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Thailandia-Cambogia, accordo per il cessate il fuoco

28 Luglio 2025
Primo ministro malaysiano Anwar Ibrahim, il cambogiano Hun Manet e il thailandese Phumtham Wechayachai (Afp)

(Adnkronos) - Thailandia e Cambogia hanno concordato oggi, lunedì 28 luglio, "un cessate il fuoco immediato e senza condizioni" da mezzanotte. Lo ha annunciato il premier della Malaysia, Anwar Ibrahim, come riporta la Cnn, dopo l'incontro a Putrajaya tra il primo ministro ad interim della Thailandia, Phumtham Wechayachai e il premier della Cambogia, Hun Manet. "E' un passo cruciale verso una de-escalation e per il ripristino di pace e sicurezza", ha detto Anwar, che ha portato avanti la mediazione, come riporta la Bbc. In questi giorni Thailandia e Cambogia si sono scambiate accuse sull'inizio degli scontri al confine, che hanno fatto più di 30 morti e messo in fuga decine di migliaia di persone nel contesto di una annosa disputa.  

"Abbiamo convenuto su un cessate il fuoco che auspichiamo venga rispettato in buona fede dalle due parti" ha detto il premier ad interim della Thailandia, Phumtham Wechayachai, ringraziando per la mediazione la Malaysia, la Cina e "il presidente Trump". 

Per il premier della Cambogia, Hun Manet è tempo di "iniziare a ricostruire la fiducia" tra Thailandia e Cambogia. Secondo Hun Manet, i risultati dei colloqui di stamani "offriranno molte opportunità a centinaia di migliaia di persone su entrambi i lati" del confine "per tornare alla normalità". 

L'annunciato "cessate il fuoco" entrerà in vigore alla mezzanotte di Kuala Lumpur, le 18 in Italia. Per domani è atteso un "incontro informale" tra vertici militari di Bangkok e Phnom Penh, mentre per il 4 agosto è stato annunciato un incontro tra addetti alla difesa. Thailandia e Cambogia, precisa la rete britannica, riprenderanno anche i contatti diretti tra premier, ministri degli Esteri e della Difesa. 

Ai titolari dei due dicasteri di Thailandia, Cambogia e Malaysia (che ha la presidenza di turno dell'Asean, blocco di cui fanno parte tutti e tre i Paesi) è stato chiesto di stabilire un "meccanismo dettagliato" per "l'attuazione, la verifica del cessate il fuoco e le segnalazioni". Da una nota diffusa dopo i colloqui, evidenzia ancora la Bbc, non è però chiaro quale sarà la forma di questo "meccanismo". 

Nelle dichiarazioni alla stampa dopo i colloqui, riporta la rete, sia Hun Manet che Phumtham Wechayachai hanno ringraziato il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il governo cinese. I tre leader, che non hanno risposto alle domande dei giornalisti, si sono congedati mettendo insieme le loro mani, una sull'altra. Sabato il tycoon aveva annunciato su Truth che Thailandia e Cambogia erano d'accordo per colloqui per un cessate il fuoco e aveva anche detto di aver evocato con entrambi i Paesi il dossier dazi. 

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Mondiali nuoto, per Ceccon bronzo nei 50 delfino con record italiano

28 Luglio 2025
Thomas Ceccon - Fotogramma/IPA

(Adnkronos) - Thomas Ceccon vince la medaglia di bronzo ai Mondiali di nuoto nei 50 delfino. Per il fuoriclasse azzurro, oro a Parigi 2024 nei 100 dorso, oggi lunedì 28 luglio arriva un'altra medaglia da incorniciare dopo una prestazione super, chiusa con un 22″67 (nuovo record italiano) dietro al francese Maxime Grousset in 22.48 e argento allo svizzero Noe Ponti in 22.51. 

"Peccato, potevo vincere", le parole a caldo di Ceccon, sceso in vasca 23 minuti dopo la semifinale dei 100 dorso. "Questa è una gara che posso vincere - aggiunge - ma non in queste condizioni".  

 

 

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"Harry non verrà mai perdonato, né da William né da Camilla"

28 Luglio 2025
Principe Harry (Afp)

(Adnkronos) - Il principe Harry non sarà "perdonato" da due membri senior della famiglia reale, nonostante i suoi sforzi di riconciliazione. Secondo quanto detto dall'esperto reale Robert Jobson al Sun, a cui ha spiegato che il principe William e la regina Camilla, entrambi menzionati in 'Spare' dal duca di Sussex, l'erede al trono britannico e la sovrana, faranno fatica a dimenticare ciò che il secondogenito di re Carlo ha detto su di loro. Harry si è allontanato dalla famiglia reale dal 2020, quando si è dimesso da membro senior per trasferirsi con la moglie Meghan Markle negli Stati Uniti, dove vivono con i loro due figli, il principe Archie e la principessa Lilibet. 

Il rapporto incrinato di Harry con i suoi familiari è tornato alla ribalta all'inizio del mese, dopo che alcuni dei suoi collaboratori sono stati avvistati mentre incontravano membri dello staff del re a Londra, alimentando la speranza di un possibile percorso verso una futura riconciliazione.  

Lo stesso duca ha dichiarato di volersi riconciliare con la famiglia qualche mese fa, dopo aver perso un ricorso in appello presso l'Alta Corte in merito alla sua sicurezza nel Regno Unito. Tuttavia, nonostante i suoi sforzi, secondo Jobson, né William e ne Camilla hanno intenzione di perdonare il principe per le cose che ha detto. Anzi, non lo faranno mai, per la serie di affermazioni e accuse alla famiglia reale fatte da Harry attraverso interviste e il suo libro di memorie, 'Spare', pubblicato nel 2023.  

L'esperto ha dichiarato: "Sta chiedendo perdono. Penso che suo padre alla probabilmente lo perdonerà. Semplicemente non vedo William e Camilla farlo". Jobson ha poi aggiunto che, sebbene la madre di Harry, la defunta principessa Diana, avesse autorizzato una biografia, 'Her True Story', di Andrew Morton, non ne ha tratto alcun profitto. Ha affermato: "Non l'ha monetizzata per sé. Lui ci ha fatto una fortuna". In 'Spare', Harry ha menzionato Camilla più di 60 volte, definendola "l'Altra Donna". Ha accusato la regina di essere "pericolosa" e di aver fatto trapelare notizie negative alla stampa, presumibilmente "sacrificandolo sul suo altare personale di pubbliche relazioni". Ha anche ipotizzato che sarebbe diventata la "cattiva matrigna" sua e di William prima del suo matrimonio con Carlo.  

Nella sua biografia, il duca ha anche menzionato il fratello, il principe di Galles, in diverse occasioni, mentre scriveva della loro infanzia e del loro continuo dissidio. Ha persino accusato il futuro re di averlo aggredito durante un alterco. Né Camilla né William hanno mai commentato le affermazioni di Harry. Nella sua intervista-bomba di maggio alla Bbc, Harry ha affermato che "alcuni membri della mia famiglia non mi perdoneranno mai" per aver scritto le sue memorie. Ma ha aggiunto: "Sarebbe bello potersi riconciliare ora. Se non lo vogliono, è una decisione interamente loro". 

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Incendio nel Nuorese in bonifica e riapre la statale 125

28 Luglio 2025
- RIPRODUZIONE RISERVATAUn Canadair dirottato nel Sassarese per un nuovo rogo...

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Mondiali nuoto, chi è Thomas Ceccon: bronzo nei 50 delfino

28 Luglio 2025
Thomas Ceccon - Fotogramma/IPA

(Adnkronos) - Favoloso Thomas Ceccon, medaglia di bronzo nei 50 delfino ai Mondiali di nuoto 2025 di Singapore. L'azzurro chiude in 22''67 migliorando il record italiano di un centesimo nella gara vinta dal francese Maxime Groussett in 22''48. 

Con la prestazione di oggi, lunedì 28 luglio, Ceccon aggiunge un'altra perla al suo curriculum da sogno: l'atleta nato a Thiene il 27 gennaio 2001, primatista del mondo sui 100 dorso, ha vinto i Mondiali di Budapest nel 2022 con il record mondiale e, prima dell'exploit dello scorso anno alle Olimpiadi di Parigi, si era messo al collo 3 medaglie - un argento e due bronzi con le staffette - tra Tokyo 2020 e Parigi 2024.  

 

Per Thomas Ceccon, a livello continentale spiccano le 6 medaglie (4 ori e 2 argenti) a Roma 2022 tra dorso, farfalla e stile libero: una poliedricità mai mostrata nella rassegna europea da nessun atleta. I Mondiali di Budapest 2022 segnano il decollo definitivo, confermato dai risultati iridati ottenuti a Fukuoka 2023: oro nei 50 metri farfalla, argento nei 100 farfalla e nella staffetta 4x100 metri stile libero. 

Ceccon è un atleta eclettico in vasca e non solo. Un personaggio nel senso più genuino del termine: spontaneo nelle interviste, originale nel look. All'inizio della carriera esibì per esempio dei tradizionali (e improbabili) baffi, poi abbandonati con il passare del tempo. A Parigi, lo scorso anno aveva poi confessato di aver sfatato un altro tabù dopo la semifinale dei 100 dorso: "Per la prima volta mi sono depilato il petto". Il fuoriclasse del nuoto azzurro concede comunque poco a chi cerca informazioni sulla sua vita privata. Dopo il capolavoro di Parigi, oggi a Singapore è arrivato un altro tassello per una carriera pazzesca.  

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Pompei, cede braccio meccanico: gravi 2 operai dopo volo di 15 metri

28 Luglio 2025
Volante della polizia e ambulanza (Fotogramma/Ipa)

(Adnkronos) - Incidente sul lavoro oggi, lunedì 28 luglio, a Pompei nel Napoletano. Ha ceduto un braccio meccanico, facendo castello da 15 metri d'altezza. Due operai sono gravi, ricoverati all'Ospedale del Mare. Sul posto la polizia municipale che ha avviato le indagini su delega della Procura di Torre Annunziata e gli agenti del commissariato. 

Secondo una prima ricostruzione, i due, mentre si trovavano al lavoro all'interno di un cestello mobile, sono precipitati a causa della rottura del braccio meccanico. In corso i rilievi per verificare la dinamica e le cause precise dell'incidente.  

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Fabrizio Gifuni, 'Tortora? Per me una nuova avventura umana'

28 Luglio 2025
- RIPRODUZIONE RISERVATA"Non sono un attore alfa, ho un'idea romantica del mestiere"...

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Incendio Villasimius, Adiconsum 'ristori per le 40 auto a fuoco'

28 Luglio 2025
- RIPRODUZIONE RISERVATAChiesto fondo di emergenza anche per attività turistiche...

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Alcune case e un residence evacuati sulla costa di Orosei, in volo due Canadair

28 Luglio 2025
- RIPRODUZIONE RISERVATAFiamme sospinte dal maestrale, operativi anche due elicotteri...

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von der Leyen e la 'tattica dell'opossum' con Trump: gesti e sguardi, l'analisi

28 Luglio 2025
Von der Leyen e Trump

(Adnkronos) - Ursula von der Leyen ha avuto "un'esperienza extracorporea" nell'incontro con Donald Trump per l'accordo sui dazi e ha adottato 'la tattica dell'opossum'. Il vertice tra la presidente della Commissione europea e il presidente americano ha portato all'intesa commerciale che, secondo molti osservatori e politici, sarebbe favorevole soprattutto a Washington. Nel mirino finisce von der Leyen, criticata per il risultato ottenuto. 

Il comportamento della presidente della Commissione europea finisce sotto i riflettori e c'è spazio anche per l'analisi del 'body language' di von der Leyen. Il Mirror, in particolare, chiama in causa l'esperta Judi James, che esamina le immagini dell'incontro. I due leader sono seduti su due sedie, divise da un tavolino: von der Leyen tiene costantemente le mani conserte, quando ascolta e quando parla. 

"Il body language di Ursula von der Leyen's body language suggerisce che stia avendo un'esperienza extracorporea mentre ascolta i discorsi di Trump su una serie di argomenti diversi. Ha adottato la tattica dell'opossum, rimanendo seduta immobile e con uno sguardo inespressivo, sebbene ci siano diversi elementi che indichino il suo vero stato d'animo", afferma James. L'opossum, come è noto, quando si sente minacciato da eventuali predatori entra in uno stato simile al coma, fingendosi morto anche per ore. 

Il volto della presidente della Commissione europea "sembra impassibile, sebbene il suo sguardo penetrante suggerisca" un umore diverso. Secondo l'esperta, la "rapida frequenza con cui von der Leyen sbatte le palpebre" suggerisce uno stato di tensione e potrebbe far pensare ad un disaccordo rispetto ad alcune affermazioni di Trump. "Le sue ciglia si muovono rapidamente in un movimento degli occhi spesso innescato dall'adrenalina", spiega James.  

"Ci sono due piccoli gesti che denotano incredulità o disaccordo, senza arrivare ad aperto dissenso. Il sopracciglio viene inarcato mentre Trump parla delle pale eoliche, c'è anche un'evidente deglutizione. E poi c'è la posizione delle mani di von der Leyen. Apparentemente sembra una postura elegante, ma a un esame più attento si vede la mano sinistra serrata con forza e la destra appoggiata sopra, come se la presidente della Commissione europea stesse reprimendo il desiderio di dire la sua". 

 

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Mondiali nuoto, Martinenghi argento nei 100 rana: "Notte passata a vomitare, ho dato tutto"

28 Luglio 2025
Mondiali nuoto, Martinenghi argento nei 100 rana:

(Adnkronos) - Nicolò Martinenghi vince la medaglia d'argento nei 100 metri rana ai Mondiali di Singapore oggi lunedì 28 luglio. L'azzurro, campione olimpico in carica nella specialità, chiude al secondo posto in 58"58 al termine di una gara nuotata in maniera clamorosa. Meglio di lui solo il cinese Qin con 58"23. Per il fuoriclasse azzurro, partenza spaziale e tocco da leader a metà gara, poi il sorpasso di Qin nella progressione finale e la vittoria per la Cina. Bronzo al kirghizo Petrashov. Quinto l'altro azzurro Ludovico Viberti.  

L'azzurro, provato a fine gara, ha raccontato ai microfoni di Sky Sport di aver avuto problemi dopo la semifinale di ieri: "Vuoto dentro, ho passato la notte in bagno a vomitare. Ho dato tutto, ci ho messo il cuore. Sono al settimo cielo, anche se non sembra. Sono felicissimo". Con questo argento, il 25enne di Varese allunga una serie di medaglie incredibile dal 2021, tra Olimpiadi, Mondiali ed Europei. Curiosità: l'argento di oggi arriva esattamente un anno dopo l'oro alle Olimpiadi di Parigi. 

Intanto sorridono anche Thomas Ceccon e Simona Quadarella, che centrano le rispettive finali nei 100 dorso e nei 1500 stile libero. Ceccon, campione olimpico a Parigi, va in finale con il quarto tempo complessivo (52"35) dopo il terzo posto nella seconda semifinale. Fuori Christian Bacico, decimo complessivo in 52''72. Quadarella andrà invece a giocarsi le medaglie nei 1500 stile libero con il terzo crono. 

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Mondiali nuoto Singapore, Martinenghi spaziale: argento nei 100 rana

28 Luglio 2025
Mondiali nuoto, Martinenghi argento nei 100 rana:

(Adnkronos) - Nicolò Martinenghi vince la medaglia d'argento nei 100 metri rana ai Mondiali di Singapore. L'azzurro, campione olimpico in carica nella specialità, chiude al secondo posto in 58"58 al termine di una gara nuotata in maniera clamorosa. Meglio di lui solo il cinese Qin con 58"23. Per il fuoriclasse azzurro, partenza spaziale e tocco da leader a metà gara, poi il sorpasso di Qin nella progressione finale e la vittoria per la Cina. Bronzo al kirghizo Petrashov. Quinto l'altro azzurro Ludovico Viberti.  

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Dazi, Sefcovic: "Accordo Usa-Ue migliore possibile, Trump voleva 30%"

28 Luglio 2025
Ursula von der Leyen e Maros Sefcovic (Afp)

(Adnkronos) - L'accordo sui dazi siglato ieri in Scozia dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, con il presidente Usa, Donald Trump, era il "migliore" possibile nelle circostanze attuali, che sono "molto difficili" per l'Ue. Lo dice il commissario europeo al Commercio Maros Sefcovic, in conferenza stampa a Bruxelles. 

"Questo - afferma - è chiaramente il miglior accordo che potessimo ottenere, in circostanze molto difficili. Voi non eravate presenti in sala ma, se foste stati presenti ieri, avreste visto che abbiamo iniziato con il 30%". Vale a dire che a partire dal "primo agosto" sarebbe stata applicata dagli Usa "una tariffa del 30% sulle nostre esportazioni, il che, praticamente, bloccherebbe tutto il commercio".  

Con l'accordo siglato ieri, invece, "i flussi commerciali salveranno i posti di lavoro in Europa e apriranno un nuovo capitolo nelle relazioni con gli Stati Uniti", con i quali si discuterà "su come adattare i nostri modelli commerciali reciproci, in questa nuova era di geoeconomia e geopolitica". Si tratta di "una risposta politica molto importante, perché non riguarda solo il commercio: riguarda la sicurezza, riguarda l'Ucraina, riguarda l'attuale volatilità geopolitica. Non posso entrare nei dettagli di ciò che è stato discusso ieri, ma posso assicurare che non riguardava solo il commercio", conclude Sefcovic.  

Critiche arrivano dalla Francia. "È un giorno triste quando un'alleanza di popoli liberi, riuniti per affermare i propri valori e difendere i propri interessi, decide di sottomettersi", ha dichiarato il primo ministro francese François Bayrou commentando l'accordo commerciale tra Ue e Usa firmato ieri in Scozia. 

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Tumori neuroendocrini avanzati, ok Ue per cabozantinib in seconda linea di trattamento

28 Luglio 2025
 - FOTOGRAMMA

(Adnkronos) - La Commissione europea ha approvato cabozantinib per il trattamento di pazienti adulti con tumori neuroendocrini, pancreatici (pNet) ed extra-pancreatici (epNet), non resecabili o metastatici ben differenziati, in progressione dopo almeno una precedente terapia sistemica non basata su analoghi della somatostatina. Lo annuncia Ipsen in una nota in cui evidenzia che i tumori neuroendocrini (Net) "possono avere origine in diverse parti del corpo, hanno uno sviluppo per lo più lento e, in caso di progressione, richiedono molteplici linee di trattamento. In caso di progressione, le opzioni terapeutiche disponibili sono però spesso limitate e dipendono dalla sede primaria del tumore, oltre che da altri fattori che rendono complicato definire la sequenza ottimale di trattamenti specifici secondo le esigenze individuali del paziente". In particolare, per il 27% delle persone con Net polmonari non sono disponibili opzioni terapeutiche approvate in caso di progressione a una precedente terapia.  

"La natura complessa dei tumori neuroendocrini e la mancanza di innovazione hanno avuto un impatto significativo sui pazienti, sia dal punto di vista mentale che fisico - dichiara Sandra Silvestri, Evp e Chief Medical Officer, Ipsen - Questa approvazione offre un'opzione terapeutica unica, semplice ed efficace in un'area in cui attualmente esistono poche alternative e, in alcuni casi, nessuna. Siamo pronti a collaborare con le autorità sanitarie locali per rendere cabozantinib disponibile al maggior numero di pazienti possibile, confermando il nostro impegno di lunga data nel fornire terapie innovative in oncologia". 

I tumori neuroendocrini possono avere un impatto significativo sia sulla vita degli individui che sulla società in generale, ricorda la nota. Il 71% dei pazienti riferisce che i Net hanno un effetto negativo sulla vita quotidiana, e il 92% ha dichiarato di aver apportato dei cambiamenti al proprio stile di vita per adattarsi alla malattia. "L'utilizzo sequenziale delle terapie sistemiche rimane complicato nei diversi tipi di tumore neuroendocrino, che possono originare in varie sedi di organo - afferma Marianne Pavel, endocrinologa ed esperta di Net presso il Dipartimento di Medicina 1, Friedrich-Alexander University di Erlangen, Germania - Le terapie disponibili sono limitate e non tutti i pazienti affetti da Net possono beneficiare di quelle attualmente approvate. I progressi come quelli raggiunti con lo studio di fase 3 Cabinet, riconosciuti dall'approvazione di cabozantinib in una vasta gamma di Net, offrono nuove opportunità terapeutiche che possono ritardare la progressione di malattia nei pazienti con Net ben differenziato, indipendentemente dalla sede del tumore neuroendocrino". 

Cabozantinib - descrive la nota - è una piccola molecola che inibisce recettori multipli della tirosin-chinasi come Vegfr, Met, Ret e la famiglia dei Tam (Tyro3, Mer, Axl). Questi recettori di tirosin-chinasi sono coinvolti in processi cellulari normali e patologici, come l'oncogenesi, la metastasi, l'angiogenesi tumorale (la crescita di nuovi vasi sanguigni di cui i tumori hanno bisogno per crescere), la resistenza ai farmaci, la modulazione delle attività immunitarie e il mantenimento del microambiente tumorale. 

L'approvazione della Commissione europea si basa sui dati dello studio di fase 3 Cabinet che ha valutato l'efficacia di cabozantinib rispetto a placebo nei pazienti con pNet o epNet avanzati, in progressione dopo una precedente terapia sistemica. I risultati finali dello studio, presentati nel 2024 al Congresso della European Society for Medical Oncology (Esmo) e pubblicati contemporaneamente sul 'New England Journal of Medicine' hanno dimostrato benefici di sopravvivenza libera da progressione (Pfs) a favore di cabozantinib rispetto a placebo. In particolare - riporta Ipsen - nella coorte pNet, al follow-up mediano di 13,8 mesi, la Pfs mediana è risultata di 13,8 mesi con cabozantinib rispetto a 4,4 mesi con placebo (rapporto di rischio - Hr 0,23 [intervallo di confidenza - Ci 95% 0,12-0,42] p

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Mondiali nuoto 2025, chi è Nicolò Martinenghi: argento nei 100 rana

28 Luglio 2025
Nicolò Martinenghi - Fotogramma/IPA

(Adnkronos) - Nicolò Martinenghi medaglia d'argento nei 100 rana ai Mondiali di nuoto di Singapore 2025. Il fuoriclasse del nuoto azzurro, campione olimpico dei 100 metri rana a Parigi 2024 esattamente un anno fa, si è messo al collo un'altra medaglia scintillante ai Mondiali di Singapore, oggi lunedì 28 luglio con il secondo posto in 58''58 alle spalle del cinese Qin. 

 

L'azzurro ha arricchito così un curriculum stellare: campione europeo nei 50 e nei 100 rana a Roma 2022, campione del mondo nei 100 a Budapest 2022, campione olimpico a Parigi 2024 e ora  

L'exploit del 28 luglio 2024 a Parigi, il momento più alto della sua carriera, era stato il coronamento di un viaggio iniziato nel 2019 con la vittoria nei 100 rana agli Assoluti di Riccione. Il primo squillo, con il crono di 58''75 che per la prima volta aveva abbattuto il muro dei 59'' a livello nazionale. 

La consacrazione alle Olimpiadi di Tokyo 2020 con la medaglia di bronzo nei 100 rana e nella 4x100 metri misti. Poi gli Europei, tappe intermedie prima dei Mondiali in vasca corta di Abu Dhabi 2021: medaglia d'oro nella 4x100 metri misti, argento nei 50 e 100 metri rana e bronzo nella 4x50 metri misti. 

Ai Mondiali di Budapest 2022 ecco poi l'oro nei 100 metri rana e nella 4x100 metri misti, oltre all'argento nei 50 rana. Gli Europei di Roma sono una marcia trionfale con 3 ori: 50 e 100 metri rana oltre alla staffetta 4x100 metri misti, come contorno l'argento nella 4x100 mista. Nei Mondiali di Fukuoka 2023 argento nei 100 rana, risultato bissato ai Mondiali di Doha 2024 (anche nei 50), con l'aggiunta del bronzo nella staffetta mista. Dopo il capolavoro di Parigi, a Singapore arriva l'ennesimo punto esclamativo. Esattamente un anno dopo quella giornata magica sotto la Tour Eiffel.  

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Incendio a Villasimius, distrutti 100 ettari di bosco

28 Luglio 2025
- RIPRODUZIONE RISERVATAPrimo bilancio del Corpo forestale della Sardegna...

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Sardegna, nuovo incendio: fiamme a Orosei, evacuati un resort e diverse case

28 Luglio 2025
Incendio a Orosei

(Adnkronos) - Un nuovo incendio sta creando problemi in Sardegna, evacuati un resort e case a Orosei. Dalle 9 del mattino i vigili del fuoco stanno intervenendo in località Sos Alinos con quattro squadre e dieci mezzi del Comando di Nuoro. Il fumo ha raggiunto le abitazioni ed è stato necessario procedere all'evacuazione anche di un resort. Dall'alto stanno intervenendo due Canadair, il Super Puma e altri elicotteri del servizio regionale e il Drago 143 del Reparto Volo Sardegna del vigili del fuoco. Grande mobilitazione anche via terra, assieme ai vigili del fuoco ci sono anche con il Corpo forestale, Agenzia Forestas, barracelli e Protezione civile. Lungo tutta la costa orientale della Sardegna per oggi l'allerta è rossa con pericolo estremo di incendi. Vicino a Orosei, nel Comune di Siniscola, il sindaco ha preso provvedimenti urgenti anche alla luce di quanto avvenuto ieri a Villasimius: ha firmato un'ordinanza per vietare l'accesso alle spiagge di Berchida e Capo Comino e alla pineta di Mandras.  

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Dazi, accordo Usa-Ue al 15%: chi vince (nessuno) e chi perde (di più e di meno)

28 Luglio 2025
Dazi, accordo Usa-Ue al 15%: chi vince (nessuno) e chi perde (di più e di meno)

(Adnkronos) - L'accordo sui dazi è fatto. Donald Trump incassa il via libera della Ue alle tariffe al 15% sui prodotti europei esportati negli Stati Uniti. Qualsiasi analisi obiettiva non può sfuggire da un dato di fondo: il 'deal' è sempre meglio di un 'no deal', viste le premesse, ma è doloroso e può diventare un pericoloso precedente. Non solo perché fa aumentare i costi per le imprese e i prezzi per i consumatori su tutte e due le sponde dell'Atlantico ma perché rende per la prima volta pienamente efficace 'il metodo Trump', imponendo una soluzione non razionale.  

Visto dal lato americano, il negoziato slegato dalla realtà, perché non esiste una logica economica sottostante all'aumento dei dazi, serve a produrre un presunto vantaggio alla propria parte. Alzata la posta, minacciate conseguenze dure in caso di mancato accordo, si costringe la controparte a chiudere un 'contratto' sfavorevole, pur di averne uno. Uno schema che il presidente americano ha già dimostrato di poter replicare 'n' volte. E che si basa essenzialmente sulla prevaricazione da parte del più forte, di chi può dare le carte in un gioco di cui, sostanzialmente, può anche decidere le regole. Ma dire 'ha vinto Trump', innegabile da un punto di vista negoziale, può rivelarsi sbagliato andando a considerare le conseguenze per l'economia americana e per la qualità della vita degli americani.  

Poi ci sono le valutazioni fatte dall'Unione europea. Con una ragione che ha prevalso sulle altre: il prezzo più alto da pagare è quello dell'incertezza e un accordo, pure svantaggioso, è meglio dello scenario peggiore, una guerra commerciale aperta, che si sarebbe delineato dal 1 agosto. Sicuramente, però, si può dire che la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, e gli stati europei che rappresenta, non hanno vinto e hanno perso limitando i danni.  

Per valutare più a fondo le conseguenze dell'accordo è necessario però entrare nel merito settore per settore e Stato per Stato, considerato che la tariffa al 15% sostituisce quelle applicate fino a oggi ma con diverse eccezioni e, in alcuni casi, spazi di trattativa ancora da esplorare. A una prima ricognizione, l'automotive 'guadagna', passando dal 27,5% al 15%, acciaio e alluminio restano al 50%, diversi dubbi riguardano la farmaceutica. Su questo fronte, in particolare, pende l'indagine sulla sicurezza nazionale che potrebbe suggerire a Trump di imporre nuovi dazi, con l'obiettivo dichiarato di riportare la produzione negli Stati Uniti. Stessa incertezza riguarda elettronica e microprocessori, anche se l'impatto per l'Europa è relativamente limitato.  

Ci sono anche settori che beneficiano dei 'dazi zero', in questo caso con una reale reciprocità: aerei e componenti per aerei, alcuni prodotti chimici e agricoli, le materie prime rare. In linea di massima sono quelli che beneficiano di una strategia 'anti Cina' condivisa da Usa e Ue.  

Fanno discutere, ovviamente, le prima analisi sulle conseguenze per i singoli Stati europei. Come succede in ogni trattativa comunitaria, una soluzione europea ha un peso diverso in base ai volumi e alla qualità delle esportazioni nazionali: l’Irlanda è il Paese più esposto, seguita da Italia, Germania e Francia. A pesare sono, in particolare, i posti di lavoro legati all'export e l'incidenza dei settori più colpiti dai dazi americani. Ovviamente, peseranno non poco gli spazi di trattativa residui, che potranno produrre ulteriori danni o, nella migliore delle ipotesi, qualche aggiustamento positivo. (di Fabio Insenga) 

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Incendio nel Nuorese, tre Canadair in volo a Orosei

28 Luglio 2025
- RIPRODUZIONE RISERVATASul posto 13 squadre dei vigili del fuoco...

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Reggio Calabria, violenza sessuale su minore: arrestato un sacerdote

28 Luglio 2025
Prete - Fotogramma

(Adnkronos) - Sacerdote arrestato oggi, lunedì 28 luglio, per violenza sessuale aggravata nei confronti di un minore. I fatti accaduti all'interno di una comunità parrocchiale di Reggio Calabria, risalirebbero al biennio 2015-2016 e si sarebbero protratti fino al 2020, dopo il raggiungimento della maggiore età da parte del giovane.  

La vittima, all’epoca dei primi episodi un ragazzo di 16 anni, frequentava le attività pastorali e aggregative della parrocchia, organizzate proprio dal sacerdote arrestato. Il prete, approfittando del proprio ruolo e della condizione di disagio familiare vissuta dal giovane, avrebbe instaurato una relazione ambigua, inizialmente alimentata da adulazioni e attenzioni, poi degenerata in episodi di violenza sessuale vera e propria, consumati in luoghi appartati della struttura ecclesiastica.  

L'indagine coordinata dalla Procura di Reggio Calabria diretta dal procuratore Giuseppe Lombardo e sviluppata attraverso riscontri testimoniali, acquisizioni documentali e attività tecniche, ha consentito agli inquirenti di ricostruire la vicenda. 

Il sacerdote si sarebbe servito della propria posizione per manipolare emotivamente il ragazzo, facendolo sentire legato spiritualmente e moralmente alla figura del proprio 'padre guida'. Un rapporto in cui – secondo le indagini condotte dai carabinieri della Compagnia di Reggio Calabria – si sovrapponevano momenti di liturgia, di confidenza e di abuso. In alcuni casi, dopo aver consumato gli atti sessuali, il religioso avrebbe persino impartito una benedizione alla vittima, chiedendo 'perdono' per l’accaduto. Nel corso delle attività investigative è emerso come il ragazzo faticasse a ribellarsi, paralizzato da un sentimento di soggezione e dal timore di perdere il legame con la comunità parrocchiale. Una condizione di subordinazione che il sacerdote – figura di grande carisma e autorevolezza nel contesto ecclesiastico – avrebbe saputo alimentare con strategia e consapevolezza, fino a rendere il giovane incapace di opporsi. L'inchiesta ha consentito, inoltre, di documentare che, anche dopo il trasferimento del sacerdote in una parrocchia della provincia di Cosenza, questi avrebbe continuato a svolgere attività a stretto contatto con minori. Il sacerdote è stato portato in carcere.  

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Gasbarrini (Cattolica): "Ancora 300mila con virus Hcv che si può eradicare"

28 Luglio 2025
Gasbarrini (Cattolica):

(Adnkronos) - "L'epatite B e l'epatite C sono ancora una realtà ben presente nel nostro Paese. Si tratta di due malattie diverse: per l'epatite B esiste una vaccinazione efficace, che rappresenta uno dei più grandi successi della sanità pubblica italiana. Per l'epatite C, invece, non abbiamo un vaccino, ma la disponibilità di farmaci antivirali ha consentito l'eradicazione del virus in oltre 500mila persone. Tuttavia, la battaglia non è ancora vinta. Si stima che nel nostro Paese ci siano ancora almeno 300mila persone positive al virus dell'epatite C, spesso inconsapevoli". Lo ha detto Antonio Gasbarrini, professore di Medicina interna dell'Università Cattolica e direttore scientifico della Fondazione Policlinico universitario Gemelli Irccs di Roma, all'Adnkronos Salute in occasione della Giornata mondiale delle epatiti del 28 luglio. 

"Fino all'inizio degli anni '90 - spiega lo specialista - l'epatite C era sconosciuta, poiché mancavano i test per diagnosticarla. Quando sono diventati disponibili, si è scoperto che in Italia c'era una prevalenza altissima, dal 2,5% al 4%, legata a pratiche sanitarie non sicure negli anni '70-'80. Oggi abbiamo ridotto enormemente questi numeri, ma esiste ancora un 'esercito invisibile' di malati: persone con transaminasi alterate o senza sintomi, che non vengono diagnosticate perché non c'è abbastanza attenzione al problema". 

"L'Italia ha messo in campo una campagna di screening mirata alla popolazione nata tra il 1969 e il 1989, poiché in quella fascia di età l'intervento è risultato costo-efficace. Tuttavia - osserva l'esperto - questa strategia ha dei limiti: l'infezione è presente anche in persone nate prima del 1968, e si sta diffondendo anche tra i giovani, complici l'uso di droghe, pratiche a rischio e la falsa percezione che le malattie sessualmente trasmesse non esistano più". Per questo "dobbiamo intensificare lo screening proattivo, andando a cercare i pazienti sommersi", avverte Gasbarrini. "Le Regioni italiane si sono mosse in maniera disomogenea - riflette - ma è fondamentale cercare i soggetti a rischio: detenuti, tossicodipendenti, persone che hanno subito trasfusioni prima degli anni '90, o che hanno subito interventi o tatuaggi in contesti non controllati. Inoltre - aggiunge - dobbiamo essere attenti nei casi di transaminasi elevate, che non sempre sono dovute a steatosi o abuso di alcol: spesso dietro c'è un'epatite C misconosciuta". 

L'epatite C si cura molto bene. "Gli antivirali ad azione diretta hanno un'efficacia superiore al 95%, con poche settimane di terapia orale, ben tollerata e con minimi effetti collaterali - sintetizza Gasbarrini - Nessun antibiotico ha una potenza paragonabile a questi farmaci. Tuttavia, dobbiamo ricordare che l'eradicazione non conferisce immunità: chi guarisce può reinfettarsi se mantiene comportamenti a rischio. Ecco perché la prevenzione resta fondamentale". 

Il rischio più grande oggi è abbassare la guardia. "Se non intensifichiamo lo screening e l'identificazione precoce - rimarca lo specialista - rischiamo di vedere una riemersione dell'epatite C in Italia. L'epatite C resta una delle prime cause di epatite fibrosi e cirrosi e delle complicanze della cirrosi: dallo scompenso ascitico all'emorragia digestiva, all'encefalopatia porto-sistemica, all'insufficienza epatica e, soprattutto, al tumore del fegato. L'epatocarcinoma - aggiunge - è ancora oggi un big killer nel nostro Paese e spesso rappresenta la conseguenza di un'epatite C non trattata. Ridurre i casi di epatite C significa anche ridurre i trapianti di fegato, liberando organi per altre patologie". Non abbiamo ancora "un vaccino per l'epatite C e non possiamo aspettare - incalza Gasbarrini - Dobbiamo agire con gli strumenti che abbiamo: test, screening, trattamenti. E dobbiamo educare i cittadini e i professionisti sanitari a riconoscere i segnali dell'infezione. Anche in un'epoca in cui crescono obesità, infiammazione cronica e patologie metaboliche come la Mafld", una malattia epatica steatosica associata a disfunzione metabolica, precedentemente nota come Nafld, "non dobbiamo dimenticare che dietro a un aumento delle transaminasi può celarsi l'epatite C".  

Questa malattia "esiste ancora. Ma oggi possiamo curarla e possiamo prevenirla, se non abbassiamo l'attenzione - prosegue l'esperto - Viviamo in un Paese che ha investito nella salute pubblica, ha messo a disposizione dei cittadini terapie di altissima qualità, e si è dimostrato che le campagne di screening per l'epatite C sono costo-efficaci cioè vale la pena investire per diagnosticare la malattia perché l'eradicazione porta a una netta riduzione delle complicanze e dei costi". Si tratta però di identificare le persone che non sanno di essere infette, ma che hanno comportamenti a rischio, e lavorare sulla prevenzione, eliminando i fattori di trasmissione perché, "se non vengono identificate e curate, svilupperanno nella grande maggioranza dei casi, epatite fibrosi cirrosi e le complicanze", mentre abbiamo terapie in grado di eradicare il virus. 

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Giornata epatiti, il gastroenterologo: "Necessario ampliare screening Hcv"

28 Luglio 2025
Giornata epatiti, il gastroenterologo:

(Adnkronos) - "E' assolutamente necessario ampliare la fascia di screening per poter raggiungere gli obiettivi" dell'Organizzazione mondiale della sanità "dell'eliminazione delle epatiti virali, in particolare la C, per il 2030, traguardo difficilmente raggiungibile dalla nostra nazione, ma è sicuramente importante far emergere il sommerso per poter trattare adeguatamente tutte le persone". Lo afferma Stefano Fagiuoli, direttore dell'Uoc di Gastroenterologia, epatologia e trapiantologia dell'Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo e professore di Gastroenterologia presso il Dipartimento di Medicina e chirurgia dell'Università Milano Bicocca, in occasione della Giornata mondiale delle epatiti che si celebra il 28 luglio.  

"L'Italia - spiega Fagiuoli - è stata tra i primi Paesi al mondo ad avviare un formale progetto di screening" per l'Hcv "finanziato dal ministero. Il progetto prevedeva fondamentalmente due grandi categorie: i pazienti afferenti ai Serd", Servizi per le dipendenze, "e alle carceri - per i quali non c'è limite di età - e la popolazione generale nata dal 1969 al 1989, in fase iniziale. Mentre nei Serd e nelle carceri le prevalenze sono sostanzialmente adeguate all'atteso, quindi importanti per un controllo dell'infezione, nella popolazione generale le prevalenze che emergono da queste attività di screening mostrano dei dati molto più bassi rispetto all'atteso, inferiore allo 0,08% in molti casi. Certamente questo ci dà la grande indicazione di ampliare lo screening". 

Per l'esperto "è evidente che, nella popolazione generale, resta rilevante far emergere il sommerso, non solo per un aspetto epidemiologico di identificazione delle epatiti e di riduzione della trasmissibilità - che è comunque un aspetto importante - ma perché i dati ci dimostrano che il 25-28% dei nuovi casi si presentano, generalmente, con malattia già avanzata, con fibrosi o addirittura cirrosi, e quindi con una chiara indicazione al trattamento. Dal momento che abbiamo dei farmaci assolutamente potenti, che permettono di curare oltre il 98% dei casi - ricorda Fagiuoli - identificare i soggetti", inserirli nel "sistema, è una politica sociale sanitaria assolutamente rilevante e necessaria per ridurre il carico generale dell'infezione, ma soprattutto delle morti correlate all'infezione" da Hcv. Questo "vuol dire - conclude lo specialista - un grandissimo risparmio, in prospettiva, in costi sanitari. Anche per questo è assolutamente importante procedere con l'ottimizzazione dello screening". 

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