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Road to Milano Cortina 2026: una legacy per la comunità

13 Giugno 2025
Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana con Tina e Milo, mascotte di Milano Cortina 2026 - Fotogramma/IPA

(Adnkronos) - Un'opportunità per lo sport, ma anche per i cittadini e i territori. Mancano 238 giorni alle Olimpiadi di Milano Cortina 2026 e si può già comprendere l'impatto che il grande evento avrà sull'Italia. In termini mediatici e di legacy. Tradotto, di eredità per la comunità. A cominciare dai luoghi che vivranno da vicino lo spettacolo olimpico.  

L'ultimo report della Banca d'Italia sull'economia della Lombardia aiuta a capire la portata degli investimenti relativi ai Giochi sul territorio regionale, che ammontano a oltre 2,4 miliardi di euro. Investimenti finanziati in primis con fondi statali (56%) e regionali (19%) e che vanno dalle infrastrutture ai potenziamenti delle linee ferroviarie. Il piano nazionale per le opere olimpiche prevede la realizzazione di 40 progetti in Lombardia, per un totale di circa un miliardo e mezzo (il 43% degli importi delle opere previste nei territori coinvolti dai Giochi). 

Non solo, perché agli investimenti di carattere nazionale si sommano quelli regionali. Interventi aggiuntivi per oltre mezzo miliardo. Come sottolineato dal rapporto della Banca d'Italia, il 25% delle risorse in Lombardia è stato destinato alla realizzazione o all’ampliamento degli impianti (anche non sportivi) strettamente legati all’evento. Il 45% è stato invece destinato al miglioramento delle infrastrutture stradali per l’accesso alle sedi di gara e il rimanente 30% al potenziamento ferroviario. 

L'ultima settimana racconta anche un altro tassello importante nel percorso di organizzazione dei Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali. Dopo settimane di voci, è ufficiale: nella prossima stagione, l'Olimpia Milano lascerà il Forum di Assago per tre mesi. Dal 15 dicembre 2025 al 15 marzo 2026, l'impianto sarà sede delle gare di pattinaggio di figura e short track. Il basket, invece, si trasferirà almeno per un po' all'Allianz Cloud di piazza Stuparich, l'ex PalaLido. L'annuncio è stato dato dal general manager dell'Olimpia Christos Stavropoulos, durante la conferenza stampa di fine stagione: "Sarà in un certo senso affascinante, perché giocheremo le partite del novantesimo compleanno della società nel vecchio PalaLido, dove il club ha scritto la storia". Il Forum di Assago, almeno per un po', racconterà le imprese azzurre. 

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Iran, Israele colpisce Natanz: ecco il cuore del programma nucleare degli ayatollah

13 Giugno 2025
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(Adnkronos) - L'impianto di Natanz, colpito nel massiccio attacco che Israele ha sferrato contro l'Iran, è considerato il cuore pulsante del programma nucleare della Repubblica islamica. In questo sito, che sorge nella provincia di Isfahan su una pianura adiacente alle montagne a sud di Qom, città santa per gli sciiti, si trovano un impianto di arricchimento del combustibile (Fuel Enrichment Plant, Fep) e un impianto pilota di arricchimento del combustibile (Pilot Fuel Enrichment Plant, Pfep). Secondo l'Organizzazione per l'energia atomica dell'Iran, Natanz ha riportato danni solo "superficiali" a causa dei raid. 

Natanz è costituito da tre edifici sotterranei, due dei quali progettati per contenere fino a 50mila centrifughe per l'arricchimento dell'uranio, e sei edifici fuori terra. Due degli edifici fuori terra sono capannoni di 2.500 metri quadrati utilizzati per gli assemblaggi delle centrifughe a gas. 

In questo impianto super-protetto e in quello di Fordow (altro sito chiave per l'arricchimento), l'Iran ha prodotto la stragrande maggioranza del suo combustibile nucleare. Negli ultimi tre anni Teheran ha incrementato al 60% il livello di arricchimento dell'uranio, portando il Paese a un passo dalla soglia del 90% che consentirebbe di costruire armi nucleari.  

Non è ancora chiaro se anche Fordow sia stato preso di mira nei bombardamenti. Si tratta di un obiettivo molto più difficile da colpire, costruito in profondità sotto una montagna e deliberatamente progettato per essere fuori dalla portata di Israele. 

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Torino, morto a 96 anni l'avvocato Franzo Grande Stevens

13 Giugno 2025
Franzo Grande Stevens - Ipa

(Adnkronos) - E' morto a Torino Franzo Grande Stevens. Avvocato, nato Napoli nel 1928, allievo di Alessandro Galante Garrone, quando si trasferì a Torino divenne una delle persone di fiducia di Giovanni Agnelli, tanto che fu soprannominato l’avvocato dell’Avvocato.  

Nel corso della sua carriera ha seguito le vicende societarie dei gruppi industriali più importanti del Paese, è stato vicepresidente della Fiat, presidente della compagnia di San Paolo e consigliere di amministrazione di Ifil e Rcs. Tra gli incarichi ricoperti anche quello di presidente onorario della Juventus. 

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Cinque Vele Legambiente, il mare più bello a Domus De Maria

13 Giugno 2025
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13 Giugno 2025
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Rai, arriva Luciano Violante: da settembre divulgatore civico a 'Bellamà'

13 Giugno 2025
Rai, arriva Luciano Violante: da settembre divulgatore civico a

(Adnkronos) - Luciano Violante divulgatore civico per 'Bellamà'. E' il colpaccio messo a segno dal direttore del Day Time della Rai Angelo Mellone e dal conduttore Pierluigi Diaco per la nuova stagione del programma di Rai2, che tornerà in onda dai primi di settembre dalle 15.27 alle 17, dal lunedì al venerdì. In controtendenza col dibattito sul 'TeleMeloni', l'ex presidente della Camera ed ex magistrato, parlamentare dal 1979 al 2008 prima del Pci, poi del Pds, dei Ds e quindi del Pd, curerà "uno spazio di mezz'ora tutti i venerdì", come spiega lui stesso in un'intervista all'Adnkronos, in cui proporrà delle lezioni di educazione civica confrontandosi con le due generazioni protagoniste del programma di Diaco, la Generazione Z e la Generazione Boomer. 

"Che la tv pubblica dedichi mezz'ora del suo tempo all'educazione civica dei cittadini - sottolinea Violante - mi sembra importante. Spero di riuscire a comunicare i grandi valori della nostra democrazia". In ogni puntata al centro della 'lezione' di Violante, "ci sarà una parola chiave diversa: da Costituzione a Repubblica, a rispetto", anticipa. Alle parole di Violante seguirà poi un dibattito con giovani e meno giovani presenti in studio.  

"Ringrazio la Rai, mi sembra una cosa bella, spero di essere in grado di farlo bene", si schermisce l'ex presidente della Camera. "Sarà importante usare il linguaggio giusto per una platea che spero possa essere larga. Un linguaggio accessibile, facile, ma che non sia riduttivo", aggiunge. Il modello è Piero Angela? "Non andiamo troppo in alto. Piero Angela è inarrivabile. Ma sicuramente un grande esempio", conclude sorridendo Violante.  

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Referendum, l'analisi: un elettore del Pd su 4 ha votato no alla cittadinanza

13 Giugno 2025
Referendum 8-9 giugno 2025 - Fotogramma /Ipa

(Adnkronos) - Ai referendum dell'8 e 9 giugno scorsi, un elettore del Pd su 4 ha votato no al quesito sulla cittadinanza. A rivelarlo è un'analisi Youtrend. 

I flussi elettorali elaborati da Youtrend mostrano che gli elettori di centrodestra delle scorse europee si sono effettivamente astenuti in larghissima maggioranza (circa il 90%) ai referendum. Di contro, gli elettori di Partito Democratico e Movimento 5 Stelle hanno votato di più, anche se con differenze significative tra i due partiti.  

Al quesito sulle tutele crescenti l’86% degli elettori del Pd ha votato sì, mentre tra quelli del Movimento 5 Stelle la percentuale è più bassa (58%). Sul tema della cittadinanza, però, il consenso è stato meno compatto: solo il 63% degli elettori Pd ha votato sì, mentre una percentuale rilevante, pari al 26%, ha votato no. Anche tra gli elettori del Movimento 5 Stelle ci sono stati meno sì al quesito sulla cittadinanza (43%). 

Restando nel campo largo, gli elettori di Alleanza Verdi Sinistra hanno votato sì, in larga maggioranza, sia sul lavoro sia sulla cittadinanza (88% al quesito sulle tutele crescenti, 92% a quello sulla cittadinanza). Infine, gli elettori che nel 2024 hanno scelto Azione e Stati Uniti d’Europa si sono spaccati sui referendum: sulle tutele crescenti il 41% ha votato sì, il 17% no e il 42% si è astenuto; sulla cittadinanza il 49% ha votato sì, il 9% no e il 42% si è astenuto. 

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Hamilton, dubbi sul futuro in Ferrari? Lewis: "Sono qui per restare a lungo"

13 Giugno 2025
Lewis Hamilton - Ipa/Fotogramma

(Adnkronos) - Quale sarà il futuro di Lewis Hamilton alla Ferrari? Il pilota inglese è reduce da un inizio di stagione complicato con la Rossa, confermato anche nell'ultimo Gran Premio di Spagna, dove ha chiuso al sesto posto. Tifosi e appassionati si stanno quindi interrogando sulla scelta di affidare il sedile a fianco di Leclerc all'ex Mercedes, e negli ultimi giorni si stanno rincorrendo diversi rumors che vorrebbero il 7 volte campione del mondo lontano da Maranello. Ma sebbene l'esperienza di Hamilton in Ferrari fatichi a decollare, Lewis non ha alcuna voglia di mollare. 

"La situazione viene dipinta all’esterno in modo ben più negativo di quanto è in realtà, e per tutti quelli che scrivono su di me: ho appena iniziato, e sono qui per restare a lungo. Nessun dubbio", ha detto Hamilton nella conferenza stampa alla vigilia del Gp del Canada, in programma domenica 15 giugno, con le prove libere che inizieranno già oggi, venerdì 13. 

Hamilton ha anche commentato le voci che vorrebbero il team principal Frederic Vasseur prossimo all'addio: "Io adoro lavorare con Vasseur, è il motivo per cui sono qui e vogliamo proseguire insieme. Ha il mio pieno supporto". Poi un augurio per il Gp di Montreal: "Un buon weekend mi farebbe sicuramente bene, ma non sono disperato. Vogliamo solo tornare a vincere”. 

  

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Ostia, gestore stabilimento Venezia: "Sequestro lascia a casa 40 lavoratori"

13 Giugno 2025
Ostia, gestore stabilimento Venezia:

(Adnkronos) - Sequestro per lo storico stabilimento balneare Venezia a Ostia, dal 1956 il lido di tanti romani che sorge sul Lungomare Amerigo Vespucci. Amareggiato il gestore Ruggero Barbadoro. "Che cosa brutta, ripenso ai miei genitori, ai sacrifici che hanno fatto, alle migliorie realizzate un po' alla volta. Il sequestro, oltretutto per una cosa del 2002 già approvata, mi lascia sgomento", dice all'Adnkronos. 

"Premesso che ho già messo tutto in mano a un avvocato per la richiesta di dissequestro - spiega - non capisco perché fare un sequestro ora, a inizio della stagione balneare, e non a marzo o a ottobre. Chiudere uno stabilimento non danneggia solo l'immagine del territorio, ma lascia a casa, nel mio caso, 40 lavoratori. Senza contare il disagio per quanti hanno ormai già pagato l'affitto delle cabine per l'intera stagione".  

 

In una nota il presidente del municipio Roma X, Mario Falconi, pur nel massimo rispetto della magistratura e del lavoro degli inquirenti, esprime piena solidarietà agli oltre 100 lavoratori e alle loro famiglie, che rischiano il licenziamento, dopo un periodo di possibile cassa integrazione, se dovesse prolungarsi tale situazione. “Apprendiamo da fonti di stampa - si legge nella nota - che lo stabilimento balneare Venezia è sottoposto a un sequestro preventivo per presunti abusi e difformità edilizie. Il grave negativo impatto economico in un territorio che risente comunque di una grave crisi occupazionale, non va sottovalutato da nessuno. Confidiamo in una soluzione, la più celere possibile, per ridare serenità a lavoratori e imprenditori coinvolti in questa spiacevole vicenda, determinatasi per altro in piena stagione balneare”. 

 

 

 

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Mielofibrosi, speranze da nuovo farmaco che limita l'anemia in 2 pazienti su 3

13 Giugno 2025
Mielofibrosi, speranze da nuovo farmaco che limita l

(Adnkronos) - Il 66,5% dei pazienti affetti da mielofibrosi è indipendente dalle trasfusioni dopo 24 settimane di trattamento con momelotinib, un inibitore orale di Jak, recentemente disponibile anche in Italia: è il dato chiave emerso dallo studio clinico Simplify‑1, di cui al Congresso europeo di ematologia (Eha) in corso a Milano viene presentata un'analisi post hoc, che conferma il ruolo di momelotinib nel trattamento dell'anemia, una delle manifestazioni più gravi della malattia. Anche nei pazienti già trattati con altri Jak-inibitori, come evidenziato nello studio Momentum, il farmaco - riporta una nota - ha mostrato benefici significativi su anemia, splenomegalia e sintomi. La mielofibrosi è un tumore del sangue che colpisce circa 350 persone all'anno in Italia, con incidenza maggiore tra i 60 e i 70 anni.  

"La mielofibrosi - spiega Francesco Passamonti, direttore della Struttura complessa di Ematologia del Policlinico di Milano e ordinario di Ematologia all'Università degli Studi di Milano - può peggiorare più o meno lentamente nell'arco di diversi anni con modalità variabili a seconda del paziente. In genere la fase iniziale consiste in un danno alla struttura del midollo osseo. E' detta fase precoce, o pre-fibrotica, poiché non è ancora presente la fibrosi del midollo osseo". Nella fase avanzata, invece, compare la fibrosi midollare e si osserva una fuoriuscita di cellule staminali immature dal midollo osseo. "Queste cellule, attraverso il sangue - prosegue Passamonti - raggiungono la milza e il fegato, dove si accumulano. Solitamente, quando la malattia si manifesta, sono già presenti le alterazioni tipiche: oltre alla fibrosi, tra le altre, l'anemia e l'ingrossamento della milza. In alcuni casi (10-15 su 100) la mielofibrosi può evolvere in una patologia più severa: la leucemia mieloide acuta".  

Circa il 40% dei pazienti presenta un'anemia da moderata a grave già al momento della diagnosi, ma si stima che quasi tutti vi andranno incontro nel corso del tempo. Questa condizione richiede cure di supporto aggiuntive, in primis le trasfusioni. E, purtroppo, i pazienti che dipendono dalle trasfusioni hanno una bassa qualità di vita e una sopravvivenza ridotta. Nei casi in cui si riscontri una grave astenia o una splenomegalia importante, la mielofibrosi può impedire di compiere una serie di attività quotidiane 'normali': camminare, salire le scale, rifare il letto, fare la doccia, cucinare.  

"L'unica terapia ad oggi potenzialmente in grado di guarire - sottolinea Passamonti - è il trapianto di midollo, ma è riservato a una piccola percentuale di pazienti, in genere sotto i 70 anni, a causa della complessità e dei rischi ad esso associati. I pazienti non elegibili a trapianto vengono generalmente trattati con un Jak inibitore. Rispetto agli altri Jak inibitori già utilizzati, momelotinib, somministrato oralmente una volta al giorno ha dimostrato di avere un impatto favorevole su spenomegalia, sintomi e anemia, riducendo in modo significativo il carico trasfusionale". 

I nuovi dati presentati al congresso Eha - conclude la nota - rafforzano il ruolo del momelotinib come opzione terapeutica efficace per i pazienti con mielofibrosi e anemia, evidenziando l'importanza di intervenire precocemente sull'anemia per massimizzare i benefici clinici. In particolare, il raggiungimento di livelli di emoglobina superiori a 10 g/dL è stato associato a una maggiore sopravvivenza globale. Inoltre, i dati confermano un beneficio sulla prognosi del paziente, per quelli che raggiungono un'indipendenza dalle trasfusioni associata o meno al controllo della splenomegalia. 

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Mielofibrosi, ematologo: "Con uso precoce momelotinib maggiore sopravvivenza"

13 Giugno 2025
Mielofibrosi, ematologo:

(Adnkronos) - "Iniziare precocemente il trattamento con momelotinib", un inibitore di Jak, "può indurre un numero maggiore di pazienti a vivere più a lungo. Un dato assolutamente importante che cambia il nostro modo di approcciare alla mielofibrosi. Il messaggio è: iniziamo con momelotinib quanto prima nella storia naturale dei pazienti". Lo ha detto Francesco Passamonti, direttore di Struttura complessa di Ematologia del Policlinico di Milano e ordinario di Ematologia all'Università degli Studi di Milano, commentando i dati emersi dallo studio clinico Simplify‑1 e presentati al Congresso europeo di ematologia (Eha) in corso nel capoluogo lombardo.  

Migliorare l'emoglobina, e quindi ridurre l'anemia che "si accompagna a sintomatologia ingravescente e pericolosa per i pazienti", è un punto molto importante nella mielofibrosi. I risultati dello studio presentato all'Eha evidenziano "che la quota di pazienti che ottiene un emoglobina alta, cioè più di 10 g/dL - precisa l'esperto - è in quelli che iniziano più precocemente il trattamento con momelotinib". 

Gli studi clinici Simplify-1 hanno evidenziato che il momelotinib, recentemente disponibile anche in Italia, "induce grandi vantaggi rispetto agli altri Jak inibitori. Uno dei principali - rimarca Passamonti - è l'aumento della quantità di pazienti che diventano trasfusione-indipendenti con la conseguente riduzione del numero di trasfusioni e l'innalzamento delle "immunoglobuline a valori più alti". 

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