita) 

 

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Milano, 20enne accoltella il padre: "L'ho fatto per difendere mia madre"

02 Settembre 2025
Caserma dei Carabinieri - (Fotogramma/Ipa)

(Adnkronos) - È fuori pericolo l’uomo di 59 anni accoltellato nel pomeriggio di oggi dal figlio di vent’anni a Vanzago, nel Milanese. La posizione del giovane, portato alla caserma dei Carabinieri di Legnano, è al vaglio degli inquirenti, che dovranno chiarire la dinamica e il movente dell’aggressione al padre, sottoposto nelle ultime settimane a un trattamento sanitario obbligatorio. 

Il ventenne - a quanto si apprende - si è giustificato, dicendo di aver accoltellato il padre al torace e alla schiena per difendere la madre. Una versione che gli inquirenti dovranno verificare. In casa al momento dell'aggressione era presente anche il figlio maggiore, di trent'anni. 

La vittima, soccorsa dal 118 e trasportata in elisoccorso all'ospedale di Legnano, all'arrivo dei sanitari era cosciente, ma le sue condizioni erano apparse gravi. 

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Eurobasket, l'Italia batte la Spagna e vede il primo posto nel girone

02 Settembre 2025
Nicolò Melli - Ipa/Fotogramma

(Adnkronos) - Altro successo dell'Italia di Pozzecco agli Europei di basket oggi, martedì 2 settembre, e vede il primo posto nel girone C di Eurobasket. Gli azzurri partono male, ma alla fine riescono a ribaltare la Spagna di Sergio Scariolo e si impongono 67-63 nella quarta partita del gruppo che vale la terza vittoria consecutiva a Limassol. 

La squadra di Pozzecco aveva infatti già battuto la Georgia e la Bosnia, mentre aveva perso il match d'esordio contro la Grecia. 

 

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Alcaraz, obiettivo sorpasso a Sinner nel ranking: "Difficile non pensarci"

02 Settembre 2025
Carlos Alcaraz - Ipa/Fotogramma

(Adnkronos) - Carlos Alcaraz continua la sua corsa verso il primo posto del ranking Atp. Oggi, martedì 2 settembre, il tennista spagnolo ha battuto il ceco Jiri Lehecka, numero 21 del mondo, nei quarti degli Us Open raggiungendo la semifinale dello Slam americano, l'ultimo della stagione e a cui Jannik Sinner arriva da campione in carica. E proprio il sorpasso all'azzurro come numero uno del mondo, che potrebbe diventare effettivo se Alcaraz dovesse portare a casa un risultato migliore di Sinner, è l'obiettivo primario dello spagnolo. 

"È davvero difficile non pensarci, ogni volta che scendo in campo cerco di non pensarci", ha detto a fine partita Alcaraz allargando il sorriso, "se penso troppo al numero uno del ranking, mi metto pressione. Voglio solo scendere in campo e cercare di fare la mia parte. Seguire i miei obiettivi e portare a casa la partita. Cercare di divertirmi il più possibile. Il numero uno è lì, ma cerco di non pensarci troppo". 

 

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Trump torna in tv: "Dicono che sono morto? Faccio un sacco di cose"

02 Settembre 2025
Donald Trump

(Adnkronos) - "Dicono che sono morto? Davvero?". Donald Trump, dopo quasi una settimana lontano dalle telecamere, torna in pubblico con una conferenza stampa nello Studio Ovale alla Casa Bianca. Il presidente degli Stati Uniti, 'missing' da mercoledì scorso, è stato al centro di voci incontrollate sulle condizioni di salute. Su X, tra venerdì e sabato, è decollato l'hashtag 'trumpisdead' (Trump è morto) e Google, negli Stati Uniti, è stato invaso dalle ricerche sulle condizioni di salute del numero 1 della Casa Bianca. Ora, Trump torna a parlare davanti ai media. L'occasione è l'annuncio del trasferimento del comando delle forze spaziali americane in Alabama. In realtà, dopo la comunicazione iniziale arriva una raffica di domande su argomenti di ogni tipo, compresi i rumors sulla salute. 

"La scorsa settimana ho fatto molte conferenze stampa, sono andate tutte benissimo. Non ho fatto niente per 2 giorni e hanno iniziato a dire 'c'è qualcosa che non va'. Biden non faceva nulla per mesi e andava tutto bene...", dice Trump riservando una stoccata all'ex presidente. "Ho fatto un'intervista durata circa un'ora, ho partecipato a programmi, ho fatto post su Truth. Nel mio golf club ho visto molte persone, sono stato molto attivo nel weekend. Ecco perché i media, che si sono chiesti 'starà bene?' sono così poco credibili...", chiosa. 

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Alcaraz vola in semifinale agli Us Open, Lehecka battuto. E ora aspetta Djokovic

02 Settembre 2025
Carlos Alcaraz - Ipa/Fotogramma

(Adnkronos) - Carlos Alcaraz vola in semifinale agli Us Open 2025. Il tennista spagnolo ha battuto oggi, martedì 2 settembre, il ceco Jiri Lehecka, numero 21 del mondo, nei quarti di finale dello Slam americano, l'ultimo della stagione e a cui il rivale Jannik Sinner arriva da campione in carica. Alcaraz ha conquistato il match dopo quasi due ore di partita, imponendosi in tre set con il punteggio di 6-4, 6-2, 6-4 e ora in semifinale troverà il vincente della sfida, in programma nella notte, tra Novak Djokovic e Taylor Fritz, finalista lo scorso anno. 

Basta un break ad Alcaraz per conquistare il primo parziale, con lo spagnolo apparso fin da subito concentrato al servizio e incisivo in risposta. Lo spagnolo continua a crescere e vince anche il secondo set, mentre Lehecka sembra accusare la pressione dell'avversario e cede 6-2. Il ceco si prova a scuotere nel terzo set, tiene meglio il campo deve ancora arrendersi alla superiorità di Alcaraz, che vola quindi in semifinale agli Us Open. 

 

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SuperEnalotto, numeri combinazione vincente oggi 2 settembre

02 Settembre 2025
Estrazione del Superenalotto - (Fotogramma/Ipa)

(Adnkronos) - Nessun 6 né 5+1 al concorso di oggi, martedì 2 settembre, del SuperEnalotto. In due hanno centrato il 5 vincendo rispettivamente 83.408,24 euro. Centrati, invece, tre '5' che vincono 58.934 euro ciascuno.Il jackpot stimato per il prossimo concorso a disposizione dei punti 6 sale così a 46.400.000,00 euro.  

La schedina minima nel concorso del SuperEnalotto prevede 1 colonna (1 combinazione di 6 numeri). La giocata massima invece comprende 27.132 colonne ed è attuabile con i sistemi a caratura, in cui sono disponibili singole quote per 5 euro, con la partecipazione di un numero elevato di giocatori che hanno diritto a una quota dell'eventuale vincita. In ciascuna schedina, ogni combinazione costa 1 euro. L'opzione per aggiungere il numero Superstar costa 0,50 centesimi. 

La giocata minima della schedina è 1 colonna che con Superstar costa quindi 1,5 euro. Se si giocano più colonne basta moltiplicare il numero delle colonne per 1,5 per sapere quanto costa complessivamente la giocata. 

Al SuperEnalotto si vince con punteggi da 2 a 6, passando anche per il 5+. L'entità dei premi è legata anche al jackpot complessivo. In linea di massima: 

- con 2 numeri indovinati, si vincono orientativamente 5 euro; 

- con 3 numeri indovinati, si vincono orientativamente 25 euro; 

- con 4 numeri indovinati, si vincono orientativamente 300 euro; 

- con 5 numeri indovinati, si vincono orientativamente 32mila euro; 

- con 5 numeri indovinati + 1 si vincono orientativamente 620mila euro. 

E' possibile verificare eventuali vincite attraverso l'App del SuperEnalotto. Per controllare eventuali schedine giocate in passato e non verificate, è disponibile on line un archivio con i numeri e i premi delle ultime 30 estrazioni. 

La combinazione vincente di oggi del SuperEnalotto è: 16, 19, 28, 44, 60, 78; Numero Jolly 9; Super Star 73.  

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Emilio Fede, Brosio: "Mi tirò una macchina da scrivere..."

02 Settembre 2025
Paolo Brosio - (Fotogramma/Ipa)

(Adnkronos) - "Emilio Fede è stato un padre professionale che ha visto in me delle capacità incredibili di scovare le notizie e portare immagini belle, mi doveva educare alla televisione di un alto livello, a livello nazionale". Così il giornalista Paolo Brosio, con lui al Tg4, ricorda all'Adnkronos il suo 'mentore' Emilio Fede - morto oggi a 94 anni - e il rapporto che lo legava al giornalista appena scomparso.  

"Io venivo dalla provincia, avevo fatto Nazione, il Resto del Carlino, Giorno, poi nel Secolo XIX a Genova, ero già cronista di nera giudiziaria, però avevo lavorato solo in televisioni private. Per lavorare per un telegiornale nazionale dovevo coniugare bene le riprese, come voleva lui, quindi mi insegnò tutto, ma io feci in fretta, ero una spugna", racconta.  

"Mi affezionai tanto a lui e lui a me, io mi ero separato, lui capiva perché anche lui viveva sempre questo rapporto particolare con sua moglie: non si è mai distaccato, però era un po' tormentato perché era un'anima irrequieta", racconta Brosio. "Però è stato un grande giornalista sulla notizia, su quello era un fenomeno", dice. 

"In più aveva la capacità di commentare le immagini, di far girare le immagini perché aveva fatto l'inviato, era partito da zero dalla Gazzetta del Popolo a Torino, faceva la fame: quindi è partito da zero, è arrivato ai livelli più alti ed era un uomo di un'intuizione, di un'intelligenza giornalistica sulla notizia eccezionale", dice ancora. 

"Il carattere era tremendo", prosegue. "Quando ho lasciato Emilio Fede per andare a 'Quelli del calcio' - avevo sempre fatto la nera ma mi piaceva anche lo sport, lo spettacolo, il costume - lui mi tirò la macchina da scrivere, prendendo in testa la povera Brunella, la segretaria che dice 'scappa, scappa che ti tira la macchina', racconta con il sorriso. 

"C'erano tanti di quegli episodi che non hai idea, poi lui si accorgeva subito se facevo tardi, che era uscito la sera tardi con le ragazze perché lo vedeva dalla messa in onda che avevo le occhiaie, allora io mi truccavo per non far vedere le occhiaie", racconta ancora. "Perché lui era un po' un malandrino, anche lui, e quindi mi beccava subito", dice. "Era un po' come un padre padrone, che però mi voleva bene e mi cazziava anche", dice. "Lui cazziava tutti, non solo me, però siccome io andavo in onda più di tutti, venivo cazziato", dice. "Gli insegnamenti di Fede hanno prodotto frutti che non finiscono più, oggi Emilio Fede è volato in cielo. Io come uomo di fede, cristiano, cattolico, ti dico che è un momento di grande dolore, però al contempo, so che lui sarebbe contento se sapesse che gli dico queste cose adesso e lo sentirà sicuramente che gli dico queste cose", dice. "Perché c'è un legame tra noi indissolubile, professionale, umano e anche familiare", conclude.  

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Emilio Fede, da Vespa a La Russa: il ricordo di giornalisti, politici e amici

02 Settembre 2025
Emilio Fede - Ipa

(Adnkronos) - Vittorio Feltri, Enrico Mentana, Bruno Vespa. Sono tanti i colleghi che ricordano Emilio Fede, morto oggi martedì 2 settembre a 94 anni, attraverso note e messaggi social. Ma non è solo il mondo del giornalismo a ricordare lo storico direttore del Tg4: anche dal mondo della politica tanti si uniscono al cordoglio. 

"Emilio Fede è stato un protagonista indiscusso della tv, della politica e del giornalismo: a tutti i suoi cari vanno il cordoglio e l’abbraccio della Lega", le parole di Matteo Salvini, leader del Carroccio e ministro delle Infrastrutture, commentando in una nota la notizia della morte del giornalista.  

Anche il vicepremier, ministro degli Esteri e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, ha lasciato un ricordo sui social: "Ci ha lasciati Emilio Fede. Verrà ricordato come un grande giornalista, anche nella fase da giovane inviato in Africa. Direttore del Tg1 prima e poi del Tg4. Di lui resteranno le sue iconiche conduzioni, interprete di un nuovo modo di fare informazione, moderna e all’avanguardia. Un uomo buono con il quale spesso mi sono confrontato. Esprimo le mie condoglianze alla sua famiglia e ai suoi cari. Riposa in pace, Emilio".  

Un pensiero "alla sua famiglia e ai suoi cari in questo momento di dolore" arriva anche dalla ministra per le Disabilità, Alessandra Locatelli; mentre la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, pubblica una fotografia che li ritrae insieme scrivendo semplicemente: "Buon viaggio Emilio". 

"Emilio Fede è stato per me non solo un volto storico del giornalismo e della Tv, ma anche un amico sincero. Sono vicina alle sue figlie, Sveva e Simona, e a tutti i suoi cari cui mando un abbraccio forte", è la dichiarazione del Ministro per le Riforme istituzionali, Elisabetta Casellati. 

Si unisce al cordoglio il presidente del Senato, Ignazio La Russa. "È con dispiacere che ho appreso la notizia della scomparsa di Emilio Fede, volto storico del giornalismo televisivo che ha accompagnato milioni di italiani per oltre mezzo secolo. Una lunga carriera la sua, iniziata in Rai negli anni Sessanta, proseguita poi da direttore del Tg1 e infine al Tg4. 'Sono caduto, ma non ho mai smesso di essere Emilio Fede', disse una volta: ed è con queste sue parole che lo voglio ricordare", scrive sui social. "Alle figlie Sveva e Simona e ai suoi cari giungano le condoglianze più sentite, mie personali e del Senato della Repubblica", conclude. 

Il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, saluta sui social "un amico con il quale abbiamo raccontato fatti con serietà e a volte con ironia. Una lunga storia nell’informazione, attraverso il tempo e gli eventi". E all'Adnkronos dice: "Mille ricordi con Emilio Fede: abbiamo raccontato riforme, leggi, battaglie, attacchi al governo Berlusconi, rilancio del centrodestra con la capacità di essere narratore dei fatti e, anche se certamente schierato dalla nostra parte, con quel tocco di ironia con il quale a volte si divertiva a storpiare i nomi di chi era troppo critico. Ma ha anche raccontato guerre, ha fatto l’inviato, ha girato il mondo, prima con il servizio pubblico e poi con Mediaset. Un amico, un protagonista, un personaggio che ricorderemo sempre". 

"Per ricordare Emilio Fede dico solo una frase, in latino: 'Parce sepulto'... Preferisco non aggiungere altro". A parlare con l'Adnkronos è Marcello Dell'Utri che commenta così la morte di Emilio Fede. Parce sepulto, cioè 'Perdona a chi è sepolto' è una espressione che nell’Eneide di Virgilio lo spirito di Polidoro rivolge a Enea. Viene spesso ripetuta per invitare a non parlar male dei defunti, anche se hanno avuto delle colpe. 

“Con Emilio Fede se ne va un protagonista del giornalismo televisivo italiano. La sua voce e il suo stile hanno accompagnato milioni di italiani, segnando momenti che restano nella memoria collettiva: dalla lunga diretta del dramma di Vermicino nel 1981, che aprì una nuova stagione del racconto televisivo, fino al 1991 quando, a Studio Aperto, annunciò in diretta l’inizio della guerra del Golfo con quell’‘Hanno attaccato!’ entrato nel lessico televisivo. Anche negli anni successivi continuò a cercare la notizia sul campo, come nel luglio 2004 quando condusse il TG4 in diretta da Nasṣiriya", dice il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ricordando il giornalista. 

"Fede - prosegue Zaia - ha saputo innovare il linguaggio del telegiornale, avvicinando il pubblico alla cronaca e restando fino all’ultimo un osservatore attento di ciò che accadeva attorno a sé. Il suo carattere vivace e inconfondibile lo ha reso non solo un giornalista, ma un vero e proprio personaggio, conosciuto e riconosciuto da tutti. Non mancavano, nei suoi racconti, ricordi e aneddoti legati al Veneto, terra che conosceva e amava citare nei suoi programmi e nei suoi incontri. Alla sua famiglia e a chi gli è stato vicino esprimo il mio cordoglio personale e quello della Regione del Veneto.” 

La Rai "ricorda con commozione Emilio Fede". Così l'azienda in una nota, sottolineando che il giornalista, scomparso oggi a Milano all'età di 94 anni, fu una "figura di spicco dei primi anni di attività del Servizio Pubblico. Era entrato in Rai nel 1958 come conduttore a contratto, e in seguito fu inviato speciale in Africa per otto anni. Da conduttore del TG1, andò in onda nella prima edizione a colori, il 28 febbraio del 1977. Del telegiornale della rete ammiraglia fu direttore per due anni, quindi vicedirettore fino al termine del suo rapporto con l’azienda nel 1987". 

"I miei primi ricordi di Emilio risalgono alla fine degli anni 60 quando lavoravamo insieme per la Rai. Un grande giornalista. Siamo stati compagni di stanza per tanto tempo, con Emilio ho condiviso non solo momenti di lavoro ma anche bei momenti di divertimento e di relax, soprattutto dopo il tg, quando lui, appena terminava la conduzione, si accendeva una sigaretta e si facevano belle chiacchierate". Così all'Adnkronos lo scrittore e giornalista Bruno Vespa. 

Emilio Fede era "un giornalista abilissimo ma con un carattere censurabile. Lo conoscevo benissimo e come giornalista era bravissimo. Il suo brutto carattere però non mi impediva di stimarlo meno", dice Vittorio Feltri, all'Adnkronos, commentando la morte di Emilio Fede. Il giornalista, fondatore di 'Libero', a proposito della carriera del collega scomparso oggi, ricorda quando ci fu la guerra nel Golfo ed Emilio Fede "fu il primo a dare la notizia in tutta Italia, gli altri non l'avevano, quindi come giornalista era sensazionale". 

“Se ne è andato Emilio Fede, e tanti – anche solo per ragioni di età – ne ricorderanno solo il crepuscolo professionale e giudiziario. Sarebbe sommamente ingeneroso”, scrive Enrico Mentana su Instagram. Mentana ricorda il primo incontro al Tg1 nel 1980: “Facemmo poi, nello stesso gruppo, telegiornali completamente diversi, ma con gli occhi di oggi potrei dire che sdoganò un genere ormai ampiamente diffuso, quello dei programmi giornalistici apertamente schierati”. 

"Emilio Fede è stato un grande giornalista e una grande persona. Non ci vedevamo da tanto tempo perché vivo all'estero ma ci legano tanti anni di amicizia e tanti ricordi", il ricordo all'Adnkronos l'imprenditore Flavio Briatore. 

"Mi dispiace molto, eravamo amici", dice 'attore Massimo Boldi. "Era un bravo professionista: aveva un carattere deciso e autoritario, ma con le persone con cui aveva un rapporto di amicizia si è sempre comportato bene: gli volevo bene". 

"Vorrei che fosse ricordato per la sua professionalità, per le sue inchieste e per il forte contributo che ha dato alla televisione e al giornalismo e non per le ultime vicende che hanno segnato la sua vita, oscurandola. E' stato un maestro per tanti giornalisti". Così all'Adnkronos la conduttrice televisiva Mara Venier. 

 

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Emilio Fede, da Mentana a La Russa: il ricordo di giornalisti, politici e amici

02 Settembre 2025
Emilio Fede - Ipa

(Adnkronos) - Vittorio Feltri, Enrico Mentana, Bruno Vespa. Sono tanti i colleghi che ricordano Emilio Fede, morto oggi martedì 2 settembre a 94 anni, attraverso note e messaggi social. Ma non è solo il mondo del giornalismo a ricordare lo storico direttore del Tg4: anche dal mondo della politica tanti si uniscono al cordoglio. 

"Emilio Fede è stato un protagonista indiscusso della tv, della politica e del giornalismo: a tutti i suoi cari vanno il cordoglio e l’abbraccio della Lega", le parole di Matteo Salvini, leader del Carroccio e ministro delle Infrastrutture, commentando in una nota la notizia della morte del giornalista.  

Anche il vicepremier, ministro degli Esteri e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, ha lasciato un ricordo sui social: "Ci ha lasciati Emilio Fede. Verrà ricordato come un grande giornalista, anche nella fase da giovane inviato in Africa. Direttore del Tg1 prima e poi del Tg4. Di lui resteranno le sue iconiche conduzioni, interprete di un nuovo modo di fare informazione, moderna e all’avanguardia. Un uomo buono con il quale spesso mi sono confrontato. Esprimo le mie condoglianze alla sua famiglia e ai suoi cari. Riposa in pace, Emilio".  

Un pensiero "alla sua famiglia e ai suoi cari in questo momento di dolore" arriva anche dalla ministra per le Disabilità, Alessandra Locatelli; mentre la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, pubblica una fotografia che li ritrae insieme scrivendo semplicemente: "Buon viaggio Emilio". 

"Emilio Fede è stato per me non solo un volto storico del giornalismo e della Tv, ma anche un amico sincero. Sono vicina alle sue figlie, Sveva e Simona, e a tutti i suoi cari cui mando un abbraccio forte", è la dichiarazione del Ministro per le Riforme istituzionali, Elisabetta Casellati. 

Si unisce al cordoglio il presidente del Senato, Ignazio La Russa. "È con dispiacere che ho appreso la notizia della scomparsa di Emilio Fede, volto storico del giornalismo televisivo che ha accompagnato milioni di italiani per oltre mezzo secolo. Una lunga carriera la sua, iniziata in Rai negli anni Sessanta, proseguita poi da direttore del Tg1 e infine al Tg4. 'Sono caduto, ma non ho mai smesso di essere Emilio Fede', disse una volta: ed è con queste sue parole che lo voglio ricordare", scrive sui social. "Alle figlie Sveva e Simona e ai suoi cari giungano le condoglianze più sentite, mie personali e del Senato della Repubblica", conclude. 

Il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, saluta sui social "un amico con il quale abbiamo raccontato fatti con serietà e a volte con ironia. Una lunga storia nell’informazione, attraverso il tempo e gli eventi". E all'Adnkronos dice: "Mille ricordi con Emilio Fede: abbiamo raccontato riforme, leggi, battaglie, attacchi al governo Berlusconi, rilancio del centrodestra con la capacità di essere narratore dei fatti e, anche se certamente schierato dalla nostra parte, con quel tocco di ironia con il quale a volte si divertiva a storpiare i nomi di chi era troppo critico. Ma ha anche raccontato guerre, ha fatto l’inviato, ha girato il mondo, prima con il servizio pubblico e poi con Mediaset. Un amico, un protagonista, un personaggio che ricorderemo sempre". 

“Con Emilio Fede se ne va un protagonista del giornalismo televisivo italiano. La sua voce e il suo stile hanno accompagnato milioni di italiani, segnando momenti che restano nella memoria collettiva: dalla lunga diretta del dramma di Vermicino nel 1981, che aprì una nuova stagione del racconto televisivo, fino al 1991 quando, a Studio Aperto, annunciò in diretta l’inizio della guerra del Golfo con quell’‘Hanno attaccato!’ entrato nel lessico televisivo. Anche negli anni successivi continuò a cercare la notizia sul campo, come nel luglio 2004 quando condusse il TG4 in diretta da Nasṣiriya", dice il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ricordando il giornalista. 

"Fede - prosegue Zaia - ha saputo innovare il linguaggio del telegiornale, avvicinando il pubblico alla cronaca e restando fino all’ultimo un osservatore attento di ciò che accadeva attorno a sé. Il suo carattere vivace e inconfondibile lo ha reso non solo un giornalista, ma un vero e proprio personaggio, conosciuto e riconosciuto da tutti. Non mancavano, nei suoi racconti, ricordi e aneddoti legati al Veneto, terra che conosceva e amava citare nei suoi programmi e nei suoi incontri. Alla sua famiglia e a chi gli è stato vicino esprimo il mio cordoglio personale e quello della Regione del Veneto.” 

La Rai "ricorda con commozione Emilio Fede". Così l'azienda in una nota, sottolineando che il giornalista, scomparso oggi a Milano all'età di 94 anni, fu una "figura di spicco dei primi anni di attività del Servizio Pubblico. Era entrato in Rai nel 1958 come conduttore a contratto, e in seguito fu inviato speciale in Africa per otto anni. Da conduttore del TG1, andò in onda nella prima edizione a colori, il 28 febbraio del 1977. Del telegiornale della rete ammiraglia fu direttore per due anni, quindi vicedirettore fino al termine del suo rapporto con l’azienda nel 1987". 

"I miei primi ricordi di Emilio risalgono alla fine degli anni 60 quando lavoravamo insieme per la Rai. Un grande giornalista. Siamo stati compagni di stanza per tanto tempo, con Emilio ho condiviso non solo momenti di lavoro ma anche bei momenti di divertimento e di relax, soprattutto dopo il tg, quando lui, appena terminava la conduzione, si accendeva una sigaretta e si facevano belle chiacchierate". Così all'Adnkronos lo scrittore e giornalista Bruno Vespa. 

Emilio Fede era "un giornalista abilissimo ma con un carattere censurabile. Lo conoscevo benissimo e come giornalista era bravissimo. Il suo brutto carattere però non mi impediva di stimarlo meno", dice Vittorio Feltri, all'Adnkronos, commentando la morte di Emilio Fede. Il giornalista, fondatore di 'Libero', a proposito della carriera del collega scomparso oggi, ricorda quando ci fu la guerra nel Golfo ed Emilio Fede "fu il primo a dare la notizia in tutta Italia, gli altri non l'avevano, quindi come giornalista era sensazionale". 

“Se ne è andato Emilio Fede, e tanti – anche solo per ragioni di età – ne ricorderanno solo il crepuscolo professionale e giudiziario. Sarebbe sommamente ingeneroso”, scrive Enrico Mentana su Instagram. Mentana ricorda il primo incontro al Tg1 nel 1980: “Facemmo poi, nello stesso gruppo, telegiornali completamente diversi, ma con gli occhi di oggi potrei dire che sdoganò un genere ormai ampiamente diffuso, quello dei programmi giornalistici apertamente schierati”. 

"Emilio Fede è stato un grande giornalista e una grande persona. Non ci vedevamo da tanto tempo perché vivo all'estero ma ci legano tanti anni di amicizia e tanti ricordi", il ricordo all'Adnkronos l'imprenditore Flavio Briatore. 

"Mi dispiace molto, eravamo amici", dice 'attore Massimo Boldi. "Era un bravo professionista: aveva un carattere deciso e autoritario, ma con le persone con cui aveva un rapporto di amicizia si è sempre comportato bene: gli volevo bene". 

 

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Auto si ribalta sulla statale 131 a Torralba, due persone ferite

02 Settembre 2025
- RIPRODUZIONE RISERVATAL'Anas ha chiuso la strada per consentire i soccorsi...

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Sinner, Drake e la super scommessa da 300mila dollari su Jannik campione US Open

02 Settembre 2025
Drake e Sinner

(Adnkronos) - Drake scommette su Jannik Sinner vincitore agli US Open 2025 e l'azzurro trema. Il rapper, abituato a puntare cifre ingenti su qualsiasi evento sportivo, ha scommesso 300mila dollari sul trionfo del numero 1 del mondo a New York. La vittoria di Sinner, già campione nel 2024, permetterebbe a Drake di incassare 507mila dollari, con un guadagno netto di oltre 200mila dollari, come mostra la 'bolletta' pubblicata su Instagram. Fin qui, tutto normale, più o meno. 

I 'problemi' per Sinner nascono nel momento in cui si considera il curriculum dello scommettitore eccellente. Drake, tanto per citare un precedente, prima della finale degli US Open 2024 ha puntato 210mila dollari sull'americano Taylor Fritz, dominato da Sinner in 3 set nella sfida per il titolo. 

 

Drake, 39 anni, è soprattutto un tifoso sfegatato dei Toronto Raptors, franchigia canadese della Nba. Il rapper e produttore, all'anagrafe Aubrey Drake Graham, punta grosse cifre su eventi di ogni tipo ma, a giudicare dai molti risultati, non è propriamente un giocatore sempre competente. Su Instagram ha pubblicato le ricevute delle puntate vincenti. Non c'è traccia social, spesso, dei clamorosi flop: evidentemente si fa ingolosire da quote particolarmente invitanti e finisce per collezionare giocate perdenti, con una preoccupante regolarità 

Tra gli 'scheletri', secondo il magazine Forbes, ci sono scommesse costate circa 2,5 milioni di dollari nel recente passato. Nell'ultima Coppa America di calcio, Drake ha scommesso che il Canada avrebbe battuto l'Argentina. Risultato: vittoria di Messi e compagni. A giugno 2024 ha puntato mezzo milione sul trionfo degli Edmonton Oilers nelle finali NHL per la Stanely Cup e mezzo milione sui Dallas Mavericks campioni NBA. Risultato: due sconfitte. In precedenza aveva piazzato 565mila dollari sul successo di Tyson Fury nel Mondiale dei pesi massimi. Invece, ha vinto l'ucraino Oleksandr Usyk. A onor del vero, l'artista può vantare anche vincite milionarie: in passato ha azzeccato la vittoria dei Kansas City Chiefs nel Super Bowl NFL e ha incassato 2,3 milioni. Da lì in poi, però, tanti flop. E ora Sinner trema. 

 

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Berrettini, ritorno in campo vicino? Matteo si allena con... una nuova barba

02 Settembre 2025
Matteo Berrettini - Instagram

(Adnkronos) - Matteo Berrettini punta il ritorno in campo. Il tennista romano, che è stato costretto a saltare per infortunio gli Us Open 2025 in corso di svolgimento a New York, che domani, mercoledì 3 settembre, vedranno il derby azzurro tra Jannik Sinner e Lorenzo Musetti ai quarti di finale, ha pubblicato un post su Instagram che fa ben sperare per il suo recupero. 

Berrettini ha infatti pubblicato sul suo profilo ufficiale una carrellata di foto e video che lo ritraggono insieme al cestista americano Kevin Durant, in palestra e in alcuni momenti della sua vita privata. Matteo ha mostrato momenti di relax a concerti e al mare, anche mangiando un Cucciolone, ma ha anche ironizzato sui propri problemi fisici postando una foto mentre tiene in mano una bustina di Oki. A colpire alcuni utenti su X poi c'è la sua barba, cresciuta a dismisura. 

La descrizione al post, breve ma eloquente, fa ben sperare: "Slim reaper (il soprannome di Durant, ndr) + some life", ovvero "+ un po' di vita". E nella sua vita, evidentemente c'è ancora il tennis.  

 

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Morto a 94 anni Emilio Fede, la figlia Sveva: "Papà ci ha lasciato"

02 Settembre 2025
Emilio Fede - (Fotogramma/Ipa)

(Adnkronos) - Emilio Fede è morto oggi martedì 2 settembre. Ex direttore del Tg1 e del Tg4, aveva compiuto 94 anni lo scorso 24 giugno 2025: da tempo era ricoverato in una residenza sanitaria alle porte di Milano. Le sue condizioni si erano aggravate negli ultimi giorni. 

"Papà ci ha lasciato". Sono queste le parole commosse consegnate all'Adnkronos dalla figlia Sveva Fede. In precedenza, mentre Emilio Fede versava in condizioni critiche sempre all'Adnkronos aveva detto: "Siete tutti con lui e lui è contento, tutti con lui, tutti voi giornalisti siete con lui. È importante, noi non avremmo voluto che la notizia uscisse fino a che le cose non si fossero risolte in un modo o nell'altro. Però poi alla fine voi l'avete saputo e abbiamo pensato che era una bella cosa perché lui si meritava questo saluto e questo cenno d'onore da parte di tutti i suoi colleghi". 

Nella sua lunga carriera, Fede è stato uno dei volti più familiari dell'informazione televisiva italiana, prima pubblica e poi privata: all'inizio degli anni Sessanta era entrato in Rai e (dopo otto anni come inviato speciale dall'Africa) ha condotto il Tg1 delle 20 dal 1976 al 1981, quando ne è diventato direttore (1981-83). Lasciò la Rai per entrare in Fininvest, dapprima come direttore di Studio Aperto (il telegiornale di Italia 1), poi alla guida del Tg4 (dal 1992). Nonostante le frequenti accuse di parzialità, Fede ha mantenuto la direzione del Tg4 per vent'anni per poi dimettersi nel marzo del 2012. 

Fede ha anche compiuto scelte coraggiose per raccontare i fatti. Come quando nel 1991, all'epoca direttore di Studio Aperto, dette per primo in diretta la notizia dello scoppio della prima Guerra del Golfo con l'operazione 'Desert Storm', proprio nel giorno della prima messa in onda del tg di Italia 1. "Fu un momento di grande emozione ma anche di grande paura per una guerra che avremmo pagato cara, una guerra infinita. Sapevo che scadeva l'ultimatum e con Silvia Kramar, collega bravissima, ci siamo messi in ascolto e abbiamo catturato il momento del bombardamento di Baghdad prima degli altri colleghi", aveva raccontato Fede in un'intervista. 

Nato a Barcellona pozzo di Gotto, in provincia di Messina, il 24 giugno 1931, Emilio Fede inizia giovanissimo la carriera giornalistica a "Il Momento - Mattino" di Roma, dove si trasferisce e porta a termine gli studi; poi passa alla "Gazzetta del Popolo" di Torino diventando inviato speciale. Le prime tappe della sua affermazione professionale sono, però, legate alla Rai dove inizia a collaborare nel 1954 e viene assunto 1961. Si sposa nel 1964 con Diana De Feo (figlia di Italo De Feo, allora vicepresidente della Rai, personaggio molto potente), dalla quale ha due figlie, Simona e Sveva. 

In quel periodo alla Rai Emilio Fede è inviato in Africa, per poi passare al ruolo di giornalista di inchiesta per il settimanale Tv7 del Telegiornale Nazionale, dove firma numerose inchieste, compresa quella della bistecca agli estrogeni. Con la riforma della Rai, nel 1976 diventa uno dei conduttori dell'edizione serale del Tg1 e la sua popolarità esplode, rimanendo in video per cinque anni. 

Diventato direttore nel 1981, sotto la sua guida il Tg1 trasmise la celebre diretta, condotta da Piero Badaloni, relativa all'incidente di Vermicino, con lo straziante tentativo di salvataggio di Alfredino Rampi, caduto nel pozzo e tragicamente morto il 10 giugno di quell'anno. La diretta fu seguita da 25 milioni di telespettatori, primo esempio di cronaca in tempo reale sui canali Rai. Lasciata la direzione del Tg1, dove restò come vicedirettore, nel 1983 e 1984 condusse il programma di intrattenimento "Test", che andava in diretta concorrenza con "Superflash" di Mike Bongiorno trasmesso da Canale 5. E sempre in quel biennio curò con Sandro Baldoni la rubrica d'attualità "Obiettivo su..." 

Si dimise dalla Rai nel 1987, anno in cui fu colpito da una condanna per gioco d'azzardo, e passò a Rete A di cui diresse il notiziario. Nel 1989 approda alla Fininvest rafforzando il suo legame di amicizia con Silvio Berlusconi. Dall'iniziale incarico di direttore della struttura informativa VideoNews, diventa ideatore, conduttore e direttore di 'Studio Aperto', il Tg di Italia 1 per passare nel 1992 a dirigere il Tg4. Il 28 marzo 2012, a seguito di una trattativa con Mediaset non andata a buon fine, Emilio Fede lascia la direzione del Tg4. 

Nel 1997 Emilio Fede esordisce come scrittore con il libro dal titolo 'Finché c'è Fede', al quale ne seguiranno altri sei: 'Privè. La vita è un gioco' (1998), 'L'invidiato speciale' (1999), 'La foglia di fico' (2000), 'Samba dei ruffiani' (2001), 'La cena dei cretini' (2002). I suoi libri sono caratterizzati da uno stile semplice attraverso il quale riesce a mescolare riflessioni sulla propria esperienza di giornalista e considerazioni sugli eventi mondani e non, sulle amicizie, i gossip, i personaggi politici e dello spettacolo. Celebra anche la sua apparizione nei panni di Babbo Natale nella casa della prima edizione del Grande Fratello, nel 2000, e alla conduzione di 'Striscia la Notizia' nel febbraio 2005. Emilio Fede vanta anche un fan club, presente in internet, nato il 27 ottobre 1995. 

Non mancano però i guai con la giustizia, dalla querela da parte del Comune di Venezia per un servizio del 2008 su una zona della città lagunare, identificabile come Campo Santi Giovanni e Paolo, il cui commento da parte del direttore stesso scatena una violenta protesta sul web, al caso Ruby, in cui Fede è condannato a 7 anni di reclusione per induzione alla prostituzione, favoreggiamento della prostituzione, più all'interdizione da uffici di mezzi di informazione considerati come pubblici uffici; pena poi ridotta, dopo un ricorso in appello e in Cassazione, a 4 anni e 7 mesi per favoreggiamento della prostituzione di Ruby. A causa dell'età avanzata e delle condizioni di salute, Fede ha scontato la pena in detenzione domiciliare, in quanto, recependo la giurisprudenza di Cassazione, il Tribunale di Sorveglianza di Milano ha stabilito l'11 ottobre 2019 che "in carcere sarebbe sottoposto ad un'enorme sofferenza". (di Paolo Martini) 

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Morto Emilio Fede, il giornalista aveva 94 anni

02 Settembre 2025
Emilio Fede - (Fotogramma/Ipa)

(Adnkronos) - E' morto oggi martedì 2 settembre Emilio Fede. Ex direttore del Tg1 e del Tg4, aveva compiuto 94 anni lo scorso 24 giugno: da tempo era ricoverato in una residenza sanitaria alle porte di Milano. Le sue condizioni si erano aggravate negli ultimi giorni. 

"Papà ci ha lasciato". Sono queste le parole commosse consegnate all'Adnkronos dalla figlia Sveva Fede. In precedenza, mentre Emilio Fede versava in condizioni critiche sempre all'Adnkronos aveva detto: "Siete tutti con lui e lui è contento, tutti con lui, tutti voi giornalisti siete con lui. È importante, noi non avremmo voluto che la notizia uscisse fino a che le cose non si fossero risolte in un modo o nell'altro. Però poi alla fine voi l'avete saputo e abbiamo pensato che era una bella cosa perché lui si meritava questo saluto e questo cenno d'onore da parte di tutti i suoi colleghi". 

Nella sua lunga carriera, Fede è stato uno dei volti più familiari dell'informazione televisiva italiana, prima pubblica e poi privata: all'inizio degli anni Sessanta era entrato in Rai e (dopo otto anni come inviato speciale dall'Africa) ha condotto il Tg1 delle 20 dal 1976 al 1981, quando ne è diventato direttore (1981-83). Lasciò la Rai per entrare in Fininvest, dapprima come direttore di Studio Aperto (il telegiornale di Italia 1), poi alla guida del Tg4 (dal 1992). Nonostante le frequenti accuse di parzialità, Fede ha mantenuto la direzione del Tg4 per vent'anni per poi dimettersi nel marzo del 2012. 

Fede ha anche compiuto scelte coraggiose per raccontare i fatti. Come quando nel 1991, all'epoca direttore di Studio Aperto, dette per primo in diretta la notizia dello scoppio della prima Guerra del Golfo con l'operazione 'Desert Storm', proprio nel giorno della prima messa in onda del tg di Italia 1. "Fu un momento di grande emozione ma anche di grande paura per una guerra che avremmo pagato cara, una guerra infinita. Sapevo che scadeva l'ultimatum e con Silvia Kramar, collega bravissima, ci siamo messi in ascolto e abbiamo catturato il momento del bombardamento di Baghdad prima degli altri colleghi", aveva raccontato Fede in un'intervista. 

Nato a Barcellona pozzo di Gotto, in provincia di Messina, il 24 giugno 1931, Emilio Fede inizia giovanissimo la carriera giornalistica a "Il Momento - Mattino" di Roma, dove si trasferisce e porta a termine gli studi; poi passa alla "Gazzetta del Popolo" di Torino diventando inviato speciale. Le prime tappe della sua affermazione professionale sono, però, legate alla Rai dove inizia a collaborare nel 1954 e viene assunto 1961. Si sposa nel 1964 con Diana De Feo (figlia di Italo De Feo, allora vicepresidente della Rai, personaggio molto potente), dalla quale ha due figlie, Simona e Sveva. 

In quel periodo alla Rai Emilio Fede è inviato in Africa, per poi passare al ruolo di giornalista di inchiesta per il settimanale Tv7 del Telegiornale Nazionale, dove firma numerose inchieste, compresa quella della bistecca agli estrogeni. Con la riforma della Rai, nel 1976 diventa uno dei conduttori dell'edizione serale del Tg1 e la sua popolarità esplode, rimanendo in video per cinque anni. 

Diventato direttore nel 1981, sotto la sua guida il Tg1 trasmise la celebre diretta, condotta da Piero Badaloni, relativa all'incidente di Vermicino, con lo straziante tentativo di salvataggio di Alfredino Rampi, caduto nel pozzo e tragicamente morto il 10 giugno di quell'anno. La diretta fu seguita da 25 milioni di telespettatori, primo esempio di cronaca in tempo reale sui canali Rai. Lasciata la direzione del Tg1, dove restò come vicedirettore, nel 1983 e 1984 condusse il programma di intrattenimento "Test", che andava in diretta concorrenza con "Superflash" di Mike Bongiorno trasmesso da Canale 5. E sempre in quel biennio curò con Sandro Baldoni la rubrica d'attualità "Obiettivo su..." 

Si dimise dalla Rai nel 1987, anno in cui fu colpito da una condanna per gioco d'azzardo, e passò a Rete A di cui diresse il notiziario. Nel 1989 approda alla Fininvest rafforzando il suo legame di amicizia con Silvio Berlusconi. Dall'iniziale incarico di direttore della struttura informativa VideoNews, diventa ideatore, conduttore e direttore di 'Studio Aperto', il Tg di Italia 1 per passare nel 1992 a dirigere il Tg4. Il 28 marzo 2012, a seguito di una trattativa con Mediaset non andata a buon fine, Emilio Fede lascia la direzione del Tg4. 

Nel 1997 Emilio Fede esordisce come scrittore con il libro dal titolo 'Finché c'è Fede', al quale ne seguiranno altri sei: 'Privè. La vita è un gioco' (1998), 'L'invidiato speciale' (1999), 'La foglia di fico' (2000), 'Samba dei ruffiani' (2001), 'La cena dei cretini' (2002). I suoi libri sono caratterizzati da uno stile semplice attraverso il quale riesce a mescolare riflessioni sulla propria esperienza di giornalista e considerazioni sugli eventi mondani e non, sulle amicizie, i gossip, i personaggi politici e dello spettacolo. Celebra anche la sua apparizione nei panni di Babbo Natale nella casa della prima edizione del Grande Fratello, nel 2000, e alla conduzione di 'Striscia la Notizia' nel febbraio 2005. Emilio Fede vanta anche un fan club, presente in internet, nato il 27 ottobre 1995. 

Non mancano però i guai con la giustizia, dalla querela da parte del Comune di Venezia per un servizio del 2008 su una zona della città lagunare, identificabile come Campo Santi Giovanni e Paolo, il cui commento da parte del direttore stesso scatena una violenta protesta sul web, al caso Ruby, in cui Fede è condannato a 7 anni di reclusione per induzione alla prostituzione, favoreggiamento della prostituzione, più all'interdizione da uffici di mezzi di informazione considerati come pubblici uffici; pena poi ridotta, dopo un ricorso in appello e in Cassazione, a 4 anni e 7 mesi per favoreggiamento della prostituzione di Ruby. A causa dell'età avanzata e delle condizioni di salute, Fede ha scontato la pena in detenzione domiciliare, in quanto, recependo la giurisprudenza di Cassazione, il Tribunale di Sorveglianza di Milano ha stabilito l'11 ottobre 2019 che "in carcere sarebbe sottoposto ad un'enorme sofferenza". (di Paolo Martini) 

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Omicidio Giulia Tramontano, i giudici: Impagnatiello "la avvelenò per farla abortire"

02 Settembre 2025
Giulia Tramontano e Alessandro Impagnatiello

(Adnkronos) - Alessandro Impagnatiello, il barman condannato all'ergastolo per l'omicidio della compagna incinta di 7 mesi, somministrò a Giulia Tramontano il veleno per topi non allo scopo di ucciderla, ma per "provocarle un aborto". Così la corte d'Assise d'appello di Milano motiva la sentenza con cui lo scorso 25 giugno ha confermato l'ergastolo per Impagnatiello, ma escluso l'aggravante della premeditazione. 

Per i giudici è impossibile "retrodatare" il proposito del 32enne di uccidere la compagna dal pomeriggio del 27 maggio 2023, giorno dell'omicidio, a sei mesi prima, quando per la prima volta Impagnatiello, da poco saputo della gravidanza di Giulia, fece ricerche online sul veleno per topi.  

"Che Alessandro Impagnatiello abbia accarezzato l'idea di sbarazzarsi della compagna, allorquando fu informato della gravidanza di lei - scrivono i giudici di secondo grado nelle 59 pagine di motivazioni - è ipotesi congetturale, che non ha alcun sostegno indiziario, e non lo ha perché, molto semplicemente, non è rispondente al vero storico". 

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Oms, oltre 1 mld di persone nel mondo convive con disturbi mentali

02 Settembre 2025
salute_mentale_canva

(Adnkronos) - Nel mondo "oltre 1 miliardo di persone convive con disturbi mentali, con condizioni come l'ansia e la depressione che causano enormi costi umani ed economici". Lo afferma l'Oms che fa il punto della situazione a livello globale. "Sebbene molti paesi abbiano rafforzato le proprie politiche e i programmi per la salute mentale, sono necessari maggiori investimenti e azioni a livello globale per potenziare i servizi volti a proteggere e promuovere la salute mentale delle persone", suggerisce l'Organizzazione mondiale della sanità che ribadisce come i disturbi mentali - dall'ansia alla depressione - "rappresentano la seconda causa principale di disabilità a lungo termine, contribuendo alla perdita di una vita sana". Gli ultimi dati indicano che depressione e ansia da sole costino all'economia globale circa 1.000 miliardi di dollari all'anno. 

Secondo gli ultimi dati i disturbi mentali "colpiscono più le donne, i disturbi d'ansia e depressivi sono più comuni sia tra gli uomini. Il suicidio rimane un evento devastante, con circa 727.000 vittime nel solo 2021 - avverte l'Oms - È una delle principali cause di morte tra i giovani in tutti i paesi e in tutti i contesti socioeconomici. Nonostante gli sforzi globali, i progressi nella riduzione della mortalità per suicidio sono troppo bassi per raggiungere". L'obiettivo 'United Nations Sustainable Development Goal (Sdg)' di ridurre di un terzo i tassi di suicidio entro il 2030 va a rilento, "con l'attuale andamento, entro tale termine si otterrà solo una riduzione del 12%", precisa l'Oms.  

Secondo due rapporti, 'World Mental Health Today e 'Mental Health Atlas 2024'. "ci sono stati alcuni progressi" ma emergono ancora "significative lacune nella gestione dei disturbi di salute mentale a livello mondiale", analizza l'Oms. Il prossimo 25 settembre si terrà alle Nazioni Unite a New York una incontro sul tema sulle malattie non trasmissibili e la promozione della salute mentale.  

"Trasformare i servizi di salute mentale è una delle sfide più urgenti per la salute pubblica - ha affermato Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell'Oms - Investire nella salute mentale significa investire nelle persone, nelle comunità e nelle economie: un investimento che nessun paese può permettersi di trascurare. Ogni governo e ogni leader ha la responsabilità di agire con urgenza e di garantire che l'assistenza sanitaria mentale non sia trattata come un privilegio, ma come un diritto fondamentale per tutti". 

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Fallito assalto a portavalori, ripristinato asfalto su statale

02 Settembre 2025
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Disagio psicologico per 1 adolescente su 7, cresce bisogno di servizi educativi

02 Settembre 2025
Disagio psicologico per 1 adolescente su 7, cresce bisogno di servizi educativi

(Adnkronos) - Un numero crescente di adolescenti vive fragilità profonde e spesso invisibili, specialmente tra i minori stranieri non accompagnati (Msna) e i giovani Neet (Not in education, employment or training), segnati da solitudine e mancanza di modelli di riferimento tra gli adulti. Per molti di loro, il mondo degli adulti è assente, lontano o incoerente, e la mancanza di relazioni stabili lascia un vuoto emotivo che si traduce in disorientamento, chiusura, sfiducia "Molti dei ragazzi che incontriamo sono cresciuti senza una rete familiare solida alle spalle. Ed è proprio colmando quel vuoto che possiamo aiutarli: stando insieme, svolgendo attività manuali con la presenza costante di figure educative forti e coinvolgenti" afferma Emidio Musacchio, psicologo e responsabile dei servizi socio-educativi della sede di Porto Valtravaglia della Fondazione Asilo Mariuccia. 

La salute mentale di bambini e adolescenti è oggi una delle emergenze più gravi. Si pensi che, a livello globale - riporta una nota - l’Oms stima che oltre 166 milioni di adolescenti, circa 1 su 7, convivono con disturbi mentali. Ansia, depressione, traumi non elaborati, comportamenti autolesivi che spesso si manifestano già in età scolare, compromettendo in modo significativo lo sviluppo cognitivo, emotivo e sociale. Le conseguenze si riflettono su rendimento scolastico, relazioni interpersonali e prospettive di vita: quando il disagio non viene ascoltato né curato, lascia cicatrici che durano nel tempo, in qualche caso anche dal punto di vista economico.  

Secondo il report della Banca mondiale 'Helping Children Thrive: Mental Health and Human Capital', un disturbo mentale non trattato in adolescenza - prosegue la nota - può ridurre il reddito futuro fino al 10% annuo: un impatto drammatico, soprattutto per chi vive già in condizioni di fragilità. Il disagio giovanile ha molte forme: c'è chi soffre in silenzio, chi si sente ai margini, chi non trova uno spazio di riconoscimento. Tra i Neet e i giovani dropout (che vivono ai margini della società), il senso di esclusione è spesso radicato e amplificato dalla mancanza di prospettive. Tuttavia, oggi molti adolescenti mostrano una crescente consapevolezza emotiva: parlano apertamente di ansia e difficoltà, e questo apre uno spazio nuovo di intervento, dove la cura passa attraverso relazioni autentiche, attività pratiche e un'educazione che accompagna e non giudica. È tra i più vulnerabili (i minori stranieri non accompagnati, i Neet, gli adolescenti Lgbtqia+, chi ha alle spalle una storia di migrazione, chi cresce in famiglie segnate da povertà o conflitti) che la solitudine, la discriminazione e l’esclusione sociale si fanno più dure. Per questi ragazzi il supporto non è un’opzione, ma una necessità costante: non solo dal punto di vista psicologico, ma soprattutto educativo, esperienziale e affettivo.  

In contesti come questi si inserisce il lavoro della Fondazione Asilo Mariuccia attiva dal 1902 nel sostegno a donne e minori in difficoltà, con circa 290 persone assistite ogni anno. "Parliamo di adolescenti che costruiscono ed esprimono la propria identità, stringono relazioni e imparano a vedere il mondo in maniera molto diversa dalla nostra - spiega Musacchio - Sono nativi digitali e questo può rappresentare una risorsa: grazie all'esposizione mediatica, molti hanno acquisito una maggiore consapevolezza sul tema della salute mentale. Tuttavia, per i più fragili, l’uso intensivo dei social e la pressione per conformarsi agli standard digitali può acutizzare il disagio. Per questo è fondamentale offrire esperienze concrete, laboratori e relazioni forti; tutto ciò che può restituire senso, appartenenza e identità". 

Non solo ascolto ma anche aiuto sul piano pratico, quotidiano. Dal novembre 2024 la Fondazione ha attivato il progetto 'Coltivare Inclusione', destinato a giovani italiani e stranieri del territorio del Verbano con alle spalle percorsi scolastici interrotti, difficoltà cognitive, disturbi dell’apprendimento e frequenti situazioni di esclusione sociale. Il progetto, che prende vita nella sede di Porto Valtravaglia, propone laboratori pratici in ambito agricolo e florovivaistico: tra serre, orti e coltivazioni, l’obiettivo è quello di aiutare i ragazzi a riscoprire fiducia in sé stessi, sviluppare competenze e stringere relazioni. Un altro progetto della Fondazione è IntegrAzione, che nell’ultimo anno ha coinvolto 30 minori stranieri non accompagnati (Msna), provenienti dalle comunità educative dell’Alto Varesotto, in un percorso unico: il laboratorio di carpenteria navale per il restauro di imbarcazioni storiche del Lago Maggiore.  

Dalla sua apertura - conclude la nota - la Fondazione ha contribuito alla formazione di oltre 500 minori nei suoi laboratori di educazione al lavoro, e molti di loro hanno oggi carriere importanti. "Sono proprio le attività esperienziali e più immersive ad attrarre i ragazzi più fragili, aiutandoli a ritrovare fiducia in sé stessi. L’ansia che vivono nasce spesso da un vuoto affettivo e relazionale, che non si colma con parole ma con la presenza. Da noi si affronta condividendo esperienze concrete, allontanandosi dal digitale e ritrovando senso in gesti semplici: lavorare insieme, sporcarsi le mani, sentire di avere accanto adulti affidabili, capaci di ascoltare e accompagnare con autenticità - conclude Musacchio - Ogni sforzo nella cura della salute mentale dei più giovani non è solo un atto di giustizia sociale, ma anche un investimento strategico sul futuro collettivo. Per questo è fondamentale esserci e accompagnarli, perché da loro possiamo e dobbiamo imparare". 

 

Leggi tutto: Disagio psicologico per 1 adolescente su 7, cresce bisogno di servizi educativi

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