(Adnkronos) - "Nell'esercizio delle loro attribuzioni i diversi livelli di governo hanno la necessità di coltivare un rapporto tra di loro, al fine di gestire le intersezioni, talvolta intense, tra le rispettive competenze. La gestione delle molteplici forme di intreccio nel riparto delle competenze, in particolare tra Regioni e Stato, riveste un'importanza fondamentale per il buon esercizio dei rispettivi compiti nell'interesse dei cittadini. La Corte costituzionale, al fine di orientare tali rapporti, ha da tempo enunciato il principio della leale collaborazione. Affinchè l'ordinamento della Repubblica funzioni è indispensabile che Regioni e Stato collaborino proficuamente, nei limiti delle competenze proprie stabilite dalla Costituzione o dalle leggi". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo a Venezia al Festivale delle Regioni e delle Province autonome.
"Questo vale -ha puntualizzato il Capo dello Stato- per i diversi livelli di governo ma anche nei rapporti tra i poteri. Lo stesso presidente della Repubblica, pur nella particolare specificità del suo ruolo, è tenuto ad adottare come metodo quello della leale collaborazione".
"L'autonomia comporta il riconoscimento di determinate competenze da esercitare nei limiti stabiliti dal dettato costituzionale e al riparo da sconfinamenti altrui". Con la riforma del Titolo quinto della Costituzione "sono state contestualmente aumentate, in misura rilevante, le competenze legislative delle Regioni. Il principio autonomista, presente sin dall'origine tra quelli fondamentali della nostra Costituzione, ha avuto in tal modo -ha sottolineato il Capo dello Stato- una più ampia attuazione. Il nuovo riparto delle competenze legislative tra Stato e Regioni ha richiesto del tempo per assestarsi: nella fase iniziale si è manifestato una tasso elevato di conflittualità, comprensibile, che la Corte costituzionale, con la sua giurisprudenza, ha, tuttavia, con il tempo ricondotto a livelli fisiologici, assicurando stabilità allo svolgimento delle funzioni tra i diversi livelli territoriali di governo".
"L'autonomia ha trovato in questo modo una adeguata valorizzazione ed è risultato evidente come essa si dimostri efficace e vantaggiosa per la collettività particolarmente quando comporta l'esercizio di funzioni e competenze secondo una ragionevole applicazione dei principi di sussidiarietà, adeguatezza e differenziazione. Termini questi -ha concluso Mattarella- che come sappiamo la nostra Costituzione impiega con riferimento alle funzioni amministrative, ma che costituiscono criteri validi anche con riferimento all'articolazione di quelle legislative".
"Senza la pratica della leale collaborazione diviene impossibile tutelare interessi fondamentali della collettività. Basti pensare alla materia sanitaria e a come, particolarmente in quest’ambito, il concorso di Stato e Regioni nel perseguire i medesimi obiettivi risulti essenziale, perché l’esercizio delle rispettive competenze ha un solo fine, doverosamente comune: il diritto alla salute dei cittadini". Per il sistema sanitario, "soggetto a una dinamica di costi crescenti, accanto al problema delle risorse, che sussiste, con alterne vicende, dal biennio 2088 / 2009, si pongono esigenze di razionalizzazione e di riqualificazione per migliorare i servizi offerti ai cittadini. Una strategia unitaria e la collaborazione tra istituzioni sono necessarie per superare intollerabili divari tra i diversi sistemi sanitari regionali e garantire una copertura universale e un accesso uniforme alle prestazioni sull’intero territorio della nostra Repubblica, obiettivi irrinunciabili di un Servizio sanitario nazionale".
(Adnkronos) - Un uomo di 59 anni è morto dopo essere precipitato da una finestra della sua abitazione a lungotevere Testaccio, a Roma. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione Roma Aventino e della compagnia Roma Centro. Dai primi accertamenti sembrerebbe che si sia trattato di un incidente mentre l'uomo stava montando una zanzariera.
Leggi tutto: Roma, precipita dalla finestra mentre monta zanzariera: morto 59enne
(Adnkronos) - "In vista di Parigi considero Sinner e Alcaraz un livello superiore a tutti gli altri. Penso ci sia un grande divario tra loro due e gli altri. In questo contesto Musetti può inserirsi. Zverev invece non lo vedo, Tsitsipas si è perso e Medvedev non si esprime più a grandi livelli. Dipende molto dal tabellone e dagli incroci ma prevedo una finale come quella di Roma". Così Adriano Panatta, ex tennista, ha commentato all'Adnkronos l'avvicinamento al Roland Garros di giugno.
Panatta ha poi parlato degli Internazionali di Roma e di come "Sinner abbia avuto tre mesi di sosta forzata dove ha subito una grande ingiustizia. Arrivare in finale è stato un ottimo risultato. Alcaraz sulla terra è il più forte di tutti, lo ha ammesso lo stesso Jannik. Sinner invece lo è sul cemento. Ora se la giocheranno loro due al Roland Garros e mi auguro sarà un'altra storia. Finale di ieri? Nel primo set erano molto tesi, sono stati pochi i colpi buoni. Poi dopo la vittoria del primo set Alcaraz si è rilassato e ha espresso un buon tennis portando a casa il match. I due set point un rimpianto per l'italiano? I set point persi sono sempre un rimpianto ma può capitare di lasciarseli sfuggire, è nella logica delle cose".
"Paolini è straordinaria, l'intelligenza tattica è la sua migliore dote. E' anche una lottatrice che non molla una palla e si è meritata ampiamente di vincere il torneo sia in doppio che in singolo", ha poi detto commentando la vittoria di Jasmine Paolini agli Internazionali di Roma nel singolo e nel doppio con Sara Errani.
"Sinner ha fatto un gran torneo visto lo stop di tre mesi. Va detto che si è fermato dall'attività agonistica, ma si è comunque preparato al meglio per il torneo. Restare fuori dall'agonismo però non aiuta e ci vuole un po' per ambientarsi nuovamente. Il bilancio è positivo, ha giocato un bel torneo e fatto vedere un buonissimo tennis in particolare contro Ruud. Roma è un torneo importante e lui l'ha disputato al meglio. La finale? Aver sprecato due set point non significa che se fossero andati bene avrebbe vinto Sinner. A vincere è stato Alcaraz. Il giocatore che gioca meglio adesso e che sulla terra è il più forte di tutti", dice quindi Corrado Barazzutti, allenatore di tennis ed ex tennista n.7 del mondo, all'Adnkronos sugli Internazionali di Roma terminati ieri al Foro Italico.
Il tecnico ha poi guardato avanti facendo un elenco dei suoi favoriti per il Roland Garros: "Sinner e Musetti per l'Italia, Alcaraz e altri giocatori come Ruud, che sulla terra ha sempre fatto bene, sono tra i favoriti alla vittoria del torneo. Ci sono poi molti punti interrogativi come Medvedev o Djokovic ma ritengo che questi 4 siano i maggiori favoriti ad arrivare in fondo", ha continuato.
"La coppia Errani-Paolini? Sara è stata una singolarista tra le più forti del mondo ma è sicuramente tra le giocatrici migliori della storia, insieme alle Williams, nel doppio. Jasmine è una fuoriclasse, anche in coppia con Errani. Stanno emergendo le sue grandi qualità di giocatrice e campionessa che servono per vincere un torneo come Roma sia in singolo che in doppio. Paolini è tra le più forti del mondo in questo momento e merita tutti i riconoscimenti possibili. E' bravissima e sta giocando un tennis stellare", ha aggiunto l'ex tennista.
Leggi tutto: Panatta: "A Parigi sarà ancora Sinner-Alcaraz, sono di un livello superiore"
(Adnkronos) - Effetto Ferragni o no, nell'immaginario dei giovani il mito dell'influencer scivola al 4° posto in favore di mestieri molto meno glamour ma decisamente più alla portata di mano. Secondo una ricerca del magazine di adv e marketing Spot and web, realizzata su un campione di 650 ragazzi di entrambi i sessi tra i 19 e i 28 anni, in testa alla top 10 dei mestieri 'da sogno' più desiderati c'è quello di medico, forse anche a causa dell'abbattimento della soglia d'ingresso alla facoltà di Medicina introdotto recentemente dal governo, con il 19% delle preferenze; segue l'insegnante (17% delle preferenze) che, pur con tutte le sue problematiche - non ultima quella della paga poco concorrenziale con i Paesi del resto Europa - resta pur sempre una garanzia di posto fisso.
In terza posizione si piazza lo 007 digitale, più nello specifico l'esperto di cybersecurity (15%), tra i più gettonati visto che gli attacchi hacker sono sempre più comuni e che, secondo un recente studio realizzato da Aipsa con The European House Ambrosetti, un'azienda su quattro in Italia è alla ricerca di consulenti esperti in sicurezza informatica, domanda peraltro in continua crescita. Solo quarti, come dicevamo, gli influencer / creator, che comunque mantengono un buon 13% delle preferenze. Al quinto posto si rimane nell'ambito digitale con un altro settore che ora va per la maggiore, quello dell'Intelligenza Artificiale: l'11% degli intervistati vorrebbe infatti fare l'IA engineer, ovvero professionisti che progettano e costruiscono sistemi di Intelligenza Artificiale, sia software che hardware, con uno stipendio fino a 6mila euro al mese. Sulla spinta della ripresa del turismo, sesta piazza per i consulenti di viaggio, coloro che pianificano le vacanze alla gente, con l'8%. Settimo posto per il tecnico di impianti fotovoltaici (7%), trainato dalla svolta green degli ultimi anni. Ottava posizione per il gestore retail, figura professionale che opera nella vendita al dettaglio e nell'assistenza ai clienti (4%), seguito dallo specialista in marketing e comunicazione col 2% e dall'autista di mezzi pubblici (1%).
Sul boom degli esperti in cybersecurity, interviene Matteo Adjimi, presidente del cda di Argo, azienda italiana lche opera nel settore dell'intelligence e della sicurezza informatica specializzata in consulenze strategiche per imprese: "Notizie recenti come il blackout in Spagna e Portogallo o il caso Paragon o ancora i numerosi attacchi hacker subiti con sempre maggior frequenza da aziende e istituzioni, non solo stanno risvegliando l'interesse dell'opinione pubblica ma anche dei giovani che si affacciano al mondo del lavoro. La sicurezza informatica oggi è sempre più centrale ed è tema di interesse nazionale che merita un occhio di riguardo da parte sia dei media che delle agenzie che offrono impieghi. Non va sottovalutato nemmeno il valore degli stipendi, dato che si parla di retribuzioni base che sfiorano i 40.000 euro all'anno".
Leggi tutto: Tramonta mito influencer, per giovani meglio medico o insegnante
(Adnkronos) - Raz Degan si racconta a Francesca Fagnani nella puntata di 'Belve' in onda domani, martedì 20 maggio, in prima serata su Rai2.
L'attore, parla di quel ‘Sono solo fatti miei’, lo spot che lo ha reso famoso e dice: “Quattro battute possono cambiare la vita. Queste quattro parole hanno seminato un mio percorso di vita incredibile”. “Lei cosa ha pensato, che fortuna o me lo merito?” chiede Fagnani. “Fai più soldi possibile che dura poco!”, la sua risposta sincera.
Incalzato dalle domande della giornalista, Raz Degan per la prima volta parla del blitz con cui le forze dell’ordine lo sorpresero con Paola Barale mentre erano in vacanza all’isola D’Elba, con sequestro di droga. Una vicenda, ha ricordato Fagnani, dalla quale sono stati entrambi assolti. “Un’invenzione, era tutto finto. La macchina mediatica era la vera belva”. “Ma il blitz c’è stato?” sottolinea Fagnani. “Come no! Una cosa allucinante, a un certo punto sono arrivate venti macchine”, ma “a qualcuno non piaceva il nostro successo”, sottolinea, prima di raccontare a Fagnani di fare uso di Ayahuasca. “Non è una droga, è un allucinogeno. Ti può illuminare, come ti può portare dentro l’inferno. A me ha aiutato”.
Sul rapporto con Paola Barale, Raz Degan rivela a Fagnani di non considerare la loro storia d’amore un fallimento: “Quanta popolarità abbiamo avuto e quanti bastoni tra le ruote ci hanno messo: non lo definisco un fallimento il nostro rapporto. Se siamo stati insieme 14 anni vuol dire che c’era qualcosa di più profondo” di un tradimento.
Fagnani ricorda all’attore che all’Isola dei famosi Rocco Siffredi aveva riferito a Malena “una sua confidenza, che non fa più sesso dai 30 anni e che è solo spirituale”. “Ho praticato ‘brahmachari’, cioè mantenere l’energia sessuale dentro per motivi spirituali”, spiega Degan. “Quindi non fare sesso?”, chiede Fagnani. “Fai sesso ma non eiaculi. Lo pratico ancora oggi, da oltre 20 anni”, risponde lui.
Leggi tutto: Raz Degan e il sesso spirituale: "Lo faccio, ma non arrivo in fondo"
(Adnkronos) - Una rete di 25 centri di sviluppo clinico nel mondo, di cui uno in Italia, il sostegno e la partecipazione a diverse iniziative in favore di pazienti, caregiver, medici e istituzioni per contribuire a rendere più efficienti i trial clinici e sensibilizzare sulla loro importanza: è l’impegno nella ricerca che si conferma al centro di Novo Nordisk anche in occasione della Giornata mondiale degli studi clinici che si celebra domani, 20 maggio. In Italia, dall’apertura nel 2024 del Centro di sviluppo clinico (Cdc, Clinical Development Center) sono più di 1200 i pazienti attualmente coinvolti nei trial in circa 300 centri attivi per migliorare la vita delle persone con malattie croniche come diabete, obesità e patologie cardiovascolari, patologie rare - emofilia e anemia falciforme - Alzheimer e malattie epatiche (Mash). Tra il 2025 e il 2026 la crescita del numero di studi clinici è stata superiore al 50% con il coinvolgimento di circa 2.400 nuovi pazienti con un focus nel campo dell’obesità: un incremento esponenziale che - informa una nota - ha un impatto anche sull’occupazione nel nostro Paese, con l’aumento del 100% del team della farmaceutica specializzato interamente dedicato alla ricerca clinica.
"Novo Nordisk si sta espandendo molto in nuove aree terapeutiche. L'azienda, mantenendo un focus per il 90% su obesità e diabete - spiega Amale Chalfoun, Clinical, Medical and Regulatory Director di Novo Nordisk Italia - oggi è sempre più impegnata anche nelle malattie rare e croniche non trasmissibili a 360 gradi, dove la ricerca di soluzioni per le malattie cardiovascolare sta assumendo un ruolo sempre più importante. Con questa crescita, l’Italia, che è un Paese considerato strategico, dovrà e potrà contribuire ancora di più, aumentando il numero di studi clinici e di pazienti arruolati. Il nostro obiettivo è rendere l’Italia ancora più attrattiva e competitiva nell’ambito della ricerca clinica".
La ricerca clinica è una priorità per il Paese. Nell’agenda del ministero della Salute è considerata un pilastro della sanità che va sostenuta con investimenti e con collaborazioni tra istituzioni pubbliche e private per favorire l’avanzamento delle conoscenze mediche, contribuire ad attrarre investimenti e garantire ai pazienti l’accesso a terapie innovative e sicure. Novo Nordisk va esattamente in questa direzione con la convinzione che continuare a investire in questo settore significa investire nel futuro, nella salute dei cittadini e nella competitività economica del Paese con un impegno nel contribuire a rendere l’Italia sempre più attrattiva e competitiva in ottica europea.
Un esempio è il supporto a progetti che evidenzino la rilevanza della ricerca e il suo ruolo strategico in Italia con l’obiettivo di ottimizzare l’efficienza ed efficacia dei suoi processi. Tra questi, Care, Clinical Advancement and Research Excellence, un’iniziativa coordinata da un Comitato direttivo multidisciplinare e permanente composto da rappresentanti delle principali società scientifiche ed esperti di settore. Il progetto ha l’obiettivo di identificare soluzioni concrete e attuabili in grado di snellire i processi e le procedure che regolano gli studi clinici per portare maggiore efficienza al sistema. "Il nostro è un impegno a 360 gradi - rimarca Chalfoun - Vogliamo contribuire a far sì che la ricerca clinica italiana sia sempre più all'avanguardia, sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza degli studi clinici, ma soprattutto aiutare il paziente ad avere un accesso accelerato alle nuove terapie, rispondendo ai bisogni terapeutici non ancora soddisfatti".
Leggi tutto: Giornata studi clinici, in 2 anni +50% trial per Novo Nordisk Italia
(Adnkronos) - Fondirigenti, il fondo di Confindustria e Federmanager leader in Italia per la formazione manageriale, rinnova il proprio impegno nella valorizzazione dei giovani talenti e nella promozione della managerialità con il lancio della sesta edizione di D20 Leader. Un percorso d’eccellenza, i cui partecipanti saranno selezionati sulla base di criteri meritocratici. Il percorso prevede oltre 300 ore di formazione tra lezioni, laboratori e study tour in Italia e all’estero, e l’opportunità mettere in pratica quanto appreso con concrete esperienze professionali in azienda.
"Con la sesta edizione di D20Leader - spiega il presidente di Fondirigenti Marco Bodini - vogliamo dimostrare e consolidare il nostro impegno verso le nuove generazioni valorizzando l’enorme potenziale dei giovani più meritevoli, puntando sulla formazione di futuri manager pronti a entrare subito nel mondo del lavoro, sia nelle imprese sia nelle organizzazioni. Attraverso un percorso formativo innovativo, incentrato sulle competenze chiave per affrontare al meglio le sfide professionali di domani, vogliamo contribuire a rafforzare il capitale manageriale necessario all’innovazione, un patrimonio di competenze di cui il nostro Paese ha urgente bisogno".
I tratti distintivi di D20Leader, che nelle precedenti edizioni ha raccolto oltre duemila candidature, risiedono nella visione alta e allo stesso tempo concreta e originale dell’iniziativa, nel taglio non accademico e incentrato sulla condivisione di esperienze di alto profilo, volte ad offrire ai partecipanti nuove ‘lenti’ per interpretare e giocare un ruolo di primo piano in una realtà economico - produttiva in rapida evoluzione. I giovani selezionati avranno l’opportunità di immergersi in un’esperienza altamente professionalizzante, che fornirà loro una ampia base di conoscenze, sia sulle soft skill necessarie a svolgere il ruolo di innovatore, sia sulle principali tendenze che caratterizzano il mondo del lavoro (attuale e futuro).
Le testimonianze di eccellenza sono, insieme agli study tour nazionali ed europei, le peculiarità del progetto, che coinvolge opinion leader, manager, rappresentanti dei sistemi associativi, aziende, organizzazioni e istituzioni, offrendo in tal modo ai partecipanti modelli ai quali ispirarsi e una migliore conoscenza del loro futuro perimetro d’azione. A titolo esemplificativo, i temi trattati potranno riguardare: macro-trend socioeconomici, sostenibilità, innovazione e digitalizzazione, governance, oltre a competenze individuali, come public speaking, career coaching e team building. Il progetto prevede oltre 300 ore di formazione, in presenza e online (dal 29 settembre a fine novembre 2025). Un’esperienza professionale diretta in ambito aziendale completerà il percorso (a partire da gennaio 2026), offrendo ai partecipanti l’opportunità di sperimentare e applicare quanto appreso, con ritorni diretti in termini di orientamento ed opportunità professionali.
"Con D20Leader - spiega il dg del Fondo Massimo Sabatini - Fondirigenti conferma e rinnova il proprio impegno nei confronti dei giovani talenti, in continuità con le attività di ricerca sviluppate e con l’attenzione dedicata a questo tema attraverso gli ultimi avvisi del Fondo. Il nostro obiettivo è contribuire alla formazione dei leader di domani, offrendo loro già oggi opportunità concrete per investire nel proprio futuro. Si tratta di un investimento ad alto valore aggiunto, che rafforza l’attrattività delle imprese italiane e, più in generale, del nostro Paese. In un contesto globale sempre più competitivo, dove i giovani sono fondamentali per sostenere l’innovazione, è essenziale saperli attrarre e valorizzare".
D20Leader si rivolge a giovani meritevoli, nati tra il 1/01/1998 e il 31/12/2003 e in possesso dei seguenti requisiti: laurea triennale e master di primo livello già conseguito o da concludere (entro il 31/12/25); laurea triennale e conseguimento di laurea magistrale (entro il 31/12/25); conseguimento di laurea magistrale o laurea a ciclo unico. Queste le aree accademiche previste: scienze matematiche e informatiche; scienze fisiche; scienze chimiche; scienze biologiche; ingegneria civile, industriale e dell’informazione; scienze pedagogiche e psicologiche; scienze giuridiche; scienze economiche e statistiche; scienze politiche e sociali.
(Adnkronos) - Le due sfide che valgono lo scudetto, nell'ultima giornata di campionato, Como-Inter e Napoli-Cagliari si disputeranno venerdì 23 maggio alle 20.45 (diretta Dazn). E' quanto ha deciso il Consiglio della Lega Serie A in corso a Milano. In questo modo la squadra di Inzaghi avrà anche più tempo per preparare la finale di Champions League contro il Paris Saint Germain in programma il 31 maggio all'Allianz Arena di Monaco di Baviera (ore 21).
Sabato 24 maggio le due partite che non incidono sulla classifica e che non avevano bisogno della contemporaneità: Bologna-Genoa sarà disputata alle ore 18 (Dazn) e Milan-Monza alle 20.45 (Dazn), mentre domenica 25 maggio alle 20.45 il resto del programma, con Atalanta-Parma (Dazn), Empoli-Verona (Dazn-Sky), Lazio-Lecce (Dazn-Sky), Torino-Roma (Dazn), Udinese-Fiorentina (Dazn) e Venezia-Juventus (Dazn-Sky).
Leggi tutto: Napoli-Cagliari e Como-Inter si giocano venerdì 23 maggio
(Adnkronos) - È dedicato a Cimabue, figura cardine della pittura medievale italiana e autentico precursore del Rinascimento, il nuovo Volume d'Arte Menarini, presentato in un contesto di rara suggestione: la Chiesa di San Domenico di Arezzo, proprio di fronte al celebre Crocifisso del maestro fiorentino, uno dei suoi capolavori assoluti.
Un momento carico di simbolismo, che ha unito arte, ricerca e riflessione. Miriam Fileti Mazza, storica dell'arte di fama internazionale, per quarant'anni docente alla Scuola Normale Superiore di Pisa e autrice del volume edito da Pacini Editore, ha raccontato al pubblico il valore artistico e spirituale dell'opera di Cimabue: "Un eccelso precursore del Rinascimento, autore di opere che spianarono la strada ad una rappresentazione del sacro molto più realistica e umana che in passato. Nella seconda metà del Duecento il talento di questo sommo interprete della pittura ha segnato il suo tempo e i secoli a venire", che quindi ha avuto un ruolo maggiore del riconosciuto maestro di Giotto.
"Nell'essenzialità di un'armonia silenziosa, Cimabue è stato capace di emozionare e condurre verso un sentimento di riflessione per la religiosità, al di sopra di ogni fede o dogma - ha dichiarato Miriam Fileti Mazza - Il Volume d'Arte Menarini su questo grande maestro ripercorre il racconto visivo di colui il quale, uscendo dalla primitiva pittura bizantina, aprì la strada alla nuova arte che avrebbe condotto poi al Rinascimento. La sua pittura lontana nel tempo si riappropria della percezione, donando ancora mistero, naturalezza e il fascino antico delle origini".
"In un mondo frenetico, dove regnano velocità e disattenzione, approfondire Cimabue mi ha riportato alla calma, al silenzio e alla lentezza - ha raccontato l'autrice del Volume d'Arte Menarini - È un artista che ci invita alla riflessione, non solo religiosa ma esistenziale, e ci riconnette con il concetto di bello, inteso come esperienza profonda".
Nel corso dell'evento è intervenuta anche la storica dell'arte Liletta Fornasari, che ha guidato i presenti in un viaggio nella bellezza della basilica gotica aretina, arricchendo il racconto con aneddoti e letture storiche.
L'iniziativa è anche parte di un progetto culturale di lunga durata. Come ha ricordato Lucia Aleotti, azionista e membro del Board Menarini, la pubblicazione rientra nella storica collana di Volumi d'Arte che l'azienda farmaceutica porta avanti dal 1964. "Ogni anno - ha spiegato - scegliamo un grande esponente dell'arte italiana per raccontarlo in modo accessibile. Dopo aver attraversato secoli e città - da Spello a Firenze, da Venezia ad Arezzo - ora omaggiamo Cimabue, che con la sua visione rivoluzionaria ha aperto la strada alla grande stagione dell'arte rinascimentale".
Una scelta, quella dell'impegno culturale, che affonda le radici nella stessa missione aziendale: "Siamo un'Azienda proiettata verso il futuro, impegnata nella ricerca scientifica e nell'innovazione - ha aggiunto Lucia Aleotti - ma non vogliamo dimenticare le nostre radici. Come la scienza, anche l'arte nasce dalla ricerca: delle proporzioni, delle tecniche, dell’armonia. Valorizzare questa eredità ci aiuta a riconoscerci in una storia che appartiene a tutti".
"Portare avanti la tradizione dei Volumi d'Arte Menarini significa coltivare la bellezza come parte della vita quotidiana - hanno commentato Lucia e Alberto Giovanni Aleotti, entrambi azionisti e membri del Board di Menarini - Da oltre 60 anni queste monografie, che si contraddistinguono per il loro linguaggio semplice, avvicinano all'arte anche chi non pensava di potersene innamorare". Un'eredità che oggi Menarini valorizza anche attraverso il progetto "Pills of Art", brevi video divulgativi in otto lingue, visibili sul canale YouTube dell'Azienda, per rendere l'arte ancora più accessibile.
La presentazione ad Arezzo è stata, dunque, molto più di un semplice appuntamento culturale: è stata la celebrazione del coraggio di un artista che ha osato oltre i confini della sua epoca. "Senza il coraggio di Cimabue - ha ricordato Fileti Mazza - non ci sarebbe stato Giotto. E senza la memoria dei maestri, non può esserci innovazione vera".
(di Paolo Martini)
Leggi tutto: Il coraggio di Cimabue rivive nel nuovo Volume d'Arte Menarini
(Adnkronos) - Piacenza expo si prepara ad ospitare dal 21 al 23 maggio 2025 la seconda edizione Cybsec-expo, la fiera di riferimento in Italia per la sicurezza informatica e la protezione dei dati e delle infrastrutture critiche, organizzata da mediapoint & exhibitions di Fabio Potestà. Nel corso della tre giorni alla Fiera di Piacenza saranno presentate le più avanzate contromisure contro la crescente minaccia degli attacchi informatici, sempre più sofisticati e pervasivi, rivolti alle infrastrutture critiche del Paese: reti idriche, del gas, elettriche e dei trasporti. Esperti italiani e internazionali di cybersecurity illustreranno soluzioni innovative per rafforzare la resilienza e la sicurezza dei sistemi strategici nazionali.
La protezione dei dati sensibili è una sfida trasversale che riguarda l’intero tessuto produttivo del Paese, dalle grandi industrie alle piccole realtà a conduzione familiare. A confermare la criticità del quadro è il “Rapporto Cyber Index Pmi 2024”, che evidenzia una preoccupante fragilità del comparto delle piccole imprese italiane sul fronte della cybersecurity. Solo il 15% delle Pmi adotta infatti un approccio strutturato alla sicurezza digitale, mentre il 56% si dichiara poco consapevole o del tutto impreparato ad affrontare le minacce informatiche. Ancora più allarmante è il dato secondo cui il 44% delle imprese, pur riconoscendo l’esistenza del rischio, non adotta alcuna contromisura efficace.
“Gli attacchi cibernetici stanno diventando sempre più sofisticati, mirati e difficili da intercettare. E il loro impatto è sempre meno trascurabile. Secondo i dati del primo Osservatorio Security Risk condotto da Aipsa, a seconda della dimensione delle aziende, i danni causati da queste minacce possono variare da qualche decina di migliaia di euro fino a 345 milioni. Al contrario, puntare su investimenti mirati alla cybersecurity può tradursi in un beneficio che per le imprese più grandi può superare i 30 milioni di euro. Per arginare questo fenomeno occorre puntare sulle competenze dei security manager, per le imprese più grandi, e su un sistema di mutua collaborazione per le realtà più piccole. In palio c’è la sicurezza del sistema-Paese”, spiega Alessandro Manfredini, presidente dell’Associazione Italiana dei Professionisti della Security Aziendale (Aipsa).
Aggiunge Roberto Ciccarelli, presidente dell’Associazione Nazionale Italiana per L’Automazione (Anipla): “Nel contesto dell’industria moderna, la convergenza tra sistemi Ot (Operational Technology) e IT ha ampliato in modo significativo il perimetro d’attacco delle infrastrutture produttive. I rischi legati alla sicurezza informatica nei sistemi industriali non riguardano più solo la perdita di dati, ma impattano direttamente sulla continuità operativa, sulla qualità dei processi e, in alcuni casi, sulla sicurezza fisica degli impianti e delle persone”. “Per questo Anipla guarda con grande interesse a Cybsec-EXPO”, aggiunge Ciccarelli, “che rappresenta un’occasione strategica per promuovere consapevolezza, competenze e dialogo tra mondo industriale, esperti di cybersecurity e istituzioni. Solo una visione integrata e collaborativa può garantire un’innovazione tecnologica davvero resiliente e sostenibile nel tempo”.
Cybsec-expo si svolgerà contestualmente ad altre due manifestazione di riferimento per il settore dell’energia: Hydrogen-expo e nuclear power-expo. A testimoniare la rilevanza delle tre iniziative l’ampio sostegno istituzionale raccolto, con numerosi patrocini concessi sia dalle principali organizzazioni di categoria che da enti e istituzioni di primo piano. Tra tutti, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, la Regione Emilia-Romagna, il Comune di Piacenza, la Conferenza delle Regioni e delle Provincie autonome e ancora, l’Agenzia nazionale per le nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo economico sostenibile (Enea) e il Gruppo Sogin. Le manifestazioni saranno accompagnate da un fitto programma di incontri, convegni e workshop, i cui dettagli sono disponibili sul sito web dedicato (https://cybsec-expo.it/le-conferenze/).
Air tech italy, l’Associazione dell’industria aeroportuale italiana, per esempio, promuove per mercoledì 21 maggio 2025 (ore 16.00 – Sala F) un panel tematico dal titolo “Cybersecurity nell’era della NIS2: rischi e opportunità nel settore aeroportuale” nel quale “si metteranno a confronto esperti istituzionali e industriali su uno dei temi più urgenti per l’aviazione europea”, spiega il Consigliere del Board, Marco Labricciosa Gallese, rappresentante per il segmento Information Technology, moderatore dell’incontro. “La Direttiva NIS2 impone nuovi obblighi e ridefinisce le responsabilità nella protezione delle infrastrutture critiche: un cambiamento che impatta profondamente anche il mondo aeroportuale. Il dibattito affronterà aspetti normativi, strategici e operativi, ponendo l’accento su supply chain, governance, integrazione con il GDPR e resilienza industriale”.
Fabio Potestà, direttore di Mediapoint & exhibitions, ha commentato: “Con cybsec-expo vogliamo offrire una piattaforma concreta di confronto e aggiornamento su un tema strategico come la sicurezza informatica. In un contesto in cui le minacce digitali evolvono con rapidità, è fondamentale favorire il dialogo tra imprese, istituzioni ed esperti per costruire insieme una cultura della resilienza digitale. Piacenza Expo si conferma il luogo ideale per ospitare questo scambio di competenze e visioni, in un momento cruciale per il futuro della cybersicurezza italiana.”
Come da tradizione, poi, per tutti gli eventi firmati Mediapoint & exhibitions, anche in occasione di cybsec-expo è prevista l’esclusiva cena di gala riservata ai partecipanti della kermesse e ai loro ospiti. La serata si svolgerà il 22 maggio nella splendida cornice della Sala degli Arazzi della Galleria Alberoni di Piacenza, offrendo momenti di networking in un contesto di grande prestigio storico e culturale.
Leggi tutto: Digitale, dal 21 al 23/5 a Piacenza innovazione e confronto per cybersecurity italiana
(Adnkronos) - Doveva essere un gesto simbolico, un tributo di alto valore culturale e istituzionale alla Festa della Repubblica. E invece rischia di trasformarsi in un caso spinoso, carico di interrogativi: cosa è andato storto nella proposta di registrare l'Inno d'Italia con l'Orchestra e il Coro del Teatro La Fenice da Piazza San Marco, nel cuore iconico di Venezia?
L'idea - promossa dal'Anfols, l'Associazione nazionale delle Fondazioni Lirico-Sinfoniche, e accolta dal ministero della Cultura, che avrebbe stanziato 40mila euro per realizzare e trasmettere il 2 giugno su RaiUno, subito dopo il Tg1 delle 20, il contributo musicale - sembrava destinata a nobilitare il patrimonio operistico italiano. Ma l'entusiasmante proposta si è presto scontrata con una realtà più complessa, come emerge da una ricostruzione dei fatti secondo quanto più fonti hanno riferito all'Adnkronos.
Alla richiesta di partecipazione, i sindacati locali della Fenice avrebbero presentato una richiesta economica intorno ai 44.000 euro, più 10.000 circa di spese per la Fondazione relative soprattutto alla logistica. Essendo le maestranze della Fenice già stipendiate dalla Fondazione, la richiesta sarebbe stata per indennità extracontrattuali dei lavoratori. La cifra totale sarebbe stata considerata da alcuni, anche all'interno della stessa Fondazione, fuori scala rispetto a quanto avrebbero chiesto altre prestigiose orchestre italiane o internazionali.
Il sovrintendente della Fenice, Nicola Colabianchi, trovandosi nell'impossibilità di coprire tali costi, avrebbe proposto una soluzione alternativa: utilizzare solo l’Orchestra, escludendo il Coro. Ma anche questa ipotesi sarebbe stata respinta, con il rischio concreto che la Fenice non partecipi affatto a un evento pensato proprio per valorizzare le massime istituzioni musicali del Paese.
Nel frattempo, a offrire una nota di contrasto sarebbe stata la disponibilità, completamente gratuita, del tenore Vittorio Grigolo, uno dei nomi più riconosciuti a livello internazionale, che si sarebbe detto pronto a cantare l'Inno a titolo istituzionale, nonostante gli impegni. Anche il direttore dell'Orchestra, il maestro Daniele Callegari, si era reso disponibile gratuitamente.
È davvero un problema di costi insostenibili o si tratta di una mancanza di volontà? E' solo una rivendicazione sindacale o una grande occasione persa per dimostrare senso civico e spirito repubblicano? Le domande restano aperte, mentre il caso scoppia a Venezia proprio il giorno in cui arriva in città il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per partecipare al Festival delle Regioni.
Leggi tutto: 2 giugno, Venezia dice no all'Inno d'Italia? Il caso Fenice accende la polemica
(Adnkronos) - Dagli esordi nel mondo dello spettacolo alla relazione con Flavio Briatore. Elisabetta Gregoraci in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, ripercorre le tappe fondamentali della sua carriera, tra successi e occasioni mancate. Come quando fece il provino per Striscia la Notizia e il suo ruolo da velina alla fine venne assegnato a Elisabetta Canalis.
Elisabetta Gregorarci ha raccontato che il suo primo provino è stato a 18 anni per uno spot per la Fanta: "Mi presero", ma pensò "mamma, sono tanti soldi, che devo fare?" e aprì il suo primo conto in banca. Il consiglio d'oro che ricorda ancora oggi è quello che le ha dato Pippo Baudo: "Sorridi sempre, usa il diaframma quando parli. E sii te stessa", ha ricordato la showgirl al Corriere.
Non è stato un anno semplice racconta Gregoraci: "La scorsa estate non sono stata bene, troppo stress, mi si erano abbassate le difese immunitarie. Ho accusato il distacco da mio figlio, che è andato a studiare in Svizzera".
Il figlio, Nathan Falco, nato dall'amore con Flavio Briatore, oggi ha 15 anni: "Riceve una paghetta mensile e deve saperla gestire, capire che niente è dovuto e non tutti hanno le sue possibilità", ha detto sottolineando che tra i due genitori lei è "la più severa". "L'ho portato a fare un giro degli orfanotrofi in Kenia, dove i bambini hanno un giocattolo in quindici, ci tengo a fargli capire che è un privilegiato", ha aggiunto.
I rapporti con Briatore sono rimasti "ottimi" e Elisabetta ammette di volergli davvero molto bene: "Ci siamo impegnati e abbiamo trovato un equilibrio, mettendo al primo posto nostro figlio. Molti ragazzi vengono utilizzati per scontrarsi, noi non lo abbiamo fatto. A volte discutiamo, è normale, però abbiamo fatto un ottimo lavoro". Ancora oggi, molti non credono che il loro sia stato un vero amore: "Parlano della differenza d’età, dei soldi, tutte cavolate. Se non fossi stata innamorata di Flavio non ci sarei rimasta 13 anni. Tredici anni, mica sei mesi. E non gli starei accanto ancora oggi", dice lei.
E del loro periodo insieme, Gregoraci ricorda quando una volta di notte prese il telefono di Briatore per controllarlo: "Flavio dormiva, ho preso il suo dito e l’ho usato per sbloccare i messaggi". Ma cosa ha scoperto? "Niente". E menomale, perché Elisabetta dice con certezza: "Un tradimento non lo perdonerei mai. Sono calabrese", ha aggiunto.
(Adnkronos) - La serata televisiva di ieri, domenica 18 maggio, ha visto la finale di 'Amici 24' su Canale 5 conquistare il gradino più alto del podio degli ascolti. Il talent show condotto da Maria De Filippi, che ha incoronato vincitore il ballerino Daniele Doria, ha incollato allo schermo ben 3.786.000 spettatori, pari al 26,9% di share, confermando l'affetto del pubblico per uno dei programmi più longevi del panorama televisivo italiano (nelle otto puntate che hanno preceduto la finale il talent ha conquistato la media del 26,7% di share).
Al secondo posto si posiziona 'Che Tempo Che Fa' sul Nove. Il talk show condotto da Fabio Fazio ha interessato 1.694.000 spettatori e il 9,3% di share mentre lo 'Speciale Porta a Porta' su Rai1 ha raccolto 1.300.000 spettatori, con uno share del 7,7%.
Fuori dal podio troviamo 'Report' su Rai3 che ha siglato 1.097.000 spettatori e il 6,1% di share mentre Italia 1 con il film 'La mummia' ha intrattenuto 787.000 spettatori (4,6% share). A seguire: Rai2 con 'N.C.I.S. – Unità Anticrimine' (674.000 spettatori, 3,6% share) e 'N.C.I.S. Origins' (682.000 spettatori, 3,8% share); Rete 4 con 'Zona Bianca' (587.000 spettatori, 4, 2% share); Tv8 con 'L’uomo sul treno' (245.000 spettatori, 1,5% share) e La7 con 'La Mala – Banditi a Milano' (203.000 spettatori, 1,7% share).
In access prime time la sfida è stata nuovamente da Rai1 con 'Affari Tuoi' con 4.881.000 spettatori (26,9% share) mentre su Canale 5 'Paperissima Sprint' che ha raggiunto 2.361.000 spettatori (13% share).
Leggi tutto: Ascolti tv, finale 'Amici' domina prime time domenica
(Adnkronos) - "L’intronizzazione di Papa Leone XIV è stata una giornata di quelle che restano nel cuore. Ogni Papa è unico e irripetibile e così, ne sono certo, sarà per Leone XIV. In questi primi giorni ha già manifestato umiltà, forza, cultura ed entusiasmo". E' quanto ha dichiarato Kamel Ghribi, presidente di Gksd Investment Holding e vice presidente del Gruppo San Donato, in occasione dell'insediamento di Papa Leone XIV.
"Ho incontrato tanti amici da tutto il mondo, alcuni li avevo già visti ai funerali del compianto Papa Francesco e avevamo parlato con la tristezza nel cuore per la scomparsa di un grande uomo - ha ricordato Ghribi - Ieri a San Pietro c’era la gioia e il sorriso perché il mondo ha già capito che la Chiesa di Roma avrà un Papa davvero straordinario".
Secondo il presidente di Gksd, "le sue parole sono energia viva per chi è in cammino spirituale e ha descritto bene l’inquietudine nella ricerca di Dio. Questo vale anche per chi appartiene a fedi diverse. Leone XIV è stato umile e ha detto: 'Sono stato scelto senza alcun merito e, con timore e tremore, vengo a voi, come un fratello che vuole farsi servo della vostra fede e della vostra gioia.'. Il Santo Padre è stato concreto e visionario e ha indicato la strada: 'Costruire un mondo nuovo dove regni la pace'". "Sua Santità ha concluso con un messaggio universale nel quale anch’io mi riconosco: 'Camminiamo incontro a Dio e amiamoci a vicenda tra di noi”. E come dicono i cattolici : W il Papa!'", ha concluso.
Leggi tutto: Papa, Ghribi (Gksd): "Mondo ha già capito che Leone XIV davvero straordinario"