
(Adnkronos) - Nel giorno della scomparsa di Giorgio Armani, avvenuta oggi 4 settembre, un dettaglio assume un significato nuovo e simbolico: il recente acquisto della Capannina di Franceschi, storico locale situato nel cuore della Versilia. Un gesto che appare come l'ultimo atto d'amore dello stilista.
Giorgio Armani ha acquistato lo storico locale fondato nel 1929, in un ultimo ‘atto d’amore’ che segnato la fine dell'era Guidi e l'avvio di un nuovo corso. La Maison ha acquisito la proprietà dagli eredi di Gherardo Guidi, che con la moglie Carla ha gestito il locale negli ultimi 48 anni. Per Giorgio Armani, da sempre legato a Forte dei Marmi, "rifugio personale e luogo di vacanza, questa acquisizione rappresenta un gesto affettivo, un ritorno alle origini - lì negli anni Sessanta conobbe il suo amico e socio Sergio Galeotti - e un tributo alla tradizione italiana", come ha dichiarato lo stilista.
Per La Capannina tutto ebbe inizio da un'idea tanto semplice quanto rivoluzionaria laddove la pineta incontra la sabbia fine e i tramonti versiliesi scolpiscono ricordi dorati. L'imprenditore Achille Franceschi trasformò un vecchio capanno sulla spiaggia in un ritrovo per signori: un banco bar, un grammofono a manovella, tavolini da carte e una vista sul mare che da sola bastava a inebriare. Era il 1929 e, senza saperlo, stava nascendo un mito. La Capannina si fece subito icona, richiamando aristocratici, poeti e intellettuali: dai Rucellai agli Sforza, da Montale a Ungaretti, fino a Carlo Levi ed Enrico Pea. Ricostruita nel 1939 dopo un incendio, la struttura è rimasta pressoché intatta da allora, custode fedele di un'estetica senza tempo.
Dagli anni del boom economico in poi, La Caoannina divenne il salotto buono dell'Italia che cresceva, amava, si mostrava. Un rifugio per l'élite industriale, politica e culturale, ma anche palcoscenico per nuove star: dai versi in musica di Gino Paoli e Bruno Lauzi, alle voci indimenticabili di Ray Charles, Grace Jones, Gloria Gaynor e Ornella Vanoni. Nel 1977 l'imprenditore Gherardo Guidi e sua moglie Carla rilevano la Capannina, dando inizio a una delle gestioni più longeve e carismatiche della nightlife italiana. Con visione e passione, Guidi seppe unire il rispetto per la tradizione a una capacità innata di leggere lo spirito del tempo. Sotto la sua guida, il locale si trasforma in un crocevia imprescindibile tra passato e presente: cabaret e varietà, pop e glamour, revival e innovazione. Fu qui che Jerry Calà divenne leggenda, dove la commedia balneare degli anni '80 trovò il suo set naturale nel film "Sapore di mare" dei fratelli Vanzina, e dove la leggerezza estiva si fece narrazione collettiva. "Non abbiamo mai voluto cambiare il nome, né modificare la struttura interna", raccontava Guidi nel 2019.
“Per noi è sempre stata, è e rimarrà La Capannina di Franceschi". L'annuncio ufficiale dell'acquisizione è arrivato il 27 agosto scorso dalla Maison Armani. E, sebbene le voci si rincorressero da mesi, con smentite e silenzi riservati, la conferma ha avuto il sapore di un passaggio epocale. Non è solo un nuovo proprietario a entrare in scena: è l'uomo che, proprio a Forte dei Marmi e proprio alla Capannina 60 anni fa conobbe Sergio Galeotti, l'amico, l'archietto e il socio con cui avrebbe fondato l'impero Giorgio Armani. Alla Capannina, nel 1966, il futuro iconico stilista conobbe Sergio Galeotti di Pietrasanta, il comune confinante con Forte dei Marmi. Galeotti è stato una persona importante per la storia dell'azienda Armani: guidò il settore finanziario e gli aspetti amministrativi della società. Morì il 14 agosto 1985.
“Questa acquisizione è un ritorno personale e simbolico alle mie radici - ha confidato Giorgio Armani - È un tributo alla cultura italiana, alla bellezza senza tempo e al luogo che ha segnato un momento cruciale della mia vita". La gestione targata Armani inizierà ufficialmente nell'estate 2026. E, conoscendo lo stile dello stilista, sarà un'evoluzione che coniuga rispetto e visione, eleganza e sobrietà, tradizione e contemporaneità. Con la scomparsa di Gherardo Guidi nell'ottobre del 2023, qualcosa si era già incrinato. Il suo carisma, la sua mano visibile in ogni dettaglio, la sua capacità di interpretare i sogni della Versilia e restituirli sotto forma di serate indimenticabili, non erano sostituibili. La famiglia, segnata dal lutto, aveva fatto capire che la fase successiva sarebbe stata delicata. E ora, quel passaggio si compie. Ma non è un addio, è un passaggio di testimone.
Giorgio Armani, con la sua storia personale intrecciata a quella della Capannina, è forse l'unico nome capace di proiettare questo luogo mitico nel futuro senza tradirne lo spirito. Nessuna cifra ufficiale è stata diffusa sul costo dell'operazione. Secondo indiscrezioni raccolte dall'Adnkronos e non confermate, la proprietà potrebbe essere passata di mano tra i 12 e i 15 milioni di euro. La Capannina non è solo un locale. È una pagina viva della storia d'Italia. È il luogo dove si è scritto il romanzo leggero, ma profondissimo, del nostro costume. E, grazie a Giorgio Armani, quella pagina continuerà a essere scritta. In silenzio, con classe. Come un abito ben tagliato. Come un tramonto di fine agosto su Forte dei Marmi.
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(Adnkronos) - L'eleganza aveva contraddistinto anche la sua ultima uscita pubblica. Era il 26 maggio e Giorgio Armani sorrideva e salutava il suo popolo in occasione della presentazione delle divise olimpiche dell'Italia per i Giochi Invernali di Milano Cortina 2026. Un momento iconico, al club Armani Privé di Milano, in cui 'Re Giorgio' si era trovato a sottolineare ancora una volta il suo amore per lo sport e l'intreccio con la sua città. "Milano, Olimpiadi e Paralimpiadi. Non potrei immaginare un progetto di collaborazione più stimolante, che vede protagonisti la città che tanto mi ha dato e lo sport" aveva detto lo stilista scomparso oggi, giovedì 4 settembre, in quell'occasione. Parole sentite, accompagnate dagli applausi dei presenti.
"Lavorare per e con gli atleti italiani - aveva spiegato - è sempre un piacere e motivo di grande orgoglio. Ho scelto un solo colore, il bianco, per suggerire armonia con le vette innevate. Tra i valori dello sport, il rispetto è forse uno dei più alti e l’ho condensato in un’idea di semplicità, pulizia e purezza".
Lo stilista aveva presentato il guardaroba ufficiale delle prossime Olimpiadi italiane insieme ad alcuni protagonisti del Team Italia, tra cui la campionessa olimpica Sofia Goggia. Divise color bianco latte, su cui spicca la grande scritta “Italia”, effetto ricamo tridimensionale. L'ultimo regalo di un gigante al suo Paese e allo sport, amato per una vita. (di Michele Antonelli)

(Adnkronos) - Cate Blanchett, Richard Gere, Anne Hathaway, Nicole Kidman, Penelope Cruz. Sul tappeto rosso, tra telecamere e flash, la firma che spicca da decenni è quella di Giorgio Armani, scomparso oggi, giovedì 4 settembre.
Sin dai tempi di 'American Gigolo', lo stilista di Piacenza ha trasformato il red carpet in una passerella di eleganza minimale e presenza magnetica. A partire dal 1980, quando Richard Gere indossa quello che diventerà il leggendario completo grigio che lancia Armani come re del tailor-made maschile. Ancora oggi, l’attore resta uno dei volti più affezionati al marchio.
Julia Roberts al Golden Globe del 1990 incanta con un power suit oversize Armani, aprendo la strada alla donna in abito maschile sul red carpet. Prima di eli, nel 1989 a sorpresa e poi nel 2013, Jodie Foster chiede e sfoggia abiti Armani e continuerà a farlo per anni. Da sempre musa del brand e volto della fragranza Armani Privé, Cate Blanchett nel 2007 porta all’Oscar un abito Armani Privé grigio mesh impreziosito da cristalli Swarovski e lo stesso farà anche a Cannes. Tra le dive affezionate ad Armani anche Michelle Yeoh, premiata ai Golden Globes 2023, in abito Armani Privé. Elle Fanning sul red carpet di Cannes 2022 sfoggia un romantico Armani Privé rosa, mentre Margot Robbie fa parlare di sé ai Bafta 2024 in un abito bicolore rosa-nero Armani Privé.
Re Giorgio non ha mai smesso di incantare Anne Hathaway, Renée Zellweger (che si aggiudica l’Oscar nel 2020 nel film ‘Judy’. Allison Williams nel 2018, Jennifer Lopez nel 2010, Penelope Cruz nel 2012 e Saniyya Sidney nel 2022 scelgono Armani Privé. Sobrietà e glamour da sempre attraggono anche Nicole Kidman, tra le dive più appassionate al nome di Re Giorgio. Non solo cinema, Armani ha conquistato anche il mondo della musica: Lady Gaga, Rihanna, Beyoncé sono star affezionate al marchio. Tra i protagonisti maschili che ha vestito Armani rientrano anche Trevor Noah, Austin Butler, Sean Connery, Kevin Costner, e Russel Crowe.
Leggi tutto: Addio a Giorgio Armani, da Cate Blanchett a Nicole Kidman: muse e star che ha vestito

(Adnkronos) - Quando il cinema incontra l’eleganza, la firma è sempre la stessa: Giorgio Armani. Dall’eleganza impeccabile di Richard Gere in ‘American Gigolò’, che nel 1980 lo ha consacrato a Hollywood, all’abito da sposa di Penélope Cruz, lo stilista italiano ha costruito un legame duraturo e profondo con il mondo del cinema. E’ il 1980 quando Giorgio Armani firma i costumi di scena per American Gigolò. Il guardaroba di Richard Gere, fatto di blazer destrutturati, camicie morbide e palette sobrie, diventa immediatamente iconico. Non solo definisce il look maschile degli anni ’80, ma trasforma Armani nel sinonimo stesso di eleganza hollywoodiana. Il film, diretto da Paul Schrader, è un trampolino di lancio per entrambi: Gere come sex symbol, Armani come stilista globale.
Quando nel 2008 Christian Bale torna al cinema nei panni di Bruce Wayne in ‘Il cavaliere oscuro’, è Giorgio Armani a confezionare il guardaroba dell’uomo dietro la maschera. Una scelta che prosegue anche nel sequel del 2012 ‘Il cavaliere oscuro – Il ritorno’: completi su misura, linee rigorose, potere e raffinatezza che si fondono nella doppia identità di eroe e miliardario. Armani rende il vigilante di Gotham un’icona di stile. Nel corso della sua carriera, Armani firma i costumi di numerosi altri film, come ‘Phenomena’ (1985) di Dario Argento, ‘Gli intoccabili’ (1987) di Brian De Palma, ‘Il tè nel deserto’ (1990) di Bernardo Bertolucci, con John Malkovich, ‘Cadillac Man’ (1990), con Robin Williams e ‘Ransom - Il riscatto’ (1996), con Mel Gibson.
Un legame, quello con il cinema, che prosegue anche negli anni 2000 e oltre, Michael Fassbender e Penélope Cruz indossano Armani in ‘The Counselor – Il procuratore’ (2013), Leonardo DiCaprio sfoggia completi firmati in ‘The Wolf of Wall Street’ (2013), incarnando l’estetica dell’eccesso con eleganza impeccabile, Jessica Chastain è elegantissima in ‘1981: Indagine a New York’ (2015). Ma l’influenza dello stilista non si ferma al cinema. Giorgio Armani è il couturier prediletto da molte celebri attrici anche nella vita reale, in particolare nel giorno più importante: il matrimonio. Nicole Kidman, Katie Holmes e Penélope Cruz scelgono tutte Armani per i loro abiti da sposa. Nel 1999, Armani è anche produttore del documentario ‘Il mio viaggio in Italia’ di Martin Scorsese, un omaggio al grande cinema italiano del dopoguerra.
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(Adnkronos) - E' morto oggi, giovedì 4 settembre, Giorgio Armani. Lo stilista, tra le più grandi firme della moda nel mondo, aveva 91 anni. La camera ardente sarà aperta dal 6 al 7 settembre. I funerali si terranno in forma privata.
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(Adnkronos) - Adriano Pappalardo indagato, a quanto apprende l’Adnkronos, per le offese a Giorgia Meloni, pronunciate durante uno spettacolo lo scorso 20 agosto a Passoscuro.
Il cantante, prima di esibirsi, ha insultato la presidente del Consiglio dal palco, facendo gesti volgari in relazione al rapporto con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Dopo aver ricevuto l’informativa dai carabinieri, la procura di Civitavecchia, guidata da Alberto Liguori, ha aperto un fascicolo sulla vicenda. Gli inquirenti stanno acquisendo il filmato della serata e stanno valutando se procedere per il reato di diffamazione aggravata o vilipendio. Nel procedimento risulta parte offesa la Meloni. (di Assunta Cassiano e Daniele Dell'Aglio)

(Adnkronos) - I disturbi dello spettro feto-alcolico sono la prima causa di disabilità intellettiva nei bambini dei Paesi ad alto tenore economico. Ogni anno nel mondo nascono circa 120mila i neonati destinati a sviluppare questi disturbi, con quasi 2.500 casi in Italia. L'assunzione di alcol durante la gravidanza, anche in piccole quantità - avverte la Società italiana di neonatologia (Sin) - costituisce un grave rischio per la salute del nascituro. Per far luce su questa problematica, il 9 settembre (non a caso il nono giorno del nono mese dell'anno) è stata istituita la Giornata internazionale di sensibilizzazione sui disturbi dello spettro feto-alcolico (Fasd), evento che mira a richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica sulle disabilità e sui problemi derivanti dall'esposizione all'alcol in utero.
Il termine Fasd racchiude una vasta gamma di anomalie fisiche e neurocomportamentali che possono manifestarsi nei bambini esposti all'alcol durante la gravidanza e l'allattamento, spiega la Sin. Tra le forme più gravi spicca la sindrome feto alcolica (Fas), caratterizzata da malformazioni facciali, microcefalia, deficit di crescita e ritardi neuro psicomotori. I bambini con Fas possono presentare significative difficoltà cognitive e comportamentali, come deficit di funzionalità esecutiva e motoria, di elaborazione/integrazione delle informazioni, discrepanze tra abilità verbali e non verbali, disturbi di apprendimento, dell'attenzione e iperattività, che se non diagnosticate e trattate precocemente possono portare a conseguenze negative durante l'adolescenza e l'età adulta, quali scarso rendimento scolastico o lavorativo, mancanza di autonomia e difficoltà nelle relazioni sociali. La prevalenza della Fas a livello mondiale oscilla tra lo 0,5 e i 3 casi ogni mille nati vivi, mentre l'intero spettro dei disturbi correlati riguarda circa l'1% della popolazione globale.
"Questi dati evidenziano come la Fasd sia la prima causa di disabilità intellettiva nei bambini dei Paesi ad alto tenore economico, totalmente prevenibile mediante l'astensione dal consumo di alcol in gravidanza", sottolineano i neonatologi. "Nonostante queste evidenze, molte future madri continuano a consumare bevande alcoliche, convinte che un consumo 'moderato' di vino, birra, aperitivi, amari o superalcolici non possa nuocere al feto", afferma Luigi Memo, segretario del gruppo di studio di genetica clinica neonatale della Sin.
L'Europa - riporta la Sin in una nota - è al primo posto nel consumo di alcol, il doppio rispetto alla media mondiale. In particolare, in Italia un'indagine del 2020 ha rilevato che il 66% delle donne in età fertile ha assunto alcol, con tassi di consumo di alcol e di binge drinking in costante aumento tra i giovani e con l'aggravante che la grande percentuale delle gravidanze non è pianificata, aspetto che può portare a esporre involontariamente il feto a sostanze alcoliche. Inoltre, dalla raccolta dati 2022 del Sistema di sorveglianza bambini 0-2 anni, è emerso che il 15% delle gestanti ha assunto alcol durante la gravidanza, con una maggiore diffusione tra le madri del Centro-Nord. Il consumo di alcol in allattamento risulta ancora più esteso, con tassi attorno al 18% in alcune regioni, in particolare Toscana ed Emilia Romagna.
Per avere un quadro più preciso sul consumo di alcol in gravidanza e sull'incidenza e la prevalenza della Fas/Fasd in Italia, il ministero della Salute ha recentemente rifinanziato all'Istituto superiore di sanità un progetto biennale sulla salute materno-infantile, nel quale è previsto il monitoraggio del consumo di alcol in gravidanza tra le donne di età compresa tra i 18 e i 24 anni. Al progetto, diretto da Adele Minutillo del Centro nazionale Dipendenze e doping, parteciperanno strutture di Neonatologia e ostetricia in diverse regioni italiane.
"E' necessario combattere l'accondiscendenza culturale verso il consumo di bevande alcoliche, anche da parte dei professionisti sanitari - dichiara Massimo Agosti, presidente della Sin - La totale astensione dall'alcol è la sola strada corretta da intraprendere, già da quando si comincia a pensare di voler concepire un figlio. La Fasd è una condizione prevenibile al 100% e i medici, in particolare ginecologi, neonatologi e pediatri, devono fornire informazioni chiare e dettagliate sui rischi associati al consumo di alcol in gravidanza. Per i piccoli esposti all'alcol durante la gravidanza è inoltre fondamentale la diagnosi precoce, che garantisca una presa in carico efficace che preveda cure mediche e neuro-psichiatriche/psicologiche, logopedia, terapia fisica, educazione speciale e altri servizi".
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(Adnkronos) - L'inizio di ogni nuovo anno scolastico segna un fondamentale momento di passaggio nella vita di tutti gli studenti, che realizzano di essere diventati più grandi. Simbolo di ripartenza e riorganizzazione, il back to school può rappresentare per migliaia di giovani affetti da malattie reumatologiche pediatriche anche l'occasione in cui ripensare la gestione della propria patologia e affrontare la cosiddetta transizione, lasciando la reumatologia pediatrica per entrare nel mondo della medicina dell'adulto.
"In Italia ogni anno 10mila minori ricevono la diagnosi di una malattia reumatologica, come artrite idiopatica giovanile, lupus, connettiviti o vasculiti - spiega Andrea Doria, presidente della Società italiana di reumatologia (Sir) - Dopo essere stati seguiti da uno specialista pediatra, per i più grandi di loro arriverà il momento in cui dovranno iniziare ad affidarsi a un nuovo medico, il reumatologo degli adulti, e diventare attori protagonisti nella cura della propria condizione, affrancandosi gradualmente dall'intervento dei genitori. Così come si preparano ad affrontare nuove sfide scolastiche e autonomia crescente, i ragazzi che convivono con una malattia reumatologica hanno davanti a sé un altro importante 'rito di iniziazione': imparare a gestire una patologia cronica".
Nella stragrande maggioranza dei casi, le malattie reumatologiche pediatriche accompagnano il paziente anche nella vita adulta. Questo rende la transizione un passaggio inevitabile e molto delicato che, come ricordano gli esperti della Sir, non può essere lasciato al caso. "Il bambino non è un adulto in miniatura - sottolinea Roberto Felice Caporali, presidente eletto della Sir - Ha esigenze cliniche e assistenziali diverse, legate alla crescita fisica e psicologica. Allo stesso modo, il giovane adulto si confronta con nuovi bisogni, come la contraccezione o la gestione dell'autonomia terapeutica. Per questo la transizione deve essere un processo graduale, strutturato e condiviso tra pediatra reumatologo, reumatologo dell’adulto, paziente e famiglia. Un passaggio disorganizzato può portare a interruzioni di terapia, ritardi nelle cure o perdita di follow-up. La letteratura mostra, invece, che una transizione ben organizzata riduce riacutizzazioni e migliora l'aderenza terapeutica e la qualità di vita".
La European Alliance of Associations for Rheumatology (Eular) e la Paediatric Rheumatology European Society (Pres - riporta una nota della Sir - hanno stilato alcune raccomandazioni in proposito: 1. La transizione dovrebbe prevedere una serie di incontri, e non un singolo evento, durante i quali siano presenti entrambi gli specialisti che si avvicenderanno nella presa in carico del paziente; 2. E' necessario un documento di transizione, che riassuma storia clinica e terapeutica del ragazzo; 3. Il processo deve iniziare intorno ai 16 anni e concludersi quando il giovane è pronto, di solito entro i 18–20 anni; 4. Va favorita l'autonomia del paziente nella gestione della malattia (conoscenza dei farmaci, gestione degli appuntamenti), mentre il coinvolgimento dei genitori deve diminuire gradualmente; 5. Quando possibile, va nominato un transition coordinator o nurse manager che accompagni il percorso.
"Insomma, non basta spostare un nome da un'agenda a un'altra - precisa Caporali - La transizione non deve essere traumatica, ma un percorso costruito per garantire continuità di cura, fiducia e autonomia al paziente, supportando anche i genitori in questo cambiamento. E' il pediatra reumatologo che valuta quando iniziare il processo, che sarà sicuramente facilitato se la malattia è ben controllata e in remissione. Il reumatologo dell'adulto, dal canto suo, deve essere attento nell'approcciare un paziente che non è di nuova diagnosi, ma ha già un suo vissuto di malattia e di cura di cui tener conto".
"E' fondamentale - conclude l'esperto - che il giovane veda i due professionisti collaborare durante gli incontri di transizione. Dovrà iniziare a recarsi in una nuova struttura e a interfacciarsi con nuove persone. Questo può creare disagio, timore, insicurezza. Se il paziente viene introdotto nel nuovo ambiente dal pediatra che lo ha seguito fin dall'inizio, il tutto risulterà più 'indolore'. E quando la reumatologia pediatrica e quella dell'adulto sono distanti, gli strumenti digitali possono venirci in aiuto. Grazie al teleconsulto è più semplice far partecipare tutti i medici necessari all'incontro".
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(Adnkronos) - Abito di lusso a chilometro e (costo) zero. Un imprevisto trasformato in un gesto creativo. È la storia dell'artista Elda Calabrase che alla Mostra del Cinema di Venezia si è presentata con un abito fuori dagli schemi... e fuori dal guardaroba.
Tutto è cominciato durante il viaggio in treno per Venezia, quando Calabrese si è accorta che la sua valigia era sparita. All'interno aveva l'abito dei suoi sogni, quello che aveva scelto per l'evento. "Pensati derubata e vestita con un lenzuolo", ha esordito nel suo racconto social. "Ieri è stata un giornata con alti e bassi e sicuramente non è iniziata nei migliori dei modi. Dopo un mese a organizzarsi, prepararsi purtroppo mi hanno rubato la valigia in treno con tutto ciò che poteva servirmi per l’evento".
Non c'è stato tempo a sufficienza per pensare a un piano B. "Per non entrare ancor più nel pallone e non avendo nulla a mia disposizione se non gli stivali che fortunatamente non mi hanno tolto - spiega Calabrese - salita in camera ho deciso di dar sfogo alla mia creatività vestendomi direttamente con il lenzuolo del mio letto e creando addirittura uno strascico!".
Il risultato? Apprezzato da tutti. "Incredula di aver ricevuto tanti complimenti per un outfit che in realtà non esisteva", ha scritto con orgoglio.
E infine un messaggio diretto al responsabile del furto, senza rancore Elda scrive: "La serata per fortuna è andata alla grande e io auguro al mio caro ladro... Goditi i miei vestiti e gioielli, ma ricorda, il karma osserva sempre. Con affetto Elda".
Leggi tutto: Derubata sul treno per Venezia, sfila alla Mostra col lenzuolo dell'hotel

(Adnkronos) - Primo paziente operato in Italia, a Roma, con la nuova protesi all'anca di rivestimento in ceramica (ReCerf) approvata in Europa lo scorso luglio. A portare a temine l'intervento è stato uno dei massimi esperti in rivestimento dell'anca, Alessandro Calistri, specialista in Chirurgia ortopedica e traumatologica dell'anca e docente in Chirurgia protesica dell'anca della Scuola di specializzazione in Ortopedia e Traumatologia dell'Università di Roma Sapienza. "Abbiamo operato un paziente romano di 47 anni - spiega all'Adnkronos Salute Calistri - Erano anni che attendeva la possibilità di poter usufruire di questo rivestimento rivoluzionario, avendo un'allergia al nickel ed essendo quindi impossibilitato ad utilizzare il sistema di rivestimento metallo-metallo. L'intervento ha avuto uno svolgimento regolare e il paziente sarà messo in piedi domani".
Per la chirurgia dell'anca siamo di fronte ad una svolta? "Si - risponde il chirurgo - la ceramica è biocompatibile e questo permette di risparmiare osso durante l'intervento. La genesi è un brevetto che rende la ceramica porosa e la superficie integrabile perfettamente con l'osso, mentre prima serviva una sfoglia di titanio altrimenti l'osso non si integrava. Con il nuovo rivestimento salta la necessità di usare il metallo che può dare allergie e per le donne mancano misure 'piccole'. In più il rivestimento in ceramica può essere personalizzato rispetto all'anatomia della persona. Parliamo di un rivestimento che agisce sulla parte patologica dell'artrosi, la cartilagine, per cui i 3 mm di ceramica rivestono completamente l'osso dell'anca che rimane intatto. La ceramica è inerte stiamo quindi parlando della prima protesi biologica" per l'anca. L'intervento è stato realizzato al Paideia International Hospital.
Dietro questa prima operazione in Italia ci sono anni di lavoro, ricerca e sperimentazione. L'azienda che ha prodotto il rivestimento è MatOrtho e si è avvalsa della collaborazione dell'azienda Biolox specializzata proprio nella ceramica. L'impianto è stato approvato per la prima volta dalla Therapeutic Goods Administration australiana nel novembre 2024. Dal suo primo utilizzo sperimentale nel 2018, sono oltre 1.600 i pazienti che hanno ricevuto il dispositivo. "Siamo di fronte ad un punto di non ritorno: la ceramica che oggi disponiamo è più dura del ferro, non c'è più il pregiudizio che si possa rompere", chiarisce Calistri.
A breve inizieranno i training promossi dall'azienda produttrice del rivestimento in ceramica, grazie ai quali i chirurghi potranno sviluppare la capacità tecnica per impiantare questo nuovo sistema. Infatti, ad oggi sono pochissimi i centri altamente specializzati che possono offrire il rivestimento in ceramica perché è necessario avere conoscenze approfondite e per lo specialista capacità più complesse. Alla luce di questo gap da colmare in Italia e all'estero, dal 17 al 21 settembre si terrà l'Ista 2025, International Society for Technology in Arthroplasty, evento che riunirà nella Capitale ingegneri e chirurghi ortopedici. I presidenti sono Stefano Gumina e Alessandro Calistri.
"Sarà l'occasione per fare il punto anche su questa grande novità nel nostro campo. Dobbiamo spiegare che questo rivestimento in ceramica potrà cambiare la vita ai pazienti più giovani - assicura Calistri - La ceramica è l'unico materiale biocompatibile che abbiamo, nell'ortodonzia è già usata con successo e ha soppiantato i metalli. E' un treno che non si deve perdere", conclude.
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(Adnkronos) - Sono tre i bambini rimasti leggermente feriti a Berlino, dove una Bmw si è schiantata su un gruppo di persone nel quartiere Wedding, in curva all'angolo tra la Seestrasse e Dohnagestell. L'incidente, riporta la Bild, è avvenuto intorno alle 13.10. I bambini rimasti feriti sono stati trasportati in ospedale.
Secondo le prime informazioni, una donna che accompagnava i bambini - di circa 7-8 anni di età - sarebbe rimasta gravemente ferita. Illeso il conducente dell'auto. Polizia e vigili del fuoco sono ancora sul posto, impegnati a mettere in sicurezza la zona dell'incidente e ad assistere i bimbi presenti, scrive ancora la Bild.
Leggi tutto: Auto su folla a Berlino: feriti tre bambini, grave la donna con loro

(Adnkronos) - Un'auto è piombata su un gruppo di persone a Berlino, causando diversi feriti. Lo riporta la Bild precisando che l'incidente è avvenuto intorno alle 13.10 in Seestrasse, Berlino-Wedding. Si ritiene che tra le vittime vi siano molti bambini, poiché sul posto erano presenti diversi gruppi. Secondo le prime informazioni, una persona è rimasta gravemente ferita e diversi bambini sono rimasti leggermente feriti.
Leggi tutto: Auto su folla a Berlino: diversi feriti, tra loro anche dei bambini

(Adnkronos) - In Italia l'emicrania è un problema di salute per più di 6 milioni di persone e colpisce le donne 3 volte in più degli uomini. Tuttavia, nonostante questa grande diffusione, la malattia è ancora sottovalutata da parte della popolazione. Infatti, 1 paziente su 10 si sente incompreso da parenti, amici e colleghi rispetto alla propria malattia. A queste persone è dedicato 'Una vita a metà', il nuovo docufilm che racconta come si vive con mal di testa invalidanti e con un forte impatto sulla vita lavorativa e relazionale. Il cuore del documentario sono le testimonianze di chi, nonostante l'emicrania, vuole continuare a inseguire i propri sogni e a realizzare nuovi progetti di vita. La pellicola viene presentata oggi in anteprima, in occasione della Mostra internazionale d'arte cinematografica al Lido di Venezia, alla Villa powered by Giffoni Hub: un luogo dove il cinema dialoga con la cultura, realizzato da Giffoni Innovation Hub in collaborazione con Giornate degli autori. E' stata scritta da Donatella Romani, diretta da Roberto Amato e prodotta da Telomero Produzioni.
Fra le diverse testimonianze raccolte - spiega una nota - vi sono quelle di Saverio Raimondo (standupper di successo), Matteo Sartori (atleta olimpico di canottaggio delle Fiamme gialle) e Monica Guerzoni (giornalista del 'Corriere della Sera'). Il docufilm vede anche la partecipazione di Francesca Cavallin, che accompagna lo storytelling con la sua sensibilità, e che conosce l'emicrania da molto vicino. La pellicola è realizzata con il contributo non condizionante di AbbVie S.r.l, con la collaborazione di Fondazione Cirna Ets - Alleanza cefalalgici Al.Ce. e gode del patrocinio di Fondazione Onda Ets (Osservatorio nazionale sulla salute della donna) e delle società scientifiche Sin (Società italiana di neurologia), Aic (Associazione italiana per la lotta contro le cefalee) e Sisc (Società italiana per lo studio delle cefalee).
"L'emicrania non deve essere considerata come un malessere passeggero o una semplice scusa utilizzata per non andare a scuola o a lavoro - afferma Piero Barbanti, Irccs San Raffaele Roma, ordinario di Neurologia Università San Raffaele Roma e membro del direttivo della International Headache Society - Si tratta in realtà di una vera malattia neurologica contraddistinta da forti e ricorrenti attacchi di cefalea. Questi possono essere accompagnati da altri sintomi più o meno gravi e ricorrenti, come la nausea, la sensibilità alterata alla luce, ai suoni e agli odori. Secondo le autorità sanitarie internazionali, è la seconda patologia più diffusa e invalidante a livello mondiale. Quando diventa cronica può davvero rendere difficile e doloroso svolgere le normali attività quotidiane, anche quelle lavorative. Oggi dobbiamo motivare il paziente e fargli comprendere che disponiamo di farmaci specifici per l'emicrania, che fino a 10 anni fa non esistevano, grazie ai quali possiamo restituire loro una qualità della vita sicuramente migliore".
"Oggi l'emicrania può essere curata attraverso terapie d'attacco o preventive - prosegue Cristina Tassorelli, ordinario di Neurologia Università degli Studi di Pavia, Irccs C. Mondino Pavia - Le prime prevedono la somministrazione di farmaci al bisogno, per 'spegnere' il dolore e gli altri sintomi una volta che l'attacco si è già scatenato. La terapia preventiva, invece, serve a prevenire gli attacchi alla radice e si è dovuta avvalere per molti anni di farmaci orali approvati per altre patologie. Più di recente, le infiltrazioni di tossina botulinica si sono dimostrate efficaci nel modulare la trasmissione del dolore nell'emicrania cronica. Gli ultimi anni, poi, stanno vedendo lo sviluppo di nuovi farmaci specifici per l'emicrania, sia episodica che cronica, che agiscono sui mediatori nervosi coinvolti nella trasmissione del dolore, segnando l'alba di una nuova epoca nella ricerca in questo settore. Tra questi, si annoverano i trattamenti anti-Cgrp quali gli anticorpi monoclonali e, più di recente, la classe dei gepanti".
"Almeno tutti una volta abbiamo sofferto di un 'normale' mal di testa - sottolinea Alessandra Sorrentino, presidente Al.Ce. - Il problema è che per alcuni l'emicrania rappresenta un'esperienza diversa, una ladra di tempo e di vita. Il dolore può essere così intenso e invalidante da assomigliare a una lama conficcata nel cervello. Ti costringe a rimanere chiuso in casa al buio e in silenzio, anche per un paio di giorni, mentre di notte è molto difficile riuscire a dormire. Tutto ciò porta a continue rinunce e a costanti riadattamenti delle proprie abitudini quotidiane, ma anche a tante incomprensioni: a scuola, al lavoro, in famiglia e tra gli amici. Spero che il docufilm possa sensibilizzare molte persone a non sottovalutare la patologia. Al momento, infatti, non tutti riescono a immaginare fino a che punto l'emicrania sia in grado di condizionarti la vita".
"L'alleanza medico paziente è cruciale per la gestione corretta dell'emicrania - evidenzia Simona Guerzoni, responsabile Centro cefalee e abuso di farmaci Policlinico di Modena - Spesso arrivano pazienti che per anni hanno abusato di farmaci con un pericoloso fai da te, che hanno perso la fiducia, a cui dobbiamo restituire una vita di qualità. Oggi tutto questo è possibile grazie all'innovazione terapeutica. Nel dialogo medico-paziente l'obiettivo di una vita libera dall'emicrania deve essere chiaro fin dal primo colloquio, per ottenere i migliori risultati".
"Negli ultimi anni abbiamo compiuto importanti progressi nella comprensione dell'emicrania, ma l'assenza di un biomarcatore oggettivo a supporto della diagnosi rappresenta ancora un limite cruciale. La sua identificazione potrebbe segnare un punto di svolta: da un lato darebbe finalmente voce e legittimità a pazienti che troppo spesso si sentono ignorati o non creduti, e dall'altro potrebbe migliorare l'appropriatezza nell'uso delle terapie disponibili", auspica Simona Sacco, ordinaria di Neurologia Università degli Studi dell'Aquila, direttrice Uoc Neurologia e Stroke Unit Avezzano-Sulmona-L'Aquila.
"Conoscere i protagonisti di 'Una vita a metà' è stata un'esperienza di grande forza ed emozione - commentano Romani e Amato - Le loro storie toccano profondamente e sono un esempio di come sia possibile trovare un equilibrio fra il buio della malattia e la luce della vita. Tanti ricordi dolorosi, ma anche tante risate e amore nelle parole di chi fin da bambino ha dovuto imparare a riadattarsi e a superare lo stigma di chi ancora pensa che l'emicrania sia 'solo' un banale mal di testa. E noi speriamo davvero che dopo aver visto 'Una vita a metà' moltissime persone possano cambiare idea".
"Sostenere la realizzazione di questo docufilm per noi significa aumentare la consapevolezza sull'impatto dell'emicrania nella quotidianità di chi ne soffre, contribuendo a trasferire l'informazione corretta attraverso un linguaggio fruibile a tutti che parte proprio dal vissuto dei pazienti e dall’esperienza dei clinici - conclude Irma Cordella, Corporate Affairs Director di AbbVie Italia - Ci piacciono i progetti innovativi che, come in questo caso, ci portano a esplorare e a misurarci con contesti narrativi nuovi, consentendoci di raggiungere il grande pubblico restando fedeli alla nostra mission di avere un impatto significativo sulla vita delle persone".
Leggi tutto: Emicrania, 'incompreso' 1 paziente su 10: la malattia sbarca a Venezia

(Adnkronos) - "La Cina ha promosso la manifestazione del 3 settembre per celebrare la vittoria sull'aggressione giapponese 80 anni fa. Ma questo è un simbolo per mostrare l'inizio della storia della nuova Cina, che non solo è imprescindibile dal punto di vista economico per le nostre aziende, ma ha un valore rilevante nelle relazioni internazionali, nella geopolitica, in una serie di temi per cui in futuro ogni regione del mondo, non solo il Sud ma anche il Nord, deve guardare con maggiore interesse e attenzione a Pechino". Così, raggiunto telefonicamente da Adnkronos/Labitalia a Shangai, Lorenzo Riccardi, presidente della Camera di commercio italiana in Cina, commenta gli eventi degli ultimi giorni che hanno visto il Paese asiatico al centro dell'attenzione del mondo.
Riccardi ricorda che "L'Europa deve guardare sempre più alla rilevanza del mercato cinese, perché è passato negli ultimi 20 anni dal 4% del valore dell'economia globale al 19% del Pil globale, equiparandosi quindi all'Unione Europea e cambiando in modo radicale il proprio valore".
E per Riccardi "di certo in questi giorni abbiamo assistito ad alcuni momenti di particolare rilevanza, in particolare con la Shanghai cooperation organization che ha organizzato un summit, la Sco, nella città di Tianjin, a nord-est della Cina. Per la prima volta dal 2018 ha partecipato Modi insieme al presidente Xi e hanno promosso un'alleanza tra i paesi più popolosi del pianeta. Cina e India equivalgono a 2,8 miliardi di persone, quindi sono una quota significativa per l'intera umanità. Cosa interessante è che ha partecipato Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite", sottolinea.
I rapporti con l'Italia
"L'Italia ha mostrato un interesse verso la Cina a fronte di una situazione geopolitica complessa, dove chiaramente siamo di fronte ai dazi globali dell'amministrazione americana e abbiamo la necessità di mantenere una relazione economica con regioni rilevanti come l'Asia, e certamente come la Cina. Dobbiamo considerare che abbiamo avuto un numero di missioni ufficiali dall'Italia verso la Cina che non si era mai visto, con il ministro delle Imprese e del made in Italy Urso, la premier Meloni, il capo dello Stato Mattarella, il presidente del Senato italiano La Russa, il vice premier Tajani che lo ha accompagnato, il vice premier Salvini che ha incontrato la comunità e il ministro delle Infrastrutture. Quindi tutte le più alte cariche dello Stato in un arco temporale molto ridotto, quasi in un semestre. Questo è indice del fatto che l'Italia comunque guarda con grande attenzione alla relazione con la Cina, ovviamente in uno scenario con mutamenti significativi, rapidi".
I dazi Usa? Un'opportunità
"La Cina -spiega Riccardi- oggi si promuove come partner con una stabilità politica diversa rispetto ovviamente agli scostamenti date dalle politiche dei dazi americani. Sicuramente i dazi Usa portano l'Italia a verificare altri mercati alternativi, emergenti. Tra questi la Cina è il primo mercato per l'Italia in tutta la regione dell'Asia Pacifico".
E Riccardi ricorda che "spesso nella comunicazione europea si valorizza questa competizione tra Stati Uniti e Cina come un'alternativa, ma è chi è da questa parte del mondo, in Oriente e in Cina, promuove invece l'idea che ci siano doppie opportunità, cioè bisogna coglierle entrambe, non bisogna scegliere unicamente un partner", conclude.
(di Fabio Paluccio)

(Adnkronos) - Con 1.200 brand espositori da 30 Paesi, oltre 600 buyer da 62 nazioni, più di 30 ore di eventi su mercato orafo, nuove rotte dell’export, tendenze di stile, sostenibilità, intelligenza artificiale e formazione, apre domani Vicenzaoro September, l’edizione di settembre del salone internazionale b2b di Italian Exhibition Group per la gioielleria, oreficeria e orologeria contemporanea. Fino a martedì 9, Vicenzaoro accoglie l’intera filiera del prezioso in una nuova edizione sold-out con il 40% di espositori esteri provenienti in prevalenza da Turchia, Hong Kong, India, Thailandia e Germania. Grazie al programma di incoming di ICE Agenzia e MAECI, sono 605 i buyer ospitati in crescita soprattutto da USA, Emirati Arabi Uniti e Cina. Il tutto in un quartiere fieristico in rinnovamento, con il nuovo edificio da 22.000 mq in costruzione e le mura perimetrali completate e visibili dall’esterno.
In parziale contemporaneità, da domani e fino a lunedì 8 settembre, VO Vintage – la mostra mercato aperta al pubblico e a ingresso gratuito, previa registrazione su vovintage.com - accoglie appassionati di orologeria e gioielleria vintage di pregio con oltre 40 espositori specializzati e un ciclo di incontri con i massimi esperti del settore.
L’avvio ufficiale della manifestazione è previsto alle 11,30 al Teatro Palladio, nel quartiere fieristico, con gli interventi introduttivi del presidente di IEG, Maurizio Ermeti, del sindaco di Vicenza, Giacomo Possamai, del presidente della Provincia, Andrea Nardin e i saluti del presidente della Regione del Veneto Luca Zaia e del ministro delle Imprese e Made in Italy Adolfo Urso. Seguiranno i contributi di Claudia Piaserico, presidente di Confindustria Federorafi, Matteo Zoppas, presidente di ICE Agenzia, Fabrizio Lobasso, vicedirettore generale per la promozione del Sistema Paese e responsabile dell’internazionalizzazione economica del MAECI, e Roberto Marcato, assessore allo Sviluppo economico, Energia, Legge speciale per Venezia della Regione del Veneto. Grazie alla media partnership con l’agenzia di stampa Adnkronos, la cerimonia di apertura è trasmessa anche in streaming sul sito adnkronos.com e in restreaming su Qn.net (Il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno), Tiscali.it e Iltempo.it.
Anticipata dalla prima edizione di The Vicenza Symposium, l’evento tecnico-scientifico organizzato da IEG in partnership con Legor Group e Progold che chiude oggi dopo una tre giorni di successo che ha riunito in Basilica Palladiana un pubblico di esperti e protagonisti internazionali della produzione orafa di settore sulle sfide e le evoluzioni tecnologiche del gioiello, Vicenzaoro si conferma Jewellery Boutique Show portando in fiera i brand di alta gamma dell’area Icon, la manifattura orafa e i semilavorati di Creation, e il packaging di Expression. Look ospita i marchi più in linea con le tendenze del momento, particolarmente interessanti per i retailer in vista delle festività invernali, mentre la Glamroom dà visibilità ai brand emergenti. Un’attenzione particolare è dedicata anche al mondo delle gemme con il distretto Essence, che accanto agli espositori di diamanti, pietre preziose e colorate, riunisce le eccellenze in campo gemmologico e nella lavorazione. Infine, Time è la community dell’orologeria contemporanea e degli accessori.
Non solo riferimento internazionale per il mercato dei preziosi. Vicenzaoro September è il palcoscenico delle nuove tendenze: protagonisti i top brand dell’alta gamma, l’oreficeria e gioielleria Made in Italy dai principali distretti produttivi e le eccellenze internazionali. Cuore dell’edizione è la presentazione del Trendbook a cura di Trendvision Jewellery + Forecasting, l’osservatorio indipendente di IEG che anticipa stili, consumi e scenari futuri della gioielleria: appuntamento la mattina di domenica 7 settembre al Teatro Palladio.
La manifestazione si estende anche oltre il quartiere fieristico con la quattordicesima edizione di VIOFF – Golden Bloom, in programma da venerdì 5 a domenica 7 settembre. Il fuori fiera organizzato da IEG in collaborazione con il Comune di Vicenza e altri partner istituzionali animerà il centro storico con eventi, installazioni e iniziative culturali.
Leggi tutto: Al via Vicenzaoro September, attesi 605 buyer da 62 paesi

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